#oggi urbana
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primepaginequotidiani · 4 months ago
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PRIMA PAGINA El Mundo di Oggi venerdì, 26 luglio 2024
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falcemartello · 23 days ago
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L'uomo e le alluvioni. In seguito alle catastrofiche inondazioni del 1957, a Valencia hanno intrapreso significativi cambiamenti infrastrutturali, reindirizzando il fiume Turia verso un nuovo corso a sud della città (indicato dalla linea verde).
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Tuttavia, l'espansione urbana degli ultimi decenni si è concentrata lungo questo nuovo corso. Le vittime dell'inondazione si sono avute nelle zone cerchiate in giallo. L'uomo è responsabile delle decisioni di pianificazione urbana, non la CO2. La CO2 oggi è a 420ppm, nel '57 era 310ppm.
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vintagebiker43 · 2 months ago
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La strumentalità politica del ministro Musumeci e del viceministro Bignami è evidente, soprattutto da chi qui non si è mai visto. E stavolta è degenerata nello sciacallaggio. Lo stato di emergenza è il minimo sindacale e il Commissario da Roma un errore madornale. La mia intervista a La Stampa a firma di Francesca Schianchi
«Gli ha già risposto la presidente Priolo: quei soldi li abbiamo ricevuti nel corso di 14 anni, non dieci, 40 milioni l’anno. E l’85 per cento di quelle risorse sono già rendicontate, il resto è impegnato in opere in corso. Musumeci poteva rivolgersi al ministro dell’Ambiente, e chiedergli anche se l’Emilia-Romagna è tra le regioni virtuose o meno. E poteva fargli anche un’altra domanda».
«Quanto ha speso la Regione Sicilia, quando Musumeci era presidente? Così, per fare un dibattito pubblico. È una polemica indecente, aperta nel corso di un’emergenza da chi qui, dopo il maggio 2023, non si è più fatto vedere».
«Dopo l’alluvione di maggio 2023 è venuto una volta e poi non si è più visto né sentito. La premier Meloni è venuta due volte e aveva preso un impegno importante, che purtroppo non ha mantenuto».
«Aveva promesso il rimborso del 100 per cento dei danni a famiglie e imprese. A fronte di una stima di quasi quattro miliardi, ad oggi hanno liquidato 12milioni. Mi auguro rimedi».
«Tutte le risorse sono state programmate e impegnate. Quanto ai flussi finanziari, chi amministra dovrebbe sapere che le liquidazioni avvengono a valle. Ma è incredibile che il governo, dopo aver scelto di accentrare tutta la gestione a Roma, se la prenda con gli amministratori locali. Dopo di ché, moltissimi interventi di messa insicurezza sono stati completati: se gli sfollati sono 1250 e non 45mila come l’anno scorso, è perché la maggior parte delle infrastrutture ha retto».
«Guardi che a chiedere che fossi nominato commissario furono anche i sindaci di centrodestra e tutte le parti sociali della regione. Perché le cose vanno gestite sul territorio a tempo pieno, come abbiamo dimostrato dopo il sisma del 2012. E, a differenza di questa destra, prima Errani e poi io abbiamo collaborato con tutti i governi, senza distinzione di colore politico».
«Ho detto da subito che una gestione commissariale da Roma era un errore madornale. Ma questo non toglie la mia stima per Figliuolo, che da servitore dello Stato ha fatto alle condizioni date».
«Al pari di altre, in particolare del Nord. Eravamo una terra tra le più povere del Paese nel dopoguerra, oggi siamo una delle regioni con aspettativa e qualità della vita più alte in Europa, grazie anche a tanti distretti manifatturieri e tante infrastrutture. È vero che in Italia e in Emilia-Romagna si è consumato troppo suolo: per questo abbiamo approvato una legge regionale che punta alla rigenerazione urbana e al saldo zero del consumo di suolo, la più restrittiva del Paese. Ne servirebbe una nazionale in materia: se Bignami se ne occupasse, gliene renderemmo merito».
«A me radical chic non lo ha mai detto nessuno. Però, a differenza di Bignami, io non ignoro e non nego il cambiamento climatico. La differenza è tutta qui: questa destra attacca la scienza e scarica sempre la responsabilità su altri».
«Ho apprezzato che la premier abbia chiamato la presidente Priolo e stanziato subito 20milionidi euro. Che venga dichiarato lo stato di emergenza, però, è il minimo sindacale in casi come questo».
