#metodologie di insegnamento
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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TECNOLOGIA DELL’USO DEI GIOCHI DIDATTICI NELLE LEZIONI DI PEDAGOGIA
Istituto Pedagogico Statale di AndijanDipartimento di Pedagogia – Studente del primo anno di magistraleQodirova Feruzaxon AbdiyaminovnaSupervisore scientifico: Abdullayeva Nasibaxon Jo’[email protected] ANNOTAZIONE Questo articolo tratta della tecnologia di utilizzo dei giochi didattici nelle lezioni di pedagogia. I giochi didattici servono a rendere il processo educativo più…
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vedaverseworld · 2 months ago
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Formazione per Insegnanti di Yoga 200 Ore in India presso VedaVerse
Benvenuti al programma di Formazione per Insegnanti di Yoga 200 Ore di VedaVerse in India, un'esperienza trasformativa progettata per approfondire la tua pratica e darti il potere di insegnare agli altri. Il nostro corso completo è radicato nelle antiche tradizioni yogiche, integrando metodologie di insegnamento moderne per offrirti un'esperienza di apprendimento equilibrata e arricchente.
Il nostro approccio alla formazione
Da VedaVerse, uniamo tecniche tradizionali di yoga con insegnamenti contemporanei per creare un approccio equilibrato all'apprendimento. Questo corso è strutturato per aiutarti non solo a padroneggiare le asana fisiche, ma anche a approfondire la tua comprensione della filosofia dello yoga, della meditazione, del pranayama (tecniche di respirazione) e degli aspetti spirituali che costituiscono il cuore della pratica. Il nostro focus è sull'autoconsapevolezza, la mindfulness e il benessere olistico, il che ti permetterà di insegnare con fiducia e autenticità.
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Ambiente di apprendimento autentico: Situato nel cuore dell'India, VedaVerse offre un'esperienza autentica di yoga, circondato da bellezza naturale e serenità. Questo ambiente tranquillo ti permette di concentrarti completamente sulla tua pratica e crescita personale.
Curriculum completo: Il nostro corso da 200 ore include un curriculum ben strutturato che copre la pratica delle asana, l'allineamento, l'anatomia, la filosofia, la meditazione, il pranayama, la metodologia di insegnamento e molto altro. Ci assicuriamo che tu parta con tutti gli strumenti necessari per diventare un insegnante di yoga sicuro e competente.
Attenzione personalizzata: Manteniamo un basso rapporto studenti-insegnanti per garantire che ogni studente riceva attenzione e guida personalizzata durante tutto il programma. Questo crea un'atmosfera di apprendimento più intima e di supporto.
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londranotizie24 · 4 months ago
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kombatarena · 9 months ago
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**Maurizio Bigarani: Maestro e Atleta di Lungo Corso**
Maurizio Bigarani è un nome che risuona con rispetto e ammirazione negli ambienti delle arti marziali e della difesa personale. Con una carriera che si estende fin dal 1980, Bigarani ha dedicato la sua vita all'insegnamento e alla pratica di discipline come il Karate e il Kickboxing, diventando un punto di riferimento nel panorama sportivo.
**Un Viaggio di Formazione Continua**
La carriera di Bigarani è segnata da un impegno costante verso la formazione e il miglioramento personale. La sua filosofia è che un vero maestro non smette mai di imparare; per questo, si è sempre tenuto aggiornato sulle ultime tecniche e metodologie di insegnamento, partecipando a seminari e corsi di aggiornamento.
**Esperienza e Dedizione nell'Insegnamento**
Negli anni, Bigarani ha trasferito la sua vasta conoscenza a studenti di tutte le età, dimostrando una capacità unica di adattare le sue lezioni alle esigenze individuali. La sua esperienza come atleta gli ha permesso di comprendere profondamente le sfide fisiche e mentali associate alle arti marziali, rendendo il suo insegnamento particolarmente efficace e apprezzato.
**Tecnico di Riferimento per Società di Alto Livello**
Il suo ruolo va oltre quello dell'insegnante; Bigarani è anche un tecnico di riferimento per diverse società sportive di alto livello. La sua competenza e la sua visione strategica hanno contribuito al successo di atleti e squadre, facendolo riconoscere come un pilastro nel settore sportivo.
**Un Atleta che Inspira**
Come atleta, Bigarani ha sempre mostrato una dedizione e una passione che ispirano chi lo circonda. La sua carriera sportiva è un esempio di come la perseveranza e l'impegno possano portare a risultati straordinari, sia personalmente che come membro di una squadra.
**Conclusione**
Maurizio Bigarani rappresenta l'eccellenza nell'arte dell'insegnamento delle discipline marziali e della difesa personale. La sua storia è una testimonianza del potere della formazione continua e dell'impatto positivo che un maestro può avere sulla vita dei suoi allievi e sul successo delle società sportive. La sua eredità continuerà a influenzare le generazioni future di atleti e appassionati.
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inviaggiocondante · 2 years ago
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Purgatorio XXVII
Posso finalmente recuperare questo o quel Canto che non ho commentato con le mie quattro parole. Purgatorio XXVII... lì dove sono "coloro che sono contenti nel foco"... . Un canto struggente. Virgilio 'libera' Dante. Il Maestro ha esaurito il suo compito e lascia l'alunno padrone di se stesso. Virgilio è stato con noi per sessantuno canti, e ancora starà, muto compagno di viaggio, per altri due... Qui pronuncia la sintesi somma del suo magistero, che Dante ha voluto fissare a sigillo della sua irripetibile esperienza umana e interiore. . Virgilio non è solo un’allegoria, un simbolo... come ci dicono i tanti manuali - a volte tediosi.. Non è 'solo' "la Ragione"... Virgilio è un uomo, storicamente e culturalmente determinato.. Un Uomo che ha una struggenge Nostalgia di Dio... e Dante lo ha voluto quale suo maestro per consegnare all’umanità un messaggio dal significato che va oltre le coordinate medievali della sintesi tra pagano e cristiano... tra eretico e corretto, tra morte e vita.. tra morale e immorale.. Molto oltre. . È il significato più alto dell’essere maestri. Che ad un certo punto si fanno da parte perché i propri discepoli hanno interiorizzato il loro insegnamento... "lo tuo piacere omai prendi per duce".
