#misure del fisico perfetto
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francorebel · 2 years ago
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L'AMICIZIA
Questo è il racconto di un fatto accaduto, per la precisione almeno 10 anni fa', uno dei fatti più eccitanti e incredibili della mia vita. Ci eravamo trovati, io e il mio gruppo, a casa di uno di noi per decidere dove andare quell'estate in vacanza al mare (alla fine abbiamo deciso per Riccione). Nel nostro gruppo di amici ci sono tre ragazze molto carine, di cui due sono fidanzate con due di noi ragazzi e l'altra è libera da legami e di divertirsi come meglio crede.
Comunque eravamo seduti intorno a questo tavolo e io stavo davanti proprio a questa ragazza. Capelli neri abbastanza lunghi, carnagione chiara, un bel visino allegro con occhi nocciola, un fisico decisamente non male con un gran bel sedere (lei dice un pò troppo grosso, ma secondo me perfetto), le gambe lunghe e intriganti, un corpo snello e armonioso, un seno poco sviluppato (a malapena una seconda) ma sicuramente ben sodo e invitante. Insomma, un bel bocconcino e non nego di averci fatto a volte pensierini erotici molto piccanti.
Parlando tranquillamente, ridendo e scherzando, ad un certo punto sento qualcosa toccarmi il pene tra le cosce. Rimango perplesso e butto lo sguardo verso la sedia, vedendo un suo piedino in un calzino bianco intento a toccare il mio pacco con le dita e la pianta. Faccio finta di niente e la guardo in faccia sconcertato. Lei aveva le mani incrociate davanti alla bocca e tra le dita affusolate vedevo un sorrisetto malizioso e la punta della lingua che passava sulle labbra.
Vi lascio immaginare come il mio cazzo si è gonfiato istantaneamente sotto il tocco delicato della fanciulla che mi stava di fronte. Gli altri, ignari di tutto, continuavano a parlare e discutere, mentre io mi accaldavo sempre di più e lasciavo fare e indagare la mia amica.
Evidentemente attratta e, credo, incuriosita dalle mie misure (leggermente sopra la media), comincia a diventare più audace massaggiando la mia asta rigonfia nei pantaloni su e giù e schiacciando di tanto in tanto per verificare la durezza.
Il tavolo era stretto e quindi lei poteva rimanere seduta in posizione normale, continuando addirittura a parlare con gli altri mentre sotto la tovaglia andava avanti ad eccitarmi.
Poi dopo un pochino ha smesso e ha ritratto il suo piedino fatato (se continuava ancora un po' venivo nelle mutande). Quando ormai credevo avesse finito il suo slancio ormonale si alzò e si fece indicare dal padrone di casa (una bella casa in campagna) il bagno.
Ricordo di averla fissata alzarsi e camminare sculettando verso i servizi dietro al corridoio del piano terra. Indossava come sempre una maglia smanicata attillatissima, in questo caso gialla, che la fasciava ben bene intorno alla vita e al seno, mettendo in evidenza le sue tettine vogliose con una discreta scollatura. Aveva un paio di pantaloni neri stretti sintetici (forse di una tuta) con dei tasconi lungo le gambe. Sparita dietro l'angolo ho cercato di scuotermi e di reinserirmi nella conversazione.
Dopo pochissimo la rivedo tornare e riprendere il suo posto. Si siede di fronte a me e mi fa un occhiolino, indicando con gli occhi la direzione del bagno. Le chiedo a gesti se dovevo andare anch'io in bagno e lei annuisce mordendosi le labbra. Allora mi sono alzato cercando di nascondere il pacco gonfio nei jeans e ho chiesto anch'io di usare i servizi.
Pensavo di farmi una bella sega e risolvere il problema ma poi ho visto una cosa che mi ha sconvolto. Sul lavandino c'erano appoggiate un paio di mutandine nere da donna con dentro un bigliettino scritto sulla carta igienica. Le ho ovviamente prese in mano e ho letto il biglietto. Se hai voglia di scopare, quando torni di là chiedi un bicchiere d'acqua e poi fai quello che ti dico. Mi sbottono i jeans e prendo il mio pisello in mano; duro come un bastone e pulsante di desiderio. Ero indeciso tra una scopata rischiosa in casa di un amico e un gesto di estrema volontà di resistere alla voglia per magari riparlarne più con calma in privato io e lei e se poi ci avesse ripensato? Mi sono chiesto quando ormai avevo deciso di rimandare. Portai le mutande al viso e annusai dove si era appoggiata la sua fighetta vogliosa. Odorava di lei. Odorava di sesso!
Ormai avevo deciso, strofino le sue mutande sul mio glande e le metto in tasca. Rimetto il cazzo a fatica nelle mutande, abbottono i pantaloni e esco dal bagno.
Arrivo al tavolo e mi siedo guardandola. Lei fa finta di niente e guarda curiosa alcune foto di campeggi e alberghi. “Scusa, posso avere un bicchiere d'acqua perfavore?" chiedo all'improvviso al mio amico a voce alta e chiara. “Certo" risponde lui un po' interdetto prima di alzarsi e prenderla. La guardo e lei mi fa appena un cenno di intesa con la mano.
Quando il padrone di casa è tornato tra noi con in mano il mio bicchiere e un paio di birre, lei gli ha chiesto se poteva andare a vedere su internet l'albergo che c'era in foto. Lui ovviamente le dice di accomodarsi in sala (la stanza a fianco) e di usare quel pc come voleva. La mia compagna di avventura si alza e se ne va. Adesso che lo sapevo si vedeva che non aveva niente sotto lo stratto leggero dei pantoloni. La seguo con la scusa dell'albergo e arrivo silenzioso alle sue spalle mentre lei stava effettivamente navigando seduta davanti al pc. Le appoggio le mani sulle spalle e lei piega la testa all'indietro, fissandomi negli occhi e passandosi la lingua avanti e indietro sulle labbra rosse. “Dove andiamo?" le ho chiesto a quel punto non sapendo che dire e portando le mani sul suo collo e sui fianchi, appoggiando appena il mio pacco in erezione sulla sua schiena. “Su in camera, diciamo che questo computer non è abbastanza veloce" detto questo gira la sedia verso di me e si piega verso la mia zip. La apre e tira fuori il mio pisello. “Come mi immaginavo," dice toccandolo con i polpastrelli "niente male"
"Grazie!" le rispondo trattenendomi a stento dal metterglielo in gola fino alle palle. Si alza e mi invita a rimetterlo nei pantaloni ancora per un paio di minuti perché lì era troppo pericoloso. Io la afferro per i fianchi e, mani sul culetto, le metto la lingua in bocca rapidamente. Lei risponde un po' e poi si divincola tornando dagli altri.
Ottenuto il permesso di salire in camera, saliamo e ci chiudiamo la porta della camera del nostro amico alle spalle. (Era tutto vero!!!)
Lei mi butta le braccia al collo e la lingua in bocca. Mi tolgo la maglietta e la spingo sul letto. Lei cade di schiena e rimane ferma con le gambe piegate e aperte, passandosi la mano sui pantaloni in corrispondenza della vagina. Io mi tolgo anche scarpe e pantaloni e mi corico tra le sue gambe. Le sfilo la maglietta e le lecco il petto fino al reggiseno. Poi scendo all'ombelico e arrivo al bottone dei pantaloni. Lo sbottono e li apro un po' intravvedendo il pelo bruno della sua figa. Poi mi interrompe e mi prende per il viso riportandomi davanti al suo seno. Si slaccia il reggiseno e libera le tettine chiare con i capezzoli rosa appuntiti e rigidi. Ne mordicchio uno tornando con la mano a fare conoscenza con il pube della mia amica. Lei ogni tanto inarca la schiena e si lascia scappare qualche gemito di piacere.
Ritenendo finiti i preliminari, mi inginocchio davanti ai suoi piedi e finisco di aprirle i pantaloni, rivelando la sua figa bagnata e ben curata dai pochi peli tra le gambe chiare e perfette. Mi alzo in piedi sul letto e mi tolgo le mutande liberando il mio cazzo stragonfio. Le si illuminano gli occhi e apre al massimo le gambe accogliendo me e il mio membro in un caldo abbraccio umido. La penetro profondamente adagiando il mio petto sul suo e iniziando una frenetica danza all'interno della sua vagina calda e confortevole. Dopo un po' inizio a penetrarla avanti e indietro veloce e profondo. Il mio sudore e il suo si uniscono e più lei si stringe a me con le unghie e le gambe più violentemente la penetro. Il letto cigola sotto la nostra spinta. Sento di essere sul punto di venire quando lei mi ferma e mi sposta.
Io scendo dal letto deluso e pronto a farmi una sega per finire il mio rapporto quando lei scende dal letto, si appoggia con le mani al comodino e mi da le spalle divaricando le gambe e mostrandomi a novanta gradi il suo invitante e formoso culo.
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Mi inginocchio e lo lecco gustando il sapore dolce dei suoi liquidi vaginali e il fresco del suo ano. La riempio ben bene di saliva e la penetro da dietro, tenendola per i fianchi. “Sei protetta?" le chiedo prima di ricominciare. “Sì" mi risponde sottovoce. Allora inizio prima lentamente e poi sempre più forte a entrarle e uscirle dal sedere candido. Lei gode davvero tanto e si morde le labbra e la lingua per non urlare, io cerco di tappare la bocca ma la sua testa si divincola, sento i suoi orgasmi nelle mie palle gonfie pronte ad esplodere, e lei che continua a venire dalla figa e gocciolare a terra il suo liquido. Anche io godevo come mai prima stringendola per i fianchi, accompagnando il movimento del mio bacino tirandola ritmicamente verso di me. Raggiunge l'ennesimo orgasmo e allora decido di fermarmi di nuovo per non esploderle lo sperma nell'ano. La faccio girare e le metto tutta la mia lingua in bocca, toccandola e palpandola su tutto il corpo bagnato di sudore, umori e occasionali schizzi di sperma. Senza dirle niente, si inginocchia danti a me e prende il mio cazzo in bocca cercando di arrivare fino alla base, accogliendolo con caldi fiumi di saliva e massaggiandolo con la lingua lunga e veloce. La sua mano delicata lavora con vigore segando il mio uccello, mentre succhia golosa il nettare che sto per spararle in gola.
Sente che sto per venire e allora se lo toglie dalla bocca e finisce segandomi a due mani, facendomi sparare la sborra sul suo volto e sul suo petto bianco. (Non sono mai venuto così tanto! È stato qualcosa di davvero meraviglioso).
Quando ormai avevo finito e lei era stata soddisfatta, siamo rimasti per qualche minuto a rifiatare seduti sul pavimento, guardandoci e tenendo lei una mano sui miei genitali e io una mano sul suo basso ventre.
Poi mi sono alzato e mi sono rivestito. Mi sono rinfrescato nel bagno di sopra e sono sceso dagli altri dicendo che le cose per lei sarebbero andate per le lunghe.
Mi aveva detto di andare sotto a coprirla mentre lei si ripuliva, toglieva le nostre tracce dalla stanza e, alla fine, si rivestiva.
Da quel pomeriggio l'ho sentita tantissime volte e forse tra noi stava nascendo qualcosa di più di un'amicizia! Non l'ho più vista ma spero che quando questo accadrà, credo l'estate prossima, le cose possano chiarirsi e possiamo ritornare a percorrere insieme le sensazioni dei ricordi di quel fantastico pomeriggio.
FRIENDSHIP
This is the story of an event that happened, at least 10 years ago to be precise, one of the most exciting and incredible events of my life. My group and i had met at one of our house to decide where to go that summer on holiday by the sea (in the end we decided on Riccione). In our group of friends there are three very pretty girls, two of whom are engaged to two of us guys and the other is free from ties and to have fun as shee sees fit.
Anyway we were standing in front of this very girl. Quite long black hair, light complexion, a nice cheerful face with hazel eyes, a decidedly not bad physique with a great butt (she says a little too big, but in my opinion perfect), long and intriguing legs, a slim and harmonious, an underdeveloped breast (barely a second one) but certainly very firm and inviting. In short, a nice tidbit and i don't deny that i sometimes had very spicy erotic thoughts.
Talking quietly, laughing and joking, at one point i feel something touch my penis between my thighs. I remain perplexed and throw my gaze towards the chair, seeing one of his feet in a white sock intent on touching my package with his fingers and sole. I ignore it and look at her baffled. She had her hands crossed in front of her mouth and between her slender fingers i could see a mischievous smile and the tip of her tongue passing over her lips. I let you imagine how my cock instantly swelled under the delicate touch of the girl standing in front of me. The others, unaware of everything, kept talking and arguing, while i got hotter and hotter and let my friend do and investigate. Evidently attracted to and, i think, intrigued by my measurements (slightly above average), she begins to get bolder by massaging my swollen shaft in my pants up and down and squeezing from time to time to check for hardness.
The table was narrow and therefore she could remain seated in a normal position, even continuing to talk with the others while under the tablecloth she went on to excite me.Then after a while he stopped and withdrew his fairy foot (if he continued a little longer I would cum in my underwear). When I thought by now he had finished his hormonal surge he got up and had the landlord (a beautiful house in the country) show him the bathroom.
I remember staring at her getting up and waddling towards the toilets behind the ground floor corridor. As always, she wore a very tight sleeveless top, in this case yellow, which wrapped her around her waist and breasts, highlighting her eager little tits with a discreet neckline. He was wearing a pair of tight black synthetic trousers (perhaps from overalls) with large pockets along the legs. Disappearing around the corner, i tried to shake myself off and rejoin the conversation.
After a very short time i see her come back and take her place again. He sits across from me and winks at me, glancing in the direction of the bathroom. I gesture to her if i should have gone to the bathroom too and she nods biting her lip. So I got up trying to hide the swollen package in my jeans and i too asked to use the toilets.I thought i'd jerk off and fix the problem but then i saw something that shocked me. A pair of women's black panties sat on the sink with a note written on the toilet paper inside. Of course I took them in hand and read the note. If you feel like having sex, when you get back there ask for a glass of water and then do as I tell you. They unbutton my jeans and take my dick in my hand; hard as a stick and throbbing with desire. I was undecided between a risky fuck at a friend's house and a gesture of extreme will to resist the urge to maybe talk about it more calmly in private, me and her, and what if she then had second thoughts? I wondered when I had already decided to postpone. I brought the panties up to my face and sniffed where her eager little pussy was leaning. He smelled like her. It smelled like sex!
By now i had decided, i rub his underpants on my glans and put them in my pocket. I shove my cock back into my underpants, buttoned my pants and left the bathroom. I get to the table and sit down looking at her. She ignores it and curiously looks at some photos of campsites and hotels. "Excuse me, can i have a glass of water please?" I suddenly ask my friend in a loud and clear voice. "Sure" he replies a bit dumbfounded before standing up and taking it. I look at her and she just gives me an understanding wave. When the landlord came back to us with my glass and a couple of beers in his hand, she asked him if she could go and see the hotel in the picture on the internet. He obviously tells her to take a seat in the living room (the next room) and to use that pc as she wanted. My adventure companion gets up and walks away.
