#la voce del padrone
Explore tagged Tumblr posts
spilladabalia · 11 months ago
Text
youtube
Franco Battiato - Summer On A Solitary Beach
2 notes · View notes
gianlucacrugnola · 2 months ago
Text
Franco Battiato - La Voce Del Padrone
La Voce Del Padrone, perfetta miscela pop – intellettuale d’avanguardia che l’eclettico, geniale compositore catanese Franco Battiato rilascia nel settembre ’81 sfondando dopo pochi mesi il tetto del milione di copie vendute, un capolavoro che diventa successo grazie a sette gemme luccicanti, sette tracce radiofoniche e da juke box che vanno oltre le classifiche arrivando nelle sale da ballo…
0 notes
koufax73 · 2 months ago
Text
Franco Battiato: per capire meglio la mia essenza #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana Francesco Battiato nasce a Riposto, sulla costa catanese, il 23 marzo 1945. Ha ben chiaro molto presto quale dovrà essere il suo avvenire: ha…
0 notes
elgallinero · 7 months ago
Text
La Source
Summer On A Solitary Beach (Mix 2015) by Franco Battiato https://www.shazam.com/track/48963942/summer-on-a-solitary-beach-mix-2015?referrer=share
View On WordPress
0 notes
miniatdetective · 8 months ago
Text
Un artista eclettico e grande innovatore.
Franco Battiato nasce il 23 marzo 1945 a Riposto (Catania); appassionato di musica, interrompe gli studi universitari per occuparsi a tempo pieno della sua passione; segue un decennio di sperimentazioni tra rock progressivo e new wave.
Tumblr media
Suona la chitarra al Cabaret 64 Club, dove apre lo show con un repertorio di canzoni siciliane; nel 1981, con l'album La voce del padrone vende oltre 1 milione di copie, entrando a far parte della storia del pop italiano con brani leggendari come Bandiera bianca, Cuccurucucù e Centro di gravità permanente.
Con la sua opera Genesi, Battiato prosegue alternando musica leggera e lirica; si dedica al genere etnico, riflettendo nei suoi testi l'interesse verso esoterismo e filosofie orientali. Nel 1988 pubblica Fisiognomica, dove si trova il celebre brano E ti vengo a cercare.
A metà degli anni Novanta, esce l'album pop L'ombrello e la macchina da cucire; nel 1996 realizza l'album L'imboscata, al cui interno troviamo il brano La cura.
Nel 2011, insieme a Loca Mandoia, partecipa al Festival di San Remo con la canzone L’alieno; nel 2019 esce l'album Torneremo ancora.
Dopo una lunga malattia, Franco Battiato muore il 15 Maggio 2021 a Milo, in provincia di Catania.
0 notes
fard-rock-blog · 1 year ago
Text
HMV's Nipper: il cagnolino de La voce del Padrone
Sebbene in Italia La voce del padrone porti alla mente principalmente il fortunato capolavoro di Franco Battiato, va detto che il musicista siciliano con quel titolo voleva omaggiare uno dei  simboli più internazionalmente noti della musica registrata. His Master’s Voice (La voce del suo padrone) era in origine il titolo di un dipinto che ritrae un cane di razza Jack Russel Terrier di fronte a un…
youtube
View On WordPress
0 notes
sslimbo · 1 year ago
Text
1 note · View note
aquiloneblu-000 · 2 years ago
Text
Franco sono la tua puttana
1 note · View note
talkativeobserver · 5 months ago
Video
Centro di gravità permanente, La voce del padrone (1981), Franco Battiato.
youtube
Franco Battiato - Centro di gravità permanente  - 1981
( I prefer the original version )
4 notes · View notes
ross-nekochan · 2 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Cercare un appartamento in Giappone è un'esperienza a sè che in Italia non ho mai fatto (per ovvie ragioni) e che, personalmente trovo tanto stressante (lo è già di suo, poi i giapponesi ci mettono il loro).
(Scrivo quindi queste cose senza sapere niente di come funziona in Italia e in Europa, quindi in caso funziona uguale e bestemmio troppo questo popolo, fatemelo sapere senza problemi).
Partiamo dalle cose belle, quelle che gli stranieri metterebbero nei reels di Instagram mostrando quando il Giappone sia futuristico e attento al cliente.
1. Quando sono entrata in agenzia mi hanno dato un bottiglietta piccola di tè verde
2. Quando vai a vedere un appartamento abbastanza lontanuccio dalla sede, prendono l'auto e ti portano di qua e di là, raccontandoti i pro e i contro della zona
Passiamo alle cose brutte. Costa decisamente troppo.
