#museo della civiltà romana
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Alabaster plaster model of Ancient Rome (designed by Italo Gismondi and created by the master craftsman Pierino Di Carlo). Museo della Civiltà Romana, Italy.
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Il reperto storico più antico ritrovato a Villa del Foro (Alessandria): tracce dell'età del ferro e della preistoria
Antiche testimonianze della città e del territorio circostante
Antiche testimonianze della città e del territorio circostante Il reperto storico più antico ritrovato nel territorio di Alessandria risale al VI millennio a.C., appartenente alla fase neolitica. Questi ritrovamenti testimoniano le prime forme di popolamento umano nella zona, e sono stati rinvenuti nell’area di Villa del Foro, a pochi chilometri dal centro della città. La frazione, conosciuta…
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TINDARI - IL PICCOLO MUSEO GRECO-ROMANO
Uno dei personaggi più importanti e affascinanti che nel 400 a.C. segnò la storia del bacino Mediterraneo, fu sicuramente il tiranno siracusano Dionisio primo. Dionisio, nato da famiglia non aristocratica si convinse che la democrazia che guidava Siracusa, non era più in grado di impedire il decadimento politico e militare della città, per cui, abile oratore, si fece eleggere generale e, una volta inviato a Gela per risolvere una controversia locale, simulò un attentato nei suoi confronti, richiese la possibilità di avere un esercito mercenario ai suoi ordini per difesa personale, diventando ben presto il padrone di Siracusa. Per dimostrare la noncuranza che aveva per l’aristocrazia, una volta protetto dal suo esercito personale, imprigionò e giustiziò tutti gli aristocratici di Gela, con il loro oro pagò i mercenari spartani che comandava e donò le terre degli aristocratici alla popolazione locale. Così facendo ottenne un consenso assoluto ed una base molto forte per diventare il padrone assoluto della Sicilia orientale. Per restare tale dovette contrastare per tutta la sua vita il desiderio dei Cartaginesi di invadere la sua isola. Dovette inoltre fermare l’espansionismo degli italioti provenienti dalla Calabria, consolidare il rapporto con il resto delle colonie della Magna Grecia e rafforzare l’alleanza con Sparta. Fondò inoltre colonie lungo tutto l'adriatico. In tal modo garantì potere e ricchezza a Siracusa che sotto di lui divenne una delle maggiori città greche del mediterraneo. Tra le tante colonie che fondò per motivi economici e strategici vi fu anche Tindari, ai confini settentrionali del suo dominio siciliano in una località che era abitata già nell’età del bronzo, più di mille anni prima. La posizione e il nome di Tindari non sono casuali. Tindari come Tindaro re di Sparta padre della Elena per cui scoppiò la guerra di Troia, padre di Castore e Polluce i semidei dioscuri che erano tanto onorati in Siracusa. La posizione della colonia Tindari, era inoltre estremamente importante essendo in cima a un promontorio facilmente difendibile, con accanto una grande baia e pianura in cui potevano trovare riparo le navi di allora. La città era inoltre di fronte alle isole Eolie da cui riceveva ossidiana per preparare gioielli e armi e pietra pomice che era la carta vetrata di allora e utilissima nell’ingegneria civile e navale. Finito il dominio di Dionigi il vecchio, Tindari ben presto, come il resto dei possedimenti del vecchio tiranno, fu presa di mira dai Cartaginesi e per questo motivo si affidò a Roma diventando una città romana, molto ben considerata e molto amata. La prova della benevolenza dei romani fu nel dedicare la città all’imperatore Augusto. La “nobilissima civitas” si riempì quindi di statue dell’imperatore, di un teatro, di un porticato (propileo) da cui si accedeva all’Agorà e di tutta quell’architettura che distingueva l’era imperiale romana. I reperti rinvenuti negli scavi, mostrano una civiltà elegante, dove ogni piccolo strumento d’uso comune, nella sua semplice funzionalità, ha una bellezza che va oltre il tempo e le mode. Questa stessa bellezza circonda ancora oggi Tindari, preziosa perla racchiusa tra l’azzurro immenso del cielo e il purissimo e trasparente blu del mare.
