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Restare in Silenzio: La Poesia che Invita alla Riflessività UniversaleUn'opera di Pablo Neruda sul valore del silenzio e della comprensione reciproca. Recensione di Alessandria today
Un momento di pausa per ritrovare l'essenza dell'esistenza
Un momento di pausa per ritrovare l’essenza dell’esistenza La poesia “Restare in Silenzio” di Pablo Neruda è un invito universale a fermarsi, ascoltare e riflettere. Il poeta propone un esercizio di silenzio collettivo, lontano dal caos e dall’aggressività, per riscoprire la connessione umana e la bellezza del vivere in armonia con il mondo naturale. Con immagini poetiche evocative, Neruda��
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luglio col bene che ti voglio
Luglio per me è un brutto mese. Di solito luglio è quel mese in cui cedo alle tristezze, qualunque esse siano al momento. Fa caldo, io soffro moltissimo di pressione bassa e circolazione, inizia a farmi male il corpo, gambe soprattutto e arriva quel languore interiore che immagino sia dovuto ad alcuni transiti stagionali introspettivi che mi fanno vivere le cose che accadono con più dramma, nervosismo e frustrazione. Adesso, vista forse anche la stanchezza, la sensazione è più di pre depressione che tristezza, sono giù di tono, demotivata, indolente. Tutto quello che accade non mi va bene, faccio cose che in altri momenti mi avrebbero riempito di energie e contentezza, mentre adesso preferirei starmene sul divano a scollare tiktok, è nettuno che s’è messo di traverso, sicuro, ma anche che luglio mi ammazza l’anima. Io, però, che mi conosco e conosco la depressione, cerco di spingere la notte più in là forzandomi in attività che so che normalmente mi tirerebbero su di morale, quindi vado in giro, in bici, faccio sport, mangio frutta, metto lavatrici, guardo bellissimi panorami e faccio bagni rinfrescanti dove posso. Circa un paio di settimane fa ero seduta a bordo piscina, era una di quelle domeniche in città in cui avresti mille cose da fare, ma non hai voglia e allora decidi di buttarti in piscina e fare la gara di scivoli, io e luca lo facciamo, proviamo varie posizioni sugli scivoli per vedere quale è più veloce in base alle diverse variabili fisiche. Ero seduta a bordo piscina e mi sono resa conto dopo di aver avuto un momento di dissociazione perché guardavo l’acqua, quel blu tipico delle piscine cittadine, con le tipiche ondine in superficie della gente che si muove e pensavo a quando a luglio era estate davvero, l’estate della gente di mare negli anni ‘90, di quel periodo in cui non hai niente da fare e noi degli anni ’80 eravamo ancora comitive densissime di ragazzi figli di famiglie numerose, minimo due figli di età vicina, a volte tre, al sud anche quattro. La mia comitiva eravamo tipo 40 persone d’estate, ragazzi che vivevamo lì, altri che venivano dal nord e restavano per tipo due mesi chè i genitori lavoravano e loro venivano dai nonni, dagli zii, nessuno o pochi facevano le vacanze all’estero, i voli low cost non esistevano ancora e le famiglie erano troppo numerose, coppie senza figli ve n’erano poche e allora le vacanze estive duravano mesi interi e avevi tempo di farti l’abitudine e la vita diventava diversa per un tempo che all’epoca era lunghissimo. Arrivava l’estate, le mie spiagge venivano invase, arrivava quel tipo che ti piaceva che era cambiato e c’era il fratello più piccolo che intanto era cresciuto, ma anche la cugina nell’arco dell’anno trascorso s’era fatta una ragazza e quindi una concorrente in più o forse alla fine della stagione anche un’amica, tutto poteva succedere. Noi bramavamo quelli che arrivavano, loro desideravano noi che eravamo esotici e abbronzati già a maggio, noi restavamo a vivere anche l’inverno del mare grigio e solitario e loro ci invidiavano, loro se ne andavano nelle città con i cinema e noi li invidiavamo. Mia cugina veniva che era fidanzata col solito di sempre e dopo due giorni lo mollava dalla cabina telefonica per poi riprenderselo a settembre. I giri in motorino, il gregge di ombrelloni, le partite a beach volley fino le nove, i nostri genitori che sanno che siamo al mare, tanto telefonini non ce n’erano e quindi dovevi vivere a fidarti per forza. Le prima canne sotto ai ponti della ferrovia, la ferrovia che passava direttamente sopra la spiaggia. Il mettersi d’accordo giorno per giorno su dove vedersi e fare la conta di chi manca. Chi scende per primo fa lo squillo a casa. Il primo bacio dietro casa di zia che faceva un caldo torrido e dovevamo rubarle la legna per il falò, tu che mi vomiti addosso durante il falò. Prendiamo il pedalò tanto lo so che poi i maschi giocano a tirarci giù e noi urliamo come se non sapessimo nuotare, tanto chi ti crede sei nato qui, nuotare è la seconda cosa che hai imparato dopo camminare. Le partite a biliardino. I bagni di notte.
Poi man mano le giornate si accorciano, i primi temporali estivi, arrivano i giorni delle partenze, qualcuno parte presto, nemmeno metà agosto, altri tirano fino poco prima dell’inizio delle scuole, conti i giorni che mancano, inizi a fare i ritrovi per i saluti, domani parte Tommaso, giovedì parte Silvia e Roberta e Carmelo quando vanno? Inizia quel treno di malinconia di un pezzo di vita che finisce, quando vivi in un posto di mare ti abitui a dare la scadenza a qualcosa fin da piccolo. Devi fare i conti con questa cosa che la spensieratezza esiste, ma cambia, ritorna e poi cambia, impari a salutare e riabituarti. Riabituarti è doloroso, io lo soffro ancora. Noi avevamo un rituale per decretare la fine dell’estate, appena anche l’ultimo turista era andato via facevamo una pigiama part a casa di uno di noi, ci ritrovavamo una notte intera a raccontarci le cose e rivivere dei momenti e piangere e confessare i segreti, Poi finisce davvero le case si svuotano e sembrano abbandonate, ti riabitui alla vita lenta del mare d’inverno, ricominci con i tuoi ritmi, il gruppo dei soliti, le giornate più corte e le tue intimità e di nuovo quando arriva l’estate con un’onda violenta trascina via quello che conosci e pulisce tutto, ti porta novità e tu devi ripartire, ancora. Tutto questo è finito, il gregge di ombrelloni sulla spiaggia non c’è più e le estati sono sempre più corte. Le cose continuano a finire e ricominciare.
La malinconia della vita di mare è dentro di me, luglio mi uccide, per me è un mese di resa dei conti, finisce una vita e ne inizia un’altra, nel disegno del mio calendario interiore è un punto di rottura prima di agosto, che si trova da solo, come un’anomalia, mese senza spazio né tempo, luglio invece è traguardo prima del nuovo inizio.
Mese di depressione e speranza. Certe volte voglio buttarmi dal balcone, certe volte me ne vado al mare.
Così.
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Immagina la tua vita come un'insalata glamour, un mix vibrante di ingredienti che rappresentano i diversi aspetti della tua personalità e delle tue esperienze. Ecco come potresti visualizzarla:
Ingredienti principali:
* Base di verdure a foglia verde: La tua base solida, i tuoi valori fondamentali e le tue radici.
* Frutti succosi: I momenti di gioia, le passioni e le soddisfazioni che danno sapore alla tua vita.
* Proteine pregiate: Le tue ambizioni, i tuoi successi e le tue sfide superate.
* Condimenti esotici: Le tue avventure, i viaggi e le esperienze che ti hanno arricchito.
* Granella croccante: Le tue piccole vittorie quotidiane, i momenti di leggerezza e di divertimento.
Presentazione:
* L'insalata è servita in un'elegante ciotola di cristallo, che riflette la tua luce interiore.