«Musumeci e Bignami hanno fatto una conferenza stampa per attaccare Regioni e comuni mentre erano in corso i soccorsi. Sapendo di essere in difficoltà, si sono giocati il tutto per tutto. Ci provarono l’anno scorso, ci riprovano ora, mentre è proprio in situazioni come questa che le istituzioni dovrebbero pensare solo a collaborare».
«Per come l’ha posta il ministro Musumeci, è un alibi per non investire sulla prevenzione. Il compito dello Stato è fare difesa del suolo, non sponsorizzare le assicurazioni. Poi si può discutere di tutto, ma intanto le assicurazioni paghino quando c’è da pagare e le famiglie più fragili non siano tagliate fuori».
«Niente di nuovo: da mesi questa maggioranza è divisa su molte questioni».
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veggiechannel · 2 days ago
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Oggi, 21 novembre, celebriamo la Giornata Nazionale degli Alberi, una ricorrenza che invita a riflettere sull'importanza del verde urbano. Gli alberi, spesso trascurati o sottovalutati, rappresentano una risorsa fondamentale per le città. Non sono solo elementi decorativi, ma veri e propri pilastri della sostenibilità urbana, con benefici che spaziano dall’ambiente alla società, fino all’economia.
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lupo64sblog · 1 year ago
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COS' È LA DISTRAZIONE DI MASSA.
Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale  è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà.
O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi.
E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato.
Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo.
Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti  è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca.
Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
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diceriadelluntore · 9 months ago
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Concentrazioni Urbane
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Questo simpatico fiorellino è, penso, non nuovo ad ognuno di noi: è l'infiorescenza del trifoglio bianco, una pianta della famiglia delle Fabacee. È probabilmente tra le specie più comuni non solo da noi, ma in tutto il mondo, poichè è tra le preferite per i pascoli da foraggio. Per questo motivo si è diffusa in tutti e cinque i continenti.
Tra le sue particolarità, la foglia trilobata, che nei paesi anglofoni si chiama shamrock, ed è molto amata dalle api (tra le specie botaniche principali dei nostri mieli millefiori europei).
Questo fiorellino campeggia sulla homepage della GLUE, il Global Urban Evolution Project, una organizzazione internazionale di scienziati che studia come gli ambienti urbani possono modificare le evoluzioni di alcune specie di piante, quali fattori le guidano e se esistono degli ambienti simili sebbene geograficamente molto distanti tra loro che possono spingere a queste evoluzioni. Il trifoglio per le sue caratteristiche di diffusione è il candidato perfetto ad un esperimento comparativo, organizzato da questo consorzio. Infatti cresce ormai anche in tutti gli ambienti urbani prossimi a quelli rurali dove è impiegato come foraggio.
Si sa che il trifoglio produce acido cianidrico (sostanza mortale per un uomo in pochi minuti in certe quantità) sia in difesa contro la predazione sia nei periodi di siccità. Sfruttando il lavoro di scienziati e di volontari (sul sito è spiegato come) sono stati raccolti campioni provenienti da 160 città, con risultati straordinari.
I trifogli negli ambienti urbani producono meno acido cianidrico rispetto a quelli degli ambienti rurali, rispettando la logica che essendoci in città molti meno erbivori è più conveniente per la pianta sfruttare meno energie nella sua produzione. Ma la cosa sorprendente è un'altra: la quantità di acido cianidrico prodotto dalle piante in città distantissime geograficamente, da Tokyo a Londra, dalle città americane a quelle cilene, è che, tra loro, la quantità di acido cianidrico prodotto è molto più simile di quanto non lo sia con quella contenuta in un trifoglio cresciuto in un ambiente rurale. Di fatto, i trifogli urbani sono molto più simili tra loro che, per esempio, tra quelli di Londra città e zone rurali attorno Londra, delineando una sorta di evoluzione parallela urbana che ha dell'incredibile.
La storia è accenna nell'ultimo libro di Stefano Mancuso, Fitopolis, la città vivente (Laterza) che affronta un passaggio epocale: il trasferimento di una specie, la nostra, che non vive più nella natura, ma in una nicchia ecologica prodotta: la città. Questo ci espone ad una "specializzazione" che ha senso solo in un ambiente stabile, e per colpa della stessa specie, la nostra, l'ambiente non lo è più, persino nelle città. Le sfide che il cambiamento climatico portano già oggi sono decisive, e intuizioni e soluzioni le possiamo prendere proprio da un mondo, quello vegetale, che stranamente è quasi sempre fuori dai discorsi conservativi, quando è probabilmente il modo più semplice ed immediato per fare qualcosa.