One of the most important and fascinating characters that in 400 BC marked the history of the Mediterranean basin, it was certainly the Syracusan tyrant Dionysius I. Dionysius, born into a non-aristocratic family, was convinced that the democracy that led Syracuse was no longer able to prevent the political and military decay of the city, so he was elected general and once sent to Gela to resolve a local controversy, simulated an attack against him, required the possibility of having a mercenary army on his orders for personal defence, soon becoming the master of Syracuse. To demonstrate his indifference to the aristocracy, once protected by his personal army, he imprisoned and tried all the aristocrats of Gela, with their gold he paid the Spartan mercenaries he commanded and gave the aristocratic lands to the local population. In doing so he obtained an absolute consensus and a very strong basis for becoming the absolute master of Eastern Sicily. To remain so he had to resist throughout his life the desire of the Carthaginians to invade his island. He also had to stop the expansionism of the Italians from Calabria, consolidate relations with the rest of the colonies of Great Greece and strengthen the alliance with Sparta. He further founded colonies all along the Adriatic. He thus guaranteed power and wealth to Syracuse, which under him became one of the largest Greek cities in the Mediterranean. Among the many colonies he founded for economic and strategic reasons was Tindari, on the northern borders of his Sicilian domain in a town that had been inhabited already in the Bronze Age, more than a thousand years earlier. The location and name of Tindari are not accidental. Tindarius as Tindarus king of Sparta father of Helen for whom the Trojan War broke out, father of Castor and Pollux the demigods who were so honored in Syracuse. The location of the Tindari colony was also extremely important being on top of an easily defensible promontory, with a large bay and plain next to it where the ships of that time could find shelter. The city was also opposite the Aeolian islands from which it received obsidian to prepare jewelry and weapons and pumice stone which was the sandpaper of that time and very useful in civil and naval engineering. After the rule of Dionysius the Elder, Tindari soon, like the rest of the possessions of the old tyrant, was targeted by the Carthaginians and for this reason relied on Rome becoming a Roman city, very well regarded and very loved. The proof of the Romans’ benevolence was in the dedication of the city to Emperor Augustus. The “noblest civitas” was therefore filled with statues of the emperor, a theater, a portico (propileo) from which one accessed the Agora and all that architecture that distinguished the Roman imperial era. The finds found in the excavations show an elegant civilization, where every small tool of common use, in its simple functionality, has a beauty that goes beyond time and fashion. This same beauty still surrounds Tindari today, a precious pearl enclosed between the immense blue of the sky and the pure and transparent blue of the sea.
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La Regione Emilia Romagna presenta la terza edizione del festival dei Calanchi e delle Argille azzurre nel Ravennate
La Regione Emilia Romagna presenta la terza edizione del festival dei Calanchi e delle Argille azzurre nel Ravennate Un festival per valorizzare la zona dei "calanchi delle argille azzurre", così definita da Leonardo da Vinci nel noto "Codice Hammer", quell'area geografica compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, dove si alternano terrazze panoramiche, scorci mozzafiato, argille preziose, fonti di acqua termale, vigne e coltivazioni pregiate e che è oggetto di innumerevoli storie, narrazioni, leggende. I calanchi sono ciò che resta dei fondali sabbiosi del mare preistorico di milioni di anni fa e ora sono un territorio che ospita ginestre, orchidee e specie che crescono soltanto tra queste argille, come l'artemisia cretacea. In pochissimi chilometri quadrati, quest'area raccoglie dunque meraviglie naturalistiche e culturali, ed è fonte d'ispirazione per molti artisti, in particolare per Carlo Zauli, tra i ceramisti scultori più importanti del Novecento, che a queste terre dedicò tanta parte del suo lavoro, citandoli plasticamente nelle sue sculture monumentali. La conferenza stampa di presentazione della terza edizione dei Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre, in programma dal 20 giugno al 4 luglio e dal 19 al 26 settembre 2024, si è tenuta ieri mattina in Regione, presenti l'assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori, il sindaco di Faenza, Massimo Isola, e il direttore del Museo Carlo Zauli, Matteo Zauli. "Un progetto di turismo culturale e di valorizzazione di un territorio in cui la cultura diventa espressione del paesaggio- ha detto l'assessore Felicori-. Questo Festival ha una vocazione formativa e laboratoriale, che coinvolge scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con uno stile che ha il valore