#ministro dell’agricoltura
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La conferenza stampa del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida è qualcosa di assolutamente folle.
Per giustificare il divieto assoluto alla carne sintetica è arrivato a dire una serie di assurdità tra cui, per me, spicca quella per cui la coltivazione in laboratorio sarebbe un problema per la biodiversità. Quando è ESATTAMENTE IL CONTRARIO. Meno allevamenti significa chiaramente più suolo lasciato agli ecosistemi e quindi MOLTA PIÙ BIODIVERSITÀ.
La seconda assurdità è il ricorso al principio di precauzione per la carne sintetica -pur ribadendo che non ci sono studi scientifici che dimostrino che faccia male. Ovviamente, perché è carne: fa male se mangiata in eccessiva quantità. Esattamente come quella allevata.
Ma poi, rispondendo a delle domande dei giornalisti (da ridere quella di una che inizia con “cercherò di essere sintetica”… no! È vietato!!!) il ministro dell’Agricoltura, confortato dal vicino ministro della Salute, si è spinto a dire che non solo il vino non fa male ma fa anche bene.
Cioè, a che serve il principio di precauzione se poi, una volta arrivati decine di studi che dimostrano senza alcun dubbio che non esiste una quantità di alcol sotto la quale non ci sia un effetto cancerogeno, si nega la realtà dei fatti?
E sono gli stessi governanti che poi si lamentano che l’Irlanda voglia mettere l’etichetta “nuoce alla salute” su tutti i prodotti alcolici nel loro Paese. Rendiamoci conto.
Diciamolo che non interessa minimamente la salute e la scienza, ma è una mera scelta politica dettata dall’azione lobbistica di Coldiretti. Meno ipocrisia, grazie.
#governo meloni#carne sintetica#alcool#ministro dell’agricoltura#francesco lollobrigida#ministro della salute#orazio schillaci
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Leonardo Cecchi
Per capire a che livello è sceso questo Paese e di come ormai il torbido se ne stia bello alla luce del sole, sappiate che lo stesso Consorzio Grana Padano che sta aspettando di ricevere milioni di risorse pubbliche dal Ministero dell’Agricoltura, sta spedendo lettere ai suoi associati chiedendo di votare i candidati graditi allo stesso Ministro dell’Agricoltura, eccellentissimo Lollobrigida, che tramite la sua segreteria ha addirittura fatto pervenire una specifica lista.
Quindi un Ministro della Repubblica a cui spetta il compito di decidere se un consorzio dovrà prendersi milioni di euro, manda allo stesso consorzio una lista di candidati a lui “cari” (uso le loro parole) al fine di farli votare.
Il problema, signori, è che questa gente ormai si sente così sicura da non premurarsi più neppure di nasconderle certe cose. Si fa tutto alla luce del sole, con dinamiche da politica feudale.
Questi ci portano indietro di trecento anni, non di cento come a volte sento dire.
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Ursula von der Leyen nomina Peter Strohschneider, professore di storia medioevale perché supervisioni un importante rapporto sull’agricoltura; il professore guadagnerà 973,79 € al giorno.
se credevate che l’amichettismo fosse un fenomeno solo italico, vi siete sbagliati, prima la Metsola nomina il cognato come capo di gabinetto (“La Meloni si e io no?”), adesso la Ursula che nomina Peter.
In molti hanno trovato esagerato il compenso per questo studioso, molto meno ha stupito che un medioevalista si interessi di agricoltura, noi per fortuna siamo abituati a gente che non c’entra niente con l’incarico che ottiene, Lollobrogida è “laureato” (Università Cusano) telematicamente in giurisprudenza ed è ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare (qualunque cosa sia, Dio ci perdoni tutti) e delle Foreste (quelle che sono rimaste).
Molto probabilmente i contadini da ora in poi andranno al lavoro a piedi o su un carro di buoi, periodicamente metteremo una parte di terreno a maggese e faremo la rotazione delle colture, reintrodurremo l’aratro a versoio trainato da buoi o cavalli e ricorreremo al “debbio” (no a Paolo Del Debbio), cioè all’utilizzo delle ceneri delle erbacce estirpate come fertilizzante.