Ormai a guidarti sia il tuo discernimento. Il maestro ha educato il proprio discepolo ad interrogare la propria coscienza, ed il discepolo adesso può starsene seduto sui prati del paradiso terrestre e godersi la gioia che proviene dall’avere conquistato la libertà. . E viene voglia di cambiar mestiere. Chi può oggi insegnare (al di là della 'materia') tale Libertà e Padronanza di se stessi? Eppure... il Compito è quello. E sempre questa 'vetta' sarà davanti ai tuoi occhi.. e sempre tu severo ti dirai "Ho fallito" oppure per UNO SOLO che mostrerarà un ragionare corretto ti dirai "Ne è valsa la pena tutto sommato". Ne basta uno. . Negli anni sono cambiato. Negli anni ho mutato tecniche e metodologie... e cambierò ancora.. e ancora... Questo Canto va tenuto a mente da ogni docente.
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maieutica2021 · 3 years ago
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SULLO SPETTRO DELLA DAD
Un pericolo sventato o un’occasione persa?
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Gli strilloni da mesi annunciano che l’emergenza sta finendo. Qualche piccola ondata di pandemia ancora sbatte sugli scogli delle nostre giornate, portandosi via in ogni caso vite umane, ma il mantra non è più chiudere o contenere quanto piuttosto riaprire, ripartire, farlo in fretta. Come non essere felici che, dopo il momento della resistenza, sia giunto quello della resilienza e del rilancio? Tuttavia è forte la preoccupazione, dal punto di vista di chi scrive, per cui i tempi siano stati forzatamente accelerati (con l’aiuto di una narrazione mediatica che, dopo aver allertato per mesi, ha iniziato a stemperare pure se con numeri non tanto diversi alla mano) per far rientrare quel poco di spesa pubblica elargita in assegni e sostegni(e Draghi sembra proprio l’uomo giusto al momento giusto, voluto dall’U.E. , per compiere questa missione). Lasciamo però le riflessioni sulla pandemia e sulla gestione della sicurezza sanitaria in sé ad altre sedi.
Col venir meno poco graduale delle restrizioni, finisce l’incubo di tanti genitori, il tormentone dell’opinione pubblica relativamente a quella Scuola che mai così tanto ha interessato gli italioti: la DAD.
A Napoli c’è un detto piuttosto macabro ma efficace che dice: «Muort'o criature, nun simme cchiù cumpare» (Ad litteram: «Morto il bambino, non siamo più compari»). Questo cupo adagio significa che, terminata una specifica cosa che univa, si perde ogni legame. Ecco! Finito o meglio scemato il fenomeno DAD come forma scolastica prevalente a causa del Covid, le ansie parentali sull’istruzione dei figli finiscono o si limitano alle ataviche ma banali problematiche di classe, quelle che animano i gruppi whatsapp di mamme e papà.
Nessuno o soltanto qualche animo isolato si agita significativamente per le infrastrutture penose degli Istituti Comprensivi e di quelle che furono le Superiori (oggi Secondarie di Secondo Grado): luoghi per la maggior parte fatiscenti e in percentuale ancora maggiore comunque inadeguati, tristi e senza strumenti (laboratori, spazi aperti, attrezzature etc…) per una didattica che sia funzionale ai nostri tempi.
Solo pochi “brontoloni” , oltre ai sindacati di settore (che devono fare questo per lavoro… e neppure lo fanno abbastanza), si preoccupano della carenza degli organici sia in termini di personale docente sia in termini di personale tecnico e delle classi piene come uova.
Giusto qualche raro pignolo si sofferma sul fatto che, nonostante la manualistica da concorso spenda capitoli per trattare e di metodologie e di strategie e di pratiche per un insegnamento innovativo nonché inclusivo, la forma di lezione che domina resta quella frontale da un lato per lo scarso aggiornamento dei docenti e dall’altro per l’elevato numero degli alunni che compongono i gruppi-classe.
A stento qualche “cyber-fanatico” nota che le tanto osannate TIC (le tecnologie informatiche per dirla facile) nella Scuola si limitano nei fatti a qualche LIM utilizzata al 10% delle sue potenzialità (nonostante le migliaia di certificazioni vendute ogni anno ad aspiranti insegnanti) e che l’utilizzo degli strumenti telematici riguarda al massimo i registri elettronici (parlando sempre della maggior parte dei casi ovviamente!).
Al massimo qualche fine intellettuale riflette sul fatto che una pandemia, come quella del Sars-Cov2, è frutto anche di un modo di concepire spazi pubblici per grandi assembramenti di persone e che una soluzione per prevenire sarebbe invece di pensarli in dimensioni contenute per decongestionare e dislocare.
È malapena il vezzo di qualche ecologista pensare che: nelle grandi città c’è il problema dei grandi flussi, nei quali confluisce anche il traffico legato all’intera filiera della Formazione (studenti e lavoratori del settore, da scuola a università); mentre nei piccoli centri (soprattutto quelli dell’entroterra) il problema dello spopolamento è dovuto anche alla mancanza di strutture scolastiche e alla difficoltà di realizzarle.
