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I Testimoni di Geova accusano “Zona Bianca”: “Racconti falsi e discriminatori contro di noi”
I Testimoni di Geova sono intervenuti pubblicamente per esprimere la loro profonda preoccupazione in merito ai contenuti trasmessi nella puntata del 21 marzo 2025 della trasmissione “Zona Bianca”, in onda su Rete 4. In una nota ufficiale pubblicata sul loro sito, l’organizzazione religiosa ha definito quanto mandato in onda come una rappresentazione “gravemente distorta e discriminatoria”,…
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CONTRO LA TEOCRAZIA IRANIANA
Sono pauroso. Sono pigro. Lo dico subito, perché se c'è una cosa che odio è l'autonarrazione eroica. Ma nel mio modo imperfetto, con tutte le mie fragilità, con le mie paure, con le mie debolezze, sono contro.
Sono sempre stato di sinistra e dal 31 dicembre 2019 (sì, mi sono segnato la data), sono anarchico.
Io sono contro in un modo singolare. Perché mi dicono che essere contro certe cose è sbagliato.
Vi faccio un esempio. Sono contro la teocrazia iraniana. Ecco, a quanto pare non va bene. Faccio male. Faccio il gioco di qualcuno. Lo sto leggendo dappertutto.
Non conta il fatto che io sia ferocemente critico nei contronti degli Stati Uniti, della Nato, dell'Unione Europea, dell'imperialismo occidentale, dello sterminio compiuto dall'esercito israeliano a GAZA, del colonialismo in Cisgiordania. Se critico la teocrazia iraniana, per incantesimo mi trasformo in un alleato della CIA e in un esportatore di democrazia. E ovviamente divento un islamofobo.
E allora vorrei chiarire un concetto, a costo di essere antipatico.
Io, proprio perché libertario, non intendo la rivoluzione sociale come imposizione delle mie idee. Quindi sgombriamo il campo da concetti come "esportazione della democrazia".
La tua comunità segue determinate regole religiose considerate sacre? Non ho nulla in contrario. Nulla. E quando visito un tempio mi comporto con educazione. Sono ateo e anticlericale, ma rispetto la spiritualità delle altre persone.
Ma allora in che senso sono contro la teocrazia iraniana? Voglio imporre il modello occidentale? No. Ve l'ho detto, io non impongo niente a nessuno.
Di sicuro non chiederò mai alle donne musulmane di rispettare canoni di vestiario occidentali per adeguarsi a una certa visione del mondo. Lo fanno i leghisti. Lo fanno i suprematisti occidentali. Io non lo farò mai.
Allo stesso modo, per me la gente in Italia può rispettare tutte le regole imposte dal cristianesimo. Io non scelgo al posto degli altri. Io non dico agli altri come vivere.
Ma quando una donna, nei paesi musulmani e in occidente, lotta per rivendicare il suo diritto all'autodeterminazione e cerca di liberarsi dai vincoli imposti della religione (a cominciare da quella cristiana), io sono dalla sua parte. E nel mio piccolo appoggio la sua lotta contro l'istituzione, la teocrazia o la chiesa che vuole dirle come vivere.
Torniamo alla teocrazia iraniana. So per certo che gode di grande consenso. Supponiamo pure che questo consenso sia pari alla stra-grande maggioranza della popolazione. Ma c'è una minoranza oppressa che si ribella. E la sua ribellione viene schiacciata con una repressione spaventosa.
Sostengo la lotta delle minoranze oppresse in Italia, negli USA, in Iran, in qualsiasi posto nel mondo.
E aggiungo un'ultima considerazione: il vero razzismo mi sembra quello delle persone che di fronte alle ribellioni delle donne iraniane pensano sempre che ci sia dietro l'occidente. Perché ci stanno dicendo che le donne iraniane non sono capaci di pensare con la loro testa. Ci stanno dicendo che le donne iraniane non posseggono il concetto di ribellione contro il potere, a differenza di noi occidentali. Ci stanno dicendo che la storia, nel bene e nel male, è fatta solo dall'occidente.
È così difficile essere contro tutte le ingiustizie, senza tollerarne alcune perché hanno "la bandiera giusta"? [L'Ideota]
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Lettera aperta - Olimpiadi
La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è la rappresentazione plastica di come certi eventi di caratura internazionale siano un’operazione di indottrinamento delle masse, volta ad attuare una riformattazione dei costumi, se non antropologica, delle cosiddette società occidentali.
Malgrado il dietro front di chi lancia il sasso per poi nascondere la mano con l’incalzare delle polemiche, alludendo a margine delle scuse ufficiali che la disposizione attorno a un tavolo di transessuali agghindati ad arte per l’occasione, manco le Olimpiadi siano il Carnevale di Rio de Janeiro, non sia una caricatura blasfema dell’Ultima Cena rappresentata dal Da Vinci, ma secondo la direttrice della comunicazione delle Olimpiadi Anne Descamps e Thomas Jolly, il direttore artistico (se così possiamo definirlo) della cerimonia, si voleva invece educare alla tolleranza e alla comunione.
Le Olimpiadi quali giochi che si svolgevano in Grecia iniziavano con celebrazioni religiose in favore di Zeus e si concludevano con la premiazione degli atleti vincitori, vennero riprese in epoca moderna a fine ‘800, ma sempre hanno conservato un universo estetico e simbolico arcaico proprio di quella civiltà ellenica che ha permeato l’Europa: dalla fiamma olimpica alla traslazione in altre nazioni a testimoniarne l’universalità.
E con la competizione insita nella natura dell’essere umano di confrontarsi con avversari al proprio pari, si veicolava un’immagine di sé salubre, forte ed atletica. E quindi indiscutibilmente bella. Perché nonostante le infezioni culturali contemporanee che propinano un relativismo tout court, esiste un canone oggettivo della bellezza, che la classicità ci suggerisce da tempi immemori che è rappresentato dall’armonia delle forme e da un ordine che è sintesi dell’unità che domina la diversità.
Bellezza, ordine, sostanza e FORMA. Ciò che abbiamo interpretato e riprodotto in tutti gli ambiti e in ogni epoca. Fino ad oggi. Perché noi siamo europei e proveniamo da una Civiltà.
Di contro, ciò che più di ogni altra cosa mina l’esistenza di una civiltà è l’informe. Perché l’assenza di Forma genera una sostanza malata. E là dove la sostanza è malata, la bellezza non può trovare posto e si finisce inesorabilmente per imbruttirsi. Prima nel singolo, poi nella moltitudine e infine nella società. E quindi si avvia il declino di una civiltà in decadenza.
E quando una società è decadente si può arrivare ad assistere all’esibizione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi con un personaggio come Barbara Butch investita dal ruolo di frontman.
Conferitole recentemente il premio di personalità LGBT dell’anno per via della moltitudine di battaglie coraggiosissime a difesa delle minoranze arcobaleno condotte temerariamente al fianco di pressoché tutte le multinazionali, dei magnati della finanza e del mainstream globale. Allora comprendiamo perfettamente che il concetto di Forma quale riflesso di bellezza e di un ordine superiore suggeritoci dalla classicità dei greci, quegli europei che hanno dato vita alle Olimpiadi nel 776 a.C., difficilmente possa attecchire su chi come Barbara Butch conduce audacemente crociate in difesa de “l’accettazione dei grassi”.
Perché l’immagine della cerimonia inaugurale in salsa woke è la più fulgida rappresentazione di come sia ripugnante l’esaltazione delle devianze promosse da chi essendo informe per natura, ha in spregio tutto ciò che essendo bello e giusto secondo natura, costituisce saldezza e ancoraggio: la famiglia e la Nazione, la Cultura e l’identità.
L’agenda cosmopolita della società aperta in fase di consolidamento mira alla distruzione di questi cardini e opera attraverso il condizionamento sociale di una propaganda che si fa sempre più spinta e pervasiva.
Nell’industria dell’intrattenimento, quella cinematografica, musicale o sportiva come in questo caso, ormai è prassi ordinaria rendere espliciti aspetti occulti di un certo misticismo sinistro: dall’ostentazione di modelli devianti per giungere all’esposizione di immagini sempre più spesso esplicitamente sataniste.
