#musica d’autore italiana
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Adriano Guerrini: Un Poeta tra Tradizione e Modernità. Il viaggio poetico di un autore che ha saputo innovare senza dimenticare le radici. Di Alessandria today
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano.
Adriano Guerrini, nato ad Alfonsine nel 1923 e scomparso a Genova nel 1986, è stato un poeta, insegnante di filosofia e storia, saggista e organizzatore culturale italiano. La sua opera poetica, che abbraccia oltre quattro decenni, si distingue per la capacità di fondere tradizione e modernità, esplorando temi universali con un linguaggio raffinato e profondo. La vita e il percorso…
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Diletta Fosso vince il Premio città di Quiliano
Grande successo per l’esibizioni di Alberto Fortis e Paolo Archetti Maestri. L’omaggio a Massimo Cotto
La giovanissima cantautrice lombarda Diletta Fosso vince la XIV edizione del Premio Nazionale per la Canzone d’Autore Emergente Premio Città di Quiliano, svoltasi lo scorso venerdì 13 dicembre, aggiudicandosi anche il “Premio On-Air”. Seconda classificata la band campana dei NoIndex, vincitori anche del Premio “Finale Music Festival” che li porterà ad aprire un concerto di un Big della musica italiana la prossima estate a Finale Ligure. Terza classificata la band siciliana dei Vorianova, vincitori del “Premio della Critica” intitolato da quest’anno a Massimo Cotto e consegnato agli artisti dalla moglie, l’attrice Chiara Buratti. Il Premio “Riccardo Mannerini” per il miglior testo con la canzone “Un iracondo” è andato al cantautore veneto Profirio Rubirosa. Le targhe “Città di Quiliano” sono state assegnate alle altre due finaliste: la cantautrice albenganese Roberta Monterosso e la cantautrice piemontese Lara Tiozzo. Il sindaco della città di Quiliano, Nicola Isetta«Una bellissima serata piena di emozioni, di sinergie, con giovani artisti, con la storia della musica, con tanto pubblico e con la conferma che anche in una "piccola grande comunità" si può fare buona musica e dare un palcoscenico a voci emergenti. Grazie a tutte le sinergie che si sono mosse per realizzare questa manifestazione». Grande soddisfazione da parte del Direttore Artistico del premio, Roberto Grossi: «Anche quest’anno il numero degli iscritti e il livello delle proposte artistiche è stato altissimo e siamo molto contenti per i successo della manifestazione che è oramai diventata un punto di riferimento per la musica emergente italiana. Particolarmente importante ed emozionante è stato il ricordo dell’amico Massimo a cui abbiamo dedicato questa edizione». Gli artisti in gara hanno interagito con la prestigiosissima giuria costituita da Chiara Buratti, Fabio Gallo, Ferdinando Molteni, Marco Barusso, Helle, Paolo Archetti Maestri (Yo Yo Mundi), Franco Zanetti (Rockol), Alberto Calandriello e Giulia Lozzi (Rete dei Festival). La manifestazione ha registrato un grande successo di pubblico, grazie in particolare all’applauditissima esibizione di Alberto Fortis, premiato con la targa “Un Autore per la Musica Italiana”, e di Paolo Archetti Maestri, voce degli Yo Yo Mundi, che ha presentato il suo primo album da solista “Amorabilia” appena pubblicato. La serata è stata dedicata a Massimo Cotto, il noto giornalista, conduttore radiofonico e scrittore recentemente scomparso, più volte protagonista al premio e amico della Città di Quiliano. Per omaggiarlo è stato proiettato un filmato a lui dedicato alla fine del quale il pubblico si è alzato in piedi tributando a Massimo un lungo e commosso applauso. A condurre, ancora una volta, l’ineccepibile Sabrina Calcagno. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale E20, in collaborazione con la “Rete dei Festival”, con il patrocinio della Città di Quiliano e del “M.E.I. – Meeting degli Indipendenti”, il sostegno della Fondazione A. De Mari e la direzione artistica di Roberto Grossi, con la collaborazione di Fabio Gallo e dell’agenzia di comunicazione musicale “L’Altoparlante”.
