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Record di emissioni mondiali nel 2023. Il rapporto 2024 dell'Energy Institute, la settantatreesima edizione dello Statistical review of world energy, parla chiaro: lo scorso anno le emissioni mondiali di gas serra da uso di energia, i processi industriali e metano, espresse come tonnellate equivalenti di C02, sono aumentate del 2,1% a 40 miliardi di tonnellate. Di queste, il 31,2%, pari a 12,6 miliardi di tonnellate, sono state emesse dalla sola Cina. L'Unione europea pesa per il 6,6% delle emissioni mondiali (2,(\miliardi di tonnellate), mentre gli USA hanno una quota del 12,7% (51 miliardi di tonnellate). L'Italia ha emesso nel 2023 312 milioni di tonnellate, pari allo 0,8% del totale mondiale e al 4,7% dell'Unione europea.
Il dettagliatissimo report del benemerito Energy Institute mostra un dato ancora più interessante, quello delle emissioni che in Cina sono in costante aumento (+1,9% medio all'anno negli ultimi dieci anni, addirittura +6% net solo 2023) e in calo in Unione europea (-21% medio all'anno negli ultimi dieci, ben -6,6% nel 2023).
Il 52% delle emissioni mondiali viene generato in Asia, dove oltre alla Cina si segnala l'India con 3,1 miliardi di tonnellate di C02 equivalente (7,7% del totale mondiale), mentre il Giappone ha emesso 1 miliardo di tonnellate.
L'Energy Institute, per fortuna, non cade nei classico tranello di esporre le emissioni pro-capite, che è un dato inutile e fuorviante. Per essere utile ad un confronto, tale dato dovrebbe essere normalizzato rispetto al mix energetico di un paese ed anche rispetto alla densità industriale.
Il rapporto fornisce un altro dato importantissimo per capire come stanno davvero le cose, ovvero i consumi di energia primaria distinti per fonte, Il primo dato notevole è che consumi europei di energia sono in calo dell'1% negli ultimi 10 anni, mentre quelli cinesi sono in aumento del 3,4% all'anno negli ultimi dieci. ....
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E Greta muta!
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Debito pubblico della Francia mette a rischio l'Eurozona
La Francia potrebbe innescare la prossima crisi dell’euro. Deficit di bilancio galoppanti e il confronto con Bruxelles e Berlino sono la formula per creare problemi. “La nostra Europa è mortale, può morire”, aveva avvertito Emmanuel Macron a fine aprile. Chi avrebbe mai immaginato che solo poche settimane dopo il presidente francese avrebbe provato a dimostrare la sua tesi, indire elezioni anticipate che minacciavano di far precipitare l’intera UE in una crisi potenzialmente mortale? Al momento, l’attenzione globale è focalizzata sui drammi politici immediati in Francia. Il primo turno di votazioni si svolgerà il 30 giugno. Il Rassemblement National, di estrema destra, è attualmente in testa nei sondaggi, mentre al secondo posto si trova il Nuovo Fronte Popolare, una coalizione dominata dall'estrema sinistra. Nella migliore delle ipotesi, un parlamento dominato dagli estremi politici farebbe precipitare la Francia in un periodo di prolungata instabilità. Nel peggiore dei casi, ciò porterebbe all’adozione di politiche spendaccione e nazionalistiche che provocherebbero rapidamente una crisi economica e sociale in Francia. Un tracollo francese diventerebbe rapidamente un problema dell’UE. Ci sarebbero due principali meccanismi di trasmissione. Il primo è fiscale. Il secondo è diplomatico. La Francia è in un disastro finanziario. Il debito pubblico è pari al 110% del Pil e l’anno scorso l’attuale governo ha registrato un deficit di bilancio del 5,5%. Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra sono impegnate in grandi aumenti di spesa e tagli fiscali che gonfierebbero il debito e il deficit, violando le regole dell’UE. Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, ha avvertito che la vittoria di uno degli estremi potrebbe portare a una crisi del debito in Francia e alla supervisione delle finanze del paese da parte del FMI o della Commissione europea. Le Maire ha sottolineato la reazione al “mini” bilancio del governo Truss in Gran Bretagna, per sottolineare quanto velocemente i mercati possano rivoltarsi contro un governo finanziariamente sconsiderato. In realtà, una crisi fiscale francese potrebbe essere peggiore dell’incontro della Gran Bretagna con Liz Truss. Nel Regno Unito esisteva un meccanismo per licenziare rapidamente Truss e ripristinare un governo razionale. Questo compito sarebbe molto più difficile in Francia, dove l’estrema destra e l’estrema sinistra hanno leadership ben consolidate e non hanno ai margini politici più cauti e basati sulla realtà. La seconda grande complicazione è che la Francia è uno dei 20 paesi che utilizzano la moneta unica europea. Cosa accadrebbe se il premio di rischio sui titoli francesi aumentasse? L’UE ora dispone di meccanismi per intervenire e intervenire con gli acquisti di obbligazioni. Ma Bruxelles o Berlino sarebbero disposte ad accettare una mossa del genere, se la crisi fosse stata provocata da impegni di spesa francesi non finanziati?
