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#musica di improvvisazione
marcogiovenale · 1 year
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audio dell'incontro / confronto / dialogo sui video proiettati il 17 aprile 2023 allo studio campo boario
Gli audio fanno riferimento al confronto pubblico con gli spettatori dei video proiettati nel contesto della rassegna Incontri ravvicinati tra arte e cinema, allo Studio Campo Boario, il 17 aprile scorso. (La locandina è riportata più in basso). Lo specifico intervento di Antonio Francesco Perozzi, dedicato ai quattro prologues dell’ensemble INDEX 03 (Marco Ariano, Pietro D’Agostino, Marco…
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diceriadelluntore · 6 months
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Storia Di Musica #318 - Black Widow, Sacrifice, 1970
Nella scelta di raccontare gruppi che hanno black nel nome, non si poteva non toccare il lato esoterico della musica: c'è tutto un filone metal, detto black metal, che porterà all'estremo queste tematiche, con un gusto quasi parossistico dell'orrido diventeranno una sorta di clichè. Il gruppo capostipite furono i leggendari Black Sabbath, ma qualche mese prima un altro gruppo che aveva black nel nome partorì un disco che se musicalmente si allacciava alle nascenti sonorità folk-prog nelle tematiche iniziava, in maniera tanto elegante quanto esplicita, l'anima nera della musica rock.
Il gruppo in questione si chiama Black Widow. All'inizio erano un sestetto, che si chiamava, nel 1966, Pesky Gee. Ne facevano parte: Kay Garret (voce), Kip Trevor (voce, chitarra e armonica), Jess "Zoot" Taylor (pianoforte e organo), Jim Gannon (chitarra e voce), Clive Jones (sassofono e flauto), Bob Bond (basso) e Clive Box (batteria), e con questa formazione pubblicano un album, fino a pochi giorni introvabile (ci sarà una ristampa ad aprile 2024), dal titolo Exclamation Mark nel 1969, che è un tentativo di farsi strada nell'affollatissimo panorama inglese di blues rock: il disco passò inosservato. In quell'anno Kay Garret lasciò il gruppo, che si riformò con il nome di Black Widow a partire dal 1970. E il batterista Cox ha un'idea. Affascinato dal mondo dell'occultismo, convince la band a recuperare materiale: leggono per settimane qualsiasi cosa riguardi l'argomento nella Biblioteca della città di Leicester e arruolano un maestro Wicca per raccogliere informazioni. Ne viene fuori così un disco sicuramente affascinante, dove alla musica sofisticata e dalle soluzioni particolari si canta in maniera spesso senza filtri di un rito ancestrale per richiamare entità misteriose. Sacrifice esce nel 1970, stesso anno del primo disco dei Black Sabbath, ma fu registrato nel 1969 e prodotto da quel Patrick Anthony Meehan che sarà produttore degli stessi Black Sabbath fino al 1976 (il loro periodo d'oro) per la CBS.
In Ancient Days parte con un sinistro organo hammond a cui in serie si aggiungono gli altri strumenti ed è "una chiamata del male" che subito muta in Way To Power: c'è l'introduzione di una sezione fiati (che sarà uno dei pilastri di tutto il disco con il rullare tribale della batteria). Il brano ricco di cambi di tempo e dai cori fa da apripista al loro brano più famoso. È sempre il flauto di Clive Jones il protagonista di Come To The Sabbath, che simboleggia con maestria l'abilità del gruppo di rifarsi a canti mistici tribali. Qui è l'andamento a crescere della velocità e dell'ossessivo ritmico ripetere del ritornello evocativo (Come, Come To Sabbath, Satan's There) a rendere la canzone ansiogena ed affascinante allo stesso tempo. Diventerà poi uno della cover preferite dai gruppi heavy metal, e persino i Black Sabbah e i sanguinosi Death SS ne faranno una riproposizione. Ma il disco è un susseguirsi di sorprese: Conjuration è il brano più dark, dalla ritmica marziale e sofisticata dove è facile sottolineare la bella voce di Kip Trevor. A questo punto c'è una sorta di parentesi gioiosa: Seduction e' una ballata meravigliosa che combina momenti jazz rock ed echi di bossa nova che stridono con il testo, vibrante e sensuale: Would you have me stay with you?\Squeeze and hold you tight?\Soothe you with my tongue and touch\Share your bed at night. Il disco si conclude con due brani: Attack Of The Demon con l'armonizzazione affidata all'organo (non c'e' praticamente chitarra ritmica) e la lunga e magnetica Sacrifice, che nei suoi 11 minuti si sviluppa in una lunga improvvisazione strumentale. Tutti i brani hanno apporti davvero minimi di chitarra elettrica, caratteristica che già ne fa un unicum. Il disco ebbe successo anche perchè la band organizzò uno spettacolo dal vivo dove oltre che cantare si esibiva in una sorta di vero rituale: ad un certo punto dello show, sbucando da parti diverse a seconda del luogo del concerto, si presentava in scena la moglie di Clive Box, che attraverso l'uso di fumogeni e carrucole sembrava volasse tra il pubblico, finchè, sul palco mentre suonavano, veniva distesa e "sacrificata". Il caso volle che una sera, presenti dei fotografi del News Of The World, il famoso tabloid scandalistico, la spada del sacrificio lacerasse il vestito della donna, che alla fine rimase nuda. Per alcuni show successivi, la trovata fu organizzata apposta, ma la foto sul giornale fece il giro di mezzo mondo, attirando le feroci critiche sulla band, alimentando lo scandalo sulle pratiche occulte seguite dai componenti del gruppo.
Inspiegabilmente, il gruppo abbandonerà le tematiche gotiche e mistiche, per riproporsi in veste folk prog nel secondo lavoro, Black Widow (1971): il segnale fu l'abbandono del batterista Box per Romeo Challenger. Rimangono un ascolto particolare e storico, sebbene in molti articoli vengono considerati fondatori del doom: possono esserlo per le tematiche, anche se il loro approccio fu quasi sistematico e pieno di fonti e non estemporaneo e spettacolare come altri, ma non lo furono certo per lo stile musicale, che rappresenta davvero un evento nel binomio rock ed occultismo.