Now that I knew it, it could be seen that he had nothing under the light layer of his trousers. I follow her with the excuse of the hotel and arrive silently behind her while she was actually surfing sitting in front of the pc. I put my hands on her shoulders and she tilts her head back, staring into my eyes and running her tongue back and forth over her red lips. “Where are we going?” I asked her at that point not knowing what to say and putting my hands on her neck and hips, just resting my erected pack on her back. “Up in the room, let's say this computer isn't fast enough " having said that he turns the chair towards me and leans towards my zip. He opens it and takes out my dick. "As I imagined," he says touching it with his fingertips "not bad""Thank you!" I answer, barely refraining from shoving it down her throat up to her balls. He gets up and invites me to put it back in my pants for a couple more minutes because it was too dangerous there. I grab her by the hips and, hands on her little ass, i quickly put my tongue in her mouth. She answers a little and then struggles back to the others. Having obtained permission to go up to the room, we go up and close the door to our friend's room behind us. (It was all true!!!)
She throws her arms around my neck and her tongue in my mouth. I take off my shirt and push it onto the bed. She falls onto her back and stands with her legs bent and spread apart, rubbing her hand down her pants over her pussy. I also take off my shoes and pants and lie down between her legs. I take off her shirt and lick her chest up to the bra. Then i go down to the navel and get to the button of the pants. They unbutton it and open them a little, glimpsing the brown hair of her pussy. Then she interrupts me and takes me by the face bringing me back in front of her breasts. She unhooks her bra and releases her pale titties with stiff, pointy pink nipples. I nibble one returning with my hand to get acquainted with my friend's pubis. Every now and then she arches her back and lets out a few moans of pleasure.
Considering the preliminaries over, i kneel down in front of her feet and finish opening her pants, revealing her wet and well-groomed pussy with the few hairs between her pale and perfect legs. I stand up on the bed and take off my underwear releasing my swollen cock. Her eyes light up and she opens her legs wide, welcoming me and my member in a warm, humid embrace. I penetrate her deeply placing my chest on hers and starting a frantic dance inside her warm and comfortable vagina. After a while i start penetrating her back and forth fast and deep. My sweat and hers join and the more she hugs me with her nails and legs the more violently i penetrate her. The bed creaks under our push. I feel like i'm about to cum when she stops me and moves me.
I get out of bed disappointed and ready to jerk off to finish my report when she gets out of bed, leans her hands on the bedside table and gives me her back, spreading her legs and showing me her inviting and shapely ass at ninety degrees.I kneel down and lick him enjoying the sweet taste of her vaginal fluids and the coolness of her anus. I fill her well with saliva and penetrate her from behind, holding her hips. “Are you protected?" I ask her before starting again. "Yes" she replies in a low voice. So i start slowly first and then stronger and stronger to get in and out of her white bottom. She really enjoys it and bites her lips and tongue to keep from screaming, i try to shut my mouth but her head writhes, i feel her orgasms in my swollen balls ready to explode, and she continues to cum from her pussy and drip its liquid on the ground. I too enjoyed as never before squeezing her hips, accompanying the movement of my pelvis pulling her rhythmically towards me.
She reaches yet another orgasm and then I decide to stop again so as not to explode the sperm in her anus. I spin her around and put my entire tongue in her mouth, touching and groping her entire body wet with sweat, juices and the occasional squirt of cum. Without saying anything to her, she kneels in front of me and takes my cock in her mouth trying to get to the base, welcoming it with warm rivers of saliva and massaging it with her long, fast tongue. Her delicate hand works vigorously sawing my cock, while greedily sucking the nectar i'm about to shoot down her throat.He feels I'm about to cum so he takes it out of his mouth and finishes by jerking me off with both hands, making me shoot his cum all over his face and white chest. (I've never come so much! It was something really wonderful).
When i was done and she was satisfied, we sat on the floor for a few minutes breathing, looking at each other and holding her hand on my genitals and i one hand on her lower abdomen.
Then I got up and dressed. I freshened up in the upstairs bathroom and went downstairs to the others saying things were going to be long for her.
She had told me to go underneath and cover for her while she cleaned up, wiped our tracks from the room, and finally got dressed again.
Since that afternoon i've heard from her many times and perhaps something more than a friendship was being born between us! I haven't seen her since but i hope that when this happens, i think next summer, things can clear up and we can go back to retracing the sensations of the memories of that fantastic afternoon together.
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utoeka8-1wyyxy9-blog · 4 years ago
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Come togliere la pancia rimedi naturali
Il massaggio linfodrenante è una tecnica cosmetica efficace. ARTICOLO 12909.113 revisioni. Impara come saltare correttamente per perdere peso, quante calorie vengono bruciate e La risposta alla domanda su quanto saltare sul posto per dimagrire è molto sfocata, come ho scritto sopra, per perdere peso, hai bisogno di ..... [Continua a leggere→]
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i-love-things-a-lot · 5 years ago
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Una vita di attesa- prima parte: Notte ad Ibiza
Amadello con controrno di angst, spogliarelli amichevoli, angst, due disperati giovani che non capiscono di essere innamorati l’uno dell’altro, angst e una radio che manda musica dance. Ho già detto dell’angst?
Attenzione: menzioni di droghe (no uso), Ama e Fiore qua sono giovinetti ai tempi del famoso evento al KU.
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Rosario accese un’altra sigaretta e assaporò ad occhi chiusi la prima boccata di fumo.
“Ti piace proprio il mio profilo, eh? Va bene che sono bello, ma così tanto da non riuscire a smettere di guardarmi, addirittura.”
Una figura emerse dalla camera e lo raggiunse in balcone. Amedeo indossava ancora gli stessi abiti con cui avevano filmato la nuova pubblicità per la radio quel pomeriggio, nonostante quel bagno a sorpresa che l’amico gli aveva riservato. Gli abiti si asciugano in fretta sotto il sole di Ibiza.
“Non mi piace quando ti metti a fumare così.”
Rosario riaprì gli occhi e lo guardò con aria rapita. I lunghi capelli neri, sciolti poco prima, gli ricadevano sulle spalle nude in un gioco d’ombre che ben si abbinava con la pelle abbronzata e la tonica figura del suo petto. Sorrise un po’.
“Preferiresti fosse un purino?”, rimbeccò avvicinando di nuovo la sigaretta alla bocca. Amedeo gli fermò il braccio prima che potesse aspirare di nuovo.
“Per divertirsi non serve sballarsi o fumare. Non serve nemmeno bere alcool. È-”
“Oh, per favore Ama, non ricominciare con le tue solite-”
“…tutto contenuto nella musica. Sai come ci si sballa davvero? Si balla. Si balla e si ascolta musica buona.”
Con gentilezza Amedeo provò a sfilargli il bastoncino incandescente dalle dita e ottenne un solo debole mugugno di protesta quando riuscì nel suo intento.
“Quando ancora lavoravo nei villaggi turistici,” cominciò a raccontare Rosario guardando le luci cittadine, “c’era un numero particolare che si faceva con la musica e il ballo, come dici te.”
Sorrise in modo furbesco.
“Tra noi era conosciuto come ‘Lo Spogliarello’”.
Amedeo gettò la cicca dal balcone senza preoccuparsi sul dove fosse atterrata e strinse gentilmente la mano di Rosario, che ancora era concentrato a perdersi sognante tra quelle luci lontane e vicine.
Era una notte calda ma piacevole, con un buon venticello fresco che asciugava il sudore e un buon amico con cui passare le ultime ore prima di dormire. Strano, pensò di striscio Amedeo, che l’amico non abbia proposto di andare in qualche locale come suo solito. Non che ci tenesse particolarmente, sopratutto dopo l’incidente sul cubo dell’altro giorno…al solo pensiero provò un sentimento strano, tra la vergogna e il fascino.
“‘Lo Spogliarello?’ Immagino tu abbia visto tante belle ragazze in tali occasioni.”
“Mh?”
Rosario scoppiò a ridere di gusto e avvicinò la mano alla bocca, come per tirare una boccata di fumo da una sigaretta che ormai non c’era più, e invece si ritrovò la mano di Amedeo sopra la sua. Per mascherare il gesto la portò alle labbra e le posò gentilmente sulla pelle pallida dell’amico. Gli parve di vedere un lieve sussulto turbare la sua solita compostezza, ma probabilmente era stato il vento.
“A fare lo spogliarello eravamo noi maschi. Uno spettacolo tutto per le signore. E, beh, per i signori dell’altra sponda, anche. Non si fanno discriminazioni.”
Amedeo annuì seriamente. Doveva cercare di torgliersi l’immagine mentale del suo migliore amico coperto solo da un pezzo d’intimo provocante, uno di quelli che non lasciava niente all’immaginazione…vicino a una bella donna altrettanto svestita, ovviamente, con dei bei seni tondi e i fianchi sottili, magari abbastanza giovane e abbronzata, capelli e occhi neri come quelli del suo amico.
Quanto sarebbe stata graziosa una donna con i tratti di Rosario? L’amico aprì in un sorriso la schiera ordinata di denti bianchissimi e Amedeo si ritrovò improvvisamente a deglutire, affannato. Sarebbe stata meravigliosa.
“Dopotutto non si può dire nulla finché non si prova tutto, no? Ti dirò”, aggiunse sottovoce Rosario, in arte Fiorello o Fiore per gli amici, avvicinandosi al suo viso come se ne sapesse più dell’amico,
“Il sesso tra ragazzi non è poi così male.”
“Fiore…!”
“Ricordi come si dice fiore in siciliano? Ciuri, come nella canzone. Ciuri! Quasi lo preferisco al mio nome d’arte.”
Amedeo rimase scandalizzato sia dall’argomento toccato, che dalla velocità e naturalezza con cui Ciuri, no, Rosario aveva cambiato discorso.
“Vuoi che ti chiami Ciuri?” chiese fingendo di non aver provato alcun senso di vergogna. Fiorello sembrò pensarci un po’ su, poi avvicinò il suo viso a quello di Amedeo, in arte Amadeus, abbastanza perché a quest’ultimo venissero le palpitazioni, e infine cominciò a cantare piano.
“Ciuri, ciuri, ciuri di tottu l’annu, l’amuri ca mi dasti ti lu tornu!”
Scoppiò a ridere e si allontanò di qualche centimetro, tanto che i capelli si spostarono sul petto nudo creando nuovi disegni meravigliosi.
“Sai che ti dico, Ama? Non sarebbe affatto male. Ciuri!”
“Ciuri”, ripetè l’amico.
“Comunque, parlavo dello spogliarello”.
Con dita frenetiche rovistò nelle tasche dei pantaloni in cerca del pacchetto di sigarette, alzò lo sguardo, notò quello di estrema disapprovazione di Amadeus e decise di poter tranquillamente evitare.
“Eravamo coperti solo da due cappelli da cowboy: uno dietro, uno davanti. E ballavamo, ammiccavamo, e c’era la musica e le signore concitate che seguivano con interesse il decorso degli eventi. Era magnifico. Se poi la serata era particolarmente buona, allora si toglieva il cappello di dietro, e quello davanti stava su senza mani!”
Rise ancora e fissò un Amadeus dallo sguardo sempre più scuro. Aveva cambiato posizione: ora aveva rannicchiato le gambe, portandole al petto, ma non aveva smesso di tenergli la mano.
“Ma è impossibile. Come facevi a tener su il cappello solo con la forza del…?” Le guance del povero Ama si infiammarono come mele mature.
“Ah! Segreto professionale”, rispose Fiorello alzandosi in piedi e tendendo la mano al suo amico perché facesse lo stesso. Amadeus preferì alzarsi mentre dava le spalle a Fiore, forse per avere più stabilità, o forse perché immaginare l’amico con addosso solo un cappello era bastato perché non fosse sicuro di cosa si vedesse attraverso i pantaloni. Si ritrovò ad avere caldo noonstante la presenza del vento, quindi rientrò in camera, seguito dall’amico.
“Ma se vuoi ti posso far vedere”.
Il cuore di Amadeus ebbe un sussulto e sprofondò.
“Far vedere cosa?”
“Hai un cappello?”
Si dava il caso che si, Amadeus avesse un cappello. Non era certo da cowboy, ma fungeva comunque al suo scopo, se lo scopo era quello che aveva intuito. Andò quindi a recuperarlo da un cassetto vicino al letto matrimoniale di quella stanza (che quel dettaglio fosse preambolo di cosa sarebbe accaduto dopo?) e, un po’ tremante per la confusione, lo porse a Fiorello.
Era un cappellino da baseball. Ad occhio l’amico prese le misure, sembrò ragionarsi su un attimo e infine sorrise, simile a un dispettoso e glorioso dio greco per gli occhi di Amadeus.
“Questo è perfetto!” esclamò avvicinandosi a una piccola radio portatile poggiata sopra un mobile. Con un po’ di fretta la accese e si mise a cercare una buona stazione; non doveva essere difficile in una notte estiva a Ibiza.
Intanto Amadeus avvicinò una sedia al centro della stanza.
“Devo sedermi?” chiese guardando l’amico. La radio si intonò finalmente su una buona canzone dance e Fiorello sorrise soddisfatto.
“Mh? Si, siediti, siediti. Anzi, no!”, si corresse,
“Rimani in piedi e goditi lo spettacolo.” Ammiccò e cominciò a muoversi per la stanza concentrandosi per ora in un classico ballo da villaggio turistico, senza alcun suggerimento sul successivo spogliarello.
Amadeus si unì presto a lui, nonostante il suo modo fosse decisamente più scoordinato, e insieme risero e ballarono sino alla pubblicità così tanto che si dimenticarono, per quei pochi minuti, di quello che dovevano fare all’inizio.
“Aspettiamo la prossima canzone?” chiese Amadeus senza fiato.
Senza distogliere lo sguardo da lui, Fiorello si avvicinò e gli prese con delicatezza le braccia in modo considerabile quasi seducente, se Amadeus non conoscesse così bene il suo amico da sapere di sbagliarsi.
Forse, conoscendolo, non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stesso, ma la verità era che Ciuri era un coccolone di prim’ordine, una persona che non viveva senza un minimo contatto fisico ogni due minuti. Amadeus si ritrovò a contraccambiare il gesto, come al solito.
“Perché aspettare? Ogni suono è musica se ci credi abbastanza”, esclamò il futuro comico mentre mollava di colpo la presa e si esibiva in una velocissima piroetta che ebbe il potere di strappare una breve risata al suo migliore amico.
Dunque, mentre la radio dava i suoi consigli per acquisti in spagnolo, il suo Ciuri posò lentamente le dita ai bordi dei pantaloni e ci giocherellò, un po’ sculettando e un po’ ballando, mentre i lunghi capelli gli finivano sul viso e sulle spalle.
“Forza, forza! Si ha bisogno di un po’ di incitamento qui!” urlò Fiore alzando morbidamente un braccio.