simbolico dell'armonia tra uomo e paesaggio, tra cultura e natura". "Il Festival dei Calanchi e delle Argille Azzurre è una piacevole sorpresa che si consolida- ha sottolineato Massimo Isola, sindaco di Faenza-. Nato come progetto laboratoriale, in soli tre anni si sta consolidando come uno degli eventi culturali più innovativi e più forti della città. È un evento che cerca di tenere insieme la valorizzazione e la promozione del tessuto creativo, culturale e faentino con quello del paesaggio. I calanchi sono per definizione l'incontro tra natura e cultura, che hanno generato quella materia che l'uomo poi ha saputo trasformare in ceramica. C'è una civiltà millenaria dietro i calanchi: sono stati luogo di produzione delle argille, ma sono stati anche luogo dell'immaginario estetico e pittorico delle nostre terre, vissuti per il loro straordinario potenziale paesaggistico. Questa iniziativa tiene insieme tanti linguaggi diversi con uno spirito contemporaneo". "Molte storie e leggende sono nate tra le terre dei calanchi- ha aggiunto Matteo Zauli, direttore del Museo Carlo Zauli-. Ed è qui che in epoca romana si iniziarono ad utilizzare le argille dei calanchi per produrre ceramiche, che sarebbero diventate poi nel Rinascimento famose nel mondo: le Faenze. Anche Leonardo da Vinci nel Codice Hammer, il documento più prezioso al mondo, accenna a questo paesaggio, dando a queste terre il nome che ancora oggi le contraddistingue. Ma anche dopo Leonardo, i calanchi hanno continuato ad ispirare molti artisti in ogni tempo. Carlo Zauli, ad esempio, aveva un legame unico con i calanchi, che considerava un vero e proprio paesaggio di ispirazione, più volte citato plasticamente nelle sue sculture monumentali". Anche quest'anno il Festival, curato da Matteo Zauli con Consuelo Battiston, Luigi Cicognani e Donato D'Antonio, propone un ampio cartellone en plein air. Mostre, laboratori e performance di arti visive, teatro, danza, letture poetiche, concerti, allestimenti tra architettura e design, degustazioni enogastronomiche, laboratori di yoga e Bioginnastica®, trekking culturali, incontri legati alla sostenibilità ambientale, coinvolgendo scuole, accademie, corsi di formazione, singoli, gruppi, associazioni culturali, con l'obiettivo di creare un vero e proprio Parco Culturale dei Calanchi, il cui simbolo - il Padiglione delle Argille Azzurre progettato dallo Studio Bartoletti Cicognani - è stato installato nel Punto Panoramico Dinosauri (via Pideura, a metà strada tra Oasi e Bulzaga). L'iniziativa vedrà alcune presenze internazionali, come la giapponese Noriko Yamaguchi, tra gli artisti protagonisti della mostra Azzurro fragile, insieme a Francesco Nonni, Gilberto Bucci, Carlo Zauli, Giovanni Pini, Sergia Avveduti, Cesare Reggiani, Barbara Deponti, Marco Samorè, Andrea Salvatori, Monica Zauli, Jacopo Casadei, Silvia Chiarini, Marco Ceroni, Oscar Dominguez, Gaia Carboni. Lo scultore colombiano Juan Esteban Sandoval proporrà, in collaborazione con il musicista greco George Moraitis, The sounds of the Earth. Esplorazione dei Calanchi - suono e argilla, una performance con sculture sonore, mentre i connazionali Zoe Drakopoulou, Petros Roussos, Iannis Sioutis, realizzeranno un'inedita performance itinerante, Rebeaeth. azione performativa sostenuta dal programma Culture Moves Europe, progetto finanziato dall'Unione Europea che rende la Grecia vero e proprio paese ospite di questa edizione del festival. Si avrà poi la partecipazione di Save the Children, che realizzerà un'originalissima attività dedicata ai bambini, mentre un richiamo al Festival si terrà poi a settembre con la presenza di Enrico Malatesta, che declina il proprio lavoro all'indagine sonora della produzione di manufatti in ceramica, e dello scultore ceramista di rilievo internazionale Alfredo Gioventù. Il festival è sostenuto, oltre che dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Faenza, dall'Unione della Romagna Faentina, dall'Ente Parchi e Biodiversità Romagna, dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, da Save the Children, dal Programma Culture Moves Europe, da CEAS Centro di Educazione alla Sostenibilità della Romagna Faentina, dal Consorzio Vini di Romagna e dalla Strada della Romagna e del Sangiovese. Per informazioni e prenotazioni degli eventi è possibile contattare il Museo Carlo Zauli: [email protected] Tel. :333 8511042... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Es el modelo a escala hecho a mano de Roma, la capital del Imperio Romano, estará disponible desde el próximo año al público. Conocida como "Il Plastico", esta maqueta de 20 X 20 metros de la ciudad imperial (creada por Italo Gismondi) ofrece una vista panorámica única de la ciudad. Presentada en la película Gladiator, muestra la ciudad en su mayor extensión, bajo el mando de Constantino. Echaremos un vistazo exclusivo de cerca, región por región. El Museo della Civiltà' Romana en E.U.R. que alberga el modelo reabrirá en 2025. La nueva apertura promete ser una oportunidad excepcional para estudiar la civilización romana, a un corto trayecto en metro desde el centro de Roma.
