#Controriforma
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l 2025 ricorre il 400° anniversario della morte di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, uno dei maggiori esponenti del tardo manierismo piemontese. Per questa occasione, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandriaha organizzato la mostra “Il Moncalvo e la sua bottega. Movimento e sentimento nella Controriforma”, che si terrà presso Palatium Vetus ad Alessandria.
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Cristo e la Cananea, 1594-1595? Secondo lo storico ed antiquario secentesco Giovan Pietro Bellori, questo dipinto, all'epoca molto noto ed ammirato, fu commissionato da Odoardo Farnese per la sua collezione di Palazzo Farnese a Roma, dove però non si trova più, come del resto tutta la collezione che seguì le sorti della famiglia venendo spostata a Parma e poi a Napoli, dove fu ampiamente spogliata dalle truppe napoleoniche e dove parte di essa si può ancora ammirare.
Ne esiste una copia conservata al Muséè de Beaux Arts di Digione, oltre a varie riproduzioni a stampa e copie dipinte. Carracci lavorò allo stesso soggetto qualche anno prima a Bologna, assieme al cugino Ludovico, la cui versione, oggi a Brera, si può accostare a questa per notare analogie e differenze compositive:
Cristo e la Cananea, Ludovico Carracci, 1593 - Pinacoteca di Brera, Milano
A Roma, Annibale entrò in contatto con il Gruppo dei Niobidi oggi agli Uffizi, allora conservato presso Villa Medici, sul Pincio, alle spalle di Trinità dei Monti, dove sera stato rinvenuto durante scavi per lavori alla residenza medicea e dove si trova ora una riproduzione (foto di Lalupa, da Wikipedia).

Esiste effettivamente uno studio della Niobe di Carracci che confermerebbe l'impatto avuto dalla statua sul pittore, il quale avrebbe riprodotto la fisionomia della sventurata ninfa nel volto della donna di Canaan.

Annibale Carracci, Niobe, Windosr Castle - Royal Collection (Wikipedia)

Annibale Carracci
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Sanremo 2025
Welcome back...
CONCILIO DI TRENTO
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Stupri e femminicidi: come i governi autoritari usano i crimini contro le donne
Le bimbe della foto sintetizzano l’ironia con cui leggo il modo in cui la violenza di genere diventa ad un tratto fondamentale per politiche autoritarie, quand’esse vogliono gettare fumo negli occhi del “popolo” e giustificare la realizzazione di azioni oppressive e fasciste. Continue reading Untitled

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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA POTENZA DELL'IMMAGINE
Forse in pochi ne sono al corrente: a Vibo Valentia è custodita, nella casa comunale e precisamente nella stanza di rappresentanza del Sindaco, un dipinto di pregevole fattura e di notevole rilevanza storico-artistica.
Si tratta del "San Sebastiano" ascritto al pittore messinese Gian Simone Comandé (1558 - 1630) per attribuzione dello storico dell’arte calabrese e ricercatore insigne, Mario Panarello, nel suo corposo contributo al saggio “I dipinti e gli inventari di Francia e altri inediti documenti per il collezionismo nella Calabria del Settecento e dell’Ottocento: Cosenza e Vibo Valentia”.
Come rammentato dallo studioso, il quadro si rivela analogo a “una nota iconografia del Sodoma (Antonio Bazzi, 1477 - 1549), oggi nella Galleria Palatina di Firenze” meglio conosciuta come Palazzo Pitti.
Il raffronto della tela "vibonese" con l'opera assai celebre del "Sodoma" è impressionante: non si tratta di mimesi ma di una comparazione interpretativa "a distanza".
Il "Martirio di San Sebastiano" (risalente al 1525 - 1527) è, in realtà, un gonfalone per le processioni, richiesto al famoso artista di origine vercellese naturalizzato senese (ritratto nella Scuola di Atene accanto allo stesso Raffaello) dalla Compagnia di San Sebastiano in Camollia della città toscana.
