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anchesetuttinoino · 3 months
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Record di emissioni mondiali nel 2023. Il rapporto 2024 dell'Energy Institute, la settantatreesima edizione dello Statistical review of world energy, parla chiaro: lo scorso anno le emissioni mondiali di gas serra da uso di energia, i processi industriali e metano, espresse come tonnellate equivalenti di C02, sono aumentate del 2,1% a 40 miliardi di tonnellate. Di queste, il 31,2%, pari a 12,6 miliardi di tonnellate, sono state emesse dalla sola Cina. L'Unione europea pesa per il 6,6% delle emissioni mondiali (2,(\miliardi di tonnellate), mentre gli USA hanno una quota del 12,7% (51 miliardi di tonnellate). L'Italia ha emesso nel 2023 312 milioni di tonnellate, pari allo 0,8% del totale mondiale e al 4,7% dell'Unione europea.
Il dettagliatissimo report del benemerito Energy Institute mostra un dato ancora più interessante, quello delle emissioni che in Cina sono in costante aumento (+1,9% medio all'anno negli ultimi dieci anni, addirittura +6% net solo 2023) e in calo in Unione europea (-21% medio all'anno negli ultimi dieci, ben -6,6% nel 2023).
Il 52% delle emissioni mondiali viene generato in Asia, dove oltre alla Cina si segnala l'India con 3,1 miliardi di tonnellate di C02 equivalente (7,7% del totale mondiale), mentre il Giappone ha emesso 1 miliardo di tonnellate.
L'Energy Institute, per fortuna, non cade nei classico tranello di esporre le emissioni pro-capite, che è un dato inutile e fuorviante. Per essere utile ad un confronto, tale dato dovrebbe essere normalizzato rispetto al mix energetico di un paese ed anche rispetto alla densità industriale.
Il rapporto fornisce un altro dato importantissimo per capire come stanno davvero le cose, ovvero i consumi di energia primaria distinti per fonte, Il primo dato notevole è che consumi europei di energia sono in calo dell'1% negli ultimi 10 anni, mentre quelli cinesi sono in aumento del 3,4% all'anno negli ultimi dieci. ....
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E Greta muta!
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scontomio · 21 days
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scienza-magia · 3 months
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Debito pubblico della Francia mette a rischio l'Eurozona
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La Francia potrebbe innescare la prossima crisi dell’euro. Deficit di bilancio galoppanti e il confronto con Bruxelles e Berlino sono la formula per creare problemi. “La nostra Europa è mortale, può morire”, aveva avvertito Emmanuel Macron a fine aprile. Chi avrebbe mai immaginato che solo poche settimane dopo il presidente francese avrebbe provato a dimostrare la sua tesi, indire elezioni anticipate che minacciavano di far precipitare l’intera UE in una crisi potenzialmente mortale? Al momento, l’attenzione globale è focalizzata sui drammi politici immediati in Francia. Il primo turno di votazioni si svolgerà il 30 giugno. Il Rassemblement National, di estrema destra, è attualmente in testa nei sondaggi, mentre al secondo posto si trova il Nuovo Fronte Popolare, una coalizione dominata dall'estrema sinistra. Nella migliore delle ipotesi, un parlamento dominato dagli estremi politici farebbe precipitare la Francia in un periodo di prolungata instabilità. Nel peggiore dei casi, ciò porterebbe all’adozione di politiche spendaccione e nazionalistiche che provocherebbero rapidamente una crisi economica e sociale in Francia. Un tracollo francese diventerebbe rapidamente un problema dell’UE. Ci sarebbero due principali meccanismi di trasmissione. Il primo è fiscale. Il secondo è diplomatico. La Francia è in un disastro finanziario. Il debito pubblico è pari al 110% del Pil e l’anno scorso l’attuale governo ha registrato un deficit di bilancio del 5,5%. Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra sono impegnate in grandi aumenti di spesa e tagli fiscali che gonfierebbero il debito e il deficit, violando le regole dell’UE. Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, ha avvertito che la vittoria di uno degli estremi potrebbe portare a una crisi del debito in Francia e alla supervisione delle finanze del paese da parte del FMI o della Commissione europea. Le Maire ha sottolineato la reazione al “mini” bilancio del governo Truss in Gran Bretagna, per sottolineare quanto velocemente i mercati possano rivoltarsi contro un governo finanziariamente sconsiderato. In realtà, una crisi fiscale francese potrebbe essere peggiore dell’incontro della Gran Bretagna con Liz Truss. Nel Regno Unito esisteva un meccanismo per licenziare rapidamente Truss e ripristinare un governo razionale. Questo compito sarebbe molto più difficile in Francia, dove l’estrema destra e l’estrema sinistra hanno leadership ben consolidate e non hanno ai margini politici più cauti e basati sulla realtà. La seconda grande complicazione è che la Francia è uno dei 20 paesi che utilizzano la moneta unica europea. Cosa accadrebbe se il premio di rischio sui titoli francesi aumentasse? L’UE ora dispone di meccanismi per intervenire e intervenire con gli acquisti di obbligazioni. Ma Bruxelles o Berlino sarebbero disposte ad accettare una mossa del genere, se la crisi fosse stata provocata da impegni di spesa francesi non finanziati?