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chaosdancer · 1 year
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Ho tantissime cose accumulate nella mia testolina e non so come aprire questo vaso di Pandora. In effetti ho accumulato svariate settimane di pensieri. Mi vengono alla mente i vecchi tempi in cui scrivevo a dismisura e non sapevo mai come iniziare, davanti al vuoto. Esattamente come in un cantiere in cui hai l'idea di come dev'essere un palazzo ma non hai la minima idea di come buttare giù le fondamenta.
Beh, posso cominciare dal semplice fatto che tra le svariate persone che ho conosciuto negli ultimi anni (soprattutto da ottobre a questa parte) e che sto continuando a conoscere ho una mezza idea dell'attenzione media che si ha in questi anni, soprattutto tra i giovani. Probabilmente sarò una delle poche persone a leggere e questo mi va bene, mi ricorda i tempi in cui scrivevo per me stesso e preparavo il libro. Diciamo che le mie abilità linguistiche e la mia capacità di scrittura si sono affievolite di molto da allora. Chiedo scusa in anticipo a me stesso quando rileggerò tutto questo dopo averlo pubblicato (già, leggerò dopo aver pubblicato, saltando la fase di rilettura, come ad improvvisazione jazz).
Diciamo che il dubbio che mi è sorto un attimo fa è se scrivere tante cose brevi per essere letto in modo da avere dei confronti o fare il prolisso con me stesso e non essere considerato. Diciamo che attualmente la seconda opzione è quella che più mi attrae.
Vorrei iniziare lamentandomi delle persone che, in media, hanno la soglia dell'attenzione sempre più bassa. Non dico solo in musica, ci mancherebbe, ma anche per quanto riguarda uno scritto (che sia un post, un articolo di giornale o un libro). Per non parlare poi di tutto quello che riguarda il cinema e la musica. Purtroppo ho conosciuto persone che non riescono a guardare un film leggero dato che non riescono a mantenere la concentrazione solo per capire l'impostazione iniziale di trama e personaggi. Per non parlare della musica, un argomento a me caro. Non sto dicendo che tutto il mondo debba andare a sentire una sinfonia di Mahler (dalla durata media di un'ora) a settimana, né che debbano periodicamente andare a vedere concerti da 4 ore alla Liszt. Oramai il mondo funziona in modo diverso, le mode, gli usi e i costumi sono altri. Però un po' mi dispiace che la soglia dell'attenzione media si sia abbassata così drasticamente (e sto parlando della media, non di tutti). Questa parte iniziale dello scritto nasce dalle mie ultime esperienze dell'anno con mia madre. Mia madre, la mia prima "fan", che non riesce più a mantenere pazienza e concentrazione davanti alla musica che faccio e o che le "propino". Le basta solo un minuto scarso di musica (dalla durata di 15/20 minuti) per decretare che un brano che ha fatto la storia sia "bello" o "brutto". Mi sembra quasi lo stesso modus operandi che si usa pure tra noi giovani. Basta solo qualche post da nemmeno 100 caratteri per capire se una persona abbia qualcosa di stimolante da dire. Oppure qualche foto su Instagram per capire se una persona sia esteticamente bella oppure che non valga neppure la pena dialogarci nemmeno una volta.
Ormai siamo nei tempi in cui l'economia del tempo regna sovrana, come se nessuno avesse tempo per nulla, nonostante perdiamo il nostro tempo su stronzate inutili alle quali siamo abituati e sulle quali basterebbe un minimo di riflessione per renderci conto che è tempo usato inutilmente. Cose che non ci rendono più belli o più brutti, più ricchi o più poveri, più famosi o più sconosciuti e isolati, più intelligenti o più stupidi. Questo lo dico per conoscenza delle persone che mi stanno maggiormente intorno e che sono mie coetanee. Ma tutto ciò si può estendere perfino ai genitori come mio padre. Quella persona che, alla soglia dei cinquant'anni, si piazza davanti ai video di Facebook, Instagram e TikTok e smette di sentire ciò che gli stai dicendo durante una conversazione. Non importa se gli parli di cose importanti o dei tuoi sogni e speranze di gioventù. Non sono qui per piangere per questa cazzata, ma tutto ciò è di una tristezza e di uno sconforto allucinanti. Cioè, bello sapere che tuo padre ha trovato un video divertente su TikTok e tua madre ha ricevuto l'ennesima richiesta di amicizia sentendosi sempre più benvoluta e circondata da persone (nonostante esse siano online e che nella realtà a stento ti salutino per strada). Tutto ciò sta perdendo il controllo e sta diventando follia pura (tra mamme che non tengono d'occhio i propri pargoli per le notifiche social o che, addirittura, usano proprio loro per acchiappare qualche like e commento per una foto col bimbo). Non vorrei risultare drastico ma tutto ciò è preoccupante. La "poetica" del like sta prendendo il sopravvento fin troppo. E io, ora che sto scrivendo, mi sento noioso come oratore, come scrittore e come musicista, in quanto le suddette persone non ti prendono in considerazione. Ti senti noioso per la mancanza di considerazione, perché non rispecchi la moda, i gusti, perché sei troppo prolisso e la gente non ha tempo, perché sei troppo lungo per la concentrazione massima che riescono a mantenere in una situazione. Ho visto persone spaventarsi per una cosa della lunghezza che sto partorendo, di getto, in questo momento.