Il governo tedesco sta attualmente lottando per trovare risparmi di miliardi di dollari nel proprio bilancio nazionale. Perché dovrebbe favorire un piano di salvataggio per la Francia spendacciona? Anche l’estrema destra e l’estrema sinistra francesi sono profondamente euroscettici e stanno già inveendo contro i diktat di Bruxelles ed esprimendo ostilità verso la Germania. La piattaforma elettorale della RN parla di una “divergenza profonda e inconciliabile” tra le visioni del mondo di Francia e Germania. Jordan Bardella, che probabilmente sarà il candidato della RN a primo ministro, ha recentemente minacciato di tagliare il contributo della Francia al bilancio dell’UE di 2-3 miliardi di euro all’anno. Durante la crisi del debito greco, durata quasi un decennio, la sfida all’UE da parte di Atene è stata infine superata dalla minaccia di espellere la Grecia dall’euro – una mossa che avrebbe distrutto il valore dei risparmi greci. Ma espellere la Francia dall’euro – o dalla stessa UE – è quasi inconcepibile. Intorno alla coppia franco-tedesca è stato costruito l’intero progetto europeo a partire dagli anni Cinquanta. È molto più probabile che la Francia rimanga nell’UE e nella moneta unica, ma agisca da spoiler. Ciò distruggerebbe la coesione e la stabilità europea, in un momento in cui l’UE fatica a restare unita di fronte alla minaccia della Russia. A meno che Macron non si dimetta (il che sembra improbabile), continuerà a rappresentare la Francia nei vertici internazionali e negli incontri dell’UE. Ma, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto nei sondaggi, è probabile che il presidente francese emerga da queste elezioni come una figura seriamente ridimensionata. Alcuni colleghi europei di Macron potrebbero tranquillamente godersi lo spettacolo di “Giove” umiliato. Ma l’impatto complessivo sull’Europa di una Francia indebolita e arrabbiata sarebbe triste. L’istinto iniziale della RN sarebbe quello di affrontare Bruxelles in nome della sovranità francese. Ma negli ultimi anni i leader dell’estrema destra hanno mostrato una certa consapevolezza del fatto che l’euroscetticismo intransigente può spaventare e alienare gli elettori e i mercati. Dopo aver perso le elezioni presidenziali del 2017, la RN ha tranquillamente abbandonato il discorso sull’uscita dall’euro. Una crisi economica – combinata con un confronto con Bruxelles e Berlino – potrebbe portare la RN a ricadere nei suoi istinti nazionalistici e conflittuali. In alternativa, le realtà di governo potrebbero costringerlo ad un accordo con l’UE. Chi ha la memoria lunga può ricordare la crisi economica francese dei primi anni ’80, quando un governo socialista tentò di attuare un’agenda radicale e di sinistra. Quella crisi alla fine portò all’ascesa di Jacques Delors, prima come ministro delle finanze francese e poi come presidente della Commissione europea. A Bruxelles, Delors ha portato avanti drammatici progressi nell’integrazione europea e nel lancio della moneta unica. È improbabile che la storia si ripeta nello stesso modo. Ma decenni di esperienza suggeriscono che è un errore scommettere contro la capacità dell’UE di superare minacce apparentemente mortali. France could trigger the next euro crisis (video) Read the full article
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Manovra, via libera definitivo della Camera: il testo è legge
Manovra, via libera definitivo della Camera: il testo è legge. «Un segnale positivo per una manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese». Così la premier Giorgia Meloni dopo il via libera della Camera alla legge di bilancio. La Manovra diventa legge con 200 sì, 112 no e tre astenuti. La Presidente del Consiglio ha ringraziato la maggioranza per la compattezza dimostrata ma anche le opposizioni «che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito». Ventotto i miliardi previsti dalla legge di bilancio. Tre i cardini da subito indicati dal governo: taglio del cuneo, riforma dell'Irpef e aiuti per le famiglie. «Bene il sì alla Manovra», commenta il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che aggiunge: «Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così». La Manovra aveva subito poche modifiche nel passaggio al Senato: tra quelle più importanti, lo stop alla stretta sulle pensioni dei medici e la cedolare secca sugli affitti brevi che rimane al 21% per una delle case affittate. A Montecitorio, invece, un passaggio quasi formale. Dopo l’esame lampo in commissione Bilancio, l'approdo in Aula con l’ok senza fiducia, come concordato tra i gruppi. Durante il dibattito, però, non è mancato un duro scontro tra maggioranza e opposizione. «È una manovra di tagli e tasse da far invidia ai peggiori governi tecnici», ha dichiarato il leader M5S Giuseppe Conte. «Una manovra con cui Meloni, Salvini e Tajani continuano la stagione dei tagli ai danni dei pensionati», ha aggiunto l’ex premier. «La manovra è figlia del vostro identitario disinteresse per le fasce più deboli», ha accusato la segretaria del Pd Elly Schlein che ha ricordato l'unica misura sulla quale hanno puntato le opposizioni con la propria quota di tesoretto: «Ci abbiamo dovuto pensare noi - ha aggiunto Schlein - a mettere a disposizione 40 milioni per il contrasto alla violenza di genere. Vi avevamo chiesto di unire le vostre risorse e invece avete preferito le vostre mance». «Siamo fieri di aver approvato una legge di Bilancio attenta ai conti dello Stato e volta a tutelare il potere d'acquisto delle famiglie, a ridurre il cuneo fiscale e il costo del lavoro». Lo ha dichiarato Luca Ciriani, Ministro per i rapporti con il Parlamento. «Ringrazio il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati e tutti i parlamentari per l'importante lavoro svolto - ha sottolineato Ciriani - siamo andati avanti con ordine garantendo le prerogative di tutte le parti, come dimostra l'approvazione finale avvenuta stasera, senza questione di fiducia, a Montecitorio. Continuiamo a portare avanti la nostra visione, sempre e solo per il bene dell'Italia e degli italiani». Intanto ieri, poco prima dell’ultimo Consiglio dei ministri del 2023, è stato raggiunto un accordo sul Superbonus, con un decreto ad hoc. Niente proroga, sulla quale Giorgetti aveva manifestato perplessità, ma la possibilità per i redditi sotto i 15mila euro di mantenere nei fatti l'agevolazione per intero attraverso un fondo per la povertà. Nelle bozze del decreto Milleproroghe era prevista una mini-proroga al Decreto crescita per i calciatori. «Immorale», secondo il vicepremier Salvini che in Cdm avrebbe posto un veto su questa misura. Alla fine, il cosiddetto "lodo Lotito", come era stata ribattezzata chiamata la misura tra i parlamentari, non è passato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Morfosis f/w 2018-19: il fascino dei contrasti, come in un film noir
Ci vuole un guizzo intellettuale per scoprirne il segreto, certo, ma l’essenza è tutta già racchiusa nel nome: Morfosis. Senza alcun vanto, chi è avvezza agli studi classici avrà già intuito: la metamorfosi è innanzitutto una disposizione d’animo verso le cose in continuo mutamento, le atmosfere mai fisse, la vita che ci scorre intorno e le evoluzioni infinite che tutto questo, con noi infilate dentro, può godere.