* I colori sono vivaci e armoniosi, come un'opera d'arte.
* Il profumo è inebriante, un mix di freschezza e di spezie.
Assaporando la vita:
* Ogni boccone è un'esperienza sensoriale, un viaggio attraverso i tuoi ricordi e le tue emozioni.
* L'insalata è leggera e nutriente, ti dà energia e ti fa sentire in armonia con te stesso.
* La sua bellezza ti ispira a vivere ogni momento con intensità e gratitudine.
Un tocco di glamour:
* Aggiungi qualche foglia d'oro edibile per un tocco di lusso.
* Decora con fiori commestibili per un tocco di eleganza.
* Servi con un calice di champagne per brindare alla tua vita.
In sintesi:
La tua vita in versione "glamour salad" è un mix unico e prezioso di esperienze, emozioni e passioni. È un'insalata che ti rappresenta in tutta la tua bellezza e complessità.






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I migliori viaggi da fare per un uomo

Il viaggio è un'esperienza che può arricchire la nostra vita in molti modi. Può farci conoscere nuove culture, ampliare i nostri orizzonti e crescere come persone. Per gli uomini, il viaggio può essere un'occasione per sfidarsi, mettersi alla prova e sperimentare cose nuove. Ecco alcuni dei migliori viaggi da fare per un uomo: Un viaggio on the road Un viaggio on the road è un'esperienza che permette di esplorare un paese o una regione in libertà. Si può viaggiare in macchina, in moto, in camper o in bicicletta, e fermarsi dove si vuole per visitare le città, i villaggi e le attrazioni naturali. Un viaggio on the road è un'esperienza perfetta per gli uomini che amano l'avventura e la libertà. Permette di esplorare nuove terre, conoscere persone nuove e vivere esperienze indimenticabili. Un viaggio in montagna Un viaggio in montagna è un'esperienza che permette di immergersi nella natura e di sfidare se stessi. Si può fare trekking, arrampicata, sci o snowboard, e godere della bellezza dei paesaggi montani. Un viaggio in montagna è un'esperienza perfetta per gli uomini che amano la natura e lo sport. Permette di rilassarsi e di scaricare lo stress, e di vivere momenti di pura adrenalina. Un viaggio in mare Un viaggio in mare è un'esperienza che permette di vivere l'avventura e la libertà. Si può fare un'escursione in barca, una crociera, o semplicemente rilassarsi sulla spiaggia. Un viaggio in mare è un'esperienza perfetta per gli uomini che amano il mare e l'avventura. Permette di scoprire nuovi luoghi, conoscere persone nuove e vivere esperienze indimenticabili. Un viaggio in una città cosmopolita Un viaggio in una città cosmopolita è un'esperienza che permette di immergersi nella cultura e nella storia. Si può visitare i musei, i monumenti, i teatri e i locali notturni. Un viaggio in una città cosmopolita è un'esperienza perfetta per gli uomini che amano la cultura e la vita notturna. Permette di conoscere nuove culture, ampliare i propri orizzonti e divertirsi. Un viaggio in un paese esotico Un viaggio in un paese esotico è un'esperienza che permette di scoprire culture e paesaggi completamente diversi dai nostri. Si può visitare le rovine antiche, le foreste pluviali, le spiagge bianche e le barriere coralline. Un viaggio in un paese esotico è un'esperienza perfetta per gli uomini che amano l'avventura e il mistero. Permette di scoprire luoghi nuovi e vivere esperienze indimenticabili. Naturalmente, questi sono solo alcuni suggerimenti, e ci sono molti altri viaggi che potrebbero interessare agli uomini. La cosa importante è scegliere viaggi che siano in linea con i nostri interessi e che possano offrirci un'esperienza memorabile. Ecco alcuni criteri che possono essere utili per scegliere i viaggi da fare: Interessi personali: i viaggi che scegliamo dovrebbero essere in linea con i nostri interessi personali. Se ci piace la natura, potremmo scegliere viaggi in montagna o in mare. Se ci piace la cultura, potremmo scegliere viaggi in città cosmopolite o in paesi esotici. Livello di avventura: è importante scegliere viaggi che siano adatti al nostro livello di avventura. Se siamo avventurosi, potremmo scegliere viaggi in montagna o in mare. Se siamo più tranquilli, potremmo scegliere viaggi in città cosmopolite o in paesi esotici. Budget: è importante scegliere viaggi che siano adatti al nostro budget. Se abbiamo un budget limitato, potremmo optare per viaggi in Europa o in Asia. Se abbiamo un budget più ampio, potremmo scegliere viaggi in Nord America, in Sud America o in Oceania. Il viaggio è un'esperienza personale e soggettiva. Non esiste un viaggio che possa piacere a tutti. L'importante è provare diversi viaggi e trovare quelli che ci piacciono di più. Read the full article
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27.11.76 Sala Comune Grifondoro -Hogwarts
Respira piano, s`incurva appena in avanti e continua a fissare le fiamme «Pensi che non sarai mai all`altezza di nulla? Che quell`amore che non hai mai ricevuto prima o poi lo troverai in qualcun altro, e tutto quel vuoto che senti svanirà come sotto Evanesco, riempito dalla solida presenza dell`oggetto del tuo amore? Perchè il loro, d`amore, in realtà non soddisferà mai tale requisito, te lo dico già.» condanna durissima, a cui lei non piega nemmeno un angolo del suo essere «Sei solo, Dominic.» ora si che va a guardarlo «Solo anche in mezzo ad una folla, solo tra le braccia di qualcuno che tiene a te, solo su un palco.» il viso che è una maschera sfingica apparentemente neutra in espressività «E poi... un giorno, incontrerai qualcuno rotto come te.» gli sta dipanando dinnanzi un futuro terribile, nemmeno fosse una delle Parche, e sapesse già cosa accadrà «E crederai che due vuoti fanno un pieno. E sarà così... per un po`.» tace un momento, smorfia le labbra
«C`è qualcosa di cui sono sicura.» adamantina nel tono sussurrato «Tu non ti meriti il male che ti fanno, che ti hanno fatto, che ti faranno. » solida come una montagna, in quel dire «Non è colpa tua, Dominic.» parole che hanno il sapore d`un`assoluzione animica plenaria «Sbagli e sbaglierai come tutti, nè più, nè meno. Ma non capiranno, non succede mai, e finiranno per farti credere d`essere più sbagliato di loro. Perchè così è più facile, è più sopportabile. Così si tengono a galla, facendo affogare te.» inclina appena il collo da cigno verso il basso, a cercarne gli occhi nemmeno fosse un incantatrice d`animali esotici «A compiacere gli altri, finirai per morire.»
«Smettila.» Tra un “sei solo” e un altro. Perché non lo vuole sentire. Vuole continuare a illudersi che non sia così. Ora la fronte va a poggiarsi su quelle ginocchia spigolose, ancora con timore reverenziale di fermare quello sproloquio così sentito, il tutto per nascondere ancora di più il volto dalla vista dell’altra. E solo durante uno dei pochi momenti di pausa si azzarda a parlare. «E tu l’hai trovato? Qualcuno rotto come te?»
«Si. E per un po`... è andata.» occhi che tornano alle fiamme del camino, e sussurri morbidi ma non accondiscendenti, a lui rivolti «Poi, come sempre, è tutto andato al Gramo.»
«Ma non è stata colpa tua» di rimando, perché dopo tutte quelle parole anche lui si sente di doverle dire qualcosa. «Tu hai solo provato a far andare tutto bene, si vede che non era… giusta. Questa persona.» Sia perché un po’ si rivede in lei, sia perché dopo averla sentita parlare e vista agire è sicuro che non c’è nessun male nelle sue azioni o nelle sue parole. È solo. Persa. Come lui. E un po’ più degli altri.
