#origine dei cognomi italiani
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pier-carlo-universe · 14 days ago
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Il cognome più diffuso in Italia: una tradizione che attraversa le generazioni
Scopriamo insieme quale sia il cognome più comune in Italia e come i cognomi riflettano l'identità e la storia del nostro Paese
Scopriamo insieme quale sia il cognome più comune in Italia e come i cognomi riflettano l’identità e la storia del nostro Paese In Italia, i cognomi non sono solo un modo per distinguere le famiglie, ma rappresentano anche radici storiche, geografiche e culturali. Ogni cognome porta con sé tracce del passato, indicando a volte il mestiere, il luogo di origine o tratti caratteriali degli…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Milano: Edoardo e Sofia i nomi più scelti per i nuovi nati, il 16% ha il doppio cognome
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Milano: Edoardo e Sofia i nomi più scelti per i nuovi nati, il 16% ha il doppio cognome. A Milano il 16% delle bambine e dei bambini nati dopo la sentenza della Corte Costituzionale di giugno 2022, che ha annullato l'automatismo del cognome del padre, ha il doppio cognome. Sono 1.616 i bimbi, su un totale di 9.886 nati nell'anno scorso, per i quali le famiglie si sono avvalse della possibilità di assegnare entrambi i cognomi, paterno e materno. E 1.066, ovvero l'11% sul numero complessivo dei nuovi piccoli residenti milanesi, quelli che hanno invece il solo cognome della madre. Non cambia la percentuale di bambini con doppio cognome (che resta al 16%) nel primo semestre di quest'anno, mentre un piccolo incremento lo si registra nella scelta di assegnare solo il cognome materno avvenuta nel 12% dei casi, quindi per 553 bebè su 4.610 totali. Come nel 2021, sono i maschi la componente più numerosa anche nel 2022: 5.052 rispetto a 4.834 femmine. Poche le novità, invece, sul versante nomi. I genitori milanesi, infatti, scelgono di restare pressocché fedeli alla tradizione. Nel 2022 sul podio c'erano Leonardo (193), Tommaso (142), Edoardo (130) per i maschi, e Sofia (116), Beatrice (115), Vittoria (104) per le femmine. Nel primo semestre di quest'anno ruotano i nomi della top tre: il più scelto risulta Edoardo (75), seguito da Leonardo (74) e Tommaso (68); per le bambine nessuna novità sul primo posto, perché si conferma Sofia il preferito dai genitori (scelto da 63 famiglie), seguito da Ginevra (55) che scalza Beatrice e da Alice, Matilde e Vittoria, scelti a pari merito per 39 neonate. Se si passa poi ai quartieri di Milano dove nascono più bambini, si scopre che l'area più prolifica è il pezzo di città che va da Porta Monforte a corso Buenos Aires passando per Porta Venezia. In questa zona nel 2022 sono nati, infatti, 424 bimbi. Al secondo posto si piazza il quartiere di Bande Nere, situato nella zona sud ovest della città, con 327 nascite, seguito da Villapizzone che ha visto comparire sulle porte di casa l'anno scorso 301 fiocchi rosa e blu. Festeggiano invece la nascita di un solo bebè i quartieri di Roserio, Quintosole, Stephenson e Cascina Merlata. La classifica cambia se dai quartieri spostiamo l'attenzione sui Municipi. In testa, con 1.376 nascite, c'è il Municipio 8, al secondo posto il 9 che ne conta 1.358 e al terzo il 4 con 1.204 nuovi nati. Seguono i Municipi 7 (1.163), 2 (1.121), 6 (1.098), 3 (1.000), 5 (844) e 1 (592). Volgendo lo sguardo alla composizione delle famiglie milanesi: se ne contano 762.968, dove il 54% è costituito da un solo componente, mentre i nuclei sposati con figli rappresentano il 15,3% e quelli senza l'11,1%. Il Municipio 1 è quello con il minor numero di famiglie, 53.571, i più numerosi risultano essere invece il 9 con più di 102mila nuclei e l'8 che ne conta oltre 101mila. Per quanto riguarda i cognomi dei nuovi nati, i quattro più diffusi in città per quest'anno si confermano essere quello cinese Hu, seguito da Ahmed, Chen e Mohamed (a pari merito). Gli italiani Russo e Rossi scivolano rispettivamente al quarto e quinto posto. Va precisato che, sebbene Hu sia il più diffuso a Milano, questo dato va valutato considerando la minore incidenza percentuale che la popolazione straniera cinese ha su quella totale milanese (2,4% sul totale, essendo circa 32mila i cinesi residenti su quasi 1,4 milioni) e il fatto che tra la popolazione di origine cinese residente in città c'è una maggiore concentrazione di persone con lo stesso cognome rispetto a quella di origine italiana.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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taijimarco · 7 years ago
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Quale potere di voto domenica prossima?!?