Il mio quesito è: da quando è così? Da quando le persone istruite hanno la stessa coscienza, cultura e capacità di concentrazione equivalente ad una specie di servitù della gleba? Da quando siamo regrediti culturalmente (a livello di massa) ad una sottospecie di Neo-Medioevo? Tutti che ci vantiamo della tecnologia del nostro nuovo iPhone e compagnia bella. Ma, effettivamente, quanto ne capiamo noi? Tutti che ci vantiamo di sviluppo culturale, tecnologico e scientifico. Ma, in fin dei conti, a me sembra solo uno sviluppo che detiene una cerchia ristretta di persone che crea questo famigerato progresso. Un élite di ricercatori e studiosi che crea tutto questo "benessere" per la massa. Lungi da me essere un pessimista catastrofico, il progresso medico, scientifico e tecnologico è stato ottimo. Anche il progresso culturale sull'accettazione del prossimo e sulle parità dei diritti ha fatto enormi progressi nell'ultimo secolo. Però a quale prezzo? Vedo tante persone lamentarsi da sempre del divario tra ricchi e poveri. E io ci vedo anche un accesso più immediato alla cultura che ormai non viene colta a dovere. Che sia cultura storica, artistica o politica e via dicendo. Non riesco proprio a concepire come un maggior accesso alla cultura abbia potuto, in certi ambiti, fare più danni rispetto a quando non era presente. Perché siamo in una struttura in cui l'accesso all'istruzione e ai vari tipi di cultura è più immediato e facile mentre la massa sembra regredire in qualche modo?
Tutto questo (che mi portavo dietro da qualche anno a questo parte) sta parzialmente uscendo fuori. E sta uscendo fuori alla fatidica domanda: "Cosa vuoi fare da grande? Cosa farai dopo la magistrale?" Ebbene, non lo so assolutamente ormai. Personalmente mi trovo in un'epoca musicale (che è quello che mi concerne) che non regge un'esecuzione della Sonata di Liszt dalla durata di mezz'ora (nonostante poi ci sia un'altra ora di concerto davanti). Poi, le cover pop vanno benissimo (se non superano la mezz'ora), anzi sei un fenomeno. Per la classica ormai vivono i grandi classici alla Strauss a Capodanno e "Per Elisa" di Beethoven. Ormai anche questo ambito è rimasto per pochi (di solito studenti di musica, maestri, pensionati e qualche estimatore raro rimasto). Ma qui il mio dubbio esistenziale ( e qui entro nella mia sfera personale): per cosa suono? Cos'ho da condividere con un pubblico che, per la maggior parte, viene a vedermi per fare bella presenza? Per far vedere che è acculturato e ha buon gusto ascoltando la buona musica classica. C'è da dire che sempre più spesso mi capita di vedere persone che guardano le notifiche del telefono durante i concerti. E io allora, per cosa porto avanti questa grande arte ai posteri? Potrei lasciar perdere come fanno molte persone? La musica di Mozart, Beethoven, Chopin (e più chi ne ha più ne metta) non è come come un Leonardo, un Caravaggio o un Monet. Non durano nel tempo come l'arte visiva o altri tipi di arte. Per rendere vivi quei pallini su carta bisogna suonarli in concerto, inciderli e divulgarli. Il paradosso più grande viene qui: sempre più insegnanti di musica e sempre più persone che studiano la musica abbandonandola perché non c'è nessun tipo di garanzia per il mercato odierno.
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Vengo da una serata "Improvvisazione tra musica e poesia" in cui un sassofonista e un poeta si sono rincorsi cercando di assecondare il flusso di coscienza dell'altro, declinato in melodia o parole.
Bellissimo assistere come spettatrice ai pensieri di una persona che li esprime senza filtri, ma bisogna avere una notevole proprietà di linguaggio per dare profondità o avere la capacità di valorizzare la semplicità: questi aspetti sono mancati e certe rime sono risultate patetiche. Forse per questo il sassofonista non ha mai preso una direzione allegra, ma ha perseguito una strada di suoni striduli e fastidiosi, alternati ad altri cupi e tetri.
Bell'esperimento, da migliorare. Un bicchiere di buon vinsanto ha risolto ogni problema.
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ladrodiciliegie · 1 year
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Il Largo è, come ho detto, la pagina preziosa del Concerto. Si direbbe che Beethoven abbia scelto la tonalità di mi maggiore, in tutto estranea al do minore del primo tempo, per isolare sin dal primo accordo il sentimento di questo Largo. La forma generale è quella del Lied in tre sezioni, ma l'alta libertà emotiva non consente alcuna costrizione formale, l'ispirazione è piuttosto quella dell"improvvisazione'. Nel silenzio dell'orchestra il solista inizia la melodia che ha la calma riflessiva di un 'notturno'. A noi, attenti e stupiti, sembra che il pianista trovi le sue note per la prima volta. Quando l'orchestra risponde (archi con sordina), si espande nella quiete una luce delicata. Nulla turba o confonde la disposizione poetica alla fantasticheria e al sogno. In diversi momenti la musica rinuncia a una fisionomia melodica per espandersi mirabilmente in echi, brividi, sospiri, coni mosse esaltazioni (gli arpeggi del pianoforte), dunque in pura liricità astratta. Perfino la cadenza finale deve avere un suo estatico, sorridente pudore. Mirabile la serena semplicità delle quattro battute finali: percorrendo a eco le tre note dell'accordo di mi maggiore (si, sol diesis, mi) il pianoforte, un flauto, due corni scendono verso il buio e il silenzio. L'ultimo accordo secco (tutti dell'orchestra senza pianoforte) è un congedo antisentimentale, dissipa l'incanto e prepara la transizione al Rondò
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greenbor · 2 years
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Testo della improvvisazione è di https://tulipanico.tumblr.com/
Una casetta col tetto armonico, che la pioggia possa suonarci sinfonie, le finestre grandi per accogliere quanto più sole, una ad est e l'altra a ponente. Le pareti pregne dell'odore di caffè, il divano con una piccola macchia di vino rosso su di un cuscino. Tanti libri a prendere polvere, uno di racconti poggiato sul comodino, da leggere piano prima di dormire, quando le gambe si fanno liquide. Musica classica e mai nulla davvero in ordine, frenesia statica. Magari un tu ipotetico con cui svegliarsi facendo l'amore.