«Vuoi dormire con me?» con lei: una stanga d`un metro e settanta con la rogna e che imbruttisce con una sola occhiata. Lei che sarebbe capace d`uccidere se solo non ci fossero conseguenze, e che passa il tempo ad essere sbagliata in mezzo a persone giuste, che vede il mondo al contrario, e che deve ancora capire se è lei quella daltonica o se lo sono tutti gli altri. Lei che l`ha massacrato, difeso e poi semplicemente, accettato.
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I consigli dei bibliotecari...
Per la serie "anche i bibliotecari leggono", ecco alcune delle nostre letture in tempo di lock-down che vi consigliamo caldamente.
Bellissimi i due Simenon pubblicati da Adelphi nel 2020: I superstiti del Télémaque (abbiamo la versione MLOL, mentre quella cartacea è una vecchia edizione Mondadori) e Il signor Cardinaud. Molto diversi tra loro, il primo è un giallo in cui si improvvisa investigatore il fratello dell'accusato, ma la vicenda è resa più complessa dal rapporto con un passato oscuro e inquietante che ne fa un vero e proprio cold case. Il secondo libro tratta invece di un tradimento, ma anche in questo caso la trama è complicata da omicidi e avventure di varia malvivenza: sarà un'impresa titanica per il povero Signor Cardinaud dipanarne le fila. Per chi ama i racconti, la novità del 2020 è La linea del deserto (due titoli di questa raccolta sono stati anticipati in una "versione lock down" dal titolo Un delitto in Gabon, in formato MLOL): come sempre avventura, paesaggi esotici, divertimento assicurati.

Se vi siete persi le uscite del 2019, eccole: Marie la strabica e Il sospettato, in cui Simenon, da consumato autore, traccia ritratti di vividi personaggi con poche pennellate, e le raccolte di racconti La cattiva stella e Il castello dell'arsenico.

Per i fortunati che non lo avessero ancora letto nella vecchia edizione Mondadori (che lo ha stampato in varie collane), Sellerio ha appena ripubblicato quell'autentico capolavoro che è Il treno per Istanbul di Graham Greene. Un libro che possiede tutti gli ingredienti per piacere ad un pubblico eterogeneo: le vicende di personaggi tra i più disparati (uno scrittore di successo, una giornalista e la sua compagna, un assassino, un politico rivoluzionario, una giovane ballerina, un ricco mercante ebreo e molti altri), narrate in uno stile avvincente, si intrecciano, arricchendosi e complicandosi, a bordo dell'Orient Express, treno quanto mai evocativo di intramontabili successi letterari...

È uno scrittore che andrebbe senz'altro riscoperto, anche perché molti sono gli adattamenti cinematografici dei suoi libri (Il terzo uomo con Orson Welles, Joseph Cotten e Alida Valli; Il nostro agente all'Avana con Alec Guinness; Il console onorario con Richard Gere; In viaggio con la zia con Maggie Smith, ma in tutto sono una cinquantina i film ispirati alle sue opere). Segnaliamo soltanto L'americano tranquillo, da cui è stato tratto un film (remake di una pellicola del 1948) nel 2002 con Michael Caine, godibile anche se non raggiunge le vette dell'originale, libro breve ma pregnante, il cui protagonista, sarcastico e disincantato giornalista di mezza età, ci guida tra le atrocità della guerra del Vietnam, le miserie umane, il tradimento e l'amore. Le vicende, inoltre, per quanto rocambolesche e avventurose, sono tratte dall'esperienza personale dello scrittore che ha avuto un'esistenza particolarmente intensa: giornalista, romanziere, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, critico letterario, inviato speciale in tempo di guerra, grande viaggiatore, agente segreto per il Servizio britannico. Anche i suoi legami amorosi furono piuttosto movimentati: il matrimonio con Vivien Dayrell-Browning durò tutta la vita, nonostante le numerose relazioni intrecciate da Greene, alcune delle quali suscitarono scandalo per le alte personalità coinvolte.
Restiamo in tema di spionaggio anche passando per la Sicilia dell'ultimo (ahinoi) Montalbano, Il cuoco dell'Alcyon, che non può deludere gli affezionati fans del celebre commissario di Vigàta. Definito "una Iliade di guai", il giallo intreccia vicende nostrane con interventi dell'FBI, tentativi di mobbing alternati a momenti di pura action, l'apparizione di un misterioso vascello fantasma con i meccanismi della commedia degli equivoci: mirabolante ed evocativo come il titolo.
Fantasmi anche nell'ultimo giallo di Mariolina Venezia, Via del riscatto, in cui il sostituto procuratore di Matera Imma Tataranni (magistralmente interpretata da Vanessa Scalera nella serie da poco trasmessa da Rai 1) dirige l'indagine, che si articola proprio tra i Sassi. Questa ambientazione dimostra una volta di più come sono proprio le storie radicate nel territorio quelle che riscuotono maggior successo per la loro autenticità e per la possibilità che offrono al lettore di riconoscersi e immedesimarsi. Un vero caratteraccio, la nostra Piemme, sia in famiglia sia in Procura, ma abile investigatrice, donna di spirito, nemica di ogni ipocrisia.

Se non vi siete persi il primo giallo dedicato da Marco Malvaldi al grande gastronomo di Forlimpopoli Pellegrino Artusi, Odore di chiuso (nell'audiolibro il romanzo è letto da Alessandro Benvenuti, che interpreta anche uno dei "malefici" vecchietti del BarLume), sicuramente non vi sarete fatti sfuggire il secondo, uscito proprio quest'anno, ovvero Il borghese Pellegrino (prossimamente nelle biblioteche), di cui parla l'autore stesso in questa intervista. Si tratta di un giallo storico, ambientato in un castello della Maremma carducciana, nei pressi di Bolgheri, nel 1895. Il fine settimana in località amena è in realtà il pretesto per un incontro d'affari, che vede coinvolti il padrone di casa con famiglia e famuli, il celebre dottor Mantegazza, un fotografo, un fascinoso funzionario dell'Impero Ottomano, un politico, un banchiere, un assicuratore. Il delitto è di quelli "della camera chiusa", in perfetto stile Agatha Christie, con un tocco di fantasia tutta italiana.

Ora che anche noi bibliotecari siamo tornati sui nostri scranni, vi aspettiamo per offrirvi (e ricevere!) sempre nuovi consigli bibliografici!
