#musica di improvvisazione
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due frammenti da improvvisazioni sonore su testi di lamberto pignotti
due frammenti dalle improvvisazioni sonore su (=”performance live-impro sonorizzazione di”) testi di Lamberto Pignotti. Teatro Basilica, 28 ott. 2024 __________________________________________ 𝗕𝗮𝗿𝗯𝗮𝗿𝗮 𝗗𝗲 𝗗𝗼𝗺𝗶𝗻𝗶𝗰𝗶𝘀 | voce, elettronica 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻 𝗠𝗮𝗱𝗱𝗮𝗹𝗲𝗻𝗮 | shamisen, elettronica 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗭𝗶𝗲𝗹𝗹𝗼 | strumenti acustici preparati, sistemi di risonanza
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“Era meglio il libro”: uno spettacolo tra improvvisazione e ironia ad Alessandria
Porta il tuo libro noioso o il titolo del film che non sopporti: la Compagnia Gli Illegali trasforma tutto in teatro e risate.
Porta il tuo libro noioso o il titolo del film che non sopporti: la Compagnia Gli Illegali trasforma tutto in teatro e risate. Domenica 24 novembre 2024, presso la Sala dell’Affresco del Chiostro di Santa Maria di Castello ad Alessandria, si terrà uno spettacolo unico nel suo genere: “Era meglio il libro”, un evento organizzato dalla Compagnia Gli Illegali in collaborazione con BlogAL e…
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Storia Di Musica #318 - Black Widow, Sacrifice, 1970
Nella scelta di raccontare gruppi che hanno black nel nome, non si poteva non toccare il lato esoterico della musica: c'è tutto un filone metal, detto black metal, che porter�� all'estremo queste tematiche, con un gusto quasi parossistico dell'orrido diventeranno una sorta di clichè. Il gruppo capostipite furono i leggendari Black Sabbath, ma qualche mese prima un altro gruppo che aveva black nel nome partorì un disco che se musicalmente si allacciava alle nascenti sonorità folk-prog nelle tematiche iniziava, in maniera tanto elegante quanto esplicita, l'anima nera della musica rock.
Il gruppo in questione si chiama Black Widow. All'inizio erano un sestetto, che si chiamava, nel 1966, Pesky Gee. Ne facevano parte: Kay Garret (voce), Kip Trevor (voce, chitarra e armonica), Jess "Zoot" Taylor (pianoforte e organo), Jim Gannon (chitarra e voce), Clive Jones (sassofono e flauto), Bob Bond (basso) e Clive Box (batteria), e con questa formazione pubblicano un album, fino a pochi giorni introvabile (ci sarà una ristampa ad aprile 2024), dal titolo Exclamation Mark nel 1969, che è un tentativo di farsi strada nell'affollatissimo panorama inglese di blues rock: il disco passò inosservato. In quell'anno Kay Garret lasciò il gruppo, che si riformò con il nome di Black Widow a partire dal 1970. E il batterista Cox ha un'idea. Affascinato dal mondo dell'occultismo, convince la band a recuperare materiale: leggono per settimane qualsiasi cosa riguardi l'argomento nella Biblioteca della città di Leicester e arruolano un maestro Wicca per raccogliere informazioni. Ne viene fuori così un disco sicuramente affascinante, dove alla musica sofisticata e dalle soluzioni particolari si canta in maniera spesso senza filtri di un rito ancestrale per richiamare entità misteriose. Sacrifice esce nel 1970, stesso anno del primo disco dei Black Sabbath, ma fu registrato nel 1969 e prodotto da quel Patrick Anthony Meehan che sarà produttore degli stessi Black Sabbath fino al 1976 (il loro periodo d'oro) per la CBS.