Ci chiediamo se eventi come Eurovision, Berlin Fashion Show e Super Bowl ad esempio attraverso performance altamente simboliche, non siano rivelatrici di un retroterra “esclusivo” che rappresenta egregiamente Sodoma e Gomorra: costumi BDSM, ballerini vestiti da donna in perizoma, cantanti che si esibiscono nudi, sesso omosessuale di gruppo praticato in un bagno sporco, croci rovesciate, streghe e demoni che si accoppiano al centro di un pentagramma, adulti che posano davanti alle cineprese con genitali esposti in presenza di bambini.
Vorremmo esimerci anche solo dal pronunciare certe oscenità per via della natura scabrosa di certi contenuti, se non fosse che vengono trasmesse in mondovisione sintonizzando centinaia di milioni di ascoltatori, sdoganando e normalizzando un passo alla volta le più infime degenerazioni dell’uomo mascherate da creatività, arte e inclusività.
Una poderosa macchina di propaganda mondiale che aspira a cancellare le identità nazionali e sovvertendo le religioni, i costumi e le tradizioni dei popoli, mira a scalzare ciò a cui siamo profondamente legati con lo squallore di una “cultura” globale indifferenziata che si esibisce in tutta la sua ripugnanza.
Ferocemente
-Kulturaeuropa
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[...] I cittadini americani si son resi conto della truffa ai loro danni e non ritengono tollerabile un genocidio compiuto in loro nome e a loro spese. Ma è tutto l’Occidente ad avere le mani sporche di sangue e da decenni. L’Europa vende armi e a priori sostiene Israele che in molti ambiti è inspiegabilmente trattato come un membro dell’Unione. Il banale fatto, ad esempio, che le squadre di calcio israeliane partecipano alle coppe europee non ha nessun senso. Israele è in Medio Oriente, in un altro continente. L’Europa adotta vergognosamente un doppio standard. L’esistenza della Palestina viene istituzionalmente ignorata dai paesi europei che nel frattempo nel mondo non hanno esitato a bombardare in nome della democrazia e dei diritti umani, mentre ad Israele hanno sempre concesso tutto facendo spallucce anche davanti a palesi violazioni del diritto internazionale. Questo grazie alla potenza della lobby pro Israele, grazie a rigurgiti di antichi sensi di colpa come nel caso delle grottesche posizioni tedesche ma anche grazie a tanta ipocrisia e conformismo. Da sempre chiunque in Occidente alzi la testa ed osi criticare la politica israeliana viene accusato a vanvera di antisemitismo e rischia la carriera. Per emergere nella politica e nel giornalismo e in tutte le posizioni pubbliche che contano, bisogna farsi un giro in sinagoga. Quasi tutti i primi ministri di paesi come l’Italia, ad esempio, sono storicamente corsi a Gerusalemme al muro del pianto prima di entrare a Palazzo Chigi. Prassi dalle ragioni storiche anche comprensibili ma che col tempo sono state manipolate ed hanno assunto tutt’altro senso. In Europa cresciamo a pane ed olocausto e ricordiamo di continuo quelle indegne atrocità, ma lo facciamo come se l’umanità non ne avesse compiute di molte altre. Un feticismo della memoria che col tempo è degenerato in propaganda politica. Non si può dire una parola contraria ad Israele senza venire accusati di odiare gli ebrei. Ma l’antisemitismo non c’entra nulla, gli ebrei soffrono dell’odio da parte di una minoranza di ignoranti fanatici come del resto lo soffrono tutte le altre minoranze religiose e culturali. L’antisemitismo è figlio di una vomitevole ignoranza ma che anima tutte le forme di discriminazione. È inaccettabile l’odio verso gli ebrei come è inaccettabile odiare chiunque e lo è ancora di più se si tratta di un odio che nasce da superficiali generalizzazioni di categoria e stupidi stereotipi. Ma l’antisemitismo non centra assolutamente nulla, è solo una delle tante leve con cui la lobby pro Israele ha trascinato il mondo fino a questo punto, rendendo di fatto le democrazie occidentali complici del genocidio in corso a Gaza come in tutta la Palestina. E da anni, non da mesi. [...]
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IL PAKISTAN CANCELLA L’OBBLIGO DI IMPARARE IL CORANO

l Ministero federale dell’Istruzione e della formazione professionale del Pakistan ha approvato il “Curriculum per l’educazione religiosa” che abolisce l’obbligatorietà di dover seguire gli studi islamici per gli studenti dalla prima elementare alla scuola superiore.
La notifica annunciata ufficialmente dal governo riguarda il percorso educativo degli studenti pakistani che appartengono a religioni diverse dall’Islam e che potranno seguire dei percorsi più generici e non coercitivi per sviluppare l’educazione religiosa e morale. D’ora in poi, gli studenti non dovranno più necessariamente studiare il Corano e impararlo a memoria come una materia scolastica obbligatoria che influiva sui voti e sulla promozione. “Dal 2004 lavoriamo sul tema dell’educazione religiosa per gli studenti delle minoranze. Dopo una lotta durata 20 anni in cui ci siamo appellati a diversi organismi, istituzioni, governi e alla Corte Suprema, il governo pakistano ha finalmente riconosciuto questo diritto. Siamo grati alla Segreteria del Consiglio Nazionale e a tutte quelle organizzazioni che, come noi, si impegnano a garantire che tutti gli studenti abbiano uguali diritti e opportunità senza discriminazioni e che il pluralismo sia preservato” ha dichiarato Anjum James Paul, insegnante a capo dell’Associazione degli insegnanti delle minoranze pakistane. “Secondo l’articolo 22 della Costituzione pakistana”, ha detto il professore, “nessuna persona che frequenta un istituto scolastico è obbligata a ricevere un’istruzione religiosa, a partecipare a cerimonie religiose o a seguire un culto religioso diverso dal proprio”. “Il governo in Pakistan deve proteggere questo articolo al fine di eliminare ogni forma di intolleranza”.
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Fonte: Ministry of Federal Education of Pakistan; Fides; foto di Alena Darmel
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L’attentato a Fico e l’imbarazzo a condannare chi spara al “cattivo”
Il caso del primo ministro slovacco ricorda l’assassinio di Pim Fortuyn. Anche allora a sparare fu un “buono” sobillato da campagne di stampa che demonizzavano l’avversario politico
L’attentato alla vita del tre volte primo ministro slovacco Robert Fico dell’altro ieri fa venire alla mente il più politicamente importante assassinio degli ultimi anni sul continente europeo, quasi coincidente per data: l’omicidio, all’uscita dalla sede di una radio privata a Hilversum in Olanda il 6 maggio 2002, di Pim Fortuyn, leader di un movimento che portava il suo nome e da molti pronosticato come il futuro primo ministro olandese, se non all’indomani delle elezioni politiche allora previste per il 15 maggio molto probabilmente dopo quelle successive.
Cos’ha in comune col caso di ventidue anni fa quello che è accaduto mercoledì? Due cose: l’orientamento politico degli attentatori, entrambi esponenti di una sedicente sinistra non violenta, e la demonizzazione mediatica del personaggio politico colpito.
Chi è Juraj Cintula, che ha sparato a Fico
Volkert van der Graaf, l’assassino di Pim Fortuyn, era un attivista ambientalista e animalista specializzato in cause giudiziarie contro gli allevamenti intensivi di animali da carne e da pelliccia, vegano e autoproclamato difensore delle minoranze religiose ed etniche; il percorso politico di Juraj Cintula, lo sparatore di Handlova, è più accidentato, e comprende anche un avvicinamento al gruppo paramilitare di estrema destra e filorusso Slovanski Branci all’inizio del 2016, ma pur condividendo alcuni degli ideali “patriottici” del gruppo è proprio alla fine del 2016 che Cintula fonda il movimento politico Hnutie proti nasiliu, che significa letteralmente “Movimento contro la violenza”, e che mutuava palesemente il nome dal partito ideologicamente centrista che nel 1990 aveva vinto le prime elezioni libere dopo la fine del comunismo nella Slovacchia a quel tempo ancora unita alla Repubblica Ceca: il “Pubblico contro la violenza”, poi sciolto nel novembre 1992.