La pubblicità finì, una nuova canzone iniziò, e lui cominciò ad ondeggiare a tempo cercando di trattenere il riso alla vista di Amadeus, che cercava di imitare alcune delle sue mosse e gli dava corda: infatti l’amico si esibì in un gioioso urletto di incoraggiamento e cominciò a battere le mani a tempo, come se non ci fosse nessun’altro oltre loro in quell’hotel; ma dopotutto, chi se ne fregava davvero?
Fiorello cominciò ad abbassare i pantaloni lentamente, fin troppo per un sempre più divertito (e stranamente rapito) Amadeus, che ancora era intento a urlare e saltare in giro come non avrebbe mai fatto nemmeno dentro uno strip club.
Dopo quella che parve un’eternità, Fiorello finì di togliere quell’indumento e rimase in mutande, sorridente come un divo mentre roteava i pantaloni per aria e la radio cambiava canzone.
La scena fu tanto esilarante per Amadeus che quasi piangeva dalle risate mentre ancora cercava (invano) di muoversi a ritmo e di dire qualcosa che non fossero versi scoordinati tra il riso e vocaleggi di apprezzamento.
Nonostante i suoi movimenti tenessero poco senso del ritmo, Ciuri non poté fare a meno di sentirsi bene nel vedere tutta quella foga e partecipazione da parte del suo compostissimo amico.
“Qui si arriva alla parte bollente!” esclamò Fiorello con i capelli in bocca.
Li tolse con una manata e gettò i pantaloni a terra prima di cominciare a toccare in modo suadente l’elastico delle mutande, gesto che ebbe il potere di far smettere all’istante il balletto di Amadeus, le cui orecchie d’un tratto si tinsero di un profondo rosso, come di solito accadeva quando si ritrovava in sentimenti di estrema confusione, e come sotto incantesimo si sedette zitto sulla sedia in mezzo alla stanza. Il suo migliore amico, preso com’era dal tenere lo spogliarello a ritmo, non fece caso a quell’improvviso cambiamento d’umore.
Ancora a tempo di musica, Fiorello diede le spalle all’amico e camminò all’inverso e si avvicinò sino a fermarsi a meno di un metro di distanza dalle sue gambe. La canzone finì e fu seguita da un’altra.
“Serata dance oggi per questa radio, eh? Meglio per noi!” ridacchiò sollevato. Sarebbe stato molto più strano fare quello che stava facendo con in sottofondo una malinconica canzone d’amore.
“Ora, signore, avrei bisogno del suo aiuto”, esclamò ancora diretto verso Amadeus, che dietro di lui si era fatto immobile come una statua. Il motivo per cui stava immobile così era molto semplice: la visione di Fiorello l’aveva lasciato senza parole, seppur non in modo negativo.
Si sentiva come se fosse in presenza dell’uomo più bello del mondo, con quella pelle abbronzata, il fisico asciutto e armonioso e quei dannati occhi neri, circondati dai capelli ribelli che ondeggiavano con lui. Si sentiva attratto da lui in un modo che non avrebbe mai immaginato, che non osava immaginare. Che sentimento stava provando? Non ne aveva idea.
“Come scusa?” chiese inghiottendo la saliva. Era così concentrato sul grazioso fondoschiena del suo Ciuri che non aveva percepito nemmeno mezza parola di quello che gli veniva detto. Fiorello rise e si avvicinò il tanto giusto per sfiorargli appena la gamba, contatto che gli parve scottare e gelare allo stesso tempo.
“Ma come? La notte è ancora giovane, non è mica ora di dormire! E poi si sa, chi dorme non piglia…pesci!”
La battuta era scontata quando ambigua: entrambi risero di gusto.
Amadeus provò il fugace pensiero di voler delicatamente tirare i capelli davanti a lui, in maniera giocosa forse, oppure solo per scoprire la delicata gola, e affondare le labbra nell’incavo del suo collo…
“Dicevo: ho bisogno del tuo aiuto, Ama”, ripetè Fiorello dandosi una piccola pacca sul sedere,
“Qualcuno mi deve pur sfilare le mutande, no? Altrimenti non posso mettere il cappello dove dico io, e questo diventa uno spogliarello a metà. A nessuno piacciono gli spogliarelli a metà, sono tristi e pieni di cose lasciare in sospeso.”
Come ipnotizzato, Amadeus tese le mani in avanti e le pose nei fianchi caldi e lievemente umidi di sudore dell’amico.
La differenza tra la pelle e il tessuto fu abbastanza perché avvertisse un profondissimo senso erotico cominciare ad emergere dalla parte più oscura del suo animo, eppure decise, seppur non proprio consciamente, di non reprimerlo.
Cominciò subito ad abbassare un lato di qualche centimetro, poi si fermò e tirò dall’altra parte finché non fu a livello e così via, cercando di rispettare il tempo della nuova canzone, finché il tessuto non scivolò fia da solo con il prezioso aiuto della gravità, lasciando davanti a lui due morbide pagnotte di pane più chiare su cui veniva voglia di dormire sopra.
Preso dal gioco, Fiore ondeggiò in modo sensuale e sottolineò con gli indici le natiche, per poi farle ricadere togliendo le dita di colpo.
“Ti piace quel che vedi, bel fustone?” chiese mettendo su una voce vagamente effemminata. Amadeus, che dopotutto proprio santo non era, sopratutto se si trattava di continuare una gag, gli afferrò il sedere e morsicò piano una natica, cosa che produsse un urletto da parte di Fiore, che d’istinto tentò di spostarsi un po’.
“Il più buon prosciutto che abbia mai assaggiato”, esclamò Amadeus avvicinandosi per un secondo morso. Per poco non ci riuscì: un Fiorello ridente gli allontanò il viso con la mano.
“E non hai ancora visto che salame! Dove avevo poggiato il cappello…?”
Amadeus, impeccabile come suo solito, glielo passò senza nemmeno provare a sbirciare davanti, anche perché se Fiore sino a quel momento era rimasto girato ci doveva essere un motivo ben preciso, e Amadeus non era quel tipo di persona che vuole sapere l’origine dei trucchi dei prestigiatori.
“Tra salame e prosciutto, direi che preferisco il secondo.”
“Ne sei proprio sicuro?”
No, Amadeus non lo era per nulla. Osservò la curva della schiena mentre Fiorello si piegava e sistemava in qualche modo il cappello sul davanti. Non poté evitare di osservare anche qualcos’altro: grazie all’angolo, ora poteva vedere più a fondo sotto le pagnotte che il suo Ciuri aveva sotto la schiena.
Per qualche motivo prese nota mentale del fatto che persino là sotto, o almeno così gli era parso, il suo migliore amico era ben depilato.
“Sei pronto?” chiese Fiore all’improvviso. Amadeus non era mai stato più pronto.
“Dov’è il mio incoraggiamento?”
Amadeus cominciò subito a sfarfallinare le mani e ululare il più teso “ooooo” della sua vita (finora), e nonostante non potesse vederlo, Fiore compì i suoi stessi gesti.
La radio decise di tradirli proprio in quel momento: la canzone finì e iniziò di nuovo la pubblicità.
“No!” Urlarono insieme i due amici prima di scoppiare a ridere.
“Non avevi detto che persino la pubblicità è musica o qualcosa del genere?” rincarò Amadeus accarezzandogli delicatamente una coscia, cosa che Fiorello finse di non trovare piacevole, perché dopotutto stava facendo uno spogliarello ironico per il suo amico, mica qualcosa di realmente erotico.
“Non funziona senza la parola magica.” Amadeus ci pensò un po’ su. La carne sotto le sue mani era calda e morbida in un modo che non gli era mai parso prima, che gli pareva meraviglioso in quella notte calda, quasi preannunciasse qualcosa di proibito. Oh, al diavolo proibito: erano pur sempre a Ibiza, ben lontani da qualunque limite e freno che poteva mettersi.
“Per favore?” miagolò pizzicando piano la pelle di quelle gambe sinuose. Che diavolo stava facendo?
Fiorello si ritrovò a considerare l’idea che quello spogliarello non sarebbe finito nel modo con cui lo aveva previsto. A dirla tutta, non era proprio offeso da questa idea.
“La parola magica, ovvero una sola parola. Riesci a contare da solo o hai bisogno d’aiuto?”
Ci voleva poco per far ridere Amadeus, che di nuovo rise piano, impegnato com’era a far risalire le mani lungo i fianchi e il bacino del suo migliore amico con gesti mirati e calcolati.
“Ciuri?” rispose mentre faceva aderire sui palmi la polpa del sedere. Fiorello esalò rumorosamente.
“Dillo di nuovo”, ansimò sorridendo quando allungò una mano a prendere la testa di Amadeus e lo avvicinò contro la natica senza un motivo valido, neppure giustificabile con lo scherzo.
Voleva che il suo amico lo leccasse. Era una cosa assurda, no?
Per quanto assurda potesse essere, l’amico sembrò avergli letto nel pensiero, perché poco dopo il timido Amadeus mosse le labbra e lasciò una lunga striscia refrigerante con la lingua sul suo posteriore, cosa che non solo gli provocò l’involontaria chiusura degli occhi, ma anche una debole instabilità del cappello posto sopra le sue grazie.
“Ciuri”.
La voce roca di Amadeus doveva essere uno stop, un limite alle sue azioni, e invece Fiorello si ritrovò a seguire le musichette della pubblicità fino a girarsi e finché il suo petto non fu davanti al migliore amico, il quale poteva notare, seppure non avesse esperienza nel campo, quanto quel cappello lasciasse ben poco all’immaginazione.
Amadeus voleva sentire ancora il sapore della sua pelle sulla lingua.
Per Fiorello, che ormai sapeva leggere il suo amico come un libro aperto, non ci volle molto per capire che tipo di pensieri gli frullassero in testa, sopratutto con quegli occhi scuri e le lunghe ciglia perse in qualche punto vicino alle sue coscie.
Che male mai avrebbe potuto fare? Delicatamente spostò le gambe in modo da incastrarle con quelle di Amadeus, che subito alzò lo sguardo sorpreso (e imbarazzato, a giudicare dal colore vermiglio che avevano assunto le sue orecchie) e cercò invano di indietreggiare nella sedia. Dopotutto era pur sempre cresciuto in una famiglia cristiana originaria del sud, dove cose come l’attrazione per i ragazzi era considerata uno dei peggiori peccati esistenti. Era teso come una corda di violino.
Di nuovo la radio si degnò di passare una buona canzone, e di nuovo Fiorello cominciò a ballare a tempo.
Amadeus, d’altro canto, era intento a spingere contro un enorme muro mentale: nessuno lo saprà mai, continuava a dire tra sé e sé, eppure in qualche modo qualcuno lo saprà, ne sono certo. Come ipnotizzato, di nuovo si trovò ad accarezzare dolcemente le gambe del suo Ciuri.
Sentiva di stare per esplodere.
L’odore di Fiore era così buono che gli si andava formando un nodo in gola, senza considerare l’attrito che cominciava a desiderare in modo istintivo e disperato. Non vedeva l’ora che quello spogliarello finisse. Non voleva vederne mai la fine.
Fiorello osservò ballando l’ansimare nervoso del suo migliore amico e ne fu segretamente ammaliato. In effetti quel gioco stava durando fin troppo, no? Con una mossa felina si sedette sulle ginocchia di Amadeus e ondeggiò sino a spostare il cappello a diretto contatto coi pantaloni di tela.
Non poteva avvertire nulla a causa del grosso tessuto tra lui e il bacino dell’altro, quindi non aveva la benché minima idea di come quell’azione creasse il contatto perfetto per del potenziale e agognato attrito. Amadeus ingoiò forte.
Fiorello ridacchiò, implicitamente contento di sentirsi desiderato nonostasse non riuscisse a percepire nulla di quello che stava accadendo coscientemente.
“Lor signore, le piace ciò che vede?” esclamò Fiorello scuotendo la folta chioma via dalle sue spalle.
Amadeus si sentiva alle porte dell’inferno e del paradiso in contemporanea. Doveva avvertire l’amico del contatto tra i loro bacini, oppure doveva far finta di nulla e assecondare le sue mosse?
I suoi denti splendevano come perle nella zona d’ombra tra i loro corpi, spettacolo incorniciato da quei capelli ribelli e il suo spettacolare fisico asciutto e abbronzato. Amadeus fu improvvisamente consapevole di quale fosse il pericolo più immediato.
Con una mossa disperata (ma molto debole) provò a spingere via Fiore, ma le sue mani, invece di fermarsi, continuarono il percorso sino alla schiena, per poi scendere sul bacino e spingerlo delicatamente contro di sé.
A questo punto era difficile pensare a cosa fosse giusto o sbagliato: furono catapultati in una strana dimensione, più lenta e senza alcuna morale, piena solo di sensazioni e qualcosa di profondo e incontrollabile che poteva essere definito solo come istinto.
Fiorello spinse il bacino contro quello di Amadeus.
Finalmente l’attrito tanto desiderato arrivò con la compressione. Amadeus non poté proferire parola mentre si perdeva negli occhi neri di Ciuri, che ora ricambiavano l’oscura malizia dei suoi, e sentiva vagamente il muro rompersi, un infinito e profondo senso di affetto per lui annidarsi nel petto e, ultima ma non ultima, la familiare sensazione di contrattura ritmica e incontrollabile nei suoi pantaloni.
Fu proprio quella a riportarlo improvvisamente alla realtà.
Aveva appena bagnato i pantaloni come un comune adolescente, lui, che l’adolescenza ormai l’aveva abbandonata da almeno qualche anno.
Si sentì un fallito. Si sentì euforico. Nell’impeto del momento, prima che i suoi pensieri di colpa rovinassero tutto, decise di seguire l’istinto e prese il collo di Fiore, lo avvicinò a sé e, senza tante cerimonie poggiò la bocca aperta sulla sua.
Nulla lo poteva preparare alla tremenda sensazione di labbra chiuse contro labbra aperte.
Fiore era stato preso largamente alla sprovvista, e per questo non aveva risposto. Il suo era stato un gioco, un qualcosa fatto per noia e divertimento, giusto? Ormai non lo sapeva più nemmeno lui. Quel bacio l’aveva gelato sul posto.
Ama, il suo riservato, impeccabile Ama. Cosa aveva fatto Fiorello per fargli avere quella reazione? Una cosa del genere, in terra natia, avrebbe creato troppo scandalo.
Così, per quanto il suo cuore gli ordinasse di approfondire e rispondere a quel bacio, decise di proteggerlo a modo suo, e lasciò le labbra serrate.
Il contatto fu molto breve: il tempo che Amadeus avvertisse la reazione dell’amico, e subito si staccò, in preda a rimorso e senso di colpa. Aveva esagerato. Aveva rovinato una delle più profonde e belle amicizie che aveva mai avuto.
Cosa fare adesso? Il bagnato nei pantaloni diventava tremenda offesa, il sentimento d’affetto diventava amaro come medicina. Voleva spaccare qualcosa, ma il peso di Fiorello, ancora sulle sue gambe, glielo impediva.
Una improvvisa risata riecheggiò nella stanza e fece eco alla musica.
“Non era proprio uguale alle nostre esibizioni, visto che noi ci esibivamo nel palco, ma è stato divertente lo stesso”.
