#pericolo urbano
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"La paura delle strade buie: un'ombra sulla sicurezza urbana.". Di Alessandria today
Una riflessione sulle cause e sulle possibili soluzioni per migliorare il senso di sicurezza nelle aree urbane.
Una riflessione sulle cause e sulle possibili soluzioni per migliorare il senso di sicurezza nelle aree urbane. L’insicurezza urbana: una questione di età e ambiente.Con l’avanzare dell’età, molte persone sviluppano una crescente apprensione nel camminare in alcune aree delle città, specialmente quelle poco illuminate e scarsamente frequentate. Questo fenomeno, diffuso soprattutto tra gli…
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Allora fatemi capire perché non trovo pace con questa storia...
1) Avete preso un sacco di soldi per reintrodurre gli orsi in un ambiente che forse non era più adatto troppo antropizzato (a vostro dire)
2) Non siete stati capaci di monitorarli negli anni e ne avete perso il "controllo"
3) Non siete stati capaci di educare gli abitanti alla nuova convivenza con loro e a spiegare le norme di comportamento in caso di avvistamento.
4) Come chi abita in ambiente urbano si deve prendere il rischio di essere investito in qualsiasi momento da auto, pare non abbiate ribadito a chi abita in montagna (ma loro già dovrebbero saperlo) che dovrebbe accettare anche il rischio di trovarsi un orso davanti mentre cammina in un bosco e per questo adottare degli atteggiamenti preventivi per evitarlo.
5) Forse vi siete anche dimenticati che gli animali selvatici, per istinto, esattamente come gli esseri umani, possono diventare aggressivi se si sentono minacciati.
6) Probabilmente il malcapitato deve aver spaventato l'orsa con il suo arrivo improvviso e il suo procedere veloce, perché é alquanto improbabile che abbia attaccato solo per il gusto di farlo.
7) Probabilmente l'orsa in questione era anche in compagnia dei suoi cuccioli. Qualsiasi altro animale non solo selvatico ma anche domestico, come una vacca, una pecora o semplicemente un cane randagio, avrebbe attaccato se avesse ritenuto in pericolo i suoi cuccioli con lo scopo di difenderli. Persino io. Anche a costo della vita.
CONSIDERAZIONI
1) Avete catturato una madre che difendeva i suoi piccoli, togliendola dal suo ambiente naturale
2) L'avete rinchiusa come una prigioniera solo perché ha fatto il suo dovere di mamma.
3) Volete condannarla a morte per una responsabilità che in partenza é solo vostra.
4) Avete abbandonato i tre cuccioli al loro destino. Animali che saranno ora spaesati, spaventati e non avranno alcun riferimento che insegni loro come sopravvivere.
5) Se riusciranno a sopravvivere probabilmente si abitueranno a cercare cibo nei centri abitati dove é più facile reperirlo così poi vi lamenterete che siete invasi dagli orsi e che quindi vanno catturati e uccisi.
Con il risultato che un progetto di ripopolamento, di rinascita e di vita costato milioni si trasformerà in un progetto di caccia e di morte.
Fatemi capire questa storia perché veramente non trovo pace al fatto che siate così crudeli, insensibili, irresponsabili ed incompetenti
dal web .
#sodinonsapere #orsi #crudeltà #sopravvivenza #cattura #vita #cuccioli
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ARGENTINA. QUEL CHE LA NOTTE RACCONTA AL GIORNO (parte II)
(Segue) Provocatorie e inquietanti, queste bocche aperte sembrano invadere il paesaggio urbano, interferendo con i messaggi dei manifesti delle campagne politiche e con altre forme di pubblicità. Comunicando sentimenti come paura, indignazione o shock, queste immagini hanno un forte significato politico e sociale. Per l'artista si riferiscono ai problemi della fame e della carestia, ma anche più in generale all'espressione di bisogni impellenti o all'incapacità di comunicare pensieri e desideri.
Infine non si può non citare un’opera concettuale, ma molto spettacolare come “Ashes to Ashes” di Juan Sorrentino, una serie di pezzi di carbone trascinati sulle pareti da un ingranaggio meccanico che ne sfarina le superfici, lasciandone una traccia sul muro e della polvere per terra: cenere alla cenere appunto, un po’ come le nostre vite, che lascino tracce o meno. Infine vorrei citare “Volare con Pacha nell’Aerocene”, interessantissimo video di Tomàs Saraceno (2017) che avevo avuto modo di vedere nello straordinario Festival di “Nu Arts & Community” a Novara e che, ad una seconda visione, mi sembra essere, ancor di più, uno straordinario e poetico documento di denuncia ambientale per la salvezza del deserto di Atacama, messo in pericolo a causa delle estrazioni di litio. Sempre meritevole il direttore del PAC Domenico Piraina nel saper tener viva l’attenzione sulla produzione artistica dell’America latino-americana e di altri paesi extra europei.
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Quando guardo una città rasa al suolo dai bombardamenti, come in questi giorni G4za, non posso fare a meno di ricordare quanto segue, che scrivo più o meno ogni 4 novembre.
La data di oggi, infatti, continua ad essere una delle occasioni di retorica nazionale italiana che sinceramente mi lascia sempre un po' a bocca aperta. I vertici istituzionali si recano alla tomba del milite ignoto per ringraziare coloro che “hanno dato in sacrificio la vita per DIFENDERE la patria”. Si enuncia che la pace dipende dalle forze armate, cui va la gratitudine dei vertici dello stato. Corona de fiori, inno nazionale, frecce tricolori foto di rito e via, tutti a pranzo.
Peccato che quel milite sia morto in una guerra, la c.d. Prima Guerra Mondiale, in cui non c’era niente da difendere: è l’Italia ad aver aggredito l’Austria con cui, assieme alla Germania, era formalmente (seppur segretamente, come si usava allora) alleata.
[Per chi ha tempo, faccio un breve sunto dell’entrata in guerra italiana e dell'esito che ebbe questa mossa nel primo commento*]
Oggi potremmo ricordare che il portato del nazionalismo e della guerra è stato un mare di morte, distruzioni e strascichi di violenza. Che nella guerra mondiale tutti gli eserciti persero, e che quindi non ha senso ricordare solo “i nostri” e sventolare bandiere nazionali. Specie quando si è stati protagonisti-aggressori nel massacro. Specie sapendo che solo una parte dei caduti venne identificata e recuperata in quella strage di milioni di ragazzi e, come diceva George Mosse, l’anonimato delle salme permise di sottrarre quei morti al culto delle famiglie e di affidarle al nuovo culto crescente della nazione.
In Italia, dopo tutto questo tempo, come lo ricordiamo questo avvenimento? Appunto, con l’omaggio al milite ignoto, festeggiando le forze armate come strumento di pace (Orwell, sei tu?), e con le frecce tricolori (uau). Senza dubbio esse sono esteticamente attraenti, ma secondo me rischiano di contribuire a un’ulteriore, drammatica, rimozione: una delle conseguenze di quella stagione, infatti, fu l’invenzione italiana della guerra aerea come GUERRA TOTALE.