È ben che vada la velleità di qualche “frikkettone” la consapevolezza che oggi più che mai (ma già da tempo) l’aula è un luogo limitato sia per l’apprendimento sia per la socializzazione.
Questa è, per chi scrive, una traccia di ragionamento da affrontare sull’istruzione italiana e i sui suoi luoghi fisici date le condizioni critiche prima e dopo la parentesi della “DAD TOTALE”, nonostante le ambizioni di normative, teorie pedagogiche, discorsi di iniziò anno dei Dirigenti Scolastici.
Invece di rimanere solo un brutto ricordo o uno spauracchio sempre dietro l’angolo, siamo proprio sicuri quindi che l’esperienza coatta della “Didattica A Distanza” non poteva e forse può ancora darci l’opportunità di ripensare globalmente al mondo della Scuola, sia in presenza sia integrata telematicamente? …e quando qui si parla di integrare presenza fisica e virtuale non si pensa affatto a quella goffa DDI che si sta praticando in molti istituti scolastici in caso di quarantena!
Lasciamo a qualche post futuro lo sviluppo di alcuni tra questi spunti.
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diariodellaformazione · 2 years ago
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💥 Le metodologie didattiche nella scuola primaria
💢 Le metodologie didattiche sono gli approcci e le tecniche utilizzate dai docenti per insegnare ai loro studenti.
🎓 Nella scuola primaria, le metodologie didattiche possono includere l’utilizzo di materiali didattici come libri di testo, audiovisivi e attività pratiche, oltre all’utilizzo di metodi di insegnamento attivo come il problem-solving, il lavoro di gruppo ed il cooperative learning.
🌌 In questo articolo abbiamo realizzato un approfondimento dedicato alla metodologia Circle Time.
metodologiedidattiche #scuola #scuolaprimaria #docenti #alunni #circletime
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giorgiocarrozzini · 7 years ago
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Quello che deve accadere in termini di acquisizione di "competenze" e "metodologie" è ancora più complicato di quando non sia scritto in questo articolo... #insegnamento, #scuola e #formazione...
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Uzbekistan. L'UTILIZZO DEI GIOCHI DIDATTICI NELLE LEZIONI DI PEDAGOGIA
TECNOLOGIE Qodirova Feruzaxon AbdiyaminovnaIstituto Pedagogico Statale di AndijanStudente del primo anno di magistrale in Pedagogia Abstract Questa tesi è dedicata allo studio delle tecnologie per l’uso dei giochi didattici nelle lezioni di pedagogia. Viene analizzato scientificamente il concetto di giochi didattici, il loro ruolo nel processo educativo e la loro efficacia. Sono esaminate in…
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bergamorisvegliata · 4 years ago
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COMUNICATO N°9
Si è svolta nei giorni scorsi in un'amena località della bassa bergamasca, una delle prime riunioni riservate a genitori e docenti sul tema dell'istruzione parentale, promossa da "Bergamo si smaschera", e raccolta e portata avanti da "Bergamo e provincia - Homeschooling e educazione alternativa".
Davvero nutrita la partecipazione, con circa 35-40 persone tra mamme, papà e insegnanti che hanno raccolto pareri, proposte, suggerimenti e condiviso esperienze oltre che lanciare iniziative atte a creare alternative alla scuola del presente, soffocata da norme restrittive oltre che da un'endemica crisi che da anni attanaglia il settore dell'istruzione ad ogni livello.
L'incontro si è prefisso lo scopo di creare un ambiente adatto per crescere i figli e per creare dei valori in prosepttiva dell'anno scolastico 2012/'22.
E' stato quindi presentato uno progetto che prevede un apprendimento diverso dalla scuola tradizionale, nel quale creare situazioni nelle quali il bimbo stia bene, senza che gli venga negato altro spazio che non sia quello "istituzionale" e senza che si generi quel fastidio che recentemente la scuola, purtroppo, offre.
C'è del resto l'impressione che il voler proporre/imporre al bambino un apprendimento qualsiasi non sia logico, e con ciò si porta l'esempio di come un libro, presentato a un nucleo di 6-7 bambini, possa avere un effetto "contrario" su 2-3 di loro: quindi l'idea è quella di rendere partecipi i bimbi, senza assillarli e senza pressarli su cose che non abbiano un sentito su di essi.
L'istruzione così strutturata, a differenza della scuola tradizionale basata sull'apprendimento, sulle parole e sullo studio a casa, con i bambini che non apprendono allo stesso modo. con ciò causando disparità, in più con l'aggiunta della mortificazione del voto, si basa sul concetto che per il bambino, caratterialmente, costituirebbe una ricchezza aggiunta; un'istruzione, insomma, per la quale il bimbo sia protagonista e nel quale vive ogni aspetto in prima persona; per la quale viva ogni sua esperienza attiva a contatto con la natura e in modalità attiva, ossia con la possibilità di assimilare a 360° ciò che a scuola viene appreso solo parzialmente: di conseguenza, con il bimbo libero di esplorare, sbagliare, e dunque di mettersi alla prova.
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Si è poi analizzata la questione della
INTELLIGENZA EMOTIVA
Ovvero, quella parte di insegnamento nella quale il genitore sia parte attiva, percorso nel quale non si costruisce in base alle caratteristiche del figlio, ma sulle metodologie d'interesse del bambino.