Un ritorno al medioevo insomma, pensate che io stia scherzando? Neanche per idea, Francesco Lollobrigida ha proposto il “servizio civile agricolo”, cioè l’idea di offrire ai giovani l’opportunità di poter lavorare quasi a titolo gratuito (i rimborsi previsti coprono appena le spese) nelle aziende agricole in cambio del 15% di posti riservati nei concorsi pubblici.
Insomma, stanno reintroducendo la servitù della gleba, dove il nobile proprietario delle terre obbligava i suoi contadini a prestare gratuitamente lavoro per le courvée che desiderava effettuare.
Prossimamente è prevista anche la reintroduzione dello jus primae noctis.
E allora, cosa state aspettando? Tirate fuori zappe, roncole e falcetti e iniziate ad affilarle.
#ursula von der leyen#francesco lollobrigida#metsola#servi della gleba#Peter Strohschneider#medioevo#jus primae noctis
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Sui social mangiano la nutella come voi... poi loro sono loro e voi non siete un cazzo... un innaugurazione e un'ospitata.
Poi non vanno alle celebrazioni del 25 aprile perchè divisive o non si presentano sui luoghi di un disastro se temono di essere contestati ma solo se hanno la claque di balilla.
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Il ministro Gino
Attanagliato dal sospetto che gli preferissimo Nordio e Sangiuliano, il ministro Lollobrigida ce l’ha messa tutta per entrare nelle nostre grazie. E, dobbiamo riconoscerglielo, ci è riuscito. Le sue uscite su “sostituzione etnica” ed “etnia italiana”, che ne avevano fatto l’idolo del Ku Klux Klan e l’antesignano del generale Vannacci, non erano male. E neppure l’alibi di ferro sfoderato per discolparsene: “Sono ignorante, non razzista”, che poi è il motto dell’intero governo. Ma c’era sempre un che di fuori tema o di fuor d’opera, nelle sue esternazioni, essendo lui il ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare. Mancava una bella scempiaggine attinente alle deleghe spiritosamente assegnategli dalla premier-cognata. E ieri è arrivata nel luogo più consono: il Meeting di Rimini, dove l’uditorio applaudirebbe anche il gobbo del Quarticciolo, il Canaro della Magliana e la saponificatrice di Correggio. Lì, fra le standing ovation, Francesco Lollobrigida detto Gino ha testualmente espettorato: “L’ho detto spesso agli amici degli Stati Uniti, e lo condividono anche loro (lui infatti è solito rivolgersi direttamente alle nazioni, non si sa in quale lingua, e quelle gli rispondono, ndr): sono un grande popolo, ci hanno liberati, ci hanno difesi e lo fanno ancora; ma su una cosa non ci possono insegnare niente, a mangiare”. Già, perché in Italia “c’è una grande educazione alimentare, anche interclassista: infatti da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”. Basta andare nei negozi di prodotti naturali, biologici, chilometro zero per trovare file di mendicanti da far invidia alla Caritas e a Sant’Egidio. I ricchi invece sono tutti a sfondarsi nei McDonald’s, dai kebabbari e nei baracci più malfamati. Ecco perché il governo ha deciso di moltiplicare i poveri levando il reddito di cittadinanza, negando il salario minimo e lasciando impazzire i prezzi al carrello e alla pompa su pressione della potente lobby dei nullatenenti. Non per far la guerra ai poveri, ma per migliorare la qualità della loro alimentazione e consentire anche agli ex benestanti, finalmente piombati nella miseria, di assaporare le delizie della migliore cucina italiana. Ora, per dire, è allo studio un nuovo sms dell’Inps con le istruzioni per la tessera annonaria Dedicata a Te: “Se sei fortunato avrai 382,5 euro l’anno, ma potrai spenderli solo al banco del contadino e al negozio bio”. Novità anche in quello che leverà il Rdc ai pochi che ancora lo prendono: “Ora che sei diventato o tornato povero, sappi che lo facciamo per migliorare la tua dieta. A proposito: hai mai provato il digiuno intermittente? Mangi la prima settimana e salti le altre tre. È una figata, i ricchi se la sognano”.