Scriveva Cintula per spiegare la vocazione del nuovo partito: «La violenza è spesso una reazione delle persone, una forma di espressione di semplice insoddisfazione per la situazione. Cerchiamo di essere insoddisfatti, ma non violenti! […] Ogni persona normale rigetta la violenza. Il nostro scopo è unire il popolo, preservare la pace e restaurare la democrazia. È molto difficile perché nessuno ha più fiducia nel prossimo. Il mondo è pieno di caos e di odio».
Cintula aveva condannato l’aggressione russa all’Ucraina nel febbraio del 2022. Due anni e tre mesi dopo ha sparato contro il capo di governo più filorusso fra quelli dei paesi dell’Unione Europea.
Se a uccidere sono i “buoni”
Quando ad assassinare o a cercare di uccidere personalità politiche sono i “cattivi”, il raccapriccio è grande ma lo stupore è poco. Che neonazisti, estremisti di destra o semplici criminali prendano a bersaglio politici mainstream è considerata una tragica eventualità che non si può mai escludere, e che la cronaca ha più volte registrato. La deputata laburista Jo Cox uccisa il 16 giugno 2016 nei pressi di Leeds, Walter Lübcke, presidente cristianodemocratico del Consiglio regionale della cittadina tedesca di Kassel ucciso il 2 giugno 2019, il sindaco di Danzica Pawel Adamowicz di Piattaforma civica assassinato il 14 gennaio 2019 sono caduti vittime del demone esecrato in tutta Europa: il nazifascismo e le sue reincarnazioni nel ventunesimo secolo.
Ma quando a uccidere o a tentare di uccidere sono i “buoni”, quelli che difendono il diritto alla vita degli animali o che pontificano di non violenza, l’imbarazzo è grande, il disagio palpabile, e si cerca di parare il colpo spiegando che sì, Juraj Cintula faceva il tifo per Slovacchia progressista, il partito liberal-progressista ed europeista avversario di Fico, e aveva preso parte a manifestazioni antigovernative, ma detestava i rom e il gioco d’azzardo, e aveva avuto legami con Slovanski Branci. Oppure si chiama in causa la malattia mentale, come nel caso di Volkert van der Graaf (disturbo ossessivo-compulsivo della personalità), tralasciando che anche l’assassino di Jo Cox, il simpatizzante neonazista Thomas Mair, soffriva dello stesso disturbo.
I timori prima dell’attacco
Il disordine mentale degli attentatori può certamente avere a che fare con le aggressioni a persone importanti, ma prima c’è sempre una spinta che fa perdere l’equilibrio a una mente instabile, o a una personalità sofferente per i più disparati motivi: la demonizzazione di una determinata personalità politica è certamente uno dei fattori decisivi che spingono soggetti psichicamente fragili a commettere l’irreparabile.
E Pim Fortuyn e Robert Fico sono stati fortemente demonizzati dai media e dagli avversari politici per le loro dichiarazioni, certamente forti e certamente spesso non condivisibili, o nel caso del leader slovacco per i suoi atti politici attuati o progettati. L’accademico e scrittore olandese era accusato di islamofobia, xenofobia, antimulticulturalismo e di spingere la società olandese verso lo scontro aperto fra maggioranza autoctona e minoranze immigrate; Fico è considerato un populista di sinistra scivolato all’estrema destra, quinta colonna di Vladimir Putin, intento a ridurre gli spazi di libertà d’espressione dei media e della società civile, e a ostacolare la lotta contro la corruzione e la grande criminalità.
La virulenza con cui queste accuse sono state portate contro di loro, ha spinto entrambi i politici alle stesse conclusioni. Pim Fortuyn aveva espresso il suo timore di essere ucciso sei settimane prima di essere trucidato; Robert Fico aveva manifestato convinzioni analoghe in un’intervista del 10 aprile scorso: «Stanno maledicendo oscenamente i politici del governo per le strade», aveva detto. «E sto solo aspettando di vedere quando questa frustrazione, così intensamente aggravata da Denník N [un giornale di opposizione, ndt], Michal Šimečka [leader dell’opposizione liberale, ndt] e Aktuality.sk [sito web di notizie, ndt], si tradurrà nell’omicidio di uno dei principali politici del governo».
Parole violente
La violenza del linguaggio prepara sempre la violenza nei fatti. A volte la violenza è organizzata, come nello squadrismo fascista e nazista degli anni Venti e Trenta e nel terrorismo rosso degli anni Settanta, a volte è opera di lupi solitari fanatizzati, come in questo primo quarto del XXI secolo. La pubblica opinione europea che guarda con sgomento alla possibilità che i propri paesi siano trascinati prossimamente in una guerra con la Russia e i suoi alleati dovrebbe cercare di non perdere di vista il rischio che l’Europa sia investita da tante guerre civili all’interno dei suoi stati anziché da una grande guerra fra stati.
La radicalizzazione dell’inimicizia politica, alimentata dalla logica delle bolle dei social network e dalla virtualità dei rapporti online che elimina i freni inibitori, spinge nella direzione della guerra civile nel mondo reale. Il processo pare più avanzato negli Stati Uniti, ma l’Europa evidentemente non ne è immune.
In questo contesto, risulta assolutamente spiacevole che Donatella Di Cesare, che aveva dato al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida del “governatore neo-hitleriano”, sia stata prosciolta dall’accusa di diffamazione. Il via libera alla demonizzazione degli avversari politici conduce, prima o poi ma inevitabilmente, ad esiti criminali, ieri come oggi.
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Le Cem Evleri
Le Cem Evleri sono luoghi di culto e di comunità della fede alevita, una delle più grandi minoranze religiose in Turchia.
"Cem" in turco significa "riunione" o "assemblea" quindi letteralmente si traduce come "case delle riunioni" o "case delle assemblee".
In una Cem Evi gli aleviti si riuniscono per praticare il loro culto, che comprende la lettura di poesie sacre, la musica, la danza e le loro pratiche spirituali. Le Cem Evleri servono anche come centri culturali e sociali, promuovendo la solidarietà e l'unità tra i membri della comunità.

Le differenze principali tra le Cem Evleri e le moschee sunnite includono la pratica del culto e le credenze religiose.
Mentre le moschee sunnite seguono la tradizione islamica ortodossa, le Cem Evleri sono caratterizzate da pratiche religiose uniche degli aleviti, che differiscono da quelle del sunnismo. Ad esempio, gli aleviti non praticano le cinque preghiere quotidiane prescritte nell'Islam sunnita, ma si riuniscono per le cerimonie collettive nelle Cem Evleri, qui i partecipanti si dispongono spesso in un cerchio per creare un'atmosfera di comunità e di unità. Questa pratica riflette l'importanza dell'uguaglianza e dell'armonia all'interno della comunità alevita. Inoltre, è importante notare che nelle Cem Evleri non ci sono separazioni tra uomini e donne, e non sono presenti il mirhab e il minbar, caratteristici delle moschee sunnite. Inoltre, le Cem Evleri possono includere dipinti e raffigurazioni che non si trovano nelle moschee. Raffigurazioni come Ali, figura centrale nella spiritualità alevita, e Mevlana Rumi il celebre poeta e mistico sufi.

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21 Marzo

In occasione del 21 marzo, Giornata Internazionale per l'eliminazione delle discriminazioni razziali, Sinistra Italiana Belgio ci tiene a sottolineare che:
Porre fine al razzismo è una scelta politica ed è tempo di farla! Durante questa giornata é fondamentale ribadire delle richieste concreta di azioni decise contro il razzismo sistemico. Chiediamo ai leader europei di unirsi a noi nel resistere all'ondata autoritaria e nel ripensare la giustizia razziale in Europa perché crediamo che un'altra Europa sia possibile.
L’ENAR (European Network Against Racism) ci suggerisce alcune soluzioni concrete per costruirla:
• Un divieto legale della discriminazione razziale nelle forze dell'ordine e nel controllo della migrazione. • Un quadro antidiscriminatorio intersezionale che protegga tutti, comprese le persone in movimento. • Una riallocazione dei fondi UE verso i servizi sociali e condizioni rigorose di non discriminazione per la ricezione dei fondi. • Solidi modelli partecipativi in cui le comunità emarginate guidano le politiche antirazziste. • Un impegno in tutte le strategie di uguaglianza dell'UE per sostenere le comunità razzializzate.
Che dire? Siamo lontan, molto lontan.