- Nuovo Ordine Mondiale
Questo è il Potere
Paolo Barnard - http://www.paolobarnard.info
Eccovi i nomi e cognomi del Potere, chi sono, dove stanno, cosa fanno. Così li potrete riconoscere e saprete chi realmente oggi decide come viviamo. Così evitate di dedicare tutto il vostro tempo a contrastare le marionette del Potere, e mi riferisco a Berlusconi, Gelli, Napolitano, D’Alema, i ministri della Repubblica, la Casta e le mafie regionali. Così non avrete più quell’imbarazzo nelle discussioni, quando chi ascolta chiede “Sì, ma chi è il Sistema esattamente?”, e vi toccava di rispondere le vaghezze come “le multinazionali… l’Impero… i politici…”. Qui ci sono i nomi e i cognomi, quindi, dopo avervi raccontato dove nacque il Potere (‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info), ora l’attualità del Potere. Tuttavia è necessaria una premessa assai breve.
Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e malaffari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.
  “Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti”. Il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.
E’ nell’aria
Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un’idea economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’.
Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.
Primo organo: Il Club
Il primo organo del Potere è il Club, cioè il raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono? Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali, militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei luoghi, ma che si riuniscono sempre all’esterno di essi ed in privato. Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli…) che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi a seconda del luogo in cui si riunisce. Ad esempio: prende il nome di Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida delle elite sulle masse di cittadini che devono essere “apatici” e su altre nazioni;  ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski, Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina, Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea University Seoul, Nova University at Lisbon, Bocconi, Princeton University…), governatori di banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée, Japan Development Bank, Mediocredito Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan Bank, Barclays…)  ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch Shell, Exxon…), ministri, industriali (Solvay, Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard, Caterpillar, Fiat, Dunlop…) fondazioni (Bill & Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie Endowment…). Costoro deliberano ogni anno su temi come ‘il sistema monetario’, ‘il governo globale’, ‘dirigere il commercio internazionale’, ‘affrontare l’Iran’, ‘il petrolio’, ‘energia, sicurezza e clima’, ‘rafforzare le istituzioni globali’, ‘gestire il sistema internazionale in futuro’. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche nazionali con una certezza sconcertante.
Quando il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del Bilderberg a fondare nel 1973 la Commissione Trilaterale. Il Gruppo è però assai più ‘carbonaro’ della Trilaterale, e questo perché la sua originaria specializzazione erano gli affari militari e strategici. Infatti, in esso sono militati diversi segretari generali della NATO e non si prodiga facilmente nel lavoro di lobbistica come invece fa la Commissione. La peculiarità dirompente del Bilderberg è che al suo interno i potenti possono, come dire, levarsi le divise ed essere in libertà, cioè dichiarare ciò che veramente pensano o vorrebbero privi del tutto degli obblighi istituzionali e di ruolo. Precisamente in questo sta il pericolo di ciò che viene discusso nel Gruppo, poiché in esso i desideri più intimi del Potere non trovano neppure quello straccio di freno che l’istituzionalità impone. Da qui la tradizione di mantenere attorno al Bilderberg un alone di segretezza assoluto. I partecipanti sono i soliti noti, fra cui una schiera di italiani in posizioni chiave nell’economia nazionale, cultura e politica. Non li elenco perché non esistendo liste ufficiali si va incontro solo a una ridda di smentite (una lista si trova comunque su Wikipedia). Un fatto non smentibile invece, e assai rilevante,  è la cristallina dichiarazione del Viscount Etienne Davignon, che nel 2005 fu presidente del Bilderberg, rilasciata alla BBC: “Agli incontri annuali, abbiamo automaticamente attorno ai nostri tavoli gli internazionalisti… coloro che sostengono l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la cooperazione transatlantica e l’integrazione europea.” Cioè: i primatisti del Libero Mercato con potere sovranazionale ( si veda sotto), e i padrini del Trattato di Lisbona, cioè il colpo di Stato europeo con potere sovranazionale che ci ha trasformati in cittadini che verranno governati da burocrati non eletti. Di nuovo, i soliti padroni della nostra vita, che significa decisioni inappellabili su lavoro, previdenza, servizi sociali, tassi dei mutui, costo della vita ecc., prese non a Palazzo Chigi o all’Eliseo, ma a Ginevra o a Brussell o nelle banche centrali, dopo essere state discusse al Bilderberg.
