#cognome pavia
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pollicinor · 1 year ago
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I trovatelli in Italia sono stati per secoli nominati assegnando loro solamente il nome di battesimo a cui si aggiungeva un cognome eguale per tutti indicante la loro comune esperienza di brefotrofio. Ad esempio a Firenze ed in Toscana, dove l’istituzione per l’infanzia abbandonata fu per secoli lo Spedale di Santa Maria degli Innocenti, gli esposti ebbero tutti il cognome di Innocenti nelle sue varianti di Innocente, Degli Innocenti o Nocenti da cui i derivati Nocentini, Nocentino. A Milano, invece, l’istituto che si occupava dell’infanzia abbandonata era l’ospizio di Santa Caterina della Ruota, annesso all’antico complesso dell’ospedale sforzesco, che aveva come simbolo una colomba, perciò qui i trovatelli vennero cognominati molto frequentemente come Colombo e Colombini. Per lo stesso motivo a Pavia, ad esempio, gli esposti vennero chiamati spesso Giorgi, mentre a Siena Della Scala: si rafforzava così il legame filiale che legava il bambino abbandonato all’istituto che l’aveva accolto. Ancor più spesso, però, gli abbandonati venivano chiamati con cognomi che riportavano chiaramente alla mente la loro condizione di abbandono: Esposto, Esposti, Orfano, Proietti, Sposito, Spositi, Trovatelli, Trovato, Ventura, Venturelli, Venturini.
Dall'articolo "Figli di N.N. - I cognomi dei trovatelli nell'800" su inCultura
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susieporta · 8 months ago
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Ci sono persone che ci restano nella testa e continuano a venirci in mente anche se le abbiamo incontrate una sola volta. A fare la differenza è una frase o un’immagine che si impiglia nei nostri pensieri. L’immagine che non ho dimenticato è quella di una ragazzina infelice e irrequieta che passa le sue giornate seduta nel corridoio della #scuola a guardare dalla finestra. Gli insegnanti la mandano regolarmente fuori dalla classe perché non segue e disturba. Nessuno di quelli che passano si cura di lei, che si sente incompresa e invisibile. Fino ad un incontro fortuito.
Danielle è nata in Camerun ed è arrivata in Italia all'età di sette anni insieme a suo fratello gemello Ivan. La mamma, per sottrarli ad una faida familiare, li aveva affidati a uno zio che viveva vicino a Pavia. I due bambini cominciano una nuova vita, ma quando hanno nove anni lo zio muore all’improvviso e il loro equilibrio si spezza di nuovo: i servizi sociali li dividono e mandano lei dalle suore e lui dai preti. Tutto va in pezzi.
Danielle si riempie di dolore ed è sempre arrabbiata: la bambina che faceva da mamma a suo fratello diventa intrattabile. Comincia la scuola media e i voti non sono mai sopra il 4: «Nessuno si preoccupava della mia situazione, così io stavo seduta fuori dalla classe e quello era il modo in cui passavo le mie giornate».
Oggi Danielle, che ha 26 anni e di cognome si chiama Madam, racconta tutto con il sorriso, con grande calma e pace. Se ci riesce è grazie a quell’incontro con il professore di ginnastica, Giampiero Gandini.
«Mi disse: “Perché invece di stare lì seduta non vieni a provare a lanciare il peso?". Siamo andati in giardino, ho iniziato a lanciare e ho visto lo stupore nella sua espressione». Da quel momento Danielle inizia ad allenarsi tutti i giorni.
Poche settimane dopo la iscrive alla prima #gara, tra le scuole della provincia di Pavia: «L’ho vinta e ho adorato il senso della vittoria. I miei compagni, che fino a quel momento non mi avevano mai calcolata, cominciano a farmi i complimenti e a voler essere miei amici».
L’idea di non essere più invisibile e di avere un valore contamina ogni aspetto della sua vita: «Mi sono detta: perché non provo a trasferire questi valori che sto imparando, grazie allo #sport, anche nella scuola? E così è stato».
Il viaggio di Danielle la porta sempre più in alto, fino a vincere cinque campionati italiani nelle sue categorie di età e a raccogliere 25 medaglie. Poi si qualifica per i #mondiali, per scoprire, però, che non può partecipare, perché non è italiana e la maglia azzurra non la può indossare: «Rappresentare l'Italia, il posto che mi ha accolta, era un po’ come ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato».
Diventata maggiorenne non può più stare dalle suore, loro le trovano un posto dove abitare ma deve mantenersi, così fa la babysitter e la sera le consegne delle pizze con la bicicletta.
Non si scoraggia e dopo 17 anni in Italia riesce a diventare cittadina e nello stesso momento a laurearsi in Scienze della Comunicazione.
📬 Racconto la storia completa di Danielle nella mia ultima #newsletter #altrestorie, ci si iscrive con un click su mariocalabresi.com. La sua voce è invece protagonista della nuova puntata del mio #podcast Altre/Storie, la potete ascoltare qui: 🎧 https://open.spotify.com/episode/5EWqec08xO7VK7iUIyGuRR
Buona lettura e buon ascolto.
Mario Calabresi
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Scopre il vero padre e cambia cognome
Prima di morire, nel novembre 2020, sua madre gli rilevò che il padre che lo aveva cresciuto non era in realtà il genitore biologico. Così il figlio, un imprenditore di 59 anni di Pavia, ha voluto conoscere sino in fondo la verità. Identificato, grazie a una fotografia, il padre biologico, ha chiesto e ottenuto che venisse riesumata la salma.     Il test del Dna ha confermato, “con una…
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cercocane · 1 year ago
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Madame nera come l’ebano nata a dicembre 2022
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La elegantissima cuccioletta in foto è Madame; nata presumibilmente a dicembre 2022; è una futura taglia medio-contenuta, probabilmente sui 15/20 kg. Madame è un po’ timidina motivo per cui richiediamo un percorso di inserimento presso la pensione. Si trova a Pavia (PV) in pensione e sin da subito è possibile andare a trovarla di persona per conoscerla direttamente; si cerca urgentemente una bella adozione. Verrà affidata sverminata, microchippata, vaccinata. Si richiede compilazione questionario preaffido e visita preadozione. Solo maggiorenni, no perditempo. Ci si aspetta massima serietà e adozione consapevole. Per informazioni, foto e video contattate Valeria, la responsabile della pensione, (345 3368674). Gli interessati potranno fare richiesta di informazioni tramite whatsapp anticipando una loro presentazione esaustiva (nome, cognome, località, tipo abitazione, composizione nucleo famigliare, altri animali in casa, esperienze pregresse ecc.). Nel caso non riusciste a contattare Valeria è possibile fare riferimento a Giulia (349 6403337 – mail: [email protected]), volontaria responsabile adozioni dell’associazione Adottami col Cuore – ODV. Read the full article
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levysoft · 4 years ago
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«Paola Lombroso è stata la donna che ha ideato e battezzato il Corriere dei Piccoli, sottrattole mentre veniva alla luce.» La definisce così il critico Giulio C. Cuccolini, in un testo a lei dedicato nella raccolta di saggi Qua la penna! Autrici e art director nel fumetto italiano (1908-2018).
Nata a Pavia 150 anni fa, il 14 marzo 1871, Paola Lombroso avrebbe inconsapevolmente influenzato il fumetto italiano con le sue idee e il suo desiderio di avvicinare i bambini alla lettura, grazie all’ideazione del Corriere dei Piccoli (soprannominato anche Corrierino). Il suo nome non comparve mai sulla pubblicazione perché fu estromessa dalla direzione del giornale e, nello spazio che le fu affidato, dovette firmarsi con uno pseudonimo.
Primogenita dell’antropologo Cesare, Paola Lombroso (in Carrara, cognome che assunse dopo aver sposato il medico Mario, allievo del padre) crebbe a Torino. Abbandonò gli studi dopo il diploma, iniziando a scrivere per l’Archivio di psichiatria, la rivista scientifica fondata dal padre nel 1880, la Fanfulla della domenica, Gazzetta letteraria e Vita moderna. [...]
Come afferma Matteo Maculotti, Paola Lombroso sentiva «l’esigenza di diffondere la cultura agli strati della popolazione che ne erano stati esclusi: un pubblico di bambini, secondo la sua lungimirante intuizione, sarebbe stato il protagonista di questo mutamento, a patto però di riconsiderare la letteratura dell’infanzia a partire dai gusti dei piccoli lettori e adeguandosi al principio dell'”insegnare divertendo”».
Fino ad allora, l’editoria italiana aveva dedicato ai bambini prodotti troppo inamidati (Il Novellino, Il Giovedì, Il Follettino, La Domenica dei fanciulli, Il Giornale dei Fanciulli). Anche il pur pregevole Giornalino della Domenica, con cui Lombroso collaborava, era troppo snob e per lettori più che adolescenti. Paola Lombroso pensò quindi di creare un progetto che fosse emanazione diretta di un quotidiano nazionale, di modo da assicurare buona distribuzione e un costo contenuto.
