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Un Pomeriggio con l'Opera Buffa al Museo Gambarina di AlessandriaIl 20 ottobre, musica, storia e bel canto per riscoprire la tradizione dell’opera comica italiana
Domenica 20 ottobre 2024, il Museo C'era una volta, noto come Museo della Gambarina, ad Alessandria, ospiterà un evento dedicato alla tradizione dell'opera buffa, con un pomeriggio musicale intitolato Parlando… Scherzando… Cantando.
Domenica 20 ottobre 2024, il Museo C’era una volta, noto come Museo della Gambarina, ad Alessandria, ospiterà un evento dedicato alla tradizione dell’opera buffa, con un pomeriggio musicale intitolato Parlando… Scherzando… Cantando. L’evento, con ingresso libero e inizio alle ore 17:00, offrirà agli spettatori un viaggio tra celebri arie e duetti dell’opera comica italiana, con un repertorio che…
#20 ottobre 2024#Alessandria#arie d&039;opera#bel canto#canto lirico#Commedia dell&039;arte#Concerti#Conservatorio Antonio Vivaldi#Cultura italiana#divulgazione storica#Donizetti#duetti musicali#Elena Bakanova#Eventi culturali#Eventi Gratuiti#Evento musicale#gambarina#Kaiqui Zhong#maschere italiane#museo C&039;era una volta#Museo Gambarina#Musica Classica#opera buffa#opera comica#Parlando Scherzando Cantando#Pianoforte#Piercarlo Fabbio#Rossini#spettacolo ad Alessandria#storia della musica
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Del Super-Io cartaceo e dei suoi sensi di colpa sarebbe relativamente facile sbarazzarsi, se solo fossimo animali razionali. Umberto Eco, con generoso spirito tomistico, offrí la prova matematica dell’implausibilità delle richieste che quello scaffale tirannico fa gravare sulla nostra psiche. In una Bustina di Minerva del 1997, Quanti libri non abbiamo letto?, Eco prendeva come riferimento il Dizionario Bompiani delle Opere: «Nell’edizione attualmente in commercio, le Opere contano 5450 pagine. Calcolando a occhio che vi siano in media tre opere per pagina, abbiamo 16350 opere». Non generiche opere, badate, ma classici. Sedicimilatrecentocinquanta classici. Proponeva poi di stimare in quattro giorni il tempo che un lettore medio (uno che ha anche altre cose da fare nella vita) impiega a leggere un libro: «Ora quattro giorni per ogni opera registrata dal Dizionario Bompiani farebbe 65 400 giorni: dividete per 365 e avete quasi 180 anni. Il ragionamento non fa una grinza. Nessuno può aver letto o leggere tutte le opere che contano». Pare facile, vero? Eppure il lettore nevrotico ancora si accosta alle nuove letture facendosi scudo della piú comica, della piú sconsiderata, della piú folle delle metafore: colmare lacune
[...]
Se provassimo a risalire da questa immagine del gruviera culturale all’equazione che può averla generata, scopriremmo che il lettore nevrotico è convinto di avere un’aspettativa di vita che si aggira tra i settecento e gli ottocento anni
[...]
Eppure esiste un luogo in cui continua a vivere la sua vita sonnecchiante, discreta, inavvertita. Questo luogo sono gli scaffali della nostra libreria. Lí la lettura liberata dal tempo non vive solo come vestigio nei libri che abbiamo letto da bambini e che conserviamo perché ci ricordino dei giorni andati; vive anche, segretamente, nei libri che non abbiamo letto ancora e che probabilmente non leggeremo mai. Non trovate che ci sia qualcosa di consolante, in questa dismisura? Il silenzio eterno delle biblioteche infinite non mi spaventa, ma mi rasserena
[...]
È vero, un classico è «qualcosa che tutti vogliono aver letto e nessuno vuole leggere», e quanto piú alta è la montagna di pagine che s’interpone tra il leggere, infinito presente, e l’aver letto, infinito passato, tanto piú possiamo esser certi che quel desiderio resterà inappagato
Cit. "Il lettore sul lettino. Tic, manie e stravaganze di chi ama i libri"
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#libro#leggere#lettura#incompleto#incompletezza#bookblr#booklovers#bookslover#books#leggere che passione#impossibile#vita#tempo#libreria#citazione#il lettore sul lettino
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Milano. Torna dal 21 Giugno "Estate al Castello": sul palco concerti e spettacoli fino all'8 Settembre
Milano. Torna dal 21 Giugno "Estate al Castello": sul palco concerti e spettacoli fino all'8 Settembre. Milano, 15 aprile 2024 – Partirà il 21 giugno la nuova stagione di "Estate al Castello", la rassegna di spettacoli live promossa e coordinata dal Comune di Milano nell'ambito del palinsesto "Milano è Viva", anche quest'anno sul palco del Cortile delle Armi del Castello Sforzesco con 71 spettacoli live, dal 21 giugno all'8 settembre. Con diversi appuntamenti gratuiti e molti a prezzo calmierato (con ingresso inferiore o uguale a 15 euro), la rassegna anche quest'anno può contare su una platea di 2300 posti, che ha permesso di inserire in programma nomi di grande prestigio e richiamo dal mondo musicale italiano e internazionale come Ariete, Venerus, Margherita Vicario, Calexico, The Cinematic Orchestra, Tullio De Piscopo, Yves Tumor, Marlene Kuntz, Dente, Daniele Silvestri e Cristina Donà ma anche dal mondo della divulgazione scientifica, narrativa e comica come Mario Calabresi, Massimo Recalcati, Alessandro Bergonzoni, Arianna Porcelli Sofanov. Anche in questa edizione, "Estate al Castello" unisce in un unico calendario diverse arti performative: la musica, il teatro, la narrazione, la club culture, la danza. La rassegna, programmata quest'anno sotto la direzione artistica di Giulia Cavaliere, si aprirà il prossimo 21 giugno in occasione della Festa Internazionale della Musica con il concerto di Ariete, classe 2002 e straordinaria rivelazione sanremese del 2023 con un passato nella discografia indipendente, voce innovatrice nel panorama della musica d'autore italiana. A chiudere, in una due giorni firmata