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invisible-show · 1 year
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Invisible°Show + Inascolto + Young 'n Town Festival
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Sabato 3 giugno dalle 17:00 ZÖCH - Rare Music Fest
MAPS —-> Clicca qui
> 17:00 Apertura Portone > 17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia) > 18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia) > 20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal) > 21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP [Servizio bar e ristorazione durante tutta la serata]
Dall’inizio dei tempi i narratori e i poeti osservano gli animali per capire come siano fatti gli esseri umani. Il Bestiario di Zoologia Fantastica risalente al XII secolo riporta una grande varietà di creature affascinanti fra le quali spicca lo Zöch, “uccello a tre teste che costruisce il nido a rovescio e vola all’indietro, perché non gli importa del posto dove va, ma di quello da cui proviene”. Lo Zöch è un essere curioso, si nutre delle tradizioni del mondo e restituisce a chi lo evoca storie e suoni di tribalismo contemporaneo.
17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia)
Strumenti tradizionali mediorientali: tar, sai, out, nel, balaban, percussioni, sax e voce. Un paesaggio sonoro dove gli echi di culture lontane giungono al nostro cuore e, attraverso l’arte dell’improvvisazione, si trasformano in una nuova realtà.
18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia)
Clarinetto, scacciapensieri, voce, didgeridoo. Per la prima volta insieme, due sciamani del suono si incontrano per un viaggio sonoro di improvvisazione tribale sperimentale.
20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal)
Balafon, percussioni, voci. Musica africana tradizionale e moderna, che unisce le melodie e le suggestioni di due paesi, la Guinea ed il Senegal, dell'Africa Occidentale.
21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP
Membri del collettivo Onosecond che si propone come contenitore di subculture musicali, creato per incanalare, diffondere e amplificare energie inespresse.
N.B. Informazioni utili:
Il programma è confermato anche in caso di pioggia.
Sarà disponibile servizio bar e ristorazione, cascina style.
Ingresso con offerta consigliata di 10€, la vostra offerta servirà per coprire le spese e per  pagare i musicisti.
Per questo evento non è necessaria la prenotazione ma se vuoi dirci che vieni o vuoi chiederci informazioni scrivici, rispondendo a questa email.  
Vi consigliamo vivamente di parcheggiare nelle aree indicate nella mappa, prima di arrivare all’ingresso, civico 6, perché la strada è molto stretta e si rischia di rimanere incastrati. Grazie
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musicaintesta · 2 years
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"Ha superato le barriere del suono, viaggiato nell’anima e ritornato per restituirci una musica impossibile da raccontare.
Abbiamo perso uno dei più grandi maestri della musica contemporanea.
Wayne Shorter.
Shorter è stato in grado di scuotere chi vive la musica come esplorazione della fantasia e dei propri abissi.
Per un musicista che ama l’improvvisazione ha creato nuovi mondi dove navigare e dove io ho amato stare, vivere e suonare.
Per ricordarlo e omaggiarlo dei suoi insegnamenti qui sotto una sua lettera scritta insieme al suo amico Herbie Hancock nel 2016.
"𝐋𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢” di Wayne Shorter e Herbie Hancock
Alla prossima generazione di artisti,
Ci troviamo in tempi turbolenti e imprevedibili.
(...) siamo in un’epoca di grande confusione e di dolore. Come artista, crea­tivo e sognatore che vive in questo mondo, ti chiediamo di non farti scoraggiare da ciò che vedi, ma di utilizzare la tua vita e la tua arte come strumenti per la pace.
È vero che i problemi da affrontare sono complessi, ma la via della pace è semplice: comincia da te. Non occorre vivere in un paese del terzo mondo o lavorare in una ONG per fare la differenza. Ognuno di noi ha una missione unica. Siamo tutti parte di un immenso puzzle dove la più piccola azione influenza profondamente tutto il resto.
Tu conti. Le tue azioni contano. La tua arte conta.
Pur essendo rivolta agli artisti, questa lettera trascende i confini professionali e fa appello a ogni singola persona.
𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚, 𝐫𝐢𝐬𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭à
Non siamo soli. Non possiamo esistere da soli e da soli non possiamo creare. Questo mondo necessita di un risveglio umanistico. Occorre elevare la condizione vitale affinché le nostre azioni si radichino nell’altruismo e nella compassione.
Non nasconderti dietro una professione: si tratta di diventare un essere umano. Dedica la tua energia a diventare l’essere umano migliore che puoi. Concentrati a sviluppare empatia e compassione. In questo processo potrai attingere alla ricchezza del nostro esistere su questo pianeta. La musica non è che una goccia nell’oceano della vita.
𝐀𝐛𝐛𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐪𝐮𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐛𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐨
Il mondo ha bisogno di nuove strade. Non farti condizionare da illusioni e luoghi comuni su come dev’essere vissuta la vita. Sta a te diventare un pioniere. Che sia attraverso l’esplorazione di nuovi suoni, ritmi e armonie, o attraverso inedite esperienze, processi e sinergie, noi ti incoraggiamo a rifuggire ogni forma negativa di ripetizione.
Lotta per intraprendere nuove azioni, sia nella musica che nel cammino della vita. Non ti conformare.
Accogli l’ignoto: il nuovo necessita, istante per istante, di improvvisazione. È un processo creativo senza pari quanto a potenzialità e senso di realizzazione.
Non vi è alcuna prova generale per la vita, perché la vita stessa è di per sé la prova.
Ogni relazione, ostacolo o interazione è una prova per la tua prossima avventura. Tutto è collegato. Ogni cosa è costruzione. Nulla va sprecato. Vivere in questo modo richiede coraggio. Sii audace e non perdere mai il tuo entusiasmo e stupore per la meraviglia che ti circonda.
𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢 𝐥𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢
Ci portiamo dietro l’idea del fallimento, ma ciò non è reale, è un’illusione. Non esiste fallimento. Ciò che percepisci come tale è una nuova opportunità, è la prossima mano di carte, la nuova tela bianca su cui dipingere e creare. La vita contiene possibilità illimitate. “Successo” e “fallimento” sono etichette, ogni istante è un’opportunità.