Propose l’idea al quotidiano più venduto dell’epoca, nonché quello più vicino alle sue idee social-progressiste, Il Secolo, che rifiutò, e poi al quotidiano liberal-conservatore (meno aderente ai valori di Lombroso) Corriere della Sera, il cui direttore Luigi Albertini rispose positivamente, interessato dalle finalità educative del progetto. Ottenuto il via libera, Lombroso studiò i periodici europei, in particolare anglosassoni e francesi, intuendo il ruolo centrale che avrebbero dovuto avere le immagini e il fumetto. Immaginò uno spazio per i concorsi (diffusi all’esterno ma una novità assoluta per l’Italia), giochi per educare i lettori alla manualità, rubriche curate da scrittori �� e non da specialisti – che sapessero raccontare il mondo con stile accattivante. Individuò una rosa di potenziali collaboratori e strutturò la rivista nella forma che rimarrà pressoché inalterata quando raggiungerà il pubblico, nel 1908.
Anche di fronte all’esitazione di Albertini, che non credeva ci fossero abbastanza disegnatori per soddisfare le richieste del giornale, Lombroso non si limitò a rassicurarlo ma contattò alcuni disegnatori torinesi commissionando loro immagini che fugassero i dubbi del direttore. Temendo la fuga di notizie, Albertini incaricò Lombroso di «organizzare i primi numeri», senza però precisare il ruolo ufficiale della donna all’interno del periodico.
Tuttavia, quando si decise di iniziare i lavori veri e proprio sulla pubblicazione, Albertini, con il quale Lombroso aveva discusso perché lui avrebbe voluto ampliare la componente d’intrattenimento, pensò di nominare come direttore del Corriere dei Piccoli un uomo – che si sarebbe poi rivelato Silvio Spaventa Filippi, coadiuvato nella gestione amministrativa da Alberto Albertini, fratello di Luigi.
Gli Albertini affermarono che avrebbero preferito nominare un collaboratore interno che risiedesse a Milano ma che soprattutto fosse un maschio: «Con una donna non potremmo avere quella libertà di rapporti necessaria con tutti colori ai quali si affida una simile responsabilità e che invece si può avere con un uomo». Inoltre, Luigi non se la sentì di delegare l’impresa a una direttrice perché «mai è stata finora affidata a una donna la responsabilità di un giornale sia pure per ragazzi» e «le famiglie non capirebbero e non gradirebbero». In realtà, già a partire dalla fine dell’Ottocento, giornaliste come Matilde Serao, Ida Baccini e Emma Perodi avevano diretto quotidiani e periodici. La motivazione di Albertini era forse più politica – in quanto le idee socialiste della scrittrice non si allineavano con quelle del Corriere – ma l’uomo fece comunque leva sul genere di Lombroso per screditarne la candidatura.
Albertini si offrì di pagarla per il lavoro svolto fino ad allora, o restituirle tutto il materiale, impegnandosi a non utilizzarlo nella pubblicazione, oppure ingaggiarla come collaboratrice, anonima, per un periodo di prova. Lombroso rifiutò ogni trattativa. Si aprì un arbitrato che vide coinvolto, dalla parte di Lombroso, Filippo Turati, leader dei socialisti. Gli Albertini furono perentori: «Lei si è incaricata “a suo rischio e pericolo” degli studi preliminari» le scrissero. «È vero che le era stata affidata l’organizzazione dei primi numeri ma nel senso che le era affidata la linea di proposte», per poi aggiungere che «noi non abbiamo impegni formali sul suo avvenire».
L’intransigenza degli Albertini fecero capitolare perfino Turati, che consigliò all’amica di accettare la modesta proposta di collaborazione, pur di tenere un piede dentro il giornale che aveva creato. Con lo pseudonimo di Zia Mariù, Paola Lombroso curò la rubrica Corrispondenze, e scrisse alcuni racconti. Nel piccolo spazio che si era ritagliata, riuscì comunque a lasciare il segno. Varò l’idea delle “Bibliotechine rurali” per promuovere la lettura e raccogliere fondi per famiglie e scuole disagiate. L’iniziativa era nata in seguito alla richiesta di una maestra che aveva chiesto se qualche lettore avrebbe potuto inviare alla loro scuola di campagna dei libri per gli alunni.
La redazione malsopportava lo spirito intraprendente di Lombroso, che aveva fatto diventare la rubrica un angolo quasi indipendente del giornale. La scrittrice era a sua volta scocciata dalle censure preventive che la direzione operava sulla posta. A una lettrice che non aveva ricevuto risposta, scrisse: «Io non salto mai la Corrispondenza, ma ci sono i Minosse, i censori russi al Corriere dei Piccoli che cestinano la Zia Mariù. […] Arrivederci se il signor Minosse lo permetterà la settimana prossima». La direzione impedì la pubblicazione di queste righe e minacciò di concludere la collaborazione con Lombroso, la quale, piccata, si dimise per prima: «La mia Corrispondenza era rigorosamente intonata alla verità ed alle lettere rimandatemi da loro stessi» scrisse ad Albertini, concludendo il messaggio con un serafico «tolgo il disturbo». [...]
si impegnò in attività culturali, come il prosieguo delle “Bibliotechine rurali”, e letterarie (pubblicò alcuni libri di storie per bambini con lo pseudonimo che l’aveva resa famosa, Zia Mariù) che vennero interrotte dall’arrivo del Fascismo e poi della Seconda guerra mondiali. In quanto ebrea, Lombroso fuggì in Svizzera. Rientrò dopo la Liberazione e continuò i suoi studi sull’infanzia fino alla morte, nel 1954.
Il suo contributo, noto agli addetti ai lavori, rimase sconosciuto al pubblico fino agli anni Settanta, quando Giorgio Licata ne fece accennò nel libro Storia del Corriere della Sera (1976).
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simofoto · 3 years ago
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Durer cosa si conosce di lui?
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"Das malt Ich nach meiner Gestalt / Ich war sex und zwanzig Jor alt / Albrecht Dürer", vale a dire " Questo l'ho dipinto io secondo il mio aspetto, quando avevo 26 anni. Albrecht Dürer"
E proprio perché, dopo tutto, nessuno inventa mai nulla, ecco apposto sotto questa scritta il "marchio di fabbrica" ante litteram dell'autore, costituito dalla sigla "A.D." stilizzata in forma di porta perché il cognome Dürer deriva per l'appunto dal sostantivo "Tur", che in tedesco significa porta.
Nel 1498 la notorietà del cosiddetto "Raffaello tedesco" e la sua conseguente ascesa sociale erano cresciute in maniera tanto rapida e inaspettata, che il ragazzotto imberbe e un po' rustico che soltanto sei anni prima si era autoritratto con in mano un fiore d'eringio aveva lasciato spazio ad un giovane uomo visibilmente desideroso di celebrare se stesso, insieme alla sua raggiunta agiatezza economica.
Così infatti l'artista ci si presenta nello splendore degli anni, con un'espressione fiera ma non altezzosa, nel classico profilo ruotato di tre quarti. L'estrema cura nell'acconciatura dei lunghi capelli biondi e della barba di foggia molto attuale, ma soprattutto la scelta degli eleganti abiti e dei guanti in tinta con la carnagione chiara, ci trasmettono l'immagine di un bel giovane dai tratti distinti, colto e pronto a partecipare a qualsiasi evento mondano, anche in compagnia degli appartenenti alle classi sociali più elevate.
Albrecht Dürer nacque il 21 maggio del 1471 a Norimberga da un orafo di origini ungheresi che in Germania s’era stabilito nel 1455, sposando quando era già quarantenne la figlia del suo datore di lavoro, una ragazzina di quindici anni che gli avrebbe regalato ben diciotto figli, di cui però soltanto tre sarebbero giunti all’età adulta.
Albrecht, terzogenito della coppia, seguì le orme paterne imparando la tecnica dell’incisione su metalli che gli sarebbe tornata molto utile in futuro quando, accanto all’attività di pittore, si sarebbe dedicato anche a quella di incisore, ben più redditizia della prima.
Sentendosi però più portato all’uso di matite e pennelli, il ragazzo ottenne dal padre il permesso di frequentare la bottega di Michael Wolgemut, il più importante pittore della Norimberga di quegli anni, presso il quale eseguì i primi disegni che sarebbero poi serviti come base delle preziose incisioni su legno realizzate per conto del suo datore di lavoro.
Nel 1490, anno d’esecuzione della prima opera certa che di lui ci sia arrivata (“il “Ritratto del padre”), iniziò un lungo viaggio di studio ed autopromozione che l’avrebbe tenuto lontano dalla Germania per quattro anni, trascorsi fra Paesi Bassi, Svizzera ed Alsazia, durante i quali poté mantenersi grazie alla vendita delle sue opere.
Ciò gli permise nel 1494, una volta tornato a Norimberga, di sposarsi con Agnes Frey, iniziando un rapporto coniugale che però non sarebbe mai stato felice a causa dell’enorme differenza caratteriale e culturale fra i due. Se Agnes infatti ambiva a trascorrere una vita tranquilla nell’intimità familiare, Albrecht invece aspirava alla notorietà e al successo, per i quali non esitò a sacrificare il proprio ménage matrimoniale partendo già pochi mesi dopo le nozze per il suo primo viaggio in Italia.
Padova, Mantova, Pavia, ma soprattutto la splendida Venezia di fine Quattrocento furono le città da lui visitate nel 1494 durante quel “Gran Tour” che gli permise di conoscere una realtà nuova, che lo colpì per cosmopolitismo e vivacità culturale dei luoghi visitati, oltreché per l'enorme considerazione che gli artisti godevano allora nel nostro Paese, a differenza di quanto accadeva in Germania.