E in Italia?
l Pacchetto sicurezza Maroni del biennio 2008-2009, i “Decreti Minniti-Orlando” del 2017, i “Decreti Salvini” del biennio 2018-2019: e oggi il cosidetto DDL sicurezza, sono un’ossessione sicuritaria e razzista.
Come riportato dal report di Antigone sul DDL Sicurezza siamo davanti «Il più grande attacco alle nostre libertà» e le comunità razzializzate pagheranno il prezzo piu’ grande. Come evidenziato al Parlamento Europeo da Bonelli e Fratoianni “Italia sia osservata speciale in Europa”.
Da Bruxelles a Roma, Sinistra Italiana si impegna a eliminare il razzismo strutturale e la discriminazione, contribuendo concretamente a migliorare la vita delle minoranze etniche e religiose.
Un buon momento per lottare contro una discriminazione sistemica insensate sarà proprio il voto dell’8 e del 9 Giugno suk-l referendum sulla cittadinanza. Questo referendum combatte la discriminazione che esclude chi nasce e cresce in Italia.
Oggi, 2.500.000 persone devono attendere 10 anni per la cittadinanza, negando loro diritti come il voto e l'accesso ai concorsi pubblici. Ridurre a 5 anni significa riconoscere che chi vive e contribuisce all'Italia è italiano a tutti gli effetti,
allineandoci ai paesi europei più inclusivi. Siamo tutt* figlie e figli d’Italia.
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In Pakistan, un nuovo episodio di violenza religiosa ha scosso la comunità cristiana, con il caso di Padre Lazar Aslam, un religioso cristiano che è stato gravemente ferito dopo essersi rifiutato di convertirsi all'Islam. L'attacco, che ha avuto luogo nella provincia del Punjab, ha sollevato preoccupazioni a livello nazionale e internazionale riguardo all'intolleranza religiosa e alla crescente violenza contro le minoranze nel paese.Secondo quanto riportato dalle fonti locali, Padre Lazar Aslam, un sacerdote cristiano di una parrocchia nella città di Faisalabad, è stato aggredito brutalmente da un gruppo di uomini dopo aver respinto la loro richiesta di convertirsi all'Islam. Gli aggressori, che avrebbero cercato di convincere Aslam a rinunciare alla sua fede cristiana, hanno reagito con violenza quando il religioso ha mantenuto fermo il suo rifiuto. Il sacerdote è stato colpito con armi da fuoco e ha riportato gravi ferite che lo hanno costretto a essere ricoverato in ospedale in condizioni critiche.Padre Lazar Aslam è stato descritto come una vittima dell'intolleranza religiosa che purtroppo caratterizza la vita quotidiana di molte minoranze in Pakistan. Nonostante il paese sia ufficialmente un'area multireligiosa, le minoranze religiose, tra cui i cristiani, si trovano spesso ad affrontare discriminazioni e violenze per il semplice fatto di professare una fede diversa dalla maggioranza musulmana. Le leggi pakistane, in particolare quelle relative alla blasfemia, sono spesso utilizzate per perseguitare le minoranze e limitare la loro libertà di culto.L'aggressione a Padre Lazar è solo l'ultimo di una serie di attacchi violenti contro i cristiani in Pakistan. Questi episodi, seppur non sempre ampiamente riportati dai media, sono una manifestazione tangibile delle difficoltà che le comunità religiose non musulmane devono affrontare, con casi di abusi, intimidazioni e violenze fisiche che sono diventati tristemente frequenti.La notizia dell'attacco ha suscitato indignazione in tutto il paese, con numerosi leader e attivisti cristiani che hanno condannato fermamente l'aggressione e sollecitato le autorità pakistane ad affrontare con serietà il problema dell'intolleranza religiosa. La Chiesa cattolica pakistana, in particolare, ha espresso la sua vicinanza a Padre Lazar Aslam e alla sua famiglia, chiedendo giustizia per l'episodio e una maggiore protezione per le minoranze religiose nel paese.In un comunicato, il vescovo di Faisalabad ha parlato di un atto di "intolleranza religiosa" che non ha giustificazioni e ha richiesto una risposta chiara e decisa da parte del governo per fermare la crescente violenza contro le minoranze. La Chiesa ha anche chiesto che vengano adottate misure per garantire la libertà religiosa e per proteggere coloro che, come Padre Lazar, scelgono di rimanere fedeli alla loro religione, nonostante le minacce.Il Pakistan, sebbene sia un paese che vanta una lunga tradizione di pluralismo religioso, continua a essere teatro di numerosi episodi di violenza contro le minoranze. I cristiani, che rappresentano circa il 2% della popolazione, sono particolarmente vulnerabili. La discriminazione sociale e la diffidenza nei loro confronti sono radicate, e le autorità, sebbene a volte promuovano il dialogo interreligioso, non sempre riescono a garantire la protezione dei diritti delle minoranze.Le violenze contro i cristiani in Pakistan sono spesso legate a un contesto più ampio di conflitto religioso, in cui le minoranze vengono emarginate, ostacolate nel loro diritto alla libertà religiosa e talvolta costrette a nascondere la propria fede. La legge sulla blasfemia, ad esempio, viene spesso utilizzata per accusare ingiustamente i cristiani e minacciare la loro sicurezza.L'aggressione a Padre Lazar Aslam rappresenta un tragico esempio di come l'intolleranza religiosa continui a colpire la vita quotidiana delle minoranze in Pakistan. È fondamentale che il governo pakistano prenda misure concrete per garantire la sicurezza e i diritti dei cittadini di tutte le religioni, promuovendo un clima di rispetto e tolleranza. Solo così sarà possibile costruire una società in cui tutti, indipendentemente dalla propria fede, possano vivere senza paura di persecuzioni e violenze. Read the full article
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Analisi sociologica della Wicca

In questo articolo esploreremo la Wicca dal punto di vista sociologico esaminando come interagisce con la società contemporanea e come è influenzata dai cambiamenti sociali e culturali. Per comprendere la Wicca dal punto di vista sociologico è fondamentale esaminare le sue origini storiche e la sua rinascita nel XX secolo. Le pratiche spirituali nelle antiche religioni pagane europee sono alla base della Wicca moderna. Tuttavia è solo negli anni 50 che la Wicca ha iniziato a guadagnare popolarità che ha riportato alla luce queste antiche tradizioni in una epoca di grande mutamento culturale. Il contesto sociale degli anni 50 e 60 caratterizzato da movimenti di controcultura come il femminismo e il movimento New Age ha avuto un impatto significativo sulla diffusione della Wicca. Questi movimenti hanno promosso un ritorno alle pratiche spirituali naturali e un rifiuto delle rigide strutture religiose tradizionali. La percezione della Wicca nella società è cambiata notevolmente nel corso degli anni. Inizialmente vista con sospetto è spesso associata a pratiche esoteriche oscure la Wicca ha gradualmente guadagnato una maggiore accettazione. Questo cambiamento della percezione sociale della Wicca è stato influenzato in parte dalla rappresentazione della Wicca nei media. Senza nessun dubbio film serie tv e libri hanno determinato una maggiore comprensione pubblica della Wicca. Ad esempio la rappresentazione delle streghe nei mass media un tempo limitato a figure malvage e sinistre ha iniziato a rappresentare ritratti più propositivi e realistici dei praticanti wiccan. Tale evoluzione ha aiutato a demistificare la Wicca presentandola come una pratica spirituale legittima. In alcune nazioni la Wicca è riconosciuta come religione ufficiale. Ma il riconoscimento della Wicca come religione cambia da nazione a nazione. A livello sociale la Wicca continua a lottare contro stereotipi negativi e pregiudizi. Tuttavia la crescente visibilità e la rappresentazione positiva nei media stanno contribuendo a un lento ma costante cambiamento della percezione pubblica. Le comunità wiccan stanno anche elaborando attivamente per educare il pubblico e promuovere una comprensione più profonda delle loro pratiche e credenza. Riguardo le comunità wiccan dobbiamo dire che esse sono diverse e variegate riflettendo la natura inclusiva della religione stessa. I praticanti possono scegliere di unirsi a coven gruppi organizzati che offrono un senso di appartenenza e supporto spirituale oppure possono praticare da soli. I coven sonno guidati da leader spirituali