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Pino Daniele: basta 'na jurnata e sole #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana Pino Daniele nasce a Napoli il 19 marzo 1955: non dovrebbe fare il musicista, in teoria, perché si diploma in ragioneria. Ma sarebbe un notevole…
#annaré#biografia#cantautore#capitolo#che dio ti benedica#italia d&039;autore#james senese#je so&039; pazzo#libro#mascalzone latino#napule è#nero a metà#pino daniele#quanno chiove#sottotraccia#tony esposito#Tullio De Piscopo
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Concerto a lume di candela: la grande lirica italiana a Villa Domi
Grande attesa per il Summer Night’s Opera Dream – Puccini & Co. a lume di candela, il grande evento dedicato alla musica classica e alla canzone napoletana d’autore. Prodotto dalla “Fuori Campo Eventi” di Mirka Contessa, la serata organizzata nella suggestiva cornice di Villa Domi, sarà un viaggio musicale a lume di candela che spazia da Puccini a Verdi da Di Capua a Mozart. La manifestazione…
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Anna Oxa: Cantante iconica, coinvolta in problemi legali.
Anna Oxa è una delle voci più amate della musica pop italiana. È vista come un’icona della canzone d’autore. Ha vinto il cuore di molti con le sue interpretazioni, i suoi look innovativi e la sua personalità affascinante. Ma la sua vita non è stata solo di successi. Ha affrontato polemiche e problemi legali che hanno richiesto il suo impegno. Punti Chiave Anna Oxa è una delle cantanti italiane…
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Gabylo ritorna con un nuovo brano intitolato "Guerriglia multimediale"
Dopo il singolo L’amore malato, uscito a maggio, Gabylo ritorna con un nuovo brano intitolato Guerriglia multimediale, pubblicato venerdì 5 luglio 2024 dall’etichetta Musicantiere. L’artista scrive un brano pop influenzato dalla musica leggera italiana e dalla canzone d’autore, con un ritornello orecchiabile e immediatamente memorabile e un arrangiamento delicato che lascia ampio spazio al…
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Oggi che Junior Crysto, rapper srilankese, ha rilasciato il suo singolo Nindak na con Azim Ousman in cui riutilizza la canzone Molotov di Lazza (quest’ultimo estremamente preso bene per la sorpresa inaspettata), non possiamo non ricordare di altri casi in cui dei rapper italiani si sono ritrovati ad avere cover straniere di alcune loro hit.
Solo qualche giorno fa, Madame si era sfogata sulle storie Instagram alludendo ad un presunto plagio da parte della cantante Duna Sanchez nella canzone Capricho (quest’ultima molto simile a Il bene nel male, brano sanremese di Madame del 2023). Oggi la canzone risulta oscurata su Spotify, forse proprio a causa del fatto che in tanti si siano accorti dell’estrema somiglianza tra le due canzoni.
Un caso passato riguarda invece Roma - Bangkok, la hit più grande di Baby K e Giusy Ferreri del 2014, che l’anno successivo vide la realizzazione di una cover da parte della cantante serba Marina Viskovic, dal titolo Prati me. La cover venne anche rilanciata da Marracash che fece notare il fatto che anche all’estero si stessero accorgendo della musica italiana in un periodo storico in cui, tolti alcuni nomi grossi del pop, nessuno riusciva ad esportare la propria musica.
Andando ancora più indietro nel tempo, Caparezza si trovò a raccontare di quando una volta, in vacanza in Giappone, si vide regalare un cd di una band giapponese contenente anche un brano molto molto simile alla Fuori dal tunnel di Caparezza. Il gruppo, i The Flowers, plagiarono il pezzo nella canzone Emperor’s favorite, ma la cosa curiosa è che non era nuovo a fare questo genere di cose: infatti, nel corso degli anni gli artisti in questione avevano accumulato una serie di denunce per plagio, che furono tra le cause del loro fallimento.
A differenza dei casi riguardanti Madame e Caparezza, l’ultimo episodio che riguarda Lazza non ha visto alcuno scandalo: anzi, quando Lazza ha intercettato l’uscita del pezzo di Junior Crysto ha prontamente condiviso la canzone sui suoi social, finendo poi per sentirsi via Instagram con l’artista srilankese, al quale ha espresso la sua gioia, e a cui ha espressamente detto di non voler alcuna percentuale dei diritti d’autore sulla canzone Nindak na.
E a voi, oltre i casi citati, vengono in mente altri casi simili?