L’amore per l'Italia, Paese in cui si sentiva ammirato e corteggiato, l’avrebbe indotto a tornare una seconda volta a Venezia nel 1505, dove bello e famoso com'era divenne l'ospite ricercatissimo delle feste più esclusive e delle cene di gala, fino a suscitare le gelosie di molti colleghi italiani, con la sola eccezione dell’anziano Giovanni Bellini che invece gli testimoniò stima e benevolenza acquistandogli persino alcuni lavori.
Quando il 6 aprile del 1528 un attacco malarico lo condusse alla tomba, la sua fama era tale che molti artisti minori, per vendere i loro quadri, li siglavano apponendo il suo famoso monogramma in forma di porta stilizzata, così anticipando di qualche secolo i moderni “taroccatori” delle grandi firme.
Accompagna questo scritto l’”Autoritratto con guanti” di Albrecht Dürer, 1498, Museo del Prado, Madrid.
(P.s.: testo di Anselmo Pagani)
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ioprimadime · 8 years ago
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Alessandro Rolla, la storia del cognome sonante
Alessandro Rolla, la storia del cognome sonante
Quando Alessandro Rolla nasce a Pavia nel 1757, il suo cognome risuona in città da tre generazioni: di incerte origini, il bisnonno Giuseppe giunge qui nel 1718, risiedendo presso la parrocchia di San Marino. Andrea Appiani, “Retratto del Professore Rolla” Alessandro Rolla è nome risonante della musica ottocentesca: violinista così struggente che le sue esecuzioni inducono il deliquio nelle donne…
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Anna Kuliscioff, la dottora dei poveri
https://www.unadonnalgiorno.it/la-dottora-dei-poveri/
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Tutti gli uomini, salvo poche eccezioni, e di qualunque classe sociale, considerano come un fenomeno naturale il loro privilegio di sesso e lo difendono con una tenacia meravigliosa, chiamando in aiuto Dio, chiesa, scienza, etica e leggi vigenti, che non sono altro che la sanzione legale della prepotenza di una classe e di un sesso dominante.
Anna Kuliscioff è stata una rivoluzionaria, medica e giornalista russa naturalizzata italiana. Arrestata varie volte, svolse un’intensa attività gratuita a Milano, per cui veniva chiamata la “dottora dei poveri”.
È stata cofondatrice e tra le principali esponenti del Partito Socialista Italiano, apparteneva alla corrente riformista. Militò attivamente nel movimento per l’emancipazione delle donne.
Nacque col nome di Anja Rosenstein a Sinferopoli, in Crimea, il 9 gennaio 1855, in una ricca famiglia ebrea di commercianti. Nel 1871 andò a studiare filosofia all’Università di Zurigo.
Rientrata in Russia fece parte della cosiddetta andata verso il popolo, il lavoro nei villaggi al fianco dei contadini per condividerne la misera condizione, convinta della necessità dell’uso della forza per liberarsi dall’oppressione.
A causa della sua attività rivoluzionaria venne processata e scappò in Svizzera. Per evitare di essere rintracciata dagli emissari zaristi, cambiò il suo cognome in Kuliscioff, che denotava persone di basso grado sociale.
Si innamorò di Andrea Costa, rivoluzionario romagnolo, che condivideva i suoi ideali e lotte e col quale si trasferì prima a Parigi e poi a Firenze, dove venne arrestata con l’accusa di cospirazione anarchica.
Dopo vari andirivieni e arresti tra Italia e Svizzera, in cui contrasse varie malattie tra cui la tubercolosi e l’artrite che la tormentò per tutta la vita, nel 1881 diede alla luce la figlia Andreina. Quando la relazione tra i due terminò, Anna Kuliscioff, tornò in Svizzera e si iscrisse alla facoltà di medicina di Berna. Continuò gli studi a Napoli, dove, dopo una ricerca sulle origini batteriche della febbre puerperale svolta a Pavia con Camillo Golgi, futuro premio Nobel, si laureò, nel 1886. Specializzata in ginecologia, con la sua tesi contribuì alla scoperta che avrebbe salvato milioni di donne dalla morte dopo il parto.
Iniziò a esercitare la professione a Milano dove  offriva assistenza ginecologica gratuita alle donne povere dei quartieri più degradati.
Legata sentimentalmente a Filippo Turati, trasformarono la loro casa nella redazione di Critica sociale, rivista che diressero assieme, dal 1891. Nel salotto c’era un piccolo divano verde, oggi custodito nella Fondazione che porta il suo nome, dove Anna Kuliscioff riceveva a ogni ora del giorno personaggi della cultura, della politica, ma anche persone umili che andavano a chiederle consiglio e sostegno.
Sempre in prima linea nelle lotte sociali, fu al fianco delle operaie tessili milanesi nella lotta per ottenere migliori condizioni lavorative come le otto ore, la libertà di disporre del proprio salario e la maternità.
Contribuì alla nascita della prima formazione organizzata della sinistra nel nostro paese, il Partito dei Lavoratori Italiani del 1892, che tre anni dopo divenne Partito Socialista Italiano e non ebbe timore, negli anni successivi, a scontrarsi con i colleghi maschi a causa del suffragio universale.
Ha redatto una proposta di legge sulla tutela del lavoro minorile e femminile approvata in Parlamento nel 1902 come Legge Carcano.
Grazie al suo impegno politico a favore dell’estensione del diritto di voto alle donne, nacque il Comitato Socialista per il Suffragio Femminile.
Stabilì, per prima in Italia, un rapporto di comunicazione diretta con le operaie e contadine per renderle consapevoli dei loro diritti e porle nella condizione di uscire da disparità e sottomissione.
Nel 1912 la proposta di legge per il diritto di voto alle donne venne respinta, fu un duro colpo che portò alla rottura del suo rapporto con Filippo Turati.
Fondò “la difesa delle lavoratrici” gettando le basi per il progetto “la giornata delle donne”, manifestazione nazionale che avrebbe dovuto porre l’accento sulla questione femminile, ma che venne cancellata dalla guerra.
Il suo inarrestabile attivismo continuava anche con la stesura di articoli taglienti firmati con lo pseudonimo “OMEGA” perché, spiegava, “mi sento come l’ultima ruota del carro”.
Neutralista convinta, dopo la guerra combatté il massimalismo socialista e fu rigorosa oppositrice del fascismo.
Portavoce dei diritti delle donne, a 65 anni tenne una conferenza presso il Circolo Filologico Milanese dove era vietata l’iscrizione alle donne. Il suo intervento, pubblicato con il titolo “Il monopolio dell’uomo”, è stato considerato il primo manifesto femminista italiano.
È morta a Milano il 9 gennaio 1925. Durante il funerale alcuni fascisti si scagliarono contro le carrozze del corteo funebre trasformandolo in una guerriglia urbana. È stata una donna le cui idee facevano paura anche dalla bara.
Anna Kuliscioff è stata indipendente, libera, determinata e non ha esitato a scontrarsi coi compagni di partito con cui condivideva gli ideali e anche con l’uomo con cui condivideva la vita. Una donna che ha dato voce alle altre, convinta che la vera liberazione passa attraverso quella di tutte le altre.
Di seguito il suo disegno di legge per mitigare lo sfruttamento eccessivo del lavoro femminile e infantile.
LAVORO DELLE DONNE
Durata di lavoro di 48 ore maximum per settimana, non oltre il mezzodì del sabato, onde ogni operaia possa fruire d’un riposo di 42 ore consecutive.
Le ore supplementari di lavoro non potranno essere più di 50 durante l’anno, distribuite in modo che la giornata legale di lavoro non possa prolungarsi più di due ore per giorno, né più di tre giorni per settimana.
Vietato l’impiego delle donne nei lavori insalubri e pericolosi.
Vietato il lavoro notturno.
Vietato il lavoro nell’ultimo mese di gravidanza e nel primo mese dal puerperio.
All’assistenza delle donne nei due mesi antecedenti e successivi al parto provvederà la legge sull’assicurazione obbligatoria per le malattie, in ragione almeno del 75% del salario giornaliero.
La legge sul lavoro delle donne sarà applicata, oltreché alle grandi, anche alle piccole industrie, alle industrie casalinghe, ai lavori di risaia e possibilmente a ogni altro lavoro agricolo.
Il testo della legge sarà esposto, in modo facilmente visibile per le interessate, nei laboratori, nelle officine, negli stabilimenti e ovunque sono donne impiegate al lavoro salariato.
I regolamenti interni saranno fissati d’accordo fra gli imprenditori e le rappresentanze delle operaie: in difetto d’accordo, statuirà il Collegio dei probiviri.
L’applicazione della legge sarà vigilata da ispettrici elette dalle operaie e retribuite dallo Stato.
Ispettori tecnici saranno incaricati di visitare regolarmente gli opifici, le fabbriche, i laboratori, ecc., e di verificare le condizioni d’igiene e di sicurezza.
Una legge speciale stabilirà le norme relative all’igiene e alla sicurezza del lavoro.
La responsabilità dell’osservanza delle disposizioni di questa legge spetterà solidamente ai direttori, imprenditori e proprietari, salva fra di essi la rispettiva azione di regresso. Le trasgressioni saranno punite con ammenda da Lire 50 a L. 200 per ciascun caso e per ciascuna persona impiegata. In caso di insolvibilità di tutti i corresponsabili, l’ammenda sarà convertita in detenzione a carico del più direttamente responsabile, secondo la proporzione stabilita dal Codice penale, purché il totale del carcere non superi un anno.
Le ammende saranno devolute alle Casse di sovvenzione per malattie e vecchiaia.