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ambrenoir · 2 years ago
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L'esperimento "Universo 25" è uno degli esperimenti più terrificanti nella storia della scienza, che, attraverso il comportamento di una colonia di topi, è un tentativo da parte degli scienziati di spiegare le società umane.
L'idea di "Universo 25" è venuta dallo scienziato americano John Calhoun, che ha creato un "mondo ideale" in cui centinaia di topi avrebbero vissuto e riprodotto.
Più specificamente, Calhoun costruì il cosiddetto "Paradiso dei topi", uno spazio appositamente progettato in cui i roditori avevano abbondanza di cibo e acqua, oltre a un ampio spazio vitale.
All'inizio, ha collocato quattro coppie di topi che in breve tempo hanno iniziato a riprodursi, con conseguente rapida crescita della loro popolazione.
Tuttavia, dopo 315 giorni la loro riproduzione ha iniziato a diminuire in modo significativo. Quando il numero di roditori raggiunse 600, si formò una gerarchia tra loro e poi apparvero i cosiddetti "disgraziati". I roditori più grandi iniziarono ad attaccare il gruppo, con il risultato che molti maschi iniziarono a "collassare" psicologicamente.
Di conseguenza, le femmine non si proteggevano e a loro volta diventavano aggressive nei confronti dei loro piccoli.
Col passare del tempo, le femmine hanno mostrato comportamenti sempre più aggressivi, elementi di isolamento e mancanza di umore riproduttivo. C'è stato un basso tasso di natalità e, allo stesso tempo, un aumento della mortalità nei roditori più giovani.
Poi apparve una nuova classe di roditori maschi, i cosiddetti "bellissimi topi". Si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine o di "combattere" per il loro spazio. Tutto ciò di cui si preoccupavano era il cibo e il sonno. Ad un certo punto, "bei maschi" e "femmine isolate" costituivano la maggioranza della popolazione.
Secondo Calhoun, la fase della morte consisteva in due fasi: la "prima morte" e la "seconda morte". Il primo era caratterizzato dalla perdita di scopo nella vita al di là della semplice esistenza – nessun desiderio di accoppiarsi, crescere giovani o stabilire un ruolo all'interno della società.
Col passare del tempo, la mortalità giovanile ha raggiunto il 100% e la riproduzione ha raggiunto lo zero. Tra i topi in via di estinzione, è stata osservata l'omosessualità e, allo stesso tempo, il cannibalismo è aumentato, nonostante il fatto che ci fosse cibo in abbondanza.
Due anni dopo l'inizio dell'esperimento, nacque l'ultimo bambino della colonia. Nel 1973, aveva ucciso l'ultimo topo nell'Universo 25. John Calhoun ha ripetuto lo stesso esperimento altre 25 volte, e ogni volta il risultato è stato lo stesso.
Il lavoro scientifico di Calhoun è stato utilizzato come modello per interpretare il collasso sociale e la sua ricerca funge da punto focale per lo studio della sociologia urbana.
Attualmente stiamo assistendo a parallelismi diretti nella società di oggi... uomini deboli e femminilizzati con poche o nessuna abilità e nessun istinto di protezione, e femmine eccessivamente agitate e aggressive senza istinti materni.