In un attimo Fiorello fu in piedi, subito molto più pudico rispetto a qualche secondo prima, e tenendosi il cappello sul davanti con le mani saltellò via in maniera volutamente goffa a cercare le mutande, abbandonate per terra assieme ai pantaloni.
Amadeus non sapeva se ridere o piangere: decidette per l’alzarsi, ringraziare mentalmente la colorata fantasia dei pantaloni che nascondeva il fattaccio quasi alla perfezione e fingere di avere un’improvviso attacco di sonno.
Per fortuna era in grado di simulare gli sbadigli, pensò cercando di ignorare le tremende pugnalate che il ricordo delle labbra gelide, ancora fresco e vivido nei suoi pensieri, gli donava.
“Oh, sei stanco? Senti, io vado in discoteca a ballare un po’. Ti vuoi unire a me? Posso presentarti tante belle ragazze”.
Il tono di Fiorello era così finto che non avrebbe ingannato nessuno. Peccato che in quel momento Amadeus era messo parecchio male per quanto riguarda i ragionamenti, perché nonostante le sue migliori intenzioni i sensi di colpa stavano arrivando, e picchiavano duro, tanto che riuscirono ad alterare la percezione di quel tono come naturale e spontaneo.
“Preferisco dormire un po’”, rispose Amedeo, certo che Rosario si fosse accorto di tutto e volesse dimenticare quella tremenda esperienza con chissà quale droga, chissà quale alcool e chissà quante sigarette, e magari l’aiuto di una bella ragazza di cui improvvisamente avvertì una forte gelosia.
“Oh. Bene. Perfetto! Allora, uhm, ci sentiamo domani mattina, giusto?”
Rosario era distrutto dal desiderio di avvicinarsi al suo Amedeo, stampargli un grosso bacio sulla bocca e coccolarlo per tutta la notte.
Ah, se solo avesse potuto.
Avrebbe scaricato il desiderio distruggendo il ricordo con l’alcool, pensò infilandosi una maglietta leggera e prendendo le chiavi della stanza, e chissà, magari qualcuno vendeva qualche buona pastiglia là vicino.
“Certo, domani mattina ci sentiamo di sicuro.”
“Ti voglio bene”, esclamò Rosario senza una ragione esprimibile a parole prima di chiudere la porta della camera.
“Ti voglio bene anch’io”, sussurrò Amedeo mentre si alzava a fare una doccia e mettere il pigiama.
Forse era meglio dimenticare ciò successo quella notte.
______________________
Note: Perchè la divisione in due parti? La prima è venuta su di 4000 parole e sopratutto sono ambientate in contesti e epoche diverse, quindi ho preferito dividerle. 
La seconda parte arriverà in questi giorni! Per ora una piccola anteprima: Nel palco dell’Ariston anche Fiorello ha preparato un monologo struggente su un doloroso rimpianto della sua giovinezza. Quale sarà la reazione del pubblico alle sue parole? Ma sopratutto, quale sarà la reazione del conduttore di Sanremo VentiVenti? 
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lamilanomagazine · 3 years ago
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Verona, la UltraMaratona debutta in città il 18 e 19 settembre
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Verona, la Lupatotissima debutta a Verona. Sabato 18 e domenica 19 si disputerà al campo di atletica ‘Consolini’ la 27^ edizione della Ultramaratona 2021. La storica manifestazione, dopo essersi svolta per 25 anni a San Giovanni Lupatoto e lo scorso anno a Bussolengo, arriva per la prima volta sulla pista della città. Organizzata dal Gruppo Sportivo Mombocar in collaborazione con il Comune di Verona, l’Ultramaratona prevede tre gare: la classica 24 ore, la 6 ore pomeridiana e la 12 ore in notturna. Il circuito sul quale gli atleti gareggeranno è di 1525,48 metri, e si dirama tra la rinnovata pista dell’impianto più un’area esterna. Le corsie, ampie 3 metri, rendono il percorso perfetto per la tipologia di gare previste. Gli atleti iscritti alle tre gare sono in totale 186, una decina dei quali provenienti da Spagna, Svizzera, Francia, Inghilterra e Russia. Nota importante, durante le gare verrà fatta una sperimentazione unica in Europa, attraverso il CTR di Reggio Emilia e l’Università degli Studi di Urbino, con prelievi ematici per monitorare la risposta fisica di 30 atleti scelti tra i partecipanti. L’evento sarà un’interessante anteprima del Campionato Europeo 2022 di 24 ore su strada che la IAU, l'Associazione Internazionale delle Ultramaratone, ha assegnato alla città di Verona e che sarà organizzato sempre dal Mombocar in collaborazione con l'assessorato del Comune allo Sport e la Federazione italiana di Atletica leggera il 17 e 18 settembre 2022. Verona ha battuto la concorrenza della cittadina francese Albi grazie all’indiscutibile bellezza della città e alla lunga storia nell'organizzazione di eventi di ultrarunning del Mombocar. Sul fronte gare, sono previste nella giornata di sabato tre partenze separate: la 24 ore alle 10, la 6 ore alle 13 e la 12 ore alle 22. Gli atleti potranno togliere la mascherina dopo aver superato i primi 500 metri dalla partenza. Per assistere alla manifestazione è obbligatorio seguire le attuali norme anti Covid. Saranno organizzate anche delle dirette online per seguire l’evento. L’Ultramaratona sta vivendo un buon momento, testimoniato anche dal recentissimo record del mondo stabilito alla 24 Ore UltraPark Weekend di Pabianice in Polonia lo scorso 28 e 29 agosto dal lituano Aleksandr Sorokin. L’atleta ha percorso 309.399 chilometri, migliorando il precedente record di 303.506 km in pista nel 1997, correndo al ritmo medio di 4:39 per chilometro con velocità media di 16 chilometri all’ora. Alla presentazione in sala Arazzi sono intervenuti l’assessore allo Sport Filippo Rando, il presidente del Gruppo Sportivo Dilettantistico Mombocar Giampaolo Aloisi e il presidente della IUTA (Associazione Italiana Ultramaratona e Trail) e rappresentante europeo nella Associazione Ultrarunners mondiale Gregorio Zucchinali. “Questo evento pone Verona al centro della scena nazionale ed internazionale dell’Ultramaratona – dice l’assessore Rando -. Si disputerà all’impianto Consolini, appena rinnovato dall’Amministrazione comunale grazie ad un investimento di circa 200mila euro, e che si conferma un centro sportivo d'eccellenza. Per la città di Verona ospitare questa manifestazione è motivo di soddisfazione, ma va riconosciuto che questo risultato è anche merito dell’organizzazione e della tenacia della Mombocar, che non si è lasciata scoraggiare dai rigidi protocolli sanitari". “Abbiamo messo tutto il nostro impegno e la professionalità per organizzare questo evento, ma senza il sostegno e l’aiuto del Comune di Verona, non saremmo riusciti a farcela – afferma Aloisi -. Ringrazio anche il presidente Zucchinali che ci ha supportato anche per aver ottenuto l’organizzazione degli Europei. Grazie a tutto quello che Verona potrà offrire, possiamo dire di poter essere all’altezza. L’obiettivo futuro sarà organizzare anche il mondiale, ma intanto ci auguriamo che in tanti vengano a vedere l’Ultramaratona, su un nuovo impianto, da vedere anche di notte perché è uno spettacolo incredibile, rendendosi conto di quanto impegno fisico e di testa serva agli atleti”. “Ringrazio l’Amministrazione e la città di Verona per l’importantissimo supporto – dice Zucchinali -. Non è stato semplice ottenere l’organizzazione dell’Europeo nel 2022, perché la città di Albi era appoggiata da personalità rilevanti. Sarà mia cura in questi anni portare avanti l’istanza per organizzare anche il mondiale. Sono fiducioso che sul percorso di Verona si potranno ottenere ottimi risultati e gli appassionati potranno anche ammirare la splendida città”. Il programma generale Sabato 18 settembre 2021 ore 8.30 apertura impianto di Atletica “Adolfo Consolini” ore 9.45 appello atleti partecipanti alla 24 ore ore 10 partenza gara di 24 ore ore 12.45 appello atleti partecipanti alla 6 ore ore 13 partenza gara di 6 ore ore 19 conclusione gara di 6 ore ore 20.30 premiazione gara di 6 ore ore 21.45 appello atleti partecipanti alla 12 ore ore 22 partenza gara di 12 ore Domenica 19 settembre 2021 ore 10 conclusione Ultramaratona di 12 ore ore 10 conclusione Ultramaratona di 24 ore ore 11.30 premiazione gara di 12 ore ore 11.45 premiazione gara di 24 ore Dall’ingresso all’interno dell’impianto di atletica, tutte le persone dovranno osservare le disposizioni anti-Covid indicate nel Regolamento della manifestazione. A ciascuna persona sarà inviata o consegnata una mappa, sulla quale saranno indicate le ubicazioni di tutti i servizi disponibili e i tragitti ideali per raggiungerli. In particolare gli atleti e gli assistenti, in tutto il pre-gara e post-gara, dovranno sempre rispettare le misure di distanziamento sociale previste dalla vigente normativa. Read the full article
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miglioriprodotti · 4 years ago
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I modelli di kayak gonfiabili oggi sono versatili, in grado di gestire una vasta varietà di condizioni. Molti sono anche personalizzabili, consentendo di aggiungere accessori a seconda dell'uso previsto. Tuttavia, come accennato in precedenza, ci sono modelli più specializzati sul mercato che soddisfano attività e condizioni specifiche. Ecco alcuni dei più comuni tipi di kayak gonfiabili: Canoa Ricreativa Questa tipologia di canoa è più larghi per consentire una maggiore stabilità e più semplice da governare in acque tranquille.  Pesca I kayak da pesca gonfiabili offrono tutti i vantaggi della facilità di trasporto e stoccaggio con funzionalità aggiuntive che sono sia indispensabili che divertenti per i pescatori. Queste barche sono in genere realizzate con materiali ultra resistenti che possono resistere a ganci taglienti. Monoposto Sono in genere più corti dei kayak in tandem, sono utilizzati per ogni tipo di attività. Tandem  I kayak gonfiabili in tandem sono costruiti per contenere due persone. I kayak convertibili in tandem sono un'ottima opzione per canoisti più grandi che richiedono più spazio e capacità di carico.
Accessori per canoa gonfiabile
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€18,59 Proglam – Vela per kayak, canoa, tavola SUP a vento ★★★★★ 0
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€32,00 Sevylor Quickpack Borsa, Multicolore ★★★★★ 0
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€25,00 Bravo Pompa per Canoe/Kayak 6 Doppio Flusso 0
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€14,99 arteesol Borsa Impermeabile, 5L 10L 20L 30L Dry Bag/ ★★★★★ 0
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€39,99 Cinghia di Trasporto per Stand up Paddle. ★★★★★ 0
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€17,99 Gilet di salvataggio, gonfiabile ★★★★★ 0
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€10,99
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Pareo copricostume semplice ed elegante non solo mare ★★★★★ 1
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brentoy4u04-blog · 5 years ago
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10 regole per aumentare la massa muscolare senza grasso
Aumentare la massa muscolare e costruire un fisico magro e magro richiede una strategia ben pianificata. Se segui queste 10 regole sarai in grado di ridurre il grasso il piu possibile, mantenendo muscoli eccezionali.
Ti alleni duramente e intensamente con l'obiettivo di costruire un fisico con muscoli potenti e definiti, ma i risultati non sono ancora arrivati.
A che serve l'addestramento posseduto se la routine non e adatta a noi?
Come hai intenzione di guadagnare muscoli e perdere grasso se la tua dieta e sbagliata e non si adatta al tuo metabolismo?
E un dato di fatto, il successo nel bodybuilding non dipende tanto dallo sforzo fisico che viene investito, ma da come canalizzarlo correttamente. AUMENTA LA MASSA DEL MUSCOLO SENZA GRASSI, 10 REGOLE
Se non segui le regole corrette perderai mesi o addirittura anni di sforzi senza successo, quindi leggi tutte le volte che e necessario  10 regole per aumentare la massa muscolare senza grasso  fino a quando non li capisci perfettamente e poi li metti in pratica per raggiungere il tuo obiettivo nel piu breve tempo possibile. REGOLA 1: DETERMINA IL TUO SOMATOTIPO
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Questa e la prima regola di tutte, sapendo esattamente qual e il nostro somatotipo, poiche sia ??la dieta che l'allenamento differiscono sostanzialmente a seconda del tipo di metabolismo di ciascuno.
Sai gia che non siamo tutti uguali, ma potresti non sapere che queste differenze possono alterare completamente il focus del lavoro e i risultati.
Fondamentalmente vengono considerati tre tipi morfologici esistenti, sebbene nessuno presenti al 100% tutte le caratteristiche di ciascuno, ma piuttosto abbiamo alcune tendenze principali che possono includere caratteristiche di diversi.
Le tre linee principali sono ectomorfi, mesomorfi ed endomorfi.
I primi sono le classiche persone molto magre, con ossa leggere, arti lunghi, piccole articolazioni, di solito sono iperattive, con scarso appetito, nervose e con difficolta ad ingrassare (leggi da questo sito).
I mesomorfi hanno maggiori probabilita di ingrassare, perche dotati di una struttura ossea media, sono forti e muscolari per natura, hanno un buon appetito e assimilano cio che mangiano bene e non lo trovano troppo grasso per ingrassare, anche se possono facilmente perdere peso se lo propongono. Inoltre tendono ad essere relativamente facili da guadagnare muscoli.
Il terzo tipo e rappresentato da endomorfi che sono soggetti naturalmente grassi e voluminosi. Hanno ossa e articolazioni larghe, sono forti e calmi, hanno un buon appetito e accumulano grasso molto facilmente.
E indispensabile determinare quali qualita di un tipo o di un altro prevalgono in te.
Sei magro, hai ossa sottili, nervoso, hai poco appetito? O al contrario, sei qualcosa di grasso, con ossa larghe, hai sempre appetito e sei calmo? O forse sei un miscuglio con alcune caratteristiche dell'una e dell'altra.
Annota su carta tutte le tue caratteristiche fisiche e poi posiziona a  1  per quelli che corrispondono agli ectomorfi, a  2  per quelli che corrispondono alle caratteristiche mesomorfe e a  3  per quelli che entrano nell'endomorfo.
Alla fine puoi facilmente determinare a quale gruppo appartieni di piu, a seconda che tu ne abbia piu 1, 2 o 3.
Poiche sia ??l'allenamento che la dieta differiscono a seconda del tipo di metabolismo, e logico che tu sappia a quale gruppo appartieni per adottare le misure piu appropriate nel tuo caso. SECONDA REGOLA: COSTRUIRE MASSA GENERALE
Il primo requisito di ogni bodybuilder e costruire una massa generale, come base su cui scolpire un buon fisico.
Acquisire volume muscolare, e necessario lavorare le grandi aree del corpo che costituiscono il motore in grado di aumentare il volume complessivo.
Pertanto, concentrati principalmente sulla stimolazione di gambe, schiena, petto e spalle.
