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PRIMA PAGINA La Sicilia di Oggi domenica, 03 novembre 2024
#PrimaPagina#lasicilia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi calcio#serie#stasera#vincere#catania#fiera#amts#giardino#vita#taormina#manto#dissestato#sicilia#messaggio#negli#scorte#centrale#terrazze#addio#cosi#grande
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se oggi abbiamo vinto l'oro nella pallavolo femminile il merito è tutto di mila e shiro btw
#voi pensate che stia scherzando? ASSOLUTAMENTE NO#quel cartone ha cresciuto una generazione di bambine che voleva gare pallavolo#e infatti ad oggi come dice velasco la pallavolo sta alle bambine come il calcio sta ai bambini#e abbiamo una delle leghe migliori del mondo proprio in italia#quindi GRAZIE MILA È TUTTO MERITO TUO
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Io vi amo 🩶🖤
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Le vecchie generazioni avevano un pregio, sapevano stare un passo indietro. Erano generazioni sagge e consapevoli dei propri limiti, generazioni semianalfabete che sapevano riconoscere chi poteva dargli una mano per comprendere meglio le cose: il medico, il prete, il maestro. Oggi no, oggi è tutto diverso. Oggi siamo in una societa' dove l'analfabetismo di ritorno esplode alla massima potenza ma tutti si sentono medici, chirurghi, insegnanti, ingegneri, allenatori di calcio, specialisti di genetica, fisica, idraulica e virologia. Ormai il must e' "l'ho visto su google". Rimane complicato capire dove va l' acca, dove la e con l'accento; di punteggiatura neanche a parlarne e non va meglio con il soggetto o con il congiuntivo. Unica cosa certa è che tutti sanno tutto di covid-19, scie chimiche e che ogni cosa detta dagli scienziati e'una boiata pazzesca.
@ilpianistasultetto
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"Quando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto. Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c'era tanta fame, come oggi purtroppo. Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori. Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve. Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva: "dai, telefoniamo a Boniperti". Ma io non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito." Non è vero. Non è vero che il mondo è avaro di storie. È tutto il contrario. Le storie sono ovunque, bisogna solo avere il coraggio di cercarle nei meandri impolverati della bellezza. Non è vero che il tempo passa e le cose cambiano. L'unica cosa vera è che cambiano gli uomini, schiavi di ciò che calcio non è: il denaro." (Gigi Riva)
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Sapevate che... Socrate aveva una tecnica per affrontare le persone irritanti? Vi è mai capitato, durante una discussione, che l'altra persona gridasse per dimostrare di avere ragione? Non c'è niente di più insopportabile, vero?
Un giorno, Socrate fu attaccato da un uomo. Era una persona rude e incivile, che con un pessimo argomento arrivò persino a schiaffeggiarlo. Anche oggi ci sono molti individui così...quando non sanno come esporre le loro idee, diventano aggressivi. Ma come reagì Socrate? Non fece nulla! Non urlò, non rispose con la violenza, niente. Uno dei suoi discepoli si chiese del comportamento di Socrate, e il grande filosofo rispose: "Se un asino mi avesse dato un calcio, l'avrei forse portato in tribunale?"Cosa ci insegna Socrate? Che una persona intelligente non dovrebbe mai abbassarsi al livello di un idiota. A volte, il silenzio è la risposta più elegante. Non è un caso che la parola "eleganza" derivi dal latino "electro", che significa luce. Cosa vuol dire? Significa che una persona elegante non è chi indossa abiti di marca o possiede oggetti costosi, ma chi sa scegliere come comportarsi, quando parlare e quando tacere…
Sconosciuto
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PRIMA PAGINA La Sicilia di Oggi giovedì, 31 ottobre 2024
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- Oggi mi sento come la nazionale di calcio.
- Affranto ma desideroso di recuperare?
- No, in crisi di identità.
- Ah. Niente di nuovo, come al solito.
- Già.
- Ma lo psicologo che cosa dice?
- Lo psicologo dice che ha bisogno di tempo.
- È un caso difficile?
- No, gli mancano pochi anni alla pensione.
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Se ne è andato con la velocità di una folgore, con la velocità con cui annichiliva gli avversari. Il calcio italiano dice addio a Gigi Riva, l'eroe eponimo più autorevole del suo pantheon: lo chiamavano Rombo di Tuono, metteva l'onore sopra ogni cosa. E per raccontarlo davvero ci vorrebbero la poesia del suo amico De Andrè e l'inventiva del suo cantore Gianni Brera. Perchè se c'è stato in Italia un calciatore che pur essendo mito è riuscito a restare un uomo, quello è stato Giggirriva, come lo chiamavano i suoi 'corregionalì sardi. Che lo hanno venerato da quando, nel 1963, arrivò sull'Isola: doveva rimanere al massimo un paio di stagioni, per sfruttarla quale trampolino di lancio, e invece non se n'è più andato, fino all'ultimo giorno della sua vita, oggi. «Perchè qui - spiegò a chi gli chiedeva il motivo di una scelta controcorrente - io che in pratica non avevo famiglia, ne ho trovate tante».