ARCI, ci saranno invece Cristina Donà e Margherita Vicario, due cantautrici di alto profilo, la prima con alle spalle una lunga storia artistica e la seconda vera e propria rivelazione degli ultimi anni, proprio in queste settimane nelle sale italiane come regista e autrice del film "Gloria!". Oltre alla musica, che ritrova anche realtà nate in città come il CPM di Franco Mussida, anche il teatro avrà grande spazio in rassegna: dai grandi teatri cittadini - come il Piccolo Teatro d'Europa, il Teatro Franco Parenti e il Teatro Carcano - fino alle tante realtà teatrali più piccole e militanti che rendono vivo quotidianamente il tessuto culturale milanese, tra cui: Manifatture Teatrali Milanesi, Compagnia Corrado D'Elia, PACTA arsenale dei teatri, Spazio Tertulliano e Atir. Accanto a queste, alcune proposte ibride, tra teatro e performance, come DRAMA, il queer cabaret più grande d'Italia, che prenderà vita al Castello Sforzesco nel weekend del Pride, il 30 giugno; oltre a numerosi talk e spazi di divulgazione con protagonisti d'eccellenza, da Mario Calabresi a Massimo Recalcati. Una precisa volontà dell'Amministrazione nella creazione del palinsesto è stata sin dal principio quella di dare spazio a realtà sociali e culturali diverse: sul palco del Castello Sforzesco ci saranno anche due spettacoli organizzati dagli operatori Opera Liquida e Le Crisalidi, che vedranno come protagonisti in scena detenuti ed ex detenuti; e poi spettacoli di danza e quelli pensati per i più piccoli, fino alle serate organizzate da un'importante realtà cittadina come Santeria - che la notte di Ferragosto darà vita al Gran Ballo di Mezza Estate in pieno stile Balera dell'Ortica al centro del Castello. Non mancheranno dj set con protagonisti di rilievo tra cui Mike Joyce degli Smiths, Venerus e Max Cooper. All'interno della rassegna troveranno inoltre spazio due veri e proprio micro-festival: due serate, il 26 e il 27 giugno, organizzate dal Festival della Bellezza e le due serate finali organizzate da ARCI.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, un post letterario che riprende alcuni brani di questo testo umoristico di Giulio Cesare Croce con una piccola introduzione e una breve biografia dell'autore. Quando frequentavo le scuole medie, nel 1973, nella nostra antologia - LA LETTURA. ANTOLOGIA CON LETTURE EPICHE di Italo Calvino e Giambattista Salinari, Zanichelli Editore, un libro bello corposo per ogni annualità, oltre all'epica, alle poesie e a vari testi letterari di autori classici vi erano anche testi più umoristici, tratti da opere di scrittori di assoluta genialità. Tra questi vi erano brani tratti dal Bertoldo di Croce che, con i testi del Don Chisciotte di Cervantes, erano tra i miei preferiti; non a caso molti anni anni dopo la mia tesi di laurea si occupò proprio del fenomeno umoristico. A distanza di 50 anni, e dopo aver sofferto parecchio durante la mia complicata esistenza, a soli pochi mesi dalla morte di mia madre, dedico questo post a Bertoldo e al suo autore, memore dei miei anni più spensierati, quando dopo delle intese giornate scolastiche ritornavo a casa e potevo beneficiare della presenza dei miei genitori, di una realtà che non ritornerà mai più. Restano solo i ricordi, la nostalgia, la meloanconia, la sofferenza e la lieve funzione terapeutica della letteratura. Giulio Cesare Croce è stato uno scrittore e drammaturgo italiano del XVI secolo, noto principalmente per essere l'autore della popolare opera comica "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", la cui trama ruota attorno alle avventure di due contadini, Bertoldo e Bertoldino, e del loro amico Cacasenno. Figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura. Non ebbe mai mecenati particolari, e lasciò gradualmente la professione di famiglia per fare il cantastorie. Acquisì fama raccontando le sue storie per corti, fiere, mercati e case patrizie. Si accompagnava con un violino. L'enorme sua produzione letteraria deriva da una autoproduzione delle stampe dei suoi spettacoli. Ebbe due mogli e 14 figli e morì in povertà. L'opera di Croce è caratterizzata da un umorismo vivace, un linguaggio colloquiale e una satira sociale che prende di mira le convenzioni e le ipocrisie del suo tempo. "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" è diventato un classico della letteratura comica italiana e ha avuto una grande influenza sulla tradizione del teatro popolare. Una forma scritta precedente come fonte fu il medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi. Oltre a "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", e ad un romanzo successivo sempre dello stesso filone, Croce scrisse anche altre opere, tra cui commedie, numerosi libretti brevi in prosa e poesia, che abbracciano vari generi letterari della tradizione popolare e raccolte di novelle.
Giulio Cesare Croce L'autore riprese temi popolari del passato, come la storia di Bertoldo, ambientandola alla corte di re Alboino a Verona e a Pavia. Nella sua versione più organica, rese la storia meno licenziosa e attenuò la rivalsa popolare verso i potenti. Aggiunse un seguito riguardante il figlio di Bertoldo, chiamato Bertoldino, e successivamente un altro seguito elaborato da Adriano Banchieri, chiamato Novella di Cacasenno. Questi racconti furono poi adattati in tre film, nel 1936, nel 1954 e l'ultimo del 1984, diretto dal grande Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi. In Bertoldo, l'autore confessò forse le sue aspirazioni personali, rappresentando il rozzo villano come un autodidatta desideroso di fortuna e mecenati. La sua produzione letteraria contribuì significativamente allo sviluppo della commedia dell'arte italiana e alla diffusione della cultura popolare nel XVI secolo, diventando così uno dei precursori della commedia italiana, apprezzata ancora anche oggi. I suoi scritti inoltre contribuirono anche alla grande letteratura carnevalesca, un importante filone identificato per la prima volta da Michail Bachtin, che tra i suoi esponenti conta tra gli altri Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes e Dostoevskij. Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nel tempo che il Re Alboino, Re dei Longobardi si era insignorito quasi di tutta Italia, tenendo il seggio reggale nella bella città di Verona, capitò nella sua corte un villano, chiamato per nome Bertoldo, il qual era uomo difforme e di bruttissimo aspetto; ma dove mancava la formosità della persona, suppliva la vivacità dell'ingegno: onde era molto arguto e pronto nelle risposte, e oltre l'acutezza dell'ingegno, anco era astuto, malizioso e tristo di natura. E la statura sua era tale, come qui si descrive. Fattezze di Bertoldo. Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi. Insomma costui era tutto il roverso di Narciso. Audacia di Bertoldo. Passò dunque Bertoldo per mezzo a tutti quei signori e baroni, ch'erano innanzi al Re, senza cavarsi il cappello né fare atto alcuno di riverenza e andò di posta a sedere appresso il Re, il quale, come quello che era benigno di natura e che ancora si dilettava di facezie, s'immaginò che costui fosse qualche stravagante umore, essendo che la natura suole spesse volte infondere in simili corpi mostruosi certe doti particolari che a tutti non è così larga donatrice; onde, senza punto alterarsi, lo cominciò piacevolmente ad interrogare, dicendo: Ragionamento fra il Re e Bertoldo. Re. Chi sei tu, quando nascesti e di che parte sei? Bertoldo. Io son uomo, nacqui quando mia madre mi fece e il mio paese è in questo mondo. Re. Chi sono gli ascendenti e descendenti tuoi? Bertoldo. I fagiuoli, i quali bollendo al fuoco vanno ascendendo e descendendo su e giù per la pignatta. Re. Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle? Bertoldo. Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti. Re. Come gli hai tu, se sono tutti morti? Bertoldo. Quando mi partii da casa io gli lasciai che tutti dormivano e per questo io dico a te che tutti sono morti; perché, da uno che dorme ad uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte. Re. Qual è la più veloce cosa che sia? Bertoldo. Il pensiero. Re. Qual è il miglior vino che sia? Bertoldo. Quello che si beve a casa d'altri. Re. Qual è quel mare che non s'empie mai? Bertoldo. L'ingordigia dell'uomo avaro. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un giovane? Bertoldo. La disubbidienza. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un vecchio? Bertoldo. La lascivia. Re. Qual è la più brutta cosa che sia in un mercante? Bertoldo. La bugia. Re. Qual è quella gatta che dinanzi ti lecca e di dietro ti sgraffa? Bertoldo. La puttana. Re. Qual è il più gran fuoco che sia in casa? Bertoldo. La mala lingua del servitore. Re. Qual è il più gran pazzo che sia? Bertoldo. Colui che si tiene il più savio. Re. Quali sono le infermità incurabili? Bertoldo. La pazzia, il cancaro e i debiti. Re. Qual è quel figlio ch'abbrugia la lingua a sua madre? Bertoldo. Lo stuppino della lucerna. Re. Come faresti a portarmi dell'acqua in un crivello e non la spandere? Bertoldo. Aspettarei il tempo del ghiaccio, e poi te la porterei. Re. Quali sono quelle cose che l'uomo le cerca e non le vorria trovare? Bertoldo. I pedocchi nella camicia, i calcagni rotti e il necessario brutto. Re. Come faresti a pigliar un lepre senza cane? Bertoldo. Aspettarei che fosse cotto e poi lo pigliarei. Re. Tu hai un buon cervello, s'ei si vedesse. Bertoldo. E tu saresti un bell'umore, se non rangiasti. Re. Orsù, addimandami ciò che vuoi, ch'io son qui pronto per darti tutto quello che tu mi chiederai. Bertoldo. Chi non ha del suo non può darne ad altri. Re. Perché non ti poss'io dare tutto quello che tu brami? Bertoldo. Io vado cercando felicità, e tu non l'hai; e però non puoi darla a me. Re. Non son io dunque felice, sedendo sopra questo alto seggio, come io faccio? Bertoldo. Colui che più in alto siede, sta più in pericolo di cadere al basso e precipitarsi. Re. Mira quanti signori e baroni mi stanno attorno per ubidirmi e onorarmi. Bertoldo. Anco i formiconi stanno attorno al sorbo e gli rodono la scorza. Re. Io splendo in questa corte come propriamente splende il sole fra le minute stelle. Bertoldo. Tu dici la verità, ma io ne veggio molte oscurate dall'adulazione. Re. Orsù, vuoi tu diventare uomo di corte? Bertoldo. Non deve cercar di legarsi colui che si trova in libertà. Re. Chi t'ha mosso dunque a venir qua? Bertoldo. Il creder io che un re fosse più grande di statura degli altri uomini dieci o dodeci piedi, e che esso avanzasse sopra tutti come avanzano i campanili sopra tutte le case; ma io veggio che tu sei un uomo ordinario come gli altri, se ben sei re. Re. Son ordinario di statura sì, ma di potenza e di ricchezza avanzo sopra gli altri, non solo dieci piedi ma cento e mille braccia. Ma chi t'induce a fare questi ragionamenti? Bertoldo. L'asino del tuo fattore. Re. Che cosa ha da fare l'asino del mio fattore con la grandezza della mia corte? Bertoldo. Prima che fosti tu, né manco la tua corte, l'asino aveva raggiato quattro mill'anni innanzi. Re. Ah, ah, ah! Oh sì che questa è da ridere. Bertoldo. Le risa abbondano sempre nella bocca de' pazzi. Re. Tu sei un malizioso villano. Bertoldo. La mia natura dà così. Re. Orsù, io ti comando che or ora tu ti debbi partire dalla presenza mia, se non io ti farò cacciare via con tuo danno e vergogna. Bertoldo. Io anderò, ma avvertisci che le mosche hanno questa natura, che se bene sono cacciate via, ritornano ancora: però se tu mi farai cacciar via, io tornerò di nuovo ad insidiarti. Re. Or va'; e se non torni a me come fanno le mosche, io ti farò battere via il capo.