Raddoppiare la dimensione delle braccia puo essere molto affascinante, ma puo non significare aumentare il peso corporeo di oltre un chilo, quindi lavorare in piccoli gruppi non e il modo per diventare grandi. Invece, migliorare la massa della schiena o delle gambe puo significare guadagnare cinque o sei chili di peso.
D'altra parte, il modo per stimolare la massima crescita in grandi gruppi non e usando esercizi di isolamento, ma piuttosto movimenti composti che coinvolgono varie articolazioni.
Di conseguenza, attacca gli squat e la leg press, facendo quattro serie da 10 ripetizioni ciascuna. Dedica i pull-up, la fila inclinata del bilanciere e il deadlift alla sua schiena. Al petto la panca, i fondi paralleli e le aperture e alle spalle il bilanciere militare, il manubrio e le pagaie al mento. Senza contare il riscaldamento, esegui da tre a quattro serie per i movimenti del busto, tra 8-10 ripetizioni, cercando sempre di muovere il maggior peso possibile.
Se non attacchi i centri in grado di generare l'aumento di volume, non sarai mai abbastanza grande. REGOLA 3: GUASTI STRUTTURALI CORRETTI
Sfortunatamente, nessuno e perfetto o ha lo stesso patrimonio genetico in tutto il corpo, ma alcune aree sono meno dotate di altre, quindi, oltre a seguire un lavoro pesante e di base per stimolare guadagni di massa generali, devi porre l'accento sul contemporaneamente sulla correzione di possibili guasti strutturali.
Ad esempio, esamina attentamente lo specchio o cerca l'aiuto di qualcuno che e obiettivo, per rilevare se ci sono muscoli o aree sproporzionati rispetto al resto del corpo. Hai un torace piatto, un gemello molto piccolo o un tricipite mancante?
Ora che inizierai a guadagnare la massa generale, e indispensabile impedire che diventi cronico se c'e una sproporzione, perche sara sempre piu difficile correggerlo. Quindi, se c'e un gruppo in ritardo, concedi loro un trattamento speciale, formandoli come una priorita all'inizio della sessione e dedicando due sessioni settimanali anziche una come tutte le altre. [Sociallocker] REGOLA 4: NON COPIARE LA ROUTINE DI TUTTI
Ok, sai che dovresti usare esercizi di base e pesi pesanti per guadagnare massa e anche che devi evitare a tutti i costi che se c'e una sproporzione questo aumenta e rovina la tua proporzione, ma lasciami sottolineare che e essenziale che tu progetti una routine specifica per le tue esigenze e gusti personali e dimentica di seguire le routine degli altri.
Cio significa che dovresti personalizzare la tua routine con i seguenti punti:
?     Adattalo ai giorni di allenamento piu convenienti in base al tuo programma.
?     Costituirlo secondo il somatotipo di ciascuno.
?     Per esempio,  ectomorfi  potrebbe non essere necessario allenarsi piu di tre giorni alla settimana, eseguire non piu di cinque serie efficaci per i gruppi piu giovani e 8-10 per i gruppi piu anziani, oltre a mantenere le ripetizioni alla soglia di sei e otto ripetizioni. Tutto cio per non esaurirsi eccessivamente e per poter progredire.
?     Il  endomorfo o grasso,  si allenano cinque giorni alla settimana e realizzano 10 serie per piccoli e 15 o 16 per grandi gruppi. Questi possono aumentare le ripetizioni fino a 12 per il busto e le braccia e 15 per le gambe.
?     I mesomorfi possono stare tra di loro. In generale, le persone magre devono preservare i loro livelli di energia, quindi saranno piu conservatrici con usura fisica.
?     Non tutti gli esercizi si adattano equamente a ciascuno, perche abbiamo strutture diverse. Seleziona quelli che sono piu comodi per le articolazioni o con i quali senti una migliore congestione.
?     Naturalmente, programma l'allenamento nel momento piu conveniente per te. REGOLA 5: IL PLASMA NERO SU BIANCO I TUOI OBIETTIVI
E dimostrato: la mente funziona meglio quando e chiara sull'obiettivo che intende raggiungere, sia per guadagnare due chili di muscolo o perdere grasso, e ancora di piu se sa quando deve raggiungerlo.
Quindi siediti e cattura i tuoi obiettivi nero su bianco ... Scrivili con la tua data di realizzazione!
Se devi perdere molto peso devi essere realistico e non aspettarti di perdere 20 chili in un mese, in tal caso, segna una riduzione di due chili in quel momento, un obiettivo perfettamente raggiungibile che comporta l'eliminazione di 10 kg in cinque mesi o 20 kg in dieci mesi. Non e un risultato eccezionale?
Credetemi, quando la mente e chiara su cio che cerca di raggiungere e per quanto tempo, raggruppa le sue forze e le canalizza verso quel risultato molto meglio che se andate ad allenarvi senza avere un obiettivo chiaro. REGOLA 6: NON CONTROLLARE L'ESERCIZIO CARDIOVASCOLARE
L'esercizio aerobico e sempre importante in qualsiasi situazione perche aiuta a rafforzare il sistema cardio-respiratorio e migliora la circolazione periferica.
Questo ci dara piu resistenza e un migliore sistema di trasporto per ossigeno e sostanze nutritive per i muscoli.
Ma e anche un modo estremamente efficace per eliminare l'accumulo di grasso in eccesso.
Puoi definire i tuoi muscoli senza cardio, ma lo farai piu velocemente e meglio con il suo aiuto. Se non hai problemi di peso, sono sufficienti due sessioni settimanali di mezz'ora, ma se vuoi usarlo per bruciare i grassi, fai una sessione giornaliera di 30-40 minuti a intensita moderata. 7 ° REGOLA: DARE PRIORITA AI TRE ASSI OTTICI DEL CORPO
Se vuoi davvero creare un corpo esteticamente attraente ed equilibrato, ricorda che ci sono tre assi ottici che definiscono la bellezza e l'armonia del corpo, questi sono i  spalle, vita e gemelli .
Spalle larghe, vita stretta e gemelli rotondi e voluminosi conferiscono al corpo umano le sue linee piu belle, nonche la proporzione e la simmetria che definiscono l'atleta.
Tieni a mente questi tre punti quando stabilisci il tuo programma di allenamento, perche in questo modo otterrai un'estetica molto armoniosa. REGOLA 8: PROGETTARE UNA DIETA CORRETTA PER IL NOSTRO BIOTIPO
Proprio come l'allenamento differisce in ogni caso, lo stesso vale per la dieta. Una persona magra non mangia lo stesso di una persona grassa, ne una persona che cerca di ingrassare come un'altra che vuole perderla.
La cosa piu difficile e di solito eliminare il peso corporeo mentre si aumenta o almeno si mantiene magro. Per raggiungere questo obiettivo, e necessario applicare una riduzione dell'apporto calorico in modo che sia inferiore al dispendio corporeo.
La strategia piu efficace e quella di ridurre gli alimenti ad alto contenuto calorico, come i grassi, cosi come quelli che forniscono molta energia, come i carboidrati e altri zuccheri, compensando questa riduzione di un  aumento della proteina che induce un costo metabolico piu elevato .
Con la riduzione di energia e cibi calorici e l'aumento della spesa corporea attraverso l'esercizio fisico (incluso quello cardiovascolare) raggiungeremo un deficit calorico che il corpo bilancera ottenendo l'energia che gli manca dalle sue riserve di grasso e quindi la progressiva riduzione degli stock di grasso sottocutaneo . 9 ° REGOLA: UTILIZZARE Saggiamente GLI EVENTI SULLA DIETA
Se segui una dieta a basso contenuto calorico in cui elimini il pane, tutto cio che riguarda dolci e pasticcini, grassi animali, salsicce, salse, conserve, prodotti fast food come hamburger, salsicce, pizze, cibo spazzatura, ecc. Sei tentato dal tempo a tempo, prendi  una pausa una volta ogni sette giorni .
E stato dimostrato che seguire una dieta a basso contenuto calorico (calorie molto basse) per un lungo periodo di tempo rallenta il tasso metabolico che diventera difensivo e brucera sempre meno calorie, oltre a conservare i depositi di grasso.
Pertanto, e conveniente di volta in volta sorprendere il corpo con un elevato apporto calorico che attiva il metabolismo e puo riportarlo alla sua modalita di combustione dei grassi per produrre energia.
Quindi una domenica, ad esempio, dimentica la tua dieta e goditi uno di quei piatti proibiti con moderazione, perche questo stimolera il metabolismo, fornendo al contempo rilassamento mentale e rinnovando il tuo desiderio di tornare al programma stabilito. REGOLA 10: APPROFITTA DEGLI AIUTI NATURALI
Di fronte a un'impresa ardua come la costruzione di un fisico muscoloso e privo di grassi, tutto l'aiuto e il benvenuto. I mesomorfi sono i piu fortunati a modificare il proprio corpo, ma in ogni caso non sono nemmeno senza sforzo. Esistono modi naturali per accelerare e ingrandire i risultati.
Per chi lo desidera aumentare la massa muscolare  il integratori proteici  sono un modo eccellente per ottenere proteine ??senza grassi o zuccheri e un complesso multivitaminico-minerale e utile per evitare possibili carenze.
Questi non sono ne piu ne meno delle formule composte da  sostanze naturali , generalmente le particelle estratte da piante o alimenti (siero di latte = siero di latte; soia; uovo, ecc.) e che una volta combinate sinergicamente tra loro, hanno grandi effetti sull'organismo.
Questi tipi di composti sono chiamati nutraceutici, perche sono a meta strada tra nutrienti e droghe in virtu delle loro azioni.
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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Dress You Can: a wardrobe to share
Sembra quasi il motto di Obama, ma con l’aggiunta della componente moda. Puoi permettertelo! Dress You can. Che sia un abito da sera di ottima fattura, una scarpa firmata o una clutch particolare: nello store di corso di Porta Ticinese angolo via Gian Giacomo Mora a Milano, puoi provare tutto quello che vuoi e scegliere quel capo che forse non avresti mai acquistato perché ti serve proprio solo per un’occasione speciale. Qui te lo noleggiano per tre giorni. Caterina Maestro ed Elena Battaglia sono le ideatrici di questa start up, nata a fine 2014, che ha ricevuto l’IT4Fashion Innovation Award 2018 e che punta tutto sull’economia circolare, su un’attitudine più responsabile  al consumo e quindi a una moda very sustainable.
«L’idea iniziale, mi raccontano, era quella di creare un luogo fisico e un sito web per condividere il proprio guardaroba, per ampliare il classico sharing tra amiche a un pubblico molto più ampio». Ma non poteva bastare. Il business plan parlava chiaro: c’era bisogno di revenue più alte per arrivare a break even. Così le imprenditrici si sono inventate un modello che funziona davvero. Sì, se c’è qualche privato che vuole mettere a disposizione il suo guardaroba di qualità, lo può fare. Ma loro fanno ricerca in tutto il mondo, per individuare capi esclusivi da proporre alle loro clienti. «Ci rivolgiamo soprattutto ai talenti emergenti quelli che usano i tessuti migliori, con tagli e shape molto curate. Nella nostra scelta siamo attente, tra le altre cose, alla vestibilità dei capi che devono poter avere un fitting perfetto anche su donne diverse. Chiediamo ai designer se vogliono darci i loro capi in prestito, e in questo caso ricevono una fee a ogni noleggio. Oppure a volte arriviamo ad acquistare direttamente un’intera capsule di un brand che sappiamo essere molto apprezzato dalle nostre utenti. Abbiamo un target medio alto, con donne che vivono non solo a Milano ma in tutta Italia perché dal nostro sito possono prenotare e farsi mandare quello che vogliono».
«Un esempio dei talenti che già lavorano con noi? Bav Tailor, Davide Grillo, Mauro Gasperi, Filomeena, Inklis; dalla Moldavia Move, dalla Colombia Peppa Pombo e dalla Turchia B Prive. Per i designer Dress You Can rappresenta, oltre che un’interessante occasione di visibilità – capita spesso che le utenti alla fine acquistino il capo che hanno noleggiato – anche la possibilità di testare le loro creazioni, i tessuti e qualche forma speciale».
Anche perché uno dei plus interessanti del business Dress You Can è la raccolta e l’elaborazione dei dati. Intanto la profilazione delle utenti è molto dettagliata: misure, gusti, preferenze… Ma anche i capi vengono “profilati” in modo precisissimo: tipi di tessuto, tenuta dei colori, resistenza ai lavaggi…. «Abbiamo addirittura messo a punto un motore di ricerca che sulla base di questi dati consente alle nostre utenti di vedere quali sono gli abiti che stanno meglio alle donne con la loro taglia. Manca solo a questo punto un’idea dei costi del noleggio. Da un minimo di 44 a un massimo di 144 euro per tre giorni. E per le scarpe si va dai 64 di un sandalo agli 84 di una décolleté.
Progetti futuri? «Un grande sogno: quello di finanziare capsule collection sostenibili, disegnate dai designer nostri partner. Intanto abbiamo cominciato a collaborare con alcune Ong. Per esempio Salute allo specchio il progetto del San Raffaele dedicato alle donne in cura oncologica. Facciamo un laboratorio al mese, in collaborazione con le make up artist, facendo loro provare i nostri modelli perché possano individuare quelli che stanno meglio e regaliamo loro una card con un noleggio gratuito».
L'articolo Dress You Can: a wardrobe to share sembra essere il primo su Vogue.it.
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franztrg · 4 years ago
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Il codice del bon ton per ogni uomo
Il codice del bon ton per ogni uomo
Esiste un codice di regole fisse su qualcosa di così impalpabile come l’eleganza maschile? In effetti sì: lo stile sartoriale, quello che si riesce a conquistare con cultura e anni di frequentazione dei migliori artigiani nasce da un insieme di leggi non scritte quasi matematiche. La larghezza della cravatta, il nodo, la scelta dei materiali e degli accessori, l’orlo dei pantaloni, le misure della giacca: tutto è regolato da assiomi che fanno somigliare lo stile personale alla geometria. Ma non è tutto così severo come sembra. Negli anni anche l’abito sartoriale ha conosciuto le sue piccole rivoluzioni e i comandamenti dell’eleganza oggi in realtà sono consigli, che comunque è meglio seguire.
L’avere stile non fa parte solo del DNA di una persona ma bisogna anche conoscere le regole che, se applicate,  ti permetteranno di essere identificato come un vero gentleman. Il galateo ci insegna cosa “si fa” e cosa “non si fa”. Di seguito alcuni consigli da tenere sempre a mente.
-ABITO-
Gli uomini amano molto il cosiddetto “abito spezzato” che gli consente di essere eleganti ma allo stesso tempo avere un look più spensierato rispetto a quello che dona il classico abito intero. Ma siete sicuri di sapere tutte le regole che riguardano l’outfit spezzato?
Lo spezzato è amato da molti e viene utilizzato in diverse occasioni: a lavoro, durante il tempo libero, per un’uscita tra amici e c’è chi non rinuncia all’abito spezzato neanche per un matrimonio. 