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viaggiatoreantico2021 · 1 year ago
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L'esperimento "Universo 25" è uno degli esperimenti più terrificanti nella storia della scienza, che, attraverso il comportamento di una colonia di topi, è un tentativo da parte degli scienziati di spiegare le società umane…
L'idea di "Universo 25" è venuta dallo scienziato americano John Calhoun, che ha creato un "mondo ideale" in cui centinaia di topi avrebbero vissuto e riprodotto. Più specificamente, Calhoun costruì il cosiddetto "Paradiso dei topi", uno spazio appositamente progettato in cui i roditori avevano abbondanza di cibo e acqua, oltre a un ampio spazio vitale. All'inizio, ha collocato quattro coppie di topi che in breve tempo hanno iniziato a riprodursi, con conseguente rapida crescita della loro popolazione. Tuttavia, dopo 315 giorni la loro riproduzione ha iniziato a diminuire in modo significativo. Quando il numero di roditori raggiunse 600, si formò una gerarchia tra loro e poi apparvero i cosiddetti "disgraziati". I roditori più grandi iniziarono ad attaccare il gruppo, con il risultato che molti maschi iniziarono a "collassare" psicologicamente. Di conseguenza, le femmine non si proteggevano e a loro volta diventavano aggressive nei confronti dei loro piccoli. Col passare del tempo, le femmine hanno mostrato comportamenti sempre più aggressivi, elementi di isolamento e mancanza di umore riproduttivo. C'è stato un basso tasso di natalità e, allo stesso tempo, un aumento della mortalità nei roditori più giovani. Poi apparve una nuova classe di roditori maschi, i cosiddetti "bellissimi topi". Si rifiutavano di accoppiarsi con le femmine o di "combattere" per il loro spazio. Tutto ciò di cui si preoccupavano era il cibo e il sonno. Ad un certo punto, "bei maschi" e "femmine isolate" costituivano la maggioranza della popolazione. Secondo Calhoun, la fase della morte consisteva in due fasi: la "prima morte" e la "seconda morte". Il primo era caratterizzato dalla perdita di scopo nella vita al di là della semplice esistenza – nessun desiderio di accoppiarsi, crescere giovani o stabilire un ruolo all'interno della società. Col passare del tempo, la mortalità giovanile ha raggiunto il 100% e la riproduzione ha raggiunto lo zero. Tra i topi in via di estinzione, è stata osservata l'omosessualità e, allo stesso tempo, il cannibalismo è aumentato, nonostante il fatto che ci fosse cibo in abbondanza. Due anni dopo l'inizio dell'esperimento, nacque l'ultimo bambino della colonia. Nel 1973, aveva ucciso l'ultimo topo nell'Universo 25. John Calhoun ha ripetuto lo stesso esperimento altre 25 volte, e ogni volta il risultato è stato lo stesso. Il lavoro scientifico di Calhoun è stato utilizzato come modello per interpretare il collasso sociale e la sua ricerca funge da punto focale per lo studio della sociologia urbana.
Attualmente stiamo assistendo a parallelismi diretti nella società di oggi... uomini deboli e femminilizzati con poche o nessuna abilità e nessun istinto di protezione…
e femmine eccessivamente agitate e aggressive senza istinti materni.
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jacopocioni · 2 years ago
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Famiglia Aldobrandini
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Aldobrandini antica nobile famiglia fiorentina, trapiantata a Roma nel XVI secolo. In seguito, si chiamarono del Papa, quando Ippolito Aldobrandini da Fano, del ramo proveniente dalle Marche (dove suo padre Silvestro si trovava esiliato con sua moglie, per i suoi sentimenti antimedicei), venne eletto Pontefice nel 1592, con il nome di Clemente VIII. Nel medio Evo, questa famiglia si divise in tre rami: i Bellincioni furono molte volte eletti alle Magistrature della Repubblica Fiorentina. A Firenze ebbe notorietà con Aldobrandino (1388 - 1453, Magistrato dei Priori (1417), fu dei sedici Gonfalonieri di Compagnia dal 1422 al 1453 (Gonfaloniere di Compagnia porta bandiera della Milizia Urbana), dei Dodici Buonomini nel: 1429 – 1436 – 1436 – 1446, commissario a Montepulciano nel 1428, Gonfaloniere di Giustizia della Repubblica Fiorentina nel 1434. Ramo Aldobrandini di Lippo (forse derivati dai Bellincioni); gli Aldobrandini di Madonna dal quale discese Ippolito poi Papa Clemente VIII.  La famiglia attiva in Firenze si arricchì con il commercio. Il mercante Benci Aldobrandini sposò Giovanna “Bugiazza” nata Altoviti, chiamata così per la sua bontà e la dedizione a fare carità (in queste opere pie si unì anche il marito), si guadagnò l’appellativo di “Madonna”. La coppia da sposati, visse nelle case della famiglia in campo Corbolini (l’attuale piazza Madonna degli Aldobrandini), chiamata familiarmente dai fiorentini “Piazza Madonna”.  I due coniugi unirono le loro abitazioni e proprietà. Successivamente ampliate dai loro discendenti fino ad erigere nel XVIII secolo il Palazzo Aldobradini del Papa, ancora oggi esistente. Partigiano dei Medici, fu fra coloro che richiamarono dall’esilio Cosimo, mandatovi da Rinaldo degli Albizzi. Giovanni figlio di Aldobrandino (1422- 1481) tenne la carica di Gonfaloniere della Repubblica nel 1476, distaccatosi dall’appoggiare i Medici, fu costretto a ritirarsi dalla vita politica cittadina. Nel 1480 venne inviato come capitano alla città di Sarzana dove vi trovò la morte. Salvestro (1499 – 1558), studiò legge a Pisa, avversario dei Medici, fu fra coloro che cacciarono Ippolito e Alessandro nel 1527, dando vita all’ultima Repubblica. In quel periodo ricopri la carica di primo Cancelliere alle Riformagioni. Con la caduta della Repubblica e il ritorno dei Medici, nella persona di Alessandro primo Duca, venne arrestato e esiliato a Faenza, da lì nel 1533 venne trasferito a Bibbona, da dove riuscì a fuggire trasferendosi in un primo tempo a Rome in seguito a Napoli.