Marco Travaglio
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Peggio di così non si poteva fare a livello di comunicazione. La notizia ha scatenato le opposizioni, con Matteo Renzi, il Movimento 5 stelle e il Pd alla carica per chiedere spiegazioni di questo nuovo maldestro passo falso di Meloni, che da agosto non trova pace: prima con le dichiarazioni che avallavano una fantomatica cospirazione delle toghe a carico della sorella Arianna e ora con i dieci giorni di passione intorno all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
A guardare bene, gli errori comunicativi hanno avuto un crescendo di confusione paragonabile solo alla débâcle dell’ormai famigerata conferenza stampa a Cutro. Tutto è cominciato con la decisione di Meloni di metterci la faccia, intervenendo in difesa del suo ministro alla trasmissione di Paolo Del Debbio per poi essere smentita in diretta da Boccia.
Poi la scelta di tenere nel limbo Sangiuliano anche davanti all’evidenza, rifiutando le sue prime dimissioni ma costringendolo a sottoporsi all’imbarazzante intervista al Tg1. Infine, la dimostrazione tangibile che Meloni si sente costretta in un fortino assediato, con l’allontanamento della polizia. Una sequela di errori, leggerezze e sottovalutazioni inaspettate da parte di una premier che, durante il Consiglio dei ministri di ripresa dei lavori, aveva parlato dell’importanza di comunicare «di più e meglio».
Archiviato il tentativo, fallito, di farsi consigliare da un giornalista esperto come Mario Sechi, la premier aveva deciso di riportare la gestione del dossier comunicazione “in famiglia” promuovendo nel ruolo di consigliere strategico l’amico e sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Ora, dopo questi giorni di fuoco, l’orientamento di Palazzo Chigi sarebbe quello di trovare un nuovo esperto esterno in grado di gestire la crisi. Fazzolari rimarrebbe al suo posto di regista della comunicazione politica, il nuovo profilo dovrebbe invece evitare che altri “casi Boccia” esplodano.
Più facile a dirsi che a farsi, perché il profilo di alto livello che Meloni sta cercando è difficile da identificare. Tra i nomi collaterali al partito (che sono sempre la scelta preferita della premier) non spuntano persone all’altezza di un ruolo del genere, e, al di fuori, nessuno si è mostrato disposto a caricarsi di un compito tanto gravoso. Reso ancora più complicato dalla necessità di districarsi nella fitta rete costituita dal “cerchio magico” della premier, composto, oltre che da Fazzolari, dalla sorella Arianna, dalla segretaria Patrizia Scurti, dalla storica portavoce Giovanna Ianniello e da pochi altri fedelissimi.
Dopotutto è anche questo uno dei motivi che ha convinto Sechi, mai davvero entrato in sintonia con il cordone sanitario meloniano, a traslocare alla direzione di Libero. Un riflesso di questo “effetto respingente” di Meloni & co. lo si vede anche in altre posizioni strategiche.
L’ex cognato e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida fatica a trovare un capo dell’ufficio stampa dopo l’addio di Paolo Signorelli, costretto a lasciare per le sue chat con il defunto Fabrizio “Diabolik” Piscitelli. E anche in altri ministeri, come quello della Giustizia, si è assistito a un avvicendamento.
A oggi, dunque, a Roma si registra un fuggi fuggi di comunicatori e spin doctor avvicinati informalmente dallo staff presidenziale. Proprio questa penuria di figure all’altezza è ormai un’emergenza per il governo, soprattutto per le caselle appannaggio di Fratelli d’Italia. Anche per questo Meloni sarebbe intenzionata a tenere ad interim le deleghe del dimissionario Raffaele Fitto, affidandole ai suoi sottosegretari, e per sostituire Sangiuliano ha scelto la soluzione lampo di Alessandro Giuli, tra i profili più stimati provenienti dalla destra e già “bollinato” come fedele.
