#e alcuni tendono a farmi capire che rispetto a loro io non faccio niente di importante
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#è un'altra di quelle giornate. di nuovo#di nuovo mi viene detto che devo sbrigarmela da solo e non ho bisogno di aiuto#perchè non ne ho bisogno. e magari questo è vero. ma lascia sempre una matassa di peso che solo io devo districare#ogni volta sono io che so cosa dire. che posso ascoltare. che supporto e che voglio bene e lo dico#se per caso lo chiedo io un aiuto? ah non si può fare nulla. tanto non mi serve. me la posso cavare da solo#tutto questo porta sempre troppi pensieri appresso. e non ho qualcuno con cui parlarne#eccetto la mia terapista che oltretutto è stata soggetto di litigi ultimamente. mi viene detto di parlare a lei#perchè è lei che mi può aiutare e non altri. solo quella persona che prende soldi per ascoltare quello che dico#abbastanza patetico. comunque una volta avevo i miei fratelli qui. non gli parlavo dei miei problemi ma mi mancano#mi permettevano di guardare quello che facevano. mi distraevano e imparavo cose nuove#ora è da anni che siedo da solo con i miei pensieri finchè non li risolvo io dopo esaurimenti e pianti nascosti. parlandomi da solo o scriv#non ho una madre che mi abbraccia e mi ascolta con dolcezza. mio padre non è mai qui e non è disponibile per queste cose. non ne vuole sape#i miei fratelli vivono altrove e sono pieni di problemi con lavoro e relazioni#le mie persone più vicine non ne vogliono sapere perché è lo stesso per loro. o pensano che non mi serva supporto. anche poco#e alcuni tendono a farmi capire che rispetto a loro io non faccio niente di importante#secondo loro io non ho mai veri problemi e non mi chiedono mai come sto perché tanto lo sanno già. devo per forza stare bene no?#spingono senza volerlo magari. questa idea che non ho motivo di sentirmi male o avere difficoltà#perchè dato che per forza 'vivo bene' essendo che non parlo delle mie faccende#allora non ho neanche sentimenti o pensieri riguardo a nulla#ogni tanto mi chiedo se gli altri sanno cosa significa dare per scontato queste cose quando si parla a qualcuno#però fa lo stesso. chissene frega no? tanto sono bravo a cavarmela da solo. tanto sto zitto. è quello l'importante#adesso piuttosto dovrei concentrarmi e andare a trovare un’amica che magari sarà contenta di vedermi. o contenta di vedere che per lei ci s#spero solo di non crearle fastidio o problemi. vedremo#tbd
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Parto dicendo che per me Tumblr è sempre stata una pura e semplicissima valvola di sfogo, motivo per il quale la mia presenza su questo social è sempre stata estremamente altalenante.
Come tutti, o quantomeno la maggior parte delle persone, ho vissuto nella vita momenti di alti e bassi, periodi interminabili segnati da dolori mai affrontati e periodi che sembravano durare uno schiocco di dita segnati dalle gioie più grandi che la vita da.
Ci sono periodi di mezzo, quelli in bilico. Quelli che oscillano tra il dolore e la gioia. Ecco, io quei periodi li chiamo periodi di transito, a parer mio sono spaventosi in quanto tendono a rappresentare la quiete prima della tempesta senza che nessuno riesca a capire se la tempesta sarà di cose positive o negative.
Se scrivo tutto ciò non è per esternare o dire in quale periodo io mi trova adesso, anche perché non te ne rendi conto, a parer mio, finché il periodo non termina.
Se scrivo tutto ciò è perché, sin da bambina, scrivere mi ha sempre aiutata a mettere in ordine i pensieri che tendono ad accavallarsi e credo mai nella mia vita come oggi ne ho tanti, tutti abbastanza confusi e difficili da focalizzare.