Grazie al generale Giulio Douhet questa nuova possibilità fu teorizzata nero su bianco, e attraverso le forze armate italiane fu messa in pratica, in primis nelle colonie (l’esercito italiano gasò interi villaggi d’oltremare). In realtà già nel 1911, quindi addirittura prima della Grande Guerra, combattendo l’Impero ottomano in Nord Africa, il sottotenente Giulio Gaviotti lanciò delle granate dal suo aereo, compiendo il primo bombardamento aereo della storia dell’umanità. Atto esaltato anche da D’Annunzio nella Canzone della Diana:
"[...] e tu Gavotti, dal tuo lieve spalto
chinato nel pericolo dei venti
sul nemico che ignora il nuovo assalto!"
Con la Prima Guerra Mondiale e gli scritti di Douhet, dall’Italia si arrivò a suggerire al resto del mondo la guerra aerea come nuova frontiera del combattimento totale: “Se per vincere è necessario distruggere, uccidere, devastare, spandere la rovina e il terrore, tutto si faccia […] è utile al fine supremo”. Scriveva Douhet. E ancora: [Se nella guerra tradizionale] vi era perfino una distinzione legale tra belligeranti e non belligeranti […]. [Con la guerra aerea] poco interesserà, data la sicurezza della distruzione, che qualche bomba vada fuori dal bersaglio. […] La distruzione completa dell’obbiettivo prescelto, oltre all’effetto materiale, produce un effetto morale”. E per concludere: “Per giungere a distruggere, completamente e rapidamente, una razza di uccelli, non è sufficiente abbattere tutti quelli che [si] incontrano in volo. […] rimangono sempre i nidi e le uova”.
Capito come? Una volta individuato e de-umanizzato il nemico (in questo caso con l’artificio retorico dell’animalizzazione: non sono esseri umani, ma uccelli… altre volte cani ecc…), grazie agli aerei non ci dovevamo limitare ad ammazzare i soldati, ma potevamo finalmente ammazzare tutti, anche donne e bambini che stanno dentro le case, per essere sicuri di annientarli definitivamente e non ritrovarceli più come problema in futuro.
Forse oltre che guardare aerei da guerra che colorano l’orizzonte, il 4 novembre potremmo ricordare che noi italiani abbiamo inventato la GUERRA TOTALE DAL CIELO, che tanta parte ebbe nel Secondo conflitto mondiale; il quale, di nuovo, ci vide aggressori e di sangue ne fece scorrere ancor di più (proprio a causa delle nuove tecnologie). Conflitto che si concluse a Hiroshima e Nagasaki, con la svolta epocale dalla quale non c’è stata più possibilità di ritorno. Ancora ai nostri giorni, infatti, il fragile equilibrio che impedisce il tutti contro tutti è basato sul terrore della deterrenza nucleare. Ancora ai nostri giorni, inoltre, la pratica di bombardare cittadine e cittadini inermi è pratica diffusa, è terrore istituzionalizzato.
Personaggi come Giulio Douhet potrebbero forse essere riconsiderati alla luce della consapevolezza odierna e dei valori che (almeno a parole) diciamo di difendere, invece che essere ricordati - come facciamo a Roma - con un ampio piazzale nel quartiere dell’EUR.
Le conseguenze di quel tipo di mentalità sono sotto i nostri occhi: le nostre società sono ancora fondate sul dominio, sulla legge del più forte, sulla sottomissione e (se serve) sull’uccisione di chiunque abbia qualcosa che crediamo spetti a “noi” invece che a “loro”. Siamo di nuovo circondati da guerre locali ma violentissime, che da un momento all’altro rischiano di “allargarsi” a una sfera regionale e poi mondiale.
Nel frattempo abbiamo un enorme problema legato a come prendiamo le decisioni in merito: tra le popolazioni civili, infatti, la maggior parte delle persone è favorevole a ricercare innanzitutto il “cessate il fuoco”, come primo passo per capire come risolvere i problemi; i vertici istituzionali e militari dei paesi in cui queste maggioranze vivono (compresa l’Italia), invece, promuovono e praticano la guerra stessa come soluzione. Dolorosa e costosa, certo, ma necessaria (e inevitabile).
Vorrei ricordare solo che la guerra è quel meccanismo che propone l’eliminazione fisica dell’altro come risoluzione dei problemi di convivenza. Non è così difficile comprendere come mai, nonostante tutti i buoni propositi, i problemi non si risolvano praticamente mai. Anzi, ogni giorno la situazione sembra peggiorare.
Inoltre, ci sarà sempre qualcuno per cui “l’altro siamo noi” e che potrebbe volerci fare fuori. Si spiega in questo modo perché chi ammazza e usa la forza distruttiva lo fa praticamente sempre dicendo che sta semplicemente DIFENDENDOSI. Che sta difendendo la sua parte.
O come esseri umani, tutti, si scende da questa giostra, oppure, temo, di futuro ce ne sarà sempre meno.
Forse in un posto come l’Italia, che è fuori dall’epicentro dei principali conflitti, potremmo provare a inventare qualcosa di nuovo. Perché ok le manifestazioni di solidarietà, ok i cortei con le bandiere e le amplificazioni per gridare slogan quasi sempre tagliati con l'accetta. Manifestazioni che non voglio criticare. Per me vanno bene anche loro, colgo in molte persone il desiderio di fare qualcosa. Al contempo, temo che finché siamo in queste modalità, quando ci attiviamo senza aver prima trovato un momento per contattare il nostro dolore collettivo, siamo ancora sulla solita giostra.
Forse organizzare un momento pubblico diverso, non so, un appuntamento funebre, possibilmente SILENZIOSO in cui non ci sia nessun* che parla da sopra un palco ma stiamo tutt* allo stesso piano, senza camion, senza amplificazioni; un giorno in cui gli uffici pubblici e gli enti locali si mettono a lutto, le scuole si fermano in silenzio anche loro per qualche minuto. Tutto questo per ricordare e piangere TUTTE LE PERSONE morte nelle ultime settimane, sia quelle morte in Isr4ele per mano di Ham4s e soci, sia quelle morte sotto le bombe israel1ane nei giorni successivi. Chiedere a tutti i protagonisti di questa escalation, che hanno la possibilità di innescare e disinnescare le armi, quasi tutti maschi e quasi tutti al sicuro “nei loro fortini del potere”, di fermare il fuoco.
Quasi sicuramente non servirà ad ottenere nulla di concreto, perché credo che a questi uomini interessi ben poco di persone che li pregano di far tacere le armi, ma almeno avremo smesso di fare analisi e interpretazioni su chi è vittima e carnefice, su chi ha ragione e chi ha torto e per un giorno, almeno, avremo smesso di sventolare (mentalmente o fisicamente) qualunque bandiera nazionale, perché a mio avviso sono quelle bandiere una delle principali cause profonde di questo enorme cimitero in espansione.