Applicata alla questione della bellezza, poi, in particolare quella da portare indosso attraverso gli abiti, l’evocazione della metamorfosi diventa persino un atto generoso: e divertito.
Perché tutto s’impernia sul proprio punto di vista sul mondo, o sul guardaroba che per una donna è un mondo altrettanto importante: vestire è una forma d’espressione profondamente personale, il gusto è questione intimamente individuale, e la capacità d’interpretazione attraverso i capi d’abbigliamento diventa un’occasione di trasformazione quotidiana, un esercizio di scelta all’interno di un caleidoscopio di possibilità, un esercizio di stile e di styling sempre nuovo.
L’importante è sentire fino in fondo la grande libertà che una collezione, nata su questa visione quasi filosofica del fare moda, concede con le sue creazioni.
Dopotutto, la predilezione principale della fashion designer e fondatrice del brand Alessandra Cappiello va da sempre verso una direzione ben precisa: l’elogio dell’imperfezione, intesa come spazio di libertà di sperimentazione sull’originalità, naturalmente!
La collezione a/ 2018-19 è un invito rinnovato a prendere parte al percorso di metamorfosi della visione del brand dedicata alla sua donna, che qui trova il suo riflesso in un’epoca del secolo scorso assai peculiare: ovvero gli anni del cinema noir.
Chiudete gli occhi e immaginate quelle atmosfere composte di luci e ombre che giocano con i contrasti, gli ambienti densi di tinte scure e intriganti, le penombre che mentre operano una distorsione della realtà ne regala una lettura perfetta a modo suo: ecco, ed ora immaginate un’icona fra le tante, ma forse la più celebre per l’abilità a fare del contrasto una peculiarità della sua immensa bellezza, ovvero Marlene Dietrich.
Ecco, ora spegnete la tv immaginaria e riscoprite il lato umano serbato nella diva: è lì che Alessandra Cappiello va a cogliere l’ispirazione vera per questa collezione, ovvero nella personalità forte eppur profondamente femminile, nella sensualità innata eppur consapevole, che la caratterizzano nel suo quotidiano fuori dal set, fuori dal linguaggio simbolico con cui è stata catalogata, ma dentro la libertà d’espressione del suo modo di essere e di apparire.
Or dunque, è questa la traccia sulla quale è nata una collezione di un’eleganza peculiare, in bilico tra l’appeal mascolino dei completi con la giacca e la femminilità intima dei dress lievi. Un’eleganza fatta soprattutto di quell’autenticità che si esprime nei contrasti dei materiali, tra le trasparenze fiorite e l’opulenza dei velluti, ma anche nelle lunghezze variabili degli abiti, una volta mini e una volta maxi, nei tagli dei pantaloni, ora affusolati come lo spirito urban suggerisce, ora ampi e piombanti a terra come le atmosfere retrò evocano, nella mutevolezza dei volumi, ora netti come nel cappotto dritto, ora rigonfi come nel piumino dall’allure couture.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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Le campagne di lancio MINI si sono contraddistinte per la loro originalità
Mini ha creato un numero limitato di MINI Cooper SE nella particolare versione "Elettrifigata". Il richiamo al claim Questa edizione limitata colora la MINI Cooper SE con la vernice Nanuq White e sarà caratterizzata da dettagli speciali che richiamano la campagna pubblicitaria. Esternamente, questa MINI Full Electric nella veste Elettrifigata si presenta con cerchi da 17” e specchietti in Energetic Yellow, che donano maggiore sportività all’aspetto della vettura. La presa sottolinea il concept “Elettrifigata” e si allunga con un profilo nero, ma questa versione mostra altre personalizzazioni dedicate, composte da Side Stripes Piano Black con logo “Elettrifigata” e vetri e lunotto posteriore oscurati. In abitacolo si nota il volante sportivo in pelle Nappa con Badge Electric, ma il modello è stato dotato anche di Premium Mid Package con Comfort Access, telecamera posteriore, bracciolo anteriore e dell’interfaccia Bluetooth con ricarica Wireless. Il powertrain e il futuro della variante elettrica Tecnicamente questa edizione limitata non ha subito rivisitazioni, pertanto la MINI Cooper SE conferma la presenza di una batteria da 28,9 kWh e del motore elettrico da 184 CV. Il powertrain offre un’autonomia, dichiarata dal Brand inglese, di circa 200 chilometri e prestazioni che fanno scattare la piccola inglese a zero emissioni da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi. In listino, per il mercato nostrano, c’è anche la versione Cabrio, ma in edizione limitata al prezzo di 61.000 euro. Il prossimo anno MINI presenterà la nuova generazione elettrica, che si potrà acquistare nelle varianti Cooper E e Cooper SE, che avranno rispettivamente la potenza massima di 184 CV e 218 CV, con possibilità di scegliere due tagli di batterie, da 40,7 kWh o da 54,2 kWh. Si prevede che anche l’autonomia alzerà il suo limite, spostandosi tra i 300 e i 400 chilometri di percorrenza massima. MINI Full Electric Elettrifigata è in vendita su Garage online (il sito MINI da cui è possibile visionare i modelli in vendita) e in tutte le Concessionarie BMW. Al momento però non è stato ufficialmente comunicato il prezzo di acquisto. Read the full article
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‼️Mini abito a costine, elasticizzato, con tagli laser sul décolleté, disponibile in nero e taglia unica ‼️❤️#miniabito #abitosexy #minidress #minikleid #sexyabito #sexyshoponline #ildeltadivenere #arcoditrento #rivadelgarda #gardasee (presso Il Delta di Venere) https://www.instagram.com/p/CmreKTGswWT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Bisogna sapere viaggiare
Nei miei anni di vagabondaggio ho capito una cosa fondamentale: bisogna sapere viaggiare. Da qui la necessità di scrivere una guida pratica per viaggiatori bevendo un infuso di ibisco e rosa. Un vademecum frutto della mia personale esperienza che spero possa essere utile per rendere più piacevole qualunque tipo di viaggio, schematizzato ed arricchito di aneddoti affinché la lettura risulti scorrevole, chiara e piacevole.