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secretexpertwagoneagle · 3 years ago
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Maura cerca i genitori biologici ❣️❣️❣️
Maura cerca i genitori biologici ❣️❣️❣️
Maura scrive, cero i miei genitori biologici,sono nata a Pavia l’ 11 Marzo 1964, all’adozione avevo il cognome di O..Vi chiedo di condividere il più possibile il mio appello affinché possa trovare i miei genitori biologici. Grazie
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fuoriblog · 4 years ago
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About me ~
Siccome non sono molto brava con le presentazioni, ecco 10 fatti più o meno interessanti su di me.
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1.  Mi è sempre piaciuto il mio nome. Non è particolarmente unico ma per me ha qualcosa di speciale. In realtà la maggior parte dei miei amici mi chiama per cognome, un’abitudine che hanno preso negli ultimi anni dopo che hanno scoperto come si chiamasse il mio cane. Si, perché io e il mio cane ci “chiamiamo” nello stesso nome. (Se ve lo stesse chiedendo, è Cili. Come Red Hot Chili Pepper o Ciliegia)
2. Tra poco comincerò il mio primo anno da studentessa di Medicina e Chirurgia, che è un po’ il motivo per cui ho aperto questo blog. A breve mi trasferirò a Pavia per frequentare un Collegio di Merito e questo sarà il mio diario di bordo per i prossimi anni. 
In realtà non so perché ho scelto proprio medicina, considerando che non mi interessa diventare medico. Come dico sempre scherzando (ma non troppo) ho la stessa empatia di un cucchiaio, quindi non penso sia il mestiere per me. Ciò che voglio fare è la ricercatrice, preferibilmente in Neuroscienze. Non c’è niente di più affascinante del cervello umano. Trovo totalmente...disarmante come tutto ciò che siamo, ciò che facciamo, tutti i nostri pensieri e movimenti siano dettati da come delle minuscole particelle di materia vivente interagiscono le une con le altre. Il corpo umano è il più meraviglioso dei misteri e tutto ciò che fa è il risultato di un piccolo miracolo. Venero la scienza. Adoro cercala intorno a me e impararne i meccanismi. 
3. Ho una memoria piuttosto minuziosa. Ricordo perfettamente avvenimenti di 10 anni fa come se fossero successi ieri. Come quella volta che a 8 anni ero arrabbiata con un mio amico e ho iniziato a lanciargli dei fumetti. O ancora come da piccola adoravo giocare in giardino con i miei cugini alla ricerca di pigne che poi schiacciavamo alla ricerca di pinoli (il tutto rigorosamente vestiti da Sandokan). Per non parlare di quando da piccolo, con i miei amici, abbiamo organizzato un intero funerale celtico con tanto di elogio a una coccinella che era annegata nella piscina? Abbiamo fatto una zattera con un piatto di plastica decorato con fiori e piante del giardino per poi spingerla con il tubo verso il centro della piscina.
Ma ciò che ricordo più facilmente sono le canzoni. Conosco centinaia di migliaia di testi a memoria. La mia playlist (che per me è come un figlio) conta ben 500+ canzoni e riesco a individuarle tutte nei primi 5 secondi. E che canzoni...i miei gusti musicali sono piuttosto interessanti. Nella ormai celeberrima playlist si possono trovare le greatest hits dei Queen seguite dall’intera discografia dei One Direction, per non parlare del rock inizio anni 2000, i musical, l’indie italiano e non. Credo fortemente che la musica sia l’espressione dell’anima. Voglio dire, ci sono certe canzoni che se fossi poco più ingenua crederei siano state scritte apposte per me. 
4. Sono un INTJ come Christopher Nolan, Elon Musk e Moriarty di Sherlock Holmes. E sono anche una Corvonero, nonostante Pottermore continui a mettermi in Tassorosso. Per quel che riguarda lo zodiaco (in cui non credo ma che continuo a leggere) sono tecnicamente scorpione, anche se negli ultimi anni la mia amica oroscopo-ossessionata mi ha fatto il lavaggio del cervello dicendo che in realtà sono cuspide, il che è qualcosa di cui non sapevo neanche l’esistenza finché non me l’ha fatto notare lei. Ma si sa, non si smette mai di imparare. 
5. Mi definirei una ~crafty queen~. Mi piace essere creativa, disegnare, ricamare, cucire, costruire cose. Posso sicuramente dire di essere una con molti hobbie. In questo lungo mese di nullafacenza prima dell’università mi sono data sopratutto al lavoro a maglia...almeno ora so cosa regalare a natale a tutti i miei amici. 
6. Adoro gli alpaca. Non so perché, sono così carini e coccolosi. Un paio di anni fa in Francia ho comprato una tazza a forma di alpaca che uso per tenere i pennarelli (o anche una leggera ossessione con pennarelli e penne colorate). Un mio sogno e vederli a Machu Pichu (gli alpaca, non i pennarelli).
Adoro viaggiare. è una di quelle cose che non mi stancano mai. Ho una lista infinita di posti che voglio visitare e uno dei miei “life goals” è visitare ogni continente prima dei 30 anni. Devo dire che non sono messa troppo male. Sono stata in Nord Africa, Nord America, tecnicamente Asia e molte capitali europee. 
Al momento Singapore è in cima alla mia lista, seguito da Cile e Perù. 
7. In realtà ho un sacco di ossessioni, non solo pennarelli e alpaca. Mi piace un sacco collezionare cose. Ho una collezione di cartoline che mi mando da sola quando parto. Una di tappi di birra e di spumante, raccolti a feste, uscite e eventi vari di cui voglio conservare un ricordo. Da anni ormai con mio padre collezioniamo monete, e devo dire che la nostra collezione non è certo immensa, ma neanche minuscola. Non so perché lo faccio, mi piace e basta. Mi fa sentire bene. 
8.  Se avessi scritto tutto ciò l’anno scorso, avrei detto che non credo nell’amicizia. Non che ora io abbia proprio cambiato idea, credo ancora di non avere amici nella maniera in cui intendo io un amico. E so che parlo spesso dei miei amici, ma è una parola che uso per mancanza di una che, per i miei standard, esprima meglio il mio rapporto con le persone. 
Cercherò di essere il più chiara possibile (pun intended). Non riesco a creare una connessione con le persone. Ho sempre la sensazione che gli altri riescano ad entrare immediatamente in sintonia in qualche misterioso modo a me sconosciuto. La maggior parte delle persone che chiamo amici sono in realtà la gente con cui esco. Il nostro rapporto si limita spesso e volentieri a quelle due ore. Non c’è nessuna...connessione spirituale? Diamine è davvero complicato da spiegare, ma giuro che nella mia testa ha senso. è come se all’alba dei tempi tutti abbiano ricevuto un qualche manuale delle istruzioni su “interazioni umane e relazioni interpersonali” e io abbia perso il mio mentre il resto del mondo l’ha attentamente conservato. 
9. Non mi sono mai innamorata. Mai. L’ultima volta che mi è piaciuto qualcuno avevo 11 anni. Che vita allegra, non trovate? Ecco cosa succede quando sei una romantica senza speranza cresciuta leggendo sdolcinati young adults e allo stesso una persona maniacalmente logica. Hai aspettative incredibilmente alte. Oltre a non piacere a una singola anima in questa metà dell’universo, s’intende. 
10. Adoro le citazioni. Penso sia dovuto alla mia ossessione per memorizzare cose. Canzoni, libri, monologhi, video, film, vine, stand-up comedy. Ho un’intera parete nella mia camera dove scrivo le citazioni che mi piacciono. La maggior parte sono versi di canzoni, ma ho anche estratti dalla divina commedia e qualche aforisma di Oscar Wilde. 
Eh niente, questo è tutto. Spero che questa strana discussione vi abbia intrigato abbastanza per restare. Buona permanenza!
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giancarlonicoli · 4 years ago
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6 giu 2020 15:30
MEDITATE GENTE, MEDITATE! – IL SEGRETO PER DOMARE STRESS E INSONNIA È RESPIRARE BENE. IL CAMPIONE DI APNEA MIKE MARIC: “PIÙ DIVENTI BRAVO A RESPIRARE E PIÙ SEI FORTE. IL PRIMO BIVIO DA SUPERARE È CHE DEVE ESSERE NASALE. CON LA BOCCA SI PARLA O SI MANGIA, MA NON SI RESPIRA. POI DEVE ESSERE DI PANCIA E NON TORACICA, ALTRIMENTI…”
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Francesco Rigatelli per “la Stampa”
Una vita mozzafiato: è quella di Mike Maric, 47 anni, milanese di origine istriana, odontoiatra, campione del mondo e poi istruttore di apnea di grandi atleti come Federica Pellegrini, Filippo Magnini e Igor Cassina. Una passione nata «grazie a papà, asso jugoslavo di canottaggio e amante della subacquea, che da Milano mi portava a Rovigno d' Istria a fare immersioni con e senza bombole».
Dici apnea, ma, forse, non sai che come l' atletica comprenda diverse discipline in acqua o in mare: a tempo, ovvero a chi trattiene più a lungo il fiato; a distanza, cioè a chi fa più metri senza fiatare; e infine unendo entrambe le difficoltà. Maric, che già nel cognome ha l' acqua, ha il suo record personale in 6 minuti e 15 di apnea e nel libro «Il potere antistress del respiro» (Vallardi) svela alcuni dei suoi segreti.