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https://www.disinformazione.it/questo_e_il_potere.htm
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paoloxl · 7 years ago
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Si sta scrivendo molto in queste ore sulla strage razzista di Macerata, sappiamo tutto dell’attentatore fascista e leghista Luca Traini, ma non sappiamo quasi nulla delle vittime. La narrazione dell’episodio accaduto nella cittadina maceratese è essa stessa avvelenata dal clima razzista che si respira nel nostro paese. Come già qualcuno ha osservato basterebbe invertire il colore della pelle dei protagonisti per ottenere una narrazione completamente capovolta, tutti parlerebbero di un terrorista che semina panico in una città dove i bambini sono costretti a restare chiusi nelle scuole e delle vittime sapremo tutto: nomi, cognomi, abitudini e sogni. Tutto questo creerebbe una naturale relazione empatica tra le vittime ed il lettore. Non è così in questa vicenda, l’attentatore è l’unico protagonista e non troppo tra le righe viene detto che «tutto sommato qualche ragione l’aveva pure soprattutto dopo il crudele assassinio della ragazza da parte di un nigeriano spacciatore». Semplificare gli eventi di Macerata in questo modo è pericolosissimo. A gennaio quando, il candidato leghista del centro destra, Attilio Fontana dichiarò «che la razza bianca va difesa dagli immigrati» in realtà non fece una gaffe come di li a poco si sbrigò a giustificare, ma fu il frutto di una semplificazione razzista, verbale e concettuale in atto da tempo nel nostro paese. La semplificazione storica del razzismo funziona benissimo nei social ed in generale nell’epoca digitale dove per esporre la propria opinione non serve argomentarla ma è sufficiente usare dei buoni slogan per sostenerla; purtroppo questo meccanismo ha un altissima capacità di propaganda tanto è vero che oramai le fake news hanno la stessa veridicità di notizie reali poiché la finalità è quella di sostenere una teoria di parte. La semplificazione razzista è tremendamente efficace, il nemico è negro, spaccia, ruba il lavoro, violenta le donne, la soluzione proposta è altrettanto facile, vanno difesi i confini, tutelata la razza bianca a qualsiasi costo. Se in molti casi queste illazioni restano verbali in altri casi danno origine come nel caso della cittadina marchigiana a comportamenti orribili. La matrice ideologica di questo pensiero razzista è ampiamente conosciuta e riconducibile a formazioni di estrema destra (Casa Pound, Forza Nuova) e ad alcuni partiti politici italiani (Lega, Fratelli d’Italia ) che hanno legami stretti tra loro. Karim Franceschi il noto attivista marchigiano che ha combattuto l’ISIS in Siria fin da subito ha sottolineato come la strage di Macerata abbia una chiara connotazione terroristica. E’ chiaro come il circolo vizioso odio, razzismo e terrorismo si autoalimenti, in un contesto che ha perso gli anticorpi naturali alla rinascita dell’ideologia fascista. L’ampio sdoganamento ottenuto dalle fazioni di estrema destra non solo dal ridicolo supposto che tutti in democrazia possono dire la loro ma anche dagli organi di informazione, va fin da subito arginato prima che si arrivi ad un punto di non ritorno. A pochi chilometri di distanza da Macerata ben ha fatto il sindaco di Ancona a vietare una sala pubblica a Casa Pound e lo stesso diniego è stato ribadito da un hotel a cui la fazione di estrema destra si era rivolta in seconda battuta. Tornando alle vittime di Macerata in quelle ore concitate si sono intrecciate anche storie di eroismo ed amore, come quella che ha visto protagonista Jennifer una ragazza di 25 anni che ha rischiato di morire solo per il suo colore delle pelle, un proiettile l’ha centrata tra spalla e seno e solo per pochi centimetri non l’ha uccisa grazie anche al soccorso del suo fidanzato. Wilson ha solo venti anni anche lui tra i sei feriti, come Omar 23 anni tutti pensavano di aver ritrovato rifugio in Italia finalmente al sicuro dalle violenze dei loro paesi , dalle torture della Libia e dall’incubo della morte in mare ma ora fanno i conti con un nemico più viscido ma altrettanto letale la xenofobia. Il 32enne Festus Omagbon ospite in una struttura di accoglienza del Gus ferito dall’attentatore al braccio aveva appena iniziato a frequentare un corso da operaio carrellista, un piccolo sogno che si stava realizzando ha rischiato di essere spezzato da un proiettile. Omar colpito di striscio inizialmente non era andato all’ospedale perché non capiva bene quello che stava succedendo e chi ce l’aveva con lui e per quale motivo, fortunatamente gli amici lo hanno convinto a curarsi ed evitare conseguenze cliniche peggiori. La paura è stata talmente devastante che alcune vittime non sono neanche andate in ospedale, infatti le persone che hanno chiamato i soccorsi sono più di quelle che si contano negli ospedali . Oltre al trauma fisico l’aspetto più rilevante è il trauma psicologico n uno dei ragazzi feriti non riesce a darsi una spiegazione, «non ho fatto nulla di male, ho lavorato in un supermercato sto cercando di farmi una nuova vita qui, perché qualcuno ce l’ha con me?». La risposta caro Gideon è paurosamente semplice qualcuno ce l’ha con te perché hai la pelle nera, o peggio perché sei negro. Ma una fiammella di speranza è rimasta accesa alimentata da tantissime persone che nella quotidianità combattono il razzismo, si oppongono ai confini, danno la loro solidarietà agli ultimi del pianeta, guidati dalla saggezza e dalla consapevolezza di stare dalla parte giusta. Consapevoli che la razza è una sola quella umana e che ogni individuo è tuo fratello o sorella a prescindere dal colore della pelle e dalla provenienza. Ambasciata dei Diritti di Ancona da Meltingpot.org
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emanuelepinelli · 7 years ago
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Non si può più scherzare sui catalani
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Presidente Rajoy,
ce l'ho sempre avuta un po' con te, per i motivi più vari: per il modo ottuso in cui hai gestito la Spagna negli anni della crisi economica, ad esempio, oppure per la corruzione imperante nel tuo partito, che ti sei ostinato a negare o a sminuire.
