#insegnamento innovativo
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pier-carlo-universe · 7 days ago
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TECNOLOGIA DELL’USO DEI GIOCHI DIDATTICI NELLE LEZIONI DI PEDAGOGIA
Istituto Pedagogico Statale di AndijanDipartimento di Pedagogia – Studente del primo anno di magistraleQodirova Feruzaxon AbdiyaminovnaSupervisore scientifico: Abdullayeva Nasibaxon Jo’[email protected] ANNOTAZIONE Questo articolo tratta della tecnologia di utilizzo dei giochi didattici nelle lezioni di pedagogia. I giochi didattici servono a rendere il processo educativo più…
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micro961 · 1 month ago
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2000 music vibes: “Onde nell’aria”
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Il singolo d’esordio della poliedrica artista pugliese che utilizza l’AI come partner artistico. Un brano che cattura in un viaggio emozionale l'essenza di un mondo in trasformazione
«"Onde nell'aria" è un invito a vivere e sentire il flusso delle emozioni, una riflessione su come il mondo continui a offrire occasioni di connessione e trasformazione nonostante le sue complessità. Il brano si snoda come un racconto intimo e universale, esplorando la complessità delle relazioni umane sullo sfondo di città in continuo cambiamento.» 2000 vibes music
"Onde nell'aria" è il singolo d’esordio del progetto 2000 music vibes, nome d'arte scelto dalla poliedrica artista Giusi Antonia Toto.
Le atmosfere del brano evocano una nostalgia contemporanea, equilibrando malinconia e speranza. Il titolo stesso richiama l'idea di vibrazioni emotive e sonore che attraversano spazi invisibili, legando le persone in modi imprevedibili e potenti.
Dal punto di vista musicale, il singolo unisce influenze elettroniche e organiche, con arrangiamenti avvolgenti. Un basso pulsante richiama il ritmo del cuore, mentre sintetizzatori eterei evocano l'immensità del cielo urbano. La linea vocale, calda e vibrante, guida l'ascoltatore in un'esperienza immersiva.
Questo singolo rappresenta il primo tassello di un progetto più ampio che esplora nuovi orizzonti nella creazione musicale, integrando l'uso dell'intelligenza artificiale. Il progetto di 2000 Music Vibes combina tradizione e innovazione, trasformando la musica in un laboratorio di sperimentazione e crescita personale e professionale.
Utilizzando l'AI come partner artistico, Giusi Antonia Toto esplora nuovi modi di intendere le melodie, le armonie e i testi, creando un dialogo tra passato e futuro. Gli arrangiamenti del progetto bilanciano strumenti tradizionali come pianoforte e archi con sintetizzatori, campionamenti e strutture ritmiche generate dall'AI. L'obiettivo è creare un'esperienza musicale che risuoni con profondità e significato.
Nata a Castelluccio dei Sauri (FG), nei suggestivi Monti Dauni, Giusi Antonia Toto è una figura poliedrica e talentuosa nel panorama culturale e scientifico italiano. Con un dottorato in Psicologia della Musica, Giusi ha costruito una carriera solida che abbraccia temi pedagogici, la narrazione delle dinamiche sociali contemporanee e il mondo della comunicazione. È particolarmente attiva nella divulgazione scientifica attraverso i media digitali e nella creazione di testi musicali con l'ausilio dell'Intelligenza Artificiale. Docente e coordinatrice del Learning Sciences Institute (LSi), centro di ricerca multidisciplinare che promuove l'innovazione nei processi di insegnamento e apprendimento con un'attenzione particolare all'inclusione scolastica e sociale. È anche responsabile scientifica di una web radio universitaria, ruolo che le ha permesso di unire il suo amore per l'informazione e il dialogo con il pubblico. La musica di Giusi, caratterizzata da ritmi jazz e R&B che ricordano la celebre Amy Winehouse, riesce a leggere il territorio circostante e i desideri dei giovani, parlando a più generazioni. Oltre alla musica, Giusi continua a guidare progetti innovativi come responsabile scientifica della web radio. Il suo lavoro si distingue per la capacità di produrre ricerche e contenuti accessibili e per la passione nel coinvolgere le comunità attraverso i media digitali. Questa duplice carriera la rende un esempio unico di come arte e scienza possano coesistere e arricchirsi reciprocamente, creando uno spazio innovativo per la divulgazione culturale e scientifica. Il nuovo singolo del suo progetto 2000 music vibes è “Onde nell’aria”, in radio dal 21 gennaio 2025.
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letteratitudine · 2 years ago
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Piccola Accademia di Poesia - da una visione di Elena Mearini
MILANO - PAP - Piccola Accademia di Poesia
22 SETTEMBRE - APERTURA NUOVO ANNO ACCADEMICO con nuovi corsi e tanti ospiti tra cui LELLO VOCE e FRANCESCO ROAT.
A settembre riprendono i corsi della Piccola Accademia di Poesia di Milano, la scuola di scrittura dedicata esclusivamente al componimento in versi, un’esperienza unica in Italia.
Piccola Accademia di Poesia è una visione nata dalla fantasia di Elena Mearini, poetessa, scrittrice e imprenditrice dove "PAP" è l'acronimo usato per indicare questo luogo di incontro, confronto, dialogo e ascolto della Poesia. 
Una “Piccola Accademia” in cui, attraverso un metodo didattico innovativo e interdisciplinare, si può scoprire e mettere a punto una cifra poetica personale. Un luogo unico in cui lasciarsi invadere dalle voci dei più grandi poeti di ieri e di oggi e mettere alla prova la propria.
Vorrei che l’Accademia diventasse sempre di più un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano frequentare e praticare la poesia ma non solo. Un luogo di confronto e scambio tra amanti della parola in ogni sua forma ed espressione, uno spazio capace di accogliere e sostenere progetti creativi che pongono al centro lo sguardo poetico sulle cose.
Elena Mearini
Si riparte il 22 settembre con i PAP, i moduli di formazione crescente sviluppata in DUE ANNI, suddivisa in quattro quadrimestri: PAP0, PAP1, PAP2 e PAP3. 
La frequentazione di ogni PAP dà accesso di diritto al quadrimestre successivo. 
I quadrimestri sono strutturati con 8 lezioni ciascuno di una durata di 3h circa per 2 incontri al mese, a scelta tra la classe del venerdì sera dalle 19 alle 22 e quella del sabato pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30. 