Sono poi stati esaminati alcuni PROGETTI AVVIATI, per i quali (tra esempi, risultati e confronti) si è convenuto che alla base di tali progetti, non ci debba essere il martellamento di nozioni della scuola tradizionalmente intesa e che siano di ostacolo alla felicità dei bimbi, ma che costituiscono invece un radicale cambio di metodo/approccio rispetto all'insegnamento classicamente inteso.
Viene rimarcato come sia importante la partecipazione dei genitori, con in particolare le mamme a supporto dell'educazione dei bambini e come con ciò il rapporto umano sia di molto migliore.
E sotto questo aspetto la condivisione delle emozioni porta e passa anche attraverso una riscoperta del tempo e ad una migliore gestione di una qualsiasi giornata, rendendo migliore le cose da fare nell'arco delle 24 ore, e di come siano maggiori le capacità acquisite nelle relazioni umane, con la conseguenza che da parte del bambino ci sia molta più gioia nell'imparare.
Viene posto l'accento su come le diverse modalità didattiche, nell'istruzione parentale portino anche a una migliore didattica di relazione, e di come il referente vive con il bambino ogni esperienza, trovando migliore l'interfacciarsi tra la famiglia e l'educatore.
Si auspica di non ricorrere alla didattica per i bimbi tra i 6 e i 10 anni e quindi ricorrere invece a una forma di apprendimento più piacevole suggerendo nuove forme di insegnamento.
Si esprimono poi dei dubbi accompagnati da alcune domande dei partecipanti, che sfociano in risposte le quali consigliano un maggiore equilibrio tra il mondo reale e costruzione di quello futuro, dove le risorse siano gli elementi necessari per costruire un gruppo di insegnamento e di relazioni, strutturato nell'ottica di vivere serenamente e con i criteri giusti l'apprendimento che necessariamente deve ruotare attorno alle caratteristiche del singolo bimbo.
Si fissano poi degli obiettivi legati all'educazione alimentare,
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Infine di legata ai lavori in agricoltura, attraverso strumenti dati in base alle prospettive.
Si richiama l'insegnamento dato al bambino in relazione alla conoscenza e al mondo che si vuole costruire intorno a lui e all'organizzazione/strutturazione della settimana in base alle materie e alle fasce d'età, suggerendo di accorpare i bimbi secondo un'età "viciniora" e anche secondo le loro capacità acquisite.
Infine, dandosi appuntamento ad una nuova riunione, si invita a porsi domande per l'incontro prossimo, su "chi siamo?", "che cosa vogliamo?", "dove vogliamo e come vogliamo andare?"; mentre sul lato pratico e logistico sono almeno tre -tra luogo d'incontro, motivazione e risorse- gli aspetti da affrontare.
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womanbride · 5 years ago
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AltaRoma, Accademia protagonista
Domenica 26 gennaio “CartaModelle – Installation de mannequins”
Ingresso libero, dalle 11 alle 18.
Presso l’ex Caserma Guido Reni, in via Guido Reni 7 a Roma
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Abito di Samantha Caponera
Un racconto di recupero sostenibile tra il mondo della decorazione e quello della moda. Manichini feriti dal tempo e dall’usura rivivono grazie alla bellezza di un foglio di carta, di un bottone, di un cartamodello.
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Abito di Martina Patella
Decoro come abbellimento e riuso di materiali per renderlo nuovo. Un pezzo unico di fattura artigianale. La scuola di Decorazione e la scuola di Fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone presentano una collaborazione nuova per ritrovare bellezza in ogni sua forma.
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Abiti e accessori Carmen Moffa
Abiti e accessori, contaminati e contemporanei, accompagnano silhouette statiche, oggetto loro stesse di un’estetica differente. Studenti ed insegnanti saranno protagonisti domenica 26 gennaio, dalle 11 alle 18, alla Settimana della Moda in programma a Roma, presso l’ex Caserma Guido Reni.
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Abito di Anna Reali
Per la partecipazione alla Fashion Week Romana è sempre presente la sinergia avviata tra l’Accademia e la Camera di Commercio di Frosinone, al fine di promuovere la collaborazione tra Istituzioni e Aziende del territorio.
Per il progetto “Cartamodelle – Installation de mannequins” hanno lavorato i docenti Alessandra Di Pofi, Giuseppe Iaconis e Donatella Spaziani. Protagonisti gli studentiAdrian Macari, Anastasia Guantini, Martina Midea, Martina Giacomobuono, Francesca Marrocco, Desirè Marrocco, Maria Macera, Veronica Neri, Siria Quattrociocche, Denise Cristiano, Silvia Colapietro, Simone Cagiati, Samantha Caponera, Carmen Moffa, Martina Patella e Anna Reali.
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Insegnanti e Studenti
IL CORSO DI DECORAZIONE
Il corso di studi per il conseguimento del Diploma accademico in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, con indirizzo Decorazione, ha l’obiettivo di formare artisti e professionalità qualificate nel campo delle arti visive in grado di sviluppare la ricerca nell’ambito della progettazione dell’ambiente e dell’habitat territoriale sia con l’utilizzazione di metodi tradizionali che attraverso l’elaborazione e sperimentazione dei nuovi linguaggi.
Il CORSO DI FASHION DESIGN 
La scuola di fashion design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone si presenta come il primo corso sperimentale statale in Italia dal 2001.
Triennio e biennio specialistico caratterizzano un percorso formativo che accompagna lo studente attraverso le diverse materie teoriche e laboratoriali per una formazione completa. Contemporaneità e ricerca, uno stretto rapporto tra la fase progettuale, la realizzazione pratica e la comunicazione sono il segno distintivo di un’offerta formativa specifica, che ha come obiettivo la creazione di un prodotto seguito in tutto il processo evolutivo e pubblicato attraverso la partecipazione a fashion week, esposizioni e concorsi internazionali.