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Il governo tedesco sta attualmente lottando per trovare risparmi di miliardi di dollari nel proprio bilancio nazionale. Perché dovrebbe favorire un piano di salvataggio per la Francia spendacciona? Anche l’estrema destra e l’estrema sinistra francesi sono profondamente euroscettici e stanno già inveendo contro i diktat di Bruxelles ed esprimendo ostilità verso la Germania. La piattaforma elettorale della RN parla di una “divergenza profonda e inconciliabile” tra le visioni del mondo di Francia e Germania. Jordan Bardella, che probabilmente sarà il candidato della RN a primo ministro, ha recentemente minacciato di tagliare il contributo della Francia al bilancio dell’UE di 2-3 miliardi di euro all’anno. Durante la crisi del debito greco, durata quasi un decennio, la sfida all’UE da parte di Atene è stata infine superata dalla minaccia di espellere la Grecia dall’euro – una mossa che avrebbe distrutto il valore dei risparmi greci. Ma espellere la Francia dall’euro – o dalla stessa UE – è quasi inconcepibile. Intorno alla coppia franco-tedesca è stato costruito l’intero progetto europeo a partire dagli anni Cinquanta. È molto più probabile che la Francia rimanga nell’UE e nella moneta unica, ma agisca da spoiler. Ciò distruggerebbe la coesione e la stabilità europea, in un momento in cui l’UE fatica a restare unita di fronte alla minaccia della Russia. A meno che Macron non si dimetta (il che sembra improbabile), continuerà a rappresentare la Francia nei vertici internazionali e negli incontri dell’UE. Ma, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto nei sondaggi, è probabile che il presidente francese emerga da queste elezioni come una figura seriamente ridimensionata. Alcuni colleghi europei di Macron potrebbero tranquillamente godersi lo spettacolo di “Giove” umiliato. Ma l’impatto complessivo sull’Europa di una Francia indebolita e arrabbiata sarebbe triste. L’istinto iniziale della RN sarebbe quello di affrontare Bruxelles in nome della sovranità francese. Ma negli ultimi anni i leader dell’estrema destra hanno mostrato una certa consapevolezza del fatto che l’euroscetticismo intransigente può spaventare e alienare gli elettori e i mercati. Dopo aver perso le elezioni presidenziali del 2017, la RN ha tranquillamente abbandonato il discorso sull’uscita dall’euro. Una crisi economica – combinata con un confronto con Bruxelles e Berlino – potrebbe portare la RN a ricadere nei suoi istinti nazionalistici e conflittuali. In alternativa, le realtà di governo potrebbero costringerlo ad un accordo con l’UE. Chi ha la memoria lunga può ricordare la crisi economica francese dei primi anni ’80, quando un governo socialista tentò di attuare un’agenda radicale e di sinistra. Quella crisi alla fine portò all’ascesa di Jacques Delors, prima come ministro delle finanze francese e poi come presidente della Commissione europea. A Bruxelles, Delors ha portato avanti drammatici progressi nell’integrazione europea e nel lancio della moneta unica. È improbabile che la storia si ripeta nello stesso modo. Ma decenni di esperienza suggeriscono che è un errore scommettere contro la capacità dell’UE di superare minacce apparentemente mortali. France could trigger the next euro crisis (video) Read the full article
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giardinoweb · 5 months
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lamilanomagazine · 9 months
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Manovra, via libera definitivo della Camera: il testo è legge