Il potere salvifico della rappresentazione era dunque molto sentito: un'icona, una sorta di talismano, un'immagine dalla potenza guaritrice.
L'opera del Comandé apparteneva invece alla Chiesa del Carmine a Vibo Valentia, dove prima insisteva, appunto, la Chiesa di San Sebastiano e la confraternita del santo: “In essa chiesa antichissima - scrive Bisogni - c’era dipinta l’immagine di S. Sebastiano di Simone Comandia siciliano”.
Probabilmente anche quest'immagine doveva rivestire un valore di fede intenso e diffuso: non a caso, nei pressi della chiesa sorgeva (esistente tuttora) il caratteristico borgo denominato San Sebastiano nel centro storico della città.
Premesse fatte a richiamo sommario del significato che accomuna le due immagini.
Ora si tratta adesso di confrontarne la "potenza" nell'impatto sull'osservatore.
E qui l'allievo, a mio parere, supera il maestro: non ho dubbi che la tela del Comandé (fotografata magistralmente dal Maestro Tonio Verilio) s'innalzi a un livello di pathos molto più profondo, vissuto nella consapevolezza del martirio e in un'angosciata fede ormai piena e intensa.
Possiede già il nimbo, al contrario ancora tra le mani dell'angelo nel dipinto del Sodoma.
Ma quel che più conta è lo sfondo: il San Sebastiano di Vibo è opera che risente più marcatamente della lezione vinciana, delle apocalissi che sorgono alla vista per consumare il tempo delle cose create, dell'invisibile che cela l'archè, la forza primigenia, la terra strappata al suo manto di luce per essere gettata nella desolazione della materia.
Nella tela del Sodoma, la natura benigna e il mondo degli esseri umani proseguono il loro corso immemori del sacrificio.
Qui l'evento assume connotazione epocale.
Lì il corpo attende lo spirito.
Qui il corpo è già spirito.
È già Chiesa.
La matrice, nonostante la vicinanza mimetica, è divergente: l'opera del Sodoma appartiene a una storia ancora ingenua dei catastrofici mutamenti che devasteranno l'Europa delle guerre di religione, pur trovandosi sulla soglia del "Sacco di Roma", non può prevederne le conseguenze; il dipinto del Comandé, allievo del "Veronese" che dipinse una strepitosa "Ultima cena", risale alla fine del '500 inizi del '600, in piena controriforma tridentina (1545-1563) mentre già agisce il Caravaggio e il Barocco sta per avvitarsi sulle spoglie di un confuso Manierismo.
Immagine potente, evocativa, consapevole.
Non è la morte il destino immediato del martire trafitto dalle frecce: egli patirà la violenza brutale che l'ucciderà proprio per essere sopravvissuto al primo atto crudele.
Ma quella guarigione imprevista rimane il segno dell'impossibile, la rinascita oltre ogni drammatica condizione, la forza che respinse il motto rinascimentale albertiano, vinciano e infine machiavelliano del "tamquam Christus non esset", "come se Cristo non fosse mai stato".
No, il cristianesimo riemerge dalle sue paludi cinquecentesche per confermare la regola benedettina: "Omnes supervenientes hospites tamquam Christus suscipiantur", "Lasciamo che tutti gli ospiti che vengono siano ricevuti come Cristo".
Questo, forse, è il significato più autentico del San Sebastiano di Vibo Valentia.
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“Zuckerberg ha fatto rimuovere gli assorbenti dai bagni degli uomini degli uffici di Meta”.
E' il segno tangibile della Controriforma in atto che ci piace. E al venti di gennaio manca ancora una settimana. I Puritani tristi, ipocriti (morali fuori, immorali dentro) e colonialisti (all'incontrario ma sempre colonialisti sfruttatori), li rinchiudiamo nelle riserve indiane, volevo dire inglesi. Per adesso.
