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Il reperto storico più antico ritrovato a Villa del Foro (Alessandria): tracce dell'età del ferro e della preistoria
Antiche testimonianze della città e del territorio circostante
Antiche testimonianze della città e del territorio circostante Il reperto storico più antico ritrovato nel territorio di Alessandria risale al VI millennio a.C., appartenente alla fase neolitica. Questi ritrovamenti testimoniano le prime forme di popolamento umano nella zona, e sono stati rinvenuti nell’area di Villa del Foro, a pochi chilometri dal centro della città. La frazione, conosciuta…
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Salone del Mobile 2018: i designer raccontano il loro progetto per Life in Vogue
Milano Design Week: Vogue ha invitato otto progettisti internazionali a reinventare gli uffici della redazione, trasformandoli in uno spazio in cui il dialogo tra design e moda diventa costante, generando un virtuoso scambio di idee.
Per quattro giorni, la redazione si trasformerà in uno spazio aperto al pubblico, per rafforzare il legame e il dialogo già costante con i lettori e sottolineare apertura e inclusività come valori fomdamentali di Vogue.
A ogni designer – Mario Bellini, Michael Bargo, Antonio Citterio e Patricia Viel, Sabine Marcelis, Faye Toogood, Patricia Urquiola, Muller Van Severen e Quincoces-Dragò – è stata affidata una stanza da trasformare alla luce di una nuova concezione della giornata di lavoro, basata su un ritmo più fluido, capace di far fiorire la creatività.
Il corridoio reinventato da Mario Bellini
Il concept Mario Bellini racconta così la sua idea di trasformazione del corridoio di Vogue: “Una lunga sequenza di tavole di legno resinoso, posate all’impiedi a intervalli disuguali, un po’ discoste tra loro e dal muro a cui si appoggiano, lungo tutto il corridoio che, come la spina dorsale di un essere umano, collega le stanze della redazione. L’idea è un’occupazione temporanea da parte della natura, in spazi abitati da menti, arredi e macchine per ufficio, che mi ha sedotto da subito quando ho visto questo passaggio di 32 metri. Una via di fuga, una galleria stretta e lunga, che lungo tutto un lato mette in mostra le immagini delle storia di Vogue, illuminate da una intensa luce azimutale. Perché non trasformare questo spazio, dunque, in un’oasi immaginaria? Immergendo chi vi passa in quell’inconfondibile sentore che ci porta di colpo faccia a faccia con la natura antica e profonda. Un’installazione pluri-sensoriale pensata per i giorni del Salone del Mobile, che mi auguro possa svanire un po’ più lentamente, lasciando una traccia o un po’ di nostalgia”. Il designer Mario Bellini, architetto e designer milanese, è nato nel 1935 e nel 1959 è laureato in architettura al Politecnico. Vincitore di otto premi Compasso d’Oro, direttore della rivista Domus dal 1985 al 1991, ha progettato mostre d’arte e architettura in tutto il mondo. 25 delle sue opere esposte nella collezione permanente del MoMA di New York. Nel 2015 la Triennale di Milano gli ha assegnato la Medaglia d’oro alla carriera per l’Architettura e dedicandogli nel 2017 una mostra retrospettiva. I progetti Tra gli oggetti iconici di design firmati da Bellini figurano la calcolatrice elettronica portatile “Divisumma 18” e il pc “Programma 101”, di Olivetti, il mangiadischi Ga 45 Pop di Minerva, la sedia Cab 412 di Cassina e il sof�� “Le Bambole” di B&B Italia. Dal 1980 si dedica prevalentemente all’architettura: tra gli edifici progettati e realizzati figurano il Centro Espositivo e Congressuale di Villa Erba a Cernobbio (Como), il Tokyo Design Centre in Giappone, gli Headquarters della Deutsche Bank a Francoforte, l’edificio per il Dipartimento delle Arti Islamiche al Louvre di Parigi e il nuovo Centro Congressi di Milano, il più grande d’Europa. Tra i progetti attualmente in corso sono il nuovo Museo del Foro (Antiquarium 2014-2019) di Roma, l’Air terminal internazionale di Roma-Fiumicino (2014-2018), la Nuova Scuola Politecnica di Genova (2006-2020), una vasta struttura alberghiera e residenziale a Virgin Gorda Island nelle British Vergin islands (2018-2020) e la “Generali Academy” di Trieste (2015-2019).