Bertoldo e il suo asino Astuzia di Bertoldo. Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: Bertoldo. Eccomi, o Re, tornato a te. Re. Non ti diss'io che, se tu non tornavi a me come mosca, ch'io ti farei gettar via il capo dal busto? Bertoldo. Le mosche non vanno elleno sopra le carogne? Re. Sì, vanno. Bertoldo. Or eccomi tornato sopra una carogna scorticata e tutta carica di mosche, come tu vedi, che quasi l'hanno mangiata tutta e me insieme ancora: onde mi tengo aver servato quel tanto che io di far promisi. Re. Tu sei un grand'uomo. Or va, ch'io ti perdono, e voi menatelo a mangiare. Bertoldo. Non mangia colui che ancora non ha finito l'opera. Re. Perché, hai tu forse altro da dire? Bertoldo. Io non ho ancora incominciato. Re. Orsù, manda via quella carogna, e tu ritirati alquanto da banda perché io veggio venire in qua due donne che devono forse voler audienza da me; e come io le avrò ispedite, tornaremo di nuovo a ragionare insieme. Bertoldo. Io mi ritiro, ma guarda a dare la sentenza giusta. Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie. Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: “Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio”. La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano. Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina. I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo. Le guardie, vedendo Bertoldo innanzi agli altri, pensando che esso fusse il capo di tutti, lo lasciarono passare senza fargli offesa alcuna, e quando giunsero i servi gli cominciarono a tempestare di maniera con quei bastoni che gli ruppero le braccia e la testa, e in somma non vi fu membro né osso che non avesse la sua ricercata di bastone. sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire. Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto. Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non poteva(si) comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro. Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno. Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare. Ma avendo indosso quella veste, ch'era lunga, né avendola tirata ben dentro del forno tutta, essendone restata fuori un lembo, volse la sua mala sorte ch'ivi venne a passare una vecchia appresso al detto forno, e conosciuto l'orlo della veste, che pendeva fuori, che quella era una delle vesti della Regina, si pensò che la Regina fusse rinchiusa nel detto forno; onde andò in un tratto da una sua vicina e gli disse che la Regina era in quel forno. Andò colei seco e, guardando nel forno, vidde la detta veste, e, conoscendola, lo disse ad un'altra, quell'altra ad un'altra e così di mano in mano a tale che non fu meza mattina che per tutta la città andò la nuova che la Regina era in un forno dietro le mura della città. Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto. Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale. Bertoldo è tirato fuori del forno e il Re sdegnato dice: Re. Pur ti ci ho colto, villan ribaldo, ma a questa volta non scamperai del certo, se non sei il gran diavolo. Bertoldo. Chi non vi è non vi entri, e chi v'è non si penti. Re. Chi fa quello che non deve, gli avviene quello che non crede. Bertoldo. Chi non vi va non vi casca, e chi vi casca non si leva netto. Re. Chi ride il venere, piange la domenica. Bertoldo. Dispicca l'appiccato, egli appiccherà poi te. Re. Fra carne e unghia, nissun non vi pungia. Bertoldo. Chi è in difetto, è in sospetto. Re. La lingua non ha osso e fa rompere il dosso. Bertoldo. La verità vuol star di sopra. Re. Ancor del ver si tace qualche volta. Bertoldo. Non bisogna fare, chi non vuol che si dica. Re. Chi si veste di quel d'altri, presto si spoglia. Bertoldo. Meglio è dar la lana, che la pecora. Re. Peccato vecchio, penitenza nuova. Bertoldo. Pissa chiaro, indorme al medico. Re. Il menar delle mani dispiace fino ai pedocchi. Bertoldo. E il menar de' piedi dispiace a chi è tratto giù dalle forche. Re. Fra un poco tu sarai uno di quelli. Bertoldo. Inanzi orbo, che indovino. Re. Orsù, lasciamo andare le dispute da un lato. Olà, cavaliero di giustizia, e voi altri ministri, pigliate costui e menatelo or ora a impendere a un arbore, né si dia orecchie alle sue parole perché costui è un villano tristo e scelerato che ha il diavolo nell'ampolla e un giorno sarebbe buono per rovinare il mio stato. Su, presto, conducetelo via, né si tardi più. Bertoldo. Cosa fatta in fretta non fu mai buona. Re. Troppo grave è stato l'oltraggio che tu hai fatto alla Regina. Bertoldo. Chi ha manco ragione, grida più forte. Lasciami almeno dire il fatto mio. Re. Alle tre si fa cavallo e tu glien'hai fatte più di quattro, che gli sono state di troppo affronto. Va' pur via. Bertoldo. Per aver detto la verità ho da patir la morte? Read the full article
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RACCONTAMI SHAKESPEARE allo Spazio Teatro No'hma - Milano il 17 & 18/01
La stagione di prosa 2023/2024 dello Spazio Teatro No'hma prosegue mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio con un spettacolo dedicato a Charles e Mary Lamb, i famosi fratelli inglesi che nel 1807 pubblicarono il volume "Racconti da Shakespeare", che conquistò subito il posto tra i più affermati classici per l'infanzia.
Andrea Cioffi e Sara Guardascione della compagnia Cercamond portano in scena con "Raccontami Shakespeare" la vita tragica di questi due giovani ispirati scrittori, segnati da una terribile vicenda familiare (Mary accoltellò la madre in seguito a un raptus di follia) e le cui esistenze sembrano uscite da una tragedia del Bardo.
Uniti da un vincolo profondo, Charles e Mary Lamb condivisero amicizie e interessi letterari fino a ricevere dall'editore William Godwin – padre di Mary Shelley - l'incarico di adattare alcune opere di Shakespeare in racconti per l'infanzia.
"Abbiamo scelto di fare un lavoro di ricerca su due personaggi storici realmente esistiti perché partendo dalla loro opera abbiamo tratteggiato due caratteri moderni e affascinanti, le cui battaglie sociali e artistiche risultano ancora oggi attuali e necessarie" – spiegano i due interpreti.
"Raccontami Shakespeare" è costruito su un dialogo evocativo e ironico che alterna momenti di narrazione nei quali alcuni dei più celebri personaggi shakesperiani vivono grazie alla voce e ai sentimenti dei due autori. Il racconto diventa così una storia spietata e comica, dalle tinte gotiche, capace di trasformarsi anche in occasione di denuncia contro un sistema educativo antiquato, un teatro autoreferenziato e una deriva sociale che ha come suo stesso motore la discriminazione del più debole e del diverso.
"Questi due fratelli sono stati capaci di evadere da uno scenario macabro come quello del loro vissuto, e dall'isolamento che ne conseguì, attraverso l'amore e la dedizione al teatro, alla letteratura e alla scrittura. La Bellezza li ha salvati e sono diventati tra gli scrittori più importanti della letteratura per l'infanzia. La loro è un'opera sicuramente sovversiva e allo stesso tempo appassionata" – spiega Livia Pomodoro, presidente dello Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro.
Le date di mercoledì 17 e giovedì 18 gennaio saranno trasmesse in streaming sui canali del teatro.
L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. Per informazioni consultare il sito www.nohma.org o scrivere a [email protected].