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26 mar 2024 19:39
NANI E GIGANTI - “OGGI IO NON SONO NESSUNO/ DOMANI SONO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA” - ENRICO MARIA PAPES, BATTERISTA E FONDATORE DEI GIGANTI, RICORDA LA CENSURA PER IL BRANO “IO E IL PRESIDENTE”: ''FU CONSIDERATA COME UN VILIPENDIO. NELLO STESSO ANNO FU BANDITA "DIO E' MORTO" DEI NOMADI. PENSATE IN CHE PAESE VIVEVAMO" – "CANTAVAMO "METTETE FIORI NEI VOSTRI CANNONI". E TENCO DISSE A GABER: “I GIGANTI HANNO IL CANNONE, MA SPARANO A SALVE” – IL NOME DEL GRUPPO SCELTO PER “MEGALOMANIA” E I RIMPIANTI: “ABBIAMO SCIUPATO UN SACCO DI SOLDI..." - VIDEO -
Walter Veltroni per il Corriere della Sera - Estratti
«Conclude il tema Enrico Maria Papes». Chi, tra quelli che hanno frequentato l’Italia in questi decenni, non ha mai sentito questa frase? Veniva detta, non cantata, in un brano musicale del 1966 che si classificò terzo al «Disco per l’estate». Ma quando si andava nei negozi di dischi — allora affollati come oggi sono i pub o i bar degli «apericena» — il 45 giri più ascoltato era proprio quello che si concludeva con la parte cantata da Enrico Maria Papes, batterista dei Giganti, uno dei gruppi più importanti di quella fase della musica italiana.
«Io avevo iniziato a suonare nel 1961 e le prime esperienze le avevo fatte in due gruppi già allora considerati musicalmente eversivi, quelli di Clem Sacco, di Ghigo e di Guidone, del Clan Celentano. Incontrai Checco Marsella, tastierista e voce fantastica, e Mino De Martino che suonava la chitarra. Poi si aggiunse il fratello minore di Mino, Sergio. Decidemmo così di costituire un gruppo che chiamammo, forse per megalomania, I Giganti.
(...)
Poi arrivò il Disco per l’estate del 1966 e la nostra vita cambiò. Per merito di una canzone, “Tema”, che sovvertiva molti canoni tradizionali. Intanto era fatta di quattro strofe diverse, cantate da ciascuno di noi, poi aveva delle introduzioni parlate, una cosa quasi blasfema. Musicalmente, il brano nasceva dall’idea di un nostro amico del Conservatorio, ma fu il testo a fare rumore. Per la sua struttura, più che per il suo contenuto. Per la mia voce da basso, che appariva in contrasto con la solarità delle altre, per quella parola, “Tema”, che parlava subito ai ragazzi di quel tempo, che, nel boom e con la scolarizzazione di massa, affollavano le scuole. Vendemmo un milione di copie di quel brano».
La critica impegnata non ha mai amato la musica dei Giganti, considerata troppo leggera e lontana dai canoni che la canzone d’autore e quella di protesta stavano assumendo. I Giganti furono anche accusati, sì accusati, di essere cattolici. Una versione moderata della musica ribelle, beat da famiglia, insomma. «Cattolici? Io non sono nemmeno credente, si figuri. In verità nel nostro primo 45 giri “Giorni di festa” cantavamo queste parole:
Ho deciso di andare a messa
Perché credo sia mio dovere
Penso proprio che andrò
Oggi è un giorno di festa
Perché sono felice
E voglio andare a dir:
“Prega per noi”.
Non mi chieda perché l’abbiamo fatto, non me lo ricordo. Forse perché all’inizio suonavamo nelle parrocchie e cercavamo di farci ben volere…».
Con Papes parliamo di una mattina del 1967, poco ricordata. Io ero, dodicenne, tra il pubblico di ragazzi che affollava il mitico teatro Sistina dove eravamo stati convocati da una rivista che uscì solo per uno o due numeri, prima di chiudere per sempre. Si chiamava, se non ricordo male, «Dopodomani». Quella mattina si sarebbero esibiti, davanti allo stesso pubblico, i Giganti e Claudio Villa, il reuccio. Appena Villa comparve sul palcoscenico fu subissato di fischi. In quel momento il popolare re della canzone melodica, uomo di sinistra da sempre, veniva identificato con il potere, con i genitori, con un mondo giurassico dal quale non si vedeva l’ora di separarsi.