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Storia Di Musica #123 - Penguin Cafe Orchestra, Music From The Penguin Cafè, 1976
La storia di oggi inizia con un incubo. Così almeno Simon Jeffes ha sempre raccontato come gli nacque la prima idea della sua creatura. Era in Francia nel 1972 e dopo una cattiva digestione Jeffes sognò dei pinguini che suonavano in un grande edificio anonimo. Polistrumentista, chitarrista elegante, Jeffes lavora nel mondo della pubblicità e della musica, ma ha sempre quest’idea in testa. Per caso, alcuni suoi nastri vengono portati a Brian Eno, che a metà anni ‘70 fondò una sua casa discografica, la Obscure, che produsse alcuni tra i più eleganti dischi di musica elettronica e minimale, nel suo pur esiguo catalogo (una ventina di titoli in tutto). Eno dà una possibilità a Jeffes, che quasi non crede che così può realizzare il suo sogno: si immagina un locale in una languida ed esotica isola misteriosa, “un misto di Italia e Giappone” (Jeffes dixit), creando musica che la resident band sciorina agli avventori. La Penguin Cafè Orchestra era formata da Jeffes con Steve Nye alle tastiere e come ingegnere del suono (forte delle sue esperienze con alcuni dei grandi gruppi del progressive inglese), il violoncello di Helen Liebmann, la viola e il violino di Gavyn Wright, l’ukulele di Neil Rennie e la voce e l’estro di Emily Young, che diventerà una delle più grandi scultrici inglese del ‘900, che disegnerà l’iconica copertina con i Pinguini e che è la compagna di Jeffes. Music From The Penguin Cafè, che è pubblicato nel 1976, è un delizioso e delicato disco di “jazz da camera” che mischia con aria sognante le idee del fondatore, rimanendo distanti da una certa seriosità del genere rimanendo fresco, gioioso e coinvolgente. Penguin Cafè Single è un po’ il manifesto del suono della band: una languida e divertente musica jazz con tocchi esotici, gli archi pimpanti e vivaci e una bella aria di divertimento, di rilassatezza: diventerà un piccolo must e una delle canzoni più famose di tutto il loro repertorio. Poi la prima di una serie di esperimenti: la suite Zopf (che diventerà in seguito il nome della casa discografica di Jeffes) è composta da 7 stanze: tra viaggi in paesi lontani (From The Colonies dove Jeffes suona il cuatro, una particolare chitarra del sud america), momenti di rilassata malinconia (In A Sydney Motel, brano cantato dallo stesso Jeffes), litanie un po’ bizzarre (la ripetizione di della parola “milk”, con la voce della Young, in Milk), c’è spazio per delicatissimi momenti (Surface Tension dagli struggenti archi), uno strumentale elettrico al ring modulator (Pigtail) e addirittura una piccola apoteosi (Coronation) e la ripresa di un brano barocco di un semisconoscuto musicista inglese (Giles Farnaby's Dream dove Jeffes suona con maestria la spinetta, uno dei nonni del pianoforte). La lunga e suggestiva The Sound Of Someone You Love Who's Going Away And It Doesn't Matter è bellissima, così come i due brani finali, le splendide Hugebaby e Chartered Flight. L’album conquista un piccolo e affezionato gruppo di cultori, che dovrà però aspettare alcuni anni per il ritorno alla discografia: Jeffes infatti è più volte chiamato come arrangiatore e produttore, e tra le cose che curerà c’è pure la storica cover di My Way di Sid Viciuos per il film The Rock’n’Roll Swindle. Nel 1981 la Penguin Cafè ritorna in formazione allargata per lo splendido Penguin Cafè Orchestra: in esso c’è la famosa Telephone And Rubber Band, che ha come base un vero loop telefonico della British Telephone. Per capire che tipo è Jeffes racconto questo episodio: durante una tournée in Giappone, dietro il teatro, Jeffes trova un harmonium abbandonato. Lo spedisce in Inghilterra, lo aggiusta e su di esso inciderà una melodia formidabile, Music For A Found Harmonium, che diventerà una canzone usatissima in film (Malcom, film australiano del 1986 ma anche Napoleon Dynamite del 2004), spot, programmi televisivi. Jeffes è un vulcano di idee, e scriverà addirittura le musiche per un balletto, Still Life, con le coreografie di David Bintley e nella prima edizione, prodotta e rappresentata al Covent Garden, la voce narrante era quella di Jeremy Irons. Tra concerti, passioni per l’Italia, dove ha uno zoccolo duro di fan, dischi sempre molto belli, inizia a costruire un fantastico studio di registrazione nei pressi di Bath. Che però, sfortunatamente, Jeffes non riesce a vedere finito, dato che una malattia lo porta via. Ma il sogno continua: Arthur Jeffes, figlio di Simon e Emily Young, riprende il marchio Penguin Cafè, richiamando gli stessi musicisti che collaborarono con il padre, riportando sia in concerto che in studio l’Ensemble, proponendo sia i classici che nuove idee, tra cui a me piace la stupenda Catania (da The Red Book del 2014), dedicata alla città etnea. Ascoltando la gioia e la delicatezza delle loro composizioni, ricche di ricami musicali, si trasmette la bellezza del sogno di Jeffes di creare qualcosa di unico e personale: una musica che riempie di sorrisi e che ti spinge a cercare dove sia quest’isola misteriosa dove il Penguin Cafè accoglie i propri avventori, secondo il motto del proprietario che era: we wade in a sea of imperfect solutions.
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Perché...
Perché adoro guardare i vostri post, immergermi nei tramonti che pubblicate, immaginare luoghi esotici e ancor di più leggere le vostre frasi e percepire questo forte bisogno di provare emozioni intense.
E tutto ciò mi fa pensare ai momenti vissuti e non vissuti, fa scaturire dentro di me il desiderio che ogni istante sia eterno, che non è vero che le cose sono belle perché finiscono o perché tutto ha una durata limitata.
So solo che vorrei essere con lei, su una spiaggia, mentre si tocca i capelli, perdermi nei suoi occhi che riflettono il colore del cielo e rivivere quel momento sempre, sempre e sempre.
Ma poi torno alla realtà, a quelle sensazioni che mi trasmettono incertezza sul presente e sul futuro, che al tempo stesso mi fanno riflettere sul fatto che le cose veramente belle richiedono sacrificio per essere raggiunte, e se non lo richiedono non sono cosi belle. E forse è giusto o forse non è così. Sta di fatto che il tempo corre e non si può restare indietro.
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La Terra d'Otranto in sette vedute ottocentesche
di Armando Polito
Credo che il potere dell’immagine, e non mi riferisco solo a quella artistica quale può essere una pittura, sul testo sia incontrovertibile, solo pensando all’effetto immediato e d’insieme (sul suo livello di profondità non m’attardo) che essa produce in chi l’osserva. La tecnologia digitale negli ultimi decenni ha favorito la prevaricazione, spero non definitiva, dell’immagine sul testo portando all’estreme conseguenze ciò che in passato era una rarità costosa che pochi, autori e lettori, potevano permettersi. E il pensiero corre alle miniature dei manoscritti medioevali e, dopo l’invenzione della stampa, alle tavole destinate a corredare testi per lo più scientifici o riguardanti la letteratura greca e latina (penso, in particolare alle innumerevoli cinquecentine con le Metamorfosi di Ovidio tradotte e illustrate, sulla scia di analogo processo di “moralizzazione” innescato fin dal secolo XIV), prodotti oggi diremmo di nicchia, per arrivare poi nel XIX secolo alle edizioni illustrate di opere letterarie contemporanee (spicca tra tutte la quarantana dei Promessi sposi con le tavole di Francesco Gonin). In tempi in cui ci sentiamo quasi obbligati dalla sezione virtuale della nostra vita sociale a rendere partecipe tutto il mondo, soprattutto con foto e video, dei momenti anche più futili ed idioti della nostra esistenza, vacanze in luoghi più o meno esotici e … visite più o meno frettolose al bagno comprese, restiamo perfino perplessi se troviamo poche (rispetto alla mole dell’opera) illustrazioni in una produzione letteraria che nei secolo XVIII e XIX ebbe grande risonanza: i resoconti di viaggi. Chi non ha letto o almeno una volta non ha sentito nominare, per esempio, il Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile di Jean-Claude Richard de Saint-Non, uscito a Parigi in quattro volumi dal 1781 al 1786? Avremo fra poco occasione di ritornarci a proposito di alcune tavole, ma intanto mi preme ricordare che non a caso le prime due parole del titolo ricorreranno in una caterva di opere consimili uscite nel secolo successivo e che pittoresco non sta nel dominante significato attuale di curioso, ma eredita quello che aveva nel secolo precedente, cioè si riferisce ad un gusto pittorico che rappresenta prevalentemente paesaggi solitari, specialmente con imponenti architetture o rovine, caratterizzato da forti effetti chiaroscurali. E due tra i periodici più diffusi del secolo XIX, entrambi napoletani, erediteranno questa tendenza, non solo nel nome: il Poliorama pittoresco uscito dal 1830 al 1860 e L’omnibus pittoresco dal 1838 al 1854; al primo, guarda caso, farò fra poco riferimento anche per un dettaglio iconografico.
Nel novero delle innumerevoli relazioni di viaggio del secolo XIX un posto di rilievo spetta certamente a quella napoletana di Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi dal titolo Viaggio pittorico nel regno delle due Sicilie, uscita in tre volumi dal 1830 al 1833.