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Papa Clemente VIII Ippolito Aldobrandini A Napoli nel 1536, si trovava Carlo V, ospite del Viceré Don Pedro di Toledo. Si unì ad altri fuorusciti fiorentini nell’ambasceria presso l’Imperatore, per perorare le sorti della loro patria. Ma l’intento dei fiorentini non ottenne il risultato sperato, e furono costretti ancora all’esilio. Salvestro passò a Fano, Bologna, e Ferrara. In seguito, Alessandro Farnese Paolo III lo chiamò a Roma, dove in seguito fu nominato avvocato concistoriale. Ippolito suo figlio venne creato cardinale. Con l’aiuto del Farnese poté dedicarsi agli studi universitari presso le città di Padova, Perugia e Bologna. Pio V dimostrò benevolenza verso la famiglia Aldobrandini, li prese sotto la sua ala protettrice. Ippolito ebbe i titoli di: Prefetto di Castel S. Angelo, avvocato concistoriale, uditore del Camerlengo, nel 1569 uditore di Rota al posto del fratello Giovanni nominato vescovo di Imola e poi Cardinale. La nipote del cardinale Ippolito, Olimpia nata a Roma nel 1567 unica erede dei beni dei genitori Pietro Aldobrandini e Flaminia Ferracci, inquanto suo fratello Pietro venne creato cardinale dallo zio Papa Clemente VIII. Nel 1587 sposò Giovanni Francesco Aldobrandini principe di Meldola e Sarsina. Da questo matrimonio nacquero otto figli: Silvestro diventato cardinale, Margherita sposò Ranuccio Farnese IV duca di Parma e Piacenza, Elena sposò Antonio Carafa della Stadera, Giorgio principe di Meldola e Sarsina (titoli ereditati dal padre), Caterina Lesa sposò Marino Caracciolo, Ippolito cardinale, Pietro duca di Carpineto, Maria sposò Giovanni Paolo Sforza. Poi nel 1467 Olimpia sposò Camillo Pamphili. Con l’estinzione dei Pamphili beni di Margherita, passarono definitivamente ai Borghese. Con l’elezione di Ippolito a Papa, gli Aldobrandini si trasferirono definitivamente a Roma, con il dichiarato nepotismo del Pontefice, ne beneficiarono con vari titoli ecclesiastici. Per riconoscenza aggiunsero al cognome l’appellativo del Papa.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Roma, nuova street art al quartiere Settecamini
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Roma, nuova street art al quartiere Settecamini. Roma è pronta ad accogliere un nuovo capolavoro dell’urban art internazionale grazie a Street Art For Rights, il festival che dal 2020 vuole raccontare e diffondere la cultura della sostenibilità attraverso la street art. Al centro del progetto i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’agenda 2030 ONU: l’idea è quella di filtrare i 17 Goals con l’occhio dell’arte contemporanea promuovendo la realizzazione di 17 opere murarie da parte di diversi street artist nell’ottica di portare questioni sociali, economiche e culturali sui muri dei quartieri periferici della capitale, in zone conosciute per situazioni di forte difficoltà.   Rispetto per l’ambiente e arte si fondono quindi nella street art, vale a dire il linguaggio figurativo nato in strada. Scopo principe di questa espressione artistica è, infatti, la riqualificazione delle periferie tramite l’abbellimento di edifici e strutture civiche già esistenti. Combattere il grigiore del cemento con la vivacità dei colori, rendendo le città più belle e vivibili e allo stesso tempo trasmettere messaggi in maniera diretta, senza filtri o censure. Anche le strade e i muri possono diventare un mezzo per denunciare le cause del cambiamento climatico. Così writer e artisti di tutto il mondo grazie a Street Art For Rights regalano alla Capitale momenti di riflessione con opere che sensibilizzano le persone al rispetto dell'ambiente.   Dopo le opere di Attorep, Natalia Rak, Barbara Oizmud, Manuela Merlo in arte HUMAN, NSN997, Davide Toffolo e Marqus, scopriamo in anteprima il muro finito di Etnik realizzato nel quartiere Settecamini.   Obiettivo 12 - Consumo sostenibile Etnik – Quartiere Settecamini L’urban artist di fama internazionale Etnik, attivo da oltre 30 anni nella scena dell’arte urbana, per il suo murales si è ispirato al goal numero 12 con "La Casa nella Casa", il titolo del suo lavoro che oltre ad essere una visione sulla vera e propria architettura abitativa dedicata ai temi ecologici e di riciclo è allo stesso tempo uno spunto a lavorare su se stessi, sulle nostre abitudini quotidiane. Con le sue illustrazioni geometriche fatto di forme, volumi e cromatiche che talvolta portano a figure astratte, Etnik vuole rappresentare l’equilibrio precario dell’essere umano e l’incessante velocità del mondo contemporaneo. Etnik anche con questo muro porta avanti una personale ricerca artistica capace di veicolare un forte messaggio, il punto di vista dell’artista sulla città e le parti di cui si compone, e con esso sviluppare la sua peculiare poetica.   