Spazio Teatro No'hma
Stagione 2023/2024 – In Viaggio
RACCONTAMI SHAESPEARE
liberamente tratto da "Racconti da Shakespeare" e dalla vita di Charles e Mary Lamb
drammaturgia e regia: Andrea Cioffi
con Andrea Cioffi e Sara Guardascione
scene: Trisha Palma
costumi: Rosario Martone
musiche: Emanuele Pontoni
disegno luci: Danilo Cencelli
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La stagione 2023 – 24 del Teatro Donizetti di Bergamo
Per la Stagione dei Teatri 2023-2024 a Bergamo la Fondazione Teatro Donizetti ha ideato un programma che unisca la Stagione di Prosa e Altri Percorsi con la sezione Storia, Teatro e Società e includerà anche Operetta e Opera&Concerti, oltre a numerosi progetti formativi. Per la Stagione di Prosa sono sette i titoli del cartellone al Teatro Donizetti e si partirà con un importante debutto che si inserisce nelle iniziative speciali legate a Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, infatti dal 12 al 18 dicembre ci sarà Iliade. Il gioco degli dèi, progetto di Alessio Boni che sarà nelle vesti di regista, con Roberto Aldorasi e Marcello Prayer, che di attore. La Stagione di Prosa proseguirà dal 16 al 21 gennaio con Boomers, con Marco Paolini e Patrizia Laquidara, che invita a rivivere la storia dagli Anni Sessanta a oggi trasportata in un videogioco realizzato da un figlio e, dal 13 al 18 febbraio, La Maria Brasca di Giovanni Testori, con la regia di Andrée Ruth Shammah e Marina Rocco come interprete. Infine dal 27 febbraio al 3 marzo ci sarà Perfetti sconosciuti, trasposizione della commedia cinematografica ideate dal regista del film Paolo Genovese. Ancora in marzo, dal 5 al 10 arriverà La buona novella, spettacolo di teatro-canzone in cui Neri Marcorè ripercorre le canzoni dell’omonimo album di Fabrizio De André. La Stagione di Prosa 2023/24 si concluderà con Il mercante di Venezia di Shakespeare, con il ritorno di Franco Branciaroli al Teatro Donizetti, dal 9 al 14 aprile e, da mercoledì 17 a martedì 23 aprile, L’albergo dei poveri di Maksim Gor'kij in un allestimento di Massimo Popolizio, coprodotto dal Teatro Stabile di Roma e dal Piccolo Teatro di Milano. Anche Altri Percorsi si snoderà attraverso sette spettacoli, tutti al Teatro Sociale a eccezione del titolo iniziale, dove il pubblico potrà conoscere gli artisti provenienti dall’estero, come la tedesca Familie Flöz, che con Teatro Delusio farà ridere portando il pubblico nel dietro le quinte di un teatro il 21 dicembre e della compagnia umbra Politheater, che con Bubikopf - Tragedia comica per pupazzi racconterà la storia d’amore di Bubi e Hullo il 25 gennaio. A seguire ci sarà il giovanissimo gruppo dei Potenziali Evocati Multimedialiche metterà in scena Prometeo dalla tragedia di Eschilo giovedì 11 gennaio. Il ritorno al mito sarà al centro di Opα, dove l’attrice greco-svizzera Mélina Martin interpreterà Elena di Troia il 4 aprile, mentre l’universo femminile verrà esplorato da La casa degli spiriti, affresco familiare messo in scena da Silvia Giulia Mendola l’8 febbraio, e Raccontami di domani, storia dell’amicizia di due giovani donne osservata dalla serratura di un bagno, scritta e diretta dall’argentino César Brie e interpretata da Vera dalla Pasqua e da Rossella Guidotti, prevista per il 22 febbraio. Completa Altri Percorsi, giovedì 14 marzo, il ritorno di Mario Perrotta con Dei figli, vincitore del Premio Ubu 2022, sulle relazioni fra genitori e figli all’epoca del digitale, accompagnato da quattro attori e altri cinque come presenze virtuali su grandi schermi. Per la rassegna Storie, Teatro e Società, i primi due spettacoli saranno dedicati al mondo del calcio con Italia Brasile 3 a 1. Il ritorno, dove Davide Enia riprende dopo vent’anni il suo spettacolo storico, previsto per mercoledì 31 gennaio e Federico Buffa ne La milonga del fútbol, in cui venerdì 23 febbraio rievoca le figure di Renato Cesarini, Omar Sivori e Diego Armando Maradona. Gli altri due spettacoli che compongono la sezione sono Mio padre. Appunti sulla guerra civile di e con Andrea Pennacchi, che racconta la storia del padre prima della sua nascita, ripercorrendone la guerra partigiana, la prigionia, il viaggio di ritorno in una Italia devastata dalla guerra che sarà martedì 8 maggio e L’angelo della storia di Sotterraneo mercoledì 15 maggio, dove l’immagine offerta dal filosofo Walter Benjamin di un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro, diventa parte di una lunga carrellata di momenti storici con come filo rosso la potenza del racconto, visto come elemento necessario all’umanità. Read the full article
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Le Nozze di Figaro della Royal Opera House al cinema
La Royal Opera House è lieta di annunciare che giovedì 27 aprile alle ore 19.45 il pubblico di tutto il mondo potrà assistere a “Le nozze di Figaro” sul grande schermo. L’intramontabile produzione di David McVicar dell’opera comica di Mozart sarà trasmessa in 21 Paesi. Nel giorno del loro matrimonio, Figaro e Susanna sono emozionati come non mai, ma subentra un intoppo: il Conte Almaviva ha…
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Maysoon Zayid
https://www.unadonnalgiorno.it/ho-99-problemi-la-paralisi-cerebrale-e-solo-uno-dei-tanti/
Maysoon Zayid attrice e attivista di origine palestinese è la prima comica di religione islamica negli Stati Uniti e la prima persona in assoluto che si è esibita in una stand up comedy in Palestina e Giordania
Co-fondatrice e co-produttrice esecutiva del Festival del cabaret arabo-americano di New York e del Muslim Funny Fest, è stata ospite a tempo pieno a Countdown with Keith Olbermann e scrive per The Daily Beast e Glamour. Ha fatto apparizioni su 60 Minutes, ABC News e Oprah Winfrey Networks.
Ha tenuto il discorso TED più seguito del 2014 ed è stata nominata una delle 100 donne più importanti del 2015 dalla BBC.
Nata nel New Jersey nel 1974 è affetta da paralisi cerebrale.
Si è laureata alla Arizona State University e collabora con la Princeton University.
Ha iniziato come comparsa nella soap opera Così gira il mondo prima di apparire in altre serie televisive come Law & Order. Al cinema ha recitato nel film del 2008 Zohan – Tutte le donne vengono al pettine con la regia di Adam Sandler.
Nel 2006 ha debuttato nel suo primo monologo Little American Whore, andato in onda su Comedy Central.
La sua disabilità e etnia le avevano posto davanti notevoli ostacoli per questo motivo si è dedicata principalmente alle stand up comedy dove, registrando sempre il tutto esaurito, affronta in maniera esilarante argomenti politici scottanti.
Nel 2003 ha co-fondato il New York Arab-American Comedy Festival che offre spazio e visibilità ad artiste e artisti arabo-americani.
È stata nel cast del documentario The Muslims Are Coming!, gruppo di celebrità musulmane per la lotta contro l’islamofobia.
È stata la diva di Arabs Gone Wild Comedy Tour e di The Together Live Tour. Ha partecipato alla Settimana della moda di New York ed è un personaggio ricorrente in General Hospital.
La sua biografia Find Another Dream è stata un best seller.
Maysoon Zayid trascorre tre mesi all’anno in Palestina portando avanti un programma di educazione artistica per bambini disabili e orfani nei campi per rifugiati. Aiuta loro a usare l’arte per affrontare il trauma e colmare il divario tra disabili e normodotati. L’80% dei finanziamenti per questi campi arriva dal suo lavoro sul palcoscenico.