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Manovra, via libera definitivo della Camera: il testo è legge. «Un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese». Così la premier Giorgia Meloni dopo il via libera della Camera alla legge di bilancio. La Manovra diventa legge con 200 sì, 112 no e tre astenuti. La Presidente del Consiglio ha ringraziato la maggioranza per la compattezza dimostrata ma anche le opposizioni «che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito». Ventotto i miliardi previsti dalla legge di bilancio. Tre i cardini da subito indicati dal governo: taglio del cuneo, riforma dell'Irpef e aiuti per le famiglie. «Bene il sì alla Manovra», commenta il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che aggiunge: «Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così». La Manovra aveva subito poche modifiche nel passaggio al Senato: tra quelle più importanti, lo stop alla stretta sulle pensioni dei medici e la cedolare secca sugli affitti brevi che rimane al 21% per una delle case affittate. A Montecitorio, invece, un passaggio quasi formale. Dopo l’esame lampo in commissione Bilancio, l'approdo in Aula con l’ok senza fiducia, come concordato tra i gruppi. Durante il dibattito, però, non è mancato un duro scontro tra maggioranza e opposizione. «È una manovra di tagli e tasse da far invidia ai peggiori governi tecnici», ha dichiarato il leader M5S Giuseppe Conte. «Una manovra con cui Meloni, Salvini e Tajani continuano la stagione dei tagli ai danni dei pensionati», ha aggiunto l’ex premier. «La manovra è figlia del vostro identitario disinteresse per le fasce più deboli», ha accusato la segretaria del Pd Elly Schlein che ha ricordato l'unica misura sulla quale hanno puntato le opposizioni con la propria quota di tesoretto: «Ci abbiamo dovuto pensare noi - ha aggiunto Schlein - a mettere a disposizione 40 milioni per il contrasto alla violenza di genere. Vi avevamo chiesto di unire le vostre risorse e invece avete preferito le vostre mance». «Siamo fieri di aver approvato una legge di Bilancio attenta ai conti dello Stato e volta a tutelare il potere d'acquisto delle famiglie, a ridurre il cuneo fiscale e il costo del lavoro». Lo ha dichiarato Luca Ciriani, Ministro per i rapporti con il Parlamento. «Ringrazio il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e tutti i parlamentari per l'importante lavoro svolto - ha sottolineato Ciriani - siamo andati avanti con ordine garantendo le prerogative di tutte le parti, come dimostra l'approvazione finale avvenuta stasera, senza questione di fiducia, a Montecitorio. Continuiamo a portare avanti la nostra visione, sempre e solo per il bene dell'Italia e degli italiani». Intanto ieri, poco prima dell’ultimo Consiglio dei ministri del 2023, è stato raggiunto un accordo sul Superbonus, con un decreto ad hoc. Niente proroga, sulla quale Giorgetti aveva manifestato perplessità, ma la possibilità per i redditi sotto i 15mila euro di mantenere nei fatti l'agevolazione per intero attraverso un fondo per la povertà. Nelle bozze del decreto Milleproroghe era prevista una mini-proroga al Decreto crescita per i calciatori. «Immorale», secondo il vicepremier Salvini che in Cdm avrebbe posto un veto su questa misura. Alla fine, il cosiddetto "lodo Lotito", come era stata ribattezzata chiamata la misura tra i parlamentari, non è passato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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silviascorcella · 10 months
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Morfosis f/w 2018-19: il fascino dei contrasti, come in un film noir
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Ci vuole un guizzo intellettuale per scoprirne il segreto, certo, ma l’essenza è tutta già racchiusa nel nome: Morfosis. Senza alcun vanto, chi è avvezza agli studi classici avrà già intuito: la metamorfosi è innanzitutto una disposizione d’animo verso le cose in continuo mutamento, le atmosfere mai fisse, la vita che ci scorre intorno e le evoluzioni infinite che tutto questo, con noi infilate dentro, può godere. 