e seguono rituali e cerimonie specifiche mentre i praticanti solitari godono di una maggiore libertà intellettuale. Le celebrazioni comunitarie come i Sabbat e gli Esbat rivestono un ruolo fondamentale nella coesione delle comunità wiccan. La tecnologia ha anche avuto un impatto significativo sulla formazione delle comunità wiccan. Infatti i gruppi online e le piattaforme di social media permettono ai praticanti di connettersi e condividere esperienze a livello globale superando le barriere geografiche. Uno degli aspetti più significativi della Wicca è la sua natura inclusiva. La Wicca accoglie praticanti di tutte le identità di genere orientamenti sessuali etnie e background culturali. Questo approccio inclusivo riflette i valori fondamentali della Wicca che promuove l’uguaglianza e il rispetto per tutte le forme di vita. Tuttavia le comunità wiccan devono affrontare sfide legate all’inclusività e alla diversità. Ad esempio i riti di passaggio possono essere adattati per riflettere nelle diverse identità di genere e le celebrazioni comunitarie possono includere pratiche e simboli che rispettano e tengono conto delle tradizioni culturali dei partecipanti. Le comunità wiccan sono anche coinvolte in iniziative per promuovere la diversità come seminari sull’inclusività e progetti comunitari che mirano a supportare le minoranze. Interessanti e importanti sono anche i rapporti tra la Wicca e il mutamento sociale. La Wicca non è solo una religione ma anche un movimento sociale che promuove valori di sostenibilità e giustizia. I praticanti wiccan sono spesso coinvolti in battaglie ecologiche promuovendo pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. La connessione spirituale con la natura riveste un ruolo centrale nella Wicca e tale fatto si riflette nell’impegno della protezione dell’ambiente. Inoltre la Wicca promuove la giustizia sociale l’uguaglianza. I praticanti wiccan sono attivamente coinvolti in iniziative per i diritti umani l’uguaglianza di genere e la lotta contro le discriminazioni. Questo impegno si riflette nei valori della Wicca che promuove il rispetto e l’uguaglianza per tutte le persone indipendentemente dalla loro identità. Prenderemo ora in considerazione alcuni studi sociologici riguardanti la Wicca. Tale nuova religione è stata oggetto di numerosi studi sociologici che hanno preso in considerazione le dinamiche interne delle comunità wiccan l’evoluzione delle pratiche religiose e l’interazione con la società più ampia. Questi studi utilizzano diverse metodologie di ricerca tra cui l’etnografia l’analisi del discorso e le interviste qualitative. Tali metodologie di ricerca hanno lo scopo di comprendere meglio il fenomeno wiccan e il suo impatto sulla società contemporanea. Per fare un esempio studi etnografici hanno esplorato come le comunità wiccan si organizzano e come i praticanti costituiscono la loro identità spirituale. L’analisi del discorso esaminato come la Wicca viene rappresentata nei media e come queste rappresentazioni influenzano la percezione pubblica e sociale della Wicca. Le interviste qualitative hanno offerto approfondimenti sulle esperienze personali dei praticanti. Tali interviste hanno altresì rivelato le motivazioni le convinzioni che guidano la pratica degli adepti wiccan. Molto interessanti sono le teorie sociologiche applicate allo studio e alla comprensione di tale religione magica. Non esiste nessun dubbio che le teorie sociologiche possono offrire strumenti preziosi per comprendere la Wicca e il suo sviluppo. Ad esempio la teoria dell’interazione simbolica può aiutare a spiegare come i praticanti wiccan costruiscono significati condivisi attraverso rituali e simboli. Questa teoria sociologica mette in evidenza l’importanza delle interazioni quotidiane e dei simboli che emergono da queste interazioni nella costruzione della realtà sociale per la Wicca i simboli sono carichi di significati profondi e vengono utilizzati nei rituali per creare un senso di comunità e di appartenenza tra i praticanti. La teoria della costruzione dell’identità può far comprendere come i praticanti wiccan negoziano ed affermano la loro identità spirituale in un contesto sociale più ampio. Questa teoria prende in considerazione come le persone costruiscono e mantengono la propria identità attraverso processi sociali e culturali. Per gli adepti della Wicca l’identità wiccan è spesso costruita attraverso la partecipazione a rituali e l’utilizzo di pratiche ecologiche e sostenibili. La costruzione delle identità wiccan può anche implicare una resistenza agli stereotipi negativi e alla discriminazione. Infine le dinamiche di potere all’interno delle comunità wiccan possono essere studiate attraverso la lente delle teorie del potere e dell’autorità. Tali teorie esplorano come il potere viene distribuito esercitato e gestito all’interno delle comunità e come le relazioni di potere influenzano le pratiche sociali e religiose. Dobbiamo mettere in evidenza che nella Wicca il potere è spesso visto come qualcosa di fluido e condiviso. Infatti i praticanti wiccan sono soliti porre l’accento sulla collaborazione e sul consenso piuttosto che sulla gerarchia tradizionale. I sociologi sostengono che tale struttura di potere può rivelarsi molto utile per gli adepti della Wicca essendo funzionale al raggiungimento degli obiettivi che caratterizzano le comunità wiccan. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME.
#GiorgiaMeloni ha confermato che il 2025 sarà l' anno in cui verrà approvato il #premierato.
Se il premierato verrà approvato, sarà un evento epocale per l' #Italia: il #Papato ha sempre osteggiato la formazione di un forte Governo Italiano, per paura di vedere limitati i poteri del Sommo Pontefice.
Ci hanno tentato in molti: il Re #Liutprando, #Sonnino (con il richiamo allo #Statuto Albertino), #Mussolini, #FedericoII di #Svevia, Bettino #Craxi, #Maccanico, #Dalema, Licio #Gelli, #Renzi... la Chiesa ha sempre vinto.
Per la #massoneria italiana, il premierato sarebbe la conclusione vittoriosa del processo di riduzione del Potere Temporale del Papa, iniziato con il #Risorgimento e con la Breccia di Porta Pia.
Per #gay, lesbiche, transessuali, atei o agnostici, femministe, abortiste etc. il premierato è garanzia di #laicità dello Stato e la parola "basta" agli intrighi del #Vaticano, che spesso ha fatto e disfatto i governi in Italia. Ricordo ancora quando bastava una nota della #CEI, per far aprire una Crisi di Governo.
Per le minoranze religiose (ebrei, islamici, valdesi etc.) il premierato è garanzia di pari dignità politica, rispetto alla Chiesa cattolica.
Io preferivo il Sistema Tedesco, ma ormai la Chiesa italiana è troppo debole per resistere ulteriormente ai processi di secolarizzazione e, come al referendum sul #divorzio, noi Cattolici verremo pesantemente sconfitti ai referendum sulle Riforme Istituzionali.
A #PapaFrancesco, poi, dà più che altro fastidio il #clericalismo...
È una riforma epocale, che - non a caso - Giorgia #Meloni ha chiamato: <<la madre di tutte le riforme>...
#GovernoMeloni #Islam #Ebraismo #lgbtqcommunity
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Riemergere dopo un brutto periodo – Nelson Mandela a One More Time Podcast
CASADEI: Ciao Nelson, e benvenuto a One More Time!
MANDELA: Ciao Luca, grazie mille per avermi invitato!
CASADEI: Senti, ormai ti conosciamo bene, le tue iniziative come attivista e creatore di contenuti per sensibilizzare sull'abbattimento dell'aparthied sono arcinote.
Ti chiedo piuttosto di raccontarmi, se ti va, di un episodio particolare che hai vissuto durante la tua permanenza nel carcere di Robben Island.
MANDELA: Certo Luca. Ricordarlo adesso, a distanza di anni, è come riviverlo una seconda volta.
Non fu l’esplosione a colpirmi. A quelle mi hanno abituato anni e anni di lavoro sul territorio nelle zone più pericolose di questo mondo. Se decidi di fare attivismo come lo faccio io, episodi di questo tipo ti capitano così spesso che alla fine entrano facilmente all’interno della tua routine.
Non furono neanche gli iniziali tremori dei tavoli e delle sedie ad impressionarmi. In fondo era l’ennesima volta che capitava qualcosa di catastrofico all'interno di quel carcere, lo scenario non mi scomponeva granché.