In Ancient Days parte con un sinistro organo hammond a cui in serie si aggiungono gli altri strumenti ed è "una chiamata del male" che subito muta in Way To Power: c'è l'introduzione di una sezione fiati (che sarà uno dei pilastri di tutto il disco con il rullare tribale della batteria). Il brano ricco di cambi di tempo e dai cori fa da apripista al loro brano più famoso. È sempre il flauto di Clive Jones il protagonista di Come To The Sabbath, che simboleggia con maestria l'abilità del gruppo di rifarsi a canti mistici tribali. Qui è l'andamento a crescere della velocità e dell'ossessivo ritmico ripetere del ritornello evocativo (Come, Come To Sabbath, Satan's There) a rendere la canzone ansiogena ed affascinante allo stesso tempo. Diventerà poi uno della cover preferite dai gruppi heavy metal, e persino i Black Sabbah e i sanguinosi Death SS ne faranno una riproposizione. Ma il disco è un susseguirsi di sorprese: Conjuration è il brano più dark, dalla ritmica marziale e sofisticata dove è facile sottolineare la bella voce di Kip Trevor. A questo punto c'è una sorta di parentesi gioiosa: Seduction e' una ballata meravigliosa che combina momenti jazz rock ed echi di bossa nova che stridono con il testo, vibrante e sensuale: Would you have me stay with you?\Squeeze and hold you tight?\Soothe you with my tongue and touch\Share your bed at night. Il disco si conclude con due brani: Attack Of The Demon con l'armonizzazione affidata all'organo (non c'e' praticamente chitarra ritmica) e la lunga e magnetica Sacrifice, che nei suoi 11 minuti si sviluppa in una lunga improvvisazione strumentale. Tutti i brani hanno apporti davvero minimi di chitarra elettrica, caratteristica che già ne fa un unicum. Il disco ebbe successo anche perchè la band organizzò uno spettacolo dal vivo dove oltre che cantare si esibiva in una sorta di vero rituale: ad un certo punto dello show, sbucando da parti diverse a seconda del luogo del concerto, si presentava in scena la moglie di Clive Box, che attraverso l'uso di fumogeni e carrucole sembrava volasse tra il pubblico, finchè, sul palco mentre suonavano, veniva distesa e "sacrificata". Il caso volle che una sera, presenti dei fotografi del News Of The World, il famoso tabloid scandalistico, la spada del sacrificio lacerasse il vestito della donna, che alla fine rimase nuda. Per alcuni show successivi, la trovata fu organizzata apposta, ma la foto sul giornale fece il giro di mezzo mondo, attirando le feroci critiche sulla band, alimentando lo scandalo sulle pratiche occulte seguite dai componenti del gruppo.
Inspiegabilmente, il gruppo abbandonerà le tematiche gotiche e mistiche, per riproporsi in veste folk prog nel secondo lavoro, Black Widow (1971): il segnale fu l'abbandono del batterista Box per Romeo Challenger. Rimangono un ascolto particolare e storico, sebbene in molti articoli vengono considerati fondatori del doom: possono esserlo per le tematiche, anche se il loro approccio fu quasi sistematico e pieno di fonti e non estemporaneo e spettacolare come altri, ma non lo furono certo per lo stile musicale, che rappresenta davvero un evento nel binomio rock ed occultismo.
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LINA ALLEMANO: FLIP SIDE
È uscito lo scorso 4 ottobre il nuovo disco di Lina Allemano, trombettista, compositrice, improvvisatrice canadese-berlinese che vede nel CD, oltre che la sua adamantina tromba, Dan Peter Sundland al basso elettrico, Michael Griener, alla batteria e, talvolta ospite in alcuni brani, Andrea Parkins alla fisarmonica, oggetti ed elettronica. Lina e la sua tromba, pur avendo salde basi nel jazz, spaziano in territori liminari alla musica colta o cosiddetta tale. Ad aprire il magnifico lavoro del trio-quartetto “Lina Allemano’s Ohrenschmaus” (che significa smorfia), è il brano dal titolo “Sidetrack” che, in riferimento all’originalissimo nome della formazione, la prima smorfia la offre in apertura con una accattivante “intro” tutta rumorista, con qualche insufflazione di tromba, quasi a voler ingolosire l’ascoltatore su quanto successivamente lo aspetta. E in effetti il brano prosegue, dopo le fascinose titubanze iniziali, con la tromba della Allemano sempre più presente, anche se mai dominante, mentre le atmosfere restano inquiete; anche “Signal” si apre con rumori e percussioni, ma più decisi, come appare più certo e definito il ruolo della tromba. I toni sono rilassati e le parti sembrano più dialogiche, così come il “clima sonoro” in “Heartstrings” è pieno e ben definito, con la tromba che sembra aver preso decisamente il sopravvento o quantomeno, sembra tenere decisamente in pugno la situazione con un rumorismo delizioso, sia all’inizio che al termine del brano. Con “Sideswipe” (primo brano con l’intervento dell’elettronica di Andrea Parkins), il dialogo con la tromba diventa quasi un’invettiva dissacrante per un formidabile calando nelle parte finale dove spatole, carillon e ticchettii introducono l’ultimo lamento della tromba di Lina. Malinconico e lunare “Stricken” serba nel suo ventre un magnifico assolo al basso di Dan Peter Sundland che rende il brano quasi espressionista. “Flip Side”, che dà il titolo all’intero lavoro, è un pezzo sublime, di grandissimo spessore, notturno e solenne, dove le percussioni gravi e profonde sembrano dettare il tempo, un tempo di cupa sontuosità, con l’archetto del contrabbasso che diffonde rasoiate di vibrazioni rendendo ancora più drammatica l’atmosfera, ma sulla quale la tromba di Lina Allemano, ricama un disegno sonoro fatto di pacata leggerezza. È proprio in questo contrasto che vive “Flip Side”, ultimo brano dell’album edito dalla LUMO Records, etichetta della stessa compositrice, registrato dal vivo sul pavimento di una vecchia aula scolastica nel quartiere Schöneweide di Berlino, e non poteva essere altrimenti, poiché oltre ad essersi parzialmente stabilita a Berlino, Lina Allemano, pregna della cultura musicale della vecchia Europa, ha certamente assimilato la lezione della musica colta contemporanea della capitale tedesca, facendola rinascere a nuova vita, grazie allo straordinario sound della sua tromba, le cui radici sono saldamente piantate nella improvvisazione, nella ricerca e anche nel free jazz. Dopo una produzione discografica qualitativamente e quantitativamente notevolissima alla quale si aggiunge questa preziosa perla.