Racconta Papes «Noi eravamo usciti per primi e avevamo avuto un grande successo, con il corredo di urla e svenimenti del tempo. Poi Villa non lo fecero cantare e lui venne nel nostro camerino a pregarci di accompagnarlo con degli stornelli romaneschi. Così riuscì a cantare. Erano due mondi che per una volta si lambivano ma erano definitivamente separati, per sempre.
Per noi era un momento d’oro. Eravamo andati a Sanremo con “Proposta”, sempre in quell’anno. “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, era stata un’idea di Mino. La struttura del brano era simile a quella di “Tema” ma si sentiva più forte l’influenza di quegli anni: concepita come una sorta di documentario musicale, la canzone spaziava dalla condizione dei giovani operai: “Me ciami Brambilla e fu l’operari, lavuri la ghisa per pochi denari...” a quella di un pittore disoccupato che vende giornali “Dipingo soltanto l’amore che vedo... E alla società non chiedo che la mia libertà”, fino a un giovane in conflitto generazionale con i genitori : “Con mamma non parlo, col vecchio nemmeno”.
Chi, tra i giovani di quel tempo, poteva non sentirsi chiamato in causa? Eravamo i giovani, avevamo i nostri dischi, i nostri giornali, il nostro modo di vestire. Eravamo un potere, eravamo un mondo. Arrivammo terzi a Sanremo, fummo il primo gruppo a salire sul podio. Era il festival della morte di Tenco. Giorgio Gaber una volta ci disse che Tenco gli aveva detto, a proposito della nostra musica: “I Giganti hanno il cannone, ma sparano a salve”.
Ci rendemmo conto che le cose cominciavano ad andare male quell’estate, stagione dominata sempre dal Cantagiro. C’era questa carovana di auto scoperte che si spostava da una città all’altra tra ali di folla che ci assediava, ci toccava, aspettava che ci affacciassimo alla finestra dell’albergo. Erano molti i complessi: I Dik Dik, I Camaleonti, I Primitives, I Nomadi... Ma il nostro brano fu censurato. Si chiamava “Io e il Presidente” e diceva, a un certo punto, “In un paese libero/ a me piace pensare che/ oggi io non sono nessuno/ domani sono il Presidente della Repubblica”. Fu considerata come un vilipendio.
Nello stesso anno fu bandita “Dio è morto” dei Nomadi. Pensi in che Paese vivevamo... Insomma “Io e il Presidente” non fu mai trasmessa, né in radio né in televisione. Mai, fino a oggi, una specie di fatwa per un brano francamente non eversivo. Da quel momento le cose per noi cominciarono a scivolare male. L’anno dopo, 1968, andammo a Sanremo con “Da bambino” cantata in coppia con Massimo Ranieri, allora giovanissimo. Era una bella canzone, ma il nostro pubblico non gradì.
Oggi qualsiasi cantante ha attorno manager, uffici stampa, media manager. Noi eravamo soli e non eravamo pronti per il successo che avevamo avuto con “Tema“ e con “Proposta”. Abbiamo sciupato un sacco di soldi, come tutti i gruppi di quel tempo ubriaco. Pensi che Sergio ed io litigammo quando dovemmo mettere in vendita il nostro bel furgone, con la scritta “Giganti”. Litigammo per stupide questioni di soldi e per orgoglio, non meno stupido.
Finimmo alle mani, unica volta in vita mia. Quando se ne è andato, era ancora giovane, io ero nella stanza di ospedale con la sua compagna. Non so se a lui facesse piacere, ma a me sembrò giusto essere con lui, mentre moriva. Noi Giganti ci siamo rimessi insieme varie volte, ma non funzionava più. C’è una cosa, però, della quale siamo molto orgogliosi. È un concept album sulla mafia che si chiamava “Terra in bocca”. Era del 1971, dopo due anni di separazione. Lo abbiamo eseguito, noi tre rimasti, al Premio Borsellino. Anche quello fu censurato, a lungo».
Chiedo a Enrico Maria Papes se ha conservato qualche cimelio, di quegli anni incredibili.