Del resto la fisica non inganna: arrivano a fine corsa anche le cazzate più lunari, quelle che si pensava non sarebbero più cadute a terra, tanto in alto lontane dalla realtà le avevan sparate.
A proposito di fine corsa, hai visto la morìa di compagni in atto, RIP a tutti a partire dal vecchio statalista revanchista LePen? Ah questi INVERNI COSI' DURI PER I GRANDI VECCHI, in tempi di Riscaldamento Globale.
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La doppia morale del ministro Valditara, sospende un professore per quel che ha detto fuori dalle mura scolastiche ma rivendica il proprio diritto di manifestare davanti ad un tribunale come un “semplice cittadino” La sanzione inflitta dall’Ufficio scolastico regionale del Lazio, diretto da Anna Paola Sabatini, una rampante democristiana prima in quota Pd poi passata a Forza Italia, contro Christian Raimo (tre mesi di sospensione dall’insegnamento con dimezzamento dello stipendio), professore di filosofia in un liceo romano, vivace animatore culturale, già assessore alla cultura del III municipio del comune di Roma, candidato per Avs alle ultime elezioni europee, per aver espresso critiche molte aspre contro la politica dell’istruzione condotta dall’attuale ministro Giuseppe Valditara, non è solo un segnale ulteriore dell’autoritarismo di questo governo, composto da un ceto politico insofferente alle critiche e vigliaccamente vendicativo, ma la conferma della torsione disciplinare introdotta con la controriforma del voto in condotta che va di pari passo con regolamenti interni presenti in diversi istituti, ingiustificatamente repressivi, persino lesivi di alcuni diritti costituzionali degli stessi studenti. Ciò che più bisogna sottolineare in questa vicenda sono le modalità con sui è stata esercitata la rappresaglia del potere contro la parola critica. Il ministro, infatti, poteva ricorrere alla magistratura per far valere - se davvero queste erano fondate - le ragioni di un eventuale danno alla sua immagine. Quando si è espresso, infatti, Raimo non era in cattedra, non stava tenendo lezione ai suoi studenti ma parlava in uno spazio pubblico, all’interno di un dibattito sulla scuola durante la festa di Avs, lo scorso settembre. Era in qualità di cittadino e non di docente che Raimo interveniva esercitando un diritto costituzionale che forse a questo governo dispiace. Eppure la punizione comminata a Raimo non è quella di un giudice che avrebbe individuato contenuti diffamatori nelle sue dichiarazioni ma una sanzione inflitta per via gerarchica dal suo datore di lavoro, il ministero del Pubblica istruzione e – quanto mai – del (De)merito. E’ come se un chirurgo fosse stato sanzionato dal ministro della Sanità per quel che ha detto in una pubblica piazza. La classe docente non porta l’uniforme, non è armata, non esercita la forza legittima dello Stato per cui è legata dalla costituzione a stretti vincoli di fedeltà, condotta e riserbo. La classe docente non giura fedeltà ad alcun regime, è composta da liberi cittadini che all’interno della scuola devono rispettare un codice regolamentare e i doveri contrattuali e quando escono hanno la piena libertà di esprimersi e criticare nello spazio pubblico. Diritto che per altro il ministro Valditara rivendica per sé, senza riconoscerlo agli altri, quando come «semplice cittadino» - a suo dire - nonostante sia membro del governo, si è recato al presidio davanti al tribunale di Palermo per sostenere il suo segretario di partito Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio al processo Open Arms. Se questa sanzione non viene ricacciata indietro non si dovrà aspettare molto perché un qualunque ufficio scolastico si sentirà libero di sindacare anche i gusti sessuali e religiosi, oltre che politici, dei docenti fuori dalla scuola, perché questi possono «ledere l’immagine dell’istituzione scolastica». Non basta dunque la semplice solidarietà, serve anche reagire e mobilitarsi dentro e fuori le scuole e bene farà Raimo a presentare ricorso in sede amministrativa, perché ha ragione da vendere. Paolo Persichetti, Facebook
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solo il mio prof di storia al terzo anno di liceo ha finto l’esistenza per UN MESE di un certo “Prete Gianni”, raccontandoci per UN MESE vicende mai accadute, solo per provarci quanto la controriforma ha potuto facilmente modificare la storia e come le fake news sono facili da creare?