Chi è Etnik? Artista di origine svedese attualmente di stanza a Torino, è attivo nella scena graffiti writing sin dai primi anni '90. È attualmente uno degli street artist più affermati al mondo grazie al suo inconfondibile stile. Durante la sua carriera ha ricercato sempre una nuova strada per superare i limiti classici della disciplina portando la pittura murale ad alti livelli, ideando e organizzando anche eventi che hanno messo in contatto i migliori artisti del panorama europeo. Dal 2001 il suo modo di dipingere comincia ad evolversi verso forme geometriche e architettoniche, partendo dal lettering che diviene la base su cui Etnik imposta l’intero impianto concettuale e compositivo della sua ricerca artistica. Oggi lavora nel suo studio a Torino, viaggiando molto per realizzare wall painting di grandi dimensioni e partecipare ad esposizioni in galleria in tutto il mondo.     Il progetto, ideato e diretto da Giuseppe Casa e curato da Oriana Rizzuto, è organizzato dall’associazione culturale Taste & Travel in collaborazione con MArteSocial e MArteGallery e prevede un programma triennale di attività volte alla futura creazione di un museo a cielo aperto, pubblico e gratuito, al di fuori dei percorsi più battuti della Capitale.   Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, è vincitore dell'Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.   Street Art for RIGHTS è organizzato dall’Ass. cult. Taste & Travel, e fa parte delle attività sviluppate da MArteSocial, un incubatore   incentrato sulla sensibilizzazione di problematiche sociali attraverso progetti artistico-culturali che possano generare un impatto positivo sugli abitanti dei quartieri meno serviti che chiedono a gran voce servizi, cultura e integrazione. Street art for Rights è prodotto da MArtegallery e e fa parte dei progetti speciali all’interno della #BiennaleMArteLive, appuntamento biennale multiartistico e a carattere internazionale.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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gennarocapodanno · 18 hours ago
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Vomero, isola pedonale di via Luca Giordano: oggi un’ambulanza a sirene spiegate è riuscita a passare tra non poche difficoltà 
Capodanno: “Mai installati i dissuasori a scomparsa: transito e sosta a gogo” Via Luca Giordano: tratto pedonale ” Oltre sette anni fa, con ordinanza dirigenziale n. 211 del 4 aprile 2017, avente ad oggetto la regolamentazione della disciplina di accesso all’Area Pedonale Urbana (Apu) di via Luca Giordano e nei tratti successivi, in esecuzione alla Delibera di G.C. n. 102 del 2 marzo2017,…
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Gazzetta Del Sud Messina di Oggi giovedì, 26 settembre 2024
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falcemartello · 1 year ago
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COS' È LA DISTRAZIONE DI MASSA...
🔻Noam Chomsky, uno dei piu' importanti intellettuali oggi in Vita, ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
Dedicate 5 minuti e non ve ne pentirete.
Non foss'altro per ampliare le proprie conoscenze.
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà.
O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi.
E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato.
Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.
Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l'emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un'analisi razionale e, infine, il senso critico dell'individuo.
Inoltre, l'uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori".
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti ...
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s'incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.
Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca.
Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky
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enkeynetwork · 1 month ago
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bluepurpleviolatte · 1 month ago
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Diluvione Oct 2024:
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''Geograficamente parlando, nella provincia di Bologna e nei dintorni della regione Emilia-Romagna, i principali fiumi e corsi d'acqua tendono a scorrere dal sud o sud-ovest verso il nord o nord-est. Questo è dovuto alla conformazione geografica della regione, con l'Appennino Tosco-Emiliano a sud, da cui nascono molti dei fiumi, e la Pianura Padana a nord.