E se non riusciamo a farlo in grande, con le istituzioni nazionali, facciamolo laddove abbiamo qualche amministrazione "amica", oppure facciamolo semplicemente tra cerchie ristrette di persone affini. Facciamo silenzio insieme e piangiamo queste morti. Abbiamo già evitato di farlo con i morti ucraini e russi. Prima avevamo evitato di farlo per i morti di covid.
Prendiamoci questo tempo di lutto, che a mio avviso ci aiuta a riconnetterci con la nostra comune umanità.
Quella che non si può rinchiudere in nessuna bandiera.
Urbano Grandier, Facebook
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Liste Rosse IUCN 2024: Cresce l’Emergenza per le Specie a Rischio, Ora Anche per il Riccio Europeo
Le Liste Rosse IUCN delle specie minacciate rappresentano un inventario dello stato di conservazione globale e del rischio di estinzione delle specie biologiche. In base al livello di minaccia, le specie vengono classificate in diverse categorie: Non Valutata, Dati Insufficienti, Minima Preoccupazione, Quasi Minacciata, Vulnerabile, In Pericolo, In Pericolo Critico, Estinta in Natura, Estinta. Lo scorso 28 ottobre è stato pubblicato un nuovo aggiornamento di queste liste, che ora include 166.061 specie, di cui 46.337 minacciate di estinzione. La tendenza globale mostra un grave declino delle popolazioni in numerosi gruppi di specie.
Tra le situazioni più critiche, vi è il calo delle popolazioni di uccelli costieri migratori a livello mondiale, con 16 specie riclassificate in categorie di maggiore minaccia. Ad esempio, la pivieressa (Pluvialis squatarola) e il piovanello maggiore (Calidris ferruginea) le cui popolazioni sono diminuite del 30%, passando rispettivamente a Vulnerabile e Quasi Minacciato.
Altre specie animali sono ora classificate come “In Pericolo Critico,” il che significa che, se il declino prosegue, l'estinzione potrebbe essere imminente. Tra queste troviamo il ratto spinoso dell'isola di Manus (Rattus detentus), avvistato per l'ultima volta nel 2016 nell'Arcipelago di Bismarck in Papua Nuova Guinea e minacciato da predatori invasivi e degrado dell'habitat. Anche il rinkhals del Nyanga (Hemachatus nyangensis), un serpente presente negli altopiani orientali dello Zimbabwe, soffre per la trasformazione del suo habitat agricolo e l'invasione di piante aliene, e dal 1988 non sono stati registrati nuovi avvistamenti. Un'altra specie critica è il fagiano del Vietnam (Lophura edwardsi), non avvistato in natura dal 2000 e vittima di deforestazione, caccia ed effetti degli erbicidi durante la Guerra del Vietnam; sono in corso programmi di conservazione e riproduzione ex-situ per cercare di recuperare la specie.
Anche i coralli stanno lottando per sopravvivere: il 44% delle specie di corallo duro è a rischio di estinzione, con un aumento dell’11% dal 2008. Tra i generi più colpiti c’è Acropora, di cui 99 su 150 specie sono ora minacciate.
Una triste sorpresa è data poi dal riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus), ora classificato come Quasi Minacciato. La sua popolazione è crollata vertiginosamente negli ultimi dieci anni, a causa della pressione umana dovuta all'intensificazione agricola e allo sviluppo urbano.
Per la prima volta, la maggior parte delle specie arboree è stata elencata nella Lista Rossa: almeno 16.425 delle 47.282 specie valutate a livello mondiale, quindi oltre un terzo, è minacciato di estinzione. In particolare, le specie insulari sono sotto grave minaccia a causa della deforestazione per lo sviluppo urbano, parassiti, malattie e specie invasive. Gli alberi sono componenti fondamentali degli ecosistemi, e la loro scomparsa comprometterebbe la sopravvivenza di migliaia di altre specie di piante, funghi e animali che dipendono da loro, oltre a destabilizzare i cicli del carbonio, dell'acqua e dei nutrienti, la formazione del suolo e la regolazione del clima.
Questo aggiornamento delle Liste Rosse IUCN non solo rappresenta un barometro della biodiversità globale, ma evidenzia anche la necessità urgente di interventi di conservazione mirati e coordinati per evitare che il nostro pianeta perda preziosi elementi della sua ricchezza biologica.
A Presto e Buona Scienza!
fonte
foto di Jörg Hempel
#ListeRosseIUCN#SpecieARischio#EmergenzaBiodiversità#RiccioEuropeo#SpecieInPericolo#Conservazione#DeclinoSpecie#ProteggiLaNatura#BiodiversitàGlobale#EstinzioneAlberi#CoralliMinacciati#DropsOfScience#ScienzeNaturali#Notizie
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Bolzano: Polizia arresta pluripregiudicato straniero, il Questore emette Foglio di Via Obbligatorio
Bolzano: Polizia arresta pluripregiudicato straniero, il Questore emette Foglio di Via Obbligatorio. Nel corso dei consueti servizi di prevenzione generale e di controllo del territorio, mentre transitava in zona, una Pattuglia della Squadra “Volanti” della Polizia di Stato veniva inviata dalla Centrale Operativa della Questura presso la Sala Giochi e Scommesse “ADMIRAL CASH CADE”, che si trova in Via Innsbruck 11, a seguito di una richiesta di intervento pervenuta sul numero di emergenza “112 NUE”, formulata dagli Addetti alla vigilanza del Locale. La richiesta di aiuto faceva riferimento ad un cliente che già aveva manifestato strani comportamenti, fissando insistentemente con lo sguardo alcuni impiegati mentre giocava alle macchinette “Slot”. Costui, ad un certo momento, dopo aver bevuto l’ennesima birra ed aver urinato su una macchinetta VLT, improvvisamente perdeva il lume della ragione, tanto da alzarsi dalla postazione di gioco, iniziare ad urlare come un forsennato e distruggere con violenza arredi ed apparecchiature. I danni provocati all’Esercizio pubblico, secondo una prima stima ammonterebbero a circa 50.000 Euro. Per motivi di sicurezza, pertanto, venivano fatti confluire in zona tutti gli Equipaggi della Polizia dislocati sul territorio urbano. Alla vista delle Pattuglie della Polizia l’esagitato si dava alla fuga, inseguito dagli Agenti; rintracciato nei pressi di Ponte Campiglio, veniva immediatamente bloccato mentre aveva iniziato a gettare sul manto stradale vasi di fiori posizionati sulle ringhiere ad arredo urbano, ad imbrattare la carreggiata ed a mettere a serio rischio e pericolo la circolazione dei veicoli. Fatto salire a forza sulla “Pantera” e condotto in Questura, all’atto di scendere dal veicolo di servizio il soggetto si scagliava come una furia contro gli Agenti, cercando di colpire con una testata al volto uno di essi che gli si era parato davanti, nonché sferrandogli violenti calci al ginocchio ed alla mano, per poi farlo bersaglio di uno sputo in faccia. Calci e pugni venivano inoltre scagliati contro gli altri Poliziotti, causando ad uno di essi lesioni guaribili in 5 giorni, diagnosticate dal Pronto Soccorso dell’Ospedale cittadino ove l’Agente è stato visitato. A seguito dei controlli effettuati sulla Banca Dati del Ministero dell’Interno, il soggetto veniva identificato per tale A. T., 42enne cittadino albanese residente a Tuenno, frazione di Ville D’Anaunia (Trento), con a proprio carico numerosi precedenti penali e/o di Polizia per reati di varia natura e gravità quali false attestazioni o dichiarazioni a Pubblico Ufficiale, detenzioni