Quando scrivi per mettere ordine, per sfogo, molto spesso ciò che scrivi è tutto tranne che ordinato, quando scrivi per analizzare pensieri che non riesci a focalizzare bene ciò che ti frulla per la testa spesso, agli occhi di chi legge, si capisce poco e niente. Gli argomenti sono sconnessi tra loro e sembra non esserci un filo logico che, in realtà, per chi scrive, diventa finalmente chiaro.
Dico questo perché quello che sto per fare è esattamente questo e lo faccio per me, non so chi e se qualcuno si prenderà la briga, o la rottura, di leggere il tutto ma preannuncio che probabilmente sarà privo di chiarezza agli occhi di molti ma non ai miei, ciò di cui ora ho bisogno è questo.
Inizio parlando di come sarebbe giusto, a parer mio, essere liberi di poter dire no, di poter chiudere un rapporto, qualsiasi esso sia, senza avere paura.
Capita molto spesso che quando due persone decidano di chiudere una relazione uno diventi il carnefice e l'altro il succube. Ci siamo passati tutti.
Chi lascia diventa il carnefice, chi viene lasciato la vittima (ovviamente quando una storia finisce perché finisce il sentimento da una delle due parti o perché ci si rende conto che la relazione, a parere di uno dei due, sia diventata tossica) .
In alcuni casi ci sta pure che chi lascia diventi carnefice del dolore che procura a chi viene lasciato ma quello che mi domando io è: Perché cazzo se decido di chiudere un rapporto che mi porta del malessere, essere indubbiamente carnefice di un dolore che causo, deve farmi diventare vittima?
Io non penso che chi viene lasciato o provi dolore abbia il diritto di celarsi dietro quest'ultimo per farne di ogni.
Io sono stata lasciata e ho lasciato, come tutti.
Quando sono stata lasciata ho metabolizzato il mio dolore senza infierire nella vita degli altri lasciando loro la libertà di scegliere cosa ritenevano migliore per la loro vita, come giusto che sia.
Ho lasciato, merito lo stesso rispetto per le mie scelte e per ciò che ritengo sia dannoso per me e la mia salute mentale.
Il mio aver lasciato non giustifica nessuno a farmi le poste sotto casa, non giustifica nessuno a seguirmi, non giustifica nessuno a scrivere in continuazione messaggi di alcun tipo. Il dolore che provoco pensando al mio benessere non è non sarà mai, a parer mio, una giustificazione per andare a ledere la libertà che ho il diritto di avere.
Non mi reputo vittima di slaking perché la persecuzione è sicuramente più grave ma è incredibile quanto poco ci voglia a generare terrore.
Tornare a casa e trovarsi qualcuno che fa le ronde intorno ad essa genera sicuramente la paura nei momenti successivi ogni qualvolta esci dal portone.
Sapere che qualcuno conosce i tuoi orari e li Usa per vedere con chi sei o cosa fai, a prescindere dalle intenzioni, mette ansia e lede la mia libertà di fare il cazzo che voglio.
Quando conosci una persona e ne conosci l imprevedibilità sai che il giorno in cui, facendo la ronda sotto casa, ti troverà sola potrebbe o scoppiare a piangere cercando di tentare il tutto per tutto o farsi prendere dalla rabbia e fare chissà cosa gli passi per la testa in quel preciso istante.
Perché io devo avere l ansia di uscire per andare a lavoro ed essere seguita? Perché non posso sentirmi libera di aspettare qualcuno fuori casa mia solo perché ci sta il rischio che qualcuno possa fermarmi per fare la qualsiasi? Perché cazzo dovrei sperare di vedere qualcuno ferito solo perche ho paura di ciò che potrebbe fare se fosse arrabbiato?
Perché ho lasciato una persona tossica per la mia salute mentale? No. Non ci sto.
Tutto questo non può essere giustificato da una chiusura. Non può. Voglio sentirmi libera di scegliere cosa mi fa stare bene senza dover aver paura di ogni mio passo. Non è giusto.
Non so quanto chiaro sia tutto ciò che sto scrivendo ma so che sono stufa.
Me lo merito?
Nessuno lo merita.
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