«Avevo qualche vestito, forse quelli bianchi di Sanremo, ma poi li ho dati a mio figlio e ora non so dove siano. La mia batteria Grace con la scritta “Giganti” l’ho venduta nel 1969 a uno in Veneto. Poi volevo ricomprarla ma non ne venivo a capo. Ognuno l’aveva ceduta a un altro. Fino a un negoziante di Vittorio Veneto. L’ho recuperata e ora è qui, con me. È tornata a casa, è tornata a vivere. Vede, noi siamo passati rapidamente dall’ombra alla luce e poi, con la stessa velocità, siamo tornati nel cono d’ombra. Dalle stelle alle stalle, si dice. Ma le stalle, non lo si dimentichi mai, sono luoghi in cui c’è vita, c’è calore».
I Giganti si sono sciolti nel 1968. Come molti di quei gruppi. Forse perché il «sessantotto», nel sessantotto, era già finito. Il vero «sessantotto» era stato in quegli anni sessanta, i più rivoluzionari, nella storia del costume e dei consumi culturali.
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Il grand finale di Venditti e De Gregori nei Palasport italiani
Il grand finale di Venditti e De Gregori nei Palasport italiani VENDITTI & DE GREGORI sono in tour nei palasport italiani per il gran finale che arriva a coronamento della lunga tournée insieme iniziata il 18 giugno 2022 allo Stadio Olimpico di Roma, dopo oltre un anno di concerti che hanno unito migliaia di fan, registrando il tutto esaurito. Una storia comune e diversa, quella di VENDITTI & DE GREGORI, entrambi capaci di segnare la canzone d’autore e la musica italiana. Dopo il debutto con l’album “Theorius Campus” (1972), le loro carriere si sono divise fino ad arrivare a questo tour memorabile che li ha visti percorrere insieme tutta l'Italia e che ora si concluderà nei palasport, l’ultima occasione per vedere sullo stesso palco i due artisti che hanno scritto la colonna sonora di intere generazioni. Di seguito le prossime date del tour VENDITTI & DE GREGORI (organizzato e prodotto da Friends & Partners): - 7 dicembre – Mediolanum Forum – Assago, MILANO - 9 dicembre – Unipol Arena – Casalecchio di Reno, BOLOGNA - 11 dicembre – Brixia Forum – BRESCIA - 15 dicembre – Stadium – RIMINI - 19 dicembre - Nelson Mandela Forum - FIRENZE - 23 dicembre – Palazzo Dello Sport – ROMA Biglietti disponibili in prevendita nei circuiti abituali. Per ulteriori informazioni consultare il seguente link Radio Italia solomusicaitaliana è la radio partner del tour. VENDITTI & DE GREGORI sono protagonisti insieme sullo stesso palco, con un’unica band che dà vita ad un suono straordinario unendo i musicisti che da anni collaborano separatamente con i due artisti: Alessandro CANINI (batteria), Danilo CHERNI (tastiere), Carlo GAUDIELLO (piano), Primiano DI BIASE (hammond), Fabio PIGNATELLI (basso), Amedeo BIANCHI (sax), Paolo GIOVENCHI (chitarre), Alessandro VALLE (pedal steel guitar e mandolino). Sul palco anche Roberta PALMIGIANI al violino e le coriste Laura UGOLINI e Laura MARAFIOTI. Il coordinamento musicale è a cura di GUIDO GUGLIELMINETTI e ALESSANDRO CANINI. I due artisti danno nuova veste ai loro più grandi successi: canzoni che sono entrate nel cuore della gente e nelle storie delle persone, canzoni che sono la colonna sonora di intere generazioni. VENDITTI & DE GREGORI ultimamente hanno inciso e reinterpretato due grandi classici del loro repertorio e della storia della musica italiana, “Peppino” al seguente link e "La Donna Cannone” al seguente link , brani attualmente in radio e disponibili in digitale. Pubblicata nel 1983, La Donna Cannone, è una delle canzoni più note del repertorio di De Gregori con una melodia inconfondibile, e riconoscibile fin dalla prime note, è anche il brano che Venditti ha sempre dichiarato di amare e aver voluto scrivere. Allo stesso modo “Peppino”, incisa da Antonello nel 1986 dopo un viaggio in Eritrea, è una delle canzoni che più ha emozionato Francesco, mentre prendeva le misure nell’interpretarla durante le prove del tour. Disponibili sulle piattaforme streaming e in digital download, anche i brani “Generale” al seguente link e “Ricordati di Me” al seguente link, contenuti in un esclusivo 45 giri da collezione acquistabile su Amazon. Due personalità differenti, ma affini. Due stature artistiche, ognuna con la sua poetica. VENDITTI & DE GREGORI cominciano a collaborare poco più che ventenni durante un viaggio in Ungheria e iniziano a scrivere le loro prime canzoni insieme, per arrivare al comune esordio discografico con “Theorius Campus” dove Antonello incide “Roma Capoccia”, subito grandissimo successo, e Francesco “Signora Aquilone”. Un disco che sancì per entrambi l’inizio del proprio percorso artistico.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/fedez-siae-pace-fatta/
Fedez e Siae: pace fatta dopo le polemiche
Fedez ha annunciato la fine della sua battaglia contro la Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori) e la sua collaborazione con la stessa.