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EUR district architecture walking tour
EUR, or Esposizione Universale di Roma, is a district in Rome, Italy, known for its rationalist and fascist architecture constructed during the Mussolini era in the 1930s and 1940s. A walking tour in the EUR district would likely showcase the monumental and symmetrical structures, characterized by grandiose designs, large squares, and colonnades. Some notable landmarks in the area include the Palazzo della Civiltà Italiana (Square Colosseum), the Palazzo dei Congressi, and the Museo della Civiltà Romana.
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Valle dei Templi di Agrigento: antiche meraviglie della Sicilia
La Valle dei Templi di Agrigento è una delle più grandi attrazioni turistiche della Sicilia, con un patrimonio antico che risale al VI secolo a.C. Situata sulla costa meridionale dell'isola, questa valle è un sito archeologico di rilevanza mondiale, che offre una visione della grande civiltà greca e romana. La valle si estende per circa 1300 ettari e comprende molte rovine antiche, come templi, basi e muri di fortificazione. La maggior parte delle rovine si trovano lungo il lato orientale della valle, con una vista panoramica sui campi circostanti e sul mare Ionio. I templi antichi presenti nella Valle dei Templi di Agrigento includono il Tempio della Concordia, il Tempio di Giunone, il Tempio di Zeus e il Tempio di Ercole. Ogni tempio ha una propria storia e importanza archeologica. Il Tempio della Concordia è uno dei templi meglio conservati della Valle dei Templi, costruito tra il 440 e il 430 a.C. Questo tempio dorico, dedicato alla dea della pace, fu trasformato in una chiesa cristiana nel V secolo e servì come rifugio per i cristiani durante la persecuzione romana. Dopo la conquista araba, il tempio fu trasformato in una moschea e infine in una chiesa cristiana. Il Tempio di Giunone, costruito tra il 450 e il 430 a.C., era dedicato alla dea della fertilità e fu riparato e modificato molte volte durante il corso della sua storia. Durante il periodo normanno, fu riparato e trasformato in chiesa cristiana. Il Tempio di Zeus è uno dei templi più grandi della valle e fu costruito tra il 480 e il 470 a.C. per celebrare la vittoria dei greci contro i cartaginesi nella battaglia di Imera. Il tempio subì molti danni nel corso degli anni, uno dei quali fu causato da un terremoto nel IV secolo d.C. Il Tempio di Ercole, costruito alla fine del V secolo a.C., era dedicato al dio della forza e dell'eroismo. Il tempio fu distrutto durante le guerre puniche e successivamente ricostruito dai romani. La valle offre inoltre molte altre attrazioni culturali, come le terme romane, le necropoli, le mura della città e le torri di avvistamento. Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento è situato nella valle e offre una vasta raccolta di opere d'arte e manufatti archeologici, tra cui vasi, monete e statue. Il museo fa parte del parco archeologico, che offre una guida audio in diverse lingue per i turisti che vogliono saperne di più sulla storia della Valle dei Templi. Nonostante l'antichità della valle, il territorio presenta diverse ecosistemi che possono essere esplorati durante l'escursione. Il Giardino della Kolymbetra, creato dagli antichi agrigentini nel IV secolo a.C., è stato restaurato recentemente e offre una varietà di alberi di frutta, piante e floricoltura che si può annusare attraverso un