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Vengo da una serata "Improvvisazione tra musica e poesia" in cui un sassofonista e un poeta si sono rincorsi cercando di assecondare il flusso di coscienza dell'altro, declinato in melodia o parole.
Bellissimo assistere come spettatrice ai pensieri di una persona che li esprime senza filtri, ma bisogna avere una notevole proprietà di linguaggio per dare profondità o avere la capacità di valorizzare la semplicità: questi aspetti sono mancati e certe rime sono risultate patetiche. Forse per questo il sassofonista non ha mai preso una direzione allegra, ma ha perseguito una strada di suoni striduli e fastidiosi, alternati ad altri cupi e tetri.
Bell'esperimento, da migliorare. Un bicchiere di buon vinsanto ha risolto ogni problema.
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Il Largo è, come ho detto, la pagina preziosa del Concerto. Si direbbe che Beethoven abbia scelto la tonalità di mi maggiore, in tutto estranea al do minore del primo tempo, per isolare sin dal primo accordo il sentimento di questo Largo. La forma generale è quella del Lied in tre sezioni, ma l'alta libertà emotiva non consente alcuna costrizione formale, l'ispirazione è piuttosto quella dell"improvvisazione'. Nel silenzio dell'orchestra il solista inizia la melodia che ha la calma riflessiva di un 'notturno'. A noi, attenti e stupiti, sembra che il pianista trovi le sue note per la prima volta. Quando l'orchestra risponde (archi con sordina), si espande nella quiete una luce delicata. Nulla turba o confonde la disposizione poetica alla fantasticheria e al sogno. In diversi momenti la musica rinuncia a una fisionomia melodica per espandersi mirabilmente in echi, brividi, sospiri, coni mosse esaltazioni (gli arpeggi del pianoforte), dunque in pura liricità astratta. Perfino la cadenza finale deve avere un suo estatico, sorridente pudore. Mirabile la serena semplicità delle quattro battute finali: percorrendo a eco le tre note dell'accordo di mi maggiore (si, sol diesis, mi) il pianoforte, un flauto, due corni scendono verso il buio e il silenzio. L'ultimo accordo secco (tutti dell'orchestra senza pianoforte) è un congedo antisentimentale, dissipa l'incanto e prepara la transizione al Rondò
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Audio
Testo della improvvisazione è di https://tulipanico.tumblr.com/
Una casetta col tetto armonico, che la pioggia possa suonarci sinfonie, le finestre grandi per accogliere quanto più sole, una ad est e l'altra a ponente. Le pareti pregne dell'odore di caffè, il divano con una piccola macchia di vino rosso su di un cuscino. Tanti libri a prendere polvere, uno di racconti poggiato sul comodino, da leggere piano prima di dormire, quando le gambe si fanno liquide. Musica classica e mai nulla davvero in ordine, frenesia statica. Magari un tu ipotetico con cui svegliarsi facendo l'amore.
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Invisible°Show + Inascolto + Young 'n Town Festival
Sabato 3 giugno dalle 17:00 ZÖCH - Rare Music Fest
MAPS —-> Clicca qui
> 17:00 Apertura Portone > 17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia) > 18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia) > 20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal) > 21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP [Servizio bar e ristorazione durante tutta la serata]
Dall’inizio dei tempi i narratori e i poeti osservano gli animali per capire come siano fatti gli esseri umani. Il Bestiario di Zoologia Fantastica risalente al XII secolo riporta una grande varietà di creature affascinanti fra le quali spicca lo Zöch, “uccello a tre teste che costruisce il nido a rovescio e vola all’indietro, perché non gli importa del posto dove va, ma di quello da cui proviene”. Lo Zöch è un essere curioso, si nutre delle tradizioni del mondo e restituisce a chi lo evoca storie e suoni di tribalismo contemporaneo.