ART IN PROGRESS 
L’Accademia di Belle Arti di Frosinone è il luogo privilegiato per imparare a coniugare le conoscenze specialistiche e i principi teorici e, soprattutto, per innescare uno scambio proficuo tra creatività, tecnologia ed estetica attraverso adeguate metodologie di insegnamento. È l’Istituzione statale preposta alla formazione artistica terziaria di riferimento per il Lazio Meridionale. Si distingue per un’equilibrata proporzione numerica docenti/studenti, tale da consentire la fruizione dei laboratori, la frequenza di percorsi individuali di formazione e crescita e da stimolare una significativa produzione culturale, che negli ultimi anni ha permesso la realizzazione di una serie importante di progetti di intervento sul territorio e di respiro internazionale.
L’offerta formativa vanta eccellenze ampiamente riconosciute nell’ambito dell’Alta Formazione Artistica. Sono attivi corsi di primo e secondo livello in Pittura, Scultura, Decorazione, Scenografia, Grafica d’Arte, Media Art, Graphic Design, Fashion Design, Arte sacra contemporanea, Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico, Pittura – Arte pubblica, Grafica d’Arte – Illustrazione. I numerosi workshop e seminari, attivati annualmente, ampliano la specificità delle competenze favorendo confronti diretti con professionisti di chiara fama.
L’internazionalizzazione è cresciuta progressivamente nell’ultimo decennio, affidata non solo all’azione dell’ufficio Erasmus, ma anche a un numero rilevante di protocolli d’intesa e convenzioni, stipulate con istituzioni universitarie e culturali di paesi stranieri. La presenza di studenti provenienti dall’Europa, dal Medio e dall’Estremo Oriente ha consentito, infatti, l’apertura di collaborazioni di studio e di lavoro, consolidando il ruolo trainante per la crescita del territorio.
accademiabellearti.fr.it 
UFFICIO STAMPA:
Laura Collinoli – [email protected]
ACCADEMIA di BELLE ARTI di FROSINONE 
Presidente: Ennio De Vellis
Direttore: Loredana Rea
Direttore amministrativo: Emanuela Tata
Con il contributo di: 
Camera di Commercio Frosinone.
  L’Accademia di Belle Arti di Frosinone presenta CartaModelle – Installation de mannequins AltaRoma, Accademia protagonista Domenica 26 gennaio “CartaModelle – Installation de mannequins” Ingresso libero, dalle 11 alle 18.
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studytravelit · 6 years ago
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✈️🌎 Sei un #insegnante in cerca di nuove metodologie di insegnamento? In tal caso, un corso di aggiornamento per insegnanti con #studytravel ti offrirà la possibilità di innovare le tue tecniche! https://bit.ly/2v6Ud16 #studytravel #professori #vacanzestudio #viaggiare https://www.instagram.com/p/BvJwhlyjB2G/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1gf07d87r74es
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mariapaola-ramaglia · 8 years ago
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Vi auguro una serena domenica con una riflessione a cui tengo molto. #Insegnare non è un lavoro come un altro... Noi che lavoriamo con #bambini e #ragazzi abbiamo una responsabilità infinta... Una parola o un comportamento di un #insegnante o di un #educatore può fare la differenza... Purtroppo, talvolta, soprattutto chi lavora con ragazzi “difficili”, perde entusiasmo e motivazione, si sente sprecato, sfruttato, inutile... Io lavoro da tanti anni in contesti “a rischio” e so bene che la percentuale di bambini e ragazzi che trasforma in frutti ciò che noi seminiamo non è altissima... Ma non per questo smetto di crederci e di “sperimentare” nuove strade, nuovi approcci, nuove metodologie, perché insegnare è anche #creatività, è anche studiare “quel” gruppo #classe e saper offrire i contenuti dei programmi ministeriali calati dall’alto attraverso strumenti e metodologie suggerite “dal basso”, modellate su “quegli” studenti... Non molliamo, perché anche per uno solo vale la pena provare a fare la differenza😉 #scuola #insegnamento #educazione #burnout
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pangeanews · 5 years ago
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“Dobbiamo ascoltare la nostra paura, trattarla con compassione e abbracciarla come faremmo con un bambino ferito”. Dialogo con Elisa Castiglioni: ha scritto una favola per vincere la quarantena
“Siamo fiori dello stesso giardino”. Era scritta questa frase sul primo rifornimento di materiali sanitari spediti dalla Cina, nel cuore della pandemia. Me lo ricorda, per telefono, la scrittrice Elisa Castiglioni. Si occupa di narrativa per ragazzi, il suo romanzo La Ragazza che legge le nuvole (Castoro, 2012) ha vinto il premio Cento nel 2013 e, qualche anno fa è stato pubblicato in Cina e, sempre con il Castoro, sono usciti Le Stelle Brillano su Roma e Desideria, In Punta di Piedi sull’Orizzonte. Proprio durante la quarantena, è nato il suo ultimo racconto Giallo primula, pubblicato gratuitamente in ebook nei giorni più bui della quarantena.