di stupefacenti ai fini di spaccio, inosservanza provvedimenti dell’Autorità, mancata esecuzione dolosa dei provvedimenti del Giudice, violenza sessuale, minaccia, rapina, lesioni personali, violenza minaccia a Pubblico Ufficiale, resistenza a Pubblico Ufficiale., ubriachezza ed oltraggio a Pubblico Ufficiale, in regola con il Permesso di Soggiorno rilasciato dalla Questura di Trento. Durante le operazioni di Polizia Giudiziaria ed i rilievi foto-dattiloscopici eseguiti Polizia Scientifica, l’uomo seguitava a mantenere una condotta violenta, minacciando il Personale di Polizia con le seguenti frasi “VI FACCIO VEDERE IO, VI AMMAZZO, APPENA ESCO DA QUI VE LA FACCIO PAGARE AMMAZZANDOVI”. Messo in condizioni di non nuocere ulteriormente, ammanettato e dichiarato in arresto per i reati di violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, lesioni personali aggravate e danneggiamento aggravato, l’individuo veniva rinchiuso presso le Camere di Sicurezza a disposizione della Autorità Giudiziaria. In considerazione della gravità di quanto accaduto e valutati i precedenti a suo carico, il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori ha inoltre emesso a carico A. T. la Misure di Prevenzione Personali del Foglio di Via Obbligatorio, con divieto di far ritorno nel Comune di Bolzano per i prossimi 4 anni, e del Divieto di Accesso in tutti gli Esercizi Pubblici della Provincia di Bolzano per i prossimi 3 anni; inoltre, la sua posizione verrà segnalata alla Questura di Trento al fine di procedere alla Revoca del Permesso di Soggiorno. “Quasi ogni giorno, oramai, si è costretti a registrare una aggressione nei confronti di un Agente di Polizia durante un intervento a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica: l’ennesimo verificatosi negli ultimi tempi a Bolzano – ha evidenziato con rammarico il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori –. Non è ammissibile che chi rappresenta lo Stato, nel fare rispettare la legge, debba subire sistematicamente insulti e violenze. Per questo motivo è stato deciso di procedere all’arresto ed all’allontanamento dal nostro Paese di chi ha dato ripetute dimostrazioni, anche in modo violento, di non rispettarne leggi ed Istituzioni”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Prodotti per la casa e danno alle cellule della mielina: il pericolo invisibile che danneggia maggiormente i bambini
L’esposizione umana alle sostanze chimiche ambientali, soprattutto durante le fasi critiche dello sviluppo del sistema nervoso centrale dei bambini, solleva notevoli preoccupazioni per la salute. MA non si parla solo di inquinamento industriale esterno ed urbano; esiste anche un inquinamento “indoors” o (se si preferisce) domestico, dato dall’esposizione alle decine di prodotti per la casa, il…
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#cellule staminali#demielinizzazione#erbicidi#fattore di rischio#oligodendrociti#organo-phosphates#pesticidi#salute pubblica
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Telecom Italia Mobile sta smantellando le vecchie cabine telefoniche
Tim ha intenzione di posizionare sul territorio nuove cabine digitali che permetteranno di accedere in modalità touch screen a una vasta gamma di servizi e contenuti digitali, tra cui quelli di pubblica utilità. Le stazioni 'intelligenti' realizzate in collaborazione con Urban Vision, sono state presentate in anteprima da Pietro Labriola, Amministratore Delegato del Gruppo TIM, in occasione della giornata conclusiva dell'Italian Tech Week. Apripista del progetto sarà il Comune di Milano nel 2024. Caratterizzate da un design completamente rinnovato, le cabine digitali si rivolgeranno a tutti: TIM le descrive come "un presidio evoluto e inclusivo, con applicazioni sensoristiche che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali in modo personalizzato, semplice e veloce". Le nuove cabine rappresenteranno una vera e propria 'stazione digitale' per poter fruire di servizi di infotainment, di ricarica degli smartphone, di pagamenti digitali e ticketing, di chiamate gratuite verso numeri fissi e mobili nazionali. Inoltre, le cabine digitali saranno dotate di tasto 'Women+', grazie al quale accedere in tempo reale a un servizio di supporto con operatore per segnalare, gestire ed assistere la persona che ne faccia richiesta. "Si tratta di una funzionalità a valenza sociale che mette a disposizione della collettività uno strumento di contrasto agli episodi di violenza nei confronti delle donne o dei fenomeni di microcriminalità", spiega TIM. Rilevante anche il supporto alla cultura, al turismo ed alle informazioni istituzionali che in tempo reale il Comune vorrà fornire alla propria cittadinanza, ad esempio l'offerta artistica della città, dei cinema, teatri, musei, concerti ed eventi, acquistare i biglietti, scegliere un ristorante, prenotare un taxi, verificare le previsioni meteo e orari dei mezzi di trasporto, ottenere info sulla viabilità. "L'innovazione è la chiave per offrire soluzioni più efficienti e portare benefici concreti alla collettività" ha dichiarato Pietro Labriola, AD di TIM. "Con questo progetto trasformiamo la cabina tradizionale, nata negli anni '50, in uno sportello multiservizi di nuova generazione che contribuirà a rendere le nostre città più sostenibili. Abbiamo così colto l'opportunità di dare una seconda vita ad una parte del nostro patrimonio, ormai superato dalle nostre abitudini, per farlo evolvere e diventare anche un importante presidio di sicurezza per le donne in situazioni di pericolo. Le cabine telefoniche si trasformeranno così in uno strumento a disposizione dei cittadini e che conferma il nostro impegno per l'inclusione, di genere e sociale, nell'era delle smart city". "Siamo davvero orgogliosi di essere partner di TIM in questo grande progetto", ha affermato Gianluca De Marchi, AD di Urban Vision. "Nello sviluppo della nuova cabina digitale TIM ci siamo basati sui principi che da sempre caratterizzano il nostro rapporto con la città: creare valore per la comunità in termini di pubblica utilità, innovazione e sicurezza, attraverso soluzioni tecnologicamente avanzate, totalmente integrate con il tessuto urbano". La nuova cabina si integra nel modello di Smart City promosso da TIM che - grazie alle nuove tecnologie basate sull'Intelligenza Artificiale, 5G e IoT- ha l'obiettivo di realizzare spazi urbani più vivibili, sostenibili e sicuri capaci di valorizzare anche il patrimonio culturale e artistico. La progettazione delle cabine rispetta i più avanzati standard di sostenibilità (Life cycle thinking) che azzerano completamente l'impronta di carbonio (carbon footprint) attraverso sistemi di compensazione sul territorio locale certificati a livello internazionale. Il progetto intende valorizzare una parte del patrimonio storico della telefonia pubblica tradizionale in corso di dismissione sul territorio nazionale. L'avvio del progetto coinvolgerà la città di Milano, dove saranno progressivamente installate circa 450 postazioni, l'iniziativa si estenderà successivamente in altre 13 principali città italiane per un totale di circa 2.500 cabine digitali. Read the full article