Adesso, però, hai aggiunto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi hai fatto un torto che non ti potrò mai perdonare.
Per colpa tua, da quando domenica scorsa li hai fatti prendere a randellate, non posso più scherzare sui catalani.
Tu non ti rendi conto di quale sopraffino divertimento hai cancellato dalla mia vita.
Ogni volta che su un certo argomento diventa offensivo scherzare, perché si scherzerebbe sul dolore degli altri, io sento morire un pezzettino di me.
Ogni volta che la Storia mi ruba qualcuno o qualcosa che prima potevo liberamente prendere in giro, e lo ripone nel suo scaffale delle cose Serie, Sacre e Venerabili, mi sento sprofondare in un'apatia e in una tristezza via via più profonde.
Prendiamo il caso dei catalani e del loro separatismo.
Già di per sé erano tipi bislacchi. Il suono di certe parole come "estaciò", "associaciò", "constituciò", già da solo faceva ridere. Nelle feste popolari si vedevano le cose più assurde, da piramidi umane alte fino al quarto piano dei palazzi fino ad aquile giganti che ballavano nel mezzo della piazza, e sotto le quali si ballava come se si fosse i loro pulcini.
Che dire, poi, della creatività solare di Gaudì, di Mirò o del mio adoratissimo Dalì?
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Di fronte alle richieste di secessione della Catalogna, invece, era sempre gustoso riguardarsi alcune tabelle fortemente rappresentative.
Per esempio quella con l'elenco dei cognomi più diffusi in Catalogna:
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Stranamente, sono gli stessi identici del resto della Spagna. Il primo di origine catalana è il 26°.
Già solo con questi primi 25 cognomi, si arriva a un milione / un milione e mezzo di catalani che, se non sono loro stessi immigrati di regioni più povere, sono figli o nipoti di immigrati di regioni più povere. Quelli che hanno fatto la fortuna della Catalogna.
D'altronde, quanti italiani in Lombardia non hanno neanche un parente calabrese, siciliano o di altre zone del Sud?
Oggi, però, farlo notare sarebbe offensivo. Per colpa tua, Rajoy.
Un'altra tabella curiosa era quella qui sotto, che riportava la ricchezza media pro capite nelle varie regioni della Spagna:
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Come una giornalista ha di recente spiegato ai francesi su Le Monde, l’idea della secessione aveva iniziato a fare gola ai catalani (sempre molto stranamente) negli anni della crisi, anche in base ad argomenti come questo:
"Perché dobbiamo pagare le tasse anche per gli andalusi, quando potremmo non farlo?"
Si poteva quindi, ai vecchi tempi, ridacchiare sotto i baffi, immaginando che cosa sarebbe successo se la Catalogna e l'Andalusia fossero state a parti invertite, e fosse stata la seconda a pagare per la prima. La Catalogna avrebbe smaniato altrettanto per andarsene?
Ma ormai, dopo le atrocità di domenica, sono mondi possibili che è proibito anche solo immaginare.
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(Certo però...
...se l'Andalusia avesse davvero chiesto la secessione, scherzavamo qualche anno fa, sarebbe stato uno spettacolo ben più stupefacente.
Capperi. Immaginate che impresa riportare l'orologio della storia a prima del 1492 e restaurare il Sultanato di Granada, con i suoi lussureggianti giardini, i suoi harem, gli eunuchi, gli schiavi, la poligamia, le pipe ad acqua e i laboratori alchemici...
Se c'era qualcuno che aveva il diritto di staccarsi dalla Spagna per diversità culturale e linguistica, anzi, erano proprio gli arabi andalusi. Peccato solo che siano stati deportati in massa nel 1568, e quindi là non sia rimasto più nessuno a carezzare velleità separatiste...)
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Ma la cosa più spassosa in assoluto, come su qualsiasi tema estero, erano i commenti da bar degli italiani.
Non ti puoi immaginare che spasso.
"Il futuro", diceva ispirato qualcuno dei miei amici, "è l'Europa delle regioni".
"A questo punto perché non l'Europa delle città?" rilanciava un altro ancora più ispirato.
"Ma sì" intervenivo "già che ci siamo, perché non l'Europa dei quartieri?
Pensateci: che senso ha che Roma rimanga una città sola? Ci sono romani che non scendono mai dal loro attico a Monti e non sanno nemmeno dov'è Tor Sapienza, eppure eleggono un sindaco che decide anche sulle periferie. Parimenti, ci sono romani che metteranno piede in centro sì e no una volta all'anno, che non sanno neanche cosa siano Palazzo Spada o il Chiostro del Bramante, eppure votano un sindaco che decide anche sul centro. Basta! È l'ora di scinderci!"