Fedez abbandona Soundreef e torna in Siae
Nel 2016, Fedez aveva deciso di affidare la gestione dei suoi diritti d’autore alla neonata Soundreef, accusando la Siae di agire in regime monopolistico. Tuttavia, in una recente dichiarazione su Instagram, Fedez ha annunciato una partnership con la Siae e la realizzazione di un nuovo format, “Siae incontra“. Si tratta di una serie di interviste in cui Fedez parlerà con autori della musica italiana e persone che lavorano nella Siae per comprendere i cambiamenti e le migliorie apportate dall’organizzazione nel tempo.
La battaglia contro il monopolio
Fedez spiega che la sua battaglia ideologica non è mai stata contro la Siae in sé, ma piuttosto contro il monopolio che riteneva esistesse. Ha riconosciuto i meriti della Siae nel cambiare e apportare miglioramenti tecnologici a favore degli autori ed editori. La Siae ha commentato che la scelta di Fedez dimostra che il percorso intrapreso negli ultimi anni va nella giusta direzione, sottolineando il lavoro svolto per tutelare autori ed editori.
“La mia battaglia ideologica non è mai stata contro Siae ma contro il monopolio che reggeva. Oggi non c’è più. Negli anni ho imparato a conoscere due realtà e a riconoscere i meriti di Siae nel cambiare e nell’apportare cambiamenti tecnologici in favore degli autori e degli editori. Oggi Siae è un’azienda che tutela gli autori e lo fa con gli strumenti che abbiamo a disposizione nel 2023“.
Siae incontra
Questa decisione segna la fine di controversie e contenziosi passati tra Fedez e la Siae, comprese cause legali e polemiche pubbliche. La Siae ha anche ricevuto elogi da parte di Fedez per adattarsi ai cambiamenti tecnologici del 2023 e per il suo impegno nella tutela degli autori. La collaborazione si concretizzerà attraverso la serie di interviste “Siae incontra“, in cui il rapper esplorerà la realtà della Siae insieme a vari ospiti.
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Assisi, festival della canzone d'autore a Andrea Campi con "Bologna sospesa"
La premiazione di Campi Andrea Campi, in arte Campi, con la canzone “Bologna sospesa”, è il vincitore della quinta edizione di “ProSceniUm Festival della canzone d’autore – Città di Assisi”, concorso canoro nazionale riservato ai giovani talenti della musica cantautoriale, patrocinato dalla Siae (Società italiana degli autori ed editori), che si è svolto al Teatro Lyrick di Assisi. Il 26enne di…
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Di cosa parla il blues: la nuova poesia di Rosetta Sacchi. Recensione di Alessandria today
Un viaggio poetico tra musica, emozioni e la potenza evocativa del blues
Un viaggio poetico tra musica, emozioni e la potenza evocativa del blues Biografia dell’autrice. Rosetta Sacchi è una poetessa e scrittrice italiana, conosciuta per la sua capacità di tradurre emozioni e immagini in versi intensi e coinvolgenti. Nata con una profonda passione per la letteratura e la poesia, Rosetta si è affermata come una voce autentica e originale nel panorama poetico…
#Alessandria today#Arte poetica#Blues#connessione emotiva#contrasti poetici#Desiderio#di cosa parla il blues#Emozioni forti#Emozioni Umane#Google News#introspezione#Introspezione poetica#italianewsmedia.com#lettura coinvolgente#Mare#metafora del blues#Musica e Poesia#natura e musica#note musicali#Pier Carlo Lava#poesia contemporanea#poesia d’autore#poesia e vita#poesia emozionale#poesia evocativa#Poesia Intensa#poesia ispiratrice.#poesia italiana#poesia moderna#Poesia musicale