Alcuni esempi di fiumi che seguono questa direzione includono:
Reno: Nasce nell'Appennino e scorre verso nord attraversando Bologna, per poi dirigersi a nord-est verso il Mare Adriatico.
Sillaro: Scorre anch'esso dal sud verso il nord-est, attraversando parte della provincia di Bologna.
Savena: Altro fiume appenninico che segue una traiettoria simile, da sud a nord.
La conformazione montuosa dell'Appennino fa sì che i fiumi scendano dai rilievi verso la pianura, confluendo poi nei vari canali e fiumiciattoli che attraversano la regione.''
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''E' un fenomeno sempre più comune e preoccupante, in cui le piogge intense e prolungate, associate a un sistema idraulico inefficiente, causano gravi inondazioni e frane. E' cruciale monitorare il meteo non solo nel centro urbano di Bologna, ma anche nelle zone collinari circostanti, dove i fiumi e i torrenti possono rappresentare un rischio maggiore in caso di piogge intense.
Alcuni dei principali luoghi e corsi d'acqua da monitorare con attenzione includono:
Pianoro: Pianoro è una zona collinare a sud di Bologna e spesso soggetta a frane e alluvioni. Essendo vicino al torrente Savena, è importante tenere d'occhio le previsioni meteo in quest'area.
Fiume Idice: Le zone intorno al fiume Idice sono a rischio in caso di forti piogge. Alcune località da monitorare vicino all'Idice includono San Lazzaro di Savena e Ozzano dell'Emilia, aree vicine a corsi d'acqua vulnerabili a esondazioni.
Sasso Marconi: Situato a sud-ovest di Bologna, vicino al fiume Reno, Sasso Marconi è un'altra zona collinare da tenere d'occhio. Anche qui, il rischio di frane è elevato, e le piogge possono provocare il cedimento delle sponde del fiume.
Monghidoro e Loiano: Questi paesi situati nell'Appennino bolognese sono importanti da monitorare, poiché qui nascono numerosi piccoli torrenti che possono scorrere rapidamente verso valle durante le piogge intense, provocando frane e inondazioni.
Valsamoggia: A ovest di Bologna, questa zona attraversata dal torrente Samoggia è soggetta a fenomeni di esondazione, quindi è consigliabile osservare anche il meteo qui.
Casalecchio di Reno: A ridosso del fiume Reno, Casalecchio è un'altra area urbana che potrebbe essere colpita da piene fluviali, soprattutto in caso di forti piogge a monte.
Monitorando queste aree collinari, che sono i punti di origine dei corsi d'acqua che attraversano Bologna e i comuni limitrofi, potremo avere un'idea più precisa del rischio idrogeologico e prevenire eventuali alluvioni o frane. Anche l'osservazione delle previsioni meteo per le zone dell'Appennino bolognese è cruciale per poter agire tempestivamente in caso di emergenza.''
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''Per capire quali zone urbane sono più suscettibili agli allagamenti, come quella vicino a Porta Saragozza, è fondamentale conoscere il sistema idraulico urbano di Bologna piuttosto che concentrarsi solo sui fiumi visibili. Molte delle inondazioni urbane non sono causate da fiumi principali, ma da un complesso sistema di canali sotterranei, fognature e corsi d'acqua secondari che scorrono sotto la città e che, durante le forti piogge, possono straripare o creare fenomeni come le "geyser".
Alcuni punti importanti da considerare:
Canali sotterranei: Bologna ha una vasta rete di canali storici, molti dei quali oggi sono nascosti sotto le strade, ma ancora attivi. Il Canale di Reno e il Canale delle Moline, insieme ad altri piccoli canali, gestiscono grandi quantità di acqua, e quando questi sistemi si intasano o sono sovraccaricati, l’acqua può fuoriuscire in aree urbane.
Fognature urbane: Un sistema fognario malfunzionante o insufficiente è spesso una delle principali cause degli allagamenti in aree urbane. Quando il sistema non riesce a smaltire grandi quantità di pioggia, l’acqua può risalire attraverso i tombini, creando pozze d’acqua e vere e proprie "geyser".
Aree depresse e basse: Alcune zone della città si trovano in aree leggermente depresse o più basse rispetto al livello del resto della città. In queste aree, l'acqua tende ad accumularsi più facilmente, specialmente se la capacità di drenaggio è limitata.