17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia)
Strumenti tradizionali mediorientali: tar, sai, out, nel, balaban, percussioni, sax e voce. Un paesaggio sonoro dove gli echi di culture lontane giungono al nostro cuore e, attraverso l’arte dell’improvvisazione, si trasformano in una nuova realtà.
18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia)
Clarinetto, scacciapensieri, voce, didgeridoo. Per la prima volta insieme, due sciamani del suono si incontrano per un viaggio sonoro di improvvisazione tribale sperimentale.
20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal)
Balafon, percussioni, voci. Musica africana tradizionale e moderna, che unisce le melodie e le suggestioni di due paesi, la Guinea ed il Senegal, dell'Africa Occidentale.
21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP
Membri del collettivo Onosecond che si propone come contenitore di subculture musicali, creato per incanalare, diffondere e amplificare energie inespresse.
N.B. Informazioni utili:
Il programma è confermato anche in caso di pioggia.
Sarà disponibile servizio bar e ristorazione, cascina style.
Ingresso con offerta consigliata di 10€, la vostra offerta servirà per coprire le spese e per pagare i musicisti.
Per questo evento non è necessaria la prenotazione ma se vuoi dirci che vieni o vuoi chiederci informazioni scrivici, rispondendo a questa email.
Vi consigliamo vivamente di parcheggiare nelle aree indicate nella mappa, prima di arrivare all’ingresso, civico 6, perché la strada è molto stretta e si rischia di rimanere incastrati. Grazie
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"Ha superato le barriere del suono, viaggiato nell’anima e ritornato per restituirci una musica impossibile da raccontare.
Abbiamo perso uno dei più grandi maestri della musica contemporanea.
Wayne Shorter.
Shorter è stato in grado di scuotere chi vive la musica come esplorazione della fantasia e dei propri abissi.
Per un musicista che ama l’improvvisazione ha creato nuovi mondi dove navigare e dove io ho amato stare, vivere e suonare.
Per ricordarlo e omaggiarlo dei suoi insegnamenti qui sotto una sua lettera scritta insieme al suo amico Herbie Hancock nel 2016.
"𝐋𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢” di Wayne Shorter e Herbie Hancock
Alla prossima generazione di artisti,
Ci troviamo in tempi turbolenti e imprevedibili.
(...) siamo in un’epoca di grande confusione e di dolore. Come artista, creativo e sognatore che vive in questo mondo, ti chiediamo di non farti scoraggiare da ciò che vedi, ma di utilizzare la tua vita e la tua arte come strumenti per la pace.
È vero che i problemi da affrontare sono complessi, ma la via della pace è semplice: comincia da te. Non occorre vivere in un paese del terzo mondo o lavorare in una ONG per fare la differenza. Ognuno di noi ha una missione unica. Siamo tutti parte di un immenso puzzle dove la più piccola azione influenza profondamente tutto il resto.
Tu conti. Le tue azioni contano. La tua arte conta.
Pur essendo rivolta agli artisti, questa lettera trascende i confini professionali e fa appello a ogni singola persona.
𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐫𝐢𝐬𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭à
Non siamo soli. Non possiamo esistere da soli e da soli non possiamo creare. Questo mondo necessita di un risveglio umanistico. Occorre elevare la condizione vitale affinché le nostre azioni si radichino nell’altruismo e nella compassione.
Non nasconderti dietro una professione: si tratta di diventare un essere umano. Dedica la tua energia a diventare l’essere umano migliore che puoi. Concentrati a sviluppare empatia e compassione. In questo processo potrai attingere alla ricchezza del nostro esistere su questo pianeta. La musica non è che una goccia nell’oceano della vita.
𝐀𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐪𝐮𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐨
Il mondo ha bisogno di nuove strade. Non farti condizionare da illusioni e luoghi comuni su come dev’essere vissuta la vita. Sta a te diventare un pioniere. Che sia attraverso l’esplorazione di nuovi suoni, ritmi e armonie, o attraverso inedite esperienze, processi e sinergie, noi ti incoraggiamo a rifuggire ogni forma negativa di ripetizione.
Lotta per intraprendere nuove azioni, sia nella musica che nel cammino della vita. Non ti conformare.
Accogli l’ignoto: il nuovo necessita, istante per istante, di improvvisazione. È un processo creativo senza pari quanto a potenzialità e senso di realizzazione.
Non vi è alcuna prova generale per la vita, perché la vita stessa è di per sé la prova.
Ogni relazione, ostacolo o interazione è una prova per la tua prossima avventura. Tutto è collegato. Ogni cosa è costruzione. Nulla va sprecato. Vivere in questo modo richiede coraggio. Sii audace e non perdere mai il tuo entusiasmo e stupore per la meraviglia che ti circonda.
𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢 𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢
Ci portiamo dietro l’idea del fallimento, ma ciò non è reale, è un’illusione. Non esiste fallimento. Ciò che percepisci come tale è una nuova opportunità, è la prossima mano di carte, la nuova tela bianca su cui dipingere e creare. La vita contiene possibilità illimitate. “Successo” e “fallimento” sono etichette, ogni istante è un’opportunità.
Tu, come essere umano, non hai limiti. In ogni circostanza esistono infinite potenzialità.
Non temere di interagire con chi è diverso da te.
Il mondo ha bisogno di maggior interazione, cuore a cuore, tra persone di differenti origini, valorizzando l’arte, la cultura e l’educazione. Le nostre differenze sono ciò che abbiamo in comune.
Abbiamo bisogno di connetterci e sperimentare la vita, imparare uno dall’altro. Non potremo mai avere pace se non comprendiamo il dolore nel cuore degli altri. Più interagiamo, più comprendiamo che la nostra umanità trascende tutte le differenze.
Ogni forma d’arte è un mezzo di dialogo, uno strumento potente. È tempo per la musica di produrre storie sonore che accendano il dialogo riguardo al mistero della nostra esistenza. Ciò significa sfidare le paure che ci impediscono di attingere all’illimitato coraggio insito nella nostra vita.
Sì, tu sei importante, tu vali.
Continua ad avanzare
𝐆𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐠𝐨
L’arroganza può svilupparsi negli artisti quando credono che il loro status li renda più importanti, o che il fatto di agire in ambito creativo conferisca loro una sorta di superiorità. Guardati dall’ego: la creatività non può fluire quando è asservita all’ego.
Vivere con integrità creativa può portare benefici mai immaginati.
Apprezza la generazione che ha camminato prima di te. I tuoi predecessori ti possono aiutare. Sono una fonte di ricchezza e di saggezza. Hanno resistito a tempeste e sofferenze, fai delle loro lotte una luce che brilla nell’oscurità. Non perdere tempo a ripetere i loro errori. Fai tesoro di ciò che hanno fatto, e lanciati verso la costruzione di un mondo migliore per le generazioni a venire.
𝐄 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐫𝐞, 𝐯𝐢𝐯𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐨𝐫𝐞
Man mano che accumuliamo gli anni, la nostra immaginazione tende a smorzarsi.
Che sia a causa della tristezza, del protrarsi della lotta o del condizionamento sociale, da qualche parte lungo il cammino le persone dimenticano come attingere alla magia che esiste dentro di loro.
Non permettere a quella parte di immaginazione di svanire. Guarda le stelle, e immagina di essere un astronauta o un pilota. Immagina di esplorare le piramidi o Machu Picchu. Immagina di volare come un uccello o di sfondare i muri come Superman. Immagina di correre con i dinosauri o di nuotare come una creatura marina. Tutto ciò che esiste è il prodotto dell’immaginazione di qualcuno. Fai tesoro e nutri la tua immaginazione, e ti troverai sempre nella vertigine della scoperta.
Come può questo condurre alla creazione di una società pacifica?
Tutto inizia da una causa. La causa che poni adesso crea gli effetti che danno forma al tuo futuro, tuo e di tutti coloro che ti circondano.
Sii il protagonista del film della tua vita. Tu sei il regista, il produttore e l’attore.
Sii audace e instancabilmente compassionevole, mentre danzi in questo viaggio che è la vita."
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Django Reinhardt: L’icona del jazz che ha superato le barriere della disabilità
Django Reinhardt, nato Jean Reinhart a Liberchies, Belgio, il 23 gennaio 1910, è un nome leggendario nella storia del jazz. Considerato uno dei chitarristi più virtuosi e influenti di tutti i tempi, Reinhardt è celebre non solo per la sua genialità musicale, ma anche per la capacità di trasformare una grave disabilità in una fonte di ispirazione per milioni di persone.
La vita di Django e l’incidente che cambiò tutto
Reinhardt nacque in una famiglia di etnia sinti, trascorrendo la sua infanzia in una carovana itinerante che lo portò in diverse parti d’Europa. La sua carriera musicale iniziò presto, con il banjo come strumento principale. Tuttavia, la sua vita subì una svolta drammatica a soli 18 anni, quando un incendio nella roulotte di famiglia lo lasciò con gravi ustioni. L’incidente distrusse il mignolo e l’anulare della mano sinistra, lasciandoli inutilizzabili. Questa disabilità sembrava destinata a porre fine alla sua carriera musicale.
Invece di arrendersi, Reinhardt trovò nella chitarra un nuovo mezzo di espressione. Con un’incredibile determinazione, reinventò il suo modo di suonare, utilizzando solo due dita della mano sinistra per eseguire gli accordi e le melodie. Questo evento, pur essendo una tragedia personale, divenne la scintilla che diede vita al suo stile unico e rivoluzionario.