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Probabilità di morte alle diverse velocità [Transformative Urban Mobility Initiative]
Probabilità di morte alle diverse velocità. Grafico da Tumi, Transformative Urban Mobility Initiative Guidare auto e mezzi a motore in ambito urbano a più di 30 km/h comporta un elevato pericolo per pedoni e ciclisti, come evidenzia il grafico sopra. Inoltre, contrariamente a quello che pensano molti automobilisti, nel percorso misto urbano è meglio mantenere una velocità regolare a 20-30 km/h…
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Inquinamento atmosferico Italia fanalino di coda in Europa
Inquinamento atmosferico Italia fanalino di coda in Europa. L’Italia, infatti, è al momento è uno dei paesi più inquinato d’Europa, con moltissime città del nostro territorio con indici oltre i limiti di sicurezza. A dirlo è l’ultimo report della EEA (European Environment Agency) sulla qualità dell’aria in Europa.Secondo questo report, nonostante la riduzione delle emissioni dovuta al lockdown del 2020, i risultati sono tornati ad essere allarmanti per la maggior parte delle città principali italiane, con particolare gravità delle città della pianura padana.Questo è dovuto a varie ragioni, la principale è l'alta concentrazione di industrie e popolazione del Nord Italia, ma anche per la particolare conformazione geografica di questa regione, essendo circondata da tre lati dalle Alpi, impedendo una ventilazione costante. Inquinamento atmosferico Italia: quali inquinanti Lo studio dell’European Environment Agency si basa su quattro principali inquinanti: - Particolato Fine - Particolato - Ozono - Diossido di Azoto In particolare il Particolato fine (PM2,5) e il Particolato (PM10) è l’insieme delle polveri sottili e sono quelle che destano le principali preoccupazioni dal punto di vista della salute. Per queste polveri sottili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone un limite massimo di 5 µg/mc per il particolato fine PM2,5 e di 15 µg/mc per il particolato PM10. Città italiane più inquinate nel 2021 Le città più inquinate da particolato PM10 sono: - 33 µg/mc Alessandria - 32 µg/mc Milano - 31 µg/mc Torino, Lodi, Brescia, Mantova, Modena - 30 µg/mc Cremona, Vicenza, Treviso, Venezia, Asti, Piacenza, Reggio Emilia, Avellino, Padova, Verona - 15 µg/mc Limite Massimo stabilito dall’OMS Le città più inquinate da particolato PM2,5 sono - 24 µg/mc Cremona, Venezia - 22 µg/mc Vicenza - 21 µg/mc Piacenza, Padova, Milano - 20 µg/mc Torino, Asti, Alessandria, Treviso, Verona - 5 µg/mc Limite Massimo stabilito dall’OMS Le polveri sottili non sono però gli unici inquinanti trovati oltre i limiti in molte città italiane, anche il Biossido di Azoto, un gas tossico principalmente prodotto dalla combustione dei veicoli termici e l’ozono, altamente pericolo per esposizioni continuative ad alte concentrazioni. Oltre a queste esistono molti altri inquinanti, come Anidride Carbonica e Metano che però non sono stati inclusi nello studio dell’EEA causate da combustione o fughe di gas.Nuovamente, anche nel caso di questi inquinanti, il Nord Italia sembra più colpito rispetto al Centro-Sud, arrivando anche a quasi 4 volte oltre il limite massimo stabilito dall’OMS nelle città principali della Pianura Padana. Le città italiane più inquinate Biossido di Azoto nel 2021 sono: - 39 µg/mc Milano - 37 µg/mc Torino - 36 µg/mc Como e Palermo - 35 µg/mc Bergamo - 34 µg/mc Trento e Teramo - 33 µg/mc Roma e Monza - 10 µg/mc Limite Massimo stabilito dall’OMS Inquinamento atmosferico in Europa L’Italia purtroppo pare essere una delle situazioni più gravi d’Europa. Infatti la maggior parte d’Europa ha delle condizioni definite Ottime (da 0 a 5 μg/m3 di PM2.5) o Buone (da 5 a 10 μg/m3 di PM2.5) o al massimo Moderate (da 10 a 15 μg/m3 di PM2.5), anche nelle aree più popolose e industriali del Centro Europa. L’unica eccezione trova luogo nell’area della Polonia meridionale, Repubblica Ceca e Slovacchia, altra zona altamente industrializzata e che, seppur in maniera diversa e inferiore, vede condizioni simili alla Pianura Padana per bassa ventilazione. Le condizioni italiane, rispetto a quelle europee sono critiche e richiederebbero un intervento immediato, come anche suggerito da Legambiente nel rapporto “Mal’Aria di città” del 2022. Alcune delle proposte suggerite sono: Ridisegnare lo spazio urbano a misura d’uomo - Aumento dell’adozione dei metodi di trasporto pubblico elettrico - Finanziare la Sharing Mobility - Stop della vendita dei veicoli a combustione - Riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica - Rendere green l’home delivery - Monitoraggio delle pratiche agricole potenzialmente pericolose Fonte: https://energia-luce.it/news/inquinamento-aria-italia/ In copertina foto di Andreas Lischka da Pixabay Read the full article
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Spari dopo una lite al parco, due feriti nel Cagliaritano
Due uomini di 46 e 36 anni sono stati feriti a colpi di pistola questa notte a Uta, nel Cagliaritano, e si trovano attualmente ricoverati al Brotzu di Cagliari ma non in pericolo di vita L’episodio, su cui stanno lavorando i carabinieri, è avvenuto verso l’1 nel parco urbano S’Olivariu. I due avrebbero avuto inizialmente una discussione con un altro uomo e poi sono andati a sedersi su una…
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sono Massimo Vitturi, Responsabile Area Animali selvatici LAV. Ricorderai sicuramente la grande vittoria che abbiamo ottenuto lo scorso aprile con JJ4, la mamma orsa che era stata condannata al carcere a vita nella prigione del Casteller e che siamo riusciti a salvare, permettendole così di vivere una vita serena con i suoi cuccioli.Purtroppo, quella vittoria è stata solo una goccia nell’oceano! L’estate è appena iniziata e in Trentino un altro orso è già in pericolo di vita. Si tratta di M62: suo fratello, M57, è stato catturato e rinchiuso al Casteller solo un anno fa. Cosa accomuna quindi M62 con M57 o con M49, l’orso conosciuto come Papillon? Le minacce che pendono sulle loro teste per essersi semplicemente comportati da orsi. La situazione di M62 è, però, ancora più urgente: su di lui, infatti, pende una condanna a morte. M62 è stato avvistato nei pressi del centro urbano di Andalo a giugno, dove cercava cibo nei cassonetti. Il cibo è un richiamo per gli orsi e, nonostante la Provincia abbia iniziato un percorso di sostituzione dei cassonetti standard con quelli anti-orso ormai 12 anni fa, ancora non è riuscita a portarla a termine. Adesso, a causa dell’inefficienza della Provincia, un altro orso rischia la vita! Da fine giugno, M62 indossa un radiocollare: secondo le linee guida provinciali, se dovesse avvicinarsi altre 2 volte al centro urbano si potrà procedere con la sua esecuzione. caro/a, tutto questo è inaccettabile! Gli animali che vivono liberi nel loro habitat non possono continuare a pagare per le inadempienze degli esseri umani! Massimo Vitturi Responsabile Area Animali Selvatici LAV
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Oggi il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha postato con toni trionfalistici questo collage di foto.