Traslocare di per sé è caro perché devi pagare il trasporto e (credo) una cifra per la firma del contratto.
In Giappone quando entri in un posto nuovo le spese non si contano.
Esistono prima di tutto 2 voci:
1. 礼金 (reikin) una cifra di ringraziamento per il padrone di casa
2. 敷金 (shikikin) la cauzione, che paghi quando entri ma sono le spese che servono al padrone di casa quando esci (pulizia e altro)
Poi, esistono le spese per l'agenzia che ti fa da garante: una volta entrati si paga dal 40% fino al 100% dell'affitto e poi, in base al tipo di contratto, paghi o una volta l'anno o una piccola somma (tipo l'1% dell'affitto) ogni mese.
Poi il cambio delle chiavi (circa 200€), le pulizie complete, la disinfestazione, altre menate di assicurazione ecc.
Alla fine dei giochi, entri che devi pagare letteralmente un intero stipendio per tutte le spese. Minimo minimo metà stipendio, ma è veramente economico se riesci ad arrivare a quella cifra (e, se ci riesci, vuol dire che c'è qualche altra voce nell'affitto mensile, quindi i soldi se li prendono da un'altra parte).
Poi devi pensare agli elettrodomestici perché qui non ti danno niente: lavatrice, cucina, frigorifero, elettrodomestici, stoviglie, tavoli, sedie, mensole ecc. Zero assoluto, tutto vuoto.
In ultimo, ma non per importanza, ti devi preoccupare se accettano o meno gli stranieri.
Poi, gli spazi. Piccoli, se non piccolissimi. Mi aspettavo una cosa del genere, ma a volte è veramente troppo. Non è difficile infatti trovare monolocali (che monolocali non sono, sono proprio "stanze") di 13-15 metri quadri. Considerando che dentro ci deve essere lo spazio per la cucina e il bagno, quello che rimane è a malapena lo spazio per il letto.
La stanza più grande che ho visto oggi è di 20 metri quadri (non in foto) e, nonostante fosse bella ampia, mi ha fatto pensare che forse sarebbe meglio passare al futon giapponese (così lo metto via in armadio durante il giorno e arrivederci).
Poi l'armadio. Sono femmina ma dei vestiti mi interessa zero e non a caso quando sono venuta 2 valigie sono state abbastanza. La mia roba estiva entra tutta abbondantemente in una valigia sola. Nonostante ciò, in un'altra camera che ho visto l'armadio era talmente piccolo che penso non sarebbe entrato quasi niente di quello che ho. Era molto nuovo e pulito quindi bello tant'è che la ragazza ha detto che è molto in voga... ma, personalmente, dopo che ho visto l'armadio e quanto cupo e buio fosse l'ambiente per me è un grande no. (Foto 3)
L'appartamento che invece era la mia prima scelta perché potrei raggiungere l'ufficio persino a piedi è anche grande abbastanza con un armadio decente, ma non è stato ancora pulito (foto 2) e non sapendo quanto a fondo puliranno sono leggermente impaurita (nonostante io sia zero schizzinosa, ma quando è troppo è troppo).
Poi, quello che loro considerano "importante" sono per me europea solo delle frivolezze. Esempi sono essere vicini a un grande supermercato; se i ristoranti sono più per "gruppi" o se puoi andare da solo; la ragazza che mi ha mostrato i posti mi ha detto che mi consiglia di cambiare tutto della serratura (anche tutte e due se ce ne sono due) perché sono una ragazza (il mondo vede questo paese il più sicuro al mondo eppure le donne giapponesi sono quelle che si sentono meno al sicuro al mondo, perché non sanno che giungla sia fuori). Poi ovviamente mi chiedeva in quale zona preferissi vivere, ma, da straniera, non ne ho la più pallida idea né mi interessa. L'unica cosa che mi interessa è essere vicino all'ufficio, niente più.
Altra cosa che mi ha stranita è la velocità con cui decidono. C'era in programma di andare a vedere un'altra camera, ma era stata appena presa.
Il motivo è abbastanza comprensibile (dal loro punto di vista) perché spesso si cambia lavoro o si è costretti a fare trasferimenti lunghi per lavoro. In più, come mi ha detto la ragazza, le persone che vivono in un posto che non piace sono tante, quindi a un certo punto si decidono e cambiano. Nonostante costi così tanto cambiare stanza... e questa per me è la follia più folle di tutte.
