#pensilina
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA La Sicilia di Oggi lunedì, 16 dicembre 2024
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andazzi · 11 months ago
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(via Studio Rijsel – a f a s i a)
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comfatecnoservice · 1 year ago
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thegridler · 2 years ago
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Contemporary Patio in Milan Front yard patio kitchen idea with a pergola and a large, modern patio kitchen
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libero-de-mente · 27 days ago
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La tazzina con il caffè, rigorosamente macchiato, mi guarda. Sono seduto al tavolo in cucina, in questa frastornata mattina domenicale. Dalla schiuma formata dal latte alcune bollicine d'aria formano una faccina sorridente. La mia pareidolia, una illusione subcosciente che mi fa vedere cose e forme antropomorfo, è sempre stata molto viva e forte in me. Ma in questa tazzina di caffè fumante riuscirebbe a vederci uno simile sorridente.
Tra me e la tazzina di caffè, questa mattina, risulta lei la più vitale. Pago il pegno di una nottata all'insegno del divertimento: in discoteca.
Ho passato decenni in discoteche più o meno note del Nord Italia, sia durante i miei vent'anni che i miei trent'anni. Poi gli impegni lavorativi, famigliari e una forma di rigetto per i locali affollati mi hanno allontanato da questo mondo. Ripenso a ieri sera, il sabato sera.
Per quelli della mia generazione il sabato sera è "la febbre del sabato sera". Quante volte ho vissuto la cerimoniale preparazione all'evento. La doccia, lavandosi parti del corpo che non si sapeva di avere. Il vestirsi in maniera adeguata e con abiti adatti all'evento, manco fossimo Jiulian Kay, il personaggio interpretato da Richard Gere in American Gigolò. Il gel nei capelli, la pettinatura e la cura dei dettagli, come se fossimo Tony Manero. Fino al profumo e alla maniacale pulizia del cavo orale con il Colgate zeppo di fluoro.
Uscire di casa e salutare i genitori, non notare i loro sguardi misti a preoccupazione e raccomandazioni. Particolari che ora interpreto benissimo visto il mio ruolo di genitore. Gli occhi azzurri di mio padre, scavati dalla fatica che supplicavano un mio comportamento dignitoso in quei locali, che quelli della sua generazione chiamavano "balere".
Ieri sera in auto ho rivissuto quei momenti, ero eccitato stavo andando in discoteca. Figo!
La musica alla radio, quella giusta, quella di "attesa" che scalda i timpani e gli altri sensi per una serata all'insegna del divertimento. Ripercorro strade che ho fatto chissà quante volte, quanti sabati sera. Uno diverso dall'altro. Sempre con la speranza che quello sarebbe stato il sabato sera giusto.
Sono così assorto nei miei pensieri che non mi accorgo che... che...
- Papà, oh pa' siamo arrivati - la voce è quella di figlio n. 2 Eric Draven che mi riporta alla realtà - guarda che l'ingresso è qui! - Ah si, cavoli, metto la freccia e accosto. È qui che ti aspettano i tuoi amici? - Sì, sì all'ingresso. Niente pensilina esterna questa sera. - Ma tornate in auto? - No papà, ci siamo fatti tutti accompagnare dai propri genitori. Chi rischia il ritiro della patente o il fermo dell'auto con il nuovo Codice della Strada. - Capisco. Eccoci arrivati. Mi raccomando "fai il bravo e stai sempre attento" - oramai è una raccomandazione che, credo, gli ripeterò anche se dovessi campare fino a cento anni. - Si, tranquillo - mi schiocca un bacio sulla guancia - e per favore, appena arrivi a casa mandami un messaggio. - Si, tranquillo anche tu. - Papà, l'ultima volta sei crollato sul divano e sono rimasto in pensiero - me lo dice quasi come un rimprovero, mentre scende dall'auto per rifugiarsi tra abbracci e le pacche sulla schiena dei suoi amici.