percorso dedicato. La Valle dei Templi di Agrigento può essere visitata in qualsiasi momento dell'anno, ma il periodo migliore per godere della bellezza del luogo è la primavera, quando la fioritura rende il paesaggio ancora più spettacolare. Infine, la valle offre un'ampia scelta per quanto riguarda l'alloggio e il cibo. Ci sono molte opzioni di alloggio a portata di mano tra cui agriturismi, hotel, B&B e case vacanze. I ristoranti locali servono piatti tipici della cucina siciliana come pasta con le sarde, caponata, melanzane alla parmigiana, ricotta fresca e la famosa cassata siciliana. La Valle dei Templi di Agrigento è un luogo di grande interesse archeologico e storico che offre ai visitatori una magnifica esperienza culturale nel cuore della Sicilia. Un luogo imperdibile per chiunque voglia esplorare la bellezza e la storia della Sicilia. Foto di Benoit_Brochet Read the full article
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MUSEI E ARCHITETTURA DI ROMA EUR
Il quartiere di Roma Eur si trova a sud-ovest della Capitale, all’interno del GRA. Esso ospita molteplici edifici da poter visitare ed osservare. Si noterà la vera differenza dei vari periodi storici, dal più antico al più moderno e contemporaneo. Uno degli edifici ultra-contemporanei è una struttura che ospita un auditorium rivestito di pannelli neri che donano un effetto sonoro particolare alla sala. L’esterno in acciaio rivestito da un panno trasparente di vetro microforato dona l’effetto di una nuvola, da cui trae il nome l’edificio: “Nuvola” progettato da Fuksas. La struttura è stata progettata per ospitare congressi, di oltre 8 mila persone.
Un monumento da poter osservare in Piazza Guglielmo Marconi (alla quale è dedicata) è l’Obelisco che si trova al centro della piazza è stato realizzato in cemento armato e ricoperto da marmo di Carrara con raffigurate in altorilievo le imprese di Marconi per tutta la sua altezza di 45 metri. Realizzato in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960.
In questa zona è possibile ammirare anche i principali edifici museo di questo quartiere come: il Museo della Civiltà Romana, il Museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari, il Museo Pigorini e il Museo dell’Alto Medioevo.
Un richiamo al periodo fascista e alla sua architettura si ritrova in un monumento ispirato all’arte metafisica chiamato “Colosseo quadrato” per la sua forma cubica e le sue facciate forate di 216 archi. Tale numero di archi è particolare in quanto scelto da Mussolini in persona in modo che il suo nome e cognome rimanessero impressi (gli archi sono infatti 6X9, come per l’appunto le lettere che compongono il nome ed il cognome del Duce).
Tra le altre opere caratteristiche di questo quartiere c’è sicuramente la Basilica dei Santi Pietro e Paolo che sorge su una collina artificiale. Tale Basilica è caratterizzata da una cupola emisferica e rappresenta uno dei più raffinati esempi di architettura della Roma moderna.
Oggi l’EUR è sede del più importante settore finanziario e terziario della capitale e tra le maggiori City d’Italia con la presenza di numerose sedi di banche italiane quali UniCredit, BNL, Fideuram – Intesa SanPaolo e di palazzi e uffici pubblici e privati.
Per visitare il quartiere di Roma Eur puoi soggiornare in uno dei nostri B&B Roma adatto a te! Ci trovi nel B&B Roma centro, a pochi passi dai principali monumenti (e anche da Trastevere!); potrai trovare B&B and breakfast Roma centro.