Oltre alla parte didattica si prevedono esercitazioni propedeutiche alla scrittura in classe insieme ai docenti e condivisione collettiva. Talvolta ci saranno “compiti” da svolgere a casa. 
La frequentazione potrà avvenire in presenza in sede oppure online (via Zoom). 
Le sessioni saranno due all'anno: da fine settembre a inizio febbraio e da inizio marzo a fine giugno.
Si aggiungeranno frequenti occasioni di incontro con poeti contemporanei e personalità artistiche. Tra i nuovi ospiti, LELLO VOCE, scrittore e performer, tra i fondatori del Gruppo 63 e ideatore del primo Poetry Slam italiano.
Oltre a Lello Voce è prevista la presenza anche di FRANCESCO ROAT, saggista e critico letterario e GIOVANNI BLOCK compositore e cantautore (Targa Tenco come migliore autore emergente)
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La Piccola Accademia di Poesia nasce nel 2019, a oggi conta oltre 44 iscritti al primo anno (nell’anno accademico 2021/2022 erano 13), prevalenza donne (65%) con un’età che va dai 24 a 71 anni, provenienti da Milano, Lombardia e fuori regione grazie alla modalità mista di fruizione (online e in presenza).
Tra i docenti, oltre alla direttrice Elena Mearini, l'editore Marco Saya e il filosofo Angelo De Stefano.
In aggiunta ai corsi, tanti gli appuntamenti riservati agli allievi: un fitto calendario di incontri con personalità artistiche e culturali provenienti dagli ambiti più diversi, in un’ottica di contaminazione e trasversalità che è alla base del programma formativo dell’Accademia. Sandro Bonvissuto, Ivan Tresoldi, e nel 2023, Fabio Pusterla, Vivian Lamarque, Vincenzo Mascolo, Maurizio Cucchi e LELLO VOCE.
L’Accademia è un vero e proprio hub della poesia in cui poeti e insegnanti porteranno gli studenti a scoprire la consapevolezza del verso attraverso una “didattica dell’ascolto”.
Il metodo di divulgazione e insegnamento della poesia all’interno della Piccola Accademia si sviluppa seguendo tre direzioni: 
la lettura e l’analisi delle grandi voci poetiche che hanno lasciato tracce sostanziali durante il Novecento e lo studio delle più significative voci emerse nel nuovo millennio. 
Lo studio della metrica e della neometrica per l’acquisizione degli strumenti necessari a creare e governare il ritmo e le sue variazioni. 
La conoscenza del pensiero dei maggiori filosofi del secolo scorso, del loro sguardo sul linguaggio e sulla funzione della poesia.
Queste tre direzioni s’intrecciano costantemente durante le lezioni, permettendo agli allievi di approcciare contemporaneamente stile, suono e contenuto di una poesia.
Inoltre, l’ampio spazio dedicato alle esercitazioni pratiche durante le lezioni, consente un confronto immediato con il docente accelerando il processo di apprendimento e verifica delle nozioni impartite.
Altra caratteristica della Piccola Accademia è l’idea del “fare concreto insieme”, ovvero creare diverse occasioni di scambio tra gli allievi, proporre esercizi di gruppo sulla parola poetica e occasioni di reading pubblici per allenare gli allievi a confrontarsi con lo sguardo dell’altro e permettere alle loro parole di stare con e tra la gente. https://www.piccolaaccademiadipoesia.com/
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freenancer · 2 years ago
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Ripetizioni Lavoro Online
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INDICESiti per offrire ripetizioni Offerte di lavoro ripetizioni online Lavoro extra online in questo articolo tratteremo del ripetizioni online. Le ripetizioni online rappresentano un metodo moderno di impartire lezioni private attraverso piattaforme digitali, consentendo a tutor ed allievi di connettersi virtualmente da diverse parti del mondo. Questa modalità di insegnamento utilizza strumenti come videochiamate, condivisione di schermi e software didattici per offrire un'esperienza educativa personalizzata senza la necessità di un incontro fisico e permette agli insegnanti di guadagnare attraverso un lavoro online le ripetizioni online si possono anche definire come un approccio innovativo all'insegnamento privato in cui l'istruttore fornisce supporto educativo agli studenti attraverso ambienti virtuali. Utilizzando tecnologie come webcam, microfoni e piattaforme dedicate, le ripetizioni online rompono le barriere geografiche e rendono l'apprendimento accessibile a chiunque abbia una connessione internet, offrendo al contempo opportunità agli insegnanti di dare ripetizioni online Crescita delle Piattaforme Online: Negli ultimi anni, in Italia, c'è stata una crescita significativa delle piattaforme online dedicate alle ripetizioni. Siti come Superprof, Skuola.net e altri hanno guadagnato popolarità, facilitando la connessione tra studenti e insegnanti.
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Siti per offrire ripetizioni
Diverse piattaforme si sono specializzate in questo servizio, facilitando l'incontro tra studenti in cerca di supporto e insegnanti qualificati. Ecco la lista dei 5 principali siti web per offrire ripetizioni online - Superprof: Uno dei più noti a livello internazionale, permette ai docenti di registrarsi, creare un profilo dettagliato e stabilire le proprie tariffe. Il sito vanta una vasta community e offre una visibilità notevole. - Skuola.net: Famoso in Italia, oltre a fornire materiali di studio e approfondimenti, dispone di una sezione dedicata alle ripetizioni, dove gli insegnanti possono offrire le loro competenze. - Tutoroo: Focalizzato sulle lingue, mette in contatto tutor e studenti localmente, permettendo agli insegnanti di stabilire le proprie tariffe e programmare lezioni in base alla propria disponibilità. - Preply: Piattaforma internazionale specializzata in lezioni di lingua. Oltre a permettere di guadagnare, offre ai tutor la possibilità di perfezionarsi grazie a corsi e risorse messe a disposizione dalla piattaforma stessa. - Vediamo: Questo sito italiano permette agli insegnanti di registrarsi e proporre le proprie lezioni, che possono essere sia individuali che collettive.