Ok in discoteca ci è andato Eric, non io, ma durante il viaggio ho vissuto quelle emozioni. Quando cominciai a guidare io non c'era l'obbligo nemmeno delle cinture di sicurezza o del casco se eri in moto. Altri tempi, anzi era un'altra dimensione.
Le auto tirate a lucido e profumate, oltre a noi ragazzi della notte. Me li ricordo i sorrisi e gli sguardi dei miei amici, che poi erano di riflesso anche i miei, erano quelli della speranza in un grande futuro, che avrebbe potuto incominciare proprio a ogni singolo sabato sera.
Così, nel rientrare in una casa che mi aspetterà silenziosa, ho ripensato a quei sabati sera. A molte situazioni. Come quella sera che, sapendo di trovare sulla strada delle ragazze autostoppiste per raggiungere la stessa meta, decidemmo di mettere Marco nel portabagagli della Citroën Pallas chiamata "squalo", guidata da Roberto, a fare la voce fuori campo. Così dopo aver fatto accomodare in auto le due ignare ragazze, Marco dal capiente portabagagli, iniziava a pronunciare parole come "curva a destra", "curva a sinistra", "stop" e altre parole capendo i movimenti dell'auto d'inerzia prodotta.
Le ragazze erano stupefatte, chiesero subito che voce fosse quella. Le raccontammo che era la voce di un computer di bordo. Ci credettero. Almeno credo, o per lo meno fino al momento in cui Roberto frenò bruscamente per evitare un tamponamento e fece sbattere la testa al povero Marco. Che cominciò a imprecare.
Raccontammo alle due autostoppiste del sabato sera che il computer "aveva una valvola rotta", quindi di perdonarle per il linguaggio scurrile del diabolico marchingegno. Mi ricordo che piansero anche l'acqua del battesimo dalle risate. Tanto che arrivate in discoteca, dopo averci ringraziato, corsero in bagno a rifarsi il trucco. Avevano il mascara che arrivava sui loro colli.
Tralascio di riportare cosa disse Marco quando lo facemmo uscire dal portabagagli. Alla fine finì tutto in abbracci, risate e pacche sulle schiene. Come questa sera tra Eric e i suoi amici. La storia si ripete. Spero solo che i suoi traguardi, quelli che raggiungerà, siano migliori e più appaganti di quelli raggiunti da me.
Meglio bere questo caffè, rigorosamente macchiato, che ha smesso di sorridere. Anche se ora ci vedo il profilo di un unicorno.
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immensoamore · 11 months ago
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Oggi piove.
Sono uscita dopo il lavoro e sotto la pensilina dell'autobus, ho visto un uomo ed una donna abbracciati, in un angolo.
Lei lo guardava, stretta a lui.
Per un attimo ho pensato che il mondo fosse un bel posto..
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gregor-samsung · 7 months ago
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" Dopo tre anni di pontificato mediocre papa Carlo rimase vittima di un attentato: dalla pensilina della tettoia di un autobus cadde del marcio che colpì papa Carlo sulla papalina. Carlo era cosciente ma la papalina iniziò a grondare sangue e tutti intorno a Carlo e tutti a preoccuparsi della papalina che veniva ricoverata d’urgenza mentre papa Carlo rimaneva tramortito sotto la pensilina. La papalina respirava a fatica, il cuore batteva fioco fioco, migliaia di medici erano al suo capezzano, annaspavano, sforzavano: all'improvviso un uomo di non più di alcuni anni si diresse, pistola alla mano, verso il letto dove la papalina era ricoverata, sfondò il posto di blocco, e svuotò mezzo caricatore contro la papalina che spirò morta. L’uomo venne arrestato mentre papa Carlo faceva ritorno a piedi in Vaticano. Entrò Carlo e venne bloccato e dai a spiegare che lui era papa, e vai a parlare dell'attentato, di quella cascata di marcio che lo aveva colpito rendendolo in fin di papalina, e dai a mostrare i documenti con scritto “Professione Papa”. Venne cacciato da Roma e si trasferì per un po’ di tempo a Istanbul dove cercò di riunificare le tre chiese. "
Antonio Rezza, Non cogito ergo digito (romanzo a più pretese), La nave di Teseo (collana i Delfini, n° 62), 2019; prima edizione: Bompiani, 1998. [ Libro elettronico ]
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Ma di tutte le strade che avrei immaginato da ragazzina,quella in cui resto infreddolita e svuotata sotto la pensilina di un autobus per correre da un lavoro all’altro non l’avevo messa in conto.