Si tratta di una serie di nuove, inutili piste ciclabili create nel mio quartiere, ovvero Talenti. Ecco, credo che assieme agli stramaledetti monopattini queste piste ciclabili partorite ad minchiam rappresentino bene il livello di chi governa la Città Eterna.
Buoni, buoni, non sto dicendo che la pista ciclabile in sé sia un'idea sbagliata, anzi. Ma le cose andrebbero fatte con un minimo di criterio, no?
Per seguire la moda del "green" a tutti i costi, qualcuno ha pensato bene che bastasse dipingere per terra una striscia gialla, restringere una carreggiata e spacciare il tutto come "pista ciclabile". E così, in giro per Roma, sono nati questi piccoli capolavori.
Ne abbiamo di diversi tipi: quelle che iniziano e finiscono in cento metri, quelle che passano davanti ai cassonetti o ai benzinai, quelle che tagliano incroci suicidi, quelle ad intermittenza... Mille modi di beccarsi un vaffanculo e mettere in pericolo la propria vita.
Ora, la viabilità di Roma andrebbe ripensata in toto. Ma per fare questo, bisognerebbe mettere in discussione tutto lo sviluppo urbanistico dell'ultimo mezzo secolo e forse più. Bisognerebbe ridisegnare vie, strade, piazze, interi quartieri.
È quella rigenerazione urbana di cui vi parlo spesso. Che non è ridipingere sottopassaggi, non è piazzare vasi di fiori, non è disegnare murales sui casermoni, non è gettare colate di asfalto con panchine cubiche sopra. Insomma, non è ciò che viene propagandato come modernità da una cricca di architetti cani e amministratori incapaci.
Se Roma, come tante altre città italiane, vuole rinascere, deve prendere atto di aver intrapreso una strada sbagliata. Non basta tracciare una linea per terra per trasformare squallidi e pericolosi vialoni in dolci e tranquilli vicoli di Amsterdam. Non con trasporti da terzo mondo, non con quartieri fatiscenti, non con questo tessuto urbano sfilacciato e trascurato.
Quando questa conversione all'insegna dell'architettura a misura d'uomo, della bellezza e della reale sostenibilità verrà fatta, potranno essere create tutte le piste ciclabili che si vorranno. Prima di allora: mortacci vostra.
Un romano de Roma.
Matteo Brandi
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10 apr 2021 13:48
LEGGERE E INCORNICIARE L’INTERVISTA AL CONSULENTE DI COMUNICAZIONE, PAOLO LANDI: “IL CONFORMISMO DI MICHELA MURGIA NON HA NIENTE A CHE FARE CON LA SINISTRA - LA DOMANDA VERA È PERCHÉ PENSIAMO CHE SIA IMPORTANTE CHIAMARE UNA DONNA MINISTRA INVECE CHE MINISTRO. QUALCUNO CI HA FATTO CREDERE CHE IL PROGRESSO DIPENDA DA QUESTE CORREZIONI FORMALI. IL POLITICAMENTE CORRETTO SPOSTA SEMPRE IL PROBLEMA SU QUESTIONI FORMALI E SECONDARIE. DISCUTIAMO SE LE OPERE DI AMANDA GORMAN POSSANO ESSERE TRADOTTE DA UN UOMO O UNA DONNA BIANCA, MA NESSUNO DICE CHE LE SUE POESIE SONO BRUTTE…”
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Maurizio Caverzan per “la Verità”
Ormai, anche chi è di sinistra rigetta il conformismo di sinistra. I ricettari mielosi delle buone maniere. I decaloghi di linguaggio depurato, di quello che si può dire e quello che no. All'ennesima comparsata televisiva di Michela Murgia, campionessa del ramo, Paolo Landi, advisor di comunicazione a Ovs), autore di saggi in materia come Volevo dirti che è lei che guarda te (Bompiani) e Instagram al tramonto (La nave di Teseo) e raffinato recensore di Doppiozero.com e minimaetmoralia.it, si è messo al computer e ha mandato a Ilsaltodellaquaglia.com una fenomenologia dell'autrice di Sta zitta - e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (Einaudi). Vado a trovarlo nella sua casa sul Sile a Treviso.
Facendo una rapida sintesi, lei si sente meno di sinistra a causa del conformismo di sinistra?
��Per mia formazione non credo che sarò mai di destra perché qualcosa è scattato dentro di me. Ma non so se oggi sono più a destra della Murgia o se la Murgia è più a destra di me. Mi pongo questa domanda perché il conformismo che emerge, per esempio, dal suo ultimo libro, mi sembra non abbia niente a che fare con la sinistra».
Su Ilsaltodellaquaglia.com ha scritto che A proposito, cos' è questo sito?
«È un magazine online di un gruppo di ragazzi siciliani che ha come sottotitolo "l' informazione oltre lo steccato"».
Sono tanti nell'informazione?
«Come nello sci, anche nell' informazione bisogna imparare lo slalom per superare gli ostacoli. Oggi l'informazione è sempre più ricca anche grazie al Web, ma dobbiamo evitare le fake news e anche quell'informazione conformista che non fa crescere».
Dicevo, ha scritto che «il conformismo di sinistra, di cui è eccelsa campionessa Michela Murgia, è una brutta bestia: per noi radical chic è la morte del pensiero». I radical chic sanno essere anche cattivi?
«Detesto la definizione di radical chic, l'ho utilizzata ironicamente per dire che la Murgia non fornisce strumenti di comprensione diversi da quelli che già possediamo. Ma siccome imperversa sui giornali, in tv e in libreria sarebbe auspicabile che da questi pulpiti dicesse qualcosa di nuovo anziché ripetere cose note».
Cito ancora: «Noi di sinistra (o ex di sinistra, chi lo sa se la sinistra ora è quella della Murgia) ci addormentiamo proprio: alla quinta riga di un suo articolo, alla seconda pagina del suo ultimo libro, per non dire quando compare nel salotto della dottoressa Gruber». C'è una sinistra diversa da quella della Murgia?
«Sicuramente c' è, il problema è che non ha voce perché domina il conformismo. Alla fine tutti ci confrontiamo con l'informazione massificata. In pochi leggiamo Il Manifesto o altre testate minori. Chi dice cose stimolanti è marginale, mentre la sinistra conformista deborda».