La redazione beauty vista da Michael Bargo
Il concept L’idea di Michael Bargo per la stanza della redazione beauty di Vogue è ispirata all’atmosfera degli anni 60-70 e, nello specifico, all’incontro tra la moda e il personal care, manifestatosi nelle prime linee beauty che portavano il nome delle grandi maison. Stampe geometriche dai colori pieni, sensazioni di beat-borghesia, tra il ribelle e il discreto ma soprattutto il sogno di un futuro fatto di quieta eccezionalità: l’ambiente ricreato da Bargo è un esplosione di immaginazione, resa vibrante dal contrasto tra il tappeto viola intenso e le pareti bianche, pulite. Tutto intorno, un immaginario chic ricreato da mobili vintage, dalle immagini delle campagne pubblicitarie d’epoca a cui si giustappongono i prodotti di make-up e i profumi, in un gioco di rappresentazioni e di realtà. Il designer Michael Bargo, personalità poliedrica e fluida che ricopre il ruolo di dealer, stylist e di designer, ha 34 anni, abita a Brooklyn, e ha una carriera nata su Instagram e nel suo appartamento, definito dal New York Times “the Brooklyn’s coolest design shop”, Bargo è rapidamente diventato uno dei nomi di spicco del panorama dell’interior design internazionale grazie alla sua capacità di creare dei “mood” ambientali unici e perfettamente coerenti nella loro complessità. I progetti Uno spirito che si ritrova tanto nella sua galleria a East Broadway, tanto nei suoi progetti e nelle sue opere che uniscono alto e basso, influenze culturali occidentali e orientali, antico e nuovo. Una visione varia ma armonica in quella che è una sorta di orchestrazione immaginifica diretta magistralmente da Bargo.
La stanza dei grafici secondo Antonio Citterio & Patricia Viel
Il concept “Con la nostra proposta abbiamo voluto mettere a confronto l’estetica della moda con la sintassi del design, come in un unico sguardo, ma da diverse angolazioni”, spiegano Citterio e Viel. “Nella stanza dei grafici della redazione milanese di Vogue italia ci siamo divertiti a immaginare il futuro dello spazio di lavoro come ci piacerebbe che diventasse: confortevole, conviviale e stimolante”. I designer Antonio Citterio, nato a Meda nel 1950 e laureato al Politecnico di Milano, apre il suo studio nel 1972. Nel 2000, con Patricia Viel, nata nel 1962, fonda a Milano Antonio Citterio Patricia Viel, società di progettazione multidisciplinare che si occupa di architettura e interior design. Lo studio Citterio Viel lavora da molti anni in tutto il mondo, realizzando i suoi progetti in sinergia con un team di consulenti e specialisti. E toccando gli ambiti più diversi, come piani urbanistici, complessi residenziali, commerciali e industriali, ristrutturazioni conservative di edifici pubblici, spazi per il lavoro, showroom e alberghi, comunicazione aziendale. Dal 2015 lo studio, di cui fanno parte 8 partner e uno staff di 85 persone, ha una una sede anche a New York. I progetti Tra i progetti più recenti, da segnalare i Bulgari Hotel a Milano, Pechino e Dubai, la sede del gruppo Ermenegildo Zegna a Milano, il Technogym Village di Cesena, l’edificio per uffici “NOVE” a Monaco di Baviera e un edificio residenziale a Miami-Surfside.
L’ufficio del creative director Giovanni Bianco nella visione di Sabine Marcelis
Il concept Un luogo dove passato e futuro s’incontrano. O, meglio ancora, dove partendo dall’analisi del passato si sviluppano visioni per il futuro. È così che Sabine Marcelis si è immaginata l’ufficio del creative director di Vogue Italia Giovanni Bianco. E proprio intorno a questa idea la designer olandese ha progettato l’installazione che trasformerà questa parte della redazione nell’ambito dell’iniziativa “Life in Vogue”. Durante il Salone del Mobile, i visitatori troveranno una tenda dietro la quale si aprirà uno spazio che rimanda a una pagina bianca: simbolo di un nuovo inizio proiettato nel mondo di domani. La designer Marcelis, nata in Olanda nel 1984, è cresciuta in Nuova Zelanda, dove si è trasferita insieme alla famiglia. Prima di dedicarsi al design, ha praticatlo snowboard a livello agonistico. Dopo gli studi alla Victoria University di Wellington è tornata nel suo paese d’origine per frequentare la Design Academy di Eindhoven. Oggi vive e lavora a Rotterdam. Da quando ha fondato il suo studio, Sabine si è occupata di product, installation e spatial design. E anche se cambiano gli ambiti d’intervento il suo focus rimane sempre lo stesso: i materiali. I suoi progetti sono infatti caratterizzati da forme pure che permettono di esaltare al massimo le proprietà dei materiali utilizzati, come neon, vetro, marmo e resine. I progetti Conosciuta per l’uso sorprendente della luce e del colore, vanta tra i suoi clienti sia gallerie d’arte che aziende internazionali. Ma non sono mancate nemmeno le collaborazioni con fashion houses come Céline e jewellery brands come Repossi. Così come sono state numerose le sue partecipazioni a concorsi e mostre, una delle quali si è tenuta al Musée Des Arts Décoratifs di Parigi.