Naso e diaframma
«Più diventi bravo a respirare e più sei forte - spiega -. La respirazione coinvolge il naso e il diaframma per trattenere il fiato. Il primo bivio da superare è che deve essere nasale. Con la bocca si parla o si mangia, ma non si respira. Poi deve essere di pancia e non toracica, altrimenti ci si stressa. Infine, è utile farsi contare da qualcuno i respiri per non essere influenzati: 15 al minuto sono l' ottimale e, se superano i 20, vuol dire che si è in affanno».
Non respiriamo tutti alla stessa maniera. «Le donne hanno una capacità polmonare minore, consumano più ossigeno e sono quindi svantaggiate nello sport. In generale la predisposizione fisica aiuta, ma l' elasticità e la capacità di sfruttare il proprio corpo fanno la differenza. Tutti nasciamo con una respirazione di pancia, anche se sedentarietà, alimentazione e tecnologie alzano la nostra respirazione verso il torace, rendendola quindi più ansiogena».
Ci sono degli esercizi facili per attenuare questa tendenza. «La respirazione consapevole aiuta a combattere lo stress - sostiene Maric -. Allora, una volta seduti, mettiamo una mano sul petto e una sull' addome e verifichiamo di respirare con la parte bassa, dove il diaframma viene spesso trascurato. Un altro esercizio si può fare prima di dormire, da sdraiati, allungando l' espirazione.
Prima si inspira, contando tre secondi, e poi si butta fuori l' aria per sei. Molto semplice, ma molto efficace per rilassarsi e contrastare l' insonnia. Infine, uno dei miei esercizi preferiti è l' altalena, in cui si associa il respiro a un' immagine. Ovvero si gonfia e sgonfia la pancia come se fossimo sull' altalena. Il ritmo viene dettato dall' immaginazione e dopo l' espirazione si può anche fare una pausa di apnea ristorativa».
E veniamo all' apnea allora, che Maric ha insegnato anche a Pellegrini e Magnini per migliorare il cosiddetto quinto stile dopo la virata subacquea. «E' un lavoro mentale - rivela - ed è fatto di meditazione, visualizzazione, gestione dello stress e della sofferenza. Ad un certo punto sott' acqua il corpo sta male e bisogna mentirgli per fargli credere che va tutto bene.
Il segreto? Mantenere la calma per risparmiare ossigeno. L' acqua aiuta l' apnea, perché nasciamo nel liquido amniotico e siamo piccoli delfini. Per questo è una disciplina per tutti».
La meditazione utile in apnea Maric l' ha portata anche fuori dall' acqua. «Dalla profondità del mare l' ho insegnata agli atleti per aiutarli a focalizzarsi su loro stessi e spostare l' attenzione dall' esterno all' interno attraverso semplici esercizi rilassanti. La questione fondamentale della meditazione è farne un' abitudine, non un' eccezione: meditare per poi arrabbiarsi nel resto della giornata non serve a niente».
La giusta alimentazione Nel libro Maric descrive anche l' alimentazione per respirare bene. «Il cibo miete più vittime del fumo, siamo iperalimentati e iponutriti, per cui bisogna leggere le etichette, evitare sale e zucchero in eccesso, come quello in bibite, merendine, pasta e riso, privilegiare frutta e verdura, i cereali integrali e - aggiunge - anche una componente proteica possibilmente vegetale».
Da odontoiatra, esperto di respirazione e dei suoi meccanismi, Maric, infine, collabora con l' Università di Pavia per le identificazioni forensi dei cadaveri non riconoscibili, come nel caso del disastro di Linate e dell' incidente aereo al Pirellone: «Dal cranio, tramite le misure antropometriche, si può risalire all' identità di chi ha esalato l' ultimo respiro».
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janiedean · 7 years ago
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Ciao Lavi, oggi mi sono riconnessa a tumblr dopo una settimana di assenza (causa esami) e il primo post che mi è apparso in bacheca era un "mentre non c'eri" del tuo post sull'anniversario della legge Cirinnà e lo schifo che fece il m5s. A quando un masterpost su tutte le fuck-ups dei grillini? Ne ho bisogno quanto il pane.
hahahaha mioddio che bel ritorno #sorry BEH OK WHY NOT PREPARIAMOCI E RIDIAMO non credo saranno in ordine perché chi se lo ricorda ma beccatevi il greatest hits
subito dopo le elezioni 2013, elettrice grillina fa una petizione per fare la coalizione con bersani. 160k di firme, non se la incula nessuno.
il 20 aprile 2013 c’è l’espulsione di mastrangeli PERCHE’ ANDAVA IN TV (RICORDIAMOCI CHE NON SI ANDAVA IN TIVVU ALL’EPOCAAAAAH). dal canto suo, mastrangeli se ne esce ad un giorno da pecora che l’espulsione era «un atto da Corea del Nord» e ha detto che vito crimi era «peggio di Kim Jong-un». (le fonti le trovate su wiki se non mi credete)
non molto dopo la signora adele gambora viene buttata fuori perché critica la strategia comunicativa di grillo, tanto perché è una democrazia, seguita per solidarietà da altri due.
direttamente da wiki, DOPO: ‘l 26 febbraio 2014 dopo una votazione favorevole via web sono stati espulsi i senatori Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, dopo che il giorno prima l'assemblea dei parlamentari del Movimento aveva dato parere favorevole all'espulsione. La votazione era stata indetta, secondo Grillo, perché "svariate segnalazioni dal territorio di ragazzi, di attivisti, che ci dicevano che i 4 senatori Battista, Bocchino, Campanella e Orellana si vedevano poco e male". Orellana sarebbe stato sfiduciato dal meet-up di Pavia con un comunicato, mentre Bocchino e Campanella da quello di Palermo, anche se entrambi gli avvisi furono scritti da una minoranza che non consultò nessuno (il secondo fu addirittura smentito da una successiva comunicazione firmata dalla maggioranza). Inoltre, secondo una statistica di Openpolis la presenza media dei quattro espulsi è dell'88,15%. Opinione diffusa, anche tra i diretti interessati, fu che la reale causa delle espulsioni era l'aver criticato Grillo per l'atteggiamento avuto con Matteo Renzi durante le consultazioni.’ INSOMMA BUTTIAMO FUORI LAGGENTE VIA INTERNET. (scusate ma per il capitolo espulsioni avremo molta, molta roba.)
un altro signore di nome massimo artini viene espulso per aver contestato grillo re i risultati delle regionali. 
la signora serenella fuksia è anche stata espulsa, apparentemente per non aver dato parte dello stipendio indietro o cazzi, ma la signora fuksia è anche entrata nella storia per aver detto che ‘la boldrini si faceva bella col curriculum’ e che non si fidava di averla come presidente della camera perché il suo curriculum era TROPPO BELLO. ok.
detto ciò quando la signora di cui sopra era andata a un giorno da pecora (L’AVEVO SENTITA QUELLA TRASMISSIONE) quando le fu chiesto ‘ma se vincete le elezioni chi candidate come premier’ lei se ne uscì vediamo chi vuole farlo e votiamo tra noi e se non ci decidiamo andiamo da Napolitano con tutti i disponibili e decide lui. della serie, qualcuno non sa come cazzo funziona il sistema.
tra l’altro un’altra senatrice grillina intervistata dalla suddetta trasmissione il giorno dopo le votazioni, quando le hanno chiesto quanti erano i senatori, se ne uscì con ‘circa seicento’. dovete prendermi sulla memoria ma giuro che non me lo sono inventato.
non riesco a trovà la source ma un altro di sti geni aveva detto che non sapeva dove stava montecitorio il giorno dopo l’elezione e l’avrebbe cercato su google maps. peggio mi sento.
momento lol di pausa tra le cose serie:
puntata 1: il grano saraceno rovina il made in italy.
puntata due: lo sbarco sulla luna era falso.
puntata tre, citazione diretta: Scie chimiche in Europa (Marco Zullo, europarlamentare M5s - 24 settembre 2014):"Porterò il caso delle scie chimiche in Parlamento europeo: all’attenzione della commissione agricoltura, di cui fa parte, nonché di approfondire la questione per presentare un’eventuale interrogazione parlamentare".
puntata quattro, altra citazione diretta: Monia Benini, addetta stampa grillina al Parlamento europeo, ha spiegato senza battere ciglio che “Goldman Sachs e Jp Morgan finanziano i matrimoni gay. Per chi vuole ottenere una massiccia riduzione della popolazione, ovvero governi e banche potenti, anche le leggi sull’omosessualità hanno un peso enorme”.
puntata cinque, citazioni del signor Paolo Bernini: “In America hanno già iniziato a mettere i microchip all’interno del corpo umano, per registrare, per mettere i soldi, e quindi è un controllo di tutta la popolazione”. + “La versione ufficiale dell’11 settembre è stata smentita da tutti i punti di vista, è palesemente falsa e ormai il mondo se n’è accorto. Detto all’americana: ‘it was an inside job’. Tradotto: fu un lavoro interno”.
puntata sei: Davide Bono, consigliere della Regione Piemonte per il Movimento 5 Stelle. Renzi in quelle ore è a Baghdad - 21 agosto 2014: "Ma non è un po' una coincidenza che il video della decapitazione del giornalista americano sia uscito proprio oggi???". (Poi aggiunge: "Potrebbe essere un falso Usa per giustificare i bombardamenti all'opinione pubblica").
puntata sette: Beppe Grillo, sul blog - 3 agosto 2014:"Ci sono due segreti di Stato, due nuovi segreti di Fatima che al confronto Ustica e Piazza Fontana sbiadiscono. Il primo sono le conversazioni tra Mancino e il signor Napolitano avvenute nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. Il secondo è il patto del Nazareno. Segreti con i timbri della P2 e della mafia. Napolitano-Renzie-Berlusconi: meglio Pinochet di questi sepolcri iimbiancati e bimbominkia assortiti".
ok, torniamo alle robe di politica e poi riprendiamo l’angolo cazzate:
il sindaco di parma viene buttato fuori per aver ricevuto un avviso di garanzia senza avvertire il movimento eccetera e al momento non sta con nessun partito.
tutto ok, w l’onestah, peccato che viene assolto ma non reintegrato.