Offerte di lavoro ripetizioni online
Le offerte di lavoro per ripetizioni online rappresentano una crescente opportunità per guadagnare nel mondo digitale. Con l'aumento della domanda di educazione flessibile e personalizzata, sempre più studenti cercano supporto fuori dalla tradizionale aula scolastica e questo è uno dei fattori che ha portato ad un aumento delle offerte di lavoro per le ripetizioni online In questo contesto, piattaforme come Superprof, Skuola.net e Preply stanno diventando luoghi prediletti per trovare offerte e studenti in svariate discipline. Queste piattaforme non solo facilitano la connessione tra studenti e insegnanti, ma offrono anche strumenti utili per organizzare lezioni, gestire pagamenti e ricevere feedback. Optare per le ripetizioni online come fonte di reddito permette una flessibilità oraria notevole, elimina la necessità di spostamenti e apre le porte a un pubblico globale, potenzialmente ampliando significativamente le entrate. In un'epoca in cui il lavoro da remoto è sempre più valorizzato, le ripetizioni online emergono come una scelta solida per chi desidera dare ripetizioni come lavoro e unire la passione per l'insegnamento alla comodità del guadagno digitale.
Lavoro extra online
Il mondo digitale offre un'ampia gamma di opportunità per chi cerca un lavoro extra online e vuole incrementare le proprie entrate. Da semplici compiti come rispondere a sondaggi o recensire prodotti, a compiti più specifici come freelance writing, design grafico o gestione dei social media, le opzioni sono molteplici. Questi lavori possono essere svolti comodamente da casa, permettono di guadagnare soldi extra e offrono una flessibilità impareggiabile rispetto ai lavori tradizionali. Inoltre, piattaforme come Upwork, Fiverr o Freelancer rendono semplice connettersi con potenziali clienti da tutto il mondo. Se ben gestiti, questi lavori extra possono non solo garantire un guadagno aggiuntivo, ma anche diventare la base per un'attività online a tempo pieno. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Il cinema per la didattica: un'innovativa via all'apprendimento
Può essere il cinema uno strumento della didattica? La risposta è sì. Il cinema ha sempre avuto il potere di intrattenere, emozionare e ispirare il pubblico, ma il suo impatto può andare ben oltre il semplice intrattenimento. Negli ultimi anni, sempre più educatori e istituzioni hanno riconosciuto il potenziale del cinema come strumento didattico efficace per l'apprendimento. Questa forma di apprendimento coinvolgente e stimolante è in grado di catturare l'attenzione degli studenti e migliorare il processo di insegnamento. Il cinema come strumento della didattica Una delle ragioni principali per cui il cinema è così efficace come strumento didattico è la sua capacità di raccontare storie in modo coinvolgente. Le storie sono un potente veicolo di apprendimento, in quanto aiutano gli studenti a connettersi con i contenuti in modo più profondo ed emotivo. I film possono presentare fatti storici, fenomeni scientifici complessi, tematiche sociali e culturali in modo visivo e coinvolgente, rendendo più facile per gli studenti comprendere e memorizzare le informazioni. Il cinema offre una prospettiva diversa su eventi storici e questioni sociali, spingendo gli studenti a riflettere criticamente su temi complessi. Attraverso la visione di film che affrontano problemi etici, morali e sociali, gli studenti sono stimolati a esplorare opinioni diverse e a sviluppare il loro pensiero critico. Questo processo di analisi e discussione favorisce lo sviluppo di competenze di problem-solving e di comprensione delle complessità del mondo che li circonda. Inclusività e diversità culturale Il cinema può essere un potente strumento per promuovere l'inclusività e la diversità culturale nelle aule scolastiche. Film provenienti da diverse culture e contesti offrendo agli studenti l'opportunità di scoprire prospettive e tradizioni diverse dalle proprie, incoraggiando il rispetto e l'accettazione delle differenze. Questo arricchimento culturale favorisce un ambiente di apprendimento inclusivo e rispettoso delle diverse identità degli studenti. I film possono suscitare emozioni intense negli spettatori, stimolando l'empatia e la connessione con i personaggi e le situazioni rappresentate. Questo coinvolgimento emotivo aiuta gli studenti a comprendere meglio le esperienze e le sfide degli altri, incoraggiando l'empatia e la sensibilità verso i bisogni ei sentimenti degli altri. L'empatia è una competenza sociale fondamentale che può contribuire a creare un ambiente di classe più coeso e rispettoso. Integrazione delle tecnologie L'utilizzo del cinema come strumento didattico consente l'integrazione delle tecnologie nella pratica educativa. I film possono essere facilmente accessibili attraverso piattaforme digitali e possono essere utilizzati in modo flessibile per supportare le lezioni e gli argomenti trattati. Gli strumenti tecnologici, come le lavagne interattive o i tablet, possono arricchire l'esperienza di apprendimento permettendo agli studenti di esplorare ulteriormente i contenuti trattati nei film. Il cinema come strumento didattico offre una vasta gamma di opportunità per rendere l'apprendimento coinvolgente, significativo e stimolante. Grazie alla narrazione coinvolgente, alla percezione della riflessione critica, alla promozione dell'inclusività e della diversità culturale, e all'empatia suscitata, il cinema può aprire nuovi orizzonti per gli studenti e facilitare una comprensione più profonda del mondo in cui viviamo. Integrandosi con le tecnologie moderne, il cinema offre un modo innovativo per educare e ispirare le future generazioni, creando cittadini consapevoli e responsabili del nostro mondo in continuo cambiamento. In copertina foto di Diego Ortiz da Pixabay Read the full article
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londranotizie24 · 2 years ago
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L'italiana Media Engineering porta a Londra gli avatar per l'e-learning
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Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND La società romana Media Engineering presenta i suoi ologrammi a Learning Technologies, la fiera più importante del mondo dedicata all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo, in programma a Londra il 3 e il 4 maggio 2023. Gli ologrammi italiani per l'insegnamento a distanza sbarcano a Londra La creatività Made in Italy e spesso alla base dell'innovazione in diversi settori della produzione, anche di quelli più tecnologicamente avanzati. È il caso della Media Engineering, startup italiana ma dal no è inglese e dalla vocazione internazionaule, che ha pensato di applicare n innovativo ologramma ai moderni sistemi di insegnamento a distanza e che partecipa all'evento Learning Technologies. In programma il 4 e 4 maggio a Londra, e con oltre 200 espositori venuti da ogni parte del mondo, Learning technologies è il più importante evento espositivo dedicato all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo e si propone di accompagnare l’e-learning verso un’integrazione tecnologica sempre più all’avanguardia. La necessità continua di formarsi, la possibilità di farlo da remoto e l’accessibilità dell’apprendimento a distanza hanno reso l’e-learning uno dei settori più futuribili in assoluto. Secondo i dati di Research and Markets, considerato il più grande archivio di ricerche di mercato al mondo, questo settore raggiungerà i 325 miliardi di dollari di valore complessivo entro il 2025. E anche in Italia il settore è in forte crescita, visto che l‘industria dell’e-learning vale già oggi 19 miliardi di euro e rappresenta un’innovazione chiave nell’ambito della formazione aziendale e professionale. Media Engineering è nata a Roma nel 2002 dall’intuizione degli Ingegneri Antonio e Gianluca Franzese, e affianca al proprio know-how ingegneristico, creatività e multimedialità proprio per rispondere alle nuove esigenze delle imprese. Attraverso la realizzazione di software e applicazioni all’avanguardia, progettazione di e-Learning Management System 3D e Gamification, l’impresa italiana ha un obiettivo ben preciso: innovare, immaginare una nuova visione del futuro e creare soluzioni tecnologiche per le aziende che puntano a una comunicazione digitale integrata a 360 gradi. Con Media Engineering il formatore aziendale diventa un avatar “Anche quest’anno – racconta Franzese – saremo presenti con uno stand insieme al nostro partner di Londra ARuVR, e presenteremo un esempio di integrazione tra realtà virtuale, aumentata e olografia. Per ... Continua a leggere su www. Read the full article
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maieutica2021 · 3 years ago
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SULLO SPETTRO DELLA DAD
Un pericolo sventato o un’occasione persa?