La lista di nomi presentabili, senza imbarazzanti rapporti col passato legato alla Fiamma e con curriculum all’altezza, è praticamente finita. Il criterio di selezione basato sulla fedeltà, anche ideologica, sta mostrando tutti i suoi limiti.
Dopo due anni di governo e mentre si comincia a discutere una Finanziaria che si preannuncia molto complicata, la fotografia è quella di una premier ossessionata dal timore di complotti e asserragliata a palazzo Chigi, circondata dai suoi fedelissimi e preoccupata che i poliziotti della sicurezza origlino alla sua porta e spifferino ai nemici i suoi segreti.
In realtà – se spifferi ci saranno – rischiano di provenire proprio dalle leggerezze inaccettabili commesse dal suo ministro della Cultura. Che ha permesso a Maria Rosaria Boccia di tenere sotto scacco la premier e, secondo alcune sue allusioni, anche le persone a lei più vicine.
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Il nostro grano duro sta spigando ma il suo prezzo è in caduta libera. Una caduta lenta e continua da alcuni mesi che è diventata precipitosa negli ultimi giorni. Ormai il prezzo è tale che, considerati gli aumenti di energia, concimi e costi di produzione vari degli ultimi 2-3 anni, è giusto un po’ superiore al prezzo di costo (sempre che il raccolto non sia rovinato da grandine o gelate o siccità). Ma ahimè temiamo possa cadere ancora. Le cause? Grano (peraltro tenero) che arriva illegalmente dalla Russia e che importato illegalmente attraverso paesi confinanti diventa grano Ue. Ma anche grano ucraino, a prezzi stracciati perché di qualità bassa che passa illegalmente attraverso la Polonia e diventa grano Ue. Che ne pensa il ministro della sovranità alimentare? Il ministro che sta ben attento a vietare l’uso di qualche quintaletto di farina di grilli ma poi dorme quando di tratta di sorvegliare migliaia di tonnellate di grano che ci invadono distruggendo la qualità del nostro Made in Italy e l’economia di un intero comparto. E che ne pensa anche il Governo di sorvegliare sul prezzo dei prodotti derivati visto che con l’attuale prezzo del grano pane, pasta, biscotti dovrebbero decisamente diminuire? Magari sarebbe auspicabile un Brindisi in meno al Vinitaly e un po’ di interesse per i problemi reali dell’agricoltura che fa grande il Made in Italy nel mondo. Grazie!
Donatella Caione, Facebook
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L’Unione Europea aveva stanziato un fondo da 160 milioni di euro per distruggere il vino. Solo che quel fondo è stato giudicato insufficiente dai produttori di vino, tanto che il governo francese, così come dichiarato in un’apposita conferenza stampa da Marc Fesneau, il ministro dell’Agricoltura, ha stanziato un ulteriore fondo da 40 milioni di euro per fare cifra tonda e arrivare a un totale di 200 milioni di euro per distruggere tutto quel vino in più. Queste risorse dovrebbero essere utilizzate per bloccare il crollo dei prezzi e fare in modo che i produttori di vino riescano nuovamente a guadagnare dalla loro attività, non continuando ad andare in perdita. Tuttavia il ministro ha ammonito tutti: questa è una soluzione temporanea, problemi del genere continueranno a ripresentarsi. Per questo motivo è necessario che tutta la filiera del vino si adatti ai cambiamenti avvenuti nei consumatori.
Dall'articolo "La Francia alle prese con il calo della domanda del vino: non bastano 160 milioni per distruggere l’eccesso" di Manuela Chimera
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Distretto del Cibo verso la maturità - sostenibilità ad un bivio - Le proposte di Italia Viva -
Il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese compie un anno.
Un progetto di sviluppo, che ha unito un territorio di 25 comuni e 145.000 residenti intorno al cibo e si trova ora di fronte ad un bivio: ritrovare e rafforzare i suoi principi ispiratori o rinunciarvi.
Le proposte di Italia Viva per rilanciare il Distretto verranno presentate lunedì 5 giugno, a Chieri, in sala Conceria, dalle ore 11.15. Interverranno Alessandro Sicchiero, Roberto Ghio, Gino Anchisi e Beppe Tresso. L'evento vedrà, inoltre, la partecipazione di Teresa Bellanova, già Ministro dell’Agricoltura.