Punti critici già noti: Le zone che hanno subito allagamenti in passato, come Via Saffi o Porta Saragozza, sono probabilmente già mappate come aree a rischio dagli enti locali. Conoscere quali aree storicamente soffrono di questi problemi può aiutare a prevedere i futuri allagamenti.
Per capire meglio quali zone urbane sono più suscettibili agli allagamenti, è utile:
Consultare le mappe del sistema idraulico urbano di Bologna, disponibili attraverso enti locali come il Comune o le autorità di gestione delle acque. Questo può fornire un quadro completo dei canali sotterranei, dei torrenti incanalati e del sistema fognario.
Monitorare le aree a rischio mappate dalle autorità locali per eventi idrogeologici e alluvioni. Questi dati sono spesso pubblicati in tempo reale per avvisare i cittadini durante le piogge intense.
Collaborare con esperti di ingegneria idraulica o urbanistica per comprendere le dinamiche delle acque sotterranee e le criticità infrastrutturali.
Le piogge intense e i sistemi idraulici malfunzionanti stanno creando un rischio crescente in molte città, e Bologna, con la sua complessa rete di canali sotterranei, è particolarmente vulnerabile. Conoscere meglio la struttura urbana nascosta e le sue fragilità è fondamentale per prevenire i disagi futuri.''
(text: ChatGPT; pic: Corriere della Sera 21 Oct 2024)
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genmasp · 1 month ago
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ftr: Bomber Hehhe!
Sistema Dreamcast | Produttore Fujicom | Sviluppatore Interno | Versione Giapponese | Uscita 10 gennaio 2002
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Bomber Hehee! è un titolo poco conosciuto ma intrigante nella libreria del Sega Dreamcast, noto non solo per il suo gameplay particolare, ma anche per le circostanze sfortunate che ne hanno segnato la distribuzione. Prodotto e sviluppato da Fujicom, il gioco si presenta con un’idea originale: i giocatori utilizzano esplosivi per abbattere edifici e altre strutture in scenari urbani, cercando di calcolare strategicamente dove piazzare le bombe per ottenere il massimo effetto. L’obiettivo è far crollare edifici interi nel minor numero possibile di mosse.
Nonostante l’originalità della meccanica di gioco, Bomber Hehhe! soffre di alcune limitazioni tecniche che ne compromettono l’esperienza. Le esplosioni, elemento centrale del gioco, non si traducono in crolli realistici o dinamici. Gli edifici vengono giù in maniera meccanica, senza seguire un vero e proprio comportamento fisico, rendendo l’esperienza meno coinvolgente di quanto il concept avrebbe potuto offrire. Gli sviluppatori hanno forse chiesto troppo al buon Sega Dreamcast che, per quanto potesse essere al passo con i tempi, all’epoca, non era comunque in grado di gestire una fisica tanto elaborata.
Il destino di Bomber Hehhe! venne ulteriormente compromesso dagli eventi tragici occorsi su scala mondiale. Il gioco era programmato per essere rilasciato poco dopo l’11 settembre 2001, una data che avrebbe cambiato la storia e la percezione globale della violenza urbana. A seguito degli attacchi terroristici a New York e Washington, la tematica del gioco, basata sulla distruzione di edifici tramite esplosivi, divenne estremamente delicata e controversa. Gli sviluppatori e i distributori decisero di rimandarne l’uscita, consapevoli che sarebbe stato inopportuno commercializzare un gioco di questo tipo in un clima di forte sensibilità pubblica.
Dopo numerosi rinvii, Bomber Hehhe! fu infine rilasciato solo in Giappone. Il team di sviluppo, di fronte alla complessità del contesto internazionale, decise di non distribuire il gioco al di fuori del territorio nipponico. La decisione fu in gran parte dettata dal timore che le tematiche del gioco potessero sollevare critiche pesanti nei mercati occidentali.
Oggi, il titolo Fujicom è ricordato come un titolo di nicchia, un gioco che avrebbe potuto avere un destino diverso se non fosse stato per la sua sfortunata coincidenza temporale e le inevitabili limitazioni tecniche dell’epoca.
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A story of La modalità storia di Bomber Hehhe! segue un protagonista impegnato in missioni di demolizione per conto di un’organizzazione. La trama, folle e ricca di umorismo, introduce situazioni bizzarre e personaggi stravaganti, rendendo il viaggio divertente e imprevedibile. Ogni livello propone nuove strutture da abbattere, con difficoltà crescenti. Il giocatore deve usare strategia e precisione per completare le missioni, affrontando sfide sempre più complesse e sbloccando nuovi strumenti.
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