Quando mi parla di come è nato questo progetto, si commuove. E anch’io, devo ammetterlo, leggendo. “Le storie vanno scritte quando le parole non bastano” mi dice mentre mi spiega che, quest’anno, sarebbe andata proprio in Val Seriana. Gli incontri erano stati fissati per marzo. Avrebbe dovuto presentare In punta di piedi sull’orizzonte. E invece no. E invece è nata una cosa più grande, dall’amicizia con il Festival La Vallata dei Libri Bambini. Elisa Castiglioni sarebbe andata in quei luoghi, avrebbe partecipato al festival. Ma in quei giorni e, soprattutto, in quei luoghi, la situazione era più che drammatica. Elisa e l’organizzatore del festival hanno iniziano a sentirsi spesso. Lei gli chiedeva: “come stai?”. Quando, un giorno, lui le dice: “Non so più cosa dire ai miei figli”, nel cuore, Elisa sente un macigno. Anche lui ha due figli, gemelli, della stessa età – 13 anni – di Isabella, la figlia di Elisa. Affrontare questo tema con i ragazzi è difficile, già è stato difficile per noi elaborarlo, figuriamoci per loro, mi dice al telefono. Ma, poi, ad un tratto, Elisa si domanda: “Non sono un medico, un infermiere, un cassiere al supermercato, un fattorino. Insomma, un lavoratore essenziale. Tutti vorremmo fare qualcosa, grandi e piccoli. Ci siamo sentiti tutti schiacciati da una profonda solitudine. Che cosa posso fare io? Così ho deciso di scrivere una storia. Il potere delle storie è come quello delle favole; serve a rielaborare il vissuto. Così, ho parlato con la mia casa editrice, il Castoro, e loro hanno deciso di pubblicarlo gratuitamente in digitale”.
Allora il digitale serve? Forse l’autrice, come la mamma di Nico, la prof del suo racconto, si è ricreduta. “Ho scoperto che puoi arrivare ai lettori immediatamente. Abbiamo lavorato, intensamente e poi, per Pasqua, il racconto è stato diffuso”. Insieme al disegno di sua figlia, i fiori di Isabella Giudici. “È stato un regalo anche per me e per mia figlia. Lei ha disegnato questi fiori, li ho fotografati e ho mandato la foto alla casa editrice. L’idea che, nel racconto scritto dal punto di vista di una ragazza, ci fosse un disegno di una ragazza della stessa età è piaciuta subito”.
Che cosa è successo, dopo la pubblicazione?
“Sono stata chiamata da diverse scuole di Italia, per cercare di capire, attraverso il racconto e collegamenti on line, quello che stavamo vivendo. Mi sono arrivate molte fotografie di fiori, di primule, da tutta Italia. Un messaggio di speranza”.
Hai mai avuto paura?
“Sì. Pratico da tempo yoga e meditazione e lo yoga ti insegna che a stare con quello che c’è e che devi trovare una posizione confortevole. Ci ho provato”.
Com’è la situazione attuale dei ragazzi nella cosiddetta fase due?
“È vero che non c’è una rete strutturata che può dare aiuto, ma ci sono molte persone che, anche in forma anonima, danno il proprio sostegno. È vero, questa situazione ha accentuato le fragilità, soprattutto di natura economica, ma è stato fatto del bene”.
Che cosa pensi della riapertura delle scuole a settembre?
“Le scuole devono riaprire. Sono il fulcro della vita delle nostre bambine e dei nostri bambini, delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Questa emergenza sanitaria può essere l’opportunità per rivedere gli spazi e le metodologie di insegnamento, lo si è detto tante volte. Sicuramente la pandemia ci ha aiutato a distinguere quello che è essenziale da quello che non lo è. E la scuola è essenziale. Mettere al centro dell’insegnamento i ragazzi è essenziale. Il corpo accusa il colpo, i ragazzi sono curvi, soffrono fisicamente e devono curarsi l’anima”.
Che cosa dovrebbero fare secondo te gli insegnanti a settembre, quali strumenti per elaborare la sofferenza?
“Non possiamo aspettare settembre. La loro sofferenza va riconosciuta e ascoltata subito. Noi adulti dobbiamo aprirci alle loro emozioni, ai loro pensieri, alle loro paure. Forse non avremo sempre la risposta perfetta, ma il nostro ascolto profondo è già una prima risposta. Per quanto riguarda le attività scolastiche, scrivere è un ottimo strumento per elaborare quello che proviamo. È una forma di auto-terapia. Ma per essere davvero efficace la scrittura deve essere libera da vincoli e in questo caso anche da voti. Non ci deve essere un’ansia da prestazione, ma uno sguardo che accoglie e comprende. La lettura condivisa in classe è un altro modo per aprire il confronto e stimolare il dialogo, scegliendo testi adatti all’argomento. Infine credo che sia importante ritornare a usare le mani per creare attraverso laboratori artistici espressivi. Dopo tanta, troppa ma necessaria tecnologia, c’è la necessità di tornare alle cose reali, semplici, concrete. Questo aiuterà la mente ad alleggerirsi. Ma anche il corpo va curato. Questi corpi che sono stati a lungo fermi, curvi, contratti. Credo che potrebbe essere una buona idea ripensare alle lezioni di educazioni fisica, inserendo, perché no, anche momenti di partica dello yoga e della meditazione. Molte scuole già lo fanno e testimoniano grandi benefici”.
E i genitori, invece, quali consigli ti senti di dar loro?
“Penso che resti fondamentale riconoscere la sofferenza dei nostri figli e aprirci ad essa senza sminuirla, senza giudicarla, senza fretta di dare consigli ma ascoltando in profondità. Oltre le parole che dicono. Credo che sia essenziale trovare il tempo per stare con loro (e esserci davvero nel qui e ora e non sono in apparenza mentre si è distratti dalle nostre preoccupazioni), stare il più possibile nella natura, e aiutarli a rivedere gli amici, a fare sport. Credo che la chiave per affrontare questo momento di enorme difficoltà sia la compassione. E per compassione intendo non l’avere pena per gli altri e se stessi, ma il com-patire nel senso di sentire con l’altro (Karuna in sanscrito) perché davvero siamo fiori di uno stesso giardino. Il mio bene inizia dove inizia il tuo. E viceversa”.