Di quest’opera, che rappresenta certamente per quanto dirò a breve, un gesto di coraggio imprenditoriale oltre che di sfida culturale, ignorerei ancora l’esistenza se non me l’avesse segnalata qualche giorno fa l’amico napoletano Aniello Langella1, grande conoscitore e cultore di storia locale, titolare del blog Vesuvioweb (http://www.vesuvioweb.com/it/ ), che invito a visitare, non solo gli aspetti che ha comune con quello che mi ospita, non ultimo l’assenza di qualsiasi forma di pubblicità.
Un esemplare è custodito nella ETH-Bibliothek di Zurigo (https://doi.org/10.3931/e-rara-51757) e da questo sono tratte le immagini che seguiranno relative all’argomento, cominciando dal frontespizio.
In basso si legge: NAPOLI Presso gli Editori Vico di S. Anna di Palazzo N° 38 presso Nicola Settembre negoziante di carta strada Toledo n° 290.
Questo spiega i concetti di coraggio e di sfida messi in campo qualche riga fa. Gli autori, infatti, avevano costituito fin dal 1825 un’impresa litografica che già nei due anni successivi si distinse per un primo album di tavole aventi come soggetto figure tipiche del popolo napoletano, cui seguì, con successo maggiore, un secondo.
Di seguito una parziale carrellata.
Il venditore di maccheroni cotti/Il segretario degli idioti*
* Era al servizio di chi non sapeva scrivere; idiota sta in senso etimologico, dal latino idiota(m)=ignorante, a sua volta dal greco ἰδιώτης (leggi idiotes) che dal significato di privato cittadino passò in un disgraziato climax a quello di popolano (non degno di pubblici incarichi) e poi a quello di ignorante; mi viene in mente per associazione parziale di idee il grande successo riscosso nel XIX ed oltre dal segretario galante, genere editoriale basato su opuscoli contenenti lettere preconfezionate, cui potevano attingere utenti, soprattutto innamorati, che sapevano leggere e scrivere ma non erano dotati di grandi capacità linguistiche o di sufficiente fantasia.
Il cambiamonete/Il pescivendolo
Il ciabattino/Lo zoccolaio
Il franfellicaro*/La venditrice di castagne infornate
* Venditore di franfelliche, pezzetti di zucchero e miele colorati; dal francese fanfreluche=fronzolo, a sua volta dal dal latino medioevale famfaluca o famfoluca (Du Cange, p. 409, a sua volta dal greco dal πομϕόλυξ (leggi pomfòliux=bolla d’aria, vescichetta, efflorescenza metallica.
Tuttavia fu proprio il Viaggio pittorico il loro capolavoro editoriale, anche se il nome del Bianchi rimase un po’ defilato, mentre quello del Cuciniello ebbe gli onori della cronaca, tanto che in occasione del trasferimento della sua salma dalla sepoltura comune a quella della cappella di famiglia a cinque anni dalla morte comparve sul settimanale Poliorama pittoresco, n. 25, del Gennaio 1845, un articolo corredato anche del suo ritratto in un’incisione di Gaetano Riccio (lo riproduco di seguito).
Alla Terra d’Otranto nella prima parte del secondo volume sono dedicati vari pezzi testuali con questi titoli: Veduta di Otranto (pp. 87-88 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Brindisi (pp. 193-194 con successiva tavola fuori testo); Colonna miliare di Brindisi (pp. 195-196 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Taranto (pp. 101-102 con successiva tavola fuori testo)2; La piazza di Lecce (pp. 103-104 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Lecce (pp. 105-106 con successiva tavola fuori testo); Veduta di Gallipoli (pp. 107-108 con successiva tavola fuori testo); La tribuna della cattedrale di Otranto (p. 109 con successiva tavola fuori testo). in calce recano tutte la firma del disegnatore Francesco Wenzel a sinistra e dei litografi Domenico Cuciniello e Lorenzo Bianchi a destra, ad eccezione di quella relativa ad Otranto, il cui disegno è di Gioacchino Forino.
Le riproduco nell’ordine appena riportato.
1) VEDUTA DI BRINDISI
2) COLONNA MILIARE DI BRINDISI
3) VEDUTA DI TARANTO
4) LA PIAZZA DI LECCE
5) VEDUTA DI LECCE
6) VEDUTA DI GALLIPOLI
7) LA TRIBUNA DELLA CATTEDRALE DI OTRANTO
Giunto a questo punto, non son riuscito a resistere alla tentazione di operare un confronto tra queste vedute e quelle riguardanti lo stesso soggetto che sono a corredo del Voyage del Saint-Non3. A sinistra le francesi, a destra le napoletane, che, secondo me, non hanno nulla da invidiare alle prime.
BRINDISI
LECCE
TARANTO
___________
1 Si tratta del dottore, non dell’omonimo, molto più giovane ballerino, anche lui napoletano (di Torre Annunziata, mentre il primo è originario di Torre del Greco) che s’incontra come prima ricorrenza in Google. Lo preciso con tutto il rispetto per i ballerini …
2 Per un errore di rilegatura questa sezione si trova qui e non prima.
3 Sono 9 e si trovano nel tomo III uscito nel 1783: due per Brindisi ed una ciascuna per Lecce, Squinzano, Maglie, Otranto, Soleto, Gallipoli e Manduria.
#antichi mestieri#Armando Polito#Francesco Wenzel#franfelliche#Gioacchino Forino#Jean-Claude Richard de Saint-Non#stampe pugliesi#vedute pugliesi#Viaggio pittorico nel regno delle due Sicilie#Libri Di Puglia#Paesi di Terra d’Otranto#Spigolature Salentine#Tradizioni Popolari di Terra d’Otranto
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GRACIAS / THANK YOU/ GRAZIE/MERCI BEAUCOUP.
Mañana 17 de Diciembre daré unas vacaciones a alteregodepega. No voy a borrarlo, pero dejaré de postear cosas por un tiempo.
He pasado momentos de todo tipo desde que en 2014 empecé con el blog. Al margen de los tumblr considerados temáticos que atrajeron inicialmente mi interés (especializados, por ejemplo, en comics, coches de los años´50, motocicletas antiguas, pin-ups o hot-rods) me llamaba la atención la anarquía y libertad de algunos contenidos, la oportunidad de ver cosas muy variadas, o simplemente, que no podían verse en ningún otro lugar.
Unas mejores, otras peores, sinceramente.
Así, poco a poco, mi tumblr empezaba a llenarse de imágenes que yo consideraba evocadoras: paisajes, faros, playas, bosques otoñales, lluvia en las ventanas, rostros de bellas mujeres y retratos en ángulos diferentes (entre las imágenes de mi archivo, hay una constante admiración por Marilyn Monroe,Veronica Lake o Eva Green, entre otras). También abundaban los posters antiguos de viajes y lugares exóticos, originales de comics de la edad de oro, o simplemente, artistas digitales de la más rabiosa actualidad. Descubrí así algunos maestros de la fotografía clásica ( más allá del conocido Cartier Bresson) como Fred den Ouden, Brassaï, Vivian Maier, William Vanderson...es hermoso descubrir fotografías que tienen tanta vida, que cuentan historias en silencio.
Durante todo este tiempo me he acostumbrado a visitaros y a hacerme eco de vuestras mejores o más evocadoras imágenes, para rebloguearlas o simplemente decir que “ me gusta “.
Ahora, que parece que va a haber un cambio drástico, aprovecharé para detenerme y mirar alrededor. Volveré más adelante, cuando pase la tormenta. Tal vez para entonces algunos ya no estéis aquí. Si es así, lamentaré mucho no volveros a ver.
Ha sido un enorme placer saber que estabais al otro lado. A los que os sigo.
A los que me habéis seguido. A los que habéis perdido unos segundos de vuestro tiempo mirando “alteregodepega “. A los que alguna vez os ha gustado algo de lo que he reblogueado:
Muchas gracias.