📚🚏
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Ancora una volta alla Geo Barents è stato assegnato il porto di La Spezia, la mia città.
Ancora una volta la ormeggera' mio marito.
La prima volta, con l'infinito coraggio e la schiettezza che lo contraddistinguono, disse apertamente al comandante delle operazioni che con tutti i soldi spesi per navi d'appoggio, polizia a frotte, elicotteri nei cieli, a controllare questo pugno di uomini, donne e bambini disperati,u avremmo potuti far venire tutti quanti comodamente in aereo, rispettandone la dignità.
Ecco quella volta, appena sbarcati, giusto il tempo di una prima accoglienza, furono rimandati tutti in pullman a Bari.
Operazione direi di una logica disarmante.
Poi penso a mia figlia, che da mesi sta cercando un volo conveniente per Santo Domingo e scarta sistematicamente quelli con scalo più lungo di tre ore.
Prospettive di vita.
La fortuna di nascere dalla parte giusta del mondo.
Di giustizia sociale e morale neanche l'ombra.
L'unica ombra che sappiamo offrire è quella di un tendone per le visite mediche e quella di una pensilina in attesa di imbarco per tornare al sud.
L'unica ombra che sappiamo offrire è quella dei pregiudizi o nel miglior caso del menefreghismo.
E cerchiamo voli senza scali.
La comodità prima di tutto, quando si va in vacanza.
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Irene Renei
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ladrodiciliegie · 1 year ago
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I sassi della stazione sono di ruggine nera
Sto sotto la pensilina dove sventola adagio una bandiera
In un campo una donna si china su due agnelli appena nati
Striscia il vento nudo sopra il fuoco, il fuoco violento dei prati
Un uccello, isolato, raccoglie sopra un vagone abbandonato
Il cielo grande di ottobre e gli strappa il fianco bianco e gelato
Intorno, dopo la notte, ci sono tronchi sporchi di mosto
E mille macchine in fila, laggiù, in un deposito nascosto
Apro il giornale e provo a leggere per nascondermi un poco
Mentre lei parla ad un uomo e io riconosco il suo suono un poco roco
Chiudo il giornale, la guardo, lei è voltata, non mi vede
I capelli sono biondi e sono tinti, dunque lei alla vita non cede
Vuoi guardarmi? Occhio della mente, occhio della memoria
Una donna è vecchia quando non ha più giovinezza
Ascolto la marea del cuore perché siamo vicini
L'ho ritrovata per caso, ma non è più una ragazza
Vorrei chiamarla, dirle, le volpi con le code incendiate
Non parlano, ma gridano pazze fra gli alberi per il dolore
Sediamoci per terra oppure là, sopra panchine imbiancate
Sediamoci sopra un letto di foglie secche e ascoltiamo il nostro cuore
Ci siamo scordati e perduti, ti ritrovo adesso all'improvviso
Dentro una piccola stazione, in un giorno grigio d'ottobre
Tu non mi guardi neppure, io solo ho l'inferno nel cuore
Perché la vita è una goccia che scava la pietra del viso
Ogni mattina, ogni sera, io parto e ritorno da solo
Come il ragazzo che ero, non posso più bruciare in un volo
Il treno arriva, si ferma, la mia ombra sale, parte, scompare
Io ti vedo giovane ancora, come in un sogno dileguare
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comfatecnoservice · 1 year ago
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jose-rossetti · 2 years ago
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Oggi, mentre Mattarella stringeva la mano a Zelensky promettendogli massimo sostegno da parte dell’Italia, ripetendo il vergognoso e ipocrita ritornello sulla “pace giusta” (ossia alle sole condizioni di una delle parti) i militari ucraini hanno nuovamente colpito la periferia di Donetsk. Una delle case centrate dai razzi è stata distrutta dalle fiamme mentre all’interno si trovavano una donna ed il figlio di tre anni. Per loro non c’è stato nulla da fare.