Quando ho incontrato persone adulte di 40-50 anni e passa che vivono nella mia sharehouse mi sono chiesta in parte come facciano... ora considerando quanto pago di affitto con spese incluse e tutte le stoviglie ed elettrodomestici e quanto poco costi solo entrare (50.000 yen che io credevo fossero esagerati) ho capito perché lo facciano. E questo la dice lunga su quanto possiamo essere poveri pur essendo lavoratori in questo paese.
26 notes · View notes
raccontidialiantis · 1 day ago
Text
Tilt dei sensi e della testa in età matura
Tumblr media
Lei sui quarantacinque, segretaria stimatissima e di riconosciuta efficienza. Matrimonio naufragato da tempo e qualche breve storia di nessuna importanza alle spalle, ormai lontana anni luce. Pratica sesso archiviata per sempre. Un po' di dildo a notte fonda ogni tanto, tanto per togliere le ragnatele. Senza troppo impegno. Molto bella, pulita e ordinata, Giovanna. Ma senza più ambizioni. Spenta, si direbbe. Ma il fuoco più ardente è quello che cova in silenzio sotto la cenere.
Tumblr media
Arrivò a lavorare nella scrivania accanto alla sua Omero, un giovane neolaureato al suo primo vero impiego, strappato alla vita sotterranea degli invisibili dopo una lunga teoria di lavori umilianti alle spalle. Brillante, intelligente e bellissimo: riccioli neri e occhi di brace. Sorriso mozzafiato. Trentatre anni da compiere fra due mesi. In lei inizialmente si risvegliò un istinto quasi materno, di protezione. Ma si sentiva comunque attratta.
Tumblr media
Lavoravano letteralmente gomito a gomito, nell'ufficio antistante a quello del titolare di una piccola ma aggressiva azienda del terziario hi-tech di dieci persone. Lei prese, senza forse realizzarlo subito, ad avere un po’ più cura di sé; a truccarsi, profumarsi e a scegliere nuovi vestiti. Lui, dopo un primo mese di tensione lavorativa e concentrazione esclusiva sui compiti assegnatigli, finalmente si sciolse e iniziò a parlarle della sua vita, delle sue prospettive, dei suoi progetti matrimoniali in bilico e quindi delle oggettive difficoltà nel rapporto con la fidanzata lontana. Rapporto che andava inevitabilmente a morire.
Tumblr media
Presero a scambiarsi messaggi e lei iniziò a impazzire dentro; scherzavano, c'era una bella complicità. Un giorno lei lo invitò a cena con un messaggio, pur stando a soli due metri di distanza e lui le rispose, osando forse un po' troppo e scherzando: “si, verrò ma solo se... mi darai le tue labbra da baciare.” Lei divenne completamente rossa in volto. Il ragazzo quindi pensò di aver fatto una bella gaffe e si fece serio, porgendole a voce le sue scuse sincere.
Tumblr media
Poi più tardi le chiese se l'invito fosse ancora valido. Non sapeva di aver acceso in lei un vero incendio, crescente a ogni minuto che passava. La donna andò a casa con un unico pensiero in testa e un prepotente bisogno fisico di averlo dentro di sé. Per togliere ogni residuo imbarazzo di mezzo e spazzare via nella mente del giovane ogni possibile tentennamento, impazzita, incosciente, decisamente sfacciata e impudente gli mandò una foto inequivocabile delle sue labbra intime, quelle che avrebbe voluto davvero farsi baciare.
Tumblr media
Lui, arrivato all'ora dell'appuntamento con delle rose, non perse tempo: immediatamente la baciò a lungo. Poi la spogliò con lentezza, le baciò e divorò quelle bellissime labbra inferiori. Calde, umide, piene d'amore. Ingoiò il suo piacere, assetato di lei. E poi la prese con forza, quasi sfondandola, tanto la desiderava. Le venne dentro la vagina, la fece urlare di un orgasmo puro. Infine, la girò su sé stessa. Voleva amarla tutta. Iniziò a leccarle il buco del culo a lungo.
Tumblr media
Giovanna era semplicemente in paradiso: si sentiva desiderata. Solo una bella femmina matura da montare. Quindi rapido, senza che lei realizzasse, Omero le penetrò l'ano. Inizialmente con delicata ma incessante pressione, mentre lei urlava e piangeva allo stesso tempo di pura gioia: perché ringraziava mentalmente tra sé gli dei. Lo accoglieva gradualmente. Lo agevolava, divaricando le natiche al massimo e alzando il culo per quel vero, giovane, forte stallone.