E quando ci prendeva una vena più utopica del solito, i progetti diventavano davvero smisurati: 
"L'Europa degli appartamenti. Via, procuriamoci una lingua comune e poi celebriamo un referendum per costituire in questa casa uno Stato indipendente. Chi potrà dirci niente? Una volta che avremo il nostro piccolo Stato, ogni nostro capriccio sarà legge..."
Di quanto cazzeggio spensierato ci hai privati, Rajoy. Di quante battute. Di quanta leggerezza.
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La stessa espressione "Indipendenza dalla Spagna" mi lasciava alquanto perplesso.
Il presupposto per chiedere l'indipendenza è di essere dipendenti, come lo erano gli americani dagli inglesi o gli italiani dagli austriaci. E "dipendenti" significa che un'altra entità politica prende le decisioni su di te e le esegue senza che tu abbia alcuna voce in capitolo.
Ora, non era questo il caso dei catalani, che sedevano alla pari con gli altri nelle istituzioni comuni spagnole, e per giunta avevano già un governo catalano con delegati alcuni poteri (che purtroppo sono stati mutilati da una sentenza del 2010, scintilla che ha acceso l'incendio culminato domenica).
Mi sembrava poi, se non ricordo male, che il regno di Spagna fosse nato dall'unione tra regni più piccoli, non da uno stato chiamato "Spagna" che ha sottomesso gli altri. (Eccetto, come al solito, i poveri andalusi).
Se Filippo V, Primo de Rivera e Francisco Franco, con le loro efferatezze, hanno provato a identificare "gli spagnoli" con "i castigliani" per poi contrapporli ai catalani, ai galleghi e ai baschi, questo è un validissimo motivo per non farlo anche noi.
Per i catalani, quindi, non si tratterebbe di un' "indipendenza dalla Spagna", ma semmai di un "isolamento" dalla Spagna. E dato che la regione che va a isolarsi vale il 20% del PIL e il 30% delle esportazioni, mi sa molto di un "ciaone" alla Spagna...
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Ma tutto questo appartiene al passato. Con i tuoi arresti, con le tue randellate, con i tuoi 890 feriti, con un popolo intero traumatizzato e sotto shock, hai consegnato in automatico la ragione ai separatisti e hai spinto tutti gli altri dalla parte del torto.
Grazie alla tua violenza isterica, ormai i separatisti catalani sono diventati martiri della libertà ed eroi della democrazia. Le uniche parole politicamente corrette che possiamo rivolgergli sono "Solidarietà, avanti tutta, bravi, bis".
Non posso più nemmeno ascoltare il famoso brano di Elio sulla catalogna (la verdura, in questo caso), col suo imbarazzante finale, senza sentire rimorsi di coscienza.
Non posso più nemmeno ascoltare a cuor leggero questa hit della mia adolescenza:
Gritaré que ardan las banderas
por la fraternidaaaaaaaaad!!!!
Que caiga el patriotismo y la hostilidad racial...
...senza sentirmi un po’ stronzo.
Sul separatismo catalano, insomma, non solo non c'è più spazio per l'ironia, ma - cosa molto più grave - non c'è più spazio nemmeno per un tranquillo dissenso.
Vaffanculo, Rajoy. Prima sparisci meglio è per tutti.
(Questa comunque ascoltatevela, va’. E’ sempre liberatoria).
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ioprimadime · 7 years ago
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Genealogia Monzani, la stirpe di Beltramo
La genealogia Monzani radica a Trezzo dal Cinquecento, assumendo il secolare soprannome di bufètt: confraternite e migrazioni, guerre e pestilenze; una storia famigliare basta a restituire quella dei secoli e delle nazioni. ASDMI, Visite Pastorali, Pieve di Trezzo, XV – Stato d’Anime censito a Trezzo, 1596, il fuoco di Beltramo Monzani Nello Stato d’Anime censito a Trezzo sull’Adda nel 1596…
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salvo-love · 5 years ago
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Dai nomi dei fondatori e dai loro cognomi, più che un movimento di protesta contro l'opposizione (e già questo non è normale perché si protesta contro il governo, non contro l'opposizione) sembra un momento di giovani islamici che vivono in Italia (magrebini e company) che invece di andare a lottare, per i diritti umani, per la libertà o libertà in generale, per una vita migliore, per il lavoro, per una società più giusta corretta e inclusiva nei loro paesi di origine, spalleggiati dal partito democratico e dalle sinistre italiane, hanno due argomenti principali: quello di abbattere Salvini e le sue idee e quello di proporre al parlamento e all'approvazione del cosiddetto #iussoli e/o lo #iusculturae, praticamente provvedimenti che diano la cittadinanza facile e subito a tutti gli stranieri in Italia e/o che arrivano in Italia, in modo da rendere l'Italia una specie di campo profughi o discarica umana, rispettando le parole discarica e umana, che fa comodo alla Germania e alla Francia e a tutta la UE in generale, che non vogliono i finti e falsi migranti, perché sanno essere per il 90% migranti economici-climatici, che non scappano da nessuna guerra e persecuzione e perciò o pertanto non li vogliono!!!! Alle #sardine e al #partitodemocratico che sta dietro a questo movimento cosiddetto #sardine, gli italiani di buon senso, che sono la stragrande maggioranza, fanno questa proposta::
Nella Repubblica dem.del Congo ci sono 3 milioni di bambini a rischio vita a causa dell'ebola e non ci sono soldi per i vaccini!! Propongo al @pdnetwork di non accogliere più migranti economici e climatici e i relativi fondi risparmiati di spenderli per il vaccino contro l'ebola!!!!????!!!!