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Gli strilloni da mesi annunciano che l’emergenza sta finendo. Qualche piccola ondata di pandemia ancora sbatte sugli scogli delle nostre giornate, portandosi via in ogni caso vite umane, ma il mantra non è più chiudere o contenere quanto piuttosto riaprire, ripartire, farlo in fretta. Come non essere felici che, dopo il momento della resistenza, sia giunto quello della resilienza e del rilancio? Tuttavia è forte la preoccupazione, dal punto di vista di chi scrive, per cui i tempi siano stati forzatamente accelerati (con l’aiuto di una narrazione mediatica che, dopo aver allertato per mesi, ha iniziato a stemperare pure se con numeri non tanto diversi alla mano) per far rientrare quel poco di spesa pubblica elargita in assegni e sostegni(e Draghi sembra proprio l’uomo giusto al momento giusto, voluto dall’U.E. , per compiere questa missione). Lasciamo però le riflessioni sulla pandemia e sulla gestione della sicurezza sanitaria in sé ad altre sedi.
Col venir meno poco graduale delle restrizioni, finisce l’incubo di tanti genitori, il tormentone dell’opinione pubblica relativamente a quella Scuola che mai così tanto ha interessato gli italioti: la DAD.
A Napoli c’è un detto piuttosto macabro ma efficace che dice: «Muort'o criature, nun simme cchiù cumpare» (Ad litteram: «Morto il bambino, non siamo più compari»). Questo cupo adagio significa che, terminata una specifica cosa che univa, si perde ogni legame. Ecco! Finito o meglio scemato il fenomeno DAD come forma scolastica prevalente a causa del Covid, le ansie parentali sull’istruzione dei figli finiscono o si limitano alle ataviche ma banali problematiche di classe, quelle che animano i gruppi whatsapp di mamme e papà.
Nessuno o soltanto qualche animo isolato si agita significativamente per le infrastrutture penose degli Istituti Comprensivi e di quelle che furono le Superiori (oggi Secondarie di Secondo Grado): luoghi per la maggior parte fatiscenti e in percentuale ancora maggiore comunque inadeguati, tristi e senza strumenti (laboratori, spazi aperti, attrezzature etc…) per una didattica che sia funzionale ai nostri tempi.
Solo pochi “brontoloni” , oltre ai sindacati di settore (che devono fare questo per lavoro… e neppure lo fanno abbastanza), si preoccupano della carenza degli organici sia in termini di personale docente sia in termini di personale tecnico e delle classi piene come uova.
Giusto qualche raro pignolo si sofferma sul fatto che, nonostante la manualistica da concorso spenda capitoli per trattare e di metodologie e di strategie e di pratiche per un insegnamento innovativo nonché inclusivo, la forma di lezione che domina resta quella frontale da un lato per lo scarso aggiornamento dei docenti e dall’altro per l’elevato numero degli alunni che compongono i gruppi-classe.
A stento qualche “cyber-fanatico” nota che le tanto osannate TIC (le tecnologie informatiche per dirla facile) nella Scuola si limitano nei fatti a qualche LIM utilizzata al 10% delle sue potenzialità (nonostante le migliaia di certificazioni vendute ogni anno ad aspiranti insegnanti) e che l’utilizzo degli strumenti telematici riguarda al massimo i registri elettronici (parlando sempre della maggior parte dei casi ovviamente!).
Al massimo qualche fine intellettuale riflette sul fatto che una pandemia, come quella del Sars-Cov2, è frutto anche di un modo di concepire spazi pubblici per grandi assembramenti di persone e che una soluzione per prevenire sarebbe invece di pensarli in dimensioni contenute per decongestionare e dislocare.
È malapena il vezzo di qualche ecologista pensare che: nelle grandi città c’è il problema dei grandi flussi, nei quali confluisce anche il traffico legato all’intera filiera della Formazione (studenti e lavoratori del settore, da scuola a università); mentre nei piccoli centri (soprattutto quelli dell’entroterra) il problema dello spopolamento è dovuto anche alla mancanza di strutture scolastiche e alla difficoltà di realizzarle.
È ben che vada la velleità di qualche “frikkettone” la consapevolezza che oggi più che mai (ma già da tempo) l’aula è un luogo limitato sia per l’apprendimento sia per la socializzazione.
Questa è, per chi scrive, una traccia di ragionamento da affrontare sull’istruzione italiana e i sui suoi luoghi fisici date le condizioni critiche prima e dopo la parentesi della “DAD TOTALE”, nonostante le ambizioni di normative, teorie pedagogiche, discorsi di iniziò anno dei Dirigenti Scolastici.
Invece di rimanere solo un brutto ricordo o uno spauracchio sempre dietro l’angolo, siamo proprio sicuri quindi che l’esperienza coatta della “Didattica A Distanza” non poteva e forse può ancora darci l’opportunità di ripensare globalmente al mondo della Scuola, sia in presenza sia integrata telematicamente? …e quando qui si parla di integrare presenza fisica e virtuale non si pensa affatto a quella goffa DDI che si sta praticando in molti istituti scolastici in caso di quarantena!
Lasciamo a qualche post futuro lo sviluppo di alcuni tra questi spunti.