Tu, come essere umano, non hai limiti. In ogni circostanza esistono infinite potenzialità.
Non temere di interagire con chi è diverso da te.
Il mondo ha bisogno di maggior interazione, cuore a cuore, tra persone di differenti origini, valorizzando l’arte, la cultura e l’educazione. Le nostre differenze sono ciò che abbiamo in comune.
Abbiamo bisogno di connetterci e sperimentare la vita, imparare uno dall’altro. Non potremo mai avere pace se non comprendiamo il dolore nel cuore degli altri. Più interagiamo, più comprendiamo che la nostra umanità trascende tutte le differenze.
Ogni forma d’arte è un mezzo di dialogo, uno strumento potente. È tempo per la musica di produrre storie sonore che accendano il dialogo riguardo al mistero della nostra esistenza. Ciò significa sfidare le paure che ci impediscono di attingere all’illimitato coraggio insito nella nostra vita.
Sì, tu sei importante, tu vali.
Continua ad avanzare
𝐆𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐞𝐠𝐨
L’arroganza può svilupparsi negli artisti quando credono che il loro status li renda più importanti, o che il fatto di agire in ambito creativo conferisca loro una sorta di superiorità. Guardati dall’ego: la creatività non può fluire quando è asservita all’ego.
Vivere con integrità creativa può portare benefici mai immaginati.
Apprezza la generazione che ha camminato prima di te. I tuoi predecessori ti possono aiutare. Sono una fonte di ricchezza e di saggezza. Hanno resistito a tempeste e sofferenze, fai delle loro lotte una luce che brilla nell’oscurità. Non perdere tempo a ripetere i loro errori. Fai tesoro di ciò che hanno fatto, e lanciati verso la costruzione di un mondo migliore per le generazioni a venire.
𝐄 𝐩𝐞𝐫 𝐟𝐢𝐧𝐢𝐫𝐞, 𝐯𝐢𝐯𝐢 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐨𝐫𝐞
Man mano che accumuliamo gli anni, la nostra immaginazione tende a smorzarsi.
Che sia a causa della tristezza, del protrarsi della lotta o del condizionamento sociale, da qualche parte lungo il cammino le persone dimenticano come attingere alla magia che esiste dentro di loro.
Non permettere a quella parte di immaginazione di svanire. Guarda le stelle, e immagina di essere un astronauta o un pilota. Immagina di esplorare le piramidi o Machu Picchu. Immagina di volare come un uccello o di sfondare i muri come Superman. Immagina di correre con i dinosauri o di nuotare come una creatura marina. Tutto ciò che esiste è il prodotto dell’immaginazione di qualcuno. Fai tesoro e nutri la tua immaginazione, e ti troverai sempre nella vertigine della scoperta.
Come può questo condurre alla creazione di una società pacifica?
Tutto inizia da una causa. La causa che poni adesso crea gli effetti che danno forma al tuo futuro, tuo e di tutti coloro che ti circondano.
Sii il protagonista del film della tua vita. Tu sei il regista, il produttore e l’attore.
Sii audace e instancabilmente compassionevole, mentre danzi in questo viaggio che è la vita."
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sounds-right · 1 day
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
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Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito. 
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
Ascolta l'album: https://open.spotify.com/intl-it/album/5U01t0B8t19liv2x1wxS7d
Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings.  E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante.  Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
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Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito. 
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
Ascolta l'album: https://open.spotify.com/intl-it/album/5U01t0B8t19liv2x1wxS7d
Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings.  E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante.  Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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tarditardi · 1 day
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Il 4 ottobre Sergio Casabianca @ Gravina International Jazz a Gravina di Catania
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Venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 Sergio Casabianca si esibirà live in trio all'interno del Gravina International Jazz a Gravina di Catania.
Sergio Casabianca, all'interno della splendida cornice della Sala delle Arti "Emilio Greco" in occasione del Gravina International Jazz, proporrà live alcuni brani tratti all'ultimo album "De Visu" (uscito il 6 ottobre 2023 per TRP Music), alcuni pezzi della tradizione jazz e un'anticipazione di nuovo materiale inedito. 
Formazione: Sergio Casabianca (Chitarra), Riccardo Grosso (Contrabbasso), Peppe Tringali (Batteria).
Info biglietti:
"De Visu" è disco jazz di brani inediti, in guitar trio, del chitarrista catanese Sergio Casabianca. Insieme a lui completano la formazione Riccardo Grosso al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Il taglio delle composizioni originali di Casabianca varia dal semplice al ricercato passando dal sound soft di ballad eteree e sentimentali come "Sire", "Birds of San Marco" e "Fondamenta Nuove", ad un jazz post-bop dal tono sia dissacrante e diretto, che introspettivo e riflessivo, come in Dreams in a Spiral, Raining in My House e De Visu. Non mancano riferimenti chiari all'interesse ed il piacere per il feel ritmico del funk come in "Desk of Love" e la stessa "Milo Crew". Casabianca usa una chitarra archtop a cassa larga, dal suono caldo e legnoso - tipico del jazz - talvolta miscelando questo timbro a sonorità, effetti e stilemi decisamente moderni.
Spiega l'artista sul nuovo album: "L'uscita di questo mio disco ha sicuramente una notevole importanza per me. De visu è un punto di partenza, un lavoro in cui ho voluto raccogliere materiale musicale di diversa natura, senza lasciare nulla da parte, per cercare di condividere le mie note, le mie necessità artistiche e la mia creatività con colleghi ed ascoltatori. E', come detto, il punto di partenza da cui si diramano diverse strade per il futuro. La mia mappa musicale è in continuo aggiornamento".