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Pietro Aschieri, Cesare Pascoletti, Gino Peressutti and Domenico Bernardini, Museum of Roman Civilization, EUR | Roma, Italy, 1939-1941 VS Alvaro Siza, Santa Maria Church, Marco de Canaveses, Portugal, 1996
#portugal#alvaro siza#Pietro Aschieri#Cesare Pascoletti#Gino Peressutti#Domenico Bernardini#museo della civiltà romana#eur#roma#samsung stock rom#razionalismo italiano#italy#italia#marco de canaveses#church#architecture
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO PRIMO - di Gianpiero Menniti
L'ARTE DEI CORPI
L'arte cristiana non ha modelli di paragone se non nelle forme dell'arte cosiddetta "pagana", quella antica dei greci e di Roma. Le ragioni sono più d'una: la collocazione della Chiesa nell'Urbe e l'immergersi nella tradizione occidentale della narrazione per immagini rappresentative; l'esigenza di ampliare la sfera di un pubblico che non sapeva leggere e scrivere; l'alternativa all'iconoclastia bizantina come affermazione d'indipendenza della chiesa romana rispetto alla chiesa orientale che aveva centro a Costantinopoli. Ma la ragione più profonda risiede nella dimensione teologica del cristianesimo, nel sacro che è espressione di corpi e nell'annuncio evangelico della "vita eterna". Il "Credo" che è la preghiera simbolo dei cristiani annuncia il giudizio per «i vivi e i morti» e la «risurrezione della carne». Il cristianesimo non è religione dell'anima: questo concetto, che è platonico, venne introdotto da Agostino d'Ippona vissuto tra il IV ed il V secolo d.C. ma non appartiene alla fede delle origini. Così, il rapporto tra corpo e anima non è mai stato pienamente risolto se non in una sorta di commistione tra il visibile e l'invisibile, senza prescindere dal primo come manifestazione sacra nella scia dell'esempio del Cristo incarnato. Il cristianesimo è religione del corpo. Ma l'ambiguità di un rapporto mai risolto ha dato vita ad opere che hanno posto l'accento sul corpo entro caratteri variabili, sotto l'influenza di tratti interpretativi spesso confliggenti con l'ortodossia ufficiale: basti riflettere sulle vicende di alcuni dipinti di Caravaggio: dalla "Madonna dei Pellegrini" (1604/1606, Cappella Cavalletti, Basilica di Sant'Agostino, Roma) a "La morte della Vergine" (1605/1606, Louvre, Parigi), senza dimenticare opere accolte come "La Deposizione" (1602/1604, Musei Vaticani) oppure "Le sette opere di Misericordia" (1606/1607, Pio Monte della Misericordia, Napoli) o il "Seppellimento di Santa Lucia" (1608, chiesa di Santa Lucia alla Badia, Siracusa) fino a "La resurrezione di Lazzaro" (1609, Museo Regionale, Messina). Si tratta di testi pittorici nei quali il Seicento della Controriforma esprime, attraverso Caravaggio, una nuova interpretazione dell'afflato religioso con una carnalità prorompente, vissuta nell'alveo di un'espressione di fede intensa, visibile, angosciata, straziante, spasmodica. Se ne trova plastica rappresentazione nella "Santa Teresa d'Avila" di Bernini non a caso ribattezzata "Estasi di Santa Teresa" (1647/1652, cappella Cornaro, chiesa di Santa Maria della Vittoria, Roma): qui, il richiamo è ad un amore per il Cristo che trafigge, che lacera il corpo e lo consegna in uno spasmo voluttuoso alla follia del sacro. È il sacrificio del corpo che diviene raffigurazione dell'Agnus Dei, ripetizione rituale del dolore che assume il corpo come necessità, come medium della percezione del trascendente. La riflessione degli artisti sul rapporto tra il corpo e la fede cristiana è dunque un processo molto lungo: si afferma come arte figurativa ma poi corre attraverso il distacco dell'arte occidentale dal "modo greco" delle immagini iconiche - altra forma di rappresentazione del corpo sacro - abbandonate per conferire realismo patetico alla sofferenza del Cristo in croce, finendo per questa via con il costituire una svolta che ha segnato la storia della nostra civiltà. Infine, sulla scia del lento affermarsi della "morte di Dio" proclamata da Nietzsche, il XX secolo ha abbandonato definitivamente il legame tra arte e senso del sacro, ricercando quest'ultimo oltre il confine della materialità del corpo per gettarsi nel limbo dell'astratto, del non figurativo, del surreale, del non più esprimibile entro i canoni del realismo. Che non ha risolto, tuttavia, l'annosa questione del rapporto tra la materia e la trascendenza, la natura umana e quella divina, tra corpo e anima. Oscillando tra presenza e disfacimento. Come nel caso di Francis Bacon e del suo “Studio dal ritratto di Innocenzo X, Figura con carne” (1954, Art Institute of Chicago) proposto in varie versioni.