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LE FOIBE E PERTINI
Pertini e' ritenuto da molti, troppi, il miglior presidente d'Italia e sapete perche'? Perche' ai mondiali di calcio del 1982 alzo' la coppa vinta dall'Italia in quell'occasione!!!
Nella realta' questo essere non si e' mai ritenuto italiano e per l'Italia non fece mai nulla. Au contraire! Fece un discorso il 31 dicembre alla nazione con un bambino arabo di Gaza....tanto per abituarci alla futura invasione progettata dai comunisti come lui...
Ma raccontare gli orrori di Pertini -come raccomandare lo stupro delle italiane durante la seconda guerra mondiale e stupratore lui stesso...e' davvero lungo...qui ve lo voglio raccontare in relazione alla tragedia delle Foibe e di Porzûs che agli inizi degli anni '80 erano solo appena sussurrate negli ambienti della destra extraparlamentare e completamente ignorate dalla storiografia ufficiale, comunista-partigiana. Parlare di queste tragedie che imbrattavano l'ideologia della Resistenza si rischiava di essere bollati fascisti e revisionisti. Esattamente come oggi.
Ebbene, Tito, il dittatore jugoslavo comunista, mor�� nel 1980. L'allora presidente Sandro Pertini — il presidente più amato dagli italiani... e credo dagli ex jugoslavi — anziché restarsene al Quirinale, andò a rendergli omaggio, ignorando (si fa per dire) del tutto quel che accadde nell'Istria tra il '43 e il '45. Ignorando la tragedia delle Foibe e quanto i comunisti, sotto gli ordini diretti di Tito, combinarono a danno degli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Nessun capo di Stato che avesse avuto un minimo di senso nazionale avrebbe mai reso omaggio al macellaio del suo popolo. Ma Sandro Pertini lo fece. E non si limitò a rendergli omaggio con la sua presenza, ma baciò persino il suo feretro e la bandiera nel quale era avvolto.
Questo fece Sandro Pertini, nonostante le urla di sangue e dolore degli infoibati e degli esuli che fuggirono dall'Istria e Dalmazia. E questo fu solo un episodio (forse il più eclatante). Da bravo socialista partigiano, appartenente alla vecchia scuola (quella di Nenni e Matteotti), Pertini concesse persino la Grazia a Mario Toffanin, altrimenti noto come il 'Giacca'. Un partigiano che durante la guerra aveva compiuto (con la complicità di altri partigiani comunisti) la strage di Porzûs per la quale, nel 1954, la Corte d'Assise di Lucca lo aveva condannato all'ergastolo. Pena a cui erano stati sommati altri trent'anni di reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in omicidio aggravato e continuato. Mario Toffanin, tuttavia, non sconterà mai queste pene, perché riuscirà a riparare in Jugoslavia, godendo persino della pensione italiana che la Grazia di Pertini gli aveva permesso di percepire dall'estero (l'ex partigiano infatti non rientrerà mai più in Italia).
Che differenza c'e' tra lui e Napolitano? Tra lui e i nazisti?
Che vergogna la memoria corta degli italiani...
Che questa giornata della memoria possa re-insegnare la storia agli italiani, e mettere finalmente Pertini la' dove merita, nell'elenco dei criminali!
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Il rumore di un tuono
Mio padre sosteneva che la più forte nazionale italiana di calcio mai avuta dall’Italia fosse quella del 1970 che si arrese in finale al Brasile di Pelé che secondo molti fu il Brasile più forte di tutti i tempi.
Probabilmente mio padre, come tutti, era influenzato dalla passione per certi giocatori su tutti Rivera che “magari fosse sceso in campo prima contro il Brasile” e poi per l’attaccante più forte di quella squadra quel Gigi Riva che ad oggi è ancora l’attaccante più prolifico di tutti i tempi della Nazionale italiana.
Taluni dicono che quando colpiva il pallone il suono si sentisse un tutto lo stadio è chissà che quel rumore sia il motivo del suo soprannome: “Rombo di Tuono”.
Mio padre aveva una foto in bianco e nero, ottenuta non so come, di Riva con la maglia della Nazionale durante una partita contro l’Austria, quella dove si ruppe la gamba.