L’ascesa al successo
Negli anni ’30, Reinhardt formò con il violinista Stéphane Grappelli il famoso Quintette du Hot Club de France, un gruppo innovativo che abbandonò i fiati per concentrarsi sugli strumenti a corda. La musica del quintetto era vibrante e raffinata, un perfetto equilibrio tra improvvisazione e precisione tecnica. Questo progetto fece di Django una figura centrale nella scena del jazz europeo, dimostrando che la sua disabilità non era un ostacolo alla grandezza.
Oltre la musica: un’ispirazione per tutti
La storia di Reinhardt è un esempio lampante di come la disabilità possa essere superata attraverso creatività e forza di volontà. Nonostante le limitazioni fisiche, Reinhardt sviluppò un linguaggio musicale inimitabile, influenzando generazioni di musicisti. Il chitarrista inglese Tony Iommi, dei Black Sabbath, trovò in lui una fonte di ispirazione dopo aver perso due falangi della mano. Iommi affermò che, grazie a Django, riuscì a ritrovare la forza per continuare a suonare.
Innovazione e stile inconfondibile
Il contributo di Django Reinhardt al jazz non si limita alla sua abilità tecnica. Il suo stile unico, caratterizzato da improvvisazioni ardite e melodie eleganti, si basava su una profonda comprensione della musica manouche, un genere che integrava elementi tradizionali gitani con il jazz contemporaneo. Nonostante la sua disabilità, Reinhardt era in grado di eseguire brani complessi con una naturalezza che lasciava il pubblico senza parole.
L’impatto della disabilità sulla creatività
La disabilità di Django non fu soltanto una sfida, ma anche una fonte di innovazione. Grazie alla limitazione dell’uso della mano sinistra, Reinhardt creò nuove tecniche che ridefinirono il modo in cui la chitarra jazz veniva suonata. Questo spirito di adattamento è un potente messaggio di speranza per chiunque affronti ostacoli nella vita.
L’eredità di Django Reinhardt
Reinhardt non fu solo un chitarrista straordinario, ma anche un compositore prolifico. Brani come Minor Swing, Nuages e Belleville sono ancora oggi considerati pietre miliari del repertorio jazz. La sua influenza si estende ben oltre il jazz manouche, toccando anche il rock e altri generi musicali.
Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1953 a Samois-sur-Seine, la sua musica e la sua storia continuano a ispirare. Reinhardt è un simbolo di come l’arte possa trionfare sulla disabilità, trasformando una limitazione fisica in un punto di forza.
Un messaggio universale
La vita di Django Reinhardt ci insegna che la disabilità non definisce una persona. Al contrario, ciò che conta è la capacità di adattarsi, innovare e lasciare un segno. Reinhardt non solo ha superato le sue sfide personali, ma ha anche rivoluzionato il mondo della musica, dimostrando che la grandezza risiede nella determinazione e nel talento, non nelle circostanze fisiche.
Con la sua musica, Django Reinhardt ha aperto una finestra su ciò che è possibile, offrendo a chiunque affronti una disabilità l’ispirazione per sognare e realizzare grandi cose. La sua eredità musicale e umana rimane un faro di speranza per tutte le generazioni future.
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audio dell'incontro / confronto / dialogo sui video proiettati il 17 aprile 2023 allo studio campo boario
Gli audio fanno riferimento al confronto pubblico con gli spettatori dei video proiettati nel contesto della rassegna Incontri ravvicinati tra arte e cinema, allo Studio Campo Boario, il 17 aprile scorso. (La locandina è riportata più in basso). Lo specifico intervento di Antonio Francesco Perozzi, dedicato ai quattro prologues dell’ensemble INDEX 03 (Marco Ariano, Pietro D’Agostino, Marco…
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𝐔𝐍𝐃𝐄𝐑 𝐓𝐇𝐄 𝐋𝐀𝐁𝐄𝐋
ON AIR – Friday 8 November 9:00 pm (CET) – usmaradio.org
ENG BELOW
Usmaradio presenta un nuovo spazio di esplorazione musicale: “Under the Label”, un programma ideato e condotto da Andreij Rublev. Ogni due settimane, il venerdì alle 21:00 a partire dall’11 ottobre, Rublev ci guiderà in un viaggio attraverso le trame della musica contemporanea, underground, indipendente e sperimentale, indagando le nuove tendenze e le contaminazioni tra generi che stanno ridefinendo il panorama sonoro globale.