Ascolta l'album: https://open.spotify.com/intl-it/album/5U01t0B8t19liv2x1wxS7d
Biografia
Sergio Casabianca è un chitarrista jazz italiano, nato a Catania nel 1990. Vive in Sicilia dove si occupa di didattica, produzione musicale e divulgazione in ambito di chitarra jazz e moderna. Nel 2023 ha pubblicato il suo ultimo disco "De Visu", edito da TRP Music, che ha ricevuto numerosi consensi dalla critica e segnalazioni su riviste specializzate italiane ed estere come Musica Jazz, Jazzit, Jazz Guitar Today ed altre ancora. E' stato finalista di concorsi internazionali come il "Premio Massimo Urbani" ed il "Baku Jazz Competition". Nel 2017 ha pubblicato il suo primo disco da leader, in quartetto, dal titolo "Out of Cage", incentrato sulla rielaborazione della musica del grande Charlie Parker. E' stato Artist- Exhibitor della Wambooka presso il NAMM 2020 a Los Angeles ed Artist Dogal Strings.  E' autore di vari articoli per il rinomato blog Guitarprof.it, ai primi posti in Italia, in cui si occupa di chitarra jazz, improvvisazione, trascrizioni, tecnica e storia della chitarra jazz. Dal 2024 collabora stabilmente con AMG - Alessio Menconi Guitar Institute come insegnante.  Ha all'attivo 2 dischi da leader e diversi lavori da sideman, come il disco di conduction sperimentale "Another Way For Meditation", d Francesco Cusa e "Glenn Miller Story" con la HJO Jazz Orchestra. Ha collaborato, in ambito jazz e di musica cantautorale con musicisti e progetti del calibro di Francesco Cusa, Giuseppe Urso, Carlo Cattano, Paolo Sorge, Archinuè, HJO Jazz Orchestra, Federico Saccà, Peppe Tringali, Emanuele Primavera, CESM Jazz Orchestra. Ha curato la sua formazione nei conservatori di Catania, Venezia e Palermo. Diplomato prima in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Bellini" di Catania nel 2015, consegue poi il Diploma di Biennio Specialistico in Chitarra Jazz presso il Conservatorio "Alessandro Scarlatti" di Palermo con una tesi compositiva (concerto in 5 movimenti) per chitarra elettrica ed orchestra jazz dal titolo "Making Love To Universe" con il massimo dei voti e la menzione d'onore. Si è esibito in concerto in festival e rassegne come "Zafferana Jazz Festival 2020", in calendario insieme a Matteo Mancuso, Omar Sosa e Kurt Rosenwinkel; "Baku Jazz Festival"(Azerbaijan), "Battiati Jazz Green Festival", "Catania Jazz Marhaton", "ISMEZ MUSIC LIVE 2017" - Casa del Jazz, Roma e altri ancora.
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marcogiovenale · 2 years
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3 novembre, roma, palazzo delle esposizioni: ossatura + mazen kerbaj & sharif sehnaoui
3 novembre, roma, palazzo delle esposizioni: ossatura + mazen kerbaj & sharif sehnaoui
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I finalisti della 5a edizione
La giuria emerita si è espressa e ha scelto i 5 progetti finalisti che accedono alla finale del V Premio Roberto Sanesi il 21 Settembre:
Gemma Marotta in arte Marge è un’attrice-performer e pittrice. Vanta un vasto curriculum, con esibizioni in molti teatri della Sicilia e prestigiosi riconoscimenti che colleziona in parallelo alle numerose estemporanee d'arte, collettive e personali. La sua formazione inizia da piccolissima con la danza per poi girare l’Europa insieme al gruppo Folkloristico Fabaria Folk come performer. È il 2016 quando si laurea con lode menzione e dignità di stampa in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all'A.B.A.M.A. di Agrigento con una tesi sperimentale sul Museo Contemporaneo. Nello stesso anno, si trasferisce a Bologna, la città in cui ha la possibilità di formarsi con le realtà più importanti del panorama artistico contemporaneo: Teatro Valdoca, Societas, V. Sieni, E. Dante, M. Biagini, Living Theatre Europa. Si laurea con una tesi sul Teatro Sociale alla Magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale. Il primo lavoro teatrale scritto, diretto e interpretato interamente da se stessa si intitola Sugnu, un inno alla creazione nel quale non mancano le sue pennellate.
MORA è un progetto di spoken music nato nel 2019 dalla collaborazione tra il musicista Giulio Amerigo Galibariggi e il poeta Sebastiano Mignosa, finalista nel 2021 del Premio Dubito e del Premio Nebbiolo nel 2022. Lo stesso anno il gruppo prende parte al festival di musica emergente MIAMI di Milano e nel 2023 partecipa al Metronimie Festival di Torino e al Klohifest di Ostuni. Debito è il primo album e racconta la storia d'amore tra un ragazzo e la sua città. L'intero lavoro segue la struttura di un prestito bancario, nel tentativo di costruire un parallelismo tra il concetto di debito - inteso come senso di colpa - e la questione generazionale e ambientale legata al Polo petrolchimico di Priolo Gargallo (Siracusa).
Mirko Vercelli, nato a Torino nel 2000, è un giovane scrittore e poeta performativo, laureato in antropologia all'Università di Torino. Si occupa di cultura pop, politica e media, collaborando con il Centro Studi Sereno Regis. È fondatore e direttore della rivista indipendente «bonbonniere» e ha pubblicato il romanzo Linea Retta nel 2021, oltre al saggio Memenichilismo nel 2024. Il Maltempo Collettivo è un ensemble di musica contemporanea improvvisata concepito con l'obiettivo di creare e condividere un'esperienza di espressione e creatività. La collaborazione tra Mirko Vercelli e il Maltempo Collettivo rappresenta un'interessante fusione tra improvvisazione musicale e spoken word poetico. Questo progetto combina la sensibilità letteraria di Vercelli con l'approccio sperimentale del collettivo, creando un'esperienza immersiva e unica che sfida le convenzioni sia della poesia che della musica contemporanea. La loro performance congiunta esplora nuove forme di espressione artistica, mettendo in dialogo suono e parola in un flusso creativo spontaneo e dinamico.