#sto prete Gianni era diventato un idolo#IL SILENZIO quando disse “comunque carissimi prete Gianni non è mai esisto 😄”#top 10 momenti del liceo#sì nessuno era andato a cercare il prete in Internet GIÀ🧍♀️#my blog stuff
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Andrea Pozzo - Roma Sant’Ignazio di Loyola - Apoteosi di Sant’Ignazio - 1694
I conflitti religiosi che nel Cinquecento avevano visto una composizione con la Pace di Augusta in cui Carlo V aveva accettato il principio del “cuius regio eius religio” sfociano nel Seicento in due tendenze contrapposte:
- le meraviglie del Barocco e le opere della Controriforma cattolica;
- l’ampio scenario della Guerra dei Trent’Anni.
La Guerra dei Trent’Anni può essere riassunta lungo queste tappe:
- 1594 - Enrico IV Borbone, convertendosi al Cattolicesimo, Re di Francia
- 1598 - Morte di Filippo II
- 1603 - Morte di Elisabetta I
- 1618 - i rappresentanti dell’imperatore cattolico Ferdinando II d’Asburgo, che cerca di creare uno stato moderno, vengono defenestrati dai protestanti boemi
- 1620 - Sacro Macello dei protestanti in Valtellina
- 1624 - Richelieu Primo Ministro
- 1628 - il generale boemo Wallenstein, al servizio degli Asburgo, sconfigge l’esercito danese
- 1631 - il candidato francese al Ducato di Mantova e del Monferrato Carlo I Gonzaga - Nevers prevale, anche grazie all’abilità diplomatica di Mazzarino, sul candidato sostenuto dagli Asburgo di Spagna e dai Savoia dopo la guerra del Monferrato in cui dilaga la peste raccontata nei Promessi Sposi. Nello stesso anno l’Impero saccheggia Magdeburgo, città alleata degli Svedesi
- 1642 - Mazzarino succede a Richelieu
- 1643 - i Francesi, guidate dal Duca d’Enghien (poi Principe di Condè) sconfiggono gli Spagnoli a Rocroi. Luigi XIV Borbone Re di Francia
- 1648 - Pace di Westfalia. Fine del conflitto in cui si profila la leadership francese sull’Europa: gli Asburgo si concentrano sui possedimenti propri (Austria e Ungheria) anziché sull’Impero;
- 1649 - Carlo I Stuart decapitato in Inghilterra
Il Seicento, secolo in Italia di decadenza politica ed economica, è però anche il secolo di Carlo e Federico Borromeo e del Barocco ispirato dalla Controriforma i cui eventi principali sono:
- 1534 - Alessandro Farnese, fratello di Giulia, amante di Alessandro VI Borgia, eletto Papa Paolo III. Approvazione della Compagnia di Gesù
- 1542 - Paolo III istituisce l’Inquisizione
- 1545 - Concilio di Trento: accentramento del potere papale, importanza delle opere e non solo della grazia, formazione del clero, impegno pastorale
- 1566 - Michele Ghislieri eletto Papa Pio V, il Papa che raccoglie la Lega che vince a Lepanto nel 1571
- 1572 - Il bolognese Ugo Boncompagni eletto Papa Gregorio XIII, promotore non solo del calendario gregoriano, ma anche di importanti iniziative religiose, pastorali e culturali. Nel 1580 viene inaugurato il Quirinale
- 1589 - Fontana del Mosè sotto il pontificato di Sisto V che fa erigere obelischi e migliorare il tessuto urbanistico dell’Urbe: è il modello della “Ecclesia triumphans” dopo il contrasto alle eresie dei decenni precedenti
- 1592 - Clemente VIII Aldobrandini Papa
- 1600 - Cappella Contarelli a San Luigi dei Francesi (Caravaggio). Giordano Bruno al rogo a Campo dei Fiori, decapitata Beatrice Cenci
- 1605 - Camillo Borghese eletto Papa Paolo V. Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (Caravaggio)
- 1612 - Carlo Maderno inaugura la nuova facciata di San Pietro
- 1623 - Maffeo Barberini eletto Papa Urbano VIII
- 1626 - Baldacchino di San Pietro (Bernini)
- 1633 - Abiura di Galileo