NEL FRATTEMPO, virginia raggi ha ben TRE capi d’accusa addosso, il suo ex braccio destro era uno che stava in giunta con alemanno ed era indagato e così via, ma lei non si tocca. però hanno fatto campagna per fare dimettere marino per due scontrini (da cui è stato scagionato oltretutto) e sta scema pur sapendo di vincere ci ha messo tre mesi a scegliersi la giunta da cui si sono dimesse persone su persone perché con questi non ci si poteva lavorare. more su virgy nel prossimo angolo cazzate.
sono ovviamente antivaccinisti. beccatevi TUTTE LE VOLTE CHE HANNO DETTO CAZZATE IN MERITO.
hanno anche fatto una proposta di legge anti-vaccini il 12/2/2014 in cui si legge testualmente: Recenti studi hanno però messo in lucecollegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattie specifiche quali la leucemia, intossicazioni,infiammazioni, immunodepressioni,mutazioni genetiche trasmissibili,malattie tumorali, autismo e allergie.Il rifiuto del personale civile o militarealla vaccinazione non può essere causaescludente dal lavoro (ad eccezione dialcune categorie professionali che nellapresente proposta di legge elenchiamo) o,come nel caso dei militari, può configurarsicome reato.Nella fattispecie i militari, una voltaarruolati, ricevono una notevole dose divaccini che si somma a quella già ricevutadurante l’infanzia.Secondo i proponenti, a fronte di unanorma costituzionale che chiaramenteproibisce trattamenti sanitari obbligatori,suscita perplessità e sconcerto il fatto cheper un militare si possa prefigurare ilcarcere semplicemente per aver rifiutatoun trattamento sanitario che egli ritienepericoloso per la propria salute.
altra perla da quella proposta di legge: ‘Il Senato della Repubblica ha istituitoin diverse legislature la Commissione diinchiesta sui casi di morte e di gravimalattie che hanno colpito il personaleitaliano impiegato all’estero, nei poligonidi tiro e nei siti in cui vengono stoccatimunizionamenti, in relazione all’esposizionea particolari fattori chimici, tossici eradiologici dal possibile effetto patogeno,con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzodei proiettili all’uranio impoveritoe della dispersione nell’ambiente dinanoparticelle di minerali pesanti prodottedall’esplosione di materiale bellico e aeventuali interazioni.Proprio nei lavori di questa Commissionesi è messa in evidenza una probabileresponsabilità dei vaccini (somministrazioneeccessiva in un breve arco temporale,controindicazioni evidenti, insorgeredi infermità non previste e altro) chepotrebbe aver indebolito il sistema immunitariodei cittadini in uniforme.’ credo non ci sia bisogno di aggiungere altro.
ok, continuiamo con l’angolo cazzate parte due:
puntata otto: Claudio Cominardi, onorevole M5s, in un intervento alla Camera - 31 maggio 2014: "Il mandante della bomba di Piazza della Loggia è lo Stato italiano. Una strage di Stato. C'era di tutto. I servizi segreti deviati, la politica, la Cia, e come dice Imposimato, anche il gruppo Bilderberg. Dietro alla strategia della tensione e alle stragi c'è anche il gruppo Bilderberg!".
puntata nove:  Tiziana Ciprini, deputata del Movimento 5 Stelle, sulla nuova norma che apre all'introduzione del cognome materno - 16 luglio 2014: "Nel caos più totale, nell'inconsapevolezza e nell'ignoranza di quasi tutta l'aula circa il testo che si stava votando (...) è andato in scena il tentativo di annacquare la cultura patriarcale, per sostituirla con un nuovo paradigma non meglio specificato. (...) La strategia comunitaria (...) mescola, confonde e porta avanti questioni legittime e questioni più discutibili, quali il promuovere il cambiamento dei ruoli maschili e femminili. (...) Si intravede un tentativo per indebolire il legame (già precario) del nascituro con la linea maschile e paterna. (...) Il cognome del padre spesso tramandava ai figli il mestiere dei padri, il saper fare, come preziosa eredità di appartenenza a un ruolo sociale. Ho il fondato sospetto che l’Ue stia sfruttando da anni la propaganda di genere non già per elevare la condizione della donna, ma per abbassare quella dell’uomo comune, per demolire la cultura patriarcale, oramai diventata scomoda e pericolosa per il sistema che si vuole implementare, funzionale al NWO (Nuovo Ordine Mondiale, ndr) ovviamente. Si vuole colpire il patrimonio androtecnico (...) facendo sì che intere generazioni di uomini crescano senza più riferimenti dell’universo maschile. E venne l’epoca dei bamboccioni e il modello dell’indifferenziato. Questo perché il vertice della piramide del potere è stretto e c’è posto solo per una ristretta élite maschile, quindi meglio depotenziare tutti gli altri, rendendoli subalterni".
puntata dieci, Beppe Grillo dopo le europee, sul blog pubblica i post di "Informare x Resistere", "La Rete non perdona" ed "E-iglesias". Ovviamente, di prove, nemmeno l'ombra - 2 giugno 2014:(...) Con l’ausilio dei moderni mass media, oggi il "divide et impera" viene realizzato in modo assai efficace e mirato, in numerose modalità, sia dirette che indirette. Tra quelle indirette vi è un metodo di cui poco si parla, ma che riflettendoci potrebbe essere tra le principali cause di divisione tra cittadini. Si tratta del broglio elettorale. (...) Con la chiusura degli spogli e la percentuale fantomatica del 41% al PD il sospetto di brogli è ragionevole. In una giornata come quella di ieri dove l’affluenza alle urne è stata circa del 60% e tenendo conto che gli elettori 5 Stelle per loro peculiarità vanno a votare, la perdita di 3 milioni di elettori è statisticamente molto improbabile. (...) Lo stesso entourage del PD ha ammesso l’inaspettato ed iperbolico risultato ottenuto, che mai si sarebbero immaginati. (...) La sinistra europea secondo gli ultimi risultati è stata quasi azzerata in queste elezioni. In controcorrente rispetto al quadro politico europeo ci sarebbe invece l’Italia, mosca bianca che secondo quanto risulta al voto darebbe un 41% al PD guidato da uno yes-man ai piedi della Merkel e dell’Europa. Francamente si deve compiere uno stupro alla logica per credere a questo. (...)
in merito alle europee, per capire quanti brogli c’erano stati hanno APERTO UN CAZZO DI SONDAGGIO ONLINE DI NOME RICONTIAMOCI DOVE SE AVEVI VOTATO IL M5S DOVEVI METTERE IL TUO NOME in barba al voto segreto eccetera.
I FRIGORIFERI ABBANDONATI PER STRADA A ROMA ERANO UN GOMBLODDO secondo la raggi, peccato che era perché non era stato rinnovato il contratto ama con la ditta che ritirava i rifiuti pesanti cosa che doveva fà il comune. ma ok.
puntata undici: Marco Valli, laureato in Economia Aziendale ed appena eletto al Parlamento Europeo tra le fila del Movimento 5 Stelle - 4 agosto 2011: "Come cancellare il debito pubblico e non pagare più tasse. Semplice... Ci hanno prestato carta senza alcuna riserva... Fondiamo una banca dello stato e cambiamo tutti gli EURO degli Italiani in LIRE nuove di proprietà dello stato Italiano... Gli euro che raccoglieremo saremo ben felici di restituirli alla banca d'Italia alla centrale europea e a quei figli di... del fondo monetario... sanando il nostro debito pubblico (...)".
torniamo alle cose serie.
immagino che tutti sapremo la storia della legge cirinnà, ma se volete il riassunto: grillo & co dicono che la votano così com’è, poi grillo dice che serve la libertà di coscienza (lol che paraculo), improvvisamente i m5s non la votano più per supposta scorrettezza di procedura quando la scorrettezza in questione s’è sempre usata e sinceramente è ridicolo che su una cosa del genere vogliano approvare la cosa emendamento per emendamento quando sanno benissimo che se passano per le mani della lega sta legge diventa unammerda. al che renzi può allearsi con alfano e farla passa coi voti loro o passa emendamento per emendamento. alfano accetta solo levando la stepchild adoption. ovviamente renzi preferisce leva quella che rischiare di INVALIDARE TUTTE LE ALTRE GIA’ APPROVATE CASO PER CASO quindi passa senza la stepchild. il signor senatore airola riesce anche ad accusare il pd urlando vaffanculo in aula, dimostrando di avere una faccia tosta non da poco, protestando che sta legge che era passata faceva schifo. ma va. prenditela coi colleghi tuoi.
ovviamente spero ci ricordiamo tutti che alle politiche del 2013 (quelle del primo sondaggio) il m5s gridò all’inciucio quando si fece il governo letta, peccato che bersani provò a trattare con loro per fare una coalizione breve per le riforme base che durasse mezzo anno e loro gli dissero picche in streaming con tanto di umiliazione extra. così poi vanno all’opposizione e possono lamentarsi dell’inciucio.