• Ricordarsi che per quanto tutto possa essere organizzato gli imprevisti capitano e bisogna affrontarli senza mai scoraggiarsi o demoralizzarsi. Spesso un piano di riserva è indispensabile (ricordo ancora i vari biglietti di ingresso di mostre ed esposizioni fatte on line di cui ho portato, per un eccesso di zelo, sia la versione cartacea che quella digitale) ma la cosa migliore è saper improvvisare quando possibile, modificando velocemente i nostri piani iniziali in base alle necessità. • Cercare di avere un bagaglio leggero: se ci sono dubbi meglio una cosa in meno che in più, in questi anni mi sono resa che nella maggior parte dei casi portavo con me cose inutili, di cui non ne avevo bisogno. Una felpa o un maglione anche in estate va bene per ogni imprevisto, portarsi dietro l’intero guardaroba invernale è un’esagerazione. In ogni caso se qualcosa dovesse servire si può sempre acquistare sul luogo, nel mio ultimo viaggio a causa di giornate particolarmente calde ne ho approfittato per comprare qualche maglietta nuova (tra l’altro tutte ispirate a “la Bella e la Bestia”). • Scegliere il bagaglio giusto in base a dove si deve andare, a quali mezzi si devono prendere e soprattutto in base a cosa ci si porta dietro. Io ho un intero kit viaggio di Carpisa regalatomi anni fa dalla mia migliore amica composto da trolley grande, beauty-case, trolley piccola e borsone, un regalo che negli anni si è rivelato utilissimo permettendomi di scegliere il bagaglio migliore in base alle necessità del momento, a questi vanno aggiunti la mia borsa da viaggio, sempre di Carpisa, regalo invece di mio padre per il mio primo viaggio da sola ed il mio zaino Eastpak che è con me dai tempi del liceo. Discorso a parte sono poi le borse per reflex e pc o per attrezzature particolari. Nel primo caso ho optato per una tracolla imbottita presa da Amazon che in genere diventa la borsa in cui tengo tutti gli apparecchi elettronici: cellulare, tablet, pendrive, memory card, power bank, carica batterie e cavi vari, e ovviamente la reflex. Nel secondo caso invece la cosa migliore è uno zaino imbottito, a causa del peso del computer, infatti, la tracolla risulta scomoda soprattutto se si dovrà camminare parecchio a piedi (cosa che imparai a mie spese durante gli anni universitari, la borsa fu una pessima scelta). • Controllare sempre prima di partire che il vostro bagaglio rispetti sempre le dimensioni ed il peso che la compagnia con cui avete scelto di partire vi consente di portare, eviterete così spiacevoli inconvenienti come il dover pagare in più per il vostro bagaglio. • Consultare sempre una guida locale prima di partire per sapere cosa si può o non si può portare (Samantha Jones docet) in modo da rispettare sempre i luoghi che visitate. • Discorso a parte va fatto per il beauty-case, croce e delizia di molti viaggiatori. Anche qua vige la regola del viaggiare leggero, il mio è composto davvero da poche cose e si riduce al kit per i liquidi preso sempre da Carpisa, e a pochi altri accessori. In particolare trovo indispensabile avere con me una crema solare, un sapone neutro, un buon deodorante, dell’aloe, del burro di karité, uno shampoo, un balsamo, le lacrime artificiali, un dentifricio, uno spazzolino, la Tangle Teezer compact, un pettine a denti larghi, una pinzetta, uno struccante, una bb cream leggera, un balsamo labbra, una matita e un mascara. In passato avevo anche un piccolo kit unghie ma optando per lo smalto semi-permanente è diventato del tutto superfluo. Quando possibile, ma non sempre, e mi concedo il lusso di portare qualcosa in più, aggiungo delle matite labbra e occhi e una palette Pupa che contiene un po’ di tutto oltre a qualche crema in più come l’anticellulite o quella all’ossido di zinco. Un altro modo per rendere il bagaglio più leggero è quello di usare dei campioncini oppure accessori usa e getta, che in linea generale non mi fanno impazzire perché trovo che inquinino troppo per i miei gusti ma ammetto che in alcuni casi possano essere una salvezza. Valida poi l’alternativa proposta da molte aziende cosmetiche ovvero quella di creare delle mini taglie dei vari prodotti che sono al di sotto dei 100 ml e, per chi è affetto da shopping compulsivo come me, sono pure un modo per provare prodotti diversi. • Dividere portafogli e portadocumenti può facilitare notevolmente le partenze soprattutto in aeroporto quando il controllo di carta d’identità e carta d’imbarco avviene ad ogni step, in più è una sorta di piano b, pensate di riuscire a perdere o a farvi rubare sia portafogli che portadocumenti? Improbabile quindi per ogni eventualità meglio tenere sempre comunque un documento (nel mio caso è la patente) nel portafogli e pochi spicchi comunque in borsa, per le emergenze. Comoda pure l’opzione agenda e portadocumenti per chi, ancora, usa il cartaceo, io oramai tendo a fare tutto con il tablet, quindi, per me, sarebbe un peso in più inutile. • Durante il viaggio cerchiamo di stare comodi, utile, quando possibile, vestire casual: capelli legati, niente trucco e tenuta sportiva, portando con me un piccolo cuscino ed una sciarpa di grandi dimensioni che può diventare un piccolo lenzuolo in caso di necessità. Se il viaggio dura poi parecchie ore è utile ogni tanto alzarsi per sgranchire le gambe. • Infine avere un passatempo durante il viaggio è sempre di aiuto per non annoiarsi, io spesso leggo ma si può tranquillamente vedere un film, ascoltare musica, disegnare, giocare con vari dispositivi elettronici, insomma sono diverse le attività da potere fare.