- 1651 - grazie alla mediazione di Olimpia Maidalchini, Innocenzo X Pamphili affida al Bernini la Fontana dei Fiumi che completa Piazza Navona
- 1652 - Estasi di Santa Teresa a Santa Maria della Vittoria (Bernini)
- 1655 - Fabio Chigi eletto Papa Alessandro VII
- 1657 - Colonnato di San Pietro (Bernini)
- 1660 - Sant’Ivo alla Sapienza (Borromini)
- 1667 - Oratorio dei Filippini (Borromini), Santa Maria della Pace (Pietro da Cortona)
Terminato lo slancio mecenatistico dei pontefici, l’Apoteosi di Sant’Ignazio con la finta cupola commissionata ad Andrea Pozzo dai Gesuiti segna nel 1694 la fine del Barocco a Roma.
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Enrica Morlicchio: «Una controriforma crudele e punitiva del reddito di cittadinanza» | il manifesto
#La riforma del Rdc
Da leggere....una misura ideologica di colpevolizzazione totalizzante verso chi si trova in condizioni di povertà e disagio.
Se l'articolo non si legge da qui , cercare autrice e argomento su Google !
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Il sogno infinito amgoscia
Vivere e venire con la donna sempre ben vestita non fa rendere cauto il maschio infedele alle vere controriforma e così ogni odio e testimone oculare della viziata sociale il capitale non è così è solo la mania di egocentristi e nichilista arrembanti solo di creare digiuno e voi donne in mano a vipere e serpenti a sonagli con oggi l’ambizione di vedere grondare nel sangue perché ogni religione…
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BENEDUCI: "LE DIVISIONI AL POSTO DELLE UNIONI - 2` PARTE (CHE GUAIO LA CONTRORIFORMA!)"
di Leo Beneduci_ Al Dap continuano a seguire e a proporre, per lo più copiandoli altrove, modelli che non appartengono né alla storia né alla cultura della Polizia Penitenziaria. Tra l’altro, si tratterebbe di modelli di ispirazione militaresca, come ci racconta la vicenda di quel vertice del Dap che alla “truppa” schierata ed in attività di addestramento formale presso la Scuola di Roma-via di…
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La cronologia di Nostradamus

L’opera profetica di Nostradamus è disseminata di un gran numero di date e di riferimenti a epoche precise che a tutta prima sembrano aver poca attinenza con le date reali in cui gli avvenimenti da lui profetizzati ebbero luogo. Tuttavia dobbiamo tener presente la sua familiarità con l’astrologia se vogliamo comprendere meglio la sua cronologia e non fare confusione di date. Prima di continuare il nostro discorso su Nostradamus riteniamo opportuno dire qualcosa sull’importanza dell’astrologia. Le origini di questa scienza si perdono nella notte dei tempi e la sua storia inizia con tutta probabilità nel bacino del Mediterraneo. Secondo quanto si può stabilire in base alle ricerche compiute da molti studiosi l’astrologia assunse uno sviluppo notevole presso i Caldei. Essi popolo di pastori erano versatissimi nell’osservazione delle stelle e dei pianeti del sistema solare. I Caldei da tale osservazioni seppero dedurre regole e criteri che diedero loro la possibilità di stabilire oroscopi e di predire il futuro sia degli individui che delle nazioni. Tutto ciò è stato provato aldilà di ogni ragionevole dubbio allorché vennero rinvenuti nei territori dell’antica Caldea un grande numero di oroscopi incisi su tavolette di argilla e il più antico trattato di astrologia che noi conosciamo. Col trascorrere dei secoli l’astrologia conobbe periodi di splendore e di declino alterni. In ogni caso le grandi civiltà del bacino del Mediterraneo la tennero in massima considerazione e si affidarono ad essa per determinare in più di una occasione le scelte da fare e le decisioni da prendere. Al