Qui purtroppo fa parte della quotidianità. Ieri ho raggiunto il quartiere alle spalle della stazione ferroviaria di Donetsk. Accanto ad una fermata dell’autobus c’erano molte persone, tra cui molti giovani, che commentavano un cratere a pochi passi di distanza, risultato dell’esplosione di un colpo di artiglieria caduto una ventina di minuti prima, distruggendo il cancello della casa accanto, al cui interno si trovavano una donna e il nipote 12enne, fortunatamente illesi.
Sulla pensilina dell’autobus trafitta dalle schegge c’erano due disegni realizzati dai bambini del villaggio, incollati ancor prima di queste bombe. Accanto ad un impreciso simbolo della pace e ad un fiore si leggeva: “la pace vincerà” e “no alla guerra, noi abbiamo bisogno di pace”.
Chi vive da quelle parti sa benissimo cosa sia la guerra, in quei posti gli abitanti più piccoli non hanno mai conosciuto il significato della parola pace.
La pace è il sogno più grande di tutti, eppure è ancora lontana. Quante bombe dovranno ancora cadere, prima di poter camminare con spensieratezza lungo quelle strade? Purtroppo le risposte a queste domande vanno cercate lontano da Donetsk, dove questa “pace” assume significati incomprensibili per chi vive in prima persona gli effetti di questa follia. Cosa penserebbe questa gente del concetto di pace di Mattarella, ossia di quella pace pensata da qualcuno che non ha mai dimostrato interesse ad ascoltare le voci ed i desideri delle semplici persone che stanno dall’altra parte del fronte, ritenuta a prescindere “sbagliata”?
🖌️ RangeloniNews
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scritturacreativa-85 · 21 days ago
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Sapore di pioggia sulle tue labbra
La prima volta che l’ho visto, la notte odorava di terra bagnata e fuliggine. Le luci della città si riflettevano sulle strade umide, tracciando percorsi dorati nell’ombra. Ero sola sotto la pensilina della fermata dell’autobus, le mani strette attorno al collo del cappotto. Pioveva a intermittenza, e il ticchettio delle gocce era l’unico suono a riempire il silenzio tra noi. Lui era appoggiato…
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libero-de-mente · 1 year ago
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Un sabato sera dai minuti contati questo.
Raggiunta casa di mia madre, entro in silenzio e come immaginavo lei è già a letto. Le chiudo la porta della camera per non disturbarla, mentre sistemo la spesa che le ho fatto, controllo nel frigorifero le confezioni di alimenti scadute. Le rimuovo buttando il contenuto negli organici.
Lei puntigliosa su queste cose, ora non le riesce più di controllarle.
Un rapido riassetto alla casa, ma non le metto a posto tutto. So quanto ci tenga a dimostrare di saperci ancora fare con le pulizie, diciamo che pulisco dove c'è da spostare o alzare qualcosa di pesante.
Mi giunge la telefonata di figlio 2 "Papà ci sono le pizze da infornare, sai che dopo devo uscire".
Mi avvio a casa, dopo aver avuto cura di sistemare le medicine dentro il porta pillole settimanale, in modo che mia madre non sbagli.
La frase di mio figlio "...sai che dopo devo uscire" era incompleta.
La verità è che lo dovrò accompagnare io. In auto raccogliendo tre suoi amici.
Le pizze sono uscite molto buone questa sera, forse la pioggia che insiste me le farebbe gustare meglio se Gabriele non uscisse. Se ancora per un sabato sera fosse il mio scricciolo a casa. Ma non sarebbe giusto per lui.
Appuntamento sotto lo stadio cittadino, poi seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta a una pensilina dove c'è un altro amico per voi tre. Anzi quattro, maledetta rima.