Detto ciò godetevi appieno ogni esperienza, non abbiate mai paura dell’ignoto perché ogni viaggio è un’avventura che ci potrà solo arricchire.
Stefania.
#viaggi#viaggiare#guida viaggiatori#bisogna sapere viaggiare#valigia#valigeria#trolley#borsone#borsa viaggi#zaino#portafogli#portadocumenti#zainoinspalla#zaino computer#cuscino viaggio#kit liquidi#campioncini#mini taglie#minimal#tablet#tracolla reflex
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Living la vida low cost, McOxton style (•︣ ͜ʖ•᷅)👌
#overwatch#lucio correia dos santos#Jesse McCree#Lena Oxton#tracer#mini comic#steampunk au#The Marvelous McOxton Brothers#I meravigliosi fratelli McOxton#thank you lucio for being such a good boy <3#la vita del cacciatore di taglie è come quella dell'universitario: lavori tanto e non c'hai mai una lira in tasca ahahah
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Porno, bestemmie e lato B: il nostro prossimo cambio della guardia di Erica Vecchione Il loro arrivo assomiglia a una gioiosa invasione pacifica con la baldanza degli ormoni, del sole e il lusso di una vacanza che dura tutta l’estate. Verso le tre del pomeriggio occupano la spiaggia con palloni, Bose e il suono delle loro risate accompagnate da una profana litania di bestemmie. “Porco qui, dio di là”, la sfida a chi la spara più grossa scatena un freestyle blasfemo incalzante. Il fatto che ci siano persone a un metro da loro, bambini, ragazzini o devoti, non li tocca. La bestemmia diventa locuzione, la parola un intercalare. Mio nonno, che era veneto, non si esimeva dall’esplicitare disappunto, sorpresa, spavento con una bestemmia tra i denti, poi subentrava mia nonna a scandire il suo nome sillabandolo, ammonendolo con dolente pazienza. Nonostante non creda in Dio, piuttosto nel potere ancestrale e taumaturgico dell’improperio fatto come si deve, la bestemmia rituale e costante sulla bocca di un ragazzino mi rimbomba all’orecchio come una nota stonata. L’altro emisfero adolescenziale è una torcida di mini bikini che potrebbe servire da casting en plein air per un film di Tinto Brass. È un’overdose di natiche, di tutte le forme e taglie, e chi non arriva al grande schermo se la può giocare a “Miss Culetto Summer 2020”. Resta solo un non trascurabile vizio di forma: la più grande non arriva a sedici anni. Nell’ombrellone di fianco, un gruppo di ragazzi sui 15 anni parla di porno con consumata disinvoltura, con la ritrosia di Depardieu davanti a un buffet: “Cosa hai fatto ieri sera?” “Bah, quando sono arrivato a casa mi sono sparato qualche video porno.” “Ah, sì quello anch’io. Io tutte le sere, anche dieci.” “Ah no, io dieci non ce la faccio. Sono troppo stanco.” “Ma tu cosa guardi?” “A me piacciono quelli dei po***ni.” “A me piacciono quelli col c***o grosso.” Ci sono poi quelli in versione “grunge 2.0”: capello lungo, fisico asciutto, tatuati, fumano una sigaretta dopo l’altra. Le ragazze sono audaci, non hanno paura di niente e offrono il lato B con sprezzo del giudizio. E bevono. Bevono birre già calde perché sotto il sole fa tanto endurance. Poi, con una speranza tacita nel cuore perché un po’ parteggi per loro rivedendoti in quella spavalderia che covi ancora sotto le ceneri di qualche decennio in più, li osservi mentre si preparano per andare via. Speri che dietro quei visi ancora pieni e brufolosi si nasconda non solo un’anima bella e dannata ma anche green. E invece no. Di loro restano sull’arenile solo i mozziconi e le Ceres. Sono i nostri giovani, il prossimo cambio della guardia, non sono giusti o sbagliati, né buoni o cattivi. Ma sono in parte il nostro riflesso, e quello che vediamo è la pagella di fine anno sulla nostra condotta.
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mini Wanderers per le figurine (St. Patrick’s Well, 15 agosto 2076)
C | Accompagnati dalla madre ci sono quei due che sembrano giocatori in miniatura della squadra rosso-grigia, due piccoletti in divisa completa e ufficiale Wigtown Wanderers. Hanno anche una scopa ciascuno, in spalla, Chloe una Nimbus 3200 ricevuta l’anno scorso. Non corre, ma poco ci manca. In viso due strisce rosso sangue a decorare le guance.
«Veloce mamma, veloce!»
[...]
S | I due stanno davanti e sono vestiti esattamente come il capitano della loro squadra, i Wigtown Wanderers, con quei pantaloncini rossi e una maglietta a maniche corte di un paio di taglie in più ma del medesimo colore, con il logo della squadra in alto a destra sul petto con tanto di numero e nome "Homley" scritto sulla schiena. Appoggiata sulla spalla destra c’è una Nimbus 3000 riconoscibile come una di quelle che la Squadra usava più di una ventina di anni fa, ma non per questo curata meno di quella che porta Chloe. Nella mano sinistra, invece, tiene stretto il suo peluche-accetta, dove è ben visibile l’autografo di Elizabeth Liece, battitrice della squadra. Sulla guancia sinistra ci sono due "WW" nere mentre sulla destra due strisce rosse.
[...]
A | «Sono o non sono la più grinzafica della Comunità Magica?»
C | «Sei thunder, sì! Se l’idea è stata tua.» annuisce mentre fa un passo verso di lei, aspettando che anche il fratello l’abbia affiancata prima di parlare nuovamente «Siamo qui per fare le foto! Per le figurine!»