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occhidibimbo · 7 years ago
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Quale nome gli metteremo? Scegliere il nome per il proprio bambino
Scegliere il nome per il bebè: ma quanto è difficile!
Le responsabilità che spettano a un pre genitore sono davvero tante, non ultima quella della scelta del nome da dare al piccolo o alla piccola che sta per nascere! Scegliere il nome per il proprio bambino infatti non è affatto semplice, anche se si rivela come uno tra gli impegni più amorevoli e intensi che i genitori possano condividere durante l’attesa della nuova nascita. Le domande che un papà e una mamma si pongono di fronte a questa scelta sono tantissime e capita spesso che si sia talmente indecisi da arrivare appena poco prima del parto o addirittura subito dopo la nascita, appena prima di iscrivere il proprio figlio all’Anagrafe, senza ancora aver fatto la scelta definitiva. Un mondo davvero affascinante, quello dei nomi, da quelli più antichi, risalenti a migliaia di anni fa, spesso legati alla nostra storia, a quelli più moderni, magari nati dalla fertile fantasia di qualche scrittore per un suo personaggio e che hanno saputo conquistarsi un posto d’onore tra i nomi più utilizzati. Dare un nome a un bambino è in effetti davvero un compito di grande responsabilità: il nome è importante perché accompagnerà nostro figlio per tutta la vita, in tutte le fasi della sua vita, sarà questo il primo “biglietto da visita” con cui si presenterà in ogni occasione, da piccolo come da adulto, e dobbiamo essere noi a deciderlo per lui. Uno degli argomenti dei futuri mamma e papà in attesa del loro piccolo è proprio quello della scelta del nome. Una scelta importante, delicata, amorevole, gioiosa ma anche impegnativa, che fa parte dell’attesa del lieto evento e per la quale spesso è utile tenere in considerazione diversi aspetti. Qui di seguito alcuni consigli che potrebbero venir utili ai genitori che sono impegnati nell’ardua scelta del nome per il proprio bambino: considerare nomi che “suonino bene” con il cognome (nomi molto lunghi con cognomi altrettanto lunghi, ad esempio, potrebbero essere... davvero eccessivamente lunghi! Anche i doppi nomi con i doppi cognomi sarebbero da evitare perché ridondanti e troppo impegnativi, così come quelli che potrebbero risultare dissonanti con il cognome); considerare nomi che si adattino a ogni età della vita (nostro figlio non sarà un bebè per sempre e dobbiamo immaginare come potrà essere per lui avere quel nome anche da adulto e in tutte le situazioni sociali in cui si troverà); se si hanno già altri figli, tener conto anche dei loro gusti e consigli per renderli partecipi della prossima nascita del fratellino o della sorellina; tener conto delle indicazioni di legge che regolano la scelta dei nomi che si possono dare a un bambino (vi sono infatti disposizioni che riguardano ad esempio il fatto che in Italia i nomi debbano essere adeguati al sesso, fatta eccezione del nome Andrea, che può essere utilizzato sia per i maschietti che per le femminucce e il nome Maria, che può seguire il primo nome nei maschietti; altre disposizioni indicano che i nomi debbano contenere solo lettere dell’alfabeto italiano, comprese la x, la y, la w, la j e la k, non debbono essere ridicoli o offensivi; non possono inoltre essere utilizzati nomi di personaggi storici negativi o di personaggi dei cartoni animati, così come non si può dare a un bambino lo stesso nome del papà); fare una lista di tutti i nomi che piacciono alla mamma e al papà e poi confrontarli. E per chi è ancora indeciso e volesse avere un’ampia panoramica di nomi tra cui scegliere, ottime idee ci possono venire dalla rete. Un esempio? Prendiamo il caso in cui si abbia già un bambino a cui si sia dato il nome di Alessandro e che ci piacerebbe, ora che sta per nascere la sua sorellina, trovare un bel nome che inizi anch’esso con la lettera “A”. Ecco che un elenco di nomi con la A può venirci in aiuto proponendoci moltissimi nomi femminili tra i quali potremmo trovare quello che incontra i gusti della mamma, del papà e del piccolo Alessandro per quello da dare alla sorellina in arrivo: Agata? Agnese? Ambra? Anastasia? Asia? Oppure Aurora? La scelta è molto ampia, tra nomi più legati alla nostra tradizione italiana a quelli di antiche origini di altri paesi europei. Un altro esempio, sempre prendendo come spunto i nomi che iniziano con la lettera “A”, ma stavolta per un maschietto: a mamma e papà piacciono i nomi “importanti”, poco comuni, che riportano alla storia antica o a personaggi del passato? Ecco allora che, scorrendo l’elenco presentato