#non serve parlare
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Ma che cosa dice Davide nella sua intervista ?? Non posso vedere la video 😭😭
l'intervistatore gli chiede della partita lui non lo ascolta per i primi 2 minuti guardando oltre sue spalle perche gianluca é dietro al giornalista che lo insulta (scherzando) per gli assist non fatti, cosa che davide ci tiene a sottolineare spiegandolo al giornalista che aveva chiesto tutt'altra cosa. davide prova a tenere il filo del discorso ma é distrattissimo dalla presenza di quell'altro imbarazzo umano e ha letteralmente questa faccia:
e gli stessi occhi aggiungerei
dopo di che, evidentemente quando gianluca viene rimosso a forza dall'ufficio stampa, davide continua a parlare di lui per dire che loro due giocano insieme da sempre e che vorrebbe sempre giocare con lui perché, cito, 'loro due conoscono i movimenti dell'altro a memoria', segue poi 1 minuti e 20 di lodi al talento di gianluca come attaccante e praticamente finisce la sua parte di intervista
#nel frattempo gianluca nella sua parte di intervista sente la necessita di parlare di davide alla stessa maniera dicendo che quando giocano#insieme non serve nemmeno che si parlino tanto sono in sincrono#i giornalisti come le razze del qatar con la bandiera arcobaleno
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#è un'altra di quelle giornate. di nuovo#di nuovo mi viene detto che devo sbrigarmela da solo e non ho bisogno di aiuto#perchè non ne ho bisogno. e magari questo è vero. ma lascia sempre una matassa di peso che solo io devo districare#ogni volta sono io che so cosa dire. che posso ascoltare. che supporto e che voglio bene e lo dico#se per caso lo chiedo io un aiuto? ah non si può fare nulla. tanto non mi serve. me la posso cavare da solo#tutto questo porta sempre troppi pensieri appresso. e non ho qualcuno con cui parlarne#eccetto la mia terapista che oltretutto è stata soggetto di litigi ultimamente. mi viene detto di parlare a lei#perchè è lei che mi può aiutare e non altri. solo quella persona che prende soldi per ascoltare quello che dico#abbastanza patetico. comunque una volta avevo i miei fratelli qui. non gli parlavo dei miei problemi ma mi mancano#mi permettevano di guardare quello che facevano. mi distraevano e imparavo cose nuove#ora è da anni che siedo da solo con i miei pensieri finchè non li risolvo io dopo esaurimenti e pianti nascosti. parlandomi da solo o scriv#non ho una madre che mi abbraccia e mi ascolta con dolcezza. mio padre non è mai qui e non è disponibile per queste cose. non ne vuole sape#i miei fratelli vivono altrove e sono pieni di problemi con lavoro e relazioni#le mie persone più vicine non ne vogliono sapere perché è lo stesso per loro. o pensano che non mi serva supporto. anche poco#e alcuni tendono a farmi capire che rispetto a loro io non faccio niente di importante#secondo loro io non ho mai veri problemi e non mi chiedono mai come sto perché tanto lo sanno già. devo per forza stare bene no?#spingono senza volerlo magari. questa idea che non ho motivo di sentirmi male o avere difficoltà#perchè dato che per forza 'vivo bene' essendo che non parlo delle mie faccende#allora non ho neanche sentimenti o pensieri riguardo a nulla#ogni tanto mi chiedo se gli altri sanno cosa significa dare per scontato queste cose quando si parla a qualcuno#però fa lo stesso. chissene frega no? tanto sono bravo a cavarmela da solo. tanto sto zitto. è quello l'importante#adesso piuttosto dovrei concentrarmi e andare a trovare un’amica che magari sarà contenta di vedermi. o contenta di vedere che per lei ci s#spero solo di non crearle fastidio o problemi. vedremo#tbd
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"Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto 'sonoro' potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino."
Giovannino Guareschi
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Ecco perché il latino serve.
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GIULIO MOZZI
LA PUREZZA DELLA LINGUA ITALIANA
Trovo in un vocabolario, come esempio, questa frase (tratta dalle «Storie fiorentine» di Benedetto Varchi: «Volentieri faceva stravizii, e si trovava, benché vecchio, a tafferugli in giuochi e tresche con giovani».
È una bella frase, con tre divertenti etimologie.