Terza puntata: venerdì 8 novembre 2024
𝐭𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨: The Sound of Words
Nel terzo episodio, Rublev ci porta alla scoperta della parola e del suo suono. Uno spaccato sulle possibili combinazioni di spoken word, rap, slam poetry con i linguaggi della musica contemporanea (dal funk al jazz, dal noise all’improvvisazione libera).
𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐞𝐫��𝐦𝐨:
> ADDICT AMEBA desert-blues, paesaggi afrobeat, cavalcate latin rock e parentesi etio-jazz. L'album “Caosmosi” si arricchisce dei contributi di Joshua Idehen, poeta e cantante anglo-nigeriano in “Look At Us”, e di Rabii Brahim, attore e musicista tunisino, in “Ya Bled”.
> OSSA DI CANE è una band Nu-Jazz senese nata dall’incontro fra Giovanni Miatto e Alessandro Vagheggini, con l’intento di unire l’estetica dell’hip-hop a quella della musica contemporanea. “La Morte Del Re”, il loro primo album analizza l’Io più profondo dell’individuo in relazione ad una realtá che lo circonda e lo attraversa.
> YAO BOBBY & SIMON GRAB il rapper togolese e attivista politico Yao Bobby collabora con il noisemaker svizzero Simon Grab. Un'intensa battaglia sonora tra testi energici proiettati in un mondo sonoro oscuro di pulsazioni elettroniche grezze con un'attitudine dub e punk. Il loro lavoro è una forma molto cruda e improvvisata di hiphop sperimentale dal vivo, Freeform Rap e Noise.
> THE SWAMP FAM misteriosa, oscura, distorta, lisergica e grottesca rivisitazione dell’hip hop e delle sue voci, con parole che sembrano venire da chissà quale oltretomba delle sample library.
> FRANCESCA NAIBO in “So Much Time” guarda al suo passato e alla sua evoluzione nel tempo. Questo l'ha portata a recuperare vecchi nastri registrati con un mangianastri economico quando aveva circa 8 anni. Ha potuto così riascoltare la sua voce, comprenderne l'essenza sonora e personale ed entrare in contatto e dialogare con essa dopo quasi 25 anni con la sua voce adulta e la sua chitarra, attraverso i linguaggi della libera improvvisazione e della composizione.
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Ogni puntata di “Under the Label” offre un’occasione unica per scoprire artisti che sfidano le categorizzazioni musicali, rompendo le barriere tra generi e culture. Le trasmissioni non sono solo un viaggio musicale, ma anche un'esplorazione critica delle tendenze culturali e sonore che caratterizzano il mondo contemporaneo
→ Andreij Rublev, alias di Andrea Gava, è un musicista e produttore italiano con un percorso che abbraccia vari progetti artistici tra sperimentazione sonora e performance dal vivo. Con una profonda conoscenza del panorama underground, Rublev è noto per la sua abilità nel creare ponti tra culture musicali diverse, spaziando dall'elettronica fino alle nuove frontiere della sperimentazione elettroacustica
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Usmaradio presents a new space for musical exploration: “Under the Label”, a show conceived and hosted by Andreij Rublev. Every two weeks, on Fridays at 9:00 PM starting October 11, Rublev will guide us through the threads of contemporary, underground, independent, and experimental music, investigating the new trends and cross-genre contaminations that are redefining the global soundscape
Third episode: Friday, 08 November, 2024
Title: The Sound of Words
In the third episode, Rublev takes us to discover words and their sounds. An insight into the possible combinations of spoken word, rap and slam poetry with the languages of contemporary music (from funk to jazz, from noise to free improvisation).
Featured artists in this episode:
> ADDICT AMEBA desert-blues, afrobeat landscapes, latin rock rides and ethio-jazz parentheses. The album “Caosmosi” is enriched by the words and the voices of Joshua Idehen, Anglo-Nigerian poet and singer in “Look At Us”, and Rabii Brahim, Tunisian actor and musician, in "Ya Bled".
> OSSA DI CANE is a Nu-Jazz band from Siena, Italy, born from the meeting between Giovanni Miatto and Alessandro Vagheggini, with the aim of combining the aesthetics of hip-hop with contemporary music. “La Morte Del Re”, their first album, analyzes the individuals’ deepest self in relation to a reality that surrounds them.
> YAO BOBBY & SIMON GRAB the togolese Rapper and political activist Yao Bobby collaborates with swiss noisemaker Simon Grab. An intense soundbattle between energetic rhymes fired into a dark soundworld of raw electronic bass pulsations with a dubby punk attitude, produced on analog feedback electronics. Their show is a very raw and improvised form of live experimental hiphop, Freeform Rap and Noise.
> THE SWAMP FAM mysterious, dark, distorted, lysergic and grotesque reinterpretation of hip hop and its voices, with words that seem to come from who knows what afterlife of the sample libraries.