Hasta pronto.
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Tomorrow, December 17, I will take a vacation to alteregodepega.
I'm not going to cancel it, but I'll stop posting things for a while.
I have spent very special moments since I started blogging in 2014. Apart from the tumblr considered thematic that initially attracted my interest (specialized, for example, in comics, cars of the fifties, old motorcycles, pin-ups or hot-rods) I liked the variety and freedom of some content , the opportunity to see very different things, or simply, the things that could not be seen anywhere else.
Some better, others worse, honestly.
So, slowly, my tumblr began to fill with images that I considered evocative: landscapes, lighthouses, beaches, autumn forests, rain in the windows, faces of beautiful women and portraits in different angles (among the images of my file, there are a constant admiration for Marilyn Monroe, Veronica Lake or Eva Green, among others).
There were also plenty of old posters of travel and exotic places, originals of comics of the golden age, or simply, digital artists from today.
I discovered some masters of classic photography (beyond the well-known Cartier Bresson) such as Fred den Ouden, Brassaï, Vivian Maier, William Vanderson ... it is beautiful to discover photographs that almost have “real life”, telling stories in silence.
During all this time I´m used to visiting some tumblrs to discover your best or most evocative images, to sharing, reblog them or simply to say "I like it".
Now, it seems that a drastic change is coming. So, I will take the opportunity to stop and look around. I'll come back later, when the storm passes.
Maybe by then some of you are no longer here.
If so, I'll be very sorry not to see you again. It has been a great pleasure to know that you were on the other side. To those who follow you. To those who have followed me. To those who have lost a few seconds of your time watching "alteregodepega".
To those who have ever liked something of what I have:
Thank you.
See you soon.
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Demain, le 17 Décembre, je donnerai des vacances à alteregodepega. Je ne vais pas l'effacer, mais je vais arrêter de poster des choses pendant un temps.
J'ai passé toutes sortes de moments depuis que j'ai commencé à bloguer en 2014. À part le tumblr considéré comme thématique qui a initialement attiré mon intérêt (spécialisé, par exemple, dans la bande dessinée, les voitures des années 50, les vieilles motos, les pin-ups ou les hot-rods), j'ai été frappé par l'anarchie et la liberté de contenu, la possibilité de voir des choses très variées, ou simplement, qui ne pourraient être vues nulle part ailleurs.
Certains mieux, d'autres pire, honnêtement.
Ainsi, petit à petit, mon tumblr a commencé à se remplir d'images que je considérais comme évocatrices: paysages, phares, plages, forêts d'automne, pluie aux fenêtres, visages de belles femmes et portraits sous différents angles (parmi les images de mon dossier, il y a une admiration constante pour Marilyn Monroe, Veronica Lake ou Eva Green, entre autres). Il y avait aussi beaucoup d'anciennes affiches de voyages et de lieux exotiques, des originaux de bandes dessinées de l'âge d'or ou tout simplement des artistes numériques d'actualités des plus enragées. J'ai découvert des maîtres de la photographie classique (au-delà du célèbre Cartier Bresson) tels que Fred den Ouden, Brassaï, Vivian Maier, William Vanderson ... c'est beau de découvrir des photographies qui ont tant de vie, qu'elles racontent des histoires en silence.
Pendant tout ce temps, je me suis habitué à vous rendre visite et à faire écho à vos images les meilleures ou les plus évocatrices, à les réprimander ou simplement à dire "je les aime".
Maintenant, il semble y avoir un changement radical, je vais en profiter pour m'arrêter et regarder autour de moi. Je reviendrai plus tard, quand la tempête passera.
Peut-être que certains d'entre vous ne sont peut-être plus là.
Si c'est le cas, je serai très désolé de ne plus vous revoir. Ce fut un grand plaisir de savoir que vous étiez de l'autre côté. A ceux qui j´ai suivi. Pour ceux qui m'ont suivi. Pour ceux qui ont perdu quelques secondes de votre temps à regarder "alteregodepega". Pour ceux qui ont déjà aimé quelque chose de ce que j'ai:
Merci beaucoup.
À bientôt.
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Domani, 17 dicembre, darò una vacanza ad alteregodepega. Non lo cancellerò, ma smetterò di postare le cose per un po '.
Ho trascorso tutti i tipi di momenti da quando ho iniziato a fare blog nel 2014. A parte tutti il tumblr considerato tematico che inizialmente ha attirato il mio interesse (specializzato, ad esempio, in fumetti, auto degli anni Cinquanta, vecchie moto, pin-up o hot-rods) sono rimasto colpito dall'anarchia e dalla libertà di alcuni contenuti , l'opportunità di vedere le cose molto varie, o semplicemente, che non potevano essere viste da nessun'altra parte.
Alcuni migliori, altri peggiori, onestamente.
Così, a poco a poco, il mio tumblr ha cominciato a riempirsi di immagini che ho considerato evocative: paesaggi, fari, spiagge, foreste autunnali, pioggia alle finestre, volti di donne bellissime e ritratti in diverse angolazioni (tra le immagini del mio file, ci sono una costante ammirazione per Marilyn Monroe, Veronica Lake o Eva Green, tra gli altri).
C'erano anche molti vecchi poster di viaggi e luoghi esotici, originali di fumetti dell'età dell'oro, o semplicemente, artisti digitali delle notizie più rabbiose. Ho scoperto alcuni maestri della fotografia classica (oltre al noto Cartier Bresson) come Fred den Ouden, Brassaï, Vivian Maier, William Vanderson ... è bello scoprire fotografie che hanno tanta vita, che raccontano storie in silenzio.
Durante tutto questo tempo mi sono abituato a visitarti e ad echeggiare le tue immagini migliori o più evocative, a rimproverarle o semplicemente a dire "Mi piace".
Ora, sembra che ci sarà un cambiamento drastico, coglierò l'occasione per fermarmi e guardarmi attorno. Tornerò più tardi, quando passerà la tempesta.
Forse per allora alcuni di voi non sono più qui. Se è così, mi dispiacerà molto non vederti di nuovo. È stato un grande piacere sapere che eri dall'altra parte. A quelli che ti seguono. A quelli che mi hanno seguito. A quelli che hanno perso qualche secondo del tuo tempo guardando "alteregodepega". A coloro che hanno sempre apprezzato qualcosa di ciò che ho:
Grazie mille
A presto.
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🇮🇳 Storia e identità culturale di alcune tra le più significative città del nord dell’#India si rivelano attraverso una babele di esperienze fuori dall’ordinario che ti faranno ritrovare gli esotici contrasti e i tesori che nel tempo hanno richiamato qui esploratori, scrittori, artisti e musicisti di ogni età ed epoca. 👉 Torna ad osservare, ascoltare e assaporare il piacere della scoperta con una selezione di momenti speciali e coinvolgenti ⤵️ 🍸📍 Immergiti nel labirintico cuore antico di #Delhi e concludi la giornata sorseggiando un aperitivo con vista esclusiva sul Quṭb Minār illuminato; 🛺 📍 avventurati tra le strade di #Jaipur in risciò a pedali e pranza come un maharajah in una delle eleganti dimore storiche tipiche del Rajasthan; 🍛 📍completa l’esperienza gastronomica con assaggi street food like a local ad #Abhaneri; 🥻 📍approfondisci la storia del celebre monumento all’amore di #Agra tra le luci e le avvincenti coreografie di uno spettacolo in puro stile Bollywood; 🧘📍 immergiti nell’intensa spiritualità di #Varanasi con un risveglio all’alba per un’indimenticabile lezione di yoga sui suoi ghat 🌅 ✈️ Un viaggio che diventa realtà da novembre con l'inedito itinerario 🔗 https://bit.ly/EXPERIENCEindia #crediamoancoranelleemozioni #qualitygroupviaggi #prenotainagenzia https://www.instagram.com/p/CgaAWhOK6Of/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Voglio vivere anche io le cose belle.