«Stravizio» non è un accrescitivo (col prefisso «stra-») di «vizio»; ma una parola che viene dalla Croazia: «zdravica» in croato è il brindisi, e per metonimia la festa. Un’occasione per trincare, insomma (e, già che ci siamo: trincare è ovviamente parola germanica, da «trinken», bere – da cui anche il «drink, drank, drunk» inglese); e nel trincare, si sa, facilmente si rischia l’eccesso. Bere troppo è un vizio, bere troppo continuamente è straviziare: ovviamente la somiglianza tra «vizio» e «stravizio», e l’illusione che «stra-» fosse un prefisso accrescitivo, ha facilitato l’accostamento delle due parole.
«Tafferuglio» è parola araba: «tafarruǧ», ovvero piacevole spettacolo; entrata in italiano nel senso di «baldoria chiassosa», così chiassosa (e stravizievole, magari) da includere l’idea di qualche scappellotto che vola (e: sì, lo scappellotto è una sberla da dietro, che fa volare via il cappello). Da qui il significato di situazione in cui si alzano le mani, ma non così violentemente da far parlare di una rissa (notare che «rissa» e «ressa», ovvero calca, sono entrambe, con diverso suono e diverso significato, dal latino «rixa»).
«Trescare», da cui il deverbale «tresca», è dal tedesco «dresken», avvero «trebbiare». Una volta si trebbiava spargendo il grano sull’aia e saltellandoci sopra, magari a suon di musica o canti: quindi «trescare» arriva in Italia nel senso di «ballare in gruppo» (un «ballo saltereccio», come dice il Tommaseo); trattandosi di un ballo nel quale spesso ci si incrociava e ci si scambiava di posto, entra il significato di «intreccio»: perciò «trescare» si avvicina a «tramare», nel senso di «organizzare un intrigo». (La festa della trebbiatura, ovvero la festa della fine del raccolto, era poi spesso occasione di incontri tra famiglie diverse, e quindi di «tresche» – interessante metonimia – tra ragazze e ragazzi; e poiché talvolta si trebbiava facendo passeggiare sul grano i cavalli, «tresca» è anche una particolare manovra di equitazione con cui si fa girare il cavallo su sé stesso).
Croazia, Arabia e Germania si sono dunque date appuntamento in questa frase di Benedetto Varchi: che, come scrittore, è considerato un esempio classico della più pura lingua italiana.
Ma a che cosa serve, sapere queste cose? A niente, se volete; ma serve a molto avere coscienza, quando si scrive, di che cosa è la nostra lingua e del suo spessore storico.
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Letto nelle notifiche un'affermazione giustissima, ovvero che "i soldi destinati al sud andranno al ponte di Messina che nessuno vuole", ed è vero, nessuno vuole quel ponte mangiasoldi.
E il motivo è semplice: Perché è una grandissima presa per il culo. Nel Sud Italia mancano infrastrutture basilari come LE STRADE, I TRENI ecc, una volta che superi il confine Campania/Basilicata devi iniziare a farti la croce, perché l'affermazione "Cristo si è fermato ad Eboli" non è casuale. A noi ce ne sbatte i coglioni di 'sto ponte se per raggiungere Reggio Calabria devi pregare tutti i santi esistenti. Non è normale, ve ne rendete conto?
E vogliamo parlare della Sicilia? Vogliamo parlarne? Regione enorme, ha città ultramegaimportanti come Messina, Catania e Palermo, ma per attraversarla in treno 13 ore, TREDICI.
Inoltre, paradossalmente, il collegamento di traghetti Sicilia/Calabria è una delle cose che funzionano meglio al sud.
Questo ponte serve solo a farsi belli, nascondere la polvere sotto al tappeto, negare il grosso problema d'infrastrutture nel Mezzogiorno.
E se non vi bastasse come prova, sappiate che non esiste un collegamento decente tra Napoli e Bari, e qui sto parlando di 2 regioni messe molto meglio ad infrastrutture rispetto alle altre del sud (chi per posizione geografica favorevole, chi per conformazione del territorio dove è più facile costruire).
Perciò andatevene a cagare voi e questa autonomia di merda leghisti del cazzo.