Nico nella tua storia si costruisce una tana dove leggere e, soprattutto, disegnare. Come si può vincere la paura di uscire dal nido?
“Nella storia, Nico prende rifugio nell’arte. Nella tradizione buddista prendere rifugio è una pratica importante per proteggersi e prendersi cura di sé. Ma è una situazione temporanea. Poi si deve uscire fuori e affrontare la realtà, nutriti e rinforzati si dovrebbe essere nella condizione di migliorarla. Di alleggerire la sofferenza propria e degli altri. Credo che il primo passo per vincere la paura sia ascoltarla, accettarla con compassione e non rifiutandola come qualcosa di negativo e scomodo. Quella paura fa parte di noi. Se la rifiutiamo, rifiutiamo noi stessi. Quando abbiamo paura, noi siamo la nostra paura (e questo vale anche per la rabbia, il dolore e le emozioni che proviamo). Dobbiamo ascoltare la nostra paura, trattarla con compassione e abbracciarla come faremmo con un bambino ferito. Una volta che l’abbiamo accettata, si indebolirà. Viviamo in una società che ci ha inculcato il valore d’essere forti. Essere forti per me non significa non aver paura, ma accettare le proprie paure e vederle per quelle che sono. Una volta che lo si fa il fantasma che tanto ci spaventava diventa l’ombra dell’abatjour che teniamo sul comodino. Credo anche che se siamo consapevoli che la vita è un dono e che ogni istante è regalato, riusciamo a vivere davvero nel presente e la paura di quello che sarà passa. Vivere nel presente non significa non prepararsi per il futuro. Tutt’altro. Perché solo se viviamo bene, con consapevolezza, il nostro presente potremo avere un buon futuro. Un antico proverbio zen dice che non si deve avere paura della morte, sennò si ha paura della vita”.
Linda Terziroli
*In copertina: Elisa Castiglioni (la fotografia è tratta da qui)
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tmnotizie · 6 years ago
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SAN BENEDETTO – Si svolgerà sabato 4 maggio 2019, dalle 15 alle 19, presso la Sala dell’Università di Camerino – Lungomare Sud – San Benedetto del Tronto, l’evento “Siamo tutti Leonardo. La biomimetica 500 anni dopo Leonardo”
L’evento rientra nell’ambito del progetto “Piccoli scienziati… cercasi” promosso e realizzato dall’associazione “Impariamo dalla Natura” e da una rete di partner tra cui la Riserva Naturale Regionale Sentina del Comune di San Benedetto del Tronto insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
Il progetto ha come finalità quella di avvicinare gli studenti alle materie di tipo scientifico attraverso una metodologia di insegnamento innovativa che punti a coinvolgerli e a renderli attivamente parte del processo istruttivo.
L’associazione “Impariamo dalla natura”, fin da quando è nata, si batte affinché metodologie innovative legate alla didattica del fare, cioè a sperimentare, osservare in natura, lavorare sul campo, possano entrare nelle scuole per aiutare gli studenti ad amare le materie scientifiche e appassionandosi ad esse, nel lungo periodo farne anche una scelta lavorativa.
L’evento si comporrà di due momenti: nella prima parte tutti i ragazzi della prima media delle scuole partner, suddivisi in gruppi, presenteranno i propri prodotti e manufatti biomimetici, spiegando il collegamento tra la natura e l’innovazione tecnologica apportata.
Nella seconda parte seguirà un breve convegno che, dopo i saluti delle autorità locali e della Fondazione Carisap, vedrà come relatore il dott. Marco Castellazzi autore della trasmissione televisiva “Geo” che modererà una tavola rotonda con il dott. Daniele Eugenio Lucchetta, docente della Università Politecnica delle Marche, e il dott. Luca Alessandrini, inventore del violino in seta di ragno vincitore dell’International Student Innovation Award 2016.
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yesnaturaonline-blog · 6 years ago
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Omotossicologia: che cos’è, come funziona, cosa cura e per chi è pensata
L’Omotossicologia è colei che è capace di rifornire al corpo i composti che scarseggiano al fine di rimuovere le antitossine.
Che cos’è l’Omotossicologia
Il denominativo Omotossologia include all’interno di essa l’apprendimento delle conseguenze che determinate antitossine o composti contaminati, ritenuti “omotossine”, presentano sul corpo umano e considera l’opportuno processo omeopatico.
L’omeopatia antiomotossica nota anche come Omotossicologia tende ad essere precisata come metodologia curativa strettamente connessa al campo medico anticonformista, tende ad essere ritenuta un flusso e complesso dell’ampliamento omeopatico. Con le terminologia Omeopatia antiomotossica, Omeopatia omotossicologica o Omotossicologia ci si connette difatti alla medesima metodologia medica.
Durante gli anni ’30 in Germania lo specialista omeopata Hans H. Reckeweg ritornò sulle orme di Samuel Hahnemann e ne reinterpretò le ricerche per quanto concerne il procedimento biochimico e immunologico giunto nella scienza. Hans H. Reckeweg evolse le sue ricerche individuando all’interno delle omotossine il movente peculiare di patologie. Il primario libro di Reckeweg presenta al suo interno qualsiasi conoscenza essenziale dell’omeopatia antiomotossica e fu presentato durante il 1952 con l’appellativo: Effetto di vicariazione, omotossine e fasi delle malattie nei tessuti dei tre foglietti blastrodermici.