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Applicata alla questione della bellezza, poi, in particolare quella da portare indosso attraverso gli abiti, l’evocazione della metamorfosi diventa persino un atto generoso: e divertito.
Perché tutto s’impernia sul proprio punto di vista sul mondo, o sul guardaroba che per una donna è un mondo altrettanto importante: vestire è una forma d’espressione profondamente personale, il gusto è questione intimamente individuale, e la capacità d’interpretazione attraverso i capi d’abbigliamento diventa un’occasione di trasformazione quotidiana, un esercizio di scelta all’interno di un caleidoscopio di possibilità, un esercizio di stile e di styling sempre nuovo. 
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L’importante è sentire fino in fondo la grande libertà che una collezione, nata su questa visione quasi filosofica del fare moda, concede con le sue creazioni.
Dopotutto, la predilezione principale della fashion designer e fondatrice del brand Alessandra Cappiello va da sempre verso una direzione ben precisa: l’elogio dell’imperfezione, intesa come spazio di libertà di sperimentazione sull’originalità, naturalmente! 
La collezione a/ 2018-19 è un invito rinnovato a prendere parte al percorso di metamorfosi della visione del brand dedicata alla sua donna, che qui trova il suo riflesso in un’epoca del secolo scorso assai peculiare: ovvero gli anni del cinema noir.
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Chiudete gli occhi e immaginate quelle atmosfere composte di luci e ombre che giocano con i contrasti, gli ambienti densi di tinte scure e intriganti, le penombre che mentre operano una distorsione della realtà ne regala una lettura perfetta a modo suo: ecco, ed ora immaginate un’icona fra le tante, ma forse la più celebre per l’abilità a fare del contrasto una peculiarità della sua immensa bellezza, ovvero Marlene Dietrich.
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Ecco, ora spegnete la tv immaginaria e riscoprite il lato umano serbato nella diva: è lì che Alessandra Cappiello va a cogliere l’ispirazione vera per questa collezione, ovvero nella personalità forte eppur profondamente femminile, nella sensualità innata eppur consapevole, che la caratterizzano nel suo quotidiano fuori dal set, fuori dal linguaggio simbolico con cui è stata catalogata, ma dentro la libertà d’espressione del suo modo di essere e di apparire. 
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Or dunque, è questa la traccia sulla quale è nata una collezione di un’eleganza peculiare, in bilico tra l’appeal mascolino dei completi con la giacca e la femminilità intima dei dress lievi. Un’eleganza fatta soprattutto di quell’autenticità che si esprime nei contrasti dei materiali, tra le trasparenze fiorite e l’opulenza dei velluti, ma anche nelle lunghezze variabili degli abiti, una volta mini e una volta maxi, nei tagli dei pantaloni, ora affusolati come lo spirito urban suggerisce, ora ampi e piombanti a terra come le atmosfere retrò evocano, nella mutevolezza dei volumi, ora netti come nel cappotto dritto, ora rigonfi come nel piumino dall’allure couture.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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Le campagne di lancio MINI si sono contraddistinte per la loro originalità
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Mini ha creato un numero limitato di MINI Cooper SE nella particolare versione "Elettrifigata". Il richiamo al claim  Questa edizione limitata colora la MINI Cooper SE con la vernice Nanuq White e sarà caratterizzata da dettagli speciali che richiamano la campagna pubblicitaria. Esternamente, questa MINI Full Electric nella veste Elettrifigata si presenta con cerchi da 17” e specchietti in Energetic Yellow, che donano maggiore sportività all’aspetto della vettura. La presa sottolinea il concept “Elettrifigata” e si allunga con un profilo nero, ma questa versione mostra altre personalizzazioni dedicate, composte da Side Stripes Piano Black con logo “Elettrifigata” e vetri e lunotto posteriore oscurati. In