Ricordatevi, tutto è lecito se vengono seguite le giuste regole! Ecco 5 regole per uno spezzato perfetto. 
1- La giacca spezzata ha quattro bottoni in corno, le asole fatte a mano anche ai polsi e può essere indossata anche con un jeans purché anche questo sia sartoriale.
Quando indossate la giacca è fondamentale ricordarsi che il primo bottone non deve essere mai allacciato. Nelle giacche a 3 Bottoni si abbottona quello in mezzo mentre nelle giacche a 2 Bottoni solo il primo. Nessuna variabile è ammessa!
2- La scelta della giacca non deve essere casuale ma corrispondente alla fisionomia di chi la indossa, oltre che al suo gusto. Se sei di bassa statura, sotto il metro e sessanta, è consigliato scegliere una giacca a due bottoni, in modo tale da slanciare la tua figura.
3- La giacca non deve essere mai tolta, anche se le temperature sono alte. 
4- Se avete optato per uno spezzato in un’occasione molto importante, scegliete colori sobri come il nero, il blu scuro o il grigio nelle sue sfumature. Eccedere con colori vistosi, in queste eventi, non è di certo accettato dal galateo.
5- Abbinare sempre la giusta scarpa all’occasione; se l’evento è un matrimonio o una cerimonia è importante non sbagliare la calzatura. É obbligatorio orientarsi su una francesina lucina dai colori sobri. Guarda tutte le Oxford DIS. 
Se invece l’occasione è meno formale potresti scegliere anche una sneakers. Guarda tutte le sneakers DIS.
-I PANTALONI-
I pantaloni sono una parte importante per ogni outfit e vanno scelti con cura. È fondamentale che il pantalone vesti a pennello. Non pensare di acquistare un pantalone più grande e sistemarlo con una cintura. La cintura da uomo non è un oggetto per sostenere i pantaloni bensì un accessorio da portare con stile, proprio come la scarpa.
I pantaloni eleganti devono avere il risvolto o no?
Il risvolto è adatto per un look da giorno o in un look informale, per la sera invece i pantaloni sono rigorosamente a fondo liscio. Quando indossi un abito ricorda di non mettere mai le mani in tasca, non solo risulterebbe inappropriato farlo ma deformeresti anche l’abito. Molto amate sono anche le bretelle che devono essere indossate senza la cintura.
Ma come scegliere la cintura per un outfit?
La cintura deve essere rigorosamente dello stesso colore e pellame delle scarpe. 
-CAMICIA-
Camicia fantasia a righe: la classica camicia a fantasia a righe è sempre stata indossata per outfit sportivi, ad oggi è molto apprezzata anche nei contesti di lavoro meno formali. Chi si può permettere un tocco di estrosità anche a lavoro, si conceda un colletto club con polsini stondati. La camicia button down è sportiva, non va abbottonata fino al collo e non si indossa MAI con la cravatta, ma solo con jeans, spezzato e blazer. Colletto e polsini della camicia devono essere visibili. 
Camicia formale: Una camicia elegante, da indossare in ambiente formale, ha sempre tonalità predominante bianco o celeste. Scegliete una camicia senza taschini e con colletto italiano, adatto per la cravatta. Se vuoi osare, mostrando ancor più la tua personalità, scegli dei gemelli da applicare ai polsini della camicia, renderanno il tuo outfit estremamente elegante.
Camicia per il weekend: la camicia per un aperitivo tra amici non sarà MAI bianca, il colletto button down è ideale, come anche il colletto club se sei un tipo creativo. Abbandona la cravatta a casa, ed esalta il tuo look con un accessorio. Potresti DIStinguerti con una scarpa informale dai colori vivaci. 
Quando si indossa una camicia che invece permette l’uso della cravatta è ammesso l’uso del fermacravatta, anche se rappresenta un accessorio aggiuntivo  rispetto ai due soli ammessi dal galateo per l’uomo: la fede e l’orologio. Un bell’orologio, magari vintage e ultrapiatto, è l’accessorio migliore per un look sartoriale. Meglio evitare i modelli macro.
-La CRAVATTA-
La cravatta è un accessorio importante per ogni uomo, deve essere scelta con criterio in base all’occasione. Vediamo come:
1- Quando l’evento è formale l’utilizzo della cravatta è obbligatorio. Ma quale tipo di cravatta indossare? Per eventi formali la cravatta giusta da portare è quella a colori neutri: blu, grigio, malva sono i toni più adatti a tali occasioni. Non sono vietate fantasie come le righe o piccoli disegni ma è consigliato non eccedere con cravatte troppo appariscenti. Se vuoi distinguerti ad un colloquio di lavoro o ad un incontro con il tuo capo potresti optare per una cravatta in seta, che donerà lucentezza al tuo outfit.
2- Per un appuntamento informale, la cravatta in maglia si abbina perfettamente con look da cocktail, con un blazer o pantaloni leggeri di chino e con camicia in cotone casual, meglio con colletto button-down.3- Per un matrimonio, l’eleganza è la classe sono tutto. Scegli una cravatta dal design sottile in seta. Se vuoi DIStinguerti potresti indossare una cravatta che riprenda  il colore dell’abito della tua compagna, purché i toni non siano eccessivamente accesi da non essere ritenuti di “bon ton”.
Ricorda che «Una cravatta ben annodata è il primo serio passo nella vita» diceva Oscar Wilde.  Quando si realizza un abbinamento tra giacca e cravatta la cravatta deve essere poco appariscente ma ben annodata.
La cravatta deve avere sempre il nodo perfetto, non importa quale tipo purché sia sempre ben fatto: con la pala più larga che copre appena la cintura e il codino interno più corto.  Il nodo alla cravatta è una di quelle classiche cose che vengono ancora tramandate di padre in figlio. Non si tramanda, tuttavia, la scelta dei disegni e delle fantasie. A tal riguardo, si dice che la scelta di motivi geometrici (quadri, strisce, piccoli disegni) esprima un’aspirazione all’ordine. Le strisce come quelle trasversali delle ben note cravatte britanniche, denoterebbero il desiderio di seguire una linea. Le strisce larghe, poi, rivelerebbero un carattere esuberante, mentre quelle sottili denoterebbero una persona precisa e meticolosa. Le dimensioni del disegno sarebbero invece legate all’impegno fisico: una cravatta con disegni grandi è adatta per un week-end in campagna, una con disegni piccoli per l’ufficio.
Se si vuole dare un tocco ancora più elegante al proprio outfit si può inserire nel taschino alto della giacca, meglio se con taglio a barchetta, un fazzoletto di seta, di diverse nuance a seconda delle occasioni. Mai piegare il fazzoletto ma inserirlo sempre con molta naturalezza.
L’abito è importante ma non dimentichiamo che ciò che dà originalità all’outfit è sicuramente l’accessorio. Una bella borsa di pelle può donare stile a un look elegante e dimostrarsi anche molto pratica. Meglio conservare in borsa le chiavi, lo smartphone e altri oggetti invece di deformare le tasche dei pantaloni. La borsa da uomo può essere portata a mano o a tracolla e accompagna ogni gentleman durante tutta la giornata. 
Una volta scelto l’abito non resta che scegliere la scarpa giusta da indossare. Se l’evento è importante, o se è espressamente richiesto il white tie o black tie, ci si dovrà obbligatoriamente dirigersi verso la scelta di una scarpa oxford lucida: la massima espressione dell’eleganza e del bon ton. Se l’occasione è meno formale anche una derby o una francesina in pelle di vitello nera o dai toni scuri sarà ideale. 
Se l’abito è uno spezzato da giorno, o se si opta per un look meno “impegnativo”, una sneakers in pelle di vitello sarà perfetta. In queste occasioni giocare con i colori sarà concesso ma ricorda sempre di abbinare la scarpa alla cintura.
-IL CAPPOTTO- 
Il cappotto è il tocco finale per completare un outfit perfetto. Ma anche il cappotto ha le proprie regole; non basta semplicemente soffermarsi sulla scelta del colore ma ci sono altri e rilevanti fattori che il bon ton tiene in considerazione come: il modello, i tessuti, la lunghezza. Tra i cappotti eleganti che suggeriamo ricordiamo il: Chesterfield,  Loden(tipico modello degli studenti) e l’Ulster pensato per chi ama l’eleganza più formale e adatto a tutti i contesti business. Ricordatevi di scegliere la lunghezza giusta del cappotto in base alla vostra fisionomia. I cappotti lunghi sono spesso la scelta di uomini che amano uno stile classico, tradizionale e formale, e da uomini molto alti, in modo tale da compensare l’altezza in eccesso.  Il cappotto da uomo corto, con lunghezza sopra il ginocchio, è invece adatto a uomini più giovani, che amano un look più dinamico e meno formale nonché a persone di bassa statura.
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tmnotizie · 5 years ago
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di Tonino Armata, presidente onorario dell’ Associazione Città dei Bambini
SAN BENEDETTO – Bisogna fare in fretta. I bambini e gli adolescenti hanno il diritto di riconquistare luoghi di gioco, di movimento e di aria. Dobbiamo predisporre, quando sarà possibile riaprire, spazi all’aperto con un controllo dei flussi. Penso a giardini con volontari che regolino gli ingressi per nuclei familiari ad esempio. Penso ad aree sportive dove due fratelli siano liberi di tirare un calcio al pallone o piccoli gruppi di bambini, ben distanziati, possano fare delle attività motorie e ludiche.
Come Presidente Onorario dell’associazione Città dei Bambini e componente dell’“Osservatorio Permanente Comunale Infanzia ed Adolescenza” di San Benedetto del Tronto, sono categorico. Qualcosa, nelle prossime due settimane, in vista del quattro maggio, deve cambiare. Perché, semplicemente, dopo quasi due mesi di quarantena, i bambini non ce la fanno più. Nel massimo rispetto delle regole sanitarie e delle indicazioni del comitato scientifico oltre alle fabbriche, ai negozi, dobbiamo pensare alla ripartenza dei ragazzi. In gioco c’è la loro salute, fisica e psichica.
Liberate i minori e gli adolescenti. Stanno acquisendo forme sempre più preoccupanti di dipendenza dai social, dalla realtà virtuale. Se necessario limitate le uscite degli adulti a vantaggio di quelle dei minori. Consentite ai bambini e ai ragazzi, almeno per un giorno alla settimana, di fare movimento all’aperto, da soli o in compagnia di un solo genitore, garantendo il rispetto della distanza e della sicurezza, e in caso di violazione multate i loro genitori, così come state multando gli adulti trasgressori, ma non penalizziamoli tutti.
Mi chiedo chi stia pensando ai minori: qualcuno deve garantire la tutela dei loro diritti di fronte a un co acervo di misure che sembra averli dimenticati. Il loro benessere fisico ma soprattutto quello psicologico è duramente messo a rischio. I minori e gli adolescenti, privati dei loro diritti fondamentali, si stanno deprimendo, stanno acquisendo forme sempre più preoccupanti di dipendenza. E allora mi chiedo: per quale ragione dobbiamo assistere ad una moltitudine di adulti che quotidianamente esce, con le giustificazioni in tasca e va due volte al giorno a comprare le sigarette, a fare piccole spese, porta a spasso i cani? Nessuno chiede di dare via libera alle uscite, ma di limitare quelle degli adulti a vantaggio di quelle dei minori, di dare loro la precedenza almeno in alcuni giorni o orari della giornata.
I bambini non perdoneranno. Sono i più feriti dall’isolamento ma hanno un’intelligenza emotiva che li mette in condizione di sentire la menzogna, la finzione, l’ipocrisia.
Ai bambini non lo possiamo raccontare, ma un giorno lo sapranno. Fra qualche anno ricostruiranno la storia e troveranno le cronache. Oggi, 18 aprile 2020. Sono quaranta giorni che facciamo finta di essere rispettosi di consegne che un cenacolo di sapienti ci impartisce per tutelarci, quando è evidente che il cenacolo non c’è. Se domani il decreto dicesse “le grigliate sì ma solo fra consanguinei e in spazi condominiali purché soleggiati” saremmo pronti — soldati — a chiudere fuori dal cortile i cognati, domenica prossima. E se piove? In spazi non soleggiati i non consanguinei possono entrare? Sì, ma se piove non si griglia, sciocchi. Ovvio, scusate.
A vigilare il rispetto dei quotidiani sempre nuovi precetti elicotteri militari come in Apocalypse Now, pazienza se quello che costano un giorno potrebbe mantenere sei famiglie per un mese. È giusto. È la legge. Perfetto. Lo facciamo — eseguiamo alla lettera — perché è meglio pensare che qualcuno sappia cosa sta facendo per il nostro bene all’ipotesi di essere nelle mani di un gruppo di dilettanti allo sbaraglio che procede a tentoni battendosi pacche sulle spalle nella letizia di essere ancora in carica grazie al virus.
Erano stati seienni anche loro, i miracolati di governo, ma con evidenza non se lo ricordavano più. Perché per esempio, giovani studiosi della Coronageneration, vi ricordate quando decisero, in quelle settimane, che si potevano riaprire la attività produttive, a settembre 2020, ma non le scuole? È indimenticabile, l’anno in cui non ci fu scuola per voi.
Ecco. Qualcuno disse: scusate. Ma come si fa a tornare a lavorare e lasciare i figli a casa? Bambini di sei, nove, ragazzini di dodici anni. Come potete pensare che noi, gli adulti, usciamo per andare al lavoro e i bambini da soli restino a casa a fare scuola online? E se accendono il gas? E se allagano il bagno? E se si sentono male, si fanno male o fanno male a qualcuno? È abbandono di minore, è un reato. Aboliamo il reato? Ah già, dissero. Aboliamo il reato? No, aspetta — risposero.
Seguirono dodici decreti in cui si stabiliva che solo se autistici o disabili, i minori, potevano avere un’indennità equivalente alla retribuzione di uno dei genitori che sarebbero stati esonerati dal lavoro (il genitore meno costoso, di solito la madre, essendo nel 2020 la distribuzione dei redditi immensamente diseguale) e poi via via correggendo. Anche i nuclei numerosi. Numerosi quanto? Anche le famiglie con quattro figli. Valgono nel computo i figli maggiorenni? Sì. Anzi no.
Valgono solo se dislessici o al limite mancini. Diabetici. Valgono i figli maggiorenni diabetici. Con certificazione anteriore al 2019. Non vorrete mica barare, per fare due passi. Comandi, task force. L’eroe di quei giorni fu il piccolo Claudio, bambino di Sicilia. La cui madre riprese col telefonino mentre spiegava che voleva fare le valigie per andare dal nonno perché non ce la faceva più, «non ce la faccio più a non andare a scuola, al parco, in piscina».
Voglio tornare a scuola, imploravano i bimbi di tutta Italia — eravate voi da piccoli, ricordate? Hanno un’intelligenza limbica, i bambini: un’intelligenza emotiva che li mette in condizione di capire quello che non si dice. Soprattutto quello che si nega: sentono la menzogna, la finzione, l’ipocrisia. Percepiscono la messa in scena in un luogo profondo. Insomma Claudio voleva andare via da casa, vent’anni fa.