#italiaviva#italia viva#italiavivadelchierese#chierese#distrettodelcibo#chieresecarmagnolese#chieri#chierisulserio#carmagnola
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Assemblea nazionale Cia: agricoltura italiana al bivio. Nove priorità per il futuro del settore presentate al Ministro Lollobrigida
Il 28 e 29 novembre 2024, si è tenuta a Roma l’Assemblea Nazionale della Cia – Agricoltori Italiani, con il tema “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”.
Il 28 e 29 novembre 2024, si è tenuta a Roma l’Assemblea Nazionale della Cia – Agricoltori Italiani, con il tema “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”. L’incontro ha visto la partecipazione di una delegazione di agricoltori e funzionari di Cia Alessandria e la presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, al quale è stato consegnato un documento con le principali…
#agricoltura familiare#agricoltura italiana#Agricoltura Sostenibile#Alessandria today#assemblea agricoltori italiani#Assemblea nazionale Cia#cambiamenti climatici agricoltura#Cia Agricoltori Italiani#Cia Alessandria#Cia nazionale 2024#documenti confederali Cia#eventi Cia 2024#fauna selvatica agricoltura#fiscalità agricoltura#Francesco Lollobrigida#gestione rischio agricolo#Google News#infrastrutture aree interne#Innovazione Agricola#innovazione rurale#italianewsmedia.com#lavoro agricolo#manutenzione suolo#Ministero Agricoltura Italia#osservatorio UE prezzi#PAC agricoltura#Pier Carlo Lava#politiche commerciali agricoltura#politiche comunitarie agricoltura#reddito agricolo.
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Governo Meloni ha fatto un regalino di fine anno… Non ai disabili, però, ma a suo cognato.
Dopo aver tagliato 400 milioni per le persone con disabilità, adesso ha eliminato anche le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione che servono ad abbattere le barriere architettoniche (un supporto fondamentale per rendere gli spazi della quotidianità accessibili, come dovrebbe essere per garantire una maggiore autonomia e indipendenza).
Mancanza di fondi? Macché, solo questione di scelte e di priorità: nel frattempo, infatti, sono spuntati ben 2 milioni di euro in più per aumentare lo staff del Ministro dell’Agricoltura, così da permettere al cognato della Premier di assumere figure a lui fedeli attraverso una modifica della Legge di bilancio.
Beh, come si dice in questi casi? Buon anno nuovo? Per qualcuno sicuramente, ma non per le persone più fragili…
@ Iacopo Melio
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Veronafiere a Expo DiviNazione G7 Agricoltura. Presentato in anteprima Sol2 Expo
VERONAFIERE A EXPO DIVINAZIONE G7 AGRICOLTURAQuesta mattina il presidente della Camera Lorenzo Fontanaha visitato l’area di Veronafiere nell’Antico Mercato di Ortigia Nel pomeriggio il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida è intervenuto alla presentazione di Sol2 Expo, la nuova manifestazione internazionale dell’olio di Veronafiere Siracusa,…
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Le api del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida uccise da vespe e calabroni
#natura #animali #kodami – http://www.afnews.info segnala: Le circa 50.000 api che vivevano sul tetto del Ministero sono state attaccate da vespe e calabroni, che hanno approfittato della vulnerabilità (e forse della poca cura nel periodo delle ferie) degli imenotteri ospitati nel cuore della Capitale… Trovi l’articolo completo, immagini e video su: Read More Kodami
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San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali d'Italia, viene celebrato a Vallombrosa
San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali d'Italia, viene celebrato a Vallombrosa. Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen.C.A. Teo Luzi, il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Presso l’Abbazia millenaria di Vallombrosa (FI) si è svolta la celebrazione di San Giovanni Gualberto, Patrono dei Forestali d’Italia e fondatore dell'Ordine Monastico Benedettino Vallombrosano. Da... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Con ordine: è mezzogiorno, i marciapiedi della stazione Termini erano ancora bagnati dalla pioggia mattutina quando il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme con quattro-cinque persone del suo staff salgono sul Frecciarossa 9519 Torino-Salerno. Destinazione, Caivano, fermata Napoli-Afragola. Dove accanto a don Aldo Patriciello, il ministro era atteso per inaugurare un Parco urbano attrezzato, nel giorno della “Festa dell’albero”. Certo, dirà qualcuno, il ministero di Lollobrigida nulla ha a che fare con il “Decreto Caivano” del Governo ma questa è un’altra storia. Lollobrigida era atteso alle 15 ma è in ritardo e non può perdere tempo. «Perché lo aspettavano i cittadini», hanno ripetuto ieri i suoi compagni di partito, a partire dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. «Perché doveva correre in tivvù per registrare la sua partecipazione ad Avanti popolo di Nunzia De Girolamo», dicono i maliziosi.