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Ho imparato
Che nella vita niente è certo
Che oggi ci sei e domani forse
Che e' bello dare ma anche ricevere
Che niente è per sempre
Che a volte vorresti parlare con l'unica persona che non c'è più
Che vorresti tornare indietro a.... Ma non si può
Che si deve fare oggi perché domani è sempre troppo tardi
Che devi dire le cose... Le devi dire adesso
Che il passato non torna e forse è meglio così
Che non si impara mai d'imparare e soprattutto che sbagliare non fa di te un cretino... Anzi...
Che si deve chiedere scusa grazie ti voglio bene mi manchi...
Ma soprattutto ho imparato che Lo devi dire oggi adesso ora....
Che domani non serve più.
Morgana🤘
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Il principio di adattamento è una delle più grandi manipolazioni di questo Sistema.
Venduto come una quasi forma di virtù, di capacità e di responsabilità naturale, è di fatto la rappresentanza della prospettiva peggiore in cui l'essere umano ripiega, svolgendo la sua vita dentro uno stato di privazione e di auto annientamento.
La storia che sopravvive colui che maggiormente si adatta all'ambiente serve al controllo, cioè a tenere più schiavi possibili adattati anche al peggio e convinti magari di essere brave persone.
Basta pensare ai tanti psicologi che si occupano di fare adattare una persona sana a quelle malate, invece di proporre l'alternativa individuale. A quanto venga inculcata l'idea di essere giusti quando la maggior parte delle persone la pensa come te, o tu la pensi come loro. Per non parlare del fatto che in tali dinamiche si annulla quasi completamente la forza di potere cambiare qualcosa, o di scoprire la propria vera identità.
Se qualcuno ti dice che l'adattamento è sinonimo di maturità, ragiona 100 volte prima di assecondare quello che ti chiede.
Attenzione a non confondere l'adattamento con il compromesso, quest'ultimo in una società simile è purtroppo talvolta necessario.
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Linktr.ee
#adattamento#compromesso#aprite gli occhi#società malata#società#svegliatevi#sistema#zombie#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#matrix#catene#controllo#mondo marcio#discernimento#crescita personale#consapevolezza#crescita interiore#spiritualità#conosci te stesso#lavoro su di sè#se o sè#distorsioni#disfunzioni
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È da stronzi psicopatici borderline e qualsiasi altro criterio diagnostico vi venga in mente se una persona decide, gradualmente, di non volere avere a che fare più con una certa categoria di persone? Me lo chiedo spesso.
La specifica categoria delle persone a cui mi riferisco sono quelle nate dalla parte dei privilegi, delle comodità, della solidità familiare, della sicurezza. Della salute.
Non credo che nessun genitore sia perfetto e che nessuna vita lo sia, ma diciamo che se vivi ed hai vissuto con due persone adulte bene o male decenti e presenti, che ti infondono sicurezza nell’affrontare il mondo e le piccole tragedie quotidiane diciamo che ti è andata già parecchio bene. Ecco, più passano gli anni e più assisto alle chiamate di rito con i genitori dei miei coetanei, più li sento parlare delle vacanze, delle piccole incomprensioni, delle attenzioni, della cura, del “che completo compro per la laurea?” o “che regalo al compleanno di tizio?” - più mi sembra di venire presa a fucilate a entrambe le ginocchia e di sanguinare irrimediabilmente dovendo fingere di stare bene - ché avere due genitori non è una colpa e non lo è nemmeno essere sereni, nemmeno essere mediocri.
Non serve comunque a niente saperlo, quando mi confronto con i problemi medi della gente mi sento un bambino povero di cinque anni che muore di fame, e che fuori il ristorante di lusso vede mangiare le famiglie di gusto mentre congela dal freddo. Niente mi toglie di dosso quella sensazione orrenda di freddo e di disagio, niente mi impedisce di finire al cesso a piangere se vedo un bambino che corre fra le braccia di un padre, di una madre, di un qualsiasi adulto sano, niente mi impedisce di essere incazzata, di provare invidia, di essere sprezzante, cinica, distaccata nei confronti di tutta quella gente nata col futuro spianato. È questo che mi fa sentire miserabile, questo che impedisce di capire. Capire la sofferenza altrui, capire cosa affanna le persone “normali”, capire come cazzo vive, pensa, si sveglia, ama. Cosa posso dire a queste persone? Che vicinanza posso garantire? Parliamo da prospettive esistenziali diverse e inconciliabili. Bisogna essere stati almeno una volta dall’altra parte della barricata, fuori dal ristorante, al freddo, con la fame, per capire. Capire che la condizione che vivo non è umana e dunque non è fatta di sentimenti umani, che sono un lupo, un militare, uno psicopatico, un bambino di cinque anni, tutto assieme, e che voi siete esseri umani, con problemi da esseri umani, con sentimenti da umani e con vite umane, che io non potrò mai capire. Dunque non forzatemi nel farmi capire cosa vi agita, non mi parlate, non mi spiegate, non mi mettete in mezzo alle vostre beghe umane, io sto morendo di freddo e di fame -, voi state male perché siete sazi.