contrario il Medio Evo segnò per l’astrologia un periodo di netta decadenza e fu merito unicamente degli Arabi se le principali conoscenze astrologiche non andarono perse. Tra il 1400 e il 1500 l’astrologia conobbe un nuovo periodo di splendore che tuttavia venne cancellato dall’avvento della Controriforma. Attualmente possiamo affermare che l’astrologia gioca un ruolo molto importante nella società contemporanea. Ma volendoci limitare ai fatti puri e semplici potremmo dire che da sempre famosi astrologi hanno dato all’umanità profezie impressionanti per la loro precisione e per la loro veridicità. Non è possibile riassumere i principi sui quali si basano le previsioni astrologiche tuttavia possiamo dire che le regole che governano tali previsioni ci giungono direttamente da popoli che hanno giocato un ruolo importantissimo nella storia dell’umanità. Detto ciò riteniamo concluso il nostro excursus sull’importanza dell’astrologia ragion per cui torniamo ad occuparci della cronologia di Nostradamus. Egli ha dato all’umanità numerose profezie sconcertanti per la loro previsione e per la loro attendibilità. Il veggente francese concretizzò le sue profezie in un modo del tutto personale. Infatti le nascose in un arco di tempo a prima vista di difficile individuazione e per la comprensione del quale occorre uno studio attento di tutti i suoi scritti. Il tempo è precisato una prima volta della famosa lettera a Enrico II, la lettera che Nostradamus indirizzò al re di Francia nel 1558. In un’altra epistola quella al figlio Cesare è citata la data 3797 che Nostradamus fissa come limite massimo delle sue profezie. In tal modo le Centurie coprono un arco di tempo di 2240 anni ovvero dal 1557 al 3797. Tale arco di tempo supera l’anno precessionale classico calcolando in 2150 o 2160 anni. Per anno precessionale si intende il periodo in cui si calcola avvenga il movimento lento mediante il quale l’asse della terra descrive due coni opposti. Partendo da ciò un moderno studioso di Nostradamus, Bichon ha formulato interessanti deduzioni che meritano di essere prese in considerazione. Nel corso di 365 giorni le dodici costellazioni dello zodiaco reggono dodici uguali domini che corrispondono ciascuno a un dodicesimo dello zodiaco. Sulla scia di altri profeti del XV secolo il veggente francese trasferisce nell’anno precessionale tale divisione astrologica e arrivando sino in fondo a questa similitudine e concordanza simbolica crea anche un mese precessionale di ventotto trenta o trentuno giorni. Pertanto i mesi che egli cita nelle sue quartine non sono da intendere come mesi relativi un anno qualsiasi dei secoli a venire bensì come mesi dell’anno precessionale di cui egli intende darci la storia. Tali mesi dell’anno precessionale vanno intesi come dei riferimenti numerici che consentono di datare con esattezza gli avvenimenti profetizzati a partire dall’anno cristiano 1557. Quindi Nostradamus le sue profezie vuol fare riferimento non agli anni considerati ma agli anni processionali. Naturalmente ogni anno di questo tipo presenta caratteristiche proprie per cui l’anno dei Pesci non può essere paragonato a quello della Bilancia e l’anno della Vergine sarà ancora diverso. Tutti gli studiosi di astrologia delle diverse epoche hanno sempre stabilito tali differenze mediante la scelta di modi differenti. Per fare degli esempi i Cabalisti si sono valsi di lettere divine mentre i Sumeri e i Caldei hanno utilizzato il simbolismo dei pianeti. Proprio quest’ultimo è il sistema che Nostradamus ha scelto per inquadrare le sue profezie. Ai due astri che l’autore francese chiama "luminari” ossia il