Tumblr media
Incredula di un simile, inatteso dono del cielo! Alla fine del rapporto, Giovanna quasi pianse di felicità, nel sentirlo esplodere dentro il suo corpo. Lui sborrava padrone e libero. La possedeva. Era sua. La donna aveva dentro di sé il cazzo bello duro e grosso di un uomo attraente e sessualmente soddisfatto. Ancora una volta nelle sue viscere eiaculava un uomo! Incredibile. Non avrebbe mai voluto farlo uscire: con un cazzo ben piantato nel culo era nuovamente felice, realizzata. Una vera vacca da monta. Così si sentiva! E le piaceva, quella sensazione: tantissimo.
Tumblr media
Poi inevitabilmente passarono alle risate, al vino, all'arrosto e alle storie personali che univano finalmente una coppia assolutamente improbabile, che chissà quanto sarebbe durata. Ma per il momento era tutto ciò che entrambi avrebbero mai desiderato. Amarsi è fondamentalmente non chiedersi mai il perché. E godersela, godersela godersela.
Tumblr media
RDA
13 notes · View notes
libriaco · 3 months ago
Text
Nell'oscurità
Il sapere è irreversibile, non può arretrare nell'oscurità della dolce ignoranza.
S. Lem, [Glos Pana, 1968], La voce del padrone, Torino, Bollati Boringhieri ebook, 2011 [Trad. V. Verdiani]
9 notes · View notes
gianlucacrugnola · 1 year ago
Text
Franco Battiato - La Voce Del Padrone
La Voce Del Padrone, perfetta miscela pop – intellettuale d’avanguardia che l’eclettico, geniale compositore catanese Franco Battiato rilascia nel settembre ’81 sfondando dopo pochi mesi il tetto del milione di copie vendute, un capolavoro che diventa successo grazie a sette gemme luccicanti, sette tracce radiofoniche e da juke box che vanno oltre le classifiche arrivando nelle sale da ballo…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
mucillo · 10 months ago
Text
GINEVRA DI MARCO: "La Leggera"
youtube
Lei Ginevra Di Marco era voce dei C.S.I.
Questo pezzo ha una storia dei nostri nonni e bisnonni...qualche minuto per leggerla non fa poi così male...anzi
Siamo, probabilmente, agli albori delle lotte proletarie, quando ancora la classe lavoratrice non si era data un'organizzazione (o stava appena cominciando a darsela); un'epoca in cui il lavoro stagionale era la normalità. Seguendo flussi antichissimi, dall'Italia settentrionale i lavoratori si recavano in Maremma, terra oramai soggetta alla bonifica Medicea ma ancora intesa come malsana, pericolosa, "strana". Chi andava a fare la stagione nei campi di Maremma, contadini poverissimi, doveva prendere un treno che arrivava passando dall'Appenino tra la Toscana e l'Emilia;era il famoso "Trenino della Leggera", o "Leggera" tout court.
Si chiamava così, quel treno, perché i suoi viaggiatori non avevano niente o quasi. Nella valigia o nella sporta che si portavano dietro, c'erano un tozzo di pane, una mela e un paio di scarpe sfondate. Racconta Caterina Bueno, che raccolse questo canto a Stia, in provincia di Arezzo, nei primi anni '60: “Il treno che agli inizi del secolo portava i lavoratori stagionali attraverso tutto la regione fino in Maremma, veniva chiamato il “Trenino della leggera”, dove “leggera” era un termine dispregiativo e canzonatorio con cui si indicavano i disoccupati, gli stagionali o comunque gli emigranti che, poverissimi, viaggiavano “leggeri” con una sola sporta…”. Il treno, dunque, era la "Leggera" perché il bagaglio di chi vi viaggiava era fatto di niente; ma in quel treno, come in tutti i treni dei lavoratori, si cantava.