Era in mezzo a due giocatori austriaci e se li portava dietro come bambolotti di pezza. Credo esistano poche immagini come questa che descrivono bene Riva. Un giocatore straordinario per grinta, coraggio e forza fisica.
Più di tutto era però un “hombre vertical” come lo definì Gianni Mura, una persona che non negoziava i suoi principi a cui rimase sempre fedele come quando decise di non tradire Cagliari e la Sardegna rimanendo lì in quella terra che lo aveva adottato.
Forse è possibile trovare un calciatore dalle caratteristiche simili oggi ma per tutto il resto lui è e resterà unico.
Che la terra ti sia lieve.
#Gigi Riva#rombo di tuono#leggenda#il demone del calcio#nazionale italiana#cagliari calcio#Sardegna#hombre vertical
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Erano più o meno le 18.00 e l'autobus ci portava all'aeroporto dopo aver giocato la partita di serie A di Calcio a Cinque contro il Palermo, valevole per l'accesso alla Poule Scudetto, che abbiamo poi disputato. Ricordo che giunti a Capaci, uno dei miei giocatori fece una battuta spiritosa, in riferimento alla buona partita e al buon risultato ottenuto: "Vedi ce lo riconoscono pure loro, oggi siamo stati davvero bravi, veramente capaci".
Subito dopo strada facendo sentimmo un sordo rimbombo, come fossero fuochi d'artificio poco lontani. Arrivati all'Aeroporto, vedevamo tanta irrequietezza e nervosismo tutt'intorno a noi ma non potevamo di certo immaginare, o renderci conto dell'accaduto e qualcuno degli addetti ai lavori ci disse che erano esplosi alcuni tombini del gas lungo la strada. Giunti a Fiumicino scesi dall'aereo come sempre ad aspettarci dopo ogni trasferta, c'erano le varie mogli e fidanzate che ci seguivano per radio e che nonostante il buon risultato piangevano tutte. Finalmente potevano uscire dall'incubo perchè loro si, che sapevano e che erano al corrente del drammatico accaduto.
In serata dai telegiornali, apprendemmo anche noi ufficialmente di essere passati in quel punto circa cinque minuti prima, che scoppiasse tutto il tritolo. All'epoca ero ancora ateo, ma neanche allora credevo alla fortuna/sfortuna o al caso e... al perchè noi no ci ho pensato per molto tempo.
No, non potrò mai dimenticarlo.
Per il suo modo di essere vero Uomo, per il suo operato, per i suoi principi e per i suoi valori, per il suo amore per la giustizia, per la sua dignità e per il suo coraggio e perchè ho respirato anch'io quell'aria omertosa di quei tragici momenti, mai ho potuto e mai io potrò dimenticare: "Giovanni Falcone".
P.S. Questa è una recensione che io scrissi nella mia libreria virtuale di "anobii" e che ho riportato ogni anno nei miei blog in ricordo e a memoria e onore di un grande Uomo (e del suo caro amico fratello Borsellino, come lui martire per lo stato).
#veriuominidiveronorerazzamortaconloro
lan ✍️❤️
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Eppure, caxxo, tutti noi siamo andati a scuola. Chi otto anni, chi tredici e chi (non molti direi) anche 18anni. Tutti noi sappiamo come funziona quel mondo: in ogni classe, 2-3 alunni ottimi, altri 7-8 discreti e almeno meta' su cui e' meglio stendere un velo pietoso. Eppure alla fine, al 99% si e' tutti promossi. Poi si diventa genitori e sembra dimenticarsi tutto anche se la scuola funziona ora, come allora. Un figlio ti viene bocciato e parte subito il ricorso, si grida al complotto, al figlio preso in antipatia da questo o quell'insegnante, dal dare la colpa ad un corpo docente ignorante e incapace di fare quel lavoro. Come la colpa viene data all'allenatore dei ragazzi nel nuoto o nel calcio. Agli operatori nei pronto-soccorso o al medico di turno, ritenuto ignorante e incapace. Siamo approdati alla societa' del "decido io cosa e' giusto e chi e' il migliore" e lo status socio-culturale non sembra un elemento di confine. Una societa' di adulti frustrati dove non sono ammessi e non si accettano ostacoli di sorta. Pero' fatevene una ragione, oggi come allora, c'e' chi eccelle, chi si muove nella consapevolezza delle proprie capacita' e chi resta coglione dalla culla alla tomba. @ilpianistasultetto
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Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato. Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio". Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”. - Conversazioni con Adriano Sofri, Facebook
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PRIMA PAGINA Gazzetta Di Modena di Oggi mercoledì, 30 ottobre 2024
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