Li ascolto parlare, mi fanno sorridere e anche ridere. Non hanno nulla che non vada bene. Sono ventenni con la voglia di vivere e divertirsi. Lo ero anche io. Forse non sentendomi mai amico al pari degli altri.
Tipo strano "il Rino", sempre assorto e spesso assente.
Li lascio alla pensilina concordata dove il quinto amico li aspetta, e si fanno i nomi di altri che arriveranno più tardi. Forse.
Li saluto, Gabriele inaspettatamente mi saluta baciandomi. "Non ti preoccupare pa' sarò bravo e starò attento, come vuoi tu".
Non ho nulla da obiettare, riparto. Alla prima rotatoria inverto il senso di marcia, un'ultima occhiata a qui sorrisi, a quella complicità di amici che legano le proprie vite in un patto di sangue, di quelli indissolubili che se ben curate, come relazioni, potrebbero durare davvero a lungo.
Nel mio ritorno solitario penso alle mie amicizie perse, al fatto che mi sento solo ed estraneo anche in mezzo ad altre persone.
Ho sempre pensato che la mia vita non avesse un senso, ma un senso l'ho trovato. Sono i sorrisi dei miei figli, la gioia dei loro successi, gli occhi innamorati di chi sceglieranno come persone con cui condividere la vita.
Questo non me lo voglio perdere. Mi madre e mio padre queste cose non le hanno mai viste. Mai. Io le voglio assaporare.
E mentre alla radio passa il brano "I love my life" di Robbie Williams, le sue parole:
I love my life
I am wonderful
I am magical
I am me
I love my life
Mi squarciano il cuore, e la pioggia è come se battesse direttamente sui miei occhi, e non sul parabrezza.
Sono solo, ovvero mi sento solo, ma dovrò aspettare. Aspetterò i successi e le gioie dei miei figli, prima di mollare.
Piove, vedo centinaia di ragazzi che si avviano alla discoteca.
Poco dopo incontro le ragazze sfruttate per dare del sesso a pagamento sui bordi delle strade.
Vorrei fermarmi, dare loro una coperta che le ripari, qualcosa di caldo da bere e la possibilità di dire loro: vai, sei libera. Puoi fare altro nella tua vita, perché hai forza di volontà da vendere.
Solo durante questi pensieri mi accorgo che in radio passa Sweet Disposition un pezzo che trovo meraviglioso dei The Temper Trap
A moment, a love
A dream, aloud
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
A moment, a love
A dream, aloud
A moment, a love
A dream, aloud
Stay there
'Cause I'll be coming over
And while our blood's still young
It's so young, it runs
Won't stop 'til it's over
Won't stop to surrender
Avere la forza, di superare, di aspettare chi è un passo indietro.
Mi sento maledettamente solo, anche se non lo sono. Sto male.
Ma in questo sabato sera i miei figli, chi in un modo e chi nell'altro, si divertiranno. Questo conta. Ne basta uno anomalo in famiglia. E quello sono io.
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alessandro54-plus · 1 month ago
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Travolto dalle proteste degli studenti:.....
E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie Martedì 28 gennaio 2025 Travolto dalle proteste degli studenti: si dimette il premier serbo Vucevic articolo: https://europa.today.it/unione-europea/travolto-proteste-studenti-dimette-premier-serbia-vucevic.html Le manifestazioni contro il governo andavano avanti da novembre, dopo il crollo di una pensilina che aveva ucciso 15 persone alla stazione di Novi…
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telodogratis · 2 months ago
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Auto in fiamme al casello autostradale di Prato ovest: traffico in tilt
[[{“value”:” Un grave incendio si è verificato questa mattina al casello autostradale di Prato ovest, lungo la A11, causando danni significativi e disagi alla circolazione. Le fiamme hanno completamente distrutto la vettura coinvolta, che si trovava ferma al varco, oltre a provocare danni alla pensilina e alla cabina per il pagamento autostradale. Fortunatamente, il conducente è riuscito ad…
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