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sciscianonotizie · 3 years ago
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Scuola: l’istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Caserta premiato dall’ance dopo la partecipazione alla finale nazionale del progetto “Macroscuola”. Pagliuca: “un grande traguardo”
L’ANCE Caserta ha premiato gli alunni della classe III^ F dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Caserta, reduci dalla fase finale nazionale del “Concorso di Idee Macroscuola –  Edizione 2020/2021”, iniziativa promossa dai Giovani ANCE, con alla base il tema gli edifici scolastici, la loro adeguatezza, la rispondenza alle nuove esigenze di apprendimento e di insegnamento nonché la capacità di osmosi con l’ambiente di riferimento. Con l’edizione del Concorso 2020/2021, intitolato “La casa che vorrei”, i Giovani Imprenditori ANCE hanno voluto scoprire, con l’aiuto degli studenti, le sembianze della casa ideale, del luogo perfetto dove i giovani possono conciliare lo studio con i momenti di vita quotidiani della famiglia. È stato chiesto loro di realizzare il progetto della casa ideale di Regina e Matteo, una giovane coppia che ha deciso di affidare ai partecipanti la ricerca di una casa innovativa. Regina è un’imprenditrice e Matteo un giornalista e hanno tre figli; Francesca, con la passione per la musica, Valentina che ama danzare e Domenico, il più grande, che sogna di diventare un costruttore. Al termine della pandemia, Regina e Matteo hanno deciso di utilizzare lo smartworking con maggiore frequenza ed anche le scuole dei loro figli hanno optato per un orario ridotto, promuovendo l’e-learning. Desiderano, quindi, una casa più confortevole, che consenta alla loro famiglia di sviluppare le esigenze di ciascuno in maniera integrata. Si tratta di un nucleo familiare molto innovativo, attento alla sostenibilità ed al risparmio energetico.
In Campania hanno partecipato 4 Istituti scolastici, che hanno presentato 22 idee/progetto.
Ben 19 progetti sono stati elaborati e inviati ad ANCE Campania dall’I.C. Dante Alighieri di Caserta, grazia all’attivismo della responsabile, la professoressa Simona Vitelli.
Nel dettaglio, rispetto ai 22 progetti esaminati dalla commissione di ANCE Campania, ben 20 sono stati realizzati da scuole della Provincia di Caserta: ai 19 dell’I.C. “Dante Alighieri” si è aggiunto un elaborato dell’I.C. “Aldo Moro” di Marcianise.
La valutazione finale nazionale non ha visto il progetto casertano della Dante Alighieri posizionarsi fra i primi tre meritevoli di premio, “ma credo che già il solo fatto di esserci arrivati, – ha spiegato Antonio Pagliuca, Presidente del Gruppo Giovani ANCE di Caserta – nonostante le difficoltà del momento, sia stato un grande traguardo per la scuola, per l’alunna che ha realizzato il progetto ma anche per il gruppo giovani di ANCE Caserta”. Il leader dei giovani costruttori casertani, poi, ha annunciato che “quest’anno, con la nuova edizione di ‘Macroscuola’, gli alunni sono chiamati ad un nuovo progetto. Il concorso è intitolato ‘Progetta l’agorà del futuro’. In questo caso, gli studenti dovranno cimentarsi con un elaborato che possa far capire quanto sia importante la riqualificazione degli spazi urbani. Il periodo emergenziale ci ha evidenziato che è giunto il momento di rivolgere l’attenzione agli spazi esterni alla propria abitazione, che devono essere ripensati non solo in ottica post-pandemica, ma anche sociale”.
Alla cerimonia di premiazione erano presenti il Presidente del Gruppo Giovani di ANCE Caserta, Antonio Pagliuca, il Presidente del Gruppo Giovani di ANCE Campania, Giuseppe Santalucia, il Coordinatore per ANCE Campania del concorso di idee “Macroscuola”, Alessandro Escolino, la Dirigente Scolastica dell’I.C. “Dante Alighieri”, Tania Sassi, e la Referente del progetto per l’I.C. “Dante Alighieri”, prof.ssa Simona Vitelli.
source https://www.ilmonito.it/scuola-listituto-comprensivo-dante-alighieri-di-caserta-premiato-dallance-dopo-la-partecipazione-alla-finale-nazionale-del-progetto-macroscuola/
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cerchiofirenze77 · 7 years ago
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Un insegnamento difficile
Chi si è cimentato con i dettati della filosofia del Cerchio Firenze 77, sa bene che questi sono tanto innovativi che la didattica li ha costretti a usare concetti e parole che appaiono difficili nel linguaggio comune, ma addirittura hanno avuto bisogno di invertarne di nuovi per il significato che intendevano dare loro. Per esempio la parola "sentire" ha un valore completamente diverso da quella che normalmente si usa. Le espressioni "sentire di coscienza" e "sentire in senso lato" esprimono delle situazioni e dei concetti non riconducibili a niente di quello che era stato detto prima. Ancora: il concetto della "non contemporaneità" non è stato espresso da nessuna filosofia se non da quella del C.F.77. L'enunciazione che esistono della "varianti" nel percorso deterministico, pur essendo ipotizzate anche dalla fisica quantistica, non hanno mai avuto nessuna spiegazione di come davvero funzionino, se non in questa filosofia. L'esistenza del Piano Akasico, come piano "dell'essere", pur ritrovandosi enunciato in molte tradizioni religiose (specialmente orientali) e ammesso anche dagli studi teosofici, non ha mai avuto una spiegazione come quella data dai Maestri del C.F.77. Non solo; questa spiegazione (tanto articolata e dettagliata, da riuscire a ridurre la trascenza in immanenza) è l'unica che ha conciliato il divenire con l'essere e l'eterno presente con l'infinta presenza nel dinamismo della Realtà. Inoltre il concetto di Dio, come Assoluto, non ha mai avuto una didattica così stringente e logica da superare qualunque critica agnostica o quella di qualsiasi religione dogmatica. I piani di esistenza del mondo della percezione, sono stati spiegati come nessun altro aveva fatto per i principi che li governano e le reali interazioni fra questi e il piano fisico.
Se si approfondiscono le loro spiegazioni ci si può rendere conto di quanti sia stato innovativo il loro messaggio nel tentare di maturare in noi un nuovo senso della vita e della vera identità dell'essere che rappresentiamo.