E la cosa davvero commovente fu la sua reazione alla spiegazione della madre. Non puoi, le diceva lei. Perché c’è il virus e oggi — non è nel video, ma facilmente poteva — escono solo quelli che hanno fra 27 e 34 anni, in file alternate, a scaglioni, e perché è un giorno dispari. L’ha detto la task force. I giorni dispari sono più sicuri, è scientifico. Claudio, quattro anni, si nasconde dietro una tenda. Va bene mamma. Ora però lasciami solo. Voglio stare un po’ da solo. Vai. Lasciami qui. Da solo. L’intelligenza limbica. Claudio.
I bambini ci guardano, signori ministri. I bambini che avete in minor considerazione dei cani vi lasceranno soli, domani. Senza un collegio sicuro, che peccato. E non ci sarà niente da fare, avranno avuto ragione loro. Siamo tutti dietro la tenda di Claudio, in questo momento: con lui. Vorremmo tutti, in questo vostro delirio, essere lasciati soli. Lo siamo, in effetti.
Perciò non protestate oggi, 2040, se nessuno vi dà la paghetta di lusso per andare a fare i pensionati al parco. I bambini sono diventati grandi, non avevate previsto che potessero? Peccato. Succede sempre così. I bambini di allora, di quel 15 aprile, ora comandano.
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outletcheapggdb-blog · 5 years ago
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Scarpe Golden Goose Uomo Scontate La fantastica tecnica commerciale promozionale di Internet in nove linee
Quello che il mio partner ha menzionato in IS è piuttosto che il semplice modo di fare finanza. Molti ora non hanno nemmeno i loro prodotti di proprietà. Tuttavia, ha esclamato che per fare positivamente il prezzo massimo online, gli acquirenti dovrebbero ottenere il vostro prodotto speciale assistendo ad un certo punto. Ma occasionalmente nei modelli di marketing di marketing, devi pubblicizzare gli elementi di affiliazione come nel caso in cui hai la tua, con te, la stessa comprensione. LINEA OFFENSIVA: La verità è che quelli che hanno iniziato O-line hanno davvero giocato male contro Pittsburgh considerando le strategie su quanto siano scarse le probabilità che si guardino in genere una settimana prima contro tutti i 49ers. Sì, NON POSSIAMO ASSICURARSI che un nuovo mercato funzionante fosse inesistente al di fuori, legato ai Golden Goose Uomo Saldi Online ostri quarterback che si affannavano per la yardage, ma non pensate che io voglia dipingerlo. Solo che i Golden Goose Superstar Uomo Saldi lienti di Pittsburgh avrebbero potuto giocare, e ciascuno dei nostri Steelers avrebbe dovuto conseguire tale risultato in modo da sfruttare al meglio i giochi pensati per l'ultimo decennio. Questa settimana a sua volta, i suoi capi O-line hanno bisogno di aprire i buchi perché la caccia alle spalle ma ottenere il piccolo divario ripristinato per il reato. Non farà del male a Chiefs in modo che tu possa giocare con i suoi principianti usando il primo quarto almeno perché questi sono in genere dei giocatori molto inesperti e hanno bisogno di molti degli snap che sono in grado di ottenere prima di Scarpe Golden Goose Uomo Scontate niziare a Jacksonville la prossima settimana. Dichiarano che si dovrebbe certamente perdere la popolarità di massa da 19 sterline a 14 anni. Era stato troppo estremo per il mio sito web. Ho lavorato come chef, mentre non è molto più grande rispetto a due volte si vede, il tempo, scegliendo un po 'più debole. Non era troppo difficile, ma di nuovo non è stato 'un pezzo legato alla torta'. Essere umano che ti insegna che perdere qualche chilo è veloce è assoluto, saprai cosa. Forse a condizione che tu trasferisca in Bangladesh è efficace ma sempre in questo paese chiave. Almeno fino a quando non mettono fuori legge i franchise di Krispy Kreme McDonalds. Alcuni servizi sono molto elastici. Puoi preparare il tuo completo dedicando del tempo per aiutarti ad allenarti in modo che tu possa davvero fare un lavoro più fisico. I Scarpe Uomo Golden Goose Saldi lienti possono costruire le tue attenzioni per essere più competenti - per prendere più decisioni interessanti più velocemente, per assicurarti al fine di guadagnare molto di più. Non è successo nulla, ad eccezione delle imprese commerciali come generale in The state of washington. Le misure di sicurezza sociale erano nei guai allora tanto quanto lo è ancora adesso, è solo di recente che i democratici non vogliono veramente capire l'economia e di conseguenza trascurano di volere dare a S.W. Punteggio di credito di Bush per niente. Sono venuti con denaro materiale contenuto lontano da noi, una sorta di contribuenti come per anni, beni che sembravano destinati a essere ratificati solo perché il nostro era posizionato nella maggior parte del budget generale e speso, rendendo così il deficit parecchio allora è diventato davvero. Che cosa abbiamo: un particolare brand paddling Nuovo, 35 pagine di E-book con articoli progressivi e persino di affiliazione Pubblicità e strategie pubblicitarie Devi scegliere di non scegliere altrove Altre cose per Clear. Potrebbe essere questa trincea di un gran numero di clienti gout che possono rendere questo (se la gente chiama il programma così) un buon solido marchio Golden Goose Deluxe quando si tratta di quei buoni produttori farmaceutici. Per la tua organizzazione pagheranno in modo persistente quando i loro oggetti per il mio riposo coinvolgeranno la tua vita, una volta per te e così abituati a finalmente la soluzione rapida e persino il sollievo che la maggior parte di te ti consegna. Questi sono stati solo alcuni dei modi attualmente in cui la tua famiglia può andare su per i tuoi clienti durante la notte in pratica. L'unica cosa giusta è fermarti indietro nel tempo è la maggior parte delle 'applicazioni reali' e vuoi che sia anche perfetto.
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pangeanews · 6 years ago
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Oggi ho voglia di scrivere del romanzo “monstre” di Hanya Yanagihara. Ovvero: una vita compilata da Lovecraft, alla ricerca del dolore perfetto
Del romanzo di Hanya Yanagihara non ho voglia di scriverne niente, per questo ne scriverò, come fossi un personaggio-marionetta-di-sé-stesso di Samuel Beckett. È una settimana che l’ho concluso e che agli altri dico: “Me ne voglio dimenticare quanto prima. Ora ti racconto di cosa non voglio più sentir parlare…” Il romanzo è Una vita come tante, molto premiato in America, dove la letteratura continua a essere presa sul serio, o così pare a guardarla dall’Italia. In America la letteratura continua a essere incoraggiata e finanziata e promossa, come fosse qualcosa di cui vantarsi per un Paese avere una letteratura eccellente e riconosciuta come tale al punto da essere tradotta nel resto del mondo, come se valesse ancora la strategia ellenica secondo cui la vera conquista è quella che avviene sul piano culturale; certo sono strani questi americani.
Il romanzo è piaciuto a tutti, forse non è piaciuto del tutto a Daniel Mendelsohn che ne parla non solo entusiasticamente sulle pagine del The New York Review of Book, nel dicembre del 2015, con una recensione dal titolo “A Stripteas Among Pals”, recensione di cui si è accorto anche Remo Ceserani in un articolo su Alias, del 3 gennaio 2016. Ceserani nel suo pezzo tiene conto del fatto che in America si riesce ancora a stroncare senza per forza assecondare il favore del pubblico o dei più, e commette uno spoiler sfacciatissimo: spiattella il finale del romanzo. Quando un romanzo è bello, lo si dice, il finale conta parzialmente, il piacere lo si ricava dal come più che dal cosa, ma anche il cosa conta eccome in un libro così poderoso, specialmente se chi l’ha scritto ha impiegato la sua perizia per rendere imprevedibile il comportamento del suo protagonista, per lasciare chi legge nel suo stesso dubbio: continuare a vivere sì o continuare a vivere no? La domanda, la stessa per tutti quelli che del proprio vivere hanno consapevolezza.
Due cose sul romanzo che ha per protagonista la vita di Jude St. Francis, e specifico: la sua vita più che Jude stesso, perché Jude è dovuto essere a lungo uno spettatore soltanto della sua vita e per un altro lungo tratto un suo comprimario. La prima cosa: le pagine, che nella edizione americana della Doubleday sono 720 e in quella italiana della Sellerio diventano 1094. Le oltre 350 pagine in più della edizione italiana non sono dovute a una traduzione spendacciona in parafrasi, credo ci sia dietro una scelta di editing mirata: carattere grosso e spaziato, pagine con tanto margine bianco. Perché? Ogni pagina del romanzo è piena di una emotività dissimulata e per questo ancora più esplosiva. Bisogna avvicinarsi allo streaptease della storia di Jude St. Francis, come lo stigmatizza Mendelsohn, un po’ per volta, prepararsi, sopportarne lo sforzo che essendo emotivo è doppiamente fisico. Avere il tempo di assorbire ogni suo “Mi dispiace.”
Il peso oggettivo, fisico, del romanzo aiuta a entrare nella sua dimensione. Io l’ho letto salendo e scendendo dalle metro, e ho il suo chiaro ricordo nelle braccia che lo sostenevano, sui sedili senza braccioli, e nella schiena, quando il romanzo andava a fondo nello zaino sulle spalle, come un peso del quale anche volendo non puoi mai dimenticartene perché in qualche modo ti limita. Ti ricorda sempre che è là. È lo stesso per Jude: il suo passato lo limita, solo che il suo passato, abusato, non è un romanzo Sellerio da mille pagine: è una biblioteca dell’orrore, espansa come quella di Borges, ma compilata interamente da un Lovecraft quando è del malumore peggiore.
La seconda cosa sul romanzo, la foto in copertina. In questo caso è la stessa nell’edizione americana e in quella italiana, o meglio: in quella americana la foto di Peter Hujar è a tutto campo, in quella italiana è in un riquadro all’interno della copertina blu Sellerio, di nuovo: perimetrata. Contro il romanzo vanno prese delle misure di sicurezza, sono le stesse misure retoriche che la Yanagihara utilizza al suo interno: come si racconta il dolore senza emettere nessun verso di dolore? Senza scivolare nella piacionaggine dell’empatia, della compassione, della morbosità che non dice il suo nome? Non per questo diventando asettici, spietati, indifferenti? Hanya Yanagihara racconta onestamente il dolore senza infingimenti, l’inconsolabile; il più osceno: il dolore autentico, quello che non fa guadagnare punti a nessuno. L’attacco frontale alla bellezza, ciò che rende impossibile l’amare e irraggiungibile la gratitudine alla vita.
La foto in copertina facilita l’equivoco in cui è caduto Mendelsohn quando in finale di recensione scrive “(…) like the image on its cover, Yanagihara’s novel has duped many into confusing anguish and ecstacy, pleasure ad pain”. Bisogna proprio non aver letto il romanzo però per poterci trovare inganno, o confusione. Angoscia ce n’è, dignitosa, ma c’è; estasi pochissime, anzi proprio nessuna, nella vita di Jude; piccole tregue luminose qualche volta, ma parlare di estasi è fuorviante. C’è, come si è detto, il dolore e il piacere è stato distrutto alla radice dal dolore, il dolore ha divorato la salute del piacere; il concetto di piacere, in Jude, è diventato la speranza di non dover subire nuovamente lo stesso dolore, tutto qua. Non c’è niente dell’orgasmo che rende ambigua la foto in copertina, facendole strizzare gli occhi e le narici, alimentando la tensione di collo e fronte che stanno per distendesi nella piccola morte. Nel caso di Jude c’è solo una morte ritardata, rimandata, che fa sbiancare, che fa frantumare i denti, non stringere le labbra, che ti cava gli occhi quando non te li sbarra, certo non te li fa contrarre per un’estasi in arrivo.
Il romanzo è stato definito, fin dalla quarta di copertina dell’edizione Sellerio, “Vasto come un romanzo ottocentesco”, ma di ottocentesco non ha nulla, e di libri con mille pagine e passa ce n’è forse più ora che prima. Narrativamente, si pone dopo tutto, persino dopo le questioni identitarie. Che i suoi protagonisti siano etero o omo o neri o bianchi o credenti o non credenti influisce pochissimo sulle sue sorti, sono post-identitari; influisce, semmai, se abbiano figli o no, se abbiano avuto genitori o no, se siano stati violentanti e se si sia poi mai saputo o no. Formalmente non ci sono particolari invenzioni, la voce narrante potrebbe definirsi ottocentesca, eterodiegetica com’è, ma la qualità delle sue riflessioni e delle sue competenze e il come le combina per portare avanti il racconto, la sua totale mancanza di reticenza al proposito del suo materiale umano scoperchiato, è completamente contemporanea. La domanda più oziosa ma non meno urgente che resta è: il romanzo di Hanya Yanagihara, questo suo lavoro di invenzione, è realistico? Da un punto di vista oggettivo: nulla esclude che una vita possa eseguirsi come la vita di Jude St. Francis; dietro la domanda sul realismo se ne prepara però una ben più insopportabile: se il romanzo è realistico, allora è vero che esiste un dolore fisico e doppiamente emotivo contro cui nulla può né il successo né l’amore ricambiato né nulla? Esiste il dolore perfetto che condanna all’autismo emotivo? Non posso scrivere null’altro di Una vita come tante. Ne scriverò.
Antonio Coda
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saggiosguardo · 7 years ago
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Recensione: Logitech Craft, la tastiera bella con la rotella
Uno dei problemi che si incontra quando si giudica un prodotto è quello di definire il metro di valutazione. Conviene cercare di rimanere completamente distaccati o far pesare le proprie considerazioni personali? Io ho sempre provato a bilanciare le due cose, consapevole che l'oggettività assoluta non sia raggiungibile e che una misurazione del tutto asettica non sia poi così interessante. In sostanza parto da una semplice lista di pro e contro su cui faccio pesare la mia personale preferenza con una piccola variazione sul voto sintetico. Non è una scienza esatta, infatti ho già pensato più volte di rimuovere completamente le "stelline", ma sono comunque utili per capire a colpo d'occhio se un prodotto merita o non merita attenzione. Il tentativo di mantenersi il più possibile oggettivi può anche portare a storture e la prima che mi viene in mente riguarda il mouse Logitech MX Master. Nella mia recensione gli ho dato 4 stelle, perché mi sono costretto a mettermi dalla parte dell'utente Mac "tipo" abituato a certe indubbie comodità del Magic Mouse (recensione). E l'ho fatto con tale convinzione che le poche note negative rilevate mi sono state sufficienti a metterlo da parte. Per fortuna non do mai nulla per scontato, neanche le mie stesse considerazioni, così l'ho tenuto e gli ho dato un'altra chance più in là. Usando il mouse Apple nelle settimane successive a quella prova, mi rendevo conto di quanto mi mancasse l'ergonomia dell'MX Master, l'efficienza del dongle Unifying rispetto al Bluetooth e la possibilità di ricarica durante l'uso. La scena del topo in fin di vita in sala rianimazione mette costantemente alla prova la mia fiducia negli ingegneri e designer di Apple. È finita che in pochi mesi sono diventato dipendente dagli MX Master, al punto da averne collezionati diversi per ritrovarlo su ogni postazione (a breve pubblicherò anche la recensione dei nuovi 2S).