abitacolo si nota il volante sportivo in pelle Nappa con Badge Electric, ma il modello è stato dotato anche di Premium Mid Package con Comfort Access, telecamera posteriore, bracciolo anteriore e dell’interfaccia Bluetooth con ricarica Wireless. Il powertrain e il futuro della variante elettrica  Tecnicamente questa edizione limitata non ha subito rivisitazioni, pertanto la MINI Cooper SE conferma la presenza di una batteria da 28,9 kWh e del motore elettrico da 184 CV. Il powertrain offre un’autonomia, dichiarata dal Brand inglese, di circa 200 chilometri e prestazioni che fanno scattare la piccola inglese a zero emissioni da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi. In listino, per il mercato nostrano, c’è anche la versione Cabrio, ma in edizione limitata al prezzo di 61.000 euro. Il prossimo anno MINI presenterà la nuova generazione elettrica, che si potrà acquistare nelle varianti Cooper E e Cooper SE, che avranno rispettivamente la potenza massima di 184 CV e 218 CV, con possibilità di scegliere due tagli di batterie, da 40,7 kWh o da 54,2 kWh. Si prevede che anche l’autonomia alzerà il suo limite, spostandosi tra i 300 e i 400 chilometri di percorrenza massima. MINI Full Electric Elettrifigata è in vendita su Garage online (il sito MINI da cui è possibile visionare i modelli in vendita) e in tutte le Concessionarie BMW. Al momento però non è stato ufficialmente comunicato il prezzo di acquisto. Read the full article
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ildeltadivenerearco · 2 years
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‼️Mini abito a costine, elasticizzato, con tagli laser sul décolleté, disponibile in nero e taglia unica ‼️❤️#miniabito #abitosexy #minidress #minikleid #sexyabito #sexyshoponline #ildeltadivenere #arcoditrento #rivadelgarda #gardasee (presso Il Delta di Venere) https://www.instagram.com/p/CmreKTGswWT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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gamingpark · 2 years
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Il primo ministro britannico Liz Truss si dimette
Il primo ministro britannico Liz Truss si dimette
Il primo ministro britannico Liz Truss ha annunciato le sue dimissioni. Giovedì, il leader conservatore ha confermato la sua partenza dall’incarico dopo settimane di turbolenze tra il cosiddetto “mini-budget” del cancelliere originale Kwasi Kwarteng “in cui ha annunciato piani per importanti tagli alle tasse. Kwarteng si è dimesso la scorsa settimana a seguito di una reazione disastrosa dei…
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Rishi Sunak sarà il prossimo primo ministro inglese dopo l'addio di Liz Truss
Il Regno Unito sta vivendo mesi davvero complicati dal punto di vista governativo. Dopo le dimissioni dal ruolo di primo ministro inglese e di leader del partito conservatore di Boris Johnson, sembrava essere tornata la "serenità" in UK con la nomina di Liz Truss. Un governo durato meno di 60 giorno visto che il 20 Ottobre scorso la stessa Liz Truss ha dato anche lei le dimissioni. La corsa a primo ministro si riapre e Rishi Sunak sembra essere il nome giusto. Il prossimo primo ministro inglese: l'origine con le dimissioni di Boris Johnson Per arrivare a parlare dell'attuale situazione bisogna fare un po' di passi indietro. La data che dobbiamo segnare come "inizio" di questa situazione è il 7 Luglio 2022. Dopo l'abbandono di 54 membri del governo, fra ministri, sottosegretari e affiliati, Boris Johnson si è trovato costretto a dare le dimissioni. Le motivazioni sono i vari scandali giudiziari che hanno coinvolto l'ex inquilino del numero 10 di Downing Street. Prima fra tutte, ancora sotto giudizio, l'accusa di aver mentito al Parlamento da parte del Comitato per gli Standard parlamentari. Non solo rischia di essere sospeso ma anche espulso dal Parlamento perché accusato di aver infranto le regole di condotta ministeriale. Lo scandalo, però, più grande è stato quello denominato "partygate". Boris Johnson, in pieno lockdown, ha partecipato ad alcune feste andando quindi ad infrangere le