Come una volta avevo già scritto a commento di spiegazioni estremamente difficili, Capisco che per molti, tutto questo, non ha senso. D'altra parte per un cattolico non ha senso la reincarnazione e nemmeno una fatica senza ricompensa, un amore senza corresponsione, un pentimento senza perdono. Per un induista, non ha senso un karma che non è nè premio ne condanna, una reincarnazione senza caste, un sacrificio senza riconoscimento. Per un ateo non ha senso prendere in considerazione ed elaborare pensieri che non abbiano nessuna attinenza con una necessaria sperimentazione scientifica, ecc.ecc..
Invece, per noi, evidentemente, c'è stato un senso. Diversamente non staremo qui a discuterlo.
Abbiamo trovato una sintonia con i nostri dubbi, piuttosto che con le nostre certezze, e abbiamo avuto il bisogno di capire quello che ci appariva chiaro per la nostra logica, così come quello che appariva contraddittorio alla nostra nuova comprensione. Abbiamo trovato "il meraviglioso", ma non lo sappiamo ancora collocare in ciò che viviamo, sentiamo e pensiamo.
Così, scaturisce la fede e la fiducia in coloro che ci hanno lasciato questo insegnamento. Sentiamo l'armonia delle loro parole e dei loro concetti. Abbiamo visto che li possiamo collocare in quegli spazi che altre religioni, filosofie e fedi, hanno lasciato vacanti. Così il puzzle acquista una completezza che nessun altro ci aveva permesso. Questo non è poco. Forse non basta, ma è sufficiente a stimolarci a continuare questa strada e questi studi.
Abbiamo in mano una chiave di comprensione; la migliore che potessimo desiderare, per quello che è il nostro modo di intendere e pensare. Sta a noi usarla, perchè nulla ci è stato donato.
Le voci si sono spente, annullandosi come Maestri in un ultimo spazio di verità, che ha distrutto quello che ingenuamente avevamo costruito. I libri sono carta e inchiostro; solo il lettore è regista e interprete della scoperta. Solo la nostra coscienza può essere il Maestro interiore che vivifica e rende logiche quelle parole. Però bisogna avere la forza e la determinazione che è data dalle contraddizioni apparenti, non dalle certezze del già capito. Perchè quello che abbiamo capito sta lavorando silenziosamente e, nel tempo, sicuramente si trasformerà in comprensione (se tutto questo lo sentiamo importante). Ma quello che ci è ostico, che si colloca contraddittoriamente nel disegno che faticosamente abbiamo costruito, è la vera indicazione di cosa dobbiamo fare; è il confine di ciò che abbiamo raggiunto, e che va superato.
Se fosse facile vorrebbe dire che abbiamo semplicemente messo in luce ciò che già era nostro. La difficoltà, invece, sta indicando una necessità di trasformazione, una forzatura della nostra corazza di pregiudizio.
E' questa la sfida, ma è anche questo "il meraviglioso" che intuiamo e vogliamo, dobbiamo. fare nostro.
U.R.
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fattiditango · 6 years ago
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Mil Pasos il nuovo corso di tango argentino per tutti
Mil Pasos il nuovo corso di tango argentino per tutti
Abbiamo inventato un nuovo corso di tango per tutti
Non serve essere in coppia, non si ballerà fra donne o fra uomini 
Un metodo innovativo di insegnamento per non perdere tempo e capire se il tango è davvero il nostro ballo
L’Accademia fatti di tango è lieta di presentarvi il nuovo corso
Nostra esclusiva
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Vieni a provare la novità della stagione 2019/2020
Vieni a provare, ti…
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arcadialeon · 8 years ago
Note
com'è andare a scuola in Nuova Zelanda rispetto a quella italiana? :) come va?
costante bilico tra:1) lasciare gli studenti studiare 5 materie senza compiti ed esame per sperimentare un nuovo e innovativo metodo di insegnamento e lasciare libertà all' alunno (NZ) .. ma alla fine dei 5 anni c'è il solo il 10% di possibilità che l'alunno sappia chi karl marx sia2) soffocare lo studente con 12 materie con costante pressione ma far sì che l'alunni, alla fine dei 5 anni, abbia una cultura generale degna di notacosa è meglio? non c'è via di mezzo
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comunicatistampablog · 5 years ago
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Brescia, 4 settembre 2020 – “Non voglio svegliarmi presto, mi piaceva la didattica a distanza, mi piaceva fare i compiti in videochiamata con le mie amiche mentre ora rientriamo in classe e non ci possiamo nemmeno toccare”, dice Susanna, 12 anni. “La prima cosa che mi viene in mente sono gli amici e le maestre. Ho tanta voglia di vederli”, ribatte Isabel, 8 anni.
Sono questi alcuni dei tanti pensieri raccolti dalla psicologa bresciana Doriana Galderisi alla vigilia della riapertura delle scuole: piccoli pazienti che raccontano il loro stato d’animo, ma anche professionisti dell’educazione che si preparano ad affrontare un anno scolastico pieno di incertezze.
“Possiamo dividere i nostri bambini in due gruppi, come se fossero due scuole di pensiero: i trepidanti e i fiduciosi”, scrive la dottoressa Galderisi nel pubblicare i post sulla sua pagina Facebook, che nel corso dei mesi è diventata un punto di riferimento pubblico per la gestione delle problematiche psicologiche relative al Covid-19, grazie alla pubblicazione di consigli puntuali e analisi per gestire al meglio la propria vita nel periodo dell’emergenza.
Materiale che durante l’estate è stato raccolto nel libro “Il dopo è ora Covid-19: come il Coronavirus gioca con le vite di tutti noi. Conoscere gli effetti psicologici e le  dinamiche psico-sociali per dare scacco matto al Mostro” pubblicato per i tipi della Gam e che dopo un tour estivo di presentazioni ora farà diverse tappe anche in autunno.
Secondo Galderisi, i due gruppi sono accomunati “dalla richiesta di tranquillità, ovvero di non dover essere sottoposti all’ansia. Ci sono bambini come Gianluca, 10 anni, che paragonano la scuola alla megaditta di Fantozzi, altri che ringraziano per aver finalmente l’opportunità di dialogare e confrontarsi, con qualcuno che crede in loro”.
Qual è il compito degli adulti in questa fase?
“In psicologia e in pedagogia parliamo di ‘scaffolding’, che possiamo tradurre come impalcatura, ponteggio, ovvero fornire la struttura che permette poi di crescere e di eseguire i compiti in modo autonomo. Questo è quello di cui hanno bisogno i bambini e i ragazzi, in particolar modo nei momenti difficili”.