Non me ne frega un cazzo di trascorrere quei banali e schiocchi momenti che voi definite divertenti. Mi fa schifo andare a ballare e mi fanno schifo i locali, i cocktail bar. Mi fa schifo il solito minchiosissimo giro in centro, la patetica serata organizzata per bere in casa. Mi fanno schifo le manifestazioni, le fiere, le sagre, le feste di paese. Mi fa schifo l'andare allo squallido bar di paesino a bersi una birra. Mi fa schifo limonarmi una ragazza e ciao, o arrivare giusto al pompino per vantarmene con gli amici. Magra consolazione, oltretutto... Mi fa schifo il ballonzolare inutilmente giustificandosi dietro la parola "adolescenza".
Voglio vivere le cose belle. Voglio vedere posti meravigliosi. Voglio rilassarmi in luoghi accoglienti, tropicali, esotici, spumeggianti. Voglio fare del buon sesso. Voglio riposarmi, avere tempo per me stesso e per le persone che amo. Voglio vivere ogni giornata intensamente, divertendomi, anche con poco. Voglio fare tante foto cariche di emozioni.
Voglio rompere questa monotonia così mediocre e banale.
(19/07/2017)
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#BeyoutyBride La mia principessa d’oriente moderna. Lei è Luisa, occhi scuri esaltati da un eyeliner deciso e un bellissimo sorriso contagioso colorato da un rossetto nude. Erano i colori caldi quelli giusti per lei, quei colori che ricordavano i luoghi esotici dell’Oriente. Mi osservava mentre la truccavo e pian piano si commuoveva, la felicità si notava nei suoi occhi. Ha indossato il suo abito che le fasciava il corpo, con una profonda scollatura sulla schiena e spalline preziose. Era bellissima mentre posava per il suo servizio fotografico con @toninonotari e ogni tanto la raggiungevo per ritoccare qualche particolare che lacrime di gioia avevano modificato. Qual è il ricordo più bello di quel giorno? Lei nel suo abito bianco ancora più felice nell'abbracciare la sua figlioletta Francesca. Ogni volta che trascorro una giornata con le mie spose sono tanti i momenti che mi toccano il cuore. Le emozioni sono infinite, dai piccoli gesti con i genitori alla gioia di guardarsi allo specchio con il velo. Ma c’è un istante in cui io e la bride ci guardiamo negli occhi e senza parlare, capiamo che il grande momento è arrivato. Ci abbracciamo e tutto diviene realtà, tutto è vivo. www.beyoute.me #VitadaLookmaker #Beyouty #PiacertiComeSei #bride #wedding #white #makeup #hair #wedding #weddingday #photooftheday #bridalmakeup #cool #woman #marriage #ph #photography #lookmaker #brides https://ift.tt/2FX6oRL
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Jord Legno Orologi
Quando si tratta di accessori da indossare niente di meglio di un orologio. Presso Urban Beardsman siamo sempre alla ricerca della prossima unico elemento che vale la pena di ottenere entusiasta, uno che farà una dichiarazione per coloro che sono disposti ad andare contro il grano. Quando ho trovato Jord Legno Orologi sapevo che erano qualcosa di speciale, perché i momenti sono maggiori di minuti. Certo, sono proprio una giusta quota di orologi. Molti fatti di acciaio inossidabile, alcuni con un panno bande, e alcuni con fasce in pelle. Ma il pensiero di indossare un orologio in legno nato un albero mi ha fatto sentire come una vera e propria boscaiolo.
Jord Legno di Orologi, con sede a St. Louis, Missouri. Sono “eseguito da artisti, designer, esperti di marketing, e guardie del corpo,” e spendono i loro giorni “della creazione, considerare, arguing, e, si spera, d'accordo. Poi di scarto, per la gioia di partire di nuovo.”
Essi sono concentrati sulla creazione di orologi, che sono modellati in un moderno stile di vita. Jord valori di sostenibilità, efficienza, ed esperienziale di vita. Fanno i loro orologi per le persone che non hanno un posto dove essere, hanno un posto dove andare.
“Il valore di un orologio non è in grado di dire quanto tempo è passato, ma di essere consapevoli della necessità di rendere il conteggio del tempo. Orologio dovrebbe dire più di tempo.”
Jord rende uomini e donne orologi più belli e legni esotici disponibili. Ci sono 10 diverse serie’ e 38 diversi modelli tra cui scegliere. Anche se alcuni funzionare a batteria, ho scelto il Dover in Koa e Nero, che dispone di un Gabbiano movimento automatico. Parlare sostenibile. È fatta di legno e venti di sé attraverso il movimento.
È venuto confezionato in una scatola di legno avvolto intorno a un bel tweed a spina di pesce cuscino. Il vetro zaffiro sul dover espone gli ingranaggi a vista e ispira il clock maker in tutti noi. Il retro del case ha una finestra trasparente che mostra il peso e il movimento.
Il Dover collegamenti come molti inox orologi e Jord offre una tabella per il dimensionamento personalizzato per assicurare che si adatta subito. Il Dover è anche offerto in legno di Ebano e Palissandro così come l'Ebano e il Rame. Oltre a Koa, l'Ebano e il Palissandro, altri boschi includono Purpleheart, Zebrawood, legno di Sandalo, Acero.
Mi aspettavo questo orologio per essere pesante, ma ha una naturale leggerezza, mentre ancora la sensazione di robustezza. La doppia fibbia deployante con pulsanti permette un facile on e off, come pure la sicurezza che non ha intenzione di aprire in modo casuale.
In termini di finitura e la cura, questi orologi sono forte come la quercia. Limone o arancia olio esatta è la migliore per la pulizia del legno naturale, ma non hanno bisogno di molta più manutenzione rispetto a quella.
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L'universo ha sfornato la materia in innumerevoli forme bizzarre e bellissime, dalle stelle fiammeggianti ai gatti che fanno le fusa, usando solo tre ingredienti fondamentali: gli elettroni e due tipi di quark, chiamati up e down, si uniscono in vari modi per produrre ogni atomo esistente.
La cosa curiosa, però, è che questa famiglia di particelle di materia – il quark up, il quark down e l'elettrone – non è l'unica. I fisici hanno scoperto che costituiscono la prima di tre “generazioni” successive di particelle, ciascuna con massa maggiore della precedente.
Le particelle di seconda e terza generazione si trasformano nelle loro controparti più leggere troppo rapidamente per formare gatti esotici, ma per il resto si comportano nello stesso identico modo. È come se le leggi della natura fossero composte in triplice copia. “Non sappiamo perché”, dice Heather Logan, fisica delle particelle alla Carleton University.
Negli anni settanta, quando i fisici cominciarono a elaborare il modello standard della fisica delle particelle – l'insieme tuttora valido di equazioni che descrivono le particelle elementari conosciute e le loro interazioni – cercarono dei principi profondi che spiegassero perché esistono tre generazioni di ciascun tipo di particella di materia. Nessuno ha svelato il mistero e il problema è stato per lo più accantonato.
Ora, però, il fisico e premio Nobel Steven Weinberg, uno degli artefici del modello standard, ha riesumato questo vecchio enigma. In un recente articolo su “Physical Review D”, Weinberg, che ha 86 anni ed è professore all'Università del Texas ad Austin, ha sostenuto che una curiosa regolarità nelle masse delle particelle potrebbe chiarire la situazione.
“L'articolo di Weinberg è stato un lampo nel buio”, dichiara Anthony Zee, fisico teorico all'Università della California a Santa Barbara. “Improvvisamente un titano del settore si è messo a lavorare di nuovo su questi problemi.” “Sono molto felice di vedere che ritenga importante rivisitare la questione”, afferma Mu-Chun Chen, fisica all'Università della California a Irvine. Molti teorici sono propensi a lasciar perdere, dice, ma “dobbiamo essere ancora ottimisti”.