ah, e oggi non hanno votato la legge elettorale che dicevano di voler votare, il che ci lascia alla legge dove governi col 40% dei voti, che nessuno in italia avrà mai probabilmente manco con le coalizioni. ma daje proprio.
il giorno del voto europeo l'onorevole 5 Stelle Vega Colonnese pubblica su Facebook questo messaggio. Poi lo farà sparire... - 25 maggio 2014):"Attenzione. Secondo dei sondaggi in mano al Viminale il Movimento 5 Stelle sarebbe parecchio avanti. L'ordine impartito ai presidenti di seggio è quello di ANNULLARE più schede possibile". OKAY BRO.
angolo cazzate tre che poi c’è quello sindaci e ce divertiamo:
puntata dodici: Paolo Bernini, deputato M5s, in un intervento alla Camera - 14 novembre 2013: "La giustificazione di Bush per invadere l'Afghanistan fu la guerra al terrorismo, con lo scopo di distruggere Al Qaeda e catturare ed uccidere Osama Bin Laden. Ma Al Qaeda continua a mietere vittime, e Bin Laden... beh... dovrebbe... essere morto due anni fa" (sorride e gesticola con le mani, come a dire, "figuriamoci se è morto", ndr). (PS: l’articolo da cui sto c/p sta cosa ve lo linko alla fine)
puntata tredici: Sara Paglini, senatrice M5s, su Facebook – 14 novembre 2013): "Non giustifichiamo tutto, altrimenti mi verrebbe da pensare che un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pino Chet... furono voluti da vittime di un sistema politico deviato e di un’infanzia sfortunata e infelice".
puntata 13.1: luigi di maio pensa che pinochet fosse il dittatore del venezuela.
sempre carlo sibilia, puntata 14, 22 maggio 2013 alla camera: "Ebbene, signor Letta, mi spiega oggi qual è il nesso tra banche e stati? Se la Banca centrale europea è di fatto di proprietà delle banche centrali nazionali – e diremmo benissimo!, se le banche centrali nazionali fossero di proprietà dei cittadini, dello stato. (...) E se la moneta è dei cittadini, degli stati, allora perché ce la prestano? Caro Letta, ha mai sentito parlare di Signoraggio Bancario? Ne avete mai parlato alle riunioni del Club Bilderberg?".
puntata 15, le matite elettorali: Matteo Dall'Osso, su facebook - 24 febbraio 2013: "PRIMA DEL VOTO BAGNATEVI LA MANO CON LA SALIVA, UMETTATE LA MATITA E POI VOTATE. Solo così il vostro voto sarà indelebile". "HO AVUTO CONFERMA: la matita copiativa in dotazione alle urne elettorali è COPLETAMENTE cancellabile (provato su carta semplice) a meno che non sia umettata, si sbiadisce leggermente, ma rimane. Ora mi chiedo: sulla carta elettorale si comporterà allo stesso modo??? M5S e... Vinciamo noooi!".
ovviamente per la puntata 15.1, ricordiamoci di piero pelù e della matita cancellabile.
puntata 16, roberta lombardi e il fascismo: sul proprio blog - 21 gennaio 2014: "Il fascismo, prima che degenerasse, aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia".
a questo punto è il momento di ricordare che A BEPPE GRILLO NON FA SCHIFO CASA POUND.
puntata 17:  Bartolomeo Pepe, pochi mesi prima di entrare in Parlamento con il Movimento 5 Stelle, su facebook - 28 settembre 2012: "Ecco giovincello rampante Renzi, che vinse 48 milioni di lire alla Ruota della Fortuna alla sola età di 19 anni, ma ditemi quante probabilità ci sono che uno superi le selezioni per partecipare e diventi campione per diverse settimane, ad una trasmissione di una rete televisiva di un suo prossimo avversario politico? Sveglia Gente vi stanno pigliando per il culo!!! Almeno siatene consapevoli..." evabbe. mike bongiorno si rivolta nella tomba.
ari-cose serie. SINDACI E VARIE!
a milano vince le primarie online tale signora bedori, che probabilmente non fu giudicata abbastanza fotogenica o che, ma insomma le chiedono di ripensarci, lei si ritira e candidano un tipo siciliano (corradi) che ovviamente non ha vinto manco per un cazzo.
ma peggio ancora, a genova la signora marika cassimatis vince le primarie ma grillo dice alla gente di FIDARSI DI LUI e le annulla per far vincere l’amico suo pirondini. e le leva pure il simbolo del partito anche se le danno ragione in sede giudiziaria. DEMOCRAZIAAAAH. e poi dice che le primarie del PD so una presa per il culo. vabbè.
intanto la raggi a roma assieme alla muraro (che poi si è dimessa nel frattempo) andarono a torpignattara a fare lo spazzatour. perle relative al suddetto: "I cittadini di Tor Pignattara, presenti durante il blitz e con cui RomaToday ha potuto parlare, non sembrano  però essere tutti così entusiasti. "Sembrava un blitz alla Totò e Peppino. Non è  così che si risolvono i problemi. La Muraro lavora con Ama da anni e non conosce le convenzioni che l'azienda stipula con i commercianti? Possibile che non comprendano che per la densità di persone che abita qui è assolutamente normale che i cassonetti si trasformino in minidiscariche nel giro di poche ore se non passano i camion della raccolta? Possibile che ci vogliano questi blitz per sapere che qui va attivata una differenziata vera, senza cassonetti in strada, e non affidata alla buona volontà dei cittadini?".
sia grillo che il movimento si dicono contrari alla vivisezione (blog di grillo, sito del m5s), peccato che evidentemente gli animali non sono tutti uguali e qualcuno effettivamente se la merita. per esempio, quella povera bestiola di dudù che non ha colpa di essere il cane di berlusconi ma evidentemente esserlo basta per dire che dovrebbe essere consegnato alla vivisezione. e vabbè. ok.
su sto articolo ci sono tutte le source sul fatto che sono pro metodo staminali, pro FUSIONE FREDDA ??? e che credono a delle balle allucinanti sugli ogm.
in tutto ciò beppe grillo pensa che l’aids è una bufala.
a questo punto voi penserete, MA DI BATTISTA NDOSTA TE LO SEI SCORDATO?
ovvio che no. e infatti gli lascio la chiusura (scusate probabilmente mi so scordata qualcosa e probabilmente di maio si meritava molto più spazio ma sto post è già troppo lungo posso farne una parte 2 in futuro). 
primo: di battista non sa che i vaccini sono gratuiti. e riesce a farse corregge dalla lorenzin che voglio dì, fosse na cima pure lei.
secondo: di battista c’ha brutti rapporti coi congiuntivi.
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se poi volete altri momenti trash, il signor sibilia riesce a fa na figura dimmerda quando l’avversario è SALVINI:
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e per completare, greatest hits completo insieme al tizio che non sapeva ndostava il senato al minuto 3, ma pure il resto merita:
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PREGO. auguri.
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cercocane · 1 year ago
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Elengantissima cucciolona nera
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Nata presumibilmente a dicembre 2022, Madame è una futura taglia medio-contenuta, probabilmente sui 15/20 kg. E' un po’ timidina motivo per cui richiediamo un percorso di inserimento presso la pensione. Si trova a Pavia (PV) in pensione e sin da subito è possibile andare a trovarla di persona per conoscerla direttamente; si cerca urgentemente una bella adozione. Verrà affidata sverminata, microchippata, vaccinata. Si richiede compilazione questionario preaffido e visita preadozione. Solo maggiorenni, no perditempo. Ci si aspetta massima serietà e adozione consapevole. Per informazioni, foto e video contattate Valeria, la responsabile della pensione, (345 3368674). Gli interessati potranno fare richiesta di informazioni tramite whatsapp anticipando una loro presentazione esaustiva (nome, cognome, località, tipo abitazione, composizione nucleo famigliare, altri animali in casa, esperienze pregresse ecc.). Nel caso non riusciste a contattare Valeria è possibile fare riferimento a Giulia (349 6403337 – mail: [email protected]), volontaria responsabile adozioni dell’associazione Adottami col Cuore – ODV. Read the full article
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Dopo 31 anni confessa l’omicidio, ucciso per uno scambio di persona
Fu scambiato per un’altra persona Roberto Rizzi, ucciso 31 anni fa, il 20 maggio 1987 a Torino, nel bar I tre moschettieri di via Pollenzo. Il colpevole, Vincenzo Pavia, excollaboratore di giustizia  legato alla famiglia Belfiore, cognome noto negli ambienti della ‘ndrangheta, ha confessato il delitto alla polizia. Il delitto gli era stato commissionato da Saverio Saffiotti, …... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/2At6Q9m via Adriano Montanaro - Alessandria
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accadde...oggi: nel 1937 nasce Simonetta Tosi
accadde…oggi: nel 1937 nasce Simonetta Tosi
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  Simonetta Landucci, meglio conosciuta col cognome da coniugata come Simonetta Tosi (Perugia, 19 novembre 1937 – Roma, 7 novembre 1984), è stata una biologa e medico italiana.
Nacque a Perugia e si laureò in scienze biologiche presso l’Università di Pavia nel 1960. Con una borsa di studio dell’IFUW (International Federation of University Women)[1], ebbe l’opportunità di rimanere due anni presso…
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    San Galgano e la spada nella roccia
che il vero mito sia Re Artù?