Sempre in ottica di oggettività ho dato 4 stelle alla tastiera Logitech K780 (recensione), ma anche queste salirebbero a 5 se dovessi far pesare solo il mio giudizio soggettivo. Pur non essendo esente da difetti, è senza dubbio la migliore tastiera che io abbia usato negli ultimi 10 anni. È compatta pur avendo il tastierino numerico, ha una linea semplice ma elegante, i tasti hanno una corsa non brevissima ma sicura e si abbina a 3 dispositivi insieme, con un supporto che uso sempre più spesso per poggiare lo smartphone e liberare la scrivania (per giunta diventato ancora più comodo con iPhone X e lo sblocco con Face ID). Usa tradizionali batterie AAA invece di quelle integrate agli ioni di litio, ma io lo preferisco perché mi basta un attimo per ritornare operativo e non devo avere fili sulla scrivania. Logitech è certamente il mio brand preferito quando si tratta di mouse e tastiere, perché riesce a combinare l'efficienza con uno stile gradevole. Uso anche prodotti di Razer, Mionix, Cooler Master, ecc... ma in quel caso non mi posso dire altrettanto soddisfatto dal punto di vista della compatibilità con macOS e dallo stile, specie adesso che sto usando quasi sempre iMac. Per tornare alla K780, ho sempre pensato che l'unico aspetto davvero migliorabile fosse la mancanza di retroilluminazione, ma quando ho visto la Logitech Craft ho capito che si poteva fare ancora meglio.
Molto sinteticamente, si tratta di una tastiera estesa (con layout e dimensioni identiche rispetto quella Apple) con nuovo design, materiali e colori più professionali, tasti retroilluminati, batteria integrata con ricarica USB-C ed una curiosa "rotella" sopra il tasto Esc. A tutto questo si aggiungono i vantaggi già noti della K780, tra cui associazione con 3 diversi dispositivi, dongle Unifying, supporto Mac/PC. Inutile dire che l'ho preordinata immediatamente. Viste le premesse e visto che si tratta di un prodotto in cui l'ergonomia e l'esperienza personale sono fondamentali, mi permetto di passare in modalità 100% soggettiva per raccontarvi come sono andate le mie prime due settimane con la Craft senza perdermi in troppi tecnicismi. Il primo impatto è stato davvero molto positivo: ritengo sia una tastiera bellissima. Ma non solo, l'uso di alluminio nella parte alta e i colori scuri (forse ideati per un abbinamento perfetto con l'iMac Pro), la rendono super professionale. I tasti non sono tondi come quelli della mia adorata K780, ma vi è comunque una bizzarra forma convessa e circolare all'interno di quelli principali. Esteticamente è un dettaglio che non ho ancora del tutto digerito ma penso che l'idea fosse quella di accogliere bene le dita, come nell'altra, mostrandosi al tempo stesso più tradizionale (probabilmente si sono accorti che tanti ritengo i tasti circolari brutti o scomodi solo basandosi sulle immagini).
Non c'è dubbio che la qualità costruttiva sia ottima e superiore alla K780, lo si avverte anche dalla precisione con cui sono realizzati i singoli tasti. L'escursione è inferiore, quasi identica alla Wireless Keyboard di Apple, mentre a dispetto del nome (Craft..) siamo ben distanti da quella sottiletta che è la Magic Keyboard. Quest'ultima la uso con soddisfazione sull'iMac di casa, è compatta ed elegante, ma quando devo scrivere tanto preferisco avere dei tasti un po' più consistenti. Pur con ottime premesse, devo ammettere che l'esperienza di scrittura della Craft non mi ha convinto del tutto. Questo mix di tasti ampi che richiedono però una delicata pressione mi ha portato a compiere diversi errori di battitura all'inizio. Dopo qualche giorno mi sono trovato meglio, alla fine ci si può abituare a qualsiasi cosa, ed ho iniziato ad apprezzare quanto sia silenziosa e leggera. Parlando di valutazioni meramente soggettive, però, quando scrivo in velocità preferisco i tasti "secchi" della K780 rispetto a questi più "raffianti" della Craft.
L'apprezzamento ritorna alle stelle per via della retroilluminazione. Mi capita spesso di digitare la notte in penombra e anche se non guardo i tasti mentre scrivo, poterli vedere aiuta a prendere le misure ed a localizzare quelli meno "battuti" quando servono. Inoltre nella Craft si spengono quando ci si allontana ma vi è un sensore di prossimità per cui basta avvicinare le mani (senza premere tasti) per vederla accendersi. Inutile dire quanto sia cool questa cosa. Viene proprio da chiedersi: ma che aspetta Apple a mettere la retro-illuminazione nelle tastiere wireless? Probabilmente aspetta che vi siano batterie ad energia negativa che aprano un tunnel spazio temporale per una alimentazione infinita... perché quelle attuali non sono adatte. A meno di non disattivare questa utilissima funzione, la Craft si scarica ogni 3gg con il mio uso. Forse può arrivare a 5 o persino 7 per chi non digita molto, ma resta comunque una gran seccatura.
C'è da dire che hanno posizionato in modo intelligente la porta USB-C, perché si trova di lato e scorre di fianco alla base del monitor per risultare più discreta. L'ho dovuta ricaricare così di frequente che alla fine ho lasciato il cavo sempre lì e nell'ultima settimana non l'ho proprio staccato (anche se questo fa mantenere la retroilluminazione sempre attiva a meno di non spegnerla dai tasti funzione).
Il problema più grosso che ho avuto con la Craft è un altro e non l'ho risolto neanche con l'abitudine nei primi 20gg. Essendo estesa è larga 43cm (contro i 38 della K780) e quei 5cm mi hanno portato a sentirmi scomodo tutto il giorno. Ognuno ha il suo modo di scrivere al computer e io tengo la tastiera leggermente inclinata, ma proprio poco, con il blocco centrale quasi perfettamente in linea con il centro dello schermo. Per la distanza vario a seconda della seduta, la avvicino se mi stravacco, ma quando la sposto orizzontalmente da quella posizione devo tenere le spalle in tensione e mi ritrovo col torcicollo. È esattamente quello che mi è successo con la Craft, perché non posso metterla "al punto giusto" in quanto quei 5cm in più sul lato destro mi limitano il movimento del mouse o mi costringono a tenere il braccio destro teso per allontanarlo quanto basta da non urtare la tastiera. Ribadisco che la tastiera ha la stessa larghezza di quella estesa di Apple che moltissime persone utilizzano con soddisfazione, giusto per chiarire ancora una volta che di giudizio soggettivo si parla.
Altra cosa che proprio non mi è andata giù è il posizionamento del tasto Fn a destra. Io lo uso spesso in combinazione con quelli funzione nei software professionali di fotoritocco e montaggio, e mi abituo facilmente se si trova più a sinistra o destra (nella K780 è invertito rispetto alla posizione sulle tastiere Apple ma riesco ad usarle entrambe senza problemi), mentre nella Craft lo hanno messo a destra della barra spaziatrice. Quindi tutte le shortcut in cui devo unire più tasti funzione e che di norma faccio con una sola mano (la sinistra), ora mi costringono ad usarne due o addirittura a cambiare completamente mano. Considerando che nasce per i professionisti, mi pare davvero assurdo che non abbiano ragionato su queste cose.
Ho tenuto per ultimo il discorso sul "pulsante girevole" (che è il nome ufficiale della rotella), che inizierei con: ma cosa diavolo hanno tutti contro il tasto Esc? Prima Apple me lo mette nella Touch Bar del portatile facendolo premere per errore quando non serve e avendo difficoltà a premerlo rapidamente quando invece serve, soprattutto per l'assenza di feedback fisico che nelle combinazioni a due o tre tasti è difficile da mandare giù se gli altri sono fisici. Poi Logitech mi piazza questa rotella che si erge per circa 1,5cm proprio sopra il tasto Esc. Risultato: nel movimento muscolarmente acquisito per arrivare lì, urto sempre sul bellissimo pulsante girevole (che è sensibile anche di lato ed è facile far danni). Ho provato a contare e ieri ho premuto Esc 37 volte in un giorno e non penso fosse un record. Sarò un Esc-addicted, forse, ma è comodo in mille circostanze oltre ad essere pulsante attivo in altre (vedi ad esempio la chiusura forzata delle applicazioni). Ancora: io mi posso abituare a tutto, l'ho fatto altre volte in passato e non mi pesa, ma perché dovrei farlo ora? Qual è il vantaggio di questo pulsantone girevole?
La domanda la rivolgo a voi perché io ancora non l'ho capito, ma inizio a descrivervelo. Può effettuare tre azioni principali collegate a: pressione, rotazione e pressione più rotazione. La pressione è fisica, fa proprio clic, ma rileva il tocco attivandosi anche sui lati... per cui tu poggi la mano da quelle parti e lei ti fa ciao eseguendo comandi random e mostrandoti delle schermate in sovrimpressione. Cose belle, insomma. Nella configurazione di default mi pare che le due rotazioni fossero correlate e luminosità dello schermo e volume. Beh, dai, una cosa carina. Certo puoi già farlo da sempre coi tasti, ma vuoi mettere quant'è divertente girare una rotella?
Il problema è che la luminosità non funziona sull'iMac, al punto che ho dovuto settarla manualmente su due combinazioni di tasti e poi usare una configurazione personalizzata su Logitech Options per attivarne uno andando verso destra e l'altro verso sinistra (penso un aggiornamento software risolverà). Così funziona, ma se già era imprecisa prima in questo modo è pessima. Va a scatti, tentenna, poi salta di colpo. Meglio usare i tasti. Per il volume però... ecco, quello da me non funziona nemmeno, ma questa volta è colpa mia visto che uso una scheda audio esterna. La pressione ho pensato un po' a come sfruttarla ma proprio non mi è venuto in mente niente. Ho provato con lo screenshot delle finestre visto che è un'operazione che eseguo mille volte al giorno, ma proprio per questo sono così abituato a premere ⌘⇧4 che mi dimentico della rotella.
Tutto questo vale per il Finder, ma l'utilità del pulsante girevole è che si può configurare con funzioni specifiche per le applicazioni professionali. Questo era sostanzialmente il claim di Logitech. Infatti io speravo di poterla usare per definire i valori di correzione su Lightroom ma poi ho notato che manca il plugin per questo software e manualmente non si riesce ad ottenere un risultato decente.
La lista di app supportate è abbastanza lunga ma quelle per cui esistono profili specifici sono poche. Nel mio caso due browser e quattro app di Adobe. Allora ho provato con Photoshop e devo dire che qualcosa fa, ma non quello che vorrei. In pratica consente di agire su quattro cose (luminosità, contrasto, saturazione e metodo di fusione), andando a creare dei livelli di regolazione.
Il tutto viene gestito con una grafica a schermo di Logitech, non con quella nativa di Photoshop, e si passa da un controllo all'altro con il semplice tocco. Semplice nel vero senso della parola perché basta soffermarsi un attimo o sfiorare sui lati la rotella nel momento sbagliato, tra una rotazione e l'altra, e si passa al controllo successivo (4 tocchi ti fanno fare il giro e ripartire da dove eri). Quando userei una cosa del genere? Assolutamente mai. È veloce, questo sì, ma non è precisa e fa cose piuttosto banali per quanto mi riguarda. Ho provato ad ottenere risultati più interessanti andando nella personalizzazione manuale della rotella, però è un gioco sterile perché la rotazione richiede elementi "fluidi" e non la simulazione di successive pressioni dello stesso tasto o combinazione. Dove funziona molto bene (almeno con Photoshop) è nello zoom.
Conclusione
Io ho preso uno strumento come la Logitech Craft e ho provato a vedere se potesse piegarsi alle mie esigenze. Il risultato è stato un secco no, sia in termini di ergonomia che di funzionalità. Messe da parte le mie aspettative e considerando quella rotella come un simpatico "di più", gli ho trovato una collocazione decente per cambio desktop sul Finder o lo zoom di Photoshop, ma comunque poca roba e nulla di cui non si riesca a fare a meno. Confermo l'iniziale sensazione sulla qualità, infatti i tasti rimangono piacevoli e silenziosi nel tempo. Ma per quanto questa Craft sia bella, completa, solida e con un pizzico di originalità, ho ripreso ad usare la K780. Mi sembra che Logitech abbia centrato molti obiettivi con la Craft, perché è senza dubbio la loro tastiera migliore in termini di immagine, con un design moderno, materiali pregiati e funzioni originali; ma quella rotella lì, che doveva essere elemento di svolta per i professionisti, è in realtà un piacevole gioco per geek e principianti. L'avrei usata comunque, anche solo per la retroilluminazione  – ma con cavo sempre connesso, altrimenti è una schiavitù – e per il design, ma purtroppo il problema dell'ergonomia dovuto alla sua larghezza è per me insormontabile. A parte questo, c'è da dire che costa tanto. Io l'ho pagata circa 200€ mentre oggi si compra su Amazon a 175€. Onestamente non ne faccio un problema, perché è uno strumento che uso tantissimo, più dell'auto, del microonde o del TV, per cui si merita le mie attenzioni e la spesa, però non è esattamente la ciambella col buco che avrei voluto. L'anno scorso ho detto che Logitech stava sbagliando le scelte cromatiche, perché non aveva un mouse ed una tastiera per Mac abbinabili, ed hanno fatto i nuovi MX Master 2S che sono bellissimi e con colori indovinati. Sarà stato sicuramente un caso ma io ci riprovo: partendo dal layout fantastico della K780 e dai suoi tasti circolari (comodissimi), metteteci il design e i materiali della Craft ed avete fatto tombola. Va bene anche la retroilluminazione, se uno la vuole sempre attiva attacca il cavo e via, ma sta cosa rotante o la fate funzionare bene o la evitate e riducete il prezzo. Un consiglio: buttate un occhio al progetto Midi2LR o al Loupedeck. Non dico che si debba arrivare a quei livelli, ma anche una sola manopola potrebbe essere molto utile se ben integrata all'interno dei software più amati dai professionisti. Altrimenti finisce che la usiamo per trastullarci a passare da uno schermo all'altro o per modificare il volume, cose che si fanno benissimo con mouse e tastiere tradizionali.
PRO  Design elegante con colorazione indovinata  Costruzione ottima, il metallo in cima è un ottimo tocco  Layout esteso completo  Tasti ampi e abbastanza precisi  Retro-illuminazione con sensore di prossimità  Possibilità di connessione su 3 dispositivi  Presenza dell'ottimo dongle Unifying oltre al normale uso Bluetooth  Sfiziosa "rotella" programmabile  Batteria integrata..
CONTRO Prezzo alto Il pulsante girevole non si integra bene con le app professionali Il pulsante girevole sensibile al tocco anche di lato è spesso un problema Con la retro-illuminazione attiva la batteria dura niente Non tutti amano questo layout, la soluzione intermedia della K780 mi sembra migliore
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