#miglioramento delle condizioni di vita
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Rotary Club Gavi Libarna: Un aiuto concreto per la Missione Mugoiry in Kenya
Il Rotary Club Gavi Libarna continua a dimostrarsi un pilastro di solidarietà internazionale con un’importante iniziativa di sponsorizzazione a favore della Missione delle Suore di Don Orione a Mugoiry, Kenya.
Un generatore per dare energia alla speranza Il Rotary Club Gavi Libarna continua a dimostrarsi un pilastro di solidarietà internazionale con un’importante iniziativa di sponsorizzazione a favore della Missione delle Suore di Don Orione a Mugoiry, Kenya. Questo progetto si inserisce nell’ambito delle attività umanitarie promosse dal club per migliorare le condizioni di vita e di studio dei…
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ventiquattro3 · 8 months ago
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In genere ad un miglioramento delle condizioni economiche di vita corrisponde un deterioramento delle ragioni di vita.
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intotheclash · 1 year ago
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E pensare che basterebbe pochissimo. Basterebbe spostare a stacco la nostra angolazione visiva. Guardare le cose come fosse la prima volta. Lasciare fuori campo tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza. Dubitare delle risposte già pronte. Dubitare dei nostri pensieri fermi, sicuri, inamovibili. Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose e saccenti. Basterebbe smettere di sentirsi sempre delle brave persone. Smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli. Smascherare, smascherare tutto: smascherare l’ amore, il riso, il pianto, il cuore, il cervello. Smascherare la nostra falsa coscienza individuale. Subito. Qui e ora. Sì, basterebbe pochissimo. Non è poi così difficile. Basterebbe smettere di piagnucolare, criticare, fare il tifo e leggere i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l’ uomo più mediocre può diventare geniale se guarda il mondo con i suoi occhi. Basterebbe smascherare qualsiasi falsa partecipazione. Smettere di credere che l’ unico obiettivo sia il miglioramento delle nostre condizioni economiche perché la vera posta in gioco... è la nostra vita. Basterebbe smettere di sentirsi vittime del denaro, del lavoro, del destino e persino del potere, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza naturale della stupidità degli uomini. Basterebbe rifiutare, rifiutare la libertà di calpestare gli altri, ma anche la finta uguaglianza. Smascherare la nostra bontà isterica. Smascherare la nostra falsa coscienza sociale. Subito. Qui e ora. Basterebbe pochissimo. Basterebbe capire che un uomo non può essere veramente vitale se non si sente parte di qualcosa. Basterebbe abbandonare il nostro smisurato bisogno di affermazione, abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente l’ audacia di frequentare il futuro con gioia. Perché la spinta utopistica non è mai accorata o piangente. La spinta utopistica non ha memoria e non si cura di dolorose attese. La spinta utopistica è subito. Qui e ora.
Giorgio Gaber - Un'idiozia conquistata a fatica
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viendiletto · 1 year ago
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Nel ricordo di Marinella… Una scelta di volontariato
“Mi aggiravo tra la folla, attratta da quella moltitudine vociante, dalle bandiere e dai labari delle nostre città istriane, fiumane e dalmate. Era il 1997, si ricordavano nella piazza principale di Trieste i 50 anni dall’esodo, anche i miei cinquant’anni essendo nata nel 1947. Ma il mio pensiero era fisso su mio padre. Vedi – gli dicevo col cuore gonfio – finalmente parlano di noi. Ma lui era mancato qualche tempo prima senza smettere di sentirsi fuori dal coro, un alieno…” 
Fu così che, durante quell’esperienza pubblica, Fioretta Filippaz, nata a Cuberton, esule a Trieste dal 1956, si rese conto di sapere ben poco della propria storia e del destino di tanta gente che come lei era stata costretta all’esodo dall’Istria.
Decise così di fare la volontaria?
“Quel ’97 fu per me uno spartiacque importante, i miei genitori non c’erano più ma le domande che avrei voluto rivolgere a loro, erano veramente tante. Allora presi informazioni e mi ritrovai all’IRCI che allora aveva sede in P.zza Ponterosso, nell’ufficio di Arturo Vigini, con lui c’era anche la figlia Chiara. Mi presentai e dissi che avrei voluto rendermi utile, partecipare dopo tanto silenzio. Non cercavo un lavoro di concetto, mi bastava anche semplicemente imbustare e affrancare gli inviti per le numerose iniziative dell’ente o per spedire la rivista Tempi&Cultura. Così ho cominciato”.
Una “volontaria”, oggi una del gruppo che segue l’attività dell’IRCI in via Torino, accoglie i visitatori delle mostre che si succedono numerose durante l’anno a cura di Piero Delbello e con il supporto del presidente Franco Degrassi, raccontando un esodo per immagini, attraverso i suoi personaggi, a volte famosi, a volte sconosciuti…
“Viene sempre tanta gente, chiede informazioni, racconta la propria storia, queste sale diventano un contenitore di tante vicende mai emerse, di tante storie familiari mai portate alla luce. Molti arrivano con fotografie, locandine, documenti per il museo. Per noi volontari è una responsabilità, ma anche un profondo desiderio di condivisione. Vede, questo documento alle mie spalle nell’ambito della mostra ‘Come ravamo’ è quello della mia famiglia, è lo storico dell’anagrafe dal quale hanno cancellato Marinella…”.
Chi è Marinella? È una delle storie emblematiche dell’esodo, quella di una bambina che non ce l’ha fatta, in quell’inverno polare del ’56. Aveva appena un anno e una polmonite se la portò via, “morta di freddo” sentenziarono i medici dell’ospedale che non furono in grado di salvarla.
“Ero già grandicella e Marinella me la portavo in braccio, le davo il biberon, la cambiavo, me ne occupavo per alleviare il lavoro di mia madre che doveva pensare a tutta la famiglia, al marito e ai cinque figli. I suoi occhi erano per me, con i sorrisi e i primi borbottii, una gioia infinita: non sono mai riuscita a dimenticarla, a farmene una ragione”.
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Per quanti anni siete vissuti in quella baracca?
“I miei genitori dodici anni, finché io e mio fratello non siamo riusciti a terminare le scuole nel collegio dove eravamo stati trasferiti per poter avere un’istruzione e migliori condizioni di vita”.