La stanza del direttore Emanuele Farneti ripensata da Faye Toogood
Il concept Apertura e inclusione. Sono questi i due valori che guidano il restyling dell’ufficio di Emanuele Farneti, direttore di “Vogue Italia”. L’intervento di Faye Toogood sullo spazio di lavoro bandisce gli spigoli vivi e taglienti a favore di forme morbide e avvolgenti: a popolare l’ufficio saranno un daybed, un tavolo circolare e delle sedie robuste che fanno parte della sua collezione Roly-Poly. I muri saranno ricoperti di tele dipinte a mano che riproducono le copertine di 50 anni di storia di Vogue Italia e segnalano il passaggio a una nuova direzione editoriale. Il pezzo forte dell’installazione sarà una scultura di ceramica in edizione limitata intitolata “Family Bust No 3”. La designer Nella sua carriera Faye Toogood ha spaziato dall’arte al design d’interni e di prodotto, passando per l’editoria e la moda. Nata nel 1977 nel Regno Unito, è cresciuta nella campagna inglese e si è laureata in storia dell’arte alla Bristol University. Dopo aver collaborato a lungo con il magazine “The World of Interiors”, ha deciso di fondare il suo studio a Londra. I progetti Toogood ha lavorato per clienti privati e per grandi aziende, tra cui Comme des Garçons, Vivienne Westwood e Kenzo. Il suo stile è audace ma al tempo stesso essenziale, visionario ma anche rispettoso del passato. Tutti i suoi pezzi sono prodotti a mano da piccoli artigiani capaci di esaltare le materie prime, anche nelle loro irregolarità. Molti suoi lavori sono stati acquisiti da importanti istituzioni culturali come il Denver Art Museum, la National Gallery of Victoria e il Philadelphia Museum of Art. Inoltre, con la sorella Erica, ha lanciato un marchio di abbigliamento: “Toogood” confeziona capi pratici e scultorei che prendono ispirazione dal workwear.
La redazione attualità per Patricia Urquiola
Il concept E nel mezzo di questa ampia quiete Adornerò un roseo santuario Con la trama intrecciata d’una mente al lavoro. (Ode a Psiche, John Keats) Due stanze della redazione attualità di Vogue Italia. Due caratteri, due narrazioni. Due uffici allestiti in una sorta di contrapposizione e continuità. La prima stanza rappresenta il presente e la proiezione nel futuro, e la seconda un passato che confluisce nel presente. Si viene cioè proiettati in un nuovo spazio per riflettere sul tema del lavorare contemporaneo. La designer Patricia Urquiola è nata a Oviedo, in Spagna, nel 1961. Vive e lavora a Milano. Ha studiato Architettura al Politecnico di Madrid e di Milano, dove si è laureata nel 1989 con Achille Castiglioni. Ha collaborato con Vico Magistretti ed è stata responsabile Design per Lissoni Associati, prima di aprire nel 2001 il suo studio. È art director di Cassina dal settembre del 2015. I progetti I progetti più recenti di Patricia Urquiola spaziano dall’Italia alla Svizzera. Tra questi, il Room Mate Giulia Hotel, a Milano; Il Sereno Hotel, a Como; il ristorante Igniv, a Sankt Moritz; lo showroom di Cassina, ancora a Milano. Come designer ha creato mobili e oggetti per, tra gli altri, Louis Vuitton Objets Nomade, Cassina (Gender armchair), Glas Italia (Shimmer table), cc-tapis (Visioni carpet), Flos (Serena lamp).
L’ufficio di Sara Sozzani Maino nell’interpretazione di Muller Van Severen
Il concept Prima hanno liberato lo spazio dal superfluo per arrivare a svelare la sua vera anima, cioè i libri, i magazine, i notebook e altre fonti d’ispirazione racchiuse in un armadio. Poi hanno creato un collage popolato da alcuni dei loro pezzi più iconici: così il duo belga Muller Van Severen ha affrontato il restyling dell’ufficio di Sara Sozzani Maino, vice direttore di “Vogue Italia” e head of “Vogue Talents”, in occasione del Salone del Mobile. Per “Life in Vogue”, infatti, questa stanza della redazione si spoglierà della sua veste ordinaria per ospitare complementi d’arredo multifunzione. Al suo interno si troveranno due piccole famiglie di oggetti: “writing desk + low table + lamp”, che può essere utilizzata per scrivere, leggere e tenere un meeting, e “wire s#9”, che combina una libreria con una parte dedicata al relax. I designer Fien Muller e Hannes Van Severen lavorano spesso su prodotti in grado di delineare un paesaggio domestico permeato di poesia e immaginazione. Entrambi artisti, hanno iniziato a progettare insieme nel 2011, continuando però parallelamente le loro carriere individuali. Fien, nata nel 1978 a Lokeren, ha studiato fotografia e scultura, mentre Hannes, che è nato un anno dopo a Ghent, ha studiato belle arti e scultura. Marito e moglie, ora vivono nella cittadina fiamminga Evergem. I progetti La coppia esplora il confine tra arte e design, cercando modi sempre nuovi per rendere gli arredi più interessanti da un punto di vista scultoreo. La funzionalità non viene mai persa di vista, tuttavia è ingegnosamente reinventata: le loro creazioni nascono sempre dall’incontro tra esigenze d’uso e materiali selezionati con cura. I loro pezzi, lineari ed eclettici, sono stati esposti in gallerie e musei, tra cui la Triennale di Milano, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi e il Design Museum di Londra.