in ordine alfabetico, possiamo trovare moltissimi e interessanti nomi maschili da poter dare al nostro bambino: Adelchi ad esempio, di origine longobarda, reso celebre nell’Ottocento dall’opera del Manzoni, oppure Amerigo, di origine germanica e che ci riporta al grande navigatore, esploratore e cartografo italiano. E che dire invece di Amos, di origine greca, che significa “forte” (nome che peraltro sta ottenendo piuttosto successo tra i nuovi genitori), o del probabilmente celtico Arturo, che richiama il celebre re Artù? Una buona scelta anche di nomi maschili che hanno tutto il fascino della nostra storia, come ad esempio il latino Augusto, che significa “grande”, “venerabile”, “consacrato”, che veniva utilizzato come titolo onorifico nell’antica Roma, noto soprattutto per essere stato adottato dall’imperatore Ottaviano, conosciuto infatti principalmente come Augusto, oppure Aurelio, nome di radice sabina, che significa “splendente” e che riprende il cognomen Aurelios, portato nell’antica Roma dalla “Gens Aurelia”.
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Trovare ispirazione per il nome del nostro bambino (e non solo) Capita talvolta di avere già dei nomi preferiti, di quei nomi che ci hanno sempre ispirato simpatia, che ci piacciono, di quelli che da sempre pensiamo riserveremo per il momento in cui avremo un figlio. Altre volte, invece, ci troviamo davvero confusi nella scelta (e diciamocelo: la scelta è sempre più difficile quando dobbiamo scegliere il nome per un maschietto, a meno che non si abbia già in mente di seguire la tradizione e riprendere il nome di un nonno) e non riusciamo a decidere quale nome potrebbe essere quello giusto da dare al nostro bambino. Sicuramente, chi è in procinto di scegliere il nome da dare al proprio piccolo, ha anche la curiosità di sapere quali sono i nomi più in voga al momento. In questo senso, l’Istat ci riporta annualmente la classifica dei nomi maschili e femminili più amati dai neo-genitori italiani. E così vediamo che quest’anno i nomi che sono andati per la maggiore per le femminucce e che si sono guadagnati i primi dieci posti in classifica sono stati: Aurora, Sofia, Giulia, Alice, Emma, Greta e Ginevra, mentre per i maschietti nuovi nati il primato assoluto continua ad essere quello di Francesco (primo da molti anni, e precisamente dal 2001), seguito da Mattia, Alessandro, Leonardo, Lorenzo, Andrea, Gabriele, Matteo, Tommaso e Riccardo. L’indecisione delle mamme e dei papà talvolta è quella tra nomi della tradizione e nomi invece più originali, magari stranieri oppure ispirati ai propri artisti preferiti. A questo proposito, per la maggiore nell’ultimo anno tra i nomi stranieri scelti per i nuovi nati: Emily, Jennifer, Mia, Maya e Chloe per le bambine, Liam, Thomas, Kevin, Ethan e Noah per i maschietti. C’è chi non ha l’imbarazzo della scelta e preferisce rinnovare un nome ricorrente della propria famiglia (ad esempio utilizzando il nome di uno dei nonni), o chi invece opta per una scelta più originale e vorrebbe che il proprio bambino o la propria bambina avesse un nome meno comune. Il nostro consiglio è quello di curiosare tra i tanti nomi proposti da nomi con la, dove sicuramente possiamo trovare ancora qualche nome a cui non abbiamo ancora pensato. Un ricchissimo elenco dei nomi italiani presentati in ordine alfabetico diviso tra nomi maschili e nomi femminili, corredato da molte notizie interessanti sulla diffusione di ogni singolo nome, il suo significato, il giorno in cui viene festeggiato l’onomastico, con rimandi per approfondirne l’origine e le sue varianti in altre lingue. Tutte informazioni che possono darci una mano per scegliere questo o quest’altro nome, magari andando a spulciare tra le versioni più “esotiche” e originali (talvolta davvero curiose ed anche interessanti) di nomi italiani trasposti nella lingua di altri Paesi. Una bella fonte di ispirazione che potrebbe rivelarsi decisiva per la scelta del nome da dare al piccolo che sta per nascere. Informarsi sul significato dei nomi, infatti, a volte potrebbe essere decisivo per scegliere il nome che più ci sembra adatto per il nostro bambino. A volte infatti alcuni nomi che non ci ispirano molto, possono rivelarsi ricchi di significato e di storia e farci cambiare idea, oppure altri, magari tra quelli che ci sono sempre piaciuti, una volta che ne leggiamo l’origine, potrebbero non sembrarci più così appropriati da dare al nostro piccolo. Consultando l’elenco di Nomiconla.it, infatti, potremmo fare piacevoli scoperte che potrebbero darci la giusta ispirazione. Un sito interessante non soltanto per darci una mano a scegliere il nome adatto per il nostro futuro bebè, ma che è anche il posto giusto dove poter scoprire le origini del proprio nome o di quello dei propri cari, vedere quando si festeggia l’onomastico e conoscere tante interessanti curiosità legate ad ogni nome. Read the full article