A | «Thunder» la ripete per sicurezza, quella parola il sopracciglio destro sollevato verso l’alto ed in viso l’espressione dubbiosa di chi si sta chiedendo se sia un bene o un male.
S | «ogni tanto dice così» alzando gli occhi al cielo e facendo un mezzo sbuffo «stare tra i Tassorosso fa male»
C | «Significa che qualcosa è tanto figo!» spiega il termine dopo il commento del fratello «Lo usiamo in squadra a scuola.»
A | «Thunder, mi piace!» - «E tu di che casata saresti, invece?»
S | «Grifondoro, ovvio.» - «tu dove stavi, mh?»
A | «Io Serpeverde, mi pare ovvio. Dovrei essere ancora anche in un Quadro in Sala Trofei. Magati 68, non ne trovi di migliori»
[...]
A | «Oh Salazar! I Wanderers vanno fortissimo tra i tifosi, non so se ho ancora posto. Certo potrei chiudere un occhio... se siete abbastanza convincenti» conclude quindi, con tanto di pausa teatrale «Non so, se avessi solo un posto chi dovrei scegliere? O vi andrebbe bene anche un’altra squadra» magari
C | «Noi siamo super convincenti! Nonna giocava anche nella squadra!» un cenno alla scopa che Seb tiene in spalla «Quella è sua, ce l’ha prestata.» scuote il capo con decisione «Non puoi scegliere!» poi aggiunge con espressione quasi scandalizzata «NO! Nessun’altra squadra! Solo i Wanderers!» - «E poi ci stiamo tutti e due in una figurina, al massimo!»
S | Il capo alzato verso la donna e quando va dicendo che non sa se ha ancora posto «Noi siamo i migliori però» prima di tutto «Liece mi ha pure firmato questa» e alza quel suo peluche in alto «visto?» ... viene naturale imitare un conato di vomito «COS?» schifatissimo «I cannoni schifo imbroglioni, magari» borbottando appena «Infatti.» e ora l’accetta va ad accennare alla Tassorosso, loro due ci stanno in una figurina «non puoi scegliere.»
A | «Mmmh» bofonchia, tuttavia, il catalizzatore che si muove appena a mezz’aria nel riprendere a parlare «No, direi che ognuno potrà avere il suo tentativo di vincere il concorso» che poi non sarà casuale «Ma chissà, magari le vostre probabilità cresceranno se mi mandate altri concorrenti, ovviamente di altre squadre» qualcosa che si chiamerebbe sfruttamento di minori, ma che lei preferisce annoverare come "passaparola incoraggiato" «Non so, avete anche uno slogan da suggerire alla squadra?»
C | «Vi affetteremo tutti!»
S | «e ci coloreremo le divise con il vostro sangue.»
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Mermaid Sea!
Welcome back to my Journal! This will be probably one of the last post about BJD Clothes as I am running out of them XD Maybe then I will switch back to one entry per week about making cosplays...I have not decided yet...
Anyway, today I wanna show you the clothes made with one of my favourite fabric ever! I am so sad that this fabric was given to me by a client for her commissions (I think I made one or 2 dress for her with this fabric...) and I wasn’t able to ever found it again anywhere else! It is so beautiful! The color, the pattern, the beautiful mermaids and the oceanic landscape...and teal is one of my favourite colors ever! (someone said Sailor Neptune? XD)
Without further ado...let’s talk about my Mermaid Sea collection!
This collection is made of several pieces in this lovely fabric and some matching laces to go with it. Togheter with the English Rose collection is probably the most “crowded” collection XD
You can find a lot of the patterns I used for this collection in my Etsy Shop as asual: the dress with separated top, the princess seams dress, the cape and the circle skirts.
Like I said, the fabric comes from an old lolita commission I made ages ago, let’s see if I can find the pieces I made with this... (like I said in my previous entry I had a really terrible camera back then so again, blurry pictures...)
Talking about the BJD collection...it is made of several pieces: two dresses, two skirts and a couple of capes.
The first dress is a classic princess seams dress with puffly sleeves, one of my favourite pattern (and as usual you will find it in my Etsy shop) It has a little bow on the front and a gathered ruffle all around the hem, the princess seams are decorated with gathered teal polyester lace, it was bought ages after the first commission but it matches the fabric perfectly.
The second dress has an asimmetrical skirt, longer on the back and it is made with my separated top bodice. It also have a little bow on the front and the same lace, gathered around the underbust and waist seams and plain around the hem.
The first skirt is a simple mini circle skirt with a big bow on the back and a nice off-white macramè lace on the hem. Really simple but really cute, and really SHORT as I was running out of scraps!
The second skirt is similar to the first dress, with princess seams, two gathered ruffles (one at the hem and one on the back) and gathered lace on the seams and a bow on the back.
Finally, the cape, is a simple cape with rounded collar decorated with lace to match the other pieces, I made two of them to sellit with both the skirt or the dresses.
I hope you like this collection! I really wish I had more fabric to sew something more :(
And here some pictures with the clothes worn by my dolls with the Cream Shirt (I think I did them for this collection...)
I hope you like this collection! It’s one of my favourite for sure!
Let’s meet again next week! I will probably be back to one entry per week but we’ll see.... please keep following my social pages for more updates <3
Chiara (StregaCorvina)
Bentornati sul mio blog! Questo sarà probabilmente uno degli ultimi post sugli abiti per BJD che ho realizzato perchè sto per esaurire quelli già fotografati e messi online XD Probabilmente tornerò al ritmo di un post a settimana sui tutorial e i procedimenti dei Cosplay che ho realizzato su commissione.. acnora non ho deciso, vedremo!