Sole e la Luna si aggiungono i cinque pianeti sumeri ovvero Marte Venere Mercurio Giove e Saturno. Questo calendario astronomico fittizio rappresenta il terzo riferimento cronologico che Nostradamus ci fornisce. Infine ai tre punti di riferimento cronologico se ne giunge un quarto ovvero l’eterno ritorno dei ritmi mitici ai quali Nostradamus attribuisce molta importanza. Le citazioni che egli fa di Antonio e di Bisanzio non possono avere avuto altro scopo che quello di indicare degli avvenimenti che si erano rinnovati nel tempo di Cesare e dell’epoca bizantina. Quindi in ultima analisi possiamo dire che la cronologia di Nostradamus si basa su elementi molto complicati e molto complessi quali i mesi precessionale i segni dello zodiaco i pianeti determinanti di ciascun segno zodiacale e l’eterno ritorno per i ritmi mitici. Quindi se si vuole cercare di collocare in un tempo ben definito le profezie di Nostradamus non si deve commettere l’errore di pensare che bisogna far riferimento agli anni e ai mesi come siamo abituati a prendere in considerazione. Ciò non fa altro che rendere ancora più oscure ed enigmatiche le profezie del veggente francese. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
LA REAZIONE ALLA "MANIERA"
Amare le opere di Caravaggio implica una scelta di campo.
Si tratta di accettare la crisi dell'arte del '500, il rovello di una figurazione esaltata, idealizzata, estenuata.
Immemore dell'invisibile, travisato nella figura.
Si tratta di accettare il richiamo alla cristianità francescana, al vissuto della rivelazione, non più "inventio" retorica ma prassi della condizione divina incarnata.
"Verbum caro factum est".
Il reale è vero.
Vero il travaglio.
Vero il parto.
Vera la nascita.
Era già stato compreso dall'arte sacra nel '400.
Ma la crisi del secolo successivo ne aveva appannato i fondamenti.
Nel solco della controriforma, lo sguardo si volge al passato.
Ma lo stile iconico di Piero della Francesca non è sufficiente.
L'approccio emotivo dell'immagine fa già segno al mutamento.
I corpi gravano sulla scena.
Diventano storia.
Eppure, sono lampi di luce nel buio: memoria ritrovata dell'origine.
L'essente è il vero.
Sì, perché partecipa all'essere in ombra.
Nel reale, si rinnova la certezza dell'invisibile.
- Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610): "Adorazione dei pastori", 1609, Museo Regionale, Messina


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A metà 1500, all'inizio della Controriforma, i vertici del Cattolicesimo presero la decisione programmatica infausta di reagire al Puritanesimo Protestante .... COPIANDOLO: per non esser da meno in termini di apparenza retriva pubblica (nel privato il Puritano si fa inkulare) e andare incontro al popolazzo.
Tra gli altri provvedimenti reazionari e repressivi, vengono incaricati i cd. "braghettoni" a metter mano ai dipinti di santi e altre figure nude di artisti del Rinascimento, disegnandogli sopra pudichi drappi e mutande.
Oggi, Disney e altri produttori Allineati rifanno le opere "scorrette" del cinema e della letteratura, mettendoci Thor neri ma biondi e donne a cazo. Che differenza c'è coi braghettoni del XVI Secolo? Spoiler: NESSUNA.
Non nell'approccio: pruderie reazionaria impaurita e ignobilmente ignorante, repressa e repressiva; né nell'attitudine manipolatoria delle élite cul-turali dei rispettivi tempi.
Funziona? Spoiler due: NO, annoia e basta, allora come ora. E i "braghettoni" vengono dimenticati (chi se lo ricorda tal Daniele da Volterra?), mentre i Michelangelo diventano immortali.
Mai nulla di nuovo sotto il sole.
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