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ioprimadime · 7 years ago
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Della pietà, l'esposta Tecla Smalti da Venezia
Della pietà, l’esposta Tecla Smalti da Venezia
La trovatella Tecla Smalti Piccin “della Pietà” di Venezia, da figlia rifiutata a madre di eroi, caduti nella Grande Guerra. Migrazioni e pubblica carità nel Veneto di metà Ottocento. Tecla Smalti col marito Antonio Piccin Iniziando dalla fine, Tecla Smalti “dea Pietà” muore ottantenne a Borgo Piccin (Nove di Vittorio Veneto) il 20 gennaio 1939, dieci esatti mesi prima del marito ottantatreenne…
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ioprimadime · 7 years ago
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Figli esposti, Lirati Carolina da Bergamo al Brasile
Figli esposti, Lirati Carolina da Bergamo al Brasile
Tra i figli esposti nella città di Bergamo, Lirati Carolina Angela nasce al civico 51 di via Pignolo nel 1877, migra nello stato brasiliano di San Paolo e sposa là il trezzese Luigi Monzani, prima di rimpatriare con lui lungo l’Adda. Carolina Angela Lirati, fotografata dal nipote Luigi Colombo La carità bergamasca alleva i figli esposti. Il 15 maggio 1877, Carolina Angela Lirati nasce in Bergamo,…
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ioprimadime · 8 years ago
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Alessandro Rolla, la storia del cognome sonante
Alessandro Rolla, la storia del cognome sonante
Quando Alessandro Rolla nasce a Pavia nel 1757, il suo cognome risuona in città da tre generazioni: di incerte origini, il bisnonno Giuseppe giunge qui nel 1718, risiedendo presso la parrocchia di San Marino. Andrea Appiani, “Retratto del Professore Rolla” Alessandro Rolla è nome risonante della musica ottocentesca: violinista così struggente che le sue esecuzioni inducono il deliquio nelle donne…
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ioprimadime · 8 years ago
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Rolla, dal Lambro all'Adda: la dinastia dell'acqua
Rolla, dal Lambro all’Adda: la dinastia dell’acqua
Il cognome Rolla, antico da San Giorgio al Lambro, s’insedia sull’Adda di Trezzo a metà Ottocento: fattori, agenti e industriali lungo gli operosi fiumi di Lombardia. «Nota de li terreni» (Archivio Storico Civico di Milano, Fondo Famiglie, 1316, Rolla) Il cognome Rolla insiste secolarmente sul territorio di Biassono, San Giorgio e Vedano, qui esaurendosi entro l’Ottocento col trasferimento a…
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salvo-love · 5 years ago
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Dai nomi dei fondatori e dai loro cognomi, più che un movimento di protesta contro l'opposizione (e già questo non è normale perché si protesta contro il governo, non contro l'opposizione) sembra un momento di giovani islamici che vivono in Italia (magrebini e company) che invece di andare a lottare, per i diritti umani, per la libertà o libertà in generale, per una vita migliore, per il lavoro, per una società più giusta corretta e inclusiva nei loro paesi di origine, spalleggiati dal partito democratico e dalle sinistre italiane, hanno due argomenti principali: quello di abbattere Salvini e le sue idee e quello di proporre al parlamento e all'approvazione del cosiddetto #iussoli e/o lo #iusculturae, praticamente provvedimenti che diano la cittadinanza facile e subito a tutti gli stranieri in Italia e/o che arrivano in Italia, in modo da rendere l'Italia una specie di campo profughi o discarica umana, rispettando le parole discarica e umana, che fa comodo alla Germania e alla Francia e a tutta la UE in generale, che non vogliono i finti e falsi migranti, perché sanno essere per il 90% migranti economici-climatici, che non scappano da nessuna guerra e persecuzione e perciò o pertanto non li vogliono!!!! Alle #sardine e al #partitodemocratico che sta dietro a questo movimento cosiddetto #sardine, gli italiani di buon senso, che sono la stragrande maggioranza, fanno questa proposta::
Nella Repubblica dem.del Congo ci sono 3 milioni di bambini a rischio vita a causa dell'ebola e non ci sono soldi per i vaccini!! Propongo al @pdnetwork di non accogliere più migranti economici e climatici e i relativi fondi risparmiati di spenderli per il vaccino contro l'ebola!!!!????!!!!
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