restrizioni che il suo stesso governo aveva imposto alla popolazione inglese. L'ascesa e le dimissioni: i 49 giorni da leader di Liz Truss Dal quel giorno di Luglio ci sono voluti praticamente due mesi per avere finalmente il nuovo nome del primo ministro inglese. Questo nome corrisponde a quello di Liz Truss che ricoprì il ruolo di ministro degli esteri nel 2021. La conservatrice venne nominata primo ministro dalla Regina Elisabetta II che morì pochi giorni dopo. I giorni di lutto nazionale misero temporaneamente da parte i problemi del paese. Dalla fine del periodo di lutto nazionale, però, iniziano i problemi. Azioni e conseguenze che portano ad un effetto domino culminato con le dimissioni dopo nemmeno due mesi di governo: - 23 settembre: arriva il mini-budget ultra conservatore ovvero l'intervento economico che prevedeva numeri tagli fiscali e tagli alle tasse dei più ricchi. Le conseguenze di questa manovra furono quelle di un crollo della sterlina nei mercato internazionali. - 3 ottobre: dopo soli dieci giorni dall'entrata in vigore del mini-budget, questo viene revocato segnandone di fatto il "fallimento" del provvedimento. - 14 ottobre: il cancelliere dello Scacchiere e stretto alleato del primo ministro Truss, Kwasi Kwarteng, viene sostituito da Jeremy Hunt a causa del fallimento del mini-budget - 19 ottobre: Il Segretario di Stato per gli affari interni Suella Braverman si dimette. Lo stesso giorno, però, arriva il momento in cui si capisce che la maggioranza del governo Truss "non può" governare. Nella discussione se mettere fuori legge la fratturazione idraulica, la maggioranza conservatrice è favorevole all'approvazione a differenza della stessa Truss. - 20 ottobre: A seguito della richiesta avanzata da 17 parlamentari conservatori di indire un voto di sfiducia nei confronti del Primo Ministro Liz Truss, quest'ultima annuncia le sue dimissioni. Rishi Sunak, il nuovo primo ministro inglese? Insomma, dopo nemmeno due mesi l'Inghilterra si ritrova al punto di partenza: trovare una nuova guida per il paese. Il partito conservatore, poco dopo l'annuncio di dimissioni di Liz Truss, ha iniziato la procedura di scelta del suo nuovo leader. Una procedura che doveva concludersi entro il 28 ottobre e che invece si è conclusa nella giornata di ieri. Scongiurato un ritorno alla "Terminator" di Boris Johnson (per ricordare la frase "Hasta la vista, baby" detta dallo stesso Johnson il giorno delle sue dimissioni nello scorso Luglio), sarà Rishi Sunak a guidare il partito conservatore inglese die Tory. Ex ministro dell'economia nel governo Johnson II, Sunak è il primo brittanico di origini asiatiche a guidare il partito conservatore e si appresta a diventare il prossimo primo ministro inglese. Sarà, inoltre, il primo ministro inglese ad essere nominato dal Re Carlo III visto che Liz Truss è stata l'ultima ad essere nominata dalla regina Elisabetta II. Foto di David Mark da Pixabay Read the full article
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scontomio · 3 months
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telodogratis · 2 years
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Gb, quasi tutti i tagli fiscali del mini-bilancio saranno revocati
Gb, quasi tutti i tagli fiscali del mini-bilancio saranno revocati
Read More(Adnkronos) – L’annuncio del nuovo cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy Huntinternazionale/esteri(Adnkronos) – L’annuncio del nuovo cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy HuntAdnkronos – ultimora
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giardinoweb · 5 months
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Bisogna sapere viaggiare
Nei miei anni di vagabondaggio ho capito una cosa fondamentale: bisogna sapere viaggiare. Da qui la necessità di scrivere una guida pratica per viaggiatori bevendo un infuso di ibisco e rosa. Un vademecum frutto della mia personale esperienza che spero possa essere utile per rendere più piacevole qualunque tipo di viaggio, schematizzato ed arricchito di aneddoti affinché la lettura risulti scorrevole, chiara e piacevole.