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Vorianova: “Salina”
Il nuovo singolo del gruppo siciliano è il secondo estratto dal nuovo album di inediti in uscita a novembre
«La canzone è dedicata ai salinari di Trapani e Marsala. “Salina" porta con sé l'eco di uno dei mestieri più antichi della Sicilia, celebrando il duro lavoro dei salinari. La canzone racconta la vita nelle saline, dove il sale viene raccolto tramite un processo naturale di evaporazione dell'acqua marina, evocando un'immagine poetica e vivida di resistenza e resilienza umana: "Asciugati dal vento, cotti dal sole, bruciati dal sale".» Vorianova
Dopo la pubblicazione a luglio del primo brano "Tempi scueti", i Vorianova tornano con il nuovo singolo "Salina", secondo estratto del prossimo progetto discografico della band. Il gruppo siciliano anche in questa occasione si distingue per il suo beat accattivante e un sound moderno che mescola sapientemente elementi di musica alternative, hip-hop, elettronica e rock. Con un ritmo pulsante e incessante, i suoni futuristici dei synth si fondono con le parole in dialetto isnellese, creando un mantra liberatorio che rende omaggio al mestiere dei salinari. Il nuovo album dei Vorianova sarà disponibile a novembre, sempre sotto l'egida della CNI Compagnia Nuove Indye, prodotto con gli arrangiamenti e la direzione artistica di Leonardo Bruno.
Canzone d’autore dialettale siciliana, prog e classica contemporanea, il tutto con una decisiva impronta mediterranea. E' la caratteristica musicale dei Vorianova, band siciliana originaria di Isnello (PA). Il loro nome prende origine dalla parola “voria” che vuol dire vento. Un vento nuovo nella canzone dialettale che prende dalle tradizioni per soffiare altrove. I loro brani, infatti, fondono i sapori e le atmosfere della Sicilia più interna ed eterna, quella che viaggia tra passato e presente. Il percorso musicale dei Vorianova si è arricchito negli anni di premi e riconoscimenti, tra i quali nel 2002 il Premio della Critica dell’Accademia della Canzone di Sanremo, nel 2004 il Premio Migliore Interpretazione ad Abruzzo in Festival, e ancora nel 2006 la vittoria al Festival della Canzone di Lercara Friddi, dove vincono anche il Premio per il Miglior Testo. Successivamente, nel 2015, il gruppo vince il Premio Rivelazione Pollina Sète Sòis Sète Luas e nell’ottobre dello stesso anno vince anche il Premio Siciliaterradamuri. Nel 2017 sono ospiti alla decima edizione dello Sciacca Film Fest con il loro videoclip CUNTI DI VENTU. Nel 2020, ricevono il premio AVI dall’Associazione Vinile Italiana. Infine, nel 2021, hanno vinto nella sezione Migliore arrangiamento del Premio Botteghe d’Autore con il brano A TIA CA NUN CI CRIDI. Diversi gli album pubblicati dai Vorianova nel corso della loro carriera musicale, UCCIA DI TERRA, NUDANIMA, CUNTI DI VENTU e nel 2019 il loro quarto lavoro discografico PÀRTIRI, pubblicato dall’etichetta Isola Tobia Label. Nel 2021 ha visto invece la luce, sempre per Isola Tobia Label, il quinto album NARRÈ. Hanno inoltre preso parte al tributo a Rino Gaetano AD ESEMPIO A NOI PIACE RINO, realizzato da Isola Tobia Atypical Club, e che si è aggiudicato la Targa Tenco 2021 nella categoria Album collettivo a progetto, interpretando il brano COGLI LA MIA ROSA D’AMORE in dialetto siciliano. Il 5 luglio 2024 pubblicano “Tempi scueti”, primo singolo e title track del nuovo album previsto per l’autunno. “Salina” è il nuovo singolo in radio dall’11 ottobre 2024.