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„Opera în grădinițe și școli” îi aduce pe Bastien și Bastienne la Sala Dalles pe 15 decembrie 2022
„Opera în grădinițe și școli” îi aduce pe Bastien și Bastienne la Sala Dalles pe 15 decembrie 2022
Matineu pentru copii: Bastien și Bastienne la Sala Dalles Asociația Home of Strings organizează a doua reprezentație a operei comice Bastien si Bastienne de W.A.Mozart, într-o atmosferă de poveste, în limba română, joi, 15 decembrie, ora 10, la sala Dalles din București, în cadrul proiectului cultural educational ‘’OPERA ÎN GRĂDINIȚE ȘI ȘCOLI’’. Creând ceva frumos, întotdeauna va fi mișcare. De…
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#Bastien#Bastienne#fang shuang#Maria Ungheanu#matineu#Mozart#opera#opera comica#Opera Comică pentru Copii#opera in gradinite si scoli
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Never Gonna Snow Again by Michał Englert & Małgorzata Szumowska
It is a dreamlike, precise and profound cinematographic work that develops indirectly, because the references are conceptual and not image-based, referring the spectator to the disturbing atmosphere that Andrei Tarkovsky presented us within Stalker in 1979. The film is interesting and disturbing, satirical and curious, a cross-section of bourgeois insularity in modern Poland.
The main character is Zhenia, a young Ukrainian masseur who moves to Poland for work. Zhenia finds work in some cottages in an exclusive residence. He starts visiting, with his portable massage table, these inhabitants, almost all of whom are privileged and frustrated people prone to melancholic fantasies. The mysterious protagonist's activity is to bring hours of relief to these characters who seem to live a fake life in muffled days.
Zhenia not only gives relaxing massages, but he also knows the art of hypnosis, which makes him particularly fascinating and mysterious. He takes care of his clients and observes them deep inside, listening to them and giving them intimacy and friendship, if not pure love. But we know Zhenia is also looking for something in all this. Probably out of a conspiracy of silence, no one in the village ever asks him anything about his personal life, since he comes from a place near Chernobyl. Only the viewer, thanks to flashbacks, knows that as a child Zhenia lost his mother to nuclear fallout, and he mistook radioactive soot for snow.
The script, which comes across as comical, is extremely well-paced, explores the behaviour of the most self-centred middle-class characters and how they treat each other, their children and their employees.
Also, on the film shooting and the photographic level, we face the achievement of impeccable artistic perfection.
The elegance of the soundtrack, including Shostakovich's waltz, which was also used by S. Kubrick in Eyes Wide Shut, relaxes us and immerses us in this profound and thoughtful work, which suggests many references to other important films and is rich in sociopolitical allusions.
Directors and screenpaly: Michał Englert e Małgorzata Szumowska
Actors: Alec Utgoff
Countries: Polonia Germania
Year: 2020
Runningtime: 113 min.
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Never Gonna Snow Again by Michał Englert & Małgorzata Szumowska
A Venezia 77.
Si tratta di un opera filmica onirica, precisa e profonda che si sviluppa rimandando indirettamente, perché i riferimenti sono concettuali e non d’immagine, lo spettatore a quella atmosfera inquietante che ci presentava già Andrei Tarkovsky in Stalker nel 1979. Il film è avvincente e inquietante, satirico e curioso è uno spaccato sull insularità borghese nella Polonia moderna. Il protagonista di questa vicenda è Zhenia un giovane massaggiatore ucraino che per motivi di lavoro si trasferisce in Polonia.
Zhenia trova lavoro presso alcune villette inserite in un residence esclusivo. Comincia a fare visita, con il suo lettino per massaggi portatile, a questi abitanti, quasi tutte persone privilegiate e frustrate inclini a fantasie malinconiche. L’attività del misterioso protagonista è quella di portare delle ore di sollievo a questi personaggi che sembrano vivere una vita finta in giornate ovattate.
Zhenia non solo fa massaggi rilassanti, conosce l’arte dell’ ipnosi e questo lo rende particolarmente affascinante e misterioso. Si prende cura dei propri clienti e li osserva nel profondo ascoltandoli e dandogli intimità e amicizia se non puro amore. Ma sappiamo che anche Zhenia sta cercando qualcosa in tutto ciò. Probabilmente per omertà nessuno del villaggio gli chiede mai nulla della sua vita personale dal momento che proviene da un luogo non lontano da Chernobyl. Solo lo spettatore, grazie a dei flash back sa che da bambino Zhenia perse la madre a causa della ricaduta nucleare e lui scambiò la fuliggine radioattiva per neve.
La sceneggiatura, che a volte si rivela comica è estremamente ben curata, esplora il comportamento dei personaggi più egocentrici della classe media e di come si trattano l’un l’altro, i loro figli e i propri dipendenti.
Anche a livello filmico e fotografico ci troviamo di fronte a una realizzazione d'impeccabile perfezione artistica. L’eleganza data dalla colonna sonora, tra cui troviamo il valzer di Shostakovich usato anche da S.Kubrick in Eyes Wide Shut ci rilassa e ci fa immergere in questa opera profonda e riflessiva che ci suggerisce molti riferimenti ad altre opere filmiche importanti, nonché ricco di allusioni sociopolitiche.
Regia e sceneggiatura: Michał Englert e Małgorzata Szumowska
Attori: Alec Utgoff
Paesi: Polonia Germania
Anno 2020
Durata: 113 min.