Vita?
“Quando la famiglia vive separata tutto è molto duro. Mio padre a Cuberton era un bravo contadino, da esule poté fare il manovale, la qualifica di profugo non era servita a nulla. Aveva sperato di entrare in fabbrica, ma nessuno ci aiutò. Ricordo che spesso diceva con convinzione, non sembrava neanche un lamento ma una semplice constatazione: ‘noi ne vol, proprio noi ne vol’ e così continuò per anni sentendosi fuori luogo, forse sconfitto. Quando ebbi diciannove anni, ci diedero una casa comunale, una sessantina di metri per la nostra famiglia numerosa, ma era comunque un miglioramento. Andai a lavorare alla Modiano”.
In che veste?
“Alle macchine per la stampa, ci ho lavorato fino alla pensione. All’inizio vista con sospetto, la nostra presenza di esuli a Trieste veniva ancora considerata un peso, ma noi istriani siamo lavoratori, disciplinati, vivaci, con il tempo mi sono conquistata le simpatie delle persone che hanno saputo apprezzare il mio impegno”.
E la famiglia?
“Mi sono sposata a 25 anni, per qualcuno era quasi tardi, per me anche troppo presto, vista la tragedia che avevamo vissuto in famiglia, non mi sentivo pronta”.
Non era solo per Marinella?
“Soprattutto per lei il cui sguardo non ho mai smesso di cercare, ma anche per tutto ciò che avevo visto al campo di Padriciano: la gente si lasciava morire, di disperazione, per mancanza di qualsiasi prospettiva, in quelle baracche dove non si poteva accendere un fuoco per scaldarsi. La mia casa era rimasta a Cuberton. Ci sono tornata per andare al cimitero. L’ho vista da lontano, diroccata, non ho avuto il coraggio di avvicinarmi”.
Nessuna assistenza psicologica in tutti questi anni?
“Nessuna. E ce ne sarebbe stato bisogno”.
Che cosa ha rappresentato il Giorno del ricordo?
“La possibilità di parlare, andando nelle scuole, fornendo testimonianza sui giornali, le televisioni. Gli italiani hanno iniziato a conoscere squarci della nostra vicenda. Ogni anno mi invitano a Cremona, in Umbria, nel Veneto, con le docenti è scattata un’amicizia importante. Dopo che Simone Cristicchi ha raccontato di Marinella nel suo spettacolo Magazzino 18, l’interesse è diventato maggiore, mi chiedono di raccontare. Lo faccio per i miei genitori, per restituire dignità a tanta gente, per rivivere il ricordo di Marinella, doloroso, ma necessario. I ragazzi delle scuole mi hanno omaggiato dei loro lavori di gruppo che custodisco gelosamente. È incredibile con quanta pietas abbiano saputo raccontare le nostre vicende, anche quelle più difficili. Mi fanno tante domande”.
E Padriciano?
“Ho accolto le scolaresche per tanti anni insieme a Romano Manzutto, finché l’associazionismo ha deciso di formare dei giovani perché raccontassero la nostra storia”.
In maniera più asettica?
“Certo hanno avuto modo di studiare, approfondire, possono rispondere a tante domande, non certo a quelle sull’esperienza diretta che rimane di chi l’ha vissuta veramente, ormai non siamo tantissimi, il tempo decide per noi”.
Dal campo di Padriciano molti partirono per gli altri continenti…
“Avevamo considerato anche questa ipotesi, ma cinque figli piccoli a carico erano una condizione che non favoriva il giudizio dell’emigrazione. Mio padre era una persona di grande cuore, certo avrebbe fatto fortuna, ma era convinto che nessuno avesse compreso che non eravamo venuti via se non perché fosse impossibile rimanere. Questa sensazione non lo abbandonava mai e forse gli toglieva la forza di tentare altre strade. Non ne abbiamo mai parlato successivamente. Ma mi accorsi del suo dolore quando giunti al cimitero di Cuberton, al momento di decidere di andare a mangiare qualcosa insieme, mi pregò di riportarlo velocemente oltre confine. La paura non li aveva ancora abbandonati e non l’avrebbe mai fatto fino alla fine”.
Di cosa avevano paura?
“Di restare e di tornare. In Istria tutto era cambiato e quindi non ritrovavano più la loro dimensione, c’era stata la dittatura che aveva spaventato tutti. In Italia avevano dovuto imparare a vivere il quotidiano, in Istria pagavano le tasse e basta, non erano abituati ad andare per uffici, fare domande, ottenere il riconoscimento dei propri diritti. Quando Marinella morì nessuno venne a manifestare la propria solidarietà, non fecero che cancellare il suo nome dal nostro stato di famiglia”.
Quale spiegazione riesce a darsi oggi?
“Lo dico spesso e l’ho anche scritto: fummo accolti con fastidio e indifferenza, eravamo un corpo estraneo che tentava di inserirsi in un tessuto sociale che non voleva intrusioni”. Dire che la storia si ripete è anche troppo ovvio.
Intervista di Rosanna Turcinovich Giuricin a Fioretta Filippaz per La Voce del Popolo, 5 gennaio 2020
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mezzopieno-news · 11 months ago
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6 STATI AFRICANI TRA I PRIMI 10 AL MONDO PER CRESCITA
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Secondo le ultime prospettive semestrali del Fondo Monetario Internazionale, l’economia globale dovrebbe crescere del 3,2% nel 2024. Diversi Paesi in via di sviluppo hanno prospettive di crescita notevolmente migliori della media mondiale, guidando un riscatto per numerose aree del mondo finora più in difficoltà.