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…parti, vai a sud. Il più a sud possibile. In un posto dove il mare abbia un colore che ti accarezzi e che ti faccia bene. In un posto dove ci sia solo una locanda, un ristorante con il pesce appena pescato, un vino bianco senza etichetta che magari sa un po' di resina.
Un posto dove sedersi a guardare un tramonto … O magari l'alba … Un posto dove chiudere gli occhi al sole e lasciar parlare il corpo … Forse questo posto esiste solo dentro di noi. Ed è lì che dobbiamo provare. Cercarlo. E se non riusciamo a trovarlo, bisogna inventarlo. Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi accettando la realtà. E solo così cambiarla. Muoversi da fermi o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l'altro. E adesso lo sai, il posto al sud sei tu.
Ferzan Ozpetek, da Rosso Istanbul
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"A te che mi ascolti e non sai più cosa fare dico: Parti. Vai a sud, più a sud possibile. In un posto dove il mare abbia un colore che ti accarezzi e ti faccia bene. In un posto dove ci sia solo una locanda, un ristorante con il pesce appena pescato, un vino bianco senza etichetta che magari sa un po’ di resina. Un posto dove sedersi e guardare il tramonto. Un posto dove chiudere gli occhi al sole e lasciar parlare il corpo, e ascoltarlo. E fare l’amore con chi hai voglia di fare l’amore. Forse questo posto esiste solo dentro di noi, ed è lì che dobbiamo provare a cercarlo. E se non riusciamo a trovarlo, bisogna inventarlo. Perché a volte non serve partire, fuggire. Il vero altrove, spesso, è dove già siamo, e possiamo trovarlo solo se abbiamo la forza di affrontarlo. Muoversi da fermi, accettando la realtà. E solo così cambiarla. Muoversi da fermi, o fare le valigie per il mondo. Un passo dopo l’altro. Perché ci sono notti in cui la vita ci cambia."
Ferzan Özpetek - Rosso Istanbul
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“E a cosa serve parlare, se già sai che gli altri non provano ciò che provi tu?”
— Louise Bourgeois
#parlare#sapere#gli altri#che ne sanno gli altri#provare#sentimenti#frasi sentimenti#frasi tumblr#frasi#frasi e citazioni#louise bourgeois
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“E a cosa serve parlare, se già sai che gli altri non provano ciò che provi tu?” — Louise Bourgeois art by Andrea Otte ********************** “And what's the point of talking if you already know that others don't feel what you feel?” —Louise Bourgeois art by Andrea Otte
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Il veterinario specialista in oculistica inizia ad osservare l'occhio di Audrey con svariati strumenti. Poi, si rivolge a me ed inizia a parlare.
-"Guardi, l'ulcera sulla pupilla e' piu seria del previsto. 20 giorni di antibiotici e colliri vari hanno fatto ben poco. Serve intervenire con una cicatrizzazione dell'ulcera con il laser altrimenti la cagnolina perde l'occhio e serve farlo subito, prima che l'infezione faccia danni irreparabili".
Questa la diagnosi a seguito di una zampata da parte di un altro cane alla mia canetta. Tutto ha avuto inizio a fine luglio. Poi, 80euro nell'immediato per visita veterinaria a Milano, altri 100 euro di farmaci e 50 per visita dal veterinario a Roma, quello che l'ha in cura da 15anni. Quest' ultimo e' quello che ha parlato di visita da uno specialista perche' riteneva la situazione un po' grave. Visita dallo specialista, 120euro e la diagnosi che ho scritto all'inizio.
- quindi, professore, quando dovrebbe fare l'intervento la cagnolina?
Subito. Anche domani.
Poco fa, alle 13, e' iniziato l'intervento. Prima, la firma del consenso e poi il saldo, ovvero, 700 euro.