Canzoni d’inverno è una raccolta di poesie scritte da Mattia Muscatello, illustrate da Gabriele Sanzo e musicate da Filippo d’Erasmo. Canzoni d’Inverno è un viaggio multisensoriale, un’immersione che permette di leggere, vedere e ascoltare, nel profondo, la consistenza delle emozioni da cui è nato. Mattia, Gabriele e Filippo sono tre persone che sono una persona sola: perché hanno capito come creare un’armonia dalla moltitudine di note, parole e colori che contengono. Restano infatti in tre e, nelle loro individualità, comunicano secondo tre mezzi espressivi diversi uno stesso sentimento condiviso, coeso, coerente ma non omologato. Il progetto ha un’anima analogica, fisica, rappresentata dal libro e una seconda, digitale, riportata nei brani ascoltabili online sulle piattaforme di streaming musicali. Il progetto viene presentato dal vivo come una vera e propria performance, che mescola la lettura delle poesie sulla musica dal vivo, accompagnate dallo spettacolo di live painting proiettato durante l’esibizione.
Mattia Tarantino (Napoli, 2001) codirige Inverso – Giornale di poesia e fa parte della redazione di Atelier. Collabora con numerose riviste, in Italia e all’estero, tra cui Buenos Aires Poetry. Per i suoi versi, tradotti in più di dieci lingue, ha vinto diversi premi. Ha pubblicato Se giuri sull'arca (2024), L’età dell’uva (2021), Fiori estinti (2019), Tra l’angelo e la sillaba (2017); tradotto Verso Carcassonne (2022) e Poema della fine (2020). Maria Ferraro (Napoli, 1997) studia Industrial Chemistry for Circular and Bio Economy all’Università di Napoli “Federico II”. Nonostante l’impronta scientifica dei suoi studi ha sempre coltivato la passione per le discipline artistiche e musicali. Tra la primavera e l'estate 2024 ha messo in scena, con Mattia Tarantino, il concerto "Qualcosa da salvare" e il poema "Se giuri sull'arca". Vieni a votare il tuo preferito allo Spazio211!
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carmenvicinanza · 2 months
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Suzanne Ciani
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Suzanne Ciani, musicista e compositrice è una vera pioniera della musica elettronica.
Prima donna a usare il sintetizzatore, è stata la prima sound designer nel mondo delle pubblicità (suo il celebre suono della bottiglietta di Coca Cola che viene aperta e versata in un bicchiere) e anche la prima a comporre una colonna sonora per Hollywood, nel 1981. 
La sua è stata la prima voce femminile ascoltata in un gioco di flipper, lo Xenon, di cui ha realizzato gli effetti sonori.
Ha pubblicato oltre 20 album da solista, è stata nominata cinque volte ai Grammy Award e vinto diversi premi tra cui il Golden Globe. 
Nata in Indiana il 4 giugno 1946, ha iniziato a suonare il pianoforte e solfeggiare da autodidatta a soli sei anni.
Si è laureata al Wellesley College, dove è nato il suo interesse per la tecnologia. Ha conseguito un Master in Composizione musicale presso l’Università della California, Berkeley.
In quegli anni non veniva insegnata la musica elettronica e, andando a ricercare strumentazioni negli studi di registrazione, ha avuto modo di conoscere Don Buchla, uno dei fondatori della musica elettronica, con cui ha iniziato a lavorare saldando sintetizzatori. Ha trascorso i successivi dieci anni a esplorarne le possibilità e costruendone uno con diverse parti assemblate che ha chiamato Buchla, in onore del suo maestro.
Mentre provava a lavorare come ingegnera del suono, obiettivo praticamente irraggiungibile per una donna all’inizio degli anni Settanta, si è fatta un nome come compositrice di spot pubblicitari, il primo incarico è stato per Macy’s nel 1969. Successivamente ha realizzato installazioni sonore per mostre e spettacoli di danza, registrando pezzi sperimentali nel suo studio nel garage di casa.
Il suo album di esordio è stato Voices of Packaged Souls, del 1970, in collaborazione con lo scultore Harold Paris.
Nel 1974 è andata a vivere a New York, dove, in situazioni precarie e poco retribuite, collaborava con altre band e realizzava performance artistiche. Prima di vincere una borsa di studio del National Endowment for the Arts, era ospitata a casa di amici, ha dormito anche sul pavimento dello studio di registrazione di Philip Glass.
Col suo fedele strumento ha creato gli effetti sonori per Star Wars and Other Galactic Funk, versione disco della colonna sonora di Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza, composto le colonne sonore del film sperimentale Rainbow’s Children del 1975 e i temi della Columbia Pictures e della Columbia Pictures Television del 1976.
Con la sua società Ciani/Music ha prodotto un’infinità di jingle pubblicitari per colossi come Coca Cola, American Express, General Electric e Atari.
Ha dovuto sgomitare per affermarsi come musicista in un genere considerato ad appannaggio maschile. Una donna e un synth insieme rappresentavano una strana coppia. Si è così prodotta da sola il suo primo disco, Seven Waves che in Giappone, primo paese in cui è uscito, ha raggiunto il primo posto in classifica.
Il suo secondo album, del 1986 è stato The Velocity of Love. Due anni dopo, con Neverland, ha ottenuto la prima nomination ai Grammy Award.
Ha anche inciso un disco di musica classica, dal titolo Pianissimo, che è stato il suo album più venduto.
Nel 1992 le è stato diagnosticato un cancro al seno e ha deciso di trasferirsi in California, dove si è curata e si è appieno alla sua passione per la musica elettronica, abbandonando gli impegni da sound designer. Lì ha creato la sua  casa discografica, la Seventh Wave, con la quale ha pubblicato i suoi dischi.
Sulla sua vita e lavoro è stato girato il documentario A Life in Waves, del 2017.