A fronte delle incertezze, cambi e contraddizioni, i ragazzi mostrano voglia di tornare alla normalità.
“La difficoltà che devono affrontare gli studenti non è di rifiuto della scuola, ma di riadattamento” spiega la psicologa. “Hanno bisogno di linee semplici, chiare, coordinate, pur nell’emergenza”. Anche chi non vuole tornare, ha ansia per il riadattamento e non per la scuola in quanto tale.
Secondo Galderisi “quest’anno andrebbero sviluppate le pratiche di flipped-learning, insegnamento rovesciato, in cui gli alunni in classe dovrebbero effettuare lo studio individuale e i compiti, mentre la lezione andrebbe fatta in autonomia con video, letture e altri materiali indicati dall’insegnante. Questo aiuterebbe gli studenti nel momento del maggior bisogno, in cui è più a rischio di stancarsi o demotivarsi, ovvero la fase dei compiti”.
Nei racconti pubblicati in questi giorni troviamo ragazzi che mostrano una grande consapevolezza di cosa dovranno affrontare: “sono anche un po’ in ansia perché la nostra classe è piccolissima e fa caldo, quindi forse dovremo stare in corridoio”. O che non aspettano altro che poter rivedere i propri compagni e che sono curiosi di cosa accadrà, come Davide, 13 anni, che non ha potuto salutare i suoi amici delle medie e “c’è tanta agitazione perché andando al liceo ci sono i nuovi, quindi l’agitazione non manca”.
C’è chi preferisce firmarsi con un nickname, come “Poltrone e sofà divani di qualità” che spiega “mi sento triste, sono pieno di voglia di non tornare a scuola… non abbiamo ancora l’orario delle lezioni e dobbiamo portare tutto, spaccandoci le spalle”.
I più grandi, invece, gli adolescenti, mostrano una comprensione della situazione forse persino maggiore di quella che avrebbero se non avessero vissuto questo virus nella propria esperienza di vita.
“Credo che il rientrare a scuola sia diventato una necessità generazionale”, scrive Elisabetta, 18 anni: “Anche le mie amiche più ‘pigre’ (nel senso buono del termine) non vedono l’ora di alzarsi presto la mattina e uscire di casa per entrare in classe. In effetti, siamo bloccati in questa pseudo-estate da febbraio e la nostalgia dello scambio umano, che solo l’incontro quotidiano con i nostri venti compagni di classe può assicurare, inizia a farsi sentire”.
E ancora “non parlatemi di Didattica a Distanza: efficiente per quanto inerisce il programma scolastico, ma totalmente arida, priva di interazione personale e della comprensione della difficile condizione psicologica nella quale un gruppo di adolescenti può ricadere durante una pandemia. La scuola è sede dell’incontro, anche dello scontro, ma che avviene di persona e non attraverso uno schermo.”
Passando agli studenti universitari, si coglie un’importante considerazione in merito alla DAD, che, indipendentemente dal Coronavirus, viene vista come una modalità da non abbandonare in futuro, ma piuttosto da sviluppare e perfezionare in modo innovativo al fine di valorizzare gli sforzi finora fatti nell’emergenza.
A questo proposito Lara, 22 anni, studentessa universitaria, asserisce: “Per quanto riguarda la didattica distanza penso sia uno strumento estremamente utile se i docenti vengono adeguatamente formati. Sarebbe sempre possibile consentire la fruizione e la partecipazione alle lezioni agli studenti impossibilitati a muoversi da casa per diversi motivi. Ritengo quindi utile approfondire l’utilizzo della didattica a distanza per poterla utilizzare anche per altre situazioni diverse dalle Coronavirus”.
Il clima di incertezza, di preoccupazione, di “sospensione” e di stallo, le frequenti rivoluzioni e contraddizioni che in questo periodo si rincorrono sui Media circa le regole da adottare in classe e/o l’iter scolastico- professionale futuro, se da un lato, determina, soprattutto negli adolescenti, ansia e disorientamento (Lara afferma “Non ho ancora informazioni certe sulla modalità con la quale si svolgerà il tirocinio e sulla data di inizio e fine. Speravo di poter tornare a seguire le lezioni in presenza, ma fino a dicembre non sarà così”), dall’altro, non intacca la voglia di tornare alla normalità sia da parte degli studenti e del corpo docente.
“La difficoltà principale che devono affrontare gli studenti non è tanto il rifiuto in sé della scuola o una forma di resistenza  verso l’Istituzione in sé – spiega la psicologa – ma piuttosto un riadattamento, da intendersi sia come rimodulazione che riappropriazione di consolidate e rassicuranti routines, non solo scolastiche ma anche familiari e relazionali”. Elisabetta, 18 anni, riguardo a ciò specifica “C’è voglia tra noi giovani di una routine più scandita e produttiva…Il primo giorno di scuola è un rito che si ripete ogni anno e che scandisce la crescita dello studente, non può essere digitale”.
Da notare che il distanziamento sociale risponde alle necessità emergenziali, “ma la distanza crea distanza”, aggiunge Galderisi.
“La distanza riduce la conflittualità, ma inibisce e ostacola la maturazione di abilità sociali e prosociali; inoltre modifica parte del linguaggio non verbale e paraverbale, che nella distanza ha una delle sue espressioni. Se il distanziamento dovesse protrarsi a lungo, sarà necessario per insegnanti e scuole lavorare molto sulla comunicazione, su tutti i livelli: relazione, cooperazione, comprensione dell’altro”.
Il tema della distanza si trova anche nei messaggi dei ragazzi, come Daniele di 13 anni che scrive “Di andare a scuola sono felice ma un po’ preoccupato. Diciamo che ora andare a scuola mi piace ancora meno di prima per via del distanziamento e delle mascherine. Spero che questo virus sparisca il più velocemente possibile e che la scuola ritorni come prima.”
Un altro concetto di fondamentale importanza che emerge dall’analisi delle riflessioni di bambini, ragazzi e docenti fa riferimento alla consapevolezza di dover adottare un atteggiamento responsabile e di mettere in atto uno sforzo collettivo, di cooperazione al fine di superare con unità di intenti le attuali difficoltà. Il professor Gaetano Cinque, a lungo responsabile del Liceo Annibale Calini di Brescia, afferma che “La scuola è dentro la società, la sua protezione, il suo recinto chiuso deve comunque fare i conti con ciò che sta accadendo fuori. Bisogna dare un modello di coerenza e correttezza su ciò che si va a proporre. I ragazzi hanno una capacità incredibile di credere in quello che si fa se si agisce con il diretto coinvolgimento di tutti. Come sempre bisogna credere nel loro protagonismo e nel loro ruolo di attori consapevoli”.