Comunque, oggi voglio farvi vedere gli abiti che ho realizzato con una delle mie stoffe preferite di sempre! Sono davvero dispiaciuta che non ho mai più trovato questa stoffa da nessuna parte! Mi è stata data da una cliente per una sua commissione (credo di averle fatto uno o 2 vestiti con questa stoffa...) ma purtroppo non l’ho più ritrovata... E’ cosi bella! I colori, i disegni, le sirene e il paesaggio sottomarino...e qyesta sfumatura di verde acqua è uno dei miei colori preferiti in assoluto! (qualcuno ha detto Sailor Neptune? XD)
Ed acco a voi la mia collezione Mermaid Sea!
Questa collezione è costituita da diversi pezzi realizzati con questa stoffa stupenda e dei pizzi abbinati. Insieme alla collezione English Rose è probabilmente quella con più pezzi realizzata fin’ora.
Potete trovare la maggior parte dei cartamodelli che ho realizzato per questi abiti nel mio negozio Etsy come sempre: il vestito con il bustino in due pezzi, il vestito a telini, la mantellina e le gonne a ruota.
Come ho detto, la stoffa viene dagli avanzi di una vecchissima commissione lolita, vediamo se riesco a trovare delle foto dei capi realizzati... (come ho detto nel post precedente, avevo una macchina fotografica terribile all’epoca perciò...ancora foto sfocate...)
Tornando alla collezione, è fatta di diversi pezzi: due vestiti, due gonna e una coppia di mantelline (la stessa realizzata due volte)
Il primo vestito è fatto con il cartamodello a telini che adoro tanto (e come sempre lo trovate in varie taglie nel mio negozio Etsy) Ha due telini davanti e due dietro, le maniche a palloncino e un piccolo fiocco sul davanti. E’ decorato con del pizzo in poliestere arricciato sulle cuciture e una balza arricciata dello stesso tessuto sull’orlo. Anche se il pizzo è stato comprato secoli dopo la prima commissione è assolutamente perfetto per questa stoffa!
Il secondo vestito invece è fatto con il cartamodello con il corpino in due pezzi e ha una gonna asimmetrica, più lunga dietro, e anche questo è decorato con un fiocco sul davanti e del pizzo abbinato, arricciato sulle cuciture di sottoseno e vita e “liscio” sull’orlo.
La prima gonna è una semplice gonna a ruota con un grande fiocco sul dietro e un bel pizzo macramè color crema sull’orlo. E’ davvero MOLTO corta perchè stavo finendo la stoffa XD
La seconda gonna è simile al primo vestito, con fianchini laterali davanti e dietro decorati da pizzo arricciato, due balze arricciate di tessuto (una sull’orlo e una solo dietro) e un bel fiocco dietro.
Per ultimo, le mantelline, un modello molto semplice con colletto circolare e pizzo arricciato sull’orlo. Ne ho fatte due per venderle sia con la gonna che con gli abiti.
Spero che vi piaccia questa collezione! Vorrei proprio avere ancora stoffa per fare tanti altri capi cosi...
Ed ecco qualche foto dei capi indossati, insieme alle Camicette Creama (che credo di aver realizzato proprio per fotografare questa collezione....)
Spero vi piacciano! Questa è sicuramente una delle mie preferite!
Ci vedremo la prossima settimana! Come dicevo, probabilmente tornerò ad un aggiornamento a settimana ma vedremo...continuate a seguire le mie pagine social per maggiori aggiornamenti <3
A presto!
Chiara (StregaCorvina)
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18.06.2020 14:48
Dovendo dimezzare anche i carboidrati ho deciso di rimpicciolire anche le dimensioni di ciò che mangio e sembra funzionare, almeno mentalmente: comprare le mezze penne o tutti i tagli di pasta piccoli (anche la pastina da minestrina e non credevo che le stelline con il sugo fossero così buone) fa in modo che 50gr di pasta siano un bel piattone pieno. La fetta di pane che mangio invece la taglio in mini quadratini che mangio come accompagno dei pasti. Sembra andare tutto bene oggi, anche moralmente....
Alla nuova me
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Il Trattamento Sanitario Obbligatorio da misura eccezionale diventa pratica normale
Era seduto sulla sua panchina preferita in piazza Umbria, a Torino, ed è stato avvicinato dal suo psichiatra, accompagnato da un’ambulanza e tre vigili urbani. Per costringerlo a ricoverarsi lo ammanettano, lo stringono per il collo e lo caricano a pancia in giù sulla barella. Muore soffocato prima di arrivare in ospedale. Accade il 5 agosto 2015 e parliamo di Andrea Soldi, 45 anni, un “gigante buono” con una mente schizofrenica, che con i suoi oltre 100 chili di peso si rifiutava di salire sull’ambulanza che lo avrebbe portato in ospedale. Lì lo attendeva il ‘ Trattamento sanitario obbligatorio’, concordato il giorno prima dalla famiglia con lo psichiatra. Così, per vincere la sua resistenza, mentre due vigili lo immobilizzavano, il terzo lo cingeva con forza al collo. E quella stretta – così ha svelato l’autopsia – gli fu fatale.
Qualche mese prima, nel salernitano, era toccato a Massimiliano Malzone, deceduto in Spdc ( Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, cioè l’unità di ricovero dei reparti di Psichiatria) a causa dei neurolettici che gli erano stati somministrati durante il ricovero.
Senza dimenticare Franco Mastrogiovanni, chiamato dai suoi alunni il “maestro più alto nel mondo”, deceduto a Vallo della Lucania nel 2009, dopo quattro giorni di contenzione ininterrotta.
Tre anni prima, un giorno d’estate, un’ambulante sardo di nome Giuseppe Casu viene raggiunto da un Tso attivato d’ufficio di fronte alla sua agitazione contro le forze dell’ordine a causa dell’ennesima multa per abusivismo. Arrivato in corsia viene sedato, legato al petto, alle mani e ai piedi, e portato in una stanza. Muore dopo sette giorni di contenzione.