Perché coincide con il mainstream?
«Perché è una sinistra luogocomunista».
Perché i suoi testimonial si attardano sul linguaggio e le desinenze al femminile?
«La domanda vera è perché pensiamo che sia importante chiamare una donna ministra invece che ministro. Qualcuno ci ha fatto credere che il progresso dipenda da queste correzioni formali. Personalmente, dubito che queste battaglie facciano avanzare la parità di genere. C' è un' ingiustizia più grande e sostanziale che dovrebbe trovare uniti uomini e donne, a prescindere che si chiamino direttore o direttrice d' orchestra».
Adesso la Murgia si sente spaventata dalla divisa del generale Figliuolo.
«Se uno è un generale dell' esercito perché dovrebbe spaventare se indossa la divisa? Potrebbe spaventare se la indossasse senza essere generale. La Murgia si spaventa forse per la divisa di un pompiere? O di un vigile urbano? Se non subisce il fascino delle divise è un problema suo. Ma dicendola in un talk show di prima serata una scemenza del genere diventa il dibattito del giorno dopo».
Altri campioni di conformismo sono Fedez e Chiara Ferragni?
«Viviamo in un momento in cui la politica ha smesso di fare il suo mestiere e qualcun altro prova a riempire questo vuoto. Come sarebbe stato meglio che Beppe Grillo avesse continuato a fare il comico, così converrebbe che Ferragni e Fedez continuassero a far bene il loro. Ho letto che stanno reclutando dei giovani per gestire politicamente i social. Il vero problema è che la politica ha smesso di prendersi a cuore le persone che hanno meno strumenti a disposizione».
I Ferragnez potrebbero rispondere che s'impegnano in questa direzione.
«Infatti, ognuno è libero e loro fanno bene a dire quello che hanno da dire. Io mi chiedo perché la politica ceda ai comici, agli attori e agli influencer il compito di cambiare il mondo. Dovrebbero essere i politici a riappropriarsi di un linguaggio pedagogico, in grado di spiegare la complessità».
Invece?
«I Ferragnez sdottoreggiano e i politici si fanno vedere mentre mangiano la porchetta».
O vanno in tv da Barbara D' Urso.
«Invece di mantenere una spinta ideale, si cercano scorciatoie popolari che portano al populismo».
Che cosa pensa del fatto che per tradurre l' opera di Amanda Gorman bisogna essere una donna di colore attivista dei diritti?
«Il politicamente corretto sposta sempre il problema su questioni formali e secondarie. Discutiamo se le opere di Amanda Gorman possano essere tradotte da un uomo o una donna bianca, ma nessuno dice che le sue poesie sono brutte. Non si può dire perché è una persona non udente e di colore?».
Che, per ragioni di marketing, indossa un cappotto giallo di Prada.
«Il cappotto di Prada non è interessante. Lo è ciò che propone, la qualità dei testi che, grazie alla ribalta che le è concessa, hanno un' audience mondiale. Hanno dato il podio dell' insediamento del presidente degli Stati Uniti a una poetessa mediocre che è diventata un' icona globale. La Murgia imperversa nei nostri media e diventa una maestra del pensiero».
Una questione di sovraesposizione?
«Bisognerebbe che imparassero a osservare un minuto di silenzio. Il mainstream domina, mentre le voci meno conformiste non le senti perché soffocate da chi pensa che la parità di genere arriverà quando non si pronunceranno le frasi che infastidiscono la Murgia».
Svettano nelle classifiche perché l' industria culturale è imperniata su questi modelli?
«La qualità non fa più testo, a tutti i livelli. In politica si cerca la fama, la visibilità. Amanda Gorman sta alla poesia come Grillo alla politica. Ma entrambi sono mediocri e la mediocrità non fa progredire».
Una certa vacuità della sinistra si evidenzia anche nell'evoluzione dei suoi maître à penser?
«Sì, purtroppo. Non voglio nemmeno fare confronti. Io ho avuto la fortuna di leggere Pasolini sul Corriere della sera. Chi legge i giornali di oggi credo sia molto meno fortunato».
Enrico Letta che, in piena emergenza pandemica, si presenta da segretario del Pd parlando di ius soli e voto ai sedicenni è un altro esempio di distanza dalla realtà o fa solo la guerra alla Lega?
«Non voglio entrare nelle dietrologie. Mi preoccupa il fatto che la politica abbia rinunciato a misurarsi con la complessità. I social la costringono a esprimersi per slogan. Così è nata quella che chiamo politica masterchef, fatta di ricette, di formule che non risolvono i problemi, ma danno l' impressione che ci si stia riflettendo».
Letta ha recuperato terreno intestandosi la battaglia per le capogruppo donne in Parlamento?
«I percorsi di Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova in Italia viva, di Giorgia Meloni segretaria di FdI, di Anna Maria Bernini o Mara Carfagna in Forza Italia sono lì da vedere. Questo non vuol dire che in politica la parità di genere sia stata raggiunta. Ma che la polemica sulla rappresentanza femminile è strettamente interna al Pd e non un'emergenza generale».
Creando una sorta di bolla i social provocano un distacco dalla vita della gente comune?
«I social hanno introdotto il primato della facilità, del tempo reale, della giocosità. A scapito dell' introspezione e della ricerca. Perciò pensiamo di risolvere questioni di portata enorme come l' emigrazione o la parità di genere con slogan e azioni sommarie come fermare una nave fuori da un porto o intimando a un uomo di non dire a una donna "adesso ti spiego"».
Un anno fa ha scritto un saggio su Instagram nel quale evidenziava il pericolo dell' omologazione. Oggi a che punto siamo?
«Credo persista una certa ignoranza relativa all' aspetto economico dei social. Gran parte dei fruitori non si rende conto che i social sono prodotti commerciali, venduti da corporation. Su Instagram ci coccoliamo con i cuoricini, su Twitter ci sembra di partecipare a battaglie che cambiano il mondo. In realtà, non facciamo che consumare un prodotto commerciale. Da qui nascono una serie di interrogativi molto più pregnanti, per esempio sulla democrazia».
Come giudica le decisioni di oscurare i profili non allineati, da Donald Trump su Twitter alla piattaforma Byoblu su YouTube?
«I social sono prodotti commerciali che hanno diritto di fare quello che vogliono. I temi della politica non andrebbero trattati su piattaforme-prodotto, ma in luoghi istituzionali, ufficiali, in cui il dibattito è regolato. Altrimenti, dobbiamo aspettarci che una policy aziendale intervenga in un senso o nell' altro. L'errore è illudersi. Finché Jack Dorsey, un privato, sarà proprietario di Twitter potrà oscurare il profilo di Trump».
Anche se al contempo non oscura gli account nazisti?
«Fortunatamente hanno scarso seguito. Lo scandalo non è che Twitter oscuri Trump, ma lo strapotere che queste corporation si stanno prendendo senza che nessuno muova un dito. Fanno affari sul 91% del pianeta, perché è questo che fanno, ma pagano le tasse solo in America».
Il futuro è dei social, degli influencer, delle poetesse che vestono Prada come il diavolo?