#nevergonnasnowagain#michał englert#małgorzata szumowska#alec utgoff#venezia77#chernobyl#cinemathography#poetry#mostradelcinema#biennalecinema#film#movie#films#filmfestival
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Milano: torna il palcoscenico più importante di Vanity Fair Italia che quest'anno celebra il suo ventesimo anniversario il 25 e 26 novembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber
Milano: torna il palcoscenico più importante di Vanity Fair Italia che quest'anno celebra il suo ventesimo anniversario il 25 e 26 novembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber. Dopo il successo delle edizioni precedenti, Vanity Fair Stories, il più grande evento di Vanity Fair, torna sabato 25 e domenica 26 novembre al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano (via Larga 14) con un cast e un palinsesto mai stato così ricco di performance, sorprese e novità. Terzo e ultimo atto delle celebrazioni del ventesimo compleanno del magazine e momento di riflessione sul futuro che ci aspetta. Sul palco ci saranno i nomi di spicco del pop italiano e gli autori dei tormentoni più ascoltati in questo 2023; i protagonisti delle serie tv più apprezzate, le stelle del cinema d'autore. Ancora: scrittori e scrittrici di culto, ballerini, creator, comici e conduttori che stanno rivoluzionando i linguaggi della tv. Tra i primi grandi ospiti che hanno confermato la partecipazione: Francesco Arca, attore, è tra i protagonisti delle principali fiction Rai e Mediaset (Don Matteo, Le tre rose di Eva, Fosca Innocenti, Resta con me); Benji (Benjamin Mascolo), cantante e attore (è nel cast di After 5); Roberto Bolle, étoile; Paolo Bonolis, tra i più noti presentatori della televisione italiana; Alex Britti, cantautore, chitarrista, icona pop e blues; Cristiana Capotondi, attrice; Pietro Castellitto, attore, regista e scrittore insieme a Giorgio Quarzo Guarascio, cantautore, rapper e attore, protagonisti del film "Enea" opera seconda dello stesso Castellitto in uscita l'11 gennaio; Erin Doom, scrittrice, il suo libro Fabbricante di lacrime è stato il più venduto del 2022; Francesca Fagnani, giornalista, conduttrice dell'anno del talk Belve; Anna Foglietta, attrice e fondatrice della onlus Every Child Is My Child; Michela Giraud, comica, attrice e conduttrice tv; Levante, cantautrice tra le più talentuose del panorama italiano e scrittrice; Negramaro, band da vent'anni al centro della scena musicale italiana; Paola & Chiara, il duo canoro di sorelle più famoso d'Italia; Gabry Ponte, dj-producer italiano numero uno al mondo per ascolti su Spotify e terzo artista italiano più ascoltato al mondo su Spotify; Jack Savoretti, cantautore di fama internazionale; Sangiovanni, cantautore; The Kolors, fenomeno pop; Tlon, alias Maura Gancitano e Andrea Colamedici, filosofi e scrittori; Paola Turci, cantautrice e musicista. Sul palcoscenico di Vanity Fair Stories 2023 anche il cast della serie Netflix Suburræterna, con Carlotta Antonelli, Giacomo Ferrara e Filippo Nigro; e il cast di Un Professore 2, serie Rai Fiction-Banijay Studios Italy, prodotta da Massimo Del Frate, con Nicolas Maupas, Damiano Gavino e Domenico Cuomo. L'ingresso a Vanity Fair Stories è gratuito. Per assistere agli incontri basterà registrarsi sulla piattaforma dedicata all'interno del sito di Vanity Fair. Per chi non sarà presente, sarà possibile seguire i talk in streaming sul sito e sui canali Facebook e Instagram di Vanity Fair Italia. Hashtag ufficiali dell'evento: #vanityfairstories #20dicambiamento L'evento, Patrocinato del Comune di Milano, è reso possibile anche grazie al supporto di alcuni partner: Main Partner: ŠKODA Event Supporter: Nuvenia; Stand Up Against Street Harassment Iniziative Speciali: Cenacolo Artom; Dove; Pandora; Select Aperitivo; Think Milk, Taste Europe, Be Smart! Beauty Partner: Max Factor Media Partner: Urban Vision Si ringraziano: Rai Cinema; Tommy Hilfiger; Universal Pictures; Vision Distribution.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Demon Slayer
IN ITALIA L'ANIME E' DISPONIBILE SULLA PIATTAFORMA GRATUITA VVVVID! SUPPORTIAMOLA! -> https://www.vvvvid.it/show/869/demon-slayer
Un titolo che faceva parte della mia lista da quando uscì, e non so nemmeno spiegare perchè, non è che mi interessasse particolarmente l'ennesimo shonen alla Naruto in cui il protagonista sconfiggeva i cattivi insieme ai suoi compagni salvando il villaggio della frasca. Eppure qualcosa in Demon Slayer mi ha catturato, forse è il suo particolare stile di disegno, con i contorni neri eccessivamente ingrossati, forse il fatto che avessi visto Nezuko in ogni angolo dei social, quasi quasi la protagonista pareva lei, e dire che la sua doppiatrice avrà avuto una decina di battute al massimo in 26 episodi, eh ti piace vincere facile, gareggi con la bella addormentata che nel film della disney ne aveva ben 16. Ma anche tutti questi paffutelli e rotondetti ragazzini, la cuteness che veniva fuori nonostante la natura di shonen, insomma un po' tutte queste cose me l'avevano fatto inserire nella mia lista. E ne sono contenta, perchè è un titolo di tutto rispetto, che pur rimanendo fra i canoni dello shonen, non risulta mai troppo noioso o estenuante, alcuni clichè sono rispettati ma altri, e principalmente uno, non lo sono affatto, ed in generale questi 26 episodi si fanno guardare che è una bellezza, non hai il tempo di cominciare che già ti ritrovi a metà senza nemmeno sapere come ci sia arrivato.
Ed insomma Demon Slayer, dalla mano di Koyoharu Gotoge, schizzato in cima alle classifiche in poco tempo, parla di Kamado Tanjiro, e di come la sua vita sia stata stravolta dopo che ha trovato la sua intera famiglia trucidata in un bagno di sangue, per opera di un demone. Soltanto la sorellina, Nezuko, respira ancora, e mentre corre in mezzo alla foresta innevata con Nezuko sulle spalle, arriva Tomioka Giyu, uno spadaccino che prova ad uccidere Nezuko perchè è divenuta ormai un demone mangiauomini. Tuttavia Tomioka resta di stucco quando si rende conto che Nezuko non ha la minima intenzione di mangiarsi il fratello, che è lì accanto stremato e sanguinante, bensì lo sta difendendo. E' un comportamento assurdo per un demone, quando diventano tali perdono ogni raziocinio ed affetto e mangerebbero chiunque, com'è possibile invece che questa qui si frapponga tra Tomioka e Tanjiro? Tomioka quindi, riconoscendo che i due potrebbero essere speciali, li manda dal signor Urokodaki, un ex spadaccino molto forte, che nei successivi 2 anni allenerà Tanjiro ad essere un ammazzademoni, e terrà Nezuko al sicuro ed a riposo.
Da qui iniziano le avventure di Tanjiro e di Nezuko, i due affronteranno diverse battaglie contro numerosi e potenti demoni, e Tanjiro non smetterà mai di inseguire il suo obiettivo, ovvero trovare il demone che ha ucciso tutta la sua famiglia ed estorcergli il modo per far tornare Nezuko umana. Per farlo entrerà nella squadra degli ammazzademoni, piena di gerarchie e di spadaccini che usano le più disparate tecniche di combattimento, e conoscerà quelli che diventeranno i suoi compagni nelle sue avventure, Zen'itsu e Inosuke. Basta con gli spoiler, se volete sapere altro guardate la serie, tanto è gratuita su vvvvid.