La sala riunioni rivisitata da Quincoces-Dragò
Il concept Compenetrazioni, contaminazioni, ispirazioni. Questo respiro immaginifico è il tema intorno a cui si sviluppa il concept sviluppato da Quincoces-Dragò & partners. Una sala riunioni che diventa il mondo e il centro del mondo, un luogo da cui arrivano e partono influenze. Un unicum che si manifesta nel dialogo ricreato tra opere di design contemporaneo e arredi iconici provenienti da tutto il mondo (William Katavolos, Joaquim Tenreiro, Pierre Jeanneret, Louis Kalff) e proposto da artisti e gallerie milanesi che hanno contribuito a diffondere l’idea del valore del design e che partecipano tutt’ora al “Rinascimento” della città, quali Nilufar, Galleria Luisa Delle Piane e Osanna Visconti di Modrone. I designer David Lopez Quincoces, nato a Madrid e residente a Milano dal 2005, e Fanny Bauer Grung, di origini norvegesi ma nata a Parigi e cresciuta a Roma, sono gli architetti a capo di Quincoces-Dragò & partners, studio di architettura e design con base a Milano specializzato in luxury retail, progetti residenziali e hotellerie. Sono anche gli autori del progetto d’interior di Six e fondatori della Six Gallery, realtà nata per collezionisti e beginner, che raccoglie una selezione eclettica d’arredi rari e design accessibile. I progetti Il tema cardine del lavoro di Quincoces-dragò & partners è la valorizzazione. I loro progetti vengono costruiti con lo scopo di far risuonare lo spazio intorno, attraverso uno stile essenziale, materiali naturali e senza tempo. Tra i lavori più recenti dello studio il club La Macchia a Capalbio, alcuni appartamenti a Milano e un albergo toscano.
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PESARO – “Un viaggio nelle Marche, non frettoloso, porta a vedere meraviglie”, scriveva il grande scrittore Guido Piovene, e di tempo, tra le festività di Pasqua, il ponte del 25 aprile e il primo maggio ce n’è per godere appieno di una regione dalla bellezza infinita.
Di meraviglie è ricchissima la provincia di Pesaro Urbino dove si snoda l’Itinerario della Bellezza, il progetto ideato dalla Confcommercio Marche Nord con il direttore Amerigo Varotti, per valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio artistico, storico, ambientale ed enogastronomico.
Ne fanno parte otto ‘perle’: Urbino, Pesaro, Gradara, Pergola, Sant’Angelo in Vado, Fossombrone, Mondavio, Colli al Metauro. Siete pronti per immergervi in tanta bellezza? L’idea giusta per una vacanza, una gita, la proposta originale per trascorrere il periodo di Pasqua e i ponti imminenti. Musei aperti, mostre, raduni camper, tradizioni, enogastronomia, attività per bambini: è ricchissimo e variegato il ‘menù’ dell’Itinerario della Bellezza.
Arte, storia, cultura, tipicità lungo l’itinerario che ha città Unesco, borghi tra i più belli d’Italia, mare, dolci colline, borghi, e città medievali, rocche e castelli aree archeologiche, musei, pinacoteche e teatri storici, ma anche un ambiente incontaminato dove scoprire i paesaggi ‘rinascimentali’ dipinti da Piero della Francesca e da Leonardo Da Vinci nella ‘Gioconda’.
Una terra che vanta Urbino, patrimonio dell’Umanità per l’Unesco e città natale di Raffaello; Pesaro, città creativa della musica Unesco e patria di Rossini; scoperte archeologiche tra le più sensazionali del secolo scorso, come i Bronzi dorati di Pergola e la romana Domus del Mito di Sant’Angelo in Vado.
Il territorio dei Borghi più belli d’Italia, dalle città medievali di Gradara, Borgo dei Borghi 2018, con la sua rocca in cui si consumò la storia d’amore di Paolo e Francesca, a Mondavio, con la rocca roveresca di Giorgio Martini, fino a Pergola, conosciuta anche come ‘Pergoletta Santa’ per le tante stupende chiese che spiccano nel centro storico; di Forum Sempronii, l’attuale Fossombrone, culla di storia, arte, cultura e natura; Colli al Metauro, microcosmo fatto di rocche e borghi murati, palazzi e campagne riccamente coltivate.
PASQUA, 25 APRILE, 1 MAGGIO
Ad Urbino, raccontata magistralmente qualche giorno fa da Alberto Angela nel programma Meraviglie, La Penisola dei Tesori, la visita non può che partire dal monumentale Palazzo Ducale di Urbino. Il piano nobile oggi ospita la Galleria Nazionale delle Marche. A pochi passi dal Palazzo la Casa Natale di Raffaello con opere originali del grande pittore urbinate. E poi i luoghi di fede e arte: l’oratorio di San Giovanni e l’oratorio di San Giuseppe, entrambi culla di capolavori artistici ancora oggi custoditi al loro interno.