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MWW Artwork of the Day (6/23/21) Byzantium (c. 350-1453 CE) Cast of the Sarcophagus of Junius Bassus (359 CE) Sarcophagus with sculpted bas-relief Museo della Civiltà Romana, Rome
This is the oldest surviving Christian sarcophagus embellished by reliefs of biblical and evangelical subjects. It has been described as "probably the single most famous piece of early Christian relief sculpture." The style of the work has been greatly discussed by art historians, especially as its date is certain, which is unusual at this period. The sarcophagus has been seen as reflecting a blending of late Hellenistic style with the contemporary Roman or Italian one, seen in the "robust" proportions of the figures, and their slightly over-large heads. The setting in the niches casts the figures against a background of shadow, giving "an emphatic chiaroscuro effect" -- an effect much more noticeable in the original than the cast shown here, which has a more uniform and lighter color.
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Rome - E42 or EUR. The area was originally chosen in the 1930s as the site for the 1942 World's Fair. The project was originally called E42 after the year in which the exhibition was to be held. The initial project was presented in 1938 under the direction of Marcello Piacentini. Aschiere, Barnardini, Pascoletti e Peresutti won the competion for the 'Mostra della Romanità' building. Fotos: © Wolfram Mikuteit
Roma - E 42: Palazzo per la Mostra della Romanità
Il complesso che - oggi - ospita il museo della Civiltà Romana fu progettato dagli architetti Pietro Aschieri, Domenico Bernardini, Cesare Pascoletti e Gino Peressutti, vincitori di uno dei concorsi banditi per la costruzione degli edifici più rilevanti dell'Esposizione Universale di Roma nel 1942 (EUR - E 42). L’edificio sarà terminato dopo la guerra.
Source OP and Photos: © Wolfram Mikuteit
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Reggio Calabria: restituite allo stato 248 monete archeologiche, 4 reperti archeologici ed 1 paleontologico sequestrati
Reggio Calabria: restituite allo stato 248 monete archeologiche, 4 reperti archeologici ed 1 paleontologico sequestrati Nella mattinata dell'8 maggio presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza ha consegnato al Soprintendente A.B.A.P. per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia 253 beni culturali recuperati nell’ambito di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC). L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, del Procuratore Capo della Repubblica di Palmi (RC), del Comandante Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nonché delle Autorità civili, militari e religiose. L’indagine, che ha consentito il recupero dei beni archeologici e paleontologici per un valore complessivo stimato nell’ordine di 300.000,00 euro circa, è stata condotta nel 2013 dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC), ed ha avuto origine da un controllo doganale presso l’aeroporto di Reggio Calabria sul bagaglio di due passeggeri italiani provenienti dal Messico. A seguito degli approfondimenti investigativi si procedeva al sequestro di 648 monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e medioevale nonché di 37 reperti di presumibile interesse storico archeologico risalenti alla Magna Grecia e alle civiltà dell’America Centrale, custoditi presso l’abitazione di un professionista reggino. Con la collaborazione dei funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, si accertava che 28 reperti archeologici sequestrati erano indiscutibilmente autentici, collocabili al periodo “preclassico antico (1100-900 a.C.) e postclassico (1300-1521 d.C.)” e provenienti dalle culture dell’altipiano centrale e dalla Costa del Golfo del Messico. Per nove beni archeologici, custoditi nel bagaglio intercettato a Reggio Calabria, i funzionari del Ministero della Cultura messicana nel 2016 ne richiedevano ed ottenevano la restituzione in quanto pertinenti al patrimonio culturale di quello Stato. Per i restanti 253 beni culturali, a seguito della sentenza passata in giudicato il 20 febbraio 2024, il Tribunale di Palmi (RC) disponeva la confisca e la restituzione all’avente diritto, individuato nello Stato Italiano, tramite consegna alla Soprintendenza A.B.A.P. di Reggio Calabria. Tra questi figurano: un gruppo di 240 monete autentiche in rame ed 8 in argento attribuibili ad età greca e medievale, la cui maggiore concentrazione è individuabile nelle coniazioni di epoca romana; due “dressel” - databili tra il I sec. a.C. ed il II sec. d.C. - ovvero contenitori vinari da trasporto molto diffusi nella prima metà imperiale, la cui prima origine si colloca in Grecia (isola di Rodi) ma che si è estesa in seguito anche in varie località della Magna Grecia tra cui la Calabria; una lucerna fittile, databile alla prima età imperiale romana, con decorazione sul disco; un frammento di vaso, databile al IV sec. a.C., a figura rossa di produzione italica; un dente di un proboscidato estinto della Famiglia dei Gomphotheriidae (comunemente conosciuti come “mastodonti”), diffusi in Africa, Asia, Europa e Nord-America. In Italia è conosciuta la specie Anancus arvernensis, diffusa tra la fine del Miocene (10 milioni di anni fa) e le fasi iniziali del Pleistocene (circa 1,5 milioni di anni fa). La restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati è frutto di attività complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettività che ci raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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~ Inscription praising the consul Lucius Aemilius Paullus, who defeated the Ligurians in 181 B.C. and King Perseus of Macedon in 168 B.C.