Recentemente il suo lavoro è stato riscoperto e ha ricominciato a girare il mondo col suo Buchla, tra concerti di improvvisazione elettronica e pubblicazioni recenti e d’archivio.
Le sue esibizioni sono caratterizzate da elettricità, tridimensionalità e movimento. Tra onde trasmesse e percezioni condivise, una musicista e la sua macchina, esplicano forme d’arte ibride esplorate in una carriera lunghissima, densa di snodi, intuizioni e voli dell’anima.
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niconote · 5 months
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SUONO DOMENICA | Dodici ore di musica di ricerca Domenica 21 aprile 2024, ore 12-24 Conservatorio di Musica “G. B. Martini”, Bologna
Una vera e propria maratona sonora, un viaggio lungo un giorno che se da un lato ha lo scopo di presentare il capillare lavoro della Scuola di Musica Elettronica, dall’altro si relaziona con la città e con realtà diverse del panorama italiano, spaziando dall’audiovisione, all’improvvisazione, dalla sound art alla composizione acusmatica, interrogando ospiti e musicisti anche extra-accademici sul significato dell’arte sonora di oggi. Il tutto esplorando gli spazi incontenibili del Conservatorio di Bologna, sottolineati da allestimenti e proposte in grado di dialogare con l’architettura e la tecnica. “Suono Domenica” non è quindi un festival o una vetrina: può essere visto più come una festa, o magari come un “orologio sonoro” che scandisce il tempo della giornata attraverso il fare musica e lo stare insieme.
Programma
Ore 12 > OPEN/Cortile, scalone e piazza Rossini Giuseppe Chiari, Improvvisazione libera. Esperienza musicale per 70 solisti
Ore 13 > Apertura Installazioni/Consbo (le installazioni terminano alle ore 23) • Sala Respighi > Sequenzer Kammer, a cura di Enrico Cosimi, con Maru Barucco, Dario Boccato, Bruno Cusumano, Tommaso Michelini • Aula 9 > Pierpaolo Ovarini, this could be us, installazione multimediale interattiva; in collaborazione con Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia • Corridoio I piano > Daniele Carcassi, Nuova terra, installazione sonora per tre totem di altoparlanti (tecnica a cura di Gerarda Avallone) • Saletta area Banda > Lorenza Ceregini, Tu mi vedi?, installazione audiovisiva
Ore 14 > Sala Fugazza Audiovisione Bologna Francesco Di Stefano, Stripping Away Reality (2022) Tommaso Marzini Della Ragione, Unfortunate event (2023) Lorenzo Mostura, Nomo Echoes (2024) Fulvio Daviddi, Ground (2023) Lorenza Ceregini, Riccardo Tesorini, Dissimmetrie (2023), video di Elena Bianchini, Giulia Pellegrini, Mika Sollecito, Serena Ugolini In collaborazione con Fondazione Zucchelli e Accademia di Belle Arti di Bologna-Corso di linguaggi del cinema e dell’audiovisivo
Ore 15 > Aula Banda Acusmatica Camilleri Lelio Camilleri, Apostrophe (1995), Summer 2018 (2018), Parallel (2000), Beat (2024) - prima esecuzione assoluta Ore 16 > Sala Fugazza Audiovisione Cipriani Naufragio-The Last Shipwreck, Due movimenti dalla trilogia audiovisiva Shipwrecks Naufragi (2020-2023) Video Giulio Latini; Musica, sound design e testi Alessandro Cipriani Memoria d'Utopie, opera audiovisiva multischermo (2023-2024) da un testo di Alberto Gianquinto Video Giulio Latini; Musica Alessandro Cipriani e Alessandro Sbordoni; Sound design Alessandro Cipriani; Voci recitanti registrate Roberto Herlitzka e Virginia Guidi
Ore 17 > Aula Banda Concerto Improvvisazione Silenzio Direzione: Walter Prati Performer: Andrea Brutti, Andrea Fabris, Andrea Giorgelli, Salvatore Miele, Francesco Paolino, Dino Piccinno, Erica Ruggiero, Leonardo Vita
Ore 18 > Sala Fugazza Audiovisione Coslovi The Wrong Side of the Tracks (2020-) Progetto fotografico: Marcello Coslovi Performer e progetto sonoro: Gabriele Andrisani, Andrea Cardellicchio, Matteo Coceva, Stefano Corino, Tommaso Grandi, Chiara Matarazzo, Davide Ricchi, Valerio Timo
Ore 19 > Sala Bossi Concerto Mantra Karlheinz Stockhausen, Mantra, per due pianisti (1970) Pianoforte: Stefano Malferrari e Franco Venturini Live electronics e regia del suono: Francesco Vogli (con Vijay Comino e Alessandra Giachetti)
Ore 21 > Sala Fugazza Audiovisioni Camera Ludens. Il gioco della memoria, per video e quattro performer (2023) Performer: Francesco Giomi, Simone Grande, Salvatore Miele, Andrea Sanna Selezione e montaggio: Michele Manzolini ed Enrico Riccobene Camera Ludens è un progetto di Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia BSCRZCLL732NN, improvvisazione audiovisiva per tre performer e quattro videomaker (2023) Performer: Antonio Ciaramella, Andrea Fabris, Nicola Venturo Videomaker: Andrea Boschini, Silvia Campostrini, Giulia Costantini, Chiara Vitofrancesco In collaborazione con Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Accademia di Belle Arti di Bologna-Corso di linguaggi del cinema e dell’audiovisivo, Fondazione Zucchelli, Mast
Ore 22 > Aula Banda Acusmatica Bologna Federico Inzerillo, Grid grips (2023) Alessandra Giachetti, Verrières (2024) Francesco Interlandi, Var hälsad du Maria (2023-24) Jacopo Casasola, Scenario possibile (2023) Fernando Hester, Zooming (2023)
Ore 23 > Sala BossiConcerto Bologna Filippo Giuffrè | NicoNote | Stefano Pilia
Ingresso libero a tutti gli eventi fino a esaurimento posti
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londranotizie24 · 5 months
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