Il modello standard non prevede perché ogni particella abbia la massa che ha. I fisici sperimentali misurano questi valori e inseriscono i risultati nelle equazioni. Le misurazioni mostrano che il minuscolo elettrone pesa 0,5 megaelettronvolt (MeV), mentre le sue controparti di seconda e terza generazione, detti muone e tauone, arrivano rispettivamente a 105 e 1776 MeV.
Allo stesso modo, i quark up e down della prima generazione sono pesi relativamente leggeri; i quark charm e strange che formano la seconda generazione di quark sono invece pesi medi, e i quark top e bottom della terza generazione sono pesi massimi: il primo arriva addirittura a 173.210 MeV.
La differenza fra le varie masse è ampia. Ma guardando da lontano (in senso figurato) si intravede che le masse si dispongono in una struttura che stuzzica la curiosità. Le particelle si raggruppano in generazioni distanziate regolarmente: le particelle di terza generazione pesano tutte migliaia di MeV, le particelle di seconda generazione pesano all'incirca centinaia di MeV e le particelle di prima generazione si aggirano attorno a un MeV ciascuna. “Via via che si scende di livello, diventano molto più leggere”, spiega Patrick Fox, fisico delle particelle al Fermi National Accelerator Laboratory in Illinois.
Nelle equazioni del modello standard, per ciascuna particella, la massa corrisponde a quanto “sente” un campo che riempie l'intero universo, noto come campo di Higgs. I quark top sono pesanti perché subiscono un'intensa resistenza muovendosi attraverso il campo di Higgs, come una mosca bloccata nel miele, mentre i lievi elettroni lo attraversano come farfalle nell’aria. In questo quadro, la misura in cui ogni particella sente il campo è un attributo intrinseco della particella.
Nei giorni inebrianti della giovinezza del modello standard, spiegare l'origine di queste caratteristiche sembrava il passo logico successivo. Zee ricorda di aver chiesto a Stephen Barr, all'epoca suo studente di dottorato, di calcolare la massa dell'elettrone come progetto per la tesi, un obiettivo con cui è tuttora alle prese il recente articolo di Weinberg, a più di 40 anni di distanza. Barr e Zee pubblicarono un'idea approssimativa nel 1978, ma solo pochi anni dopo, ricorda Zee, apparve in scena la teoria delle stringhe spazzando via i loro tentativi.
L'idea principale di Barr e Zee, in parte ispirata da lavori precedenti di Weinberg, era di seguire la massa. A confronto con la pesante mole del quark top, le masse dell'elettrone e di altre particelle sembrano errori di arrotondamento. E forse lo sono: Barr e Zee hanno ipotizzato che in un certo senso solo la massa delle particelle più pesanti sia fondamentale.
Una teoria del 2008 di Fox e Bogdan Dobrescu del Fermilab riprende da dove si erano interrotti Barr e Zee. Si dà il caso che la massa del quark top sia all'incirca uguale all'energia media del campo di Higgs; così Fox e Dobrescu hanno supposto che solo questo quark si muova per il campo nel modo standard. “Da certi punti di vista il quark top è chiaramente speciale”, commenta Fox.
Le altre particelle subiscono solo indirettamente gli effetti del campo di Higgs. Ciò è possibile perché l'indeterminazione della meccanica quantistica consente alle particelle di materializzarsi per brevi momenti. Queste apparizioni fugaci formano nubi di particelle “virtuali” attorno a entità più permanenti. Quando i quark top virtuali si affollano attorno a un muone (di seconda generazione), per esempio, possono esporre il muone al campo di Higgs mediante un'interazione reciproca con una nuova particella teorica, dando al muone un po' di massa. Ma poiché l'esposizione è indiretta, la particella rimane molto più leggera del quark.
Un'ulteriore ripetizione di questo “telefono senza fili” quantistico rende l'elettrone (di prima generazione) a sua volta più leggero di un fattore simile, spiegando l'approssimativa distanza fra le generazioni, nell'ordine della migliaia, centinaia e alcuni MeV di massa. (Anche le particelle più leggere di tutte, i neutrini, formano tre generazioni, ma funzionano in modo così diverso dalle altre particelle fondamentali dotate di massa che non rientrano in queste spiegazioni.)
La recente pubblicazione di Weinberg prende in considerazione vari diversi modi in cui potrebbe funzionare questo telefono senza fili. Concede la capacità di percepire il campo di Higgs all'intera terza generazione di particelle di materia, ovvero il quark top, il quark bottom e il tauone. Di lì la massa “sgocciola” verso la seconda e la prima generazione attraverso interazioni con particelle virtuali esotiche.
I tentativi di Weinberg e di Fox e Dobrescu non sono però del tutto riusciti. Gli ultimi due finiscono con l'aumentare (anziché diminuire) il numero di costanti arbitrarie del modello standard per spiegare le masse delle tre generazioni di particelle. La proposta di Weinberg non riottiene le relazioni tra alcune masse e non riesce a descrivere come le particelle di generazione superiore possano trasformarsi in particelle di generazione inferiore (il fenomeno che spiega perché non osserviamo atomi composti di particelle di seconda o terza generazione).
Weinberg non è stato disponibile a discutere del suo lavoro, ma Fox ipotizza che Weinberg abbia scritto l'articolo per incoraggiare i giovani fisici a raccogliere la sfida e per segnalare i problemi che sono destinati a incontrare. Fox non vede questi ostacoli come un colpo fatale, ma come un segno che le teorie richiedono ulteriori modifiche. “La natura non è mai esattamente come la immaginiamo al primo colpo”, dice. “Se abbiamo qualche buona idea, ci porta più o meno all'80 per cento del percorso verso la meta.”
Altri non sono per nulla convinti che la strada giusta consista nel considerare fondamentale la terza generazione e lavorare con nubi temporanee di particelle. “Sembra piuttosto una congettura ad hoc, perché sono concetti introdotti a bella posta”, commenta Chen, che spera di spiegare le tre generazioni incorporando il modello standard all'interno di un quadro più ampio come la teoria delle stringhe.
Un modello studiato da Chen riduce il numero di valori di massa fondamentali aggiungendo all'universo vari nuovi campi simili a quello di Higgs, sebbene le particelle esotiche associate a questi campi ipotetici abbiano massa troppo elevata per essere cercate con il Large Hadron Collider europeo.
L'unica prova solida che potrebbe dare supporto o permettere di distinguere tra diverse teorie sulla massa delle particelle di materia sarebbe la scoperta delle particelle esotiche che ciascuna di esse prevede. Il Large Hadron Collider non ne ha osservata nessuna, ma Fox non ha perso del tutto la speranza che un giorno questi fantasmi possano apparire; ritiene che gli esperimenti in cui si sondano rare trasformazioni di particelle, come il decadimento da muone a elettrone che verrà studiato nell'esperimento Mu2e del Fermilab (che entrerà in funzione nel corso dell'anno), abbiano migliori possibilità di rilevare indirettamente le particelle che fanno da intermediarie e di dare una scossa al modello standard.
“Non sappiamo se tutto ciò abbia senso”, conclude. “Dobbiamo aspettare e vedere.”
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Che cosa cerchiamo, dalle foto in vacanza, dalle piste innevate, dai paradisi esotici? Da qualunque considerazione sul tempo passato, vita vissuta, momenti gioiello e addapassaanuttata? Cerchiamo tutti, single, sposati, felici e tristi solo una cosa: il riconoscimento. Bussare ad una porta e avere qualcuno che ti dica vieni, sei parte della mia famiglia. 🐣 #passeggiandopermilano https://www.instagram.com/p/B6vI4S7Ir1ijmeB3D4-k51A5wtagQ7rHUclt8E0/?igshid=1ripkt5y7hn6w
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