> FRANCESCA NAIBO looked at her past and her evolution in time and this lead her to rescue old tapes she recorded at home with a cheap recorder when she was around 8 years old. In this way she could listen again to her voice, understand its sonic and personal essence and enter in contact and dialogue with it after almost 25 years with her adult voice and her guitar, through the languages of free improvisation and composition.
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Each episode of “Under the Label” offers a unique opportunity to discover artists who challenge musical categorization, breaking barriers between genres and cultures. The broadcasts are not just a musical journey but also a critical exploration of the cultural and sonic trends shaping the contemporary world
→ Andreij Rublev, aka Andrea Gava, is an Italian musician and producer whose career spans various artistic projects, blending sound experimentation with live performances. With deep knowledge of the underground scene, Rublev is known for his ability to bridge diverse musical cultures, ranging from electronic music to the new frontiers of electroacoustic experimentation.
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito.
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
Ascolta l'album: https://open.spotify.com/intl-it/album/5U01t0B8t19liv2x1wxS7d
Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings. E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante. Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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BILL FRISELL, “FOUR”
Nel grandioso programma di JazzMi 2024 ho scelto, per motivi sentimentali, Bill Frisell e il suo “Four”, che si sono esibiti, venerdì scorso, al Teatro dell’Arte di Milano; “Four” è anche il titolo del suo ultimo lavoro, quello che è stato riproposto a JazzMi. In realtà questo concerto era doppio, con uno spettacolo alle venti e uno, diverso, alle ventidue: come da buona abitudine del jazz, meglio non essere troppo abitudinari. Con Bill una formazione che come li definisce il programma ufficiale, è costituita da “spiriti indipendenti e menti affini” che rispondono ai nomi di Gerard Clayton al pianoforte, Johnathan Blake alla batteria e, naturalmente Greg Tardy, al sax e al clarinetto. Un lavoro magnifico che armonizza vecchio e nuovo, con vecchi pezzi elegantemente insinuati e rivisitati in altre nuove composizioni, tutto senza scossoni eccessivi per un pubblico, piuttosto maturo (ma questa non è una novità nel Jazz), che dava l’impressione di essere lì per essere rassicurato dalla musica di Frisell e non certo per essere sconvolto da travolgenti novità. Giusto così, anche se i dischi di Frisell non sono mai “troppo uguali”, non si può certo dire che in essi non sia presente quel “marchio di fabbrica” costituito dalla sua chitarra dolce, intima e insinuante. Frisell, però è riuscito a mettere insieme un gruppo di talentosi musicisti e concede ampi spazi al suo collaboratore preferito, ovvero quel Greg Tardy che incanta col suo sax e seduce col suo clarinetto, senza mai diventare protagonista assoluto. Un jazz caldo e pastoso che lascia spazio ad una improvvisazione misurata, ma con la barra del timone ben stretta nelle mani di Frisell che riporta sempre ogni divagazione “ab origine”, tornando sulla minimalissima melodia iniziale. Potrà sembrare strano, ma molti dei brani ascoltati questa sera, e presenti nel disco in uscita l’undici novembre per l’etichetta “Blue Note Records”, sono stati composti durante il lockdown, che da un punto di vista della creazione artistica, possiamo ben dire non sia stato certo un periodo poco felice, visto che in tutti gli ambiti le creazioni sono state fiorenti. Nel concerto per JazzMi, un brano su tutti ha raccolto il favore del pubblico, ovvero “Walz for Hal Willner”, dedicato al produttore scomparso, che, ricordiamo, ha prodotto tributi a tanti altri grandi musicisti di generi diversi come Thelonious Monk, Kurt Cobain e Leonard Cohen. (Per chi volesse “assaggiare il prodotto”, corredato da raffinate e delicatissime immagini può trovare il video del pezzo a fondo di questo articolo). Un altro omaggio in “Dear Old Friend” è dedicato ad un compagno di scuola, Alan Woodward. Magnifico anche il rockeggiante “Lookout For Hope”, anche questo un brano del passato, riproposto con qualche variazione (Frisell non è certo tipo da lacrimare per la nostalgia) al pubblico di Milano. Più sperimentale e di ricerca è certamente “Blues from Before”, mentre struggente e malinconico un altro brano del passato (prossimo) come “The Pioneers”. Nel dolce sapore novembrino ascoltare Frisell è quasi un dovere morale, ascoltarlo in un luogo pieno di suggestioni come il complesso della Triennale di Milano, un grande piacere, ascoltarlo dal vivo, ovviamente, una delizia…
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito.
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
Ascolta l'album: https://open.spotify.com/intl-it/album/5U01t0B8t19liv2x1wxS7d
Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings. E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante. Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito.
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
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Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings. E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante. Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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