Anna, insegnante di matematica, vuole “cogliere questo momento come una occasione per percorrere nuove vie, che porteranno a conquiste dense di significato. La mente è libera in qualsiasi condizione fisica ci troviamo”.
La professoressa Patrizia Lazzari immagina il rientro fisico nelle aule “con ottimismo, come da un lungo viaggio pieno di insidie ma che ci deve permettere di crescere… una piccola barca che deve navigare a vista e arrivare al porto… una specie di rinascita”. La professoressa Marta Cressoni spiega “la voglia di tornare a scuola c’è, di lavorare in presenza, di ritrovare i propri alunni e di ristabilire un legame con loro, certo con tutte le misure di sicurezza” senza dimenticare le paure, ovvero “che si ritorni a chiudere”.
Per questo, secondo la psicologa Galderisi “serve una particolare attenzione alla formazione sia del personale didattico, sia del personale dirigenziale, sia delle famiglie su come gestire al meglio la comunicazione interpersonale ed eventualmente la Didattica a Distanza. Saranno delle chiavi di volta e di risoluzione importantissime, oltre che rappresentare delle ancore di sicurezza”.
“Gli adulti hanno il compito di dare l’esempio, fare chiarezza, essere presenti e incoraggiare, soprattutto in momenti di crisi e di emergenza come quello che stiamo vivendo, griffato Covid-19” conclude Galderisi.
“La scuola rappresenta uno dei porti più sicuri in cui i bambini devono potersi riparare, sostare, galleggiare…cucire le vele prima di solcare i mari della vita”.
Per saperne di più sulle attività della dott.ssa Doriana Galderisi:
www.facebook.com/psicologadorianagalderisi/ 
http://galderisi.opinions.today
www.studio-psicologia-galderisi.it
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  La psicologa Doriana Galderisi durante la prima presentazione del libro “Il Dopo è ora”
      Per interviste e informazioni:
www.facebook.com/psicologadorianagalderisi/ 
www.studio-psicologia-galderisi.it
    Il rientro a scuola con il Covid-19: i pensieri, emozioni e speranze di bambini, ragazzi e docenti in prima linea Brescia, 4 settembre 2020 - “Non voglio svegliarmi presto, mi piaceva la didattica a distanza, mi piaceva fare i compiti in videochiamata con le mie amiche mentre ora rientriamo in classe e non ci possiamo nemmeno toccare…
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tmnotizie · 6 years ago
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MACERATA – QUIsSI CRESCE! è uno dei modelli progettuali innovativi per fare rete sociale e culturale con il territorio nei processi di apprendimento e di insegnamento. A dirlo è la pubblicazione “La natura mette radici a scuola. Teorie e pratiche di Outdoor Education” edita da Zerosei Up per la collana Educazione Terra e Natura in cui è riportata l’esperienza del Comune di Macerata e dei Nidi comunali insieme all’associazione culturale Les Friches nell’ambito del progetto QUIsSI CRESCE! sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile.
Il contributo è firmato dalla coordinatrice dei nidi comunali Marzia Fratini, da Samanta Ubaldi dell’associazione Les Friches e dall’educatrice Manola Romagnoli nella sezione “Esperienze educative e Natura in ‘presa diretta’. Gioco e socialità nei contesti educativi informali e non formali”, che riporta alcune esperienze virtuose in questo settore.
“La peculiarità del progetto – si legge tra l’altro  nel libro – sta nel proficuo connubio tra il singolare approccio dell’associazione culturale Les Friches, la determinazione e professionalità delle educatrici dei nidi comunali della città di Macerata, la disponibilità e l’entusiasmo dei genitori e il sostegno degli amministratori e dei tecnici comunali…” .
Un riconoscimento che spinge a proseguire su questa strada con il contributo e l’entusiasmo di tutti i partner di progetto e di coloro che collaborano nel cammino verso una nuovo approccio nei servizi educativi e una cultura di comunità educante.
Sono partner del progetto QUIsSI CRESCE! l’Università di Macerata, l’Azienda pubblica servizi alla persona IRCR MACERATA, l’Istituto Comprensivo “D. Alighieri”, l’Istituto Comprensivo “Enrico Fermi”, l’Istituto Comprensivo “Enrico Mestica”, l’Associazione Culturale Les Friches, la Sas La Quercia della Memoria di Di Luca Federica & c. e Zeroseiup s.r.l. , la rete Nati per Leggere.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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WebQuest, struttura ed usi
Un WebQuest è un approccio innovativo all'insegnamento che utilizza il web per fornire agli studenti un'esperienza di apprendimento interattiva e coinvolgente. Si tratta di una strategia di insegnamento basata sull'utilizzo di Internet, che consente agli studenti di esplorare e scoprire nuove informazioni in modo indipendente. Com'è fatto un WebQuest? Un WebQuest è composto da una serie di attività che gli studenti devono completare utilizzando il web come fonte di informazioni. Gli studenti lavorano in gruppi e collaborano per completare le attività assegnate, utilizzando le loro abilità di ricerca, analisi, sintesi e comunicazione. Il WebQuest è stato sviluppato per la prima volta nel 1995 da Bernie Dodge, un professore dell'Università della California, San Diego, ed è diventato uno strumento educativo popolare in tutto il mondo. Dove si utilizza? Un WebQuest può essere utilizzato in una vasta gamma di discipline, dalle scienze sociali alla matematica, e può essere personalizzato per adattarsi alle esigenze specifiche di ogni classe o di ogni studente. L'obiettivo principale è quello di incoraggiare gli studenti a diventare autonomi e responsabili del proprio apprendimento, sviluppando le loro abilità di ricerca e pensiero critico. I WebQuest possono essere sviluppati in diversi modi, a seconda degli obiettivi dell'insegnante e delle esigenze degli studenti. In generale, consiste in una serie di attività e di obiettivi di apprendimento, che gli studenti devono completare utilizzando il web come fonte di informazioni. La struttura di un WebQuest La struttura di un WebQuest è composta da sei parti principali: l'introduzione, la task, il processo, le risorse, la valutazione e la conclusione. L'introduzione presenta l'argomento e presenta gli studenti alla task che devono completare. La task è la descrizione delle attività che gli studenti devono