La Pasqua 2019 a Urbino sarà all’insegna della narrazione, del coinvolgimento “immersivo”, della scoperta di luoghi di culto che contengono un grande patrimonio, spesso poco conosciuto. Dal 20 al 25 aprile si propone al pubblico una visita del tutto speciale ad alcuni luoghi della città. Sinagoga, chiese e oratori inseriti nel percorso di visita saranno “raccontati”. Al loro interno, gli attori del Centro Teatrale faranno delle letture in grado di far entrare i presenti in sintonia con il contesto in cui si trovano.
Intanto, in alcuni punti del centro storico gli “artisti – artigiani” della Associazione ArtigianArte proporranno esposizioni e laboratori. Anche in questo caso, il visitatore potrà interagire con gli artisti, avvicinandosi alle tecniche che consentono la realizzazione degli oggetti che i componenti di ArtigianArte creano. Maggiori info: pagina Facebook Città di Urbino. Fino al 10 maggio, da non perdere ‘Nel segno di Leonardo.
Percorsi interattivi dal Rinascimento alle onde gravitazionali’: nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario dalla morte di Leonardo da Vinci (1519 – 2019), la Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino, promuove uno spettacolare percorso espositivo didattico – sperimentale che prende spunto dagli studi che l’artista-scienziato toscano effettuò durante il suo soggiorno a Urbino al seguito del Valentino, nell’estate del 1502.
A Gradara ci si immerge in un’atmosfera romantica Quando si varca la porta dell’orologio, ingresso principale al Castello, sembra che le lancette dei due grandi quadranti posti in cima alla torre comincino a ruotare all’indietro, catapultando nel passato. La maestosa rocca che domina la città è circondata da un piccolo borgo medievale e da una doppia cinta muraria.
Uno spettacolo che merita di essere ammirato con le visite guidate nel castello “Le Signorie tra Torri, Grotte e Castello” dal 18 aprile al 5 maggio. Il Castello di Gradara ha ospitato nobili Dame e prodi Cavalieri, è stato strenuo baluardo di difesa di Sigismondo Pandolfo Malatesta contro il Duca di Urbino, Signore del Montefeltro. Il Castello di Gradara ha ospitato nobili Amori, come quello celeberrimo tra Paolo e Francesca e quello – meno noto ma altrettanto intenso – tra Lucrezia Borgia e Giovanni Sforza. Per rivivere le vicende dei Signori che hanno dato forma al Castello: da una fortificazione prettamente difensiva fino ad arrivare ad una dimora gentilizia.
INFORMAZIONI: • nei giorni festivi e prefestivi partenza alle 10.30 – alle 11.30 – alle 14.30 – alle 16.00 • il giorno di Pasqua, Pasquetta, 1 maggio – partenza ogni 30′ a partire dalle ore 9.00 • durata della visita 45′ circa
PRENOTAZIONI: tel.0541 964115; cell. 340 1436396; [email protected]
“Avventure ‘bestiali’ al Castello del regno fiorito’: a Gradara ogni anno, con l’arrivo della primavera sbocciano fiori e fiabe! Sono storie speciali, popolate da improbabili cavalieri, principesse capricciose, dame un po’ sbadate e da tante bestie, bestione, bestioline e bestiacce! Se state pensando a dove andare, cosa fare con i bambini durante le festività pasquali e il 25 aprile: questa è la proposta che fa per voi! Info e prenotazioni: Gradara Innova tel. 0541.964673 –331.1520659.
Vivi la Pasqua e le feste del 25 aprile e 1 maggio con l’arte e la cultura a Pesaro. Da venerdì 19 aprile a mercoledì 1 maggio le sedi museali si possono visitare nei seguenti orari, con apertura festiva a Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio.
PALAZZO MOSCA – MUSEI CIVICI e CASA ROSSINI tutti i giorni h 10-13/15.30-18.30 DOMUS – DI VIA DELL’ABBONDANZA sabato, domenica e festivi h 10.30-12.30/15.30-17.30 Ingresso con Biglietto unico Pesaro Musei
AREA ARCHEOLOGICA E ANTIQUARIUM DI COLOMBARONE sabato, domenica e festivi h 10-13/15.30-18.30 Ingresso vedi info
CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA venerdì, sabato, domenica e festivi h 16-19 da visitare la mostra FABIO BARILE e DOMINGO MILELLA: Le forme del tempo. Un dialogo per immagini Ingresso con Card Pesaro Cult
MUSEO OFFICINE BENELLI da lunedì a sabato h 9-12.30/16.30-19, festivi h 16.30-19 Ingresso con Card Pesaro Cult
PLANETARIO DIGITALE venerdì h 15-19, sabato e domenica e festivi h 11-13/15-19 Ingresso vedi info
SINAGOGA domenica 14 aprile h 10-13 / Ingresso libero (apertura della Stradomenica anticipata, il 21 aprile la Sinagoga resta chiusa in occasione della Pasqua ebraica – Pesah)
Info T 0721 387541 [email protected]
Pergola spalanca le porte del suo Museo dei Bronzi dorati, ancor più coinvolgente ed affascinante dopo i lavori ideati e diretti da Paco Lanciano, consulente di Piero Angela, di Quark e Superquark, ha realizzato, fra l’altro, l’allestimento delle Domus Romane di Palazzo Valentini, del Foro di Augusto e di Cesare ai Fori Imperiali. Aperta la nuova sala immersiva dei Bronzi dorati.