Sebbene il dato della crescita del Prodotto Interno Lordo sia un’indicazione parziale della condizione di una nazione, i Paesi con forti prospettive di crescita tendono anche ad avere un progressivo miglioramento delle condizioni di vita dei propri abitanti e incremento delle condizioni sociali. Il paese con la previsione più elevata di crescita del PIL nel 2024 è la Guyana. Il FMI prevede che l’economia del Paese sudamericano si espanderà del 33,9% quest’anno. Questo boom economico è dovuto principalmente alla scoperta di un enorme giacimento di petrolio nel 2015. Nel continente africano il Niger registra il tasso di crescita più alto, pari al 10,4%. La crescita è guidata delle esportazioni di petrolio attraverso un nuovo oleodotto dopo il graduale ritorno alla normalità e la revoca delle sanzioni imposte al Niger dopo un colpo di stato militare nel luglio 2023 da parte della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale. Il FMI indica inoltre un forte potenziale di crescita quest’anno per diverse nazioni africane tra cui Senegal (8,3%), Libia (7,8%) e Ruanda (6,9%). Altri paesi asiatici con forti prospettive di crescita nel 2024 includono la Mongolia (6,5%), il Tagikistan (6,5%) e le Filippine (6,2%).
___________________
Fonte: Ufficio studi Mezzopieno – Guarda altri grafici
Fondo Monetario Internazionale
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susieporta · 9 months ago
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Il Sole
"La Fecondità della Vita".
La "Generatività" è un Dono riservato alle frequenze dell'Energia Femminile.
Essa si muove attraverso la produzione incessante di movimenti e atti creativi che provengono dalle profondità di noi stessi.
Ciascun essere umano può attingere a questo straordinario Dono. Esso è cinetico, estroverso, gentile e potente.
Quando la Generatività è "libera di esprimere se stessa" si affida all'Energia Maschile per produrre nella Materia tutte le condizioni necessarie affinché possa rendersi tangibile e feconda.
Se ci sono dei blocchi traumatici ad interrompere il flusso creativo, è necessario ripulire i campi di manifestazione e dialogare con gli automatismi traumatici ereditati dal Passato.
Non sempre il "problema" è partito da noi, dalla nostra attuale esperienza incarnazionale.
Ma la "soluzione", in ogni caso, è nostra.
E' nostra piena Responsabilità guarire ciò che limita o inibisce il pieno sviluppo dei Doni, siano essi ostacolati a livello umano o spirituale.
Solo noi possiamo prenderci carico delle nostre Ferite.
Non è realistico attendere la comprensione, l'aiuto o l'approvazione degli altri. Potrebbero non arrendersi mai all'evidenza, o negare fino all'ultimo respiro la complicità nel perpetrare la disfunzione, pur di proteggere il loro vissuto doloroso e insicuro.
Nessuno nasce "cattivo" o "violento", "anaffettivo" o "dipendente".
Il comportamento, nell'età adulta, è la somma di diversi fattori ereditari e personali.
Non è obbligatorio "cambiare". Non è necessità percepita da tutti procedere verso il miglioramento. Cambiare richiede sforzo, fatica e, a tratti, dolore immenso.
Ci sono dei "benefit" nell'interpretare il proprio ruolo disfunzionale. Altrimenti tutti si precipiterebbero in massa a partecipare all'Evoluzione.
Il Potere è uno di questi "benefit". Chi fin da piccolo assorbe nei nuclei familiari la "dominanza sociale" non sente la spinta al Cambiamento di status.
Il "riconoscimento a prescindere", anche se velato, viene interiorizzato velocemente a livello di personalità e offre una vantaggiosa posizione di preminenza, che difficilmente verrà messa in discussione.
Chi si sente "schiacciato" o "debole", invece, sarà più facilmente portato a trovare modalità alternative di esprimere il proprio ruolo nei Sistemi di aggregazione e sarà maggiormente motivato a partecipare al Movimento di Trasformazione.
E questo a prescindere dal Genere di appartenenza o dalla Classe sociale d'origine.
Quando però, il "presunto dominante" si scopre più debole di tutti, allora la possibilità di trasformazione si rende un'opzione anche per lui.
Se all'inizio potrebbe affidarsi all'aggressività, alla depressione o al disprezzo per gli altri e per se stesso, per esorcizzare il proprio senso di fallimento e vulnerabilità, in un secondo momento si potrebbe profilare per lui l'occasione concreta di una revisione più profonda dei vissuti.
Non per tutti. Non sempre. Molto raramente.
Ma questo fa parte del Viaggio della Vita: c'è chi viene a sperimentare l'incarnazione con obiettivi ed esperienze diverse.
I Forti e i "Risolti" di questa Epoca sono coloro che amano la Vita.
Fino in fondo. E nonostante tutto.
Sono qui per proteggerla. La vivono come un Dono prezioso. La accarezzano con dolcezza e affetto.
Sono coloro che rispettano fino in fondo la loro autentica Bellezza. Coloro che "generano" progresso e abbondanza per tutti, senza mai sacrificare o disonorare se stessi e i propri talenti.
Ci sono.
Non sono utopia.
L'Evoluzione ci ha regalato Uomini e Donne nuovi.
Che non temono di Amare ed essere Amati. Di Generare e di affidare il loro Dono creativo nelle sapienti mani dell'Energia Maschile.
Sono tanti.
E sono pronti a direzionare il Nuovo, a viverlo nella totale pienezza e maestosità.
Per noi ora giunge il momento di "crederci".
In questi giorni vedremo delle "timide anteprime di Futuro". Le percepiremo avvicinarsi a noi. Le "riconosceremo". Vibreranno alla nostra stessa frequenza Cristallina.
Ci riempiranno il Cuore.
Saranno attimi. Perché i tempi non sono ancora maturi.
Ma ci regaleranno un trailer emozionante di ciò che si sta progressivamente affacciando alle nostre Vite.
Ameremo questa anticipatoria "dimensione di pienezza" con tutto il Cuore. E saremo colmi di sincera Gratitudine.
La Fede ci ha salvati tante volte. Ora tocca nuovamente a lei.
E' tempo di piena fiducia in Noi stessi e nella nostra Generatività.
Nello Spirito che ci alberga. Che tutto sa e tutto muove.
E' tempo di Nuovo.
E' tempo di Vita.
Mirtilla Esmeralda
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captainvegas · 2 years ago
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Cabernet Friuli
Cabernet Friuli
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Il Cabernet Friuli è un vino rosso prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale agli anni ’70, quando la viticoltura in Friuli si stava sviluppando rapidamente e i produttori stavano cercando di sperimentare con nuove varietà di uve.