Cosi pensavo.. ma tutte le persone che hanno un animale domestico hanno anche 1000 euro da spendere immediatamente quando c'e' un problema? Certamente qualcuno si ma gli altri? Dico questo perche' sento sempre applausi contro le tasse, applausi a favore dei politici che difendono gli evasori. Applausi per chi ha in odio i poveri e non sento mai nessuno che dia la benedizione alle tasse come qualcosa di giusto in cambio di servizi. Farebbe schifo una sanita' pubblica anche per gli animali domestici? Dei centri pubblici dove, chi non ha possibilita', paga un ticket per salvare il suo animale domestico? Credo che siamo ancora lontani da tali propositi. Quindi andiamo avanti cosi, come succede per le persone: chi ha i soldi si cura e il resto "ammoriammazzato".. @ilpianistasultetto
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AUDREY post-operazione
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CENTRALINI DEGLI OSPEDALI
I centralini degli ospedali sono scogli durissimi.
Telefoni. Devi assolutamente parlare con un reparto per una faccenda burocratico-sanitaria. Una voce registrata femminile con ottima dizione fa una lunga introduzione sul trattamento dei dati personali, che tu accetterai senza discutere premendo un tasto. Accetterai perché non hai scelta, un po' come per i cookie dei siti internet. Sai che la privacy è importante, ma in questo momento del trattamento dei dati non ti importa nulla. L'alternativa è terminare la chiamata.
Poi la voce registrata ti spiega il ventaglio delle scelte.
Se desideri fare una certa cosa, devi premere 1.
Se desideri farne un'altra, devi premere 2.
Tu vuoi parlare col centralino per farti passare un reparto. Attendi la spiegazione di ogni opzione. Quella che ti serve è sempre l'ultima. Finalmente è arrivato il tuo momento. Premi 4. Ti mettono in attesa. Ci sei quasi.
Ma l'attesa è più lunga del previsto.
Poi torna quella voce registrata, inspiegabilmente allegra. Ti dice: "Ci spiace, a causa dell'elevato traffico la invitiamo a richiamare più tardi".
FINE
[L'Ideota]
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Poi c'è la judoka italiana che è arrivata alla fine con la bocca insanguinata e nessuno ha fatto un commento. Nessuna lode o altro. Carini si è presa coccole e frasi motivanti pure dalla Meloni, oltre alla proposta vergognosa del premio economico come se avesse vinto.
Mi dispiace per l'atleta che verrà ricordata per lo scandalo e le polemiche sul suo genere anziché come atleta attivata alla olimpiadi e che quindi schifo non fa.
Non possono farci sopra della propaganda, quindi non serve parlare di altre atlete, molto semplice
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Magari è vero che certe persone le porti dentro e basta, non c'è cura, non le dimentichi. Anche se vorresti perché ti hanno fatto male e hanno riversato su di te un sacco dello schifo che hanno loro dentro. E allora le vorresti cancellare dal tuo cervello per sempre con un passo di cimosa.
Magari è vero che certe persone non le puoi dimenticare e basta, anche se fa male, anche se è perché ti hanno ferita così tanto che ti trovi a parlare di loro per spiegare perché la tua vita è così tanto un casino al momento.
Magari non le scordi e basta. E arrabbiarti con te stessa quando invece la testa fluttuando capita lì, non serve a niente. Magari bisognerebbe accettarlo e basta. Accettare che non basta odiarla una persona che hai amato per cancellarla. Accettare che ti tornerà in mente con quella canzone, o perché qualcuno ha un viso simile al suo, per una frase, per un'abitudine, o magari anche per caso.
Magari alla fine, il punto non è cancellare o dimenticare. Magari alla fine il punto è accettare che, per quanta rabbia questa cosa ti faccia, certe persone avranno sempre comunque un loro posto. Anche se un tempo il posto che ricoprivano era molto più felice di questo. E non è un dargliela vinta a loro, significa solamente che le emozioni che hai provato non erano finte, e il tuo cuore è molto più coerente del loro.
Magari alla fine, il punto è capire che, per quanto vorresti farlo, certe persone non le puoi mandare via come loro hanno fatto con te.
#pensieri#riflessioni#passato#frasi#dolore#addii#tristezza#rabbia#accettare#accettazioni#emozioni#legami#rapporto#rapporti#cancellare#dimenticare#allontanarsi#testa#ricordi#ricordo#ferite#ferita
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