Period: Augustan age (27 BCE — 14 CE)
Provenance: Rome, Museum of Roman Civilization (Museo della civiltà romana)
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THE LORICA MUSCULATA IN ROMAN ART
Discussions of the piece of body armor known today as the muscle cuirass, and to the Romans as the lorica musculata, tend to elide the difference between the cuirass and its representation in Roman art. This is understanable because the lorica musculata itself was a work of art. The portrait statue of Augustus from Primaporta is a work of naturalistic, representational art that features an accurate naturalistic representation of another work of art, namely the lorica musculata worn by the emperor.
The Greek θώραξ consisted of a breastplate and backplate joined together by hinges on one side and buckles on the other, with a riband tied around the waist. Textual sources state the early θώραξ was made of strong linen; surviving examples are made of hammered bronze. In the late classical period, the θώραξ which closely followed the contours of the male torso, took on representational and sculptural qualities. Anatomical details like nipples, navel and abdominal muscles were depicted with great precision.
The Roman version is made of iron (later steel) or boiled leather. The Romans continued the tradition of replicated anatomy, as well as the Hellenistic taste for elaborate allegorical imagery emblazoned on the breastplate. The combination of masterful realism and erudite allegorical iconography blurs the distinction between serviceable armor and work of art. The surviving Roman bronze cuirass in New York is either an actual cuirass or the torso of a bronze equestrian statue depicting an emperor wearing a lorica musculata. Whatever its purpose, it could easily have been made by the same metalworker.
The iconography of the Augustus cuirass uses personifactions, mythological figures, representations of historical persons and symbols to make a statement about the recovery of the standards from the Parthians and the relationship of that major feat of Augustan diplomacy to the establishment of the pax romana. For the most part, the iconography was simpler, but no less abstruse. The breastplate depicted on a statue of Trajan in military costume shows an Amazon battling two griffins at once, a succinct utterance concerning Rome’s conquests of eastern peoples, in this case the Dacians. The allegorical iconography of the cuirass provided the sculptor with an opportunity for enriching the portrait with a discursive statement of the wearer’s accomplishments that woukd have otherwise exceeded the capacities of the portrait genre.
In reality, the imagery of the lorica musculata was probably less elaborate than sculptural representations. The unadorned cuirass of the Getty torso is almost certainly closest to the actual armor. Simplified, conventional imagery like the gorgoneion seen on the cuirass worn by Caligula are commonplace enough to have been used.
1. Torso fragment of a Cuirass Statue of Domitian, c. AD 85, Boston, Museum of Fine Arts.
2. Augustus of Primaporta, c. AD 14, Città del Vaticano, Musei Vaticani.
3-4. Greek Bronze cuirass, c. 340 BC and Roman bronze cuirass, c. 1st c. AD, New York, Metropolitan Museum of Art.
5. Cuirass Statue with Head of Lucius Verus, 2ndc. AD, Rome, Musei Capitolini.
6. Cuirass Statue of Trajan, c. AD 103, Cambridge, Harvard University, Fogg Art Museum.
7. Torso fragment of a Cuirass Statue, c. 1st c. AD, Malibu, Getty Villa.
8. Torso fragment of a Cuirass Statue, c. 2nd c. AD, Rome, Museo della Civiltà Romana.
9. Cuirass Bust of Gaius (Caligula), c. AD 37, Copenhagen, Ny Carlsberg Glyptothek.
10. Cuirsass Statue of Julius Caesar, c. AD 100, Berlin, Neues Museum.
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