Ad attirare la mia attenzione fu la reazione delle persone presenti in sala. Era un contesto molto internazionale, le persone proveninvano da paesi di tutto il mondo; è stato affascinante vede i vari tipi di risposte alla catastrofe a seconda della nazionalità, un mosaico di umanità così eterogenea che è stato quasi divertente identificare i vari topoi. Me li ricordo ancora tutti.
«¡Dios mío! ¡Escapémonos!» gridò un carcerato peruviano, in preda al terrore.
«Oh mon Dieu ! Fuyons !» esclamò un galeotto franco-algerino, in preda alla paura.
«Oh my God. Let’s run away» sbraitò un mio compagno di cella scozzese, in preda al panico.
«Oh my God. Let’s run away» strepitò un criminale americano, in preda allo sgomento.
«Oh my God. Let’s run away» urlò un ergastolano irlandese, in preda ad un altro sinonimo di spavento.
«Oh my God. Let’s run away» disse ad un tono di voce eccessivamente superiore rispetto alla media un prigioniero egiziano, che sapeva così bene l’inglese da fare i sogni in quella lingua.
«Oh my God. Let’s run away» sentenziò ragazzo polacco che soffriva di complessi di inferiorità e non voleva sfigurare di fronte a tutti questi inglesismi così impeccabili.
«Oh my God. Let’s escape from here» gridò un carcerato australiano che provava un piacere infantile a lanciare questi segnali velatamente passivo-aggrissivi sulla sua superiorità alle abitudini del volgo.
«Oh my Allah. Let’s run away» schiamazzò un altro americano che ci teneva ad essere il più inclusivo possibile nei confronti di tutte le minoranze religiose.
«Oh meu Deus, vamos fugir!» vociò un penitente cinese che soffriva di una rara malattia che gli permetteva di dire solo cinque parole portoghesi: “Oh”, “Meu”, “Deus”, “Vamos”, ed infine “Fugir”
«Oh mein Gott, lass uns fliehen!» urlò il galeotto greco, che non voleva abbandonare la sua missione di flirt seduttivo nei confronti di una avvenente guardia penitenziaria di origini tedesche.
Porca troia, lasciamelo dire Luca: negli anni ’90 le cene con delitto fatte dai bianchi erano organizzate coi controcazzi.
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Ora mi chiedo perché quanto sta succedendo in questi ultimi anni in Africa, dai genocidi agli eccidi alle torture a cui i migranti sono sottoposti dall’odierna tratta araba (e di cui si sollevano solo le responsabilità dell’Europa), non sia oggetto di attenzioni del giornalismo internazionale, di quello italiano, del mondo culturale, dello spettacolo, dei think tank italiani, europei, internazionali, dei singoli intellettuali e giornalisti e conduttori radiofonici e televisivi italiani e europei, internazionali, dei geopolotici, pensatori, tanto quanto ciò che sta succedendo in Medio Oriente.
La cintura subsahariana stretta da Russia e Iran che va dal Sudan, attraversa il Niger, il Burkina Faso con guerre stragiste, devastazioni e genocidi di cristiani e minoranze etniche, fino al Mali e prossimamente Gambia e Senegal. L’ONU tace.
Il genocidio tentato in Marocco verso il popolo sharawi: un muro lungo più di 2000 km nel Sahara. Una guerra di 15 anni, un conflitto senza fine.
Richieste all’Onu mai considerate. Un popolo che vive da più di 40 anni nei campi profughi.
L’apartheid in Tunisia verso gli immigrati africani istituito dal Presidente Kais Saied che non si risparmia parole di odio, razziste e xenofobe contro i sub-sahariani18.
Le famose prigioni libiche, definite “lager”, dimenticate dai funzionari ONU che per anni sono stati comodi osservatori dalla Tunisia in hotel 5 stelle e ignorati dalle ONG internazionali, che non hanno mai voluto sporcarsi le mani con una politica preventiva e sempre preferito operare al colmo delle tragedie.
Detto questo, auspico che un giorno il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, ritenga, alla luce di questi fatti sistematicamente omessi, di prendere atto che rappresenterebbe le Nazioni Unite di cui fanno parte 193 nazioni e la cui missione costitutiva è di peacekeeping e peacebuilding e non di tribunale del BRICS.
Sarà possibile quindi che l’ONU un giorno si occupi della storia dimenticata della tratta arabo-islamica, dei milioni di morti causati dal razzismo arabo nei confronti dei neri africani ieri e oggi? Sarà possibile che finalmente l’ONU possa dedicare attenzione alle persecuzioni dei cristiani nel mondo, ai genocidi “minori” che il mondo arabo perpetra nei confronti di etnie e minoranze religiose come quella yazida19 e magari per questa popolazione che si sta estinguendo istituire un organismo come l’UNRWA che possa aiutare queste vittime dell’odio, del fanatismo religioso? Sarà mai possibile che l’ONU ricordi i 500 milioni di morti dell’olocausto dei neri e che ne riconosca le responsabilità del mondo arabo oltre quelle dell’Occidente?
E per ultimo, sarà un giorno possibile che quel mondo arabo, quello più progressista, quello più vicino e attento al nostro Occidente faccia – come fanno, e hanno fatto quei tanti intellettuali musulmani perseguitati e vittime del fondamentalismo e dall’islam politico – un mea culpa dei suoi crimini contro l’umanità nella storia? Oppure, anche solo, semplicemente, riconoscere che oltre la vita del suo Profeta Maometto, esiste la storia.
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/elogio-della-diversita/?feed_id=1689&_unique_id=66f3ea8acf61d %TITLE% Negli scorsi giorni sono stato colpito dal discorso di Winona Rider per i festeggiamenti per la mattonella di Tim Burton sulla Hall Of Fame Tim, la tua amicizia è stata un dono immenso. Quando ti ho incontrato, ero una ragazzina strana. Mi hai dato fiducia in me stessa, mi hai mostrato che si può andare contro le maree del conformismo. La tua inclusività creativa ha reso l'essere strana non solo accettabile, ma qualcosa di bello, da celebrare. Winona Rider su Tim Burton Uno dei pregi di internet credo sia stato esattamente questo. Rendere più normale chi si in passato si è sentito strano. Io sono uno di questi, per una serie infinita di motivi che si notano in molti aspetti della mia vita fin dall'infanzia. Io ho voluto una Barbie perché il mio Big Jim non fosse solo, giocavo più spesso con le ragazze perché non mi piaceva il calcio, ho scelto di suonare il sassofono quando avevo sei o sette anni e ho insistito finché i miei genitori non hanno ceduto all'evidenza che quello era il mio strumento, ho praticato moltissimi sport ma nessuno di quelli che la gente guarda in TV, a parte lo sci che è comunque relativamente di nicchia. Ho sempre prediletto quelli individuali e che avessero a che fare con la natura. Ero quello a cui gli amici chiedevano consigli, non perché dessi la risposta giusta, ma perché davo la risposta diversa. Oggi gestisco un blog che non serve a niente e non va più neppure di moda, ma qualcuno mi segue lo stesso, vado in giro con un'auto vecchia di sessant'anni (nel 2025), faccio ancora sport strani, ma insomma chi mi segue qui un po' di cose immagino le noti. Soprattutto sulle mie posizioni politiche raramente allineate a qualcuno ma sempre aperte all'inclusività delle minoranze, la difesa dei più deboli e l'osteggiare i bulli. Si soffre a sentirsi diversi. Si soffre perché non si ha con chi confrontarsi e quando si prova a confrontarsi le persone tendono ad omologarti e inquadrarti nei loro schemi e tu puntualmente non riesci a riconoscerti in nessuno di questi. Si soffre perché alla fine ci provi a infilarti in quelle scatoline, a sederti buono buono per essere riconosciuto dall'una o dall'altra parte ma poi ti rendi presto conto che sei seduto scomodo. Che in quel posto, in quella posizione proprio non riesci a starci. Alla fine sgusci fuori, ti mostri per quello che sei e ti ritrovi solo. A seconda delle età ti ritrovi anche preso in giro, o offeso, o semplicemente tagliato fuori da determinati ambienti che richiedono un senso di appartenenza che tu pur sforzandoti non riuscirai mai ad avere. Non sei un mostro. Non lo sei affatto, ma tante volte ti fanno credere di esserlo perché tutto ciò che sfugge al controllo per molte persone è male. Soprattutto per le persone conservatrici, o per le persone religiose ma non solo. Finisci per inserirti in ambienti in cui bullizzare è talmente istituzionale da non essere neppure percepito da chi perpetra il bullismo. Quando si da per scontato che tutti la pensino in un modo e tu non sei tra quelli. Ci si sente come un vegano continuamente invitato a grigliate di carne. Continui dirlo, "Raga, io non mangio carne", e continuano a risponderti "Non sei obbligato a mangiarla, ci sono queste buonissime verdurine gratinate al formaggio". Alla fine o ti adegui o smetti di andare, "che strano quel tipo" dicono loro derubricheranno il problema. Finisci per cercare di circondarti solo di persone come te, strane, fuori dalla media. Internet invece ha cambiato le carte in tavola. Non in maniera sostanziale, gli umani continuano a restare umani. (short.staipa.it/a01du). Nei primi anni, prima dell'arrivo dei moderni Social Network i forum tematici, erano un coacervo di gente strana, strana come me, strana come noi. Erano un modo per conoscersi prima per iscritto e poi di persona come a molti di noi strani piace ma senza l'intermediazione lenta della posta tradizionale.