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Franco Battiato: per capire meglio la mia essenza #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana Francesco Battiato nasce a Riposto, sulla costa catanese, il 23 marzo 1945. Ha ben chiaro molto presto quale dovrà essere il suo avvenire: ha…
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Pavese Festival 2023
Con il mese di settembre torna l’appuntamento con il Pavese festival, quest’anno per la prima volta unito al premio Pavese, allo scopo di celebrare Cesare Pavese nel suo paese natale, Santo Stefano Bembo, e non solo. Se infatti il paese delle Langhe ospiterà gli appuntamenti da martedì 5 a domenica 10 settembre, oltre a venerdì 15 e sabato 16 settembre, sarà New York a chiudere la manifestazione mercoledì 27 settembre con un evento speciale come tributo alla passione dello scrittore per la cultura e la letteratura americane. A queste date si aggiungerà poi un fitto programma di appuntamenti off che dall’estate si succederanno fino all’autunno e l’immagine guida del Pavese festival 2023, Tra noi non occorrono parole, è stata realizzata dal grafico e illustratore torinese Francesco Lopomo, ispirata al racconto Il campo di granturco contenuto nella raccolta Feria d’agosto. Ad aprire le serate del festival sarà Claudio Baglioni, invitato giovedì 7 settembre alle 21.30 a Santo Stefano Belbo per ritirare il premio Pavese musica, un nuovo riconoscimento che da quest’anno affianca le cinque sezioni del Premio Pavese. La cerimonia di consegna verrà accompagnata da una conversazione tra il compositore e la direzione artistica del Premio e arricchita da brani musicali in cui Baglioni rivisiterà alcune relazioni tra musica d’autore e poetica letteraria. Il riconoscimento è nato da un’idea di Pierluigi Vaccaneo, direttore della fondazione Cesare Pavese, e di Massimo Cotto, conduttore radiofonico, giornalista e scrittore, ed è realizzato con il contributo di Ceretto ed ente Fiera di Alba in collaborazione con Le marne. Nella stessa serata alle 21.15, la presidente dell’ente Fiera di Alba Liliana Allena, il sindaco di Alba Carlo Bo e la direttrice di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio presenteranno al pubblico la candidatura di Alba Bra Langhe e Roero come capitale italiana della cultura 2026. La giornata di venerdì 8 settembre verrà invece dedicata a Era sempre festa, un progetto speciale della fondazione Cesare Pavese, realizzato in collaborazione con Choramedia che, dopo un primo esperimento dedicato ai Dialoghi con Leucò, torna infatti a proporre il linguaggio del podcast, questa volta per raccontare i personaggi di cinque romanzi pavesiani attraverso lo sguardo di altrettanti lettori. Il progetto, di cui Neri Marcorè è host e narratore, ha coinvolto Andrea Bosca, Giulia Cavaliere, Antonio Dimartino, Sabrina Efionayi e Nicola Lagioia che saranno presenti al Pavese festival con Mario Calabresi e Cesare Martinetti per presentarlo alle 18. In serata, alle 21.30, il palco di Piazza Umberto I tornerà a ospitare Neri Marcorè che proporrà una versione speciale del podcast per il palcoscenico, accompagnato da Domenico Mariorenzi. Quest’anno il grande concerto del sabato sera, previsto per il 9 settembre alle 21.30, avrà come protagonista il soul jazz di Mario Biondi al Pavese festival per una tappa del suo Crooning soon tour, che sul palco di Piazza Umberto I ipresenterà in anteprima alcuni brani del nuovo album in uscita in autunno, dopo il grande successo di pubblico del Romantic tour dello scorso anno. I tre fondi di recente acquisizione, Molina, Vaudagna e Mondo, donati alla fondazione Cesare Pavese dalle rispettive famiglie saranno protagonisti di una mostra diffusa che verrà inagurata a Santo Stefano Belbo giovedì 7 settembre alle 17.30. Per l’occasione nella chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo saranno esposti i materiali pavesiani, editi e inediti, dei fondi Molina e Vaudagna in dialogo con le prime edizioni delle opere di Calvino, allievo di Pavese all’Einaudi, collezionate da Claudio Pavese e messe a disposizione dalla fondazione Mancini Carini, oltre ad alcune preziose testimonianze provenienti dalla biblioteca personale di Lorenzo Mondo. Read the full article
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Locasciulli incanta Parigi al Festival Canzoni&Parole
(ANSA) – PARIGI, 14 APR – Mimmo Locasciulli incanta Parigi: il cantautore abruzzese è andato in scena nella capitale di Francia nella prima serata del Festival “Canzoni&Parole 2023”, che per il secondo anno consecutivo porta la musica d’autore italiana sulle rive della Senna. “Bonsoir, buonasera, siamo venuti qui a colonizzare la Gallia, come Giulio Cesare”, ha ironizzato l’artista dalla…
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