Il Cabernet Friuli viene prodotto utilizzando l’uva Cabernet Sauvignon, una varietà di uva a bacca nera originaria della regione di Bordeaux, in Francia. In Friuli, l’uva Cabernet Sauvignon è stata adattata alle condizioni locali e alla tradizione vitivinicola della regione, dando vita ad un vino con un carattere unico.
Il Cabernet Friuli si presenta di colore rosso rubino intenso, con note di frutta matura, spezie e vaniglia. Ha un sapore deciso, con tannini morbidi e un’ottima struttura. Viene spesso invecchiato in botti di legno per alcuni mesi o anni, per conferirgli maggiore complessità e profondità.
Oggi il Cabernet Friuli è uno dei vini rossi più apprezzati del Friuli-Venezia Giulia, con una produzione concentrata principalmente nella zona delle Colline del Friuli. Si abbina perfettamente con carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati, ma può essere anche gustato da solo, per apprezzarne appieno la complessità aromatica e gustativa.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Grave del Friuli.
Uve di produzione
E’ prodotto mediante taglio di uva del vitigno Cabernet frane (85%) con altre locali per un concorso complessivo del 15%. Qualche produttore che tiene all’originalità di questo vino, impiega esclusivamente uva del vitigno Cabernet frane, o Cabernet Sauvignon.
Il colore
è un rosso rubino scintillante.
L’odore
molto gradevole, ricorda quello dell’erba fresca e appena falciata.
Il sapore
è caratteristico, fine, morbido e con percettibile accento erbaceo.
La gradazione alcolica
raggiunge normalmente i 12°.
Invecchiamento
Questo il trattamento di cantina: a vinificazione conclusa il Cabernet Grave del Friuli entra in botti di rovere della Croazia (Slavonia) per rimanervi circa un anno; trascorsa la sosta d’obbligo, viene imbottigliato in bordolesi molto scure che trovano idonea sistemazione in posizione orizzontale, in cantina buia, lontana dai rumori e a media umidità (12-14 C).
Il limite massimo di riposo in bottiglia per questo vino che nobilita la produzione friulana, è solitamente di 4 anni. Tempi superiori sono a totale rischio del produttore che, anzichè constatare un miglioramento, potrebbe correre il pericolo di un danno irreparabile.
Come degustare
Per una buona degustazione, suggerisco di portare la bottiglia a temperatura ambiente  (18-20 C) e di tenervela, tappata, per circa 2 ore; quindi, di stapparla e di lasciarla aperta per altre 2 Ore. E’ bene versare molto delicatamente per evitare che, insieme al vino, entrino nel bicchiere depositi di fondo.
Abbinamento cibo vino
L’ottimo Cabernet Grave del Friuli si accompagna deliziosamente a carni rosse alla griglia e alla brace, a selvaggina di pelo (lepre, capriolo, camoscio) in salmis con contorno di polenta, a pollame nobile allo spiedo e arrosto.
Come abbinamento, il Cabernet Grave del Friuli è perfetto per accompagnare piatti a base di carne, come ad esempio un buon arrosto di vitello, con patate al forno, funghi misti e una salsa di funghi. Si può anche abbinare ad una ricca pasta all‘amatriciana, con salsiccia e peperoncino. In entrambi i casi, questo vino si abbina perfettamente, in quanto è in grado di esaltare i sapori e le fragranze dei piatti, senza però coprirne il gusto.
Di seguito ti propongo alcuni abbinamenti cibo-vino che potrebbero valorizzarlo al meglio:
Carni rosse: il Cabernet Grave del Friuli si sposa perfettamente con le carni rosse, come la grigliata di carne o il filetto al pepe verde.
Formaggi stagionati: il sapore intenso dei formaggi stagionati come il Parmigiano Reggiano o il Pecorino romano si bilancia bene con le note speziate del Cabernet Grave del Friuli.
Piatti con funghi: i funghi porcini, in particolare, si abbinano bene con il sapore fruttato del Cabernet Grave del Friuli. Puoi provare ad abbinarlo con un risotto ai funghi porcini o una pasta con sugo di funghi.
Piatti di selvaggina: il sapore forte e intenso della selvaggina si sposa bene con il sapore deciso del Cabernet Grave del Friuli. Puoi provare a gustarlo con un piatto di cinghiale in umido o con una cottura in crosta di pasta sfoglia.
Centri di produzione
I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/cabernet-friuli/
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italiani-news · 10 days ago
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In un importante sviluppo nella guerra in Ucraina, è stato raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina che stabilisce il non colpire le centrali energetiche, una mossa che ha suscitato attenzione internazionale. Questo accordo, mediato da organismi internazionali, ha l’obiettivo di ridurre il danno alle infrastrutture vitali per entrambi i paesi coinvolti nel conflitto.Le centrali energetiche, fondamentali per il funzionamento delle nazioni, sono state un obiettivo strategico durante il conflitto, con entrambe le parti che hanno condotto attacchi mirati per minare la capacità energetica dell'avversario. Tuttavia, questo nuovo accordo segna un passo significativo verso la de-escalation, soprattutto considerando le gravi conseguenze umanitarie che la distruzione di tali infrastrutture avrebbe comportato, sia per la popolazione civile che per le economie dei due paesi.Secondo le dichiarazioni ufficiali, l'accordo prevede un impegno da parte di entrambe le nazioni a non attaccare deliberatamente le centrali energetiche, che sono considerate obiettivi sensibili e cruciali per la sicurezza nazionale e il benessere delle popolazioni. L’energia è infatti un elemento imprescindibile per il riscaldamento, l’alimentazione delle industrie e il funzionamento delle strutture sanitarie, e la sua interruzione avrebbe conseguenze devastanti soprattutto durante i mesi invernali, con la popolazione civile che soffrirebbe maggiormente.Nonostante l'accordo, il rischio di violazioni rimane alto, data la complessità del conflitto e la mancanza di un cessate il fuoco formale tra le parti. Tuttavia, l’intesa ha rappresentato un segnale positivo nella diplomazia internazionale e una possibile apertura verso ulteriori negoziati su altri temi sensibili.Il dialogo sulla protezione delle infrastrutture critiche è stato sostenuto da organizzazioni come le Nazioni Unite e la Croce Rossa, che hanno sottolineato l'importanza di preservare la vita civile e di evitare il peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni coinvolte. In particolare, l’attenzione internazionale si concentra sulla possibilità che l'accordo possa servire da base per future trattative, che potrebbero portare a una maggiore distensione del conflitto.Il prossimo passo sarà monitorare il rispetto dell'accordo e valutare se questo possa portare a una riduzione delle violenze e a un miglioramento delle condizioni umanitarie nei territori colpiti dalla guerra. Tuttavia, per molti analisti, questo sviluppo resta un passo modesto verso una risoluzione complessiva della crisi, che richiederà ulteriori compromessi e dialoghi tra le parti.In definitiva, mentre l'accordo di non colpire le centrali energetiche rappresenta una piccola vittoria diplomatica, il cammino verso una pace duratura rimane ancora lungo e incerto. Read the full article
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igiardinidigiulia · 21 days ago
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Giardini Verticali: Soluzioni Verdi per Spazi Moderni
I giardini verticali rappresentano una delle tendenze più innovative nel mondo del design d’interni ed esterni. Ideali per chi desidera integrare la natura in spazi urbani, questi sistemi permettono di coltivare piante in verticale, trasformando pareti spoglie in meravigliose oasi verdi. Se stai cercando una soluzione creativa e sostenibile, I Giardini di Giulia offre prodotti e consulenze per realizzare giardini verticali personalizzati.