A fine marzo di quest’anno è stato rinviato a giudizio un poliziotto che ha ucciso a colpi di pistole un ragazzo ecuadoregno di 22 anni. Si chiamava Jefferson Tomalà ed era stato raggiunto da un Tso. L’episodio è complesso e controverso e la versione dell’accaduto è cambiata più volte con le testimonianze delle numerose persone che quel giorno erano presenti a casa di Jefferson ( otto agenti, almeno quattro familiari, personale medico non specificato). Siamo a giugno del 2018, è una domenica pomeriggio e la madre di Jefferson è preoccupata: vede che il ragazzo è in uno stato alterato, agitato e confusionale, che brandisce un coltello da cucina con il quale lei teme si possa ferire e infatti alcuni tagli auto- inferti sono stati rivenuti sul suo corpo dal medico legale. I carabinieri erano già intervenuti la sera prima a causa di una lite molto accesa tra Jefferson e la madre, in seguito alla quale la compagna del ragazzo aveva deciso di andarsene momentaneamente insieme alla loro figlia di due mesi. La donna chiama quindi il 118, convinta che sarebbe accorso solo del personale sanitario, senza forze dell’ordine: «Chiedevo l’intervento di un medico, invece sono arrivati i poliziotti. Aveva preso un coltellino dalla cucina e avevo paura che si facesse male. Ma io non temevo per me, lui era un bravissimo ragazzo». Nel corso della trattativa, stando a quanto riferito dagli agenti, il 22enne estrae un coltello e si scaglia su uno due poliziotti, che prova a fermarlo spruzzando lo spray al peperoncino in dotazione. A quel punto Tomalà si sarebbe avventato contro il sovrintendente ferendolo al torace: è a quel punto che il collega più giovane estrae la pistola e spara, colpendo diverse volte il ragazzo. Un proiettile è fatale: Jefferson muore tra le mura di casa, mentre il poliziotto ferito viene portato in gravi condizioni all’ospedale San Martino, dove qualche giorno dopo incontrerà anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che in visita a Genova deciderà di andare a trovarlo per manifestargli solidarietà.
Sono casi di cronaca ovviamente eccezionali, ma sono possibili conseguenze di un trattamento, quello forzato, che teoricamente dovrebbe essere una misura eccezionale, mentre in realtà viene considerata pratica normale. Ma non solo. Teoricamente la contenzione non ha niente a che fare con il Tso, tuttavia è molto diffusa non solo nei servizi di salute mentale, ma in tutto il sistema sanitario e sociale: i pazienti vengono legati nelle comunità terapeutica, nelle Rsa, nelle strutture per anziani, nelle comunità per minori. Di fatto si parla della privazione della libertà delle persone e gli interventi coercitivi sono molto diffusi nel nostro Paese, sebbene le leggi neghino la possibilità di procedere in tal senso e sebbene l’Italia abbia sottoscritto protocolli internazionali sul rispetto dei diritti umani. Un trattamento che viene utilizzato, non di rado, anche nei confronti dei detenuti che rifiutano la terapia psichiatrica.
Il Garante nazionale delle persone private della libertà ha attivato da tempo un monitoraggio e la questione è stata affrontata anchedall’ultima relazione al Parlamento raccomandando innanzitutto la predisposizione di un Registro nazionale dei trattamenti sanitari obbligatori nel quale annotare ogni informazione circa il ricovero in Spdc, la modalità in cui si sviluppa, gli eventuali passaggi da situazione volontaria a obbligatoria, la durata del ricovero stesso con suo inizio e fine e tutte le altre informazioni già ampiamente elencate nelle sue precedentirelazioni al Parlamento. Spetterebbe, infatti, a un’Autorità centrale la competenza per le procedure di controllo in collaborazione con il Garante nazionale. L’ulteriore traguardo che il Garante nazionale auspica venga raggiunto – e per il quale chiede l’impegno, a diversi livelli di chi ha responsabilità amministrativa e operativa – riguarda l’iter procedurale che dà luogo all’emissione del provvedimento del ricovero e, più in generale, del trattamento non volontario. Riguarda la parte relativa alla convalida della proposta di Tso fatta da un primo medico, nei casi in cui il secondo parere è espresso da un altro medico appartenente alla stessa struttura operativa: è opinione del Garante nazionale, che ha riscontrato, con seria perplessità, tale prassi in più strutture visitate, che questo modo di procedere mini il significato di “‘ pareri indipendenti” che la norma richiede. Cosa accade, di fatto, con questa diminuita indipendenza dei pareri? Nella relazione, l’autorità del Garante spiega che ciò crea un rischio elevato di un utilizzo del trattamento non volontario come modalità prevalente e a volte routinaria nell’affrontare situazioni di difficoltà, “facendo cadere quella connotazione di eccezionalità che tale trattamento deve avere”.
Emerge, quindi, che a 40 anni dalla legge Basaglia, la salute mentale continua ancora ad essere gestita in chiave emergenziale. Il Tso non è un mandato di cattura, non è un fermo di polizia e non è nemmeno il ricovero coatto dell’epoca manicomiale. Quindi si rischia di concepire il Tso come se fosse una misura per arginare la pericolosità sociale di un soggetto e non, come dice la legge, un dispositivo di tutela per il paziente. Per questo motivo c’è da tempo un progetto di legge promosso dai Radicali Italiani, che mira – così scrivono i promotori – «a ridurre il potere assoluto ( e arbitrario) che l’attuale normativa delega alla psichiatria, garantendo una difesa legale e obbligatoria ( quindi anche d’ufficio) a quanti vengano fatto oggetto di provvedimenti di limitazione della libertà personale e di imposizione coatta di cure».
Damiano Aliprandi
da il dubbio
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Il primo ministro britannico Liz Truss si dimette
Il primo ministro britannico Liz Truss si dimette
Il primo ministro britannico Liz Truss ha annunciato le sue dimissioni. Giovedì, il leader conservatore ha confermato la sua partenza dall’incarico dopo settimane di turbolenze tra il cosiddetto “mini-budget” del cancelliere originale Kwasi Kwarteng “in cui ha annunciato piani per importanti tagli alle tasse. Kwarteng si è dimesso la scorsa settimana a seguito di una reazione disastrosa dei…
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