«Sembra brutto accanirsi su persone di buona volontà come Amanda Gorman o Michela Murgia. Ma se vogliamo progredire credo che il dibattito debba spostarsi dal conformismo che loro incarnano a forme di comprensione del mondo meno stereotipate e più complesse, meno superficiali e più profonde».
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Hansel & Gretel è un’installazione immersiva e interattiva che crea un paesaggio inquietante permeato dalla sorveglianza contemporanea."Hansel & Gretel" – questo il titolo scelto per l’installazione artistica interattiva progettata nel 2017 dall’artista cinese Ai Weiwei insieme agli architetti svizzeri Jacques Herzog e Pierre de Meuron per richiamare la fiaba dei fratelli Grimm, ma soltanto al fine di invertirne il senso: invece di lasciare intenzionalmente le tracce lungo un sentiero per evitare di perdersi, il controllo rende impossibile ai visitatori nascondere la propria posizione.
Muovendosi all’interno di quest’opera site-specific, in un ambiente buio e forse sinistro, i visitatori si calano, nello stesso tempo, nelle vesti di osservatori e di osservati: ciascun movimento è costantemente monitorato e tracciato; l’immagine individuale viene raccolta e rilanciata nell’installazione attraverso continue proiezioni, grazie alla presenza di droni. Come i due piccoli protagonisti della fiaba, quanti si misureranno con Hansel & Gretel potranno vivere un’esperienza di disorientamento e di “pericolo” potenziale, con la traccia visiva del proprio percorso - una linea di luce bianca continua - spesso interrotta dall’ombra dei droni stessi.
L’opera intende incoraggiare una riflessione sulle trasformazioni che la sorveglianza determina nello spazio pubblico, generando un ambiente sottoposto a controlli eccezionali, ai quali il singolo individuo sembra ormai incapace di sottrarsi.In occasione della presentazione del progetto, Hans-Ulrich Obrist ha precisato – come riporta la stampa statunitense – di aver iniziato a delineare Hansel & Gretel circa quattro o cinque anni fa, quando Ai Weiwei non era nella possibilità di viaggiare in libertà. Il luogo scelto per dare finalmente compimento al processo non è casuale. Costruito tra il 1877 e il 1881 come struttura militare e club del Seventh Regiment of the National Guard of President Lincoln, il Park Avenue Armory è stato infatti sottoposto a un lungo intervento di recupero e rifunzionalizzazione curato proprio da Herzog & de Meuron: il duo ha agito nell’ottica della valorizzazione delle stratificazioni del passato. Oggi, i suoi spazi ospitano lavori artistici e performativi non convenzionali.
Nel 2020 Ai Weiwei, dissidente politico del governo di Pechino che vive come rifugiato in Francia, torna sui temi di Hansel e Gretel con il film: 'Coronation' un documentario di 115 minuti che racconta la cronaca dei giorni più drammatici e intensi della prima ondata di Coronavirus a Wuhan.Realizzato con i video girati dai cittadini di Wuhan alle prese con il primo focolaio, il documentario mostra le vie vuote della città cinese e l'eco del silenzio nel deserto urbano. Inoltre descrive il lato emotivo delle persone alle prese con il lockdown: dalla paura alla libertà negata. In Cina, durante la prima ondata di Covid-19, il Governo ha preso il controllo totale dell'informazione mostrando il pugno duro nei confronti dei cittadini. Il film è disponibile su Vimeo ma è stato rifiutato da Netflix e dai principali festival cinematografici (Venezia, Berlino, New York) perché ritenuto controverso.
Hansel e Gretel era visitabile a New York, al Park Avenue Armory, fino al 6 agosto 2017 – e seguiva le precedenti esperienze del terzetto in Cina – per l’iconico stadio soprannominato Bird’s Nest progettato nel 2008 per i Giochi Olimpici di Pechino – e, più di recente, a Londra, con la loro interpretazione underground dell’ormai tradizionale Serpentine Pavilion estivo, nel 2012. VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qhksjQ69_IY
Fonte: Sky arte
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Catania: controlli a tappeto in Pescheria, 5000 € di multe e 120 kg di pesce sequestrato
Catania: controlli a tappeto in Pescheria, 5000 € di multe e 120 kg di pesce sequestrato. Continua incessante l’azione di prevenzione e contrasto all’illegalità diffusa secondo le direttive impartite dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania e, in particolare, l’attenzione questa volta è stata rivolta nei confronti dell’abusivismo commerciale, e dunque il decoro urbano della località dove hanno sede gli stalli dei commercianti, e di tutelare la salute dei consumatori attraverso il contrasto della vendita di alimenti nocivi e privi di tracciabilità. In tale contesto, i Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante e della Polizia Locale, con il supporto specialistico del NAS di Catania, dell’Asp locale e delle pattuglie della C.I.O. del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno svolto una importante operazione contro gli illeciti in ambito alimentare che ha visto l’impiego, nel celebre e storico mercato noto come “A Piscaria”, di una task force composta da oltre venti operatori. Come noto, la Piazza è frequentata da sempre non solo dagli operatori del settore, ma anche da migliaia di clienti abituali e turisti, che vedono la “pescheria” come uno dei luoghi simbolo del folklore catanese. Eppure, non tutti coloro che lavorano in questa piazza hanno i requisiti per poterla occupare e, proprio molti di quest’ultimi, alla vista dei Carabinieri, si sono dati letteralmente alla fuga sfruttando la confusione generale per evitare i controlli. I Carabinieri, consapevoli che ciò sarebbe potuto accadere, avevano già predisposto una cinturazione con molteplici aliquote dislocate in più punti della Piazza proprio per poter bloccare gli eventuali fuggitivi ed eseguire un controllo che fosse il più capillare possibile. Grazie a questa preventiva pianificazione operativa, la “task force” ha, quindi, contestato significativi illeciti attinenti l’ambito sanitario (mancanza di tracciabilità del pesce in vendita, carenze igienico-sanitarie nelle modalità di conservazione degli alimenti) nonché quelli relativi all’area strettamente amministrativo-commerciale (mancanza di licenza per la vendita ambulante, occupazione abusiva di suolo pubblico). Per i trasgressori sono scattate severe sanzioni. A fronte di oltre 20 banchi controllati, il totale delle sanzioni comminate supera i 5000 euro, ed i prodotti ittici sequestrati ai fini della successiva distruzione poiché privo di tracciabilità, superano i 120 kg, tra cui numerose cassette contenenti gamberi, gamberoni, polpi, orate, merluzzi e granceole, rinvenuti in gran parte sui piccoli banchi esposti in Piazza Alonzo di Benedetto, appartenuti ai soggetti datisi alla fuga. I generati, non tracciati, rappresentano un potenziale pericolo per la salute dei consumatori, non avendo garanzie sulla filiera inerente alla pesca e alla conservazione dell’alimento in questione A due dei commercianti subito bloccati, è stato possibile contestare anche la violazione di occupazione di suolo pubblico oltre alle gravi mancanze dei requisiti sanitari e amministrative. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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