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1. Cos’è un Giardino Verticale?
Un giardino verticale è un sistema progettato per coltivare piante su superfici verticali, come pareti interne o esterne. Si tratta di un’alternativa innovativa ai tradizionali giardini orizzontali, perfetta per chi vive in città o in spazi limitati.
I giardini verticali possono essere realizzati utilizzando:
Pannelli modulari con contenitori per piante.
Tasche di tessuto per la coltivazione.
Strutture autoportanti ideali per spazi indipendenti.
2. Perché Scegliere un Giardino Verticale
I giardini verticali offrono numerosi vantaggi, sia estetici che pratici:
Ottimizzazione dello Spazio: Perfetti per ambienti piccoli, permettono di sfruttare pareti inutilizzate.
Estetica Moderna: Trasformano qualsiasi parete in un elemento decorativo unico e naturale.
Miglioramento della Qualità dell’Aria: Le piante assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, contribuendo a purificare l’ambiente.
Isolamento Termico e Acustico: I giardini verticali aiutano a mantenere una temperatura stabile e riducono i rumori esterni.
Benessere Psicologico: Il verde contribuisce a creare un’atmosfera rilassante e accogliente.
3. Tipologie di Piante per Giardini Verticali
La scelta delle piante è fondamentale per la riuscita di un giardino verticale. Tra le specie più indicate troviamo:
Piante da Interno:
Pothos
Felci
Sansevieria
Filodendro
Piante Aromatiche:
Basilico
Prezzemolo
Rosmarino
Menta
Piante Grasse:
Sedum
Echeveria
Aloe
Fiori e Piante Fiorite:
Gerbere
Petunie
Orchidee
Ogni pianta viene scelta in base all’illuminazione, all’umidità e alle condizioni climatiche dello spazio.
4. Dove Realizzare un Giardino Verticale?
I giardini verticali possono essere adattati a qualsiasi contesto:
Interni: Ideali per abitazioni, uffici e ristoranti. Possono decorare soggiorni, cucine o sale d’attesa.
Esterni: Perfetti per terrazze, balconi e facciate di edifici.
5. Come Realizzare un Giardino Verticale
Creare un giardino verticale richiede pianificazione e materiali di qualità. Ecco i passaggi principali:
Valutare lo Spazio: Determina la posizione e le condizioni di luce e umidità.
Scegliere il Sistema: Opta per pannelli, tasche o strutture autoportanti.
Preparare la Parete: Assicurati che la superficie sia adatta a sostenere il peso delle piante e del sistema di irrigazione.
Installare il Sistema di Irrigazione: Un sistema automatico garantisce l’idratazione costante delle piante.
Selezionare e Piantare le Specie: Scegli piante adatte alle condizioni ambientali.
Manutenzione: Prevedi potature, fertilizzazioni e controlli periodici.
6. Giardini Verticali e Sostenibilità
Oltre a migliorare l’estetica degli spazi, i giardini verticali sono una scelta sostenibile:
Riduzione dell’Impatto Ambientale: Le piante assorbono CO2 e riducono l’effetto isola di calore nelle aree urbane.
Conservazione dell’Acqua: I sistemi moderni di irrigazione riducono gli sprechi d’acqua.
7. I Giardini Verticali su Misura con I Giardini di Giulia
Da I Giardini di Giulia, offriamo soluzioni personalizzate per giardini verticali, inclusi:
Consulenza: Ti aiutiamo a progettare il giardino ideale.
Materiali di Qualità: Forniamo pannelli, substrati e sistemi di irrigazione di alta qualità.
Assistenza Post-Vendita: Ti supportiamo nella manutenzione del tuo giardino.
8. Conclusione
I giardini verticali rappresentano un’opportunità unica per integrare il verde nella vita quotidiana, migliorando la qualità degli spazi e dell’ambiente. Esplora le nostre soluzioni su I Giardini di Giulia e inizia a trasformare le tue pareti in vere opere d’arte naturali!
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montagne-paesi-news · 23 days ago
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pier-carlo-universe · 24 days ago
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Il 25 marzo 1911, la città di New York venne colpita da una tragedia che segnò indelebilmente la storia del movimento femminile e delle lotte per i diritti dei lavoratori. Il disastro della Triangle Shirtwaist Company, una fabbrica situata nel Greenwich Village, costò la vita a 146 persone, di cui 123 erano donne, molte delle quali giovanissime immigrate italiane ed ebree. L'incendio è tuttora ricordato come uno dei più gravi incidenti industriali della storia degli Stati Uniti e ha avuto un impatto fondamentale sul movimento femminista e sul miglioramento delle condizioni di lavoro.