Cantare non aveva soltanto una funzione di svago e di passatempo (e, probabilmente, era anche un sistema per cercare di farsi passare la fame); era, per molti, un mezzo per pagarsi il soldo che costava il biglietto. Nelle stazioni, delle specie di bande di stagionali s'improvvisavano canterini e si esibivano chiedendo qualcosa; e cantavano, spesso, canzoni inventate da loro stessi. E quando cantano i lavoratori, o si parla d'amore in forme assai poco convenzionali, o si parla di lavoro. Erano canzoni particolari, sovente rognose, e ancor più spesso piene di sogni d'una vita migliore. La vita migliore, in questa canzone, consiste giustappunto nel non dover lavorare come schiavi, e nel mandare in culo il sor padrone; quando i lavoratori cantano di lavoro, liberi di farlo nelle forme che preferiscono, il lavoro non fa una bella fine. Non è "santificato", come spesso accade anche nelle canzoni di lotta scritte da qualcuno che vuole organizzare in base a qualcosa; in canzoni come questa, il lavoro è ancora nella sua forma bruta. Servaggio, schiavitù. E il sogno è una settimana dove non si fa niente e si viene pagati; che, va detto francamente, è proprio un bel sogno. Canzoni come questa sono piene di sarcasmo, perché chi le inventava e le cantava sapeva bene che cosa, invece, andava a fare. Settimane, mesi a spaccarsi la schiena per una miseria.
Gli stagionali erano i precari di un tempo. Erano migranti per mezzo soldo bucato e una zuppa quando c'era. Avevano un piccolo e leggero bagaglio, se ce lo avevano. Bisognerebbe allora capire cosa cantano gli immigrati, nelle loro lingue, quando vengono mandati nei campi di pomodori dell'Agro Domiziano o a Rosarno. Bisognerebbe sentirli cantare sui treni e sui furgoni, sulle "Leggere" di questo tempo maledetto.
19 notes · View notes
elgallinero · 2 years ago
Text
0422
youtube.com/watch
View On WordPress
0 notes
licisca-73 · 5 months ago
Text
Come passa in fretta il tempo...Guardando questa foto ci chiederete sicuramente cosa ci sia di osceno: nulla. Questa foto però calza a pennello: è il segno di inizio della nostra storia, due ginocchia sbucciate, ufficialmente per una caduta, in realtà per tutto il tempo che, esattamente un anno fa, ho trascorso prostrata ai piedi del mio Padrone. Iniziato tutto come un gioco, è trascorso un anno, a tratti faticoso data la mia indole brat, ma intenso e emozionante. Dopo un anno scopiamo ancora come ricci, come lui ironicamente ogni tanto mi dice, dopo un anno arriviamo ad ogni incontro settimanale affamati e pronti a sbranarci, dopo un anno il gioco è diventato un sentimento molto forte da entrambe le parti e sentirgli dire oggi "ti amo" mi emoziona, dopo un anno "Troia", su sua specifica richiesta, è un appellativo che usa solo a letto perché poi sono sempre la sua amata C. , dopo un anno siamo di nuovo nello studio con la moquette assassina con dei pasticcini e la voglia di sempre. Anche oggi è stato un incontro "forte": tanti baci, sì, ma la sua Troia vuole soddisfarlo in tutto e lui fare di tutto per alimentarla. A proposito di alimentazione, la mia bocca è duramente occupata: le dimensioni del suo cazzo e la veemenza con cui la scopa quasi mi soffocano. Mentre cerco di prendere fiato e vomito saliva a più non posso, penso a tutte le volte in cui, parlando di lui con la mia sister, le dico che "mi toglie il fiato". Sentirlo gemere di piacere mentre mi scopa la fica mi manda in estasi e vedere il suo cazzo appena sfilato pieno del mio miele ne è la prova ...come non poterlo leccare avidamente? Lindo e pinto entra nel culo mentre io lo provoco sgrillettandomi a gambe spalancate. Non mi basta, adoro sfidarlo e allora, notando che è sudatissimo, lo invito a riposare, certa del contrario. Sì illumina il mio Porco e inizia uno spietato martellamento: urlo per il dolore e il piacere al tempo stesso. Sicuramente gli operai che al piano di sopra lavorano si possono allarmare, quindi mi premuro a descrivere a voce alta quanto sta accadendo eccitando ancora di più il mio Padrone. Era stata perentoria la sua richiesta: tutto il palazzo deve sapere cosa lui fa alla sua Troia e io, data la mia indole esibizionista, non mi faccio pregare. Un anniversario merita un trattamento speciale e, stavolta, i colpi di cinghia sono veramente forti. Sei fiammate mi fanno piangere ma il suo abbraccio e le coccole dopo, unitamente al cazzo che mentre mi incula ravviva il bruciore mi danno il meritato premio. Mentre scrivo il mio culo vorrebbe sputare la sborra ma io provo a tenerla ancora dentro, per quanto possibile dato il mio ano meravigliosamente trasformato in un open space. Sono devastata ma soddisfatta, come sempre. Ce lo scriviamo nei nostri messaggi mentre ci scambiamo nuovamente gli auguri: "Buon anniversario, amore".
Tumblr media
8 notes · View notes