Improvvisamente il mondo, si è accorto che le persone strane non erano così rare, e quindi appunto strane. Più precisamente che esisteva una quantità di persone che si riconoscevano come tali sufficiente a farne un possibile target pubblicitario. Basta guardare le serie TV. Nel 1974, ben prima di internet, la stranezza veniva rappresentata con personaggi come Potsie di Happy Days, probabilmente il personaggio in cui è stato introdotto il termine nerd. Il personaggio è essenzialmente una persona goffa, ingenua e un po' troppo rigida, il bersaglio perfetto degli scherzi di Fonzie, il quale diceva che tutti gli appassionati di scienze e matematica erano dei nerd, assimilando determinati interessi all'essere sfigato. Nel 1989 arrivava Internet e contemporaneamente Screech di Bayside School e Steve Urkel di 8 sotto un tetto. Il primo era il personaggio strano della sit-com, con una voce strana, bravissimo a fare i compiti e che in possesso di un robot. Non era un personaggio bellissimo ma meno negativo che in passato. Il secondo era divertente e piaceva al pubblico ma si trattava sempre di un personaggio occhialuto, con la voce nasale, vestito con pantaloni a vita altissima sostenuti da bretelle e goffo nei rapporti sociali. Insomma divertente, eh? Ma chi vorrebbe sentirsi rappresentato da lui, o vorrebbe essere lui? Poco dopo è arrivato Carlton Banks in Il Principe di Bel-Air, nel 1990. Forse il primo nerd vestito quasi normale e con una fissa per Tom Jones invece che per qualche materia scientifica Dobbiamo arrivare probabilmente a Ross Geller di Friends, nel 1994 per avere un nerd simpatico, che possa avere relazioni sentimentali e che non venga preso in giro costantemente per le sue stranezze. Internet era già comune, almeno tra i nerd. I forum erano già una realtà consolidata anche se non in Italia era ancora agli inizi. Da lì è stata una marcia trionfale del nerd. I Geeks di Freaks and Geeks, e Rory Gilmore di Una Mamma per Amica, nel 2000, hanno iniziato ad insegnarci che essere strani poteva essere un valore in cui riconoscersi. Sono passati 24 anni ma la cosa non è ancora chiara e c'è ancora bisogno di ribadirlo. Poi nel 2007 arrivano Chuck Bartowski in Chuck e Sheldon, Leonard, Howard, Raj,, Bernadette, Stuart e alla fine perfino Penny alla fine in Big Bang Theory a rendere bello il nerd, o in generale lo strano. Non solo presentandoli come personaggi ma iinnalzandoli a protagonisti, affrontandone le difficoltà. Sono tutti un'estremizzazione di qualche lato che molti di noi che si ritengono diversi dalla media hanno. Sono personaggi che vanno fieri di come sono e che imparano a integrarsi nella società senza perdere il proprio status, senza nasconderlo. Elliot Anderson, in Mr. Robot del 2015 infine è l'esempio definitivo dello sdoganamento, una serie non per nerd, non basata su riferimenti a supereroi, fumetti, giochi di ruolo e nerdate varie che porta un personaggio disagiato e in difficoltà sociale ad essere il cardine di una rivoluzione di livello mondiale. Il mondo sta cambiando, ed è un bene. E non c'entra con le mode, quelle per cui la stessa persona il giorno prima adora Barbie e vorrebbe essere come lei e il giorno dopo adora Mercoledì e vorrebbe essere come lei. Il mondo sta cambiando perché oggi si può sentirsi diversi dalla media e manifestare questa propria diversità trovando chi la pensa come noi, chi vive le stesse difficoltà senza necessariamente doversi inquadrare in una casella. Per questo, è importante oggi più che mai la diversità, essere fieri di sentirsi diversi, essere fieri di rifiutare l'omologazione e lottare contro gli inconsapevoli bulli che appartengono alle maggioranza. È manifestando ciò che siamo realmente che troviamo chi ci può capire, è mostrando ciò che siamo che ci possiamo sentire accettati e ci possiamo accettare. Chi non vuole capire non conta. Non è essere accettati da tutti che ci può rendere felici ma accettare noi stessi. Giunti a questa consapevolezza tutto il resto smette di essere di un qualunque interesse.
Se ti senti diverso ricorda che ci sono milioni di persone là fuori che si sentono allo stesso modo e che può essere facilmente trovarle, se non sotto casa nella rete. Diverso non è strano. Diverso è bello, un valore in più che ti rende speciale.
#InformEtica#Polemipolitica#Stefano#Anticonformismo#Bullismo#Conformismo#diversità#Libertà#Nerd#queer#SerieTV
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STUDIO DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Come abbiamo fatto in precedenza, esaminiamo ora gli articoli dal quinto all'ottavo della Costituzione, fornendo spunti come esempio per impugnarla -nel caso- quando ci dovesse servire in caso di presunte violazioni.
L'articolo 5 recita che "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento."
Quindi, la creazione di comunità anche del tutto indipendenti tra loro e che creano delle condizioni di vita sostenibile oltre che redigere statuti associativi, regolamenti/leggi interne a tali comunità, non solo non rappresenta alcun reato, ma è scritto nella Costituzione medesima.

L'Articolo 6 tutela le minoranze linguistiche, laddove per minoranze si intendono quelle piccole comunità nelle quali è sempre più forte l'uso del dialetto e degli idiomi locali che non costituiscono affatto un'arretratezza culturale come viene intesa nel "mondo contemporaneo" finto modernista, ma l'uso delle lingue locali sono gli ultimi baluardi di tradizioni e usi locali.
******************************************************************
L'articolo 7 "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale."
In questo caso, dovrebbe essere riconosciuto il diritto a esercitare ognuno le proprie funziono senza ingerenze del tutto illegittime.
Per l'articolo 8 "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze."
Quindi, assoluta libertà di religione e di fede diversa da quella del proprio paese, purchè non violino i principi costituzionali: e qui l'esempio è dato da nuclei disparati che pur di professare la propria religione si uniscono in luoghi di scarsa sicurezza sociale, sanitaria e civile (vedi le moschee di alcune zone di Roma e Milano ma anche di altre città, mentre la Costituzione non vieta il professare di alcuna religione e nemmeno il diritto a riunirsi se non vengono meno determinate situazioni).