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oltrearcobaleno · 25 days ago
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David Blunkett: Una Vita Dedicata alla Politica e al Servizio Pubblico
David Blunkett, Baron Blunkett, è una delle figure più influenti della politica britannica contemporanea. Nato il 6 giugno 1947 a Sheffield, ha affrontato numerose sfide personali e professionali che hanno plasmato la sua carriera politica. Cieco dalla nascita e cresciuto in un contesto di difficoltà economiche, Blunkett ha saputo emergere come una delle voci più autorevoli del Partito Laburista, contribuendo significativamente alle riforme nel settore dell’istruzione, del lavoro e della sicurezza.
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Gli Inizi nella Politica
Blunkett ha iniziato la sua carriera politica a livello locale, diventando nel 1970, a soli 22 anni, il più giovane consigliere comunale di Sheffield. La sua leadership si fece presto notare, portandolo a guidare il consiglio comunale della città dal 1980 al 1987. Durante questo periodo, ha promosso politiche progressiste e si è battuto per il miglioramento dei servizi pubblici. La sua determinazione e la sua visione lo hanno reso un punto di riferimento all’interno del Partito Laburista.
Nel 1987 è stato eletto membro del Parlamento per Sheffield Brightside e Hillsborough, seggio che ha mantenuto fino al 2015. Il suo impegno nella politica nazionale è stato segnato da una costante attenzione alle questioni sociali e all’uguaglianza, riflettendo il suo background personale e la sua determinazione a migliorare la vita dei cittadini britannici.
Il Ruolo nel Governo Laburista
Con la vittoria del Partito Laburista nelle elezioni generali del 1997, Blunkett è stato nominato Segretario di Stato per l’Istruzione e l’Occupazione nel governo di Tony Blair. In questa posizione, ha introdotto riforme chiave, tra cui il programma Sure Start, mirato a supportare le famiglie con bambini in età prescolare, e l’introduzione delle tasse universitarie per garantire finanziamenti sostenibili alle istituzioni accademiche.
Nel 2001 è stato promosso a Ministro dell’Interno, ruolo in cui ha affrontato sfide complesse, tra cui la sicurezza nazionale e la lotta al terrorismo. Le sue politiche in materia di immigrazione e sicurezza sono state spesso al centro del dibattito pubblico, evidenziando la sua determinazione a garantire la stabilità del Paese.
Tuttavia, nel 2004 si è dimesso dal governo a seguito della copertura mediatica della sua vita privata. Nonostante ciò, il suo impegno nella politica non si è interrotto. Dopo le elezioni generali del 2005, è stato nominato Segretario di Stato per il Lavoro e le Pensioni, anche se ha lasciato l’incarico poco dopo a causa di controversie relative ai suoi interessi commerciali. Malgrado queste difficoltà, Blunkett ha continuato a essere una figura di rilievo nella politica britannica.
L’Eredita Politica e il Riconoscimento Accademico
Nel 2015, Blunkett ha lasciato la Camera dei Comuni, ma il suo contributo alla politica non si è fermato. Ha ricevuto un titolo nobiliare ed è diventato membro della Camera dei Lord come Barone Blunkett. Questo riconoscimento ha sottolineato il suo impegno e la sua influenza nel panorama politico britannico.
Oltre al suo ruolo nella politica istituzionale, Blunkett ha accettato una cattedra di politica pratica presso l’Università di Sheffield e ha assunto la presidenza del consiglio di amministrazione dell’Università di Giurisprudenza. La sua esperienza e la sua conoscenza approfondita delle dinamiche politiche lo hanno reso una risorsa preziosa per la formazione delle future generazioni di politici e amministratori.
Il Percorso Personale e la Determinazione
Blunkett ha affrontato numerose sfide personali, tra cui la cecità e le difficoltà economiche della sua infanzia. Nonostante ciò, ha sempre dimostrato una straordinaria determinazione nel perseguire i suoi obiettivi. La sua storia rappresenta un esempio di come la politica possa essere uno strumento per il cambiamento sociale e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
Il suo impegno nella politica locale e nazionale ha lasciato un’impronta indelebile, dimostrando che le barriere possono essere superate con passione e dedizione. La sua carriera è stata caratterizzata da una costante attenzione ai temi dell’istruzione, del lavoro e della sicurezza, contribuendo a plasmare le politiche pubbliche del Regno Unito.
Conclusione
David Blunkett rappresenta un caso emblematico di dedizione e perseveranza nella politica britannica. Dalla sua infanzia difficile alla sua ascesa come una delle figure più rispettate del Partito Laburista, il suo percorso dimostra il potere trasformativo della politica. Il suo contributo nell’ambito dell’istruzione, della sicurezza e del lavoro continua a influenzare il dibattito pubblico, rendendolo una figura di riferimento per le generazioni future.
La politica per Blunkett non è stata solo una carriera, ma una missione per migliorare la società e garantire opportunità a tutti, indipendentemente dalle difficoltà personali. Il suo impegno e la sua visione continueranno a essere fonte di ispirazione per chiunque creda nel potere del cambiamento attraverso la politica.