    San Galgano e la spada nella roccia
    Ci troviamo in località Montesiepi a Chiusdino, in provincia di Siena, qui scopriamo che la “spada nella roccia” esiste veramente.
Non ci credete? Entrate nella Rotonda di Montesiepi, così è nominato il suo Eremo, vicino alle rovine dell’enorme Abbazia Circense di San Galgano e sorpresa in terra dentro una cupola di vetro si trova una spada medievale infilata nella roccia.
    Re Artù e la spada nella roccia
    Sembrerebbe e qui è d’obbligo il condizionale, perché non c’è nulla di certo, ancora molti studi sono in atto per averne una minima certezza, che la storia della Spada nella Roccia di Re Artù, sia nata da qui.
Noi tutti conosciamo la storia di Artù, che estrae la spada e sembra che lo spunto, nel Ciclo Arturiano, sia nato proprio da questa spada e in onore a San Galgano, anche qui sembrerebbe, che uno dei Cavalieri della Tavola Rotonda, certo Galagin o Gawain, sia in riferimento a San Galgano come si vede, nel brano della leggenda di Artù di Britannia, incisa sull’archivolto della Porta della Pescheria di Modena.
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L’archivolto della Porta della Pescheria con il brano della leggenda di Artù di Britannia
Il particolare dove è rappresentato Artù di Britannia
Particolare della Porta della Pescheria dove rappresenta Galvagin
  La Storia di Galgano Guidotti il Santo Cavaliere di Dio
  Non vi è una grossa documentazione su Galgano Guidotti, anche il suo stesso cognome è incerto, probabilmente nato nel 1148 a Chiusdino, da una famiglia nobile, con  una vita dedita a guerriero, quale cavaliere medievale, in un’epoca di violenze, soprusi e stupri vissuti anche in modo ludico, come manifestazione di vigore e vitalità.
Ebbe una gioventù basata su una vita sregolata e lussuria, Fino al momento in cui si volse alla religione e all’eremitismo e a diventare un Cavaliere di Dio, come profetizzatogli da Misser santo Micchele arcangelo, ebbe infatti due visioni successive in cui l’arcangelo Michele gli indicò il suo percorso di vita, nella prima, era tracciato il suo destino di cavaliere sotto la sua protezione, mentre nella seconda l’arcangelo lo invitava a seguirlo.  
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  Galgano, lo seguì e raggiunse Montesiepi, dove si trovò dinanzi alla visione di un edificio rotondo e ai dodici apostoli, che lo accolsero e aprendo un libro sacro apparve il Creatore, che lo convertì definitivamente.
Ritornò in ogni caso alla sua vita di dissolutezze e lussuria, finchè non accadde un secondo episodio, che segnò definitivamente il suo destino.
In una tranquilla giornata il proprio cavallo si rifiutò di continuare il cammino, prendendo di sua iniziativa il percorso da seguire, riconducendolo a Montesiepi, esattamente nello stesso luogo dove precedentemente aveva incontrato i dodici apostoli.
  La Spada nella Roccia di San Galgano
    La definitiva consacrazione di San Galgano alla vita da eremita
    Non avendo più dubbi, quello era un luogo sacro e, come tale, meritava un’identità, una croce.
Cercò del legname per costruirla, ma, non trovandone, decise prendere la propria spada e conficcarla nella roccia, apparendo così una croce perfetta a chiunque la guardasse, poi prese il proprio mantello e lo indossò come saio.
A quel punto sentì una voce santa che lo invitò a fermarsi per tutta la vita in quel luogo, Galgano accettò di nuovo l’invito, diede inizio alla sua autentica vita da eremita nella quale lottò e sconfisse, con la sua fermezza, il demonio che lo tentava.
Durante un suo pellegrinaggio presso le basiliche romane, tre monaci invidiosi, tentarono di estrarre la spada nella roccia per rubarla e qui un’altra attinenza con la leggenda di Re Artù, non essendoci riusciti la spezzarono, il castigo divino fu immediato e risolutivo, uno cadde in un fiume ed annegò, un altro fu incenerito da un fulmine ed un terzo fu afferrato per un braccio da un lupo e trascinato via, ma si salvò invocando Galgano. Secondo la leggenda, le mani mummificate conservate nella cappella attigua, sarebbero proprio quelle del monaco invidioso ma con tutta probabilità si tratta dei resti dei primi seguaci di San Galgano.
Le mani mummificate del ladro della spada nella roccia
Al suo ritorno dal pellegrinaggio, Galgano trovò la spada rotta e provò un grande dolore, ritenendosi responsabile per essersene allontanato; Dio però, volendolo consolare, gli disse di ricomporre la spada posando il pezzo rotto sulla parte infissa nella roccia e i due pezzi si saldarono perfettamente.
Galgano rimase a Montesiepi in meditazione e preghiera, fino al giorno in cui la voce di Dio, in una luce immensa, gli annunciò la sua morte.
Quattro anni dopo fu proclamato Santo e sulla sua capanna, all’interno della quale vi era la Spada nella Roccia e il sepolcro di San Galgano, fu edificata la Rotonda di Montesiepi.
Circa cento anni dopo fu costruita la Grande Abbazia un po’ più a valle rispetto l’eremo.
  L’Abbazia di San Galgano vista lateralmente
    L’Abbazia di San Galgano
    E’ un Monastero Cistercense voluto dal vescovo Ildebrando Pannocchieschi e ai monaci cistercensi, venuti in contatto con San Galgano, nei suoi ultimi anni di vita, venne data la possibilità di fondare la prima comunità monastica.
I lavori per l’ultimazione della Grande Abbazia, procedettero molto speditamente, grazie anche l’enorme patrimonio fondiario, che i monaci erano riusciti ad accumulare, grazie alle numerose concessioni ecclesiastiche che permise loro di entrare in possesso dei beni delle abbazie benedettine dei dintorni, divenne così la più potente fondazione cistercense in Toscana.
La grande ricchezza dell’abbazia portò i suoi monaci ad assumere una notevole importanza economica e culturale tanto da spingere la Repubblica di Siena a stringere stretti legami con la comunità.
L’interno dell’Abbazia di San Galgano
Dopo diverse vicissitudini, come l’abbandono dei monaci cistercensi, sciacallaggi e ruberie e la rimozione del tetto in piombo, le strutture cominciarono a deperire.
Per arrivare nella prima metà del Settecento, che il complesso risultava ormai crollato in più parti e quelle ancora in piedi, lo erano ancora per poco, dopo che un fulmine lo aveva colpito, crollò anche il campanile, salvandosi solo la campana maggiore, che dopo pochi anni venne fusa e venduta come bronzo.
Venne poi trasformata in una fonderia, mentre i locali del monastero diventarono la sede di una fattoria e vennero parzialmente restaurati e nel 1924 vi fu un definitivo restauro conservativo di quello che era rimasto.  
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  La Cappella di San Galgano a Montesiepi
    Come detto fu edificata dove sorgeva la capanna di Galgano, è di forma circolare e vi è conservata la spada che, secondo la tradizione, Galgano Guidotti avrebbe infisso nella roccia in segno di rinuncia alla vita mondana.
In seguito venne ingrandita, realizzando l’atrio e la cappella laterale, venne aggiunta anche la parte superiore esterna del tamburo e il campanile a vela.
L’eremo o la Rotonda di San Galgano
Sopra al tetto venne realizzata la lanterna cieca e venne costruita sulla destra della cappella la casa canonica e gli edifici ad uso agricolo.
Si narra che esista una storia, che lega San Galgano, l’Eremo di Montesiepi ed il Santo Graal, secondo alcuni, a Montesiepi è seppellito il Santo Graal,che ricordiamo è il calice usato da Gesù nell’ultima cena o la coppa usata dalla Maddalena per raccogliere il Sangue di Gesù.
Probabilmente in qualche sotterraneo irraggiungibile, intorno al 1200 vi fu nascosto il Santo Graal e San Galgano ancora lo difende, per scendere in questo sotterraneo, bisogna spostare una pietra, che fino ad oggi però non è stata ancora scoperta.  
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  l’evento del solstizio d’estate
    Il 21 giugno di ogni anno, al solstizio d’estate, al sorgere del sole, un raggio di luce penetra nell’eremo dalla monofora posta dietro all’altare, forma un cerchio luminoso sulla parete, che pian piano si sposta fino a toccare la spada e il sepolcro di San Galgano.
Quando mi dissero che avevamo la spada di Re Artù in Italia, cioè la spada nella roccia, chiesi se avevano visto anche mago Merlino e Biancaneve, poi quando mi fecero vedere alcune foto della spada, rimasi a bocca aperta e non volli crederci, secondo me era tutta un’attrazione turistica ma mi documentai e quando in mezzo a scartoffie varie, trovai la relazione, dell’indagine metallografica del prof. Luigi Garlaschelli dell’università di Pavia, che ha certificato la sua autenticità quale arma del XII secolo e che sotto l’elsa, dentro la roccia la spada, ha una continuazione ma che non si può stabilire se sia stata incastrata o infilata in una fenditura della pietra, volli vederla di persona e vi giuro che ne è valsa veramente la pena, per le sensazioni che si provano.  
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  San Galgano lo sapevate che la spada nella roccia esiste San Galgano e la spada nella roccia che il vero mito sia Re Artù? Ci troviamo in località Montesiepi a Chiusdino, in provincia di Siena, qui scopriamo che la “spada nella roccia” esiste veramente.
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