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• Ricordarsi che per quanto tutto possa essere organizzato gli imprevisti capitano e bisogna affrontarli senza mai scoraggiarsi o demoralizzarsi. Spesso un piano di riserva è indispensabile (ricordo ancora i vari biglietti di ingresso di mostre ed esposizioni fatte on line di cui ho portato, per un eccesso di zelo, sia la versione cartacea che quella digitale) ma la cosa migliore è saper improvvisare quando possibile, modificando velocemente i nostri piani iniziali in base alle necessità. • Cercare di avere un bagaglio leggero: se ci sono dubbi meglio una cosa in meno che in più, in questi anni mi sono resa che nella maggior parte dei casi portavo con me cose inutili, di cui non ne avevo bisogno. Una felpa o un maglione anche in estate va bene per ogni imprevisto, portarsi dietro l’intero guardaroba invernale è un’esagerazione. In ogni caso se qualcosa dovesse servire si può sempre acquistare sul luogo, nel mio ultimo viaggio a causa di giornate particolarmente calde ne ho approfittato per comprare qualche maglietta nuova (tra l’altro tutte ispirate a “la Bella e la Bestia”). • Scegliere il bagaglio giusto in base a dove si deve andare, a quali mezzi si devono prendere e soprattutto in base a cosa ci si porta dietro. Io ho un intero kit viaggio di Carpisa regalatomi anni fa dalla mia migliore amica composto da trolley grande, beauty-case, trolley piccola e borsone, un regalo che negli anni si è rivelato utilissimo permettendomi di scegliere il bagaglio migliore in base alle necessità del momento, a questi vanno aggiunti la mia borsa da viaggio, sempre di Carpisa, regalo invece di mio padre per il mio primo viaggio da sola ed il mio zaino Eastpak che è con me dai tempi del liceo. Discorso a parte sono poi le borse per reflex e pc o per attrezzature particolari. Nel primo caso ho optato per una tracolla imbottita presa da Amazon che in genere diventa la borsa in cui tengo tutti gli apparecchi elettronici: cellulare, tablet, pendrive, memory card, power bank, carica batterie e cavi vari, e ovviamente la reflex. Nel secondo caso invece la cosa migliore è uno zaino imbottito, a causa del peso del computer, infatti, la tracolla risulta scomoda soprattutto se si dovrà camminare parecchio a piedi (cosa che imparai a mie spese durante gli anni universitari, la borsa fu una pessima scelta). • Controllare sempre prima di partire che il vostro bagaglio rispetti sempre le dimensioni ed il peso che la compagnia con cui avete scelto di partire vi consente di portare, eviterete così spiacevoli inconvenienti come il dover pagare in più per il vostro bagaglio. • Consultare sempre una guida locale prima di partire per sapere cosa si può o non si può portare (Samantha Jones docet) in modo da rispettare sempre i luoghi che visitate. • Discorso a parte va fatto per il beauty-case, croce e delizia di molti viaggiatori. Anche qua vige la regola del viaggiare leggero, il mio è composto davvero da poche cose e si riduce al kit per i liquidi preso sempre da Carpisa, e a pochi altri accessori. In particolare trovo indispensabile avere con me una crema solare, un sapone neutro, un buon deodorante, dell’aloe, del burro di karité, uno shampoo, un balsamo, le lacrime artificiali, un dentifricio, uno spazzolino, la Tangle Teezer compact, un pettine a denti larghi, una pinzetta, uno struccante, una bb cream leggera, un balsamo labbra, una matita e un mascara. In passato avevo anche un piccolo kit unghie ma optando per lo smalto semi-permanente è diventato del tutto superfluo. Quando possibile, ma non sempre, e mi concedo il lusso di portare qualcosa in più, aggiungo delle matite labbra e occhi e una palette Pupa che contiene un po’ di tutto oltre a qualche crema in più come l’anticellulite o quella all’ossido di zinco. Un altro modo per rendere il bagaglio più leggero è quello di usare dei campioncini oppure accessori usa e getta, che in linea generale non mi fanno impazzire perché trovo che inquinino troppo per i miei gusti ma