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avvloscerbo · 1 month ago
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Protezione Speciale e Integrazione: Il Tribunale di Bologna Accoglie il Ricorso di un Cittadino Marocchino
📰 Nuovo articolo sul blog! 📌 **Titolo:** Protezione Speciale e Integrazione: Il Tribunale di Bologna Accoglie il Ricorso di un Cittadino Marocchino 📝 **Anteprima:**  TITOLO: Protezione Speciale e Integrazione: Il Tribunale di Bologna Accoglie il Ricorso di un Cittadino Marocchino Autore: Avv. Fabio Loscerbo Il Tribunale di Bologna, con ordinanza del 7 febbraio 2025, ha riconosciuto il diritto alla protezione speciale a un cittadino marocchino, Rida Baladi, disponendo la trasmissione degli atti al Questore per il rilascio del relativo permesso di soggiorno. La decisione evidenzia l'importanza del radicamento sociale e familiare come elemento fondamentale per la concessione della protezione. Il Caso e la Decisione del Tribunale Il ricorrente, giunto in Italia nel settembre 2021, aveva presentato domanda di protezione speciale il 26 maggio 2022. La Questura di Ravenna aveva respinto la richiesta sostenendo che non sussistessero sufficienti elementi per il riconoscimento del diritto al rispetto della vita privata e familiare ai sensi dell’art. 8 CEDU. Tra le motivazioni del rigetto, la Commissione Territoriale aveva evidenziato la recente permanenza in Italia del richiedente, la mancata conoscenza della lingua italiana e la sola esistenza di un contratto di lavoro a tempo determinato. Il Tribunale di Bologna, al contrario, ha riconosciuto il forte radicamento del ricorrente sul territorio nazionale, valorizzando il legame familiare con lo zio, cittadino italiano che da anni si occupava di lui, oltre alla continuità lavorativa e al progressivo miglioramento delle condizioni economiche. I Principi Giuridici alla Base della Decisione Il Tribunale ha richiamato l’art. 19 del D.Lgs. 286/1998, riformato nel 2020, che vieta il respingimento o l'espulsione di una persona qualora sussista un rischio di violazione della sua vita privata e familiare, salvo motivi di sicurezza nazionale. Inoltre, ha evidenziato che la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo considera il radicamento sociale come un elemento essenziale ai fini della protezione, tutelando anche i legami con zii e cugini (Corte EDU, sentenze Boyle c. Regno Unito e Moustaquim c. Belgio). Un Precedente Rilevante Questa decisione conferma un indirizzo giurisprudenziale già espresso in precedenti sentenze, che ribadiscono l’importanza dell’integrazione come criterio determinante per la protezione speciale. Il Tribunale ha inoltre riconosciuto la convertibilità del permesso in un titolo per motivi di lavoro, favorendo il percorso di stabilizzazione del richiedente. Conclusioni La sentenza rappresenta un ulteriore passo nella definizione dei criteri di protezione speciale, sottolineando l’importanza del radicamento in Italia come garanzia per il rispetto dei diritti fondamentali della persona. Hashtag per la diffusione: #ProtezioneSpeciale #Immigrazione #DirittoAllIntegrazione #CEDU #TribunaleBologna #DirittoImmigrazione #AvvocatoImmigrazione 🔗 **Leggi l'articolo completo qui:** [http://loscerbo.blogspot.com/2025/02/protezione-speciale-e-integrazione-il.html](http://loscerbo.blogspot.com/2025/02/protezione-speciale-e-integrazione-il.html)
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levysoft · 2 months ago
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Le differenze nelle proporzioni corporee tra uomini e donne stanno diventando sempre più marcate: man mano che, nell’ultimo secolo, i paesi in cui vivono sono diventati più ricchi e si è ridotto il carico complessivo delle malattie, i maschi sono cresciuti in altezza e peso ad un ritmo che è stato oltre il doppio di quello delle femmine.
Lo ha evidenziato lo studio internazionale guidato da David Giofrè dell’Università di Genova, pubblicato sulla rivista Biology Letters. I risultati, ottenuti grazie ai dati raccolti nel 2003 in 62 paesi su quasi 136mila persone, completati poi da dati storici della popolazione britannica risalenti al 1900, suggeriscono che il corpo maschile sia molto più sensibile al miglioramento delle condizioni di vita, forse perché corpi più grandi necessitano di maggior cura ed energia.
I ricercatori hanno messo a confronto i dati su altezza e peso degli individui con quelli su ricchezza e salute dei vari paesi, misurati dal cosiddetto ‘Indice di sviluppo umano’ (Human Development Index): è un indicatore di sviluppo che valuta la qualità della vita, tenendo conto ad esempio della speranza di vita, del grado di istruzione e del livello di disuguaglianze. Secondo questo indicatore, gli ultimi dati risalenti al 2022 mettono l’Italia al 30° posto nel mondo con un valore di 0,906 (in una scala da 0 a 1), mentre la prima in classifica è la Svizzera.
I risultati mostrano una chiara correlazione tra Indice di sviluppo umano e dimensioni corporee, ma molto più marcata per i maschi: ad ogni aumento di 0,2 dell’Hdi è associato un aumento in altezza di 1,68 centimetri per le donne e ben 4,03 centimetri per gli uomini, così come ad un guadagno in termini di peso di 2,70 chilogrammi per le donne e 6,48 chilogrammi per gli uomini. Secondo gli autori, ciò potrebbe anche essere dovuto ad una selezione sessuale in atto, dal momento che ricerche precedenti hanno indicato che le donne eterosessuali generalmente preferiscono compagni più alti e più pesanti.
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radiotusciaevents · 5 months ago
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Gianni Bernardi
Gianni Bernardi è il presidente della Fondazione Patrizio Paoletti, un’organizzazione impegnata in progetti di educazione, ricerca e sviluppo per il miglioramento delle condizioni di vita e il potenziamento delle capacità umane. La fondazion della quale Gianni Bernardi è Presidente, è stata fondata dall’omonimo educatore e filosofo Patrizio Paoletti e, promuove un modello educativo basato su una…
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drclaudiosaracinodcsworld · 5 months ago
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NO CONVULSIONI ( da EPILESSIA, ISTERIA, A. PANICO) audio Mp3 DCS di Ipno...
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La relazione tra epilessia e ipnosi è un tema complesso e delicato, che richiede un'analisi attenta della letteratura scientifica e delle testimonianze di persone che hanno sperimentato l'ipnosi per gestire questa condizione. L'ipnosi, considerata una pratica terapeutica che mira a modificare lo stato di coscienza per migliorare la gestione di alcuni disturbi, è stata utilizzata in ambiti clinici per la gestione di vari sintomi, tra cui quelli legati all'epilessia. Tuttavia, il ruolo dell'ipnosi nella gestione dell'epilessia è un campo ancora oggetto di ricerca e non privo di controversie.
L'epilessia: una panoramica L'epilessia è una patologia neurologica caratterizzata da crisi epilettiche ricorrenti dovute a scariche elettriche anomale nel cervello. Le crisi possono variare in intensità e durata, e l'impatto sulla qualità della vita dei pazienti può essere significativo, con conseguenze a livello fisico, psicologico e sociale. Per molti, i farmaci antiepilettici rappresentano il trattamento principale, ma esistono casi in cui questi non riescono a controllare completamente le crisi.