Personalmente mi è piaciuta, non ho letto il manga ma so che è concluso quindi potrei farci un pensierino. Ma a quanto pare gli eventi sono fedeli all'opera letteraria, così come i disegni, che sono talmente versatili da ispirare profonda tenerezza o immenso disgusto, a seconda che ti trovi davanti agli occhioni rosa di Nezuko o davanti ad un demone a 300 occhi che ha appena divorato qualcuno. Pensandoci non trovo difetti, la trama scorre dinamica, non si blocca quasi mai perchè anche negli allenamenti e negli apparenti momenti di stasi ci sono rivelzioni e conversazioni importanti. Sono stati inoltre bravi a giocare coi tempi, l'allenamento di Tanjiro da Urokodaki è durato due anni, ma noi abbiamo visto solo pochi momenti narrati da Tanjiro stesso, quelli in cui ha imparato qualcosa, ed è giusto così. Stessa cosa per l'allenamento riabilitativo, alla fine della stagione. Ma come dicevo all'inizio i clichè ci sono, e non poteva mancare la sottotrama comica, Zen'itsu, che ho personalmente detestato, so che magari sarò impopolare perchè molti lo trovano tenero, ma io non lo sopportavo, ha passato più tempo a strillare e a lamentarsi che a combattere, e lo so che è un fifone, ma allora manco diventavi un ammazzademoni e trovavi un altro modo di ripagare i tuoi debiti. Stessa storia per Inosuke, questo tizio che trova comodo tenere la testa infilata dentro una testa di cinghiale, che nonostante sia un pò più potente di Zen'itsu (quando Zen'itsu è sveglio perlomeno), non fa altro che strillare di essere il più forte, di voler combattere, di essere invincibile, di essere il migliore, vi prego aiuto. Dovrebbero dare a Tanjiro un premio per la pazienza. Altro clichè tipico del genere, potrai aver incontrato un demone fortissimo, che pare invincibile, Tanjiro troverà il modo di vincere, sfoderando qualche tecnica di cui non sappiamo nulla e che non ha mai fatto vedere prima, ma mi è piaciuto che ogni tanto ha anche usato la testa, sfruttando magari la tecnica dell'avversario e rendendola inoffensiva.
Ma sono rimasta davvero stupita quando hanno fatto vedere il demone che ha ucciso la famiglia di Tanjiro, il cattivo della storia, ce lo siamo trovato davanti così, nell'episodio 7, che passeggia tranquillo per strada insieme a moglie e figlia. E volete prendermi in giro, che questa signorina abbia trovato normalissimo che suo marito abbia gli occhi rossi con le pupille verticali? Normalissimo che sia pallido come un lenzuolo? E poi essendo un demone scommetto che non può esporsi alla luce solare (anche se finora l'abbiamo visto solo di notte quindi non possiamo esserne sicuri), la signorina ha trovato normale anche questo? Sugli occhi siamo d'accordo, Tanjiro li ha color scarlatto scuro, Nezuko li ha rosa, ma sul resto?? Al solito, l'aspetto inquietante del cattivo lo notiamo solo noi spettatori, per i personaggi è assolutamente normale. Tralasciando ciò, il nemico ci viene mostrato subito, Tanjiro prova ad affrontarlo già ora, quando nemmeno i pilastri (gli ammazzademoni più forti) lo hanno mai anche solo visto in faccia. Questo mi è piaciuto, la storia si preannuncia lunga e l'espediente di farci vedere subito il nemico, che nella storia invierà alla caccia di Tanjiro i suoi scagnozzi, l'ho trovato vincente.
Insomma, i motivi per guardare Demon Slayer abbondano, ed a questi si aggiungono anche l'opening e l'ending, cantati da Lisa, e il comparto musiche in generale, che si accorda perfettamente con un ambiente ricco di arti magiche giapponesi. Nonchè una serie di situazioni stupide e comiche e di facce che urlano al meme, hanno saputo dosare bene le parti divertenti ed amalgamarle con il resto della storia.
Inoltre il carattere ed il background psicologico, non solo dei personaggi principali ma anche di quelli secondari e dei nemici, è ben delineato e sensato, ed appare chiaro come in realtà il cattivo vero e proprio sia solo uno, ovvero il cattivo della storia, mentre gli altri demoni vengono mostrati, sì spietati, ma anche impauriti e sofferenti, spesso con un passato tragico e privo d'amore, ed è in questo che Tanjiro si discosta da tutti gli altri ammazzademoni, poichè si mostra solidale e quando uccide chiede perdono. Diciamo che è una buona storia anche per questo, perchè non c'è una netta distinzione tra buoni e cattivi, perfino i pilastri, che in teoria dovrebbero essere i buoni, erano a favore dell'uccisione di Nezuko e Tanjiro, senza averli prima ascoltati o conosciuti, nemmeno il nobile capofamiglia era riuscito a convincerli del tutto.
Tiro le somme, e straconsiglio quest'anime, che ha tanto da dare e da insegnare, a presto! -sand-
PS Adoro gli orecchini di Tanjiro, prima o poi farò una linea di gioielli ispirati alle carte hanafuda, sono stupende!
#demon slayer#kimetsu no yaiba#kimetsu tanjiro#kimetsu zenitsu#kimetsu nezuko#nezuko#kamada tanjiro#anime#shonen#vvvvid#anime streaming#manga#commento#ita#italian#italiano
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Mia divertente innamorata
Dolce, comica innamorata
Mi fai ridere di tutto cuore
Le tue espressioni sono divertenti
È impossibile immortalarla in una foto
Ma sei ancora la mia opera d'arte preferita
~Achille Lauro, My funny valentine
#Achille Lauro#my funny valentine#Achilleidolimmortale#1920#Comesempremileggenelpensiero#Angelocustode
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Mia divertente innamorata Dolce e comica innamorata Mi fai ridere di tutto cuore Le tue espressioni sono divertenti Impossibili da immortalare in una foto Ma sei ancora la mia opera d’arte preferita 🌹
#mamma mia#letteralmente la prima cosa che ho detto appena ho visto la prima foto del post è stata ''che bella signorina che sei''#achille lauro#🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹🌹
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HMS Pinafore pela Orquestra Sinfônica de Campinas by El Jefe Midnight l...
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Smoking. Elegantissimo come sempre. Ezio Greggio non rinuncia alla sua verve comica e veste i panni del tenore Andrea Bocciato (cognome d’arte d...
HE IS AN HILARIOUS ITALIAN ACTOR FAKING THE OPERA SONG LIKE ‘’ I GOT MY NUTS BROKED’’ INSTEAD OF ‘’I WILL WIN’’....BECAUSE HE IS SHARING HIS BORED FEELING ABOUT THE QUARANTINE......LOL...LOL...LOL
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