ammetto che in alcuni casi possano essere una salvezza. Valida poi l’alternativa proposta da molte aziende cosmetiche ovvero quella di creare delle mini taglie dei vari prodotti che sono al di sotto dei 100 ml e, per chi è affetto da shopping compulsivo come me, sono pure un modo per provare prodotti diversi. • Dividere portafogli e portadocumenti può facilitare notevolmente le partenze soprattutto in aeroporto quando il controllo di carta d’identità e carta d’imbarco avviene ad ogni step, in più è una sorta di piano b, pensate di riuscire a perdere o a farvi rubare sia portafogli che portadocumenti? Improbabile quindi per ogni eventualità meglio tenere sempre comunque un documento (nel mio caso è la patente) nel portafogli e pochi spicchi comunque in borsa, per le emergenze. Comoda pure l’opzione agenda e portadocumenti per chi, ancora, usa il cartaceo, io oramai tendo a fare tutto con il tablet, quindi, per me, sarebbe un peso in più inutile. • Durante il viaggio cerchiamo di stare comodi, utile, quando possibile, vestire casual: capelli legati, niente trucco e tenuta sportiva, portando con me un piccolo cuscino ed una sciarpa di grandi dimensioni che può diventare un piccolo lenzuolo in caso di necessità. Se il viaggio dura poi parecchie ore è utile ogni tanto alzarsi per sgranchire le gambe. • Infine avere un passatempo durante il viaggio è sempre di aiuto per non annoiarsi, io spesso leggo ma si può tranquillamente vedere un film, ascoltare musica, disegnare, giocare con vari dispositivi elettronici, insomma sono diverse le attività da potere fare.
Detto ciò godetevi appieno ogni esperienza, non abbiate mai paura dell’ignoto perché ogni viaggio è un’avventura che ci potrà solo arricchire.
Stefania.
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mcoxtonbro · 7 years
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Living la vida low cost, McOxton style (•︣ ͜ʖ•᷅)👌
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Ciao, non so bene come cominciare… Dicono che ognuno ha quel che si merita, giusto? Se è vero, non mi meritavo forse una vita normale? Una vita dove a 8 anni non venivo molestata, a 12 non cominciavo ad autolesionarmi, a 13 ad avere problemi col cibo, a 14 ad avere il primo amore finito male, a passare l’estate dei miei 15 anni tra cucina e bagno, a 16 a voler morire di nuovo e ad avere il mio primo (e unico) ragazzo, trovarmici bene, dargli tutto compresa la verginità per poi vederlo andare in Francia, a 17 stare meglio, si, ma provare solo poche emozioni ogni tanto e trascorrere la maggior parte del tempo in apatia. Ormai non mi preoccupa nemmeno più il futuro, non voglio più morire ma se dovesse capitare non mi turberebbe più di tanto. Non riesco a dire a nessuno come sto perché nella mia mente io sto bene e non posso lamentarmi. Quindi sto bene e me lo ripeto mille volte, ogni volta che sto per crollare e ogni volta che mi sento cadere a pezzi. È sempre stata la mia arma, a doppio taglio, si intende... Ho vomitato 7 volte in un giorno e mi sento morire? Ma smettila, stai bene e non rompere! Ho tagli freschi su tutto il corpo? Ma smettila, stai bene e non scassare! Insomma,  nella mia testa ho sempre sostenuto che, sì, fosse tutta un’invenzione e, anche per questo, non ho mai cercato aiuto. Il problema è che capisco quanto stavo male solo quando sto meglio ma se ho di nuovo un periodo buio ricomincio a pensare come prima, è un circolo vizioso dal quale non so se uscirò mai. Ormai sono mesi che sto nel periodo considerato “meglio”, quanto durerà ancora? Sta tornando il famoso brutto periodo? O questa volta ne sono davvero fuori? (hahahaha ma chi voglio prendere in giro?) 
E niente, ho scritto questo perché mi sono svegliata di umore strano e appena sveglia mi sono venute in mente queste parole e ho voluto scriverle (anche perché sennò sarei scoppiata a piangere, quando mi fisso su un pensiero troppo a lungo mi vengono mini attacchi d’ansia)
Detto ciò, buongiornoooo!❤
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