Così come riporta l’espressione di Reckeweg, “Le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l’espressione della lotta che l’organismo compie per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine”.
Come funziona l’Omotossicologia
Funzionalità dell’omeopatia antiomotossica risulta essere quella di espellere il corpo da composti velenosi mediante la depurazione e il prosciugamento, al fine di incentivare gli organi emuntori (reni, fegato, epidermide, apparato respiratorio e intestinale). La salute e lo stato patologico, stando al piano omotossicologico, varia a seconda della battaglia che il corpo assume al fine di rimuovere le omotossine in eccedenza.
Nel caso in cui tali omotossine si mostrino alquanto bellicose, il trattamento omotossicologico comporterà la stimolazione naturale meccanizzata di ristabilimento dell’organismo accrescendo un particolare esito immunitario. Tali omotossine si presentano di due tipologie contrapposte: omotossine endogene e omotossine esogene. Tendono ad essere raffigurate da sporcizia dell’anabolismo che non viene depennata in maniera corretta o tendono a raffigurare composti esterni che vengono inspirati o ingeriti: batteri e virus, prodotti farmaceutici sintetici, alimenti ricchi di conservanti, prodotti alimentari colmi di coloranti ed additivi, insetticida o pesticidi.
Se, pertanto, un’omotossina non si presenta alquanto violenta e i corrispettivi complessi emuntoriali (ossia reni, fegato e sistema linfatico) risultano esatti, codesta non comporterà sovrapposizioni all’interno dell’omeostasi avendo uno stato di salute ottimale.
Nel caso in cui il composto velenoso si presenti bellicoso o i complessi non sono capaci di fermarla, si presenterà uno sbilancio organico: la patologia. Reskeweg ha avviato, al fianco delle terapia curative omeopatiche classiche, di provenienza vegetale, minerale ed animale, una sequenza di recenti cure: i catalizzatori intermedi, nosodi, organoterapici Suis e allopatici omeopatizzati.
Cosa cura l’Omotossicologia
Le malattie e i fastidi che l’omotossicologia tende a guarire, si presentano i medesimi che sommariamente fronteggia il rimedio omeopatico. Ad esempio, i fastidi alla circolazione (tra cui debolezza dei capillari o mal funzionamento dell’apparato circolatorio) e squilibri di ulteriori sistemi (tra cui sistema digerente, respiratorio e immunitario, con gli svariati sintomi).
L’omotossicologia è capace di equilibrare il corpo, raggiungendo la base del disturbo e rimuovendo il tutto, che il fastidio sia strettamente connesso a fattori allergici, ad acidità stomacale, contrariamente a cistiti, herpes, eczemi o fastidi causa mestruo e in aggiunta adipe. L’omotossicologia è capace anche di operare per quanto concerne il trattamento di dolenza al dorso, di influenza, di cefalgia e malessere alla gorga.
Le terapie curative omeopatiche solitamente tendono ad essere assimilata mediante bocca, che essi siano assumibili sotto forma di gocce, globuli o capsule, assimilandoli con diligenza e antecedentemente alla consultazione di uno specialista omotossicologico.
Per chi è pensata l’Omotossicologia
Tale omotossicologia tende ad essere rivolta a qualsiasi soggetto che desidera di privilegiare una metodologia curativa susseguente a fastidi gravosi e cronici, per coloro che vogliono cooperare le terapia curative classiche con ulteriori metodologie, sia per soggetti adulti che per gli infanti.
Codesta risulta essere una tipologia curativa che reclama condiscendenza: inizialmente difatti risulta presumibile l’avvertimento di un aggravamento sintomatico del fastidio da guarire, quello che è inteso tecnicamente col denominativo di “aggravamento omeopatico”, il che risulta alquanto regolare.
L’esito risulta di rapida persistenza e previene un incombente cambiamento vantaggioso delle sintomatologie. Di rilevante entità risulta il seguitare in maniera scrupolosa le avvertenze dello specialista omeopata.
Omotossicologia: Normativa italiana ed estera
Attualmente la condizione mostra l’U.E. che reclama allo Stato Italiano l’adeguamento alle leggi ed assoggettare i farmaci omeopatici ad un protocollo e una quotazione similare ai prodotti farmaceutici tradizionali mediante procedimenti posti dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dopo vari decenni dalla primaria offerta legislativa, il Parlamento non ha ottenuto la legiferazione e ad oggi in Commissione si continua a discutere sulla tematica.
In tempi recenti al tutto c’è stato rimedio, specie per quanto concerne il recepire una legge europea (2008UE), la quale ha sottolineato il vincolo giuridico e morale agli svariati Stati facenti parte dell’ U.E., a reinserire la terapia omeopatica tra le cure mediche concomitanti alla medicina tradizione allopatica. In svariati ulteriori Stati, la terapia omeopatica tende ad essere identificata all’interno del Complesso Sanitario Nazionale: nello Stato Svizzero, ad esempio, i prodotti medici omeopatici tendono ad essere indennizzati.
Complessi associativi ed organi
L’omotossicologia rientra nel complesso omeopatico dello Stato Italiano laddove vi sono molteplici enti e complessi associativi strettamente connessi, quella di rilevante importa è l’ A.i.o.t, ossia l’Associazione medica italiana di omotossicologia, la quale si dedica agli studi di ricerca, realizzazione, rinnovamento ed insegnamento.
All’interno delle classi A.I.O.T. tendono ad istruire sulla terapia omeopatica e le peculiari dottrine mediche non convenzionali.
Fonte: https://yesnaturaonline.com/omotossicologia-che-cose-come-funziona-cosa-cura-e-per-chi-e-pensata/
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