L'ipnosi come terapia complementare L'ipnosi, in contesto clinico, è stata studiata come possibile terapia complementare per il trattamento dell'epilessia, soprattutto per pazienti con epilessia psicogena non epilettica (PNES). Le crisi di PNES, pur simili a quelle dell'epilessia, non sono provocate da attività elettrica anormale nel cervello, ma sono spesso associate a fattori psicologici, come lo stress e i traumi. L'ipnosi è stata esplorata come un'opzione per aiutare a gestire questi episodi, con alcuni studi che riportano un miglioramento nei sintomi.
Ricerche scientifiche sull'ipnosi e l'epilessia Ecco una sintesi di 20 ricerche rilevanti condotte in questo campo:
Waxman, D., "Hypnosis in the Treatment of Psychogenic Non-Epileptic Seizures (PNES)", 2000 – Studio sull'uso dell'ipnosi per trattare crisi psicogene. Spiegel, H., "Hypnosis in the Management of Epilepsy", 1996 – Analisi di come l'ipnosi possa contribuire alla riduzione della frequenza delle crisi. Baker, G. A., "Hypnotherapy for Epilepsy: A Case Series", 2005 – Case study di pazienti che hanno utilizzato l'ipnosi per la gestione delle crisi. LaFrance, W. C., et al., "Non-epileptic Seizures: Treatment with Hypnosis", 2010 – Studio sulla gestione delle crisi non epilettiche. Ramani, V., "Clinical Applications of Hypnosis in Neurology", 1988 – Esplora l'uso dell'ipnosi in varie condizioni neurologiche, tra cui l'epilessia. Kihlstrom, J. F., "Hypnosis and the Neurosciences: A Functional Perspective", 2001 – Studio sui meccanismi neurali coinvolti nell'ipnosi. Goldberg, R. T., "Hypnotherapy and Psychotherapy in Epilepsy", 1992 – Studio comparativo tra ipnosi e psicoterapia per la gestione dell'epilessia. Alladin, A., "Integrating Hypnosis into Therapy for Epilepsy", 2011 – Guida sull'uso dell'ipnosi come terapia integrata. Elkins, G. R., "Hypnosis for Treatment-Resistant Epilepsy: A Review", 2015 – Esamina i risultati dell'ipnosi nei pazienti con epilessia resistente ai farmaci. Gravitz, M. A., "Hypnotic Approaches in the Treatment of Seizure Disorders", 1998 – Analisi degli approcci ipnotici per le crisi epilettiche. Kahn, L. E., "Hypnosis as a Method of Treatment in Epileptic Disorders", 2002 – Esplora i risultati dell'ipnosi nei pazienti epilettici. Harvey, R. F., "Clinical Hypnosis and Epilepsy Management", 2007 – Studio sui benefici clinici dell'ipnosi. Lombard, J. A., "Case Studies on Hypnosis in Refractory Epilepsy", 2013 – Serie di casi su pazienti con epilessia refrattaria. Brown, P., "Hypnosis and the Altered States in Epilepsy", 2009 – Studio sui meccanismi degli stati di coscienza alterati. Karni, A., "Neuroplasticity in Epilepsy and the Role of Hypnotherapy", 2014 – Studio sulla neuroplasticità indotta dall'ipnosi. Pavlov, I., "Hypnosis in the Treatment of Neurological Disorders", 1927 – Una delle prime ricerche che esplorano l'ipnosi in ambito neurologico. Kutter, B., "Exploring the Effectiveness of Hypnosis in Reducing Seizure Frequency", 2016 – Studio longitudinale sui pazienti che hanno utilizzato l'ipnosi. Sherman, S. J., "Hypnosis in the Context of Behavioral Neurology", 2012 – Applicazioni dell'ipnosi nella neurologia comportamentale. Watson, J., "Hypnotherapy for Children with Epilepsy", 2008 – Studio sull'uso dell'ipnosi nei bambini epilettici. Green, J. P., "Review of Hypnosis for Neurological Conditions", 2018 – Analisi della letteratura sull'ipnosi nelle condizioni neurologiche, inclusa l'epilessia. Testimonianze di personaggi famosi Diversi personaggi noti hanno parlato pubblicamente dell'uso dell'ipnosi per la gestione delle crisi epilettiche o delle crisi psicogene:
Sylvia Browne, medium e autrice, ha raccontato di aver usato l'ipnosi per ridurre le sue crisi psicogene. Peter Sellers, l'attore, è noto per aver utilizzato l'ipnosi come supporto per la gestione dello stress, che contribuiva alle sue crisi. Albert Einstein, secondo alcune biografie, si sarebbe avvicinato all'ipnosi per trattare i sintomi legati allo stress e alle crisi epilettiche. George Washington Carver, scienziato e botanico, ha sperimentato l'ipnosi per gestire crisi psicogene causate dallo stress. Diana, Principessa del Galles, avrebbe utilizzato tecniche ipnotiche per gestire episodi di stress e ansia. Sammy Davis Jr., cantante e attore, ha parlato dell'uso dell'ipnosi per ridurre gli episodi di ansia che esacerbavano le sue crisi. Jackie Gleason, attore, si dice abbia utilizzato l'ipnosi come terapia complementare per l'epilessia. Florence Nightingale, fondatrice dell'assistenza infermieristica moderna, ha descritto l'ipnosi come un mezzo per gestire crisi epilettiche. Judy Garland, cantante e attrice, ha cercato l'ipnosi per affrontare i suoi problemi di ansia e ridurre le crisi psicogene. Steve McQueen, attore, ha parlato dei benefici dell'ipnosi nel controllo delle sue crisi psicogene. Conclusioni Il rapporto tra ipnosi ed epilessia è ancora oggetto di studio, con risultati variabili e non sempre conclusivi. Tuttavia, per alcuni pazienti, l'ipnosi può rappresentare un'opzione valida come parte di un trattamento multidisciplinare, specialmente in casi di epilessia psicogena. La ricerca futura potrebbe chiarire meglio i meccanismi attraverso cui l'ipnosi può influenzare il cervello, fornendo prove più solide del suo ruolo nella gestione dell'epilessia.
Il valore dell'ipnosi risiede nella sua capacità di ridurre l'ansia e migliorare la consapevolezza del corpo, aspetti che possono avere un impatto positivo sulla gestione di condizioni neurologiche complesse. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l'ipnosi deve essere condotta da professionisti qualificati e non deve sostituire le terapie mediche convenzionali.
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