Fatto sta che Lollobrigida sale sul convoglio quando i monitor di Trenitalia, come spesso accade in questo periodo, segnano un ritardo di 7 minuti. Lollobrigida si siede in prima classe e si accorge che qualcosa non va. Appena uscito da Termini, il mezzo inchioda: un guasto sulla linea dell’Alta velocità costringe i treni ad andare sui vecchi binari. Significa che si sarebbe accumulato ritardo su ritardo. Sono passate le 12,45 quando Lollobrigida e il suo staff capiscono che non sarebbero mai potuti arrivare in tempo utile. «Serve un piano B». L’idea è quella di usare l’auto di servizio, ipotesi legittima che avrebbe potuto scegliere già in partenza. Ma era salito su un treno che non prevede fermate intermedie. Che fare quindi?
Qui arriva il pasticcio. Da quello che risulta a Repubblica qualcuno dal treno chiama la segreteria dell’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, chiedendo una via di uscita. «Siamo a Ciampino, vorremmo scendere qui che qualcuno ci viene a prendere in stazione». La fermata a chiamata non è prevista in nessun protocollo. Può esistere soltanto per gravi motivi di salute dei passeggeri («e anche in questo caso si tende sempre a evitare» spiegano fonti di Rfi) oppure di ordine pubblico. Arrivare in orario a una manifestazione non sembra rientrare in queste due categorie. Fatto sta che qualcuno di Trenitalia chiama il capotreno, che ieri confessava ai colleghi: «Mi hanno chiamato dalla centrale». Spiegando che per ragioni superiori quel treno si doveva fermare. A quel punto dal 9519 avviano la procedura standard: chiamano Rfi, chiedono il via libera tecnico a fermarsi a Ciampino e aprono per tutti le porte: «Abbiamo fatto l’annuncio, chiunque poteva scendere», dicono da Trenitalia. Invece il solo ad approfittare è il ministro, «anche perché è il solo ad avere un’auto blu che lo aspettava…».
Le porte si aprono e si chiudono velocemente, «non c’è stato alcun impatto né sui viaggiatori né sulla circolazione», assicura Trenitalia, senza chiedere scusa a tutti gli altri passeggeri che non sono riusciti nemmeno ad arrivare a Salerno visto che il treno in questione è stato soppresso alla stazione di Napoli, dove è arrivato con 111 minuti di ritardo.
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La Casa Bianca dà un piccolo morso al gigantesco mucchio di rifiuti alimentari La nuova strategia per ridurre lo spreco alimentare L’amministrazione Biden ha lanciato una strategia nazionale per affrontare il problema dello spreco alimentare negli Stati Uniti. Circa il 30% della fornitura alimentare del paese non viene consumata e finisce in discarica, generando emissioni di gas serra. La Casa Bianca punta a cambiare comportamenti, finanziare la ricerca sulla conservazione degli alimenti, espandere le donazioni e migliorare le trasformazioni dei rifiuti in beni utilizzabili come compost o mangime. Il Ministro dell’Agricoltura, Tom Vilsack, ha sottolineato l’importanza dell’impegno di tutti nel ridurre lo spreco alimentare, auspicando che le azioni federali ispirino anche il settore
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