Appuntamento al prossimo "studio", nel frattempo continuate a consultare la Costituzione Italiana al link:
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The same people who scream "genocide!" Against China for its counter terrorism are the same who defend Israel for its very real genocide
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🤮 LA DISGUSTOSA IPOCRISIA DELL'OCCIDENTE VERSO I MUSULMANI, CHI BOMBARDA "DIFENDE I DIRITTI UMANI", CHI PROMUOVE LA PROSPERITÀ LI "VIOLA" - PARTE 1 🤡
🇮🇱 🇺🇸 🏁 🇪🇺 Bombarda la Palestina e altri Paesi Musulmani, ruba le loro risorse come in Siria, distruggi moschee, ospedali e scuole, promuovi propaganda anti-Musulmana costruendo il disgustoso slogan "musulmano = terrorista", e sarai un perfetto "alfiere dei diritti umani e dei musulmani" 🤡 | 你们是一群令人作呕的反穆斯林罪犯和杀人犯 😡
😍 Promuovi la Prosperità (繁荣) nello Xinjiang, sconfiggendo il radicalismo salafita-jihadista del Partito Islamico del Turkistan e del Movimento Islamico del Turkistan Orientale, alleati di Al-Qaida, ISKP e al-Nusra, trasformando la Regione in un terreno fertile per lo Sviluppo, che - nella prima metà del 2023 - ha ricevuto più di 100 milioni di turisti, generando entrate per 92,28 miliardi di Yuan, e allora «violerai i diritti dei musulmani» 😂
😍 Promuovi l'Educazione, lo Sviluppo del Turismo a livello Culturale, come per il Festival di Danza Etnica dello Xinjiang, o quello Naturalistico, grazie alle montagne innevate, enormi praterie e foreste, reso possibile grazie a progetti infrastrutturali come la 杜库公路 - Duku Highway, 伊犁环城路 - Yili Ring Road, 阿勒泰环城路 - Altay Ring Road e 喀什环城路 - Kashgar Ring Road, e riceverai le condanne degli USA e dei loro leccapiedi occidentali 🤹♂️
🇨🇳 Trasforma città come Ürümqi in fiorenti metropoli e difendi l'Antica Città di Kashgar, un meraviglioso centro culturale dello Xinjiang, e per gli imperialisti statunitensi e i loro vassalli «violerai i diritti dei musulmani» | Quanto è ipocrita tutto ciò? L'arroganza occidentale è molto fastidiosa 😡
👍 Il Mondo non è formato solo dall'esigua minoranza dei cittadini d'Occidente, intrisi di propaganda e suprematismo. Il 90% della Popolazione del Mondo conosce bene il sentimento anti-Musulmano dell'Occidente, e sa che in Cina non avviene alcun genocidio della popolazione musulmana 💕
🌐 Il Mondo osserva con gli occhi ben aperti il disgustoso comportamento anti-Musulmano dell'Occidente, e sa che la Repubblica Popolare Cinese è amica dei Paesi Musulmani:
一 Il Consiglio delle Comunità Musulmane del Mondo, composto da tutti i Paesi Musulmani sul Pianeta, sostiene la Cina:
💬 «Ci congratuliamo con la Cina per il completamento del Piano Anti-Terrorismo nello Xinjiang. Il livello di attenzione che abbiamo trovato nello Xinjiang incarna la determinazione della Dirigenza Cinese di fornire ogni servizio alle persone nella regione. La relazione tra la Civiltà Islamica e la Cina è storica, ed è caratterizzata dall'Amicizia, dalla Cooperazione e dall'Alleanza» 💕
🤔 Chi conosce meglio i Diritti dei Musulmani? Il Consiglio delle Comunità Musulmane o gli assassini degli Iracheni, Palestinesi, Siriani, e così via? 😡
二 La Lega degli Stati Arabi ha inviato, a giugno, una Delegazione nello Xinjiang, e si è complimentata con il Governo Cinese per la cura riservata alle minoranze etniche e religiose:
💬 «La Delegazione afferma che le accuse [occidentali] di "genocidio etnico" e "persecuzione religiosa" sono completamente false. [...] Apprezzano gli sforzi della Cina nel prendersi cura delle minoranze [...] e continueranno a sostenere la Cina nel mantenere lo Sviluppo e la Stabilità» ❤️
🤔 Di nuovo, Chi conosce meglio i Diritti dei Musulmani? 16 Paesi Arabi, 16 Paesi Musulmani, o i vili imperialisti statunitensi e i loro vassalli anti-Musulmani? 😡
📊 Nel 1953, la Popolazione dello Xinjiang contava 4,78 milioni di persone. Nel 1964, era aumentata a 7,27 milioni. Nel 1978, era aumentata a 12,33 milioni. Nel 2000 contava 18,46 milioni di persone. Nel 2020 ammontava a 25,85 milioni 📈
🤔 Forse, per l'Occidente, assassinare centinaia di miglia di Iracheni e migliaia di Palestinesi significa «difendere i diritti dei musulmani», mentre far crescere di milioni e milioni la popolazione dello Xinjiang significa effettuare un "genocidio". D'altronde, l'Occidente ragiona al contrario 🤹♂️
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan 😘
🤮 THE DISGUSTING HYPOCRISY OF THE WEST TOWARDS MUSLIMS, THOSE WHO BOMB "DEFEND HUMAN RIGHTS", THOSE WHO PROMOTE PROSPERITY "VIOLATE" THEM - PART 1 🤡
🇮🇱 🇺🇸 🇪🇺 Bomb Palestine and other Muslim countries, steal their resources like in Syria, destroy mosques, hospitals and schools, promote anti-Muslim propaganda by building the disgusting slogan "Muslim = terrorist", and you will be a perfect " standard bearer of human and Muslim rights" 🤡 | 你们是一群令人作呕的反穆斯林罪犯和杀人犯 😡
😍 Promote Prosperity(繁荣) in Xinjiang by defeating the Salafist-jihadist radicalism of the Turkistan Islamic Party and the East Turkistan Islamic Movement, allies of Al-Qaeda, ISKP and al-Nusra, turning the region into a fertile ground for development, which - in the first half of 2023 - received more than 100 million tourists, generating revenues of 92.28 billion Yuan, and «you'll be violating the rights of Muslims» 😂
😍 Promote Education, Development of turism on a Cultural level, as for the Xinjiang Ethnic Dance Festival, or the Naturalistic one, thanks to the snow-capped mountains, enormous prairies and forests, made possible thanks to infrastructure projects such as the 杜库公路 - Duku Highway, 伊犁环城路 - Yili Ring Road, 阿勒泰环城路 - Altay Ring Road and 喀什环城路 - Kashgar Ring Road, and you will receive condemnations from the US and their Western toadies 🤹♂️
🇨🇳 Transform cities like Ürümqi into thriving metropolises and defend the Ancient City of Kashgar, a wonderful cultural center of Xinjiang, and for the US imperialists and their vassals «you will violate the rights of Muslims» | How hypocritical is this? Western arrogance is very annoying 😡
👍 The world is not made up only of the small minority of Western citizens, steeped in propaganda and suprematism. 90% of the world's population is well aware of the anti-Muslim sentiment in the West, and knows that no genocide of the Muslim population takes place in China 💕
🌐 The World watches with eyes wide open the West's disgusting anti-Muslim behavior, and knows that the People's Republic of China is a friend of Muslim countries:
一 The Council of Muslim Communities of the World, made up of all Muslim countries on the planet, supports China:
💬 «We congratulate China on the completion of the Anti-Terrorism Plan in Xinjiang. The level of care we found in Xinjiang embodies the Chinese leadership's determination to provide every service to the people in the region. The relationship between Islamic Civilization and China is historic, and is characterized by Friendship, Cooperation and Alliance" 💕
🤔 Who knows Muslim Rights better? The Council of Muslim Communities or the murderers of Iraqis, Palestinians, Syrians, and so on? 😡
二 The League of Arab States sent a delegation to Xinjiang in June, and complimented the Chinese Government for the care given to ethnic and religious minorities:
💬 «The Delegation states that the [Western] accusations of "ethnic genocide" and "religious persecution" are completely false. [...] Appreciate China's efforts in taking care of minorities [...] and will continue to support China in maintaining Development and Stability" ❤️
🤔 Again, Who knows Muslim Rights better? 16 Arab countries, 16 Muslim countries, or the vile US imperialists and their anti-Muslim vassals? 😡
📊 In 1953, the population of Xinjiang numbered 4.78 million people. By 1964, it had increased to 7.27 million. By 1978, it had increased to 12.33 million. In 2000 it had 18.46 million people. In 2020 it amounted to 25.85 million 📈
🤔 Perhaps, for the West, murdering hundreds of thousands of Iraqis and thousands of Palestinians means "defending the rights of Muslims", while making the population of Xinjiang grow by millions and millions means carrying out a "genocide". On the other hand, the West thinks the opposite 🤹♂️
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