L’Oro di Pergola ancor più coinvolgente e affascinante grazie alle più moderne tecnologie. Un grande progetto per presentare in modo nuovo, originale e assolutamente suggestivo l’unico gruppo in bronzo dorato giunto dall’età romana sino ai giorni nostri, con la partecipazione del visitatore in un percorso organizzato come racconto. Modernissime tecnologie per esaltare i 9 quintali di bronzo e oro magistralmente forgiati duemila anni fa.
Innovative applicazioni illuminotecniche presenti nei più grandi musei, proiezione di un filmato a supporto dell’installazione multimediale per creare un ambiente immersivo: un risultato e un effetto straordinari. Info: Pagine Facebook Museo dei Bronzi dorati di Pergola – Punto Iat Pergola
E per chi ama il turismo in libertà, dal 19 al 22 il raduno camper con una ricca proposta: prolocopergola.it.
A Saltara di Colli al Metauro, tappa obbligata alla Villa del Balì, sede dell’omonimo Museo della scienza, con planetario e osservatorio. Il Museo del Balì è un moderno science-center ospitato in una stupenda villa Settecentesca. Attraverso una quarantina di postazioni interattive il museo offre la possibilità di sperimentare in prima persona la fisica della nostra vita quotidiana, avvicinandosi in maniera divertente alla scienza.
Il lunedì di Pasqua, 25 aprile e primo maggio ‘Primavera scientifica’ per giornate indimenticabili. Dalle 10:30 alle 19:30 orario no-stop con tante attività divertenti legate alla scienza. Osservazione del sole ai telescopi dell’Osservatorio del Balì, giochi scientifici, spettacoli per grandi numeri e visione del cielo al planetario! Info: museodelbali.it.
A Mondavio, la Pasquetta sarà animata dal gruppo storico. Il 25 aprile e primo maggio con il biglietto della splendida Rocca Roveresca si visita anche il teatro Apollo. Maggiori info: Mondavio Turismo Iat.
Salendo a Sant’Angelo in Vado, sabato 20 spazio a ‘La colazione di Pasqua’: nei ristoranti menù tipici della colazione di Pasqua; mercatino di Pasqua con prodotti tipici locali in collaborazione con Copagri Marche; animazione e musica. Info: Ufficio turistico Sant’Angelo in Vado
A Fossombrone, domenica 28 aprile, da non perdete l’occasione di visitare il Parco e il Museo archeologico. Un viaggio alla scoperta dell’antica città romana “Forum Sempronii”, passeggiando sul tracciato delle vie cittadine. Il percorso terminerà all’interno del Museo archeologico dove si potrà ammirare il suggestivo mosaico ritrovato nella domus forsempronese e tantissimi altri oggetti dell’epoca. Per info & prenotazioni: 340 8245162 / 0721 723263, IAT Fossombrone.
Informazioni: ascompesaro.it – lemarchediurbino.it
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Mario Bellini
Mario Bellini. Arquitecto, urbanista, diseñador industrial y de muebles.
Mario Bellini (1935, Milán, Italia) es una figura muy influyente y prolífica en el diseño italiano -de renombre internacional- que desde la década de 1960 abarca la arquitectura, el urbanismo y el diseño industrial y el diseño de muebles.
Desde muy joven manifestó, gracias al estímulo de su abuelo, un excepcional talento para el dibujo.
En 1959, se graduó en arquitectura en la Universidad Politécnica de Milán, y poco después -en 1961- se convirtió en el director de diseño de La Rinascente, una popular cadena de grandes almacenes italianos, donde permaneció hasta 1963.
Como diseñador creció en la austeridad de la Italia de la posguerra, trabajando principalmente como diseñador de exposiciones y productos.
Pero su carrera como diseñador de muebles y productos comenzó en 1963, en el apogeo del pop y el boom industrial italiano.
La mayor parte del trabajo de Mario Bellini surgió de la “escuela de diseño clásica“, que buscaba la posibilidad de la producción industrial masiva y la viabilidad comercial.
Sin embargo, lo que define el trabajo de Bellini (todavía en progreso) es el rigor funcional con el sentido del lugar y el sentido de la belleza.
Uno de sus principales talentos es combinar la funcionalidad con el amor al detalle. Su carrera ha abarcado el cambio social y tecnológico, pero nunca ha perdido de vista el componente emocional del diseño.
“Cada vez que diseñamos algo, buscamos la belleza; es algo muy delicado que te conecta con el mundo a través de tus sentidos. La belleza es una forma de comunicar el significado, algo que se conecta contigo y te mueve“.
“Tienes que ser talentoso para responder a las necesidades y, sin embargo, terminar con la belleza“, ha declarado Bellini.
“Necesidades, funciones, materiales, costos y reglas todos tienen que unirse. Pero la belleza también viene bien. Para crear un objeto simple, necesitas gracia y belleza poética“.
De 1963 a 1991 fue el principal consultor de diseño de la empresa italiana de tecnología Olivetti, que le permitió una gran libertad para crear su propio lenguaje de diseño.
En Olivetti, Bellini encontró un cliente que compartió su amor por los detalles. En Bellini, Olivetti encontró un diseñador que podía simplificar sus productos cada vez más complejos y darles una apariencia seductora pero amigable.
La sociedad Olivetti convirtió a Mario Bellini en una figura importante en el diseño industrial internacional y puede ser considerado como uno de los precursores del estilo tecnológico moderno, junto con Dieter Rams y Jacob Jensen.
Pero al contrario que Dieter Rams, con una forma de hacer austera propia del norte de Europa, Bellini siempre se ha orientado en una dirección más lúdica y humanista.
Durante su larga y fructífera colaboración con Olivetti cambió el paisaje de oficina en un espacio desenfadado y colorido que desterró los tonos tostados y grises del enfoque de IBM, que era el dominante en ese momento.
Sus colaboraciones incluyeron el legendario “Programma 101” de 1964, una impresionante máquina de cálculo que muchos consideran el primer ordenador de escritorio.
Aunque los diseños de Mario Bellini fueron menos “iconoclastas” que la producción de los contemporáneos posmodernos, aun así fueron muy innovadores y originales -de un eclecticismo sin raíces- y técnicamente complejos.
En Olivetti, Bellini fue responsable de los terminales, teleimpresores, soportes de máquinas y máquinas de escribir, y su trabajo se caracterizó por la interacción que creó entre las cualidades de diseño arquitectónico y el diseño antropomórfico de los productos.
Prestó gran atención a los aspectos planos y en forma de cuña del cuerpo de la máquina, y produjo una “piel” externa o “membrana estirada” para el exterior. Produjo, por ejemplo, un “teclado de piel de caucho continuo y flexible” para su popular calculadora electrónica “Divisumma 18” (1973).
En 1963, Mario Bellini estableció la firma de arquitectura y diseño Studio Bellini, en Milán, con su socio comercial Marco Romano.
A lo largo de su carrera, Mario Bellini siempre ha buscado más allá, inspirándose en otras culturas y enfoques, como el diseño que se hacía en Japón y/o en el norte de Europa.
Algunos de sus diseños icónicos son la silla “Amanta” (1966), un simple cojín de espuma en forma de L sobre un marco de fibra de vidrio, y el sofá “Le Bambole” (1972) ambos para B & B Italia.
La furgoneta “Kar-a-Sutra” (1972) para Citroën, que se expuso en la exposición “Italia: El nuevo paisaje doméstico” en el Museo de Arte Moderno de Nueva York en 1972.
Esta furgoneta fue realizada en colaboración con Cassina, Citroën y Pirelli, y su estructura formal, similar a la de un autobús, tenía un interior abierto lleno de sofás y cojines para un paseo reclinado y relajado.
La silla “412 Cab” (1976, 1982), con un tapizado de cuero re-movible que se ajustaba alrededor del marco; la serie “Victoria” (1982) para Cassina; y la silla “Bellini” (1998) para Heller, que ganó un Compasso d’Oro en 2001.
Otros productos exitosos fueron el tocadiscos automático “GA 45 Pop” (1969) para Minerva, y el terminal de visualización de video “TCV 500” y el casete “TC 800” (1975) para Yamaha.
A finales de los años 70, y durante 5 años, trabajó como asesor de diseño de automóviles Renault. También ha diseñado para Fiat y Lancia (especialmente el interior del Lancia “Trevi“, de 1980), lámparas para Artemide; Erco y Flos, y muebles de oficina para Vitra.
Otras empresas para las que ha diseñado y/o continúa diseñando productos son: Acerbis; Bras; Driade; Candy; Castilia; Flou; Kartell; Marcatrè; Meritalia; Natuzzi y Poltrona Frau (en Italia); Ideal Standard (en Bélgica); Lamy y Rosenthal (en Alemania); Fuji y Zojtrushi (en Japón), y Heller (en Estados Unidos).
Desde la década de 1980 se dedica casi por completo a proyectos de arquitectura en el ámbito internacional.
Los múltiples tipos de edificios que ha diseñado incluyen el distrito de Ferias de Portello en Milán; el Centro de Exposiciones y Convenciones Villa Erba (1986-1990) en Cernobbio (Como); el Tokyo Design Centre (1988-1992) en Japón; los Natuzzi América Central (1996-1998) en los Estados Unidos.
La Galería Nacional (1996-2003) de Victoria (Melbourne); Deutsche Bank Headquartes (2006-11) en Frankfurt; el Museo de Historia de la Ciudad (2003-12) de Bolonia; el Departamento de Arte Islámico en el Louvre (2005-12) en París, y el nuevo Centro de Convenciones (2008-12) de Milán, el más grande en Europa.
Desde 1985 hasta 1991 Mario Bellini fue editor jefe de la influyente revista de arquitectura y diseño italiana Domus, siendo un editor pionero en un momento de renacimiento en el diseño de producto y la arquitectura en Italia.
La sede central de MBA (Mario Bellini Architecs) de unos 1.500 m2 en Milán fue diseñada por el mismo Mario Bellini a principios de la década de 1990, y hoy en día tiene una media de 30 a 35 arquitectos en plantilla. En 1999, MBA obtuvo la certificación de calidad ISO 9001.
Mario Bellini ha sido comisario de innumerables exposiciones de arte, diseño y arquitectura a lo largo de los años, tanto en el extranjero, como en la propia Italia.
En 1986, diseñó y comisarió la exhibición “The Domestic Project” en la Trienal de Milán, y en 1987 alcanzó su punto máximo con el mayor reconocimiento expresado en una exposición retrospectiva personal para honrar el trabajo de su vida en el Museo de Arte Moderno (MoMA) de Nueva York.
En este momento el MoMA ya tenía 25 de sus obras en su colección de diseño permanente, incluyendo un notable conjunto de máquinas Olivetti, así como los muebles para B & B Italia y Cassina, como la famosa silla “412 Cab“, y las innovadoras sillas de oficina diseñadas para Vitra.
Desde el 2 de Septiembre de 2015 hasta el 10 de Enero de 2016 el Palacio Real de Milán presentó la primera exposición completa del pintor del Trecento italiano “Giotto, l’Italia”, un gran evento expositivo diseñado por Mario Bellini que concluyó el programa de actos que acompañaron a la vida cultural de Milán durante los seis meses de la Expo 2015.
En 2015 recibió la Medalla de Oro por su carrera profesional, un honor otorgado por la Triennale di Milano, que de Enero a Marzo de 2017 le dedicó una exposición personal.
“Belleza italiana“, un espectáculo de 1.200 metros cuadrados en la Trienal de Milán, no fue una retrospectiva según Mario Bellini, sino un “prospecto“, una celebración y un balance de toda una vida en el diseño que abarcan 6 décadas de toda una carrera.
El espacio era un escenario para los muchos y variados productos de Bellini, desde sillas hasta máquinas de escribir y lámparas, con áreas de asientos ubicadas frente a amplias pantallas que ofrecían una visión impresionante e inmersiva de los edificios más conocidos de su estudio.
La exposición comenzaba con un amplio gabinete de curiosidades que contenían objetos y recuerdos que han inspirado a Bellini, incluidas piezas de Gio Ponti e Issey Miyake, fragmentos históricos de la memoria, el arte y la literatura.
“Diseñé muebles, objetos, máquinas, edificios“, dice Bellini. “Entonces, diseñar una exposición sobre mí mismo es regresar a algo que hice al comienzo de mi carrera. Pero también es más especial y desafiante“.
Los proyectos actualmente en curso son la remodelación de la Terminal Aérea Internacional de Roma-Fiumicino (2014-2017); el Parque Científico y Tecnológico Erzelli en Génova (2006-2017); la Academia Generali en Trieste (2015-2017); el nuevo Museo Antiquarium en el Foro Romano de Roma (2014-2017); la nueva Eco-City de Zhenjiang en China (2013-2018) y un gran Complejo Residencial, Cultural y Deportivo en Qatar (2014-2022).
Hoy en día, Bellini da conferencias y dirige seminarios y talleres en universidades e instituciones académicas de todo el mundo. También ha dado clases en el Colegio de Diseño Industrial en Venecia; el Applied Art College en Viena, y en la Academia Domus de Milán.
Hasta la fecha, ha recibido 8 premios Compasso d’Oro, además de otros prestigiosos premios de arquitectura como la Medaglia d’Oro en 2004, otorgada por el Presidente de la República Italiana por su contribución al fomento del diseño y la arquitectura en el mundo, y el Ambrogino d’Oro 2011 por el mérito cívico, otorgado por la ciudad de Milán.
Bellini es ahora un veterano estadista del diseño moderno, pero su trabajo continúa sorprendiendo y deleitando.
Mario Bellini (pág. web).
Mario Bellini y butaca “Teneride” (1970) para Cassina.
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