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PRIMA PAGINA Italia Oggi di Oggi venerdì, 11 ottobre 2024
#PrimaPagina#italiaoggi quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi riforma#luso#iraniano#possibile#alleato#israele#ormai#stufato#degli#ayatollah#concordato#batte#cassa#rompe#largo#umbria#calenda
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Le peggiori schifezze si fanno di nascosto. Così, mentre la gente pensa a come arrivare a fine mese, a come pagare mutui e bollette, o a come - chi se lo può permettere - passare qualche giorno di ferie estive, il Governo Meloni ha cancellato uno dei più importanti reati nella pubblica amministrazione: l’abuso d’ufficio. Importante per i cittadini onesti, che con il reato d’abuso d’ufficio possono fermare gli appetiti e le malefatte di politici e amministratori corrotti. È da sempre stato invece inviso a chi, con l’abuso d’ufficio, ci ha costruito la propria carriera politica. Per capire quanto sia odioso l’abuso d’ufficio, oltre che grave e dannoso, ecco alcuni esempi di reato. C’è abuso d’ufficio quando: - un pubblico ufficiale concede permessi di costruzione in deroga alle normative vigenti per favorire un costruttore amico; - un funzionario pubblico assegna un appalto senza seguire le procedure di gara pubblica, favorendo una specifica azienda con la quale ha interessi personali; - un dirigente assume personale senza concorso, favorendo parenti o amici; - un funzionario comunale annulla multe a parenti o amici senza motivazioni legittime; - un amministratore distribuisce fondi a progetti gestiti da conoscenti senza seguire criteri di trasparenza; - un pubblico ufficiale utilizza auto di servizio per scopi personali. L’abuso d’ufficio è quindi uno dei reati che più allontanano i cittadini onesti dalla politica e dalle istituzioni. Da oggi, grazie al Governo Meloni, questo reato non esisterà più. Insieme a esso verranno cancellate oltre 3600 condanne e i colpevoli avranno la fedina penale ripulita da un giorno all’altro. Con questa riforma, Meloni manda al Paese un messaggio devastante: cioè che i disonesti possono continuare impunemente a delinquere; mentre dà uno schiaffo in faccia a tutti quei cittadini e a quegli amministratori che credono, o meglio, credevano nella giustizia e nell’onestà. Barbara Floridia, X
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Un film d'Evasione
da premio Oscar
ANDIAMO A VEDERE COSA C'È DIETRO :
I "picconatori" dello Stato Italiano siedono tutti quanti sui banchi del Governo, e già edificano il MONDO A ROVESCIO teorizzato dal Generale Vannacci.
Miglior attrice Protagonista:
Il meraviglioso mondo di Giorgià, degli evasori fiscali e dei loro complici seduti in Parlamento.
Da ascoltare il Podcast
"Circo Massimo" :
Chi sta minando il Bilancio del nostro paese pur di favorire le principali categorie di evasori?
Chi ?
Chiedere la Delega Fiscale per partorire una riforma fiscale che aiuta chi, già oggi, non paga le imposte, è un atto terroristico e folle che danneggia le stesse fondamenta della nostra Repubblica e rischia di mandare in pezzi in modo irreparabile la coesione sociale del nostro amato belpaese.
Nella mente della Meloni c'è questa visione folle: lasciare il peso delle imposte sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati, e per tutte le altre categorie trasformare le IMPOSTE in una scelta facoltativa:
Volete Voi, fare beneficienza a favore delle casse dello Stato?
È vostra la scelta. Vostra la benevolenza.
Siete liberi di versare un piccolo obolo per le finanze italiane, oppure andarvi a spendere quelle somme in supercar Lamborghini, Ferrari, in barche da diporto, o in attici superlusso da intestare a società di comodo da costituirsi appositamente.
Oppure potete devolvere quelle somme a società off-shore basate nei paradisi fiscali quali le isole Cayman!
Contattate al più presto il vostro Commercialista di fiducia per i dettagli e le modalità da seguire per mettere in atto la vostre benemerite volontà.
Per voi, "Facoltà e Volontà", a discrezione
Per i lavoratori dipendenti: OBBLIGHI !!!!
Le gouvernement de Giorgia Meloni fait exploser l'équilibre financier de l'État italien en criant :
" Mesdames et Messieurs, jouez à votre jeu, vive la liberté et le plaisir de s'évader !!! "
Povera patria
( FRANCO BATTIATO )
youtube
Altro che "FRATELLI D'ITALIA" !
In realtà, i veri patrioti siamo noi!
Noi, lavoratori dipendenti che paghiamo fino all'ultimo euro di Imposte e finanziamo tutti i servizi statali ( Scuola, Sanità, Infrastrutture, Forze dell'ordine, Università, Pubblica Amministrazione ed Enti Locali e (In) Giustizia, ), che poi utilizzano tutti quanti, senza averne titolo.
Apriamo gli occhi su quale film sta andando in onda oggi in Italia.
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#i complici degli evasori#chi evade è un ladro di Futuro per l'intero Sistema-Italia#Ciò che i Media della Destra non dicono.#evasione = furto legalizzato#I veri ladri del Nostro Futuro!#Riforma Fiscale targata Meloni : un atto scellerato#il vero Terrorismo sociale è quello di chi vuole disgregare l'Unità Nazionale con l'Autonomia Differenziata e la libertà d'evasione
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Fortuny nella Belle Epoque
Testi di Cristina Nuzzi, Guillermo De Osma, Sivia Fuso, Sandro Mescola, Paolo Peri, Alessandro Pestalozza, Italo Zannier, Sergio Polano, Simone Viani
Electa, Milano 1984, 220 pagine, 22x24cm, ISBN 978-8843510795
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Firenze Palazzo Strozzi Settembre Dicembre 1984
Mariano Fortuny,artista eclettico e poliedrico, disegnatore di moda e creatore di straordinari tessuti, ideatore di una riforma teatrale che rivoluzionò l’illuminotecnica, uomo della Belle Epoque che divise la sua vita tra Parigi e Venezia, dove abitò lo straordinario Palazzo – oggi sede del museo a lui dedicato – dal 1899 alla morte, trasformandolo in dimora, ma anche in laboratorio per le sue creazioni.
Sommario del libro
- Alcuni aspetti del gusto e della cultura in Europa durante la Belle Epoque - L'artista nella torre d'avorio - Fortuny artista wagneriano - Mariano Fortuny e il teatro - La trama della sua vita - Fortuny e Caramba - Fortuny e la fotografia - Fortuny e l'arte applicata necessità dell'ornamento - Il "superfluo necessario" - Oggettistica - Schede dei tessuti e degli abiti - Schede Biografiche - Bibliografia
17/01/24
#Fortuny
#BelleEpoque #fashion exibition catalogue
#Palazzo Strozzi Firenze 1984
#Mariano Fortuny
#fashion books
#fashionbooksmilano
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[...] La strategia della destra è di minimizzare le proprie capacità di male. La mediocrità dei propositi è tuttavia preoccupante, in primo luogo perché fa proseliti tra quell’area grigia che si autoproclama liberal-moderata e che pensa di avere la capacità di dare moderazione alla destra, domandone le pretese autoritarie. La mediocrità ci salverebbe, insomma; questa destra è normalizzabile. Non è più “quella” che aveva pianificato il male per mezzo della tecnologia e del legalismo, aperto le prigioni ai nemici politici e i campi di concentramento ai nemici etnici. Nulla di tutto questo. Oggi, la destra è blanda abbastanza, mediocre abbastanza, da poter essere governata; e i moderati di turno sarebbero in grado di farlo. In Europa, questa via alla normalizzazione l’ha aperta niente meno che Angela Merkel, la quale, forse anche per ragioni di interessi economici tra il suo paese e quelli dell’Europa dell’est da poco emancipati dal comunismo, pensò che fosse saggio e possibile normalizzare Viktor Orbán accogliendolo tra i popolari. Una piccola virata a destra non avrebbe cambiato il percorso della Ue, anche perché c’era comunque una forte componente socialdemocratica. Oggi, questa strada viene lambita da Ursula von der Layen, benché in una congiuntura che vede i socialisti indeboliti e le destre scalpitanti a ovest della Mosella e a sud delle Alpi. E tuttavia vi è chi, sia in Francia che in Italia, scommette sulla normalizzazione delle destra, affidandosi alla “mediocrità”: non è più la destra cattiva. Eppure, è proprio questa “mediocrità” – di contenuti e di stili – che ci dovrebbe allarmare. Violenze giustificate come “disordini”; politiche antiabortiste che diventano silenzi e rieducazione delle donne delegata a gruppi antiabortisti; decisioni repressive ma praticate su minoranze (i rave, i mascalzoncelli che marinano la scuola, i facinorosi che vanno in piazza); assalto alle libertà di scelta sessuale, ma presentato come campagna per la difesa della famiglia “naturale”; politiche di diseguaglianza sociale, ma rese come richiamo alla responsabilità personale per cui ciascuno è causa della propria miseria; politiche di dissanguamento della sanità e della scuola pubbliche, ma con l’argomento a favore della pluralità dell’offerta. Il tutto come premessa della “mediocrità” massima: una riforma della Costituzione che sottomette il parlamento all’esecutivo, ma presentata come il “far scegliere” il capo agli elettori. Plebiscito scambiato per voto elettorale. Una mediocrità rispetto al listone del 1924.
Da: La “mediocrità del male” di questa destra estrema - Nadia Urbinati, Via
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(G)li interventi della Commissione europea a cui hanno fatto seguito le “esternazioni” del Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) hanno punti comuni.
Il primo giudizio riguarda la flat tax, sempre più adottata dal popolo delle partite Iva italiane, individuata come (...) come contraria all’equità e una minaccia agli equilibri di bilancio.
Sotto accusa è lo scarso effetto redistributivo della ricchezza (sic!) e l’iniquità. (...) La flat tax incrementale (tassare in modo flat l'eventuale incremento di reddito rispetto al 2020-2022, ndr) viene inoltre accusata di essere un beneficio slegato da incrementi di produttività e destinato a pochi.
L’accusa di mancanza di equità è di parte (e inoltre) non viene supportata da una proposta. (M)anca in ogni caso il “coraggio” di riconoscere un premio al rischio connesso al lavoro autonomo. Gli effetti sulle imprese e sul lavoro autonomo provocati dal Covid prima e dall’alluvione oggi, rimangono senza riposta. (...)
(Anche) l'ammonimento sulle coperture per la flat tax potrebbe essere tacciato come superficiale. Non vengono approfonditi, infatti, gli effetti sulla crescita che ne potrebbero conseguire. (...)
Superficiale è anche la critica fatta alla proposta di sostituzione dell’Irap, un’addizionale applicata al reddito delle società. La critica omette di considerare la situazione attuale. (...) L’Irap, nella configurazione attuale, è stata allontanata dal valore aggiunto economico su cui era stata concepita, differenza tra ricavi e costi sostenuti presso altri operatori economici, per cui già oggi è un’addizionale spesso iniqua.
Altro argomento di riflessione è quello rivolto all’applicazione dell’autonomia differenziata che viene individuata come un elemento che introdurrà complessità (...) fiscale.
Quello che lascia perplessi nell’intervento della Commissione è la reiterazione fuori luogo dell’invito ad allineare i valori catastali agli attuali valori di mercato. (F)a pensare che l’intervento della Commissione rientri nella trattativa in corso con il Governo su altri argomenti: Mes e rimodulazione del Pnrr. (...)
via https://www.ilsussidiario.net/news/riforma-fiscale-dalla-flat-tax-allirap-i-giudizi-superficiali-di-ue-e-upb/2543650/
i soliti ricattatori europei chiedono il pagamento del riscatto.
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“ Un amico sacerdote mi domandò pochi giorni or sono le mie impressioni sul Concilio Ecumenico. Senza esitare gli dissi che ne avevo una: molto ferma. E cioè che i RR.PP. [Reverendi Padri] che s'eran radunati per decidere tante riforme mi parevano aver avuto poca fiducia nella loro Casa. Ora guardando storicamente le cose, la Chiesa cattolica ha passato momenti assai più brutti del presente, ed anzi mi pare che non sia stata tanto in cima alle speranze umane, alla stima degli avversari, al rispetto dei dissidenti, come oggi, e direi anzi come da quando perse il Potere Temporale; sicché non dispero che un giorno o l'altro verrà un Papa che raccomanderà preghiere di ringraziamento a Dio per quella fortunatissima data del XX Settembre. « Come, come?... », disse il mio amico e sacerdote. Proprio così, gli risposi; basta che si ricordi che cos'era la Chiesa verso il Mille, e che cos'era nel secolo XVI, e che cos'era poco prima e poco dopo la Rivoluzione francese. Nel Medio Evo spesso ridotta a feudo dei baroni che dominavano i colli intorno a Roma, nel Cinquecento corrotta nella Curia, nel Papato, e quasi prossima a diventare (se il sogno di Machiavelli si fosse trasformato in realtà) il dominio ereditario della Casa dei Borgia, e nel Settecento boccheggiante per mancanza di fede nel clero superiore ed in quello inferiore pronto a spergiurare (con venticinquemila preti apostati in Francia). Rilegga il Gregorovius (il mio amico è un uomo dotto) e guardi la descrizione dei costumi ecclesiastici nelle Memorie del Casanova. E si ricordi che soltanto da poco tempo è stato proibito dal Pontefice che un cardinale si faccia interprete in conclave dei desideri del suo principe e ponga quindi un veto alla elezione di un suo collega che a quel principe non piaccia... La Chiesa oggi è libera: ossia potente.
La Chiesa, continuai, oggi è più numerosa, più universale, più rispettata; il clero molto più onesto; la resistenza che ha offerto nei Paesi oltre cortina alle persecuzioni ed in Asia ed Africa è molto più notevole (anche se vi siano casi di disobbedienza o apostasia) di quella offerta durante la Riforma o la Rivoluzione francese. Lo so che c'è meno gente che va in chiesa di prima; ho letto molte inchieste di riviste o di giornali e del clero minore stesso che mostrano che nell'Italia del Nord non va alla Messa che il quindici o venti per cento della popolazione delle parrocchie, e nell'Italia del Sud si tocca appena il cinquanta o sessanta per cento, e per di più non sono giovani uomini, ma ragazzi, o donne, o vecchi; e che i parroci non posson esser troppo esigenti nella fede di chi fa battezzare i figli, o di chi si sposa, o di chi muore, se no dovrebbero escluderne molti dai sacramenti. È vero anche che le vocazioni diventano sempre più scarse. Però se più scarse, sono più serie, e nulla di male se si vedranno meno contadini nei seminari, che ci andavan principalmente per sottrarsi alla vita della vanga. E, le ondate di miscredenza sono meno pericolose delle raffiche di separazione, come al tempo della Riforma protestante. “
Giuseppe Prezzolini, Cristo e/o Machiavelli. Assaggi sopra il pessimismo cristiano di sant'Agostino e il pessimismo naturalistico di Machiavelli, introduzione di Quirino Principe, Rusconi Editore, 1971¹; pp. 132-134.
#letture#leggere#citazioni#saggistica#XX settembre#libri#Giuseppe Prezzolini#cattolicesimo#Chiesa cattolica#Italiani#Cristo e/o Machiavelli#Quirino Principe#Gregorovius#papa#intellettuali del '900#Papato#Casanova#Concilio Vaticano II#Agostino d'Ippona#Potere Temporale#pessimismo#progresso#libertà di religione#sacramenti#Controriforma#Giovanni XXIII#Niccolò Machiavelli#saggi#anticlericalismo#libertà di culto
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Sembra che la sx europea negli ultimi tempi abbia inventato un nuovo attrezzo meccanico, una specie di schiaccia noci gigante che usa per aprire le teste dei suoi rappresentanti politici. Schiaccia e spappola ogni briciolo di materia grigia contenuta dentro quei crani. Non ci volevo credere ma poi i fatti mi hanno convinto, altrimenti non saprei spiegarmi perche' la sx italiana si e' messa ad approvare tutte riforme di dx, dal jobs-act, alla buona scuola alle varie riforme sanitarie, dando vagonate di soldi ad imprese, scuole e sanita' private fino a sventolare l'agenda Draghi, agenda che premia i ricchi e bastona poveri e lavorarori. Stesso percorso sta facendo Macron in Francia con la riforma delle pensioni elevando l'eta' pensionabile dei lavoratori di due anni e stesso percorso sta facendo la sx tedesca, inviando armi e armi e armi sempre piu' sofisticate in Ucraina. Oggi, dopo 22 anni di amministrazioni socialiste di Berlino, vince la CDU doppiando i socialisti del Cancelliere Scholz, superati anche dai verdi tedeschi. Si, si, sicuramente qualcuno di sx ha inventato quell'attrezzo orribile che spappola le menti dei loro stessi rappresentanti. @ilpianistasultetto
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No, la riforma cui stanno lavorando le destre non ha lo scopo di “rafforzare i poteri del premier”, come scrive oggi il corriere della sera, ma serve ad INTRODURRE in Italia la figura del premier - non è una differenza da poco, è il succo della questione.
Noi non abbiamo MAI avuto un premier. Il premier in Italia non è MAI esistito. È una semplificazione giornalistica giuridicamente inconsistente - come il “reato di femminicidio”, il “Reato Penale” o “I grandi elettori del Presidente della Repubblica” - roba da far sanguinare gli occhi agli studenti del primo anno.
Abbiamo sempre avuto il Presidente del Consiglio dei Ministri, che è tecnicamente tutt’altra cosa rispetto al premier.
Le destre vogliono stravolgere l’assetto dei poteri costituzionali per dare maggiore forza al governo - a scapito del Capo dello Stato e del Parlamento.
Vogliono l’uomo forte e solo al posto di comando - è nel loro DNA.
SENZA limiti di mandato.
Soprattutto, vogliono che il capo del Governo sia eletto dal Popolo.
Il che esporrebbe un Paese come il nostro, con elevatissimi tassi di astensionismo, ai rovesci umorali di una minoranza manipolabile dal politico che buca meglio lo schermo, che urla di più, che promette cose assurde - come hanno dimostrato eloquentemente le ultime elezioni.
Nell’Unione Europea non esiste un solo Paese che adotti questo metodo.
Ci sarà pure un motivo.
Dalla pagina fb del prof Guido Saraceni
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IMPRESENTABILE E' inutile girarci attorno. L'approvazione dell'autonomia differenziata segna il trionfo del progetto secessionista che la Lega persegue da più di trent'anni, e che consiste nella "liberazione" delle aree più ricche del paese dal "peso" di quelle meno ricche. Solo in apparenza questo progetto è in contraddizione con quello nazional-sovranista di Fdi e di Giorgia Meloni. In realtà le due istanze, nazional-statalista e federal-secessionista, convivono da sempre nella destra triciipite messa al mondo da Berlusconi nel '94 - esattamente trent'anni fa, neanche a farlo apposta -, si sostengono a vicenda sulla base di un interesse economico comune e trovano infatti pieno coronamento nella doppietta che affianca all'autonomia differenziata il premierato monarchico. Doppietta che a sua volta porta a compimento il progetto originario della destra tricipite suddetta: fare fuori - fare a pezzi, letteralmente - l'ordinamento della Repubblica delineato dalla Costituzione antifascista. Non è ancora detto, ma è molto probabile in assenza di una mobilitazione straordinaria della società civile, che questo progetto vada in porto. E va accolta positivamente la promessa del Pd e di Si-Verdi di indire un referendum abrogativo dell'autonomia differenziata, da affiancare al prevedibile referendum contro la riforma costituzionale sul premierato. Però, anche su questo è inutile girarci intorno, anche questo sfascio dell'autonomia differenziata lo dobbiamo in gran parte all'inisipienza colpevole del Pd. Non solo perché tutto comincia con la dissennata riforma del Titolo V della Costituzione, voluta da un governo di centrosinistra per rincorrere la Lega sul suo terreno. Né solo perché sull'autonomia differenziata si sono allineati Bonaccini e altri governatori Pdini, o per fare a loro volta gli interessi delle aree ricche del paese o per consolidare i propri califfati locali. Ma perché nel corso degli ultimi trent'anni il Pd nel suo insieme si è accodato alla narrativa leghista del Sud assistito e piagnone, sotterrando qualunque istanza meridionalista o, che è lo stesso, qualunque lettura critica del capitalismo nazionale e delle sue iniquità e disuguaglianze. Con i risultati che oggi si vedono. Da ultimo e non per ultimo: risparmiatemi commenti ispirati a una fantomatica visione "di sinistra" dell'autonomia differenziata. Uno Stato arlecchino, con competenze differenziate su materie come la sanità, al scuola, i trasporti (ma guarda caso non l'energia, perché se ci fosse una gestione regionale delle fonti energetiche questa sì che andrebbe a vantaggio del Sud), e senza meccanismi perequativi non è uno stato federalista, è semplicemente uno stato sfasciato e diviso per 21. Uno stato di staterelli uno contro l'altro armati, com'era l'Italia preunitaria, e soprattutto uno stato con al suo interno livelli disegualissimi di cittadinanza. In una parola, uno stato impresentabile. Ida Dominijanni, Facebook
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LA HYBRIS DI GIORGIA MELONI VUOLE COLPIRE PURE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTATELLA.
Hybris è una parola antica. Un termine con una storia e un significato valido in ogni epoca e anche oggi.
I filosofi greci indicavano con questo vocabolo, il delirio di onnipotenza, la vera ubriacatura egocentrica con la totale perdita del senso della realtà, del potente di turno.
Vediamo il Dizionario:
Perchè questi episodi di egocentrismo non sono tipici solo del nostro tempo, ma anzi erano frequenti pure nell'antichità.
In una terra come la Grecia composta di tante diverse città-stato [ Atene, Sparta, Tebe e tante altre...] non era insolito che un uomo potente cercasse di assumere un potere assoluto sui suoi concittadini. Ed allora si proclamava dittatore e padrone assoluto della città, con il potere di vita e di morte sui suoi concittadini. E in questo slancio finiva per perdere ogni senso della misura e del limite.
Era cioè vittima di "Hybris".
Anche nel nostro panorama politico attuale è già capitata questa situazione con la parabola di Matteo Renzi prima e quella di Matteo Salvini subito dopo.
Ricordate il Referendum costituzionale di Renzi e la sua sonora bocciatura da parte degli Italiani? O il delirio di Salvini dal Papeete di Milano Marittima dove rivendicava per sè i pieni poteri?
Bene ora pare tocchi a Giorgia sbroccare completamente fino ad attaccare quell'uomo al di sopra delle parti che è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Giorgia lo vuole coinvolgere nello scontro politico più basso e ignobile.
E' la cronaca di queste ore. Vuole infangarlo e togliergli ogni tipo di legittimità
Vuole portarsi avanti col lavoro, insomma, visto che il suo progetto di riforma Costituzionale il coseddetto "Premierato Forte"- sogna un Presidente della Repubblica non più garante degli equilibri fra i diversi poteri dello Stato italiano, ma esautorato da ogni funzione e ridotto a semplice "notaio" e passacarte.
Ma non finirà così.
GIORGIA se ne pentirà molto presto di questo suo giocare d'azzardo con un paese e un popolo intero e con la sua Carta Costituzionale.
Il resto lo lascio spiegare a Massimo Giannini.
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#Hybris#La Meloni sta per “Sbroccare”#il mito meloniano dell'uomo solo al comando#Il DELIRIO PARANOICO di Giorgetta la comica da avanspettacolo della Garbatella#La peracottara de Roma
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Oggi giornata di sciopero generale e blocco totale in #Francia contro la riforma pensioni. Sono previste manifestazioni in oltre 100 città. A #Parigi da settimane occupazioni di scuole e università. A partire da questa mattina blocchi stradali e barricate.
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Oggi è il giorno in cui il Conseil Constitutionel si pronuncerà sulla riforma delle pensioni. Un giorno importante per la Francia e non solo.
#riforma pensioni Francia
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La strage di via D'Amelio e il senso della memoria
Il 19 luglio, giorno in cui ricorre l'anniversario della strage di via D'Amelio, a Palermo è un giorno da segnare sul calendario. C'è una memoria da celebrare. C'è un momento che vede le migliori energie di una città impegnate per mantenere l'attenzione alta sul tema mafia. Quest'anno non è così. In genere dopo tanti anni anche i fatti più sconcertanti tendono a sbiadire nella memoria e la tensione emotiva cala. Per la strage di via D'Amelio, come quella di Capaci, la strada è un'altra: il caso politico che, come tale, divide. La strage di via D'Amelio 31 anni fa Sono passati 57 giorni dalla strage di Capaci. Un attentato senza precedenti che ha scosso un intero Paese. Sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino erano consapevoli del destino che li attendeva e quel tritolo esploso in autostrada ne era stata un'ulteriore conferma. La vita per Borsellino aveva ripreso a scorrere con lo stesso impegno di sempre e quella domenica era andato a far visita alla madre come di consuetudine. Lo scenario che si aprì agli occhi degli inquirenti appena giunti sul posto fu raccapricciante. Il senso di sconforto che nacque si allargò da Palermo a tutta Italia in pochi istanti. Chi non ricorda le parole di Antonino Caponnetto dopo l'ultimo saluto a Paolo Borsellino: "E' finito tutto...". Dal pool antimafia all'abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa Grazie al magistrato siciliano era, infatti, nato il cosiddetto pool antimafia, una nuova strategia nella lotta alla mafia nata grazie a un'idea di Rocco Chinnici. I punti di forza di questa strategia erano il coordinamento tra i magistrati, la possibilità di raccordare le diverse inchieste. Grazie a questa metodologia, i magistrati fecero grandi passi in avanti nella lotta alla mafia. Ricostruirono la struttura di Cosa Nostra, istruirono un maxiprocesso per crimini di mafia. Nacque il cosiddetto metodo Falcone che seguiva i flussi di denaro per individuare le attività criminali di Cosa Nostra. Con l'istruzione del maxiprocesso Falcone e Borsellino configurarono una nuova fattispecie di reato che era il concorso esterno in associazione mafiosa. Con questa tipologia di reato si andavano a colpire le persone che favorivano la mafia pur non essendone parte. La memoria tra le polemiche A essere precisi il concorso esterno in associazione mafiosa non è una fattispecie di reato quanto una creazione giurisprudenziale. Uno strumento che nel tempo i magistrati hanno utilizzato per andare a colpire quella rete di connivenze che aveva contribuito in maniera fattiva allo sviluppo della mafia. Parliamo di imprenditori, parliamo di politici. Grazie a questo strumento fu individuata la prassi del cosiddetto voto di scambio che assicurava nelle amministrazioni locali (e non solo) la presenza di politici appoggiati dalla mafia. Quello stesso strumento che oggi il ministro della Giustizia Carlo Nordio vuole abolire. Inondato dalle critiche, il ministro ha precisato che in realtà vuole riformarlo poiché così com'è stato concepito può generare confusione e soprattutto si affida troppo alla discrezionalità del giudice. Le precisazioni non sono bastate a placare le polemiche arrivate soprattutto dal fratello del giudice Borsellino, Salvatore, e dalle associazioni che operano sul territorio come il Movimento delle Agende Rosse. Il timore è che questa riforma segni un clamoroso passo indietro nella lotta alla mafia. Salvatore Borsellino ha dichiarato alla manifestazione di oggi non accoglierà politici che fanno parte del governo e chiesto alla premier Meloni di prendere le distanze dal ministro Nordio. La giornata sarà scandita da due manifestazioni: la prima organizzata dallo stesso Salvatore Borsellino e dalle Agende Rosse che vedrà la partecipazione di Cgil, partiti, associazioni e movimenti di sinistra. Il corteo prenderà il via alle 15 dall'albero Falcone e arriverà a via D'Amelio dove, alle 16.58 (ora della deflagrazione) saranno ricordare le vittime sulle note del silenzio. La seconda sarà la fiaccolata organizzata dalla Destra che si snoderà da piazza Vittorio Veneto a via D'Amelio a partire dalle 20. Che senso ha la memoria se non è condivisa? La lotta alla mafia è un dovere politico non una bandiera da sventolare. In copertina foto di Nat Aggiato da Pixabay Read the full article
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Il #Conte #Giuseppe detto anche il #Marchese del #Grillo e i suoi #disastri annunciati e perpetrati insieme all'ex art. 31 ora #PD e domani chissà #Roberto #Speranza {( i due change flags, ossia cambio bandiera, ossia camaleonti poltronari, ovvero io vado dove tira il vento, infine dico e faccio tutto e il contrario di tutto )} invocano a gran voce le dimissioni di Ministri e Sottosegretari dell'attuale governo di centrodestra, indagati ingiustamente e senza alcuna prova e per fatti inesistenti ed inventati e poi tremano e blaterano gridando allo scandalo, se viene aperta una commissione parlamentare di inchiesta sul loro operato nel governo giallo rosso o meglio giallo fucsia, spesso oscuro, molto poco legale e per niente giustificabile o perlomeno con molte cose, lacune e decisioni che meritano di gran lunga l'attenzione approfondita e l'indagine accurata della magistratura. 🤔🤔⁉️❓Due personaggi o personalità di alto profilo istituzionale e di alta e sperimentata coerenza e garanzia di giustizia 🤔🤔❓⁉️❗❓☹️🤬👎👎👎🤬☹️ Come la #EllySchlein e il suo #PD predicano bene e razzolano male, molto male e soprattutto a senso unico quando come sempre attuano due pesi e due misure ❗❗👎👎👎❗ Praticamente i cosiddetti e sedicenti politically correct che nella realtà sono sempre i politicamente scorretti, ssscorretti ❗❗👎👎👎 Meditiamo tutti sulla pochezza e bassezza politica di questi personaggi 😭☹️☹️🤬🤬👎👎👎❗❗❓❗❗❓❗
Mentre Magistratura Democratica ( corrente di magistrati filo e pro PD e sinistre varie ), invece di occuparsi dei compiti istituzionali dei magistrati e di diminuire il più possibile l'arretrato sempre più crescente di cause e contenziosi giudiziari penali e civili, ricomincia a pieno ritmo e incostituzionalmente a FARE POLITICA per screditare, delegittimare e danneggiare politicamente il governo di centrodestra, con l'apertura di fascicoli di indagini su presunte, inventate ad hoc ed inesistenti irregolarità ed anomalie nei confronti della ministra del Turismo Santanchè e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, dicevamo mentre la Magistratura DEM, che guarda caso 🤔 NON🤔 vuole la riforma della Giustizia del ministro Nordio, per risollevare le sorti del PD e sinistre varie battute e sconfitte ad ogni elezione politica ed amministrativa, scende in campo politicamente a loro fianco e fa politica invece di occuparsi di ciò che le compete costituzionalmente; SI APRE uno scossone giudiziario e bioetico a Milano, dove la procura ha deciso di aprire un fascicolo su «Wish for a baby». La «fiera dell'utero in affitto», iniziativa che si è svolta nel capoluogo lombardo dal 20 al 21 maggio scorso, diviene così oggetto di attenzione per gli inquirenti. Un intervento era atteso da tempo. La mossa decisiva l'avrebbe fatta Guido Bertolaso, oggi assessore al Welfare in Lombardia, attraverso un esposto. Ma sono state tante le iniziative volte a fare chiarezza sulla manifestazione, tra cui un'interrogazione parlamentare firmata dal senatore di Fi Maurizio Gasparri. La notizia dell'apertura del fascicolo è stata accolta con favore dalle forze di centrodestra (e non solo). Le stesse che avevano protestato per l'organizzazione stessa della kermesse. «Sia che abbiate appena iniziato il vostro viaggio verso il diventare genitore, sia che sentiate di avere utilizzato ogni possibilità. >>
Inoltre giudicate e commentate i due seguenti campioni di: change flags, ossia cambio bandiera, camaleonti politici, poltronari e contraddittori di se stessi (dico tutto e il contrario di tutto ) #GiuseppeConte e #RobertoSperanza = #incoerenza senza #vergogna perché chiedono le dimissioni di altri ⬆️⬆️ senza guardarsi allo specchio !!🤔🤔☹️🤬😭☹️🤬👎👎👇🤔⁉️ 7 luglio 2023
Con il via libera di ieri alla Camera la commissione d’inchiesta sul Covid è realtà. Per Giuseppe Conte è un «plotone d’esecuzione» per colpire lui e Roberto Speranza. L’ex ministro della Salute, recentemente ritornato nell’ovile del Pd, parla di uno strumento «diabolico» contro gli avversari politici. Poi l’ordine di scuderia ai deputati di Pd e M5S: non votate, tutti fuori dall’Aula. Non è la prima volta che accade, la strategia «aventiniana» è ormai una prassi: quando non gradiscono se ne vanno. I due principali partiti d’opposizione non accettano un’inchiesta che intende valutare il loro operato quando si trovavano al governo. Allo stesso tempo, però, chiedono ad una ministra (Daniela Santanchè) di dimettersi perché è indagata, alla faccia della presunzione d’innocenza. Insomma, come al solito, due pesi e due misure. La ciliegina sulla torta della giornata di ieri è il presunto gesto intimidatorio di Toni Ricciardi (Pd) a Giovanni Donzelli (FdI). È quest’ultimo a denunciarlo: «Mi ha fatto il segno "ti aspetto fuori", come fossimo in un’osteria, va sanzionato». Fabio Rampelli, che presiede l’Aula, invita Ricciardi a scusarsi, e non ricevendo risposta, assicura: «Andremo a verificare i filmati».
https://www.ilgiornale.it/news/politica/procura-adesso-indaga-su-wish-baby-e-centrodes
https://www.iltempo.it/politica/2023/07/07/news/giuseppe-conte-roberto-speranza-covid-commissione-inchiesta-vendetta-36310515/
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In molti paesi del mondo il Natale si festeggia il 7 gennaio e non il 25 dicembre. Il motivo della differenza nelle date tra cristiani orientali e ortodossi da una parte e cattolici e protestanti dall’altra risale all’antica Roma e ha a che fare con una differenza di calendario: i cattolici e i protestanti usano quello gregoriano, mentre il calendario delle festività degli ortodossi, il calendario liturgico, è indipendente da quello civile e basato sull’antico calendario giuliano.
Nel primo secolo avanti Cristo l’astronomo Sosigene di Alessandria elaborò il calendario giuliano che nel 46 a.C. venne adottato come calendario ufficiale da Giulio Cesare, in qualità di pontefice massimo, cioè supremo sacerdote di Roma che aveva l’incarico, tra le altre cose, di tenere il conto ufficiale degli anni. Da lì a poco, Roma avrebbe dominato direttamente o indirettamente tutto il bacino del Mediterraneo e qualcosa anche oltre, diffondendo insieme alle strade, alle terme e alle fogne anche il proprio calendario. Ma i calcoli di Sosigene avevano un problema: sovrastimavano la durata dell’anno solare di 11 minuti e qualche secondo. Questo significava – e all’epoca già si sapeva – che ogni 128 anni il calendario giuliano si sarebbe ritrovato in ritardo di un giorno rispetto alla posizione del sole.
Si arrivò così al 1582 in cui, secondo le osservazioni astronomiche, la primavera era già cominciata quando il calendario segnava ancora l’11 marzo. Il problema principale, però, non era avere solstizi ed equinozi nei giorni sbagliati, ma che risultava sbagliato il calcolo della Pasqua: le celebrazioni non venivano più officiate nel giorno giusto.
Papa Gregorio XIII prese dunque la decisione di cambiare le regole e impose il calendario che usiamo ancora oggi, il calendario gregoriano. La riforma di Gregorio XIII fu piuttosto drastica. Per recuperare i giorni perduti venne stabilito che dopo venerdì 4 ottobre si sarebbe passati direttamente a sabato 15: i dieci giorni di mezzo, in un certo senso, non sono mai esistiti.
Questo però non risolveva il problema della durata media dell’anno. Per evitare di perdere altri dieci giorni nel migliaio di anni successivo venne stabilito che gli anni multipli di cento sarebbero stati bisestili soltanto se fossero stati multipli anche di 400. Con il nuovo calendario l’errore annuale venne ridotto da 11 minuti e qualcosa a soli 26 secondi: il calendario gregoriano, quindi, sbaglia di un giorno ogni 3.323 anni.
Ma c’era un altro problema, di natura storica e religiosa. Alla fine del Cinquecento, all’epoca di Gregorio XIII, l’Europa era ormai saldamente divisa tra cattolici, luterani e calvinisti, mentre l’Europa orientale era quasi tutta, da più di cinque secoli, di religione ortodossa. Chi non era cattolico non vedeva di buon occhio le novità che arrivavano da Roma. La riforma venne subito adottata dai paesi cattolici e dai territori ad essi sottoposti: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Polonia, Belgio, Paesi Bassi e gran parte della Germania meridionale. I paesi protestanti si adattarono soltanto nel corso del Diciottesimo secolo, quando le rivalità religiose si erano affievolite e quando ormai gli scambi frequenti tra i paesi avevano reso avere due calendari diversi una vera seccatura.
I paesi ortodossi rimasero i soli a seguire il calendario giuliano: erano molto più lontani, avevano molti meno rapporti con i paesi che avevano adottato la riforma e quindi la discrepanza tra i due calendari portava a meno equivoci. E poi, a causa dello scisma tra la Chiesa orientale e quella cattolica avvenuto poco dopo l’anno Mille, non accettarono di compiere i loro riti sulla base di un calendario introdotto proprio dal Papa, di cui non volevano riconoscere la supremazia. A oriente si mantenne dunque il vecchio calendario e si continuò a festeggiare il Natale 13 giorni dopo la data gregoriana, cioè il 7 gennaio. Le altre feste “scalano” di conseguenza: l’Epifania è il 19 gennaio.
Oggi il Natale ortodosso è celebrato da circa 260 milioni di persone in tutto il mondo.
Alcuni ortodossi hanno preferito però adattarsi al calendario gregoriano: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico. Altri paesi hanno invece fatto la scelta di affiancare il 25 dicembre alla tradizionale festività ortodossa, e quindi di concedere un giorno festivo in entrambe le date. Lo hanno fatto per esempio la Moldavia nel 2013 e l’Ucraina nel 2017.
In Ucraina poi la questione è particolarmente complicata dagli ultimi anni di conflitti con la Russia (prima nel 2014, poi l’invasione del 2022), che hanno portato alla separazione della Chiesa ortodossa ucraina da quella russa e a crescenti divisioni. Quest’anno, per la prima volta la Chiesa ucraina ha consentito anche ai fedeli ortodossi di celebrare il Natale il 25 dicembre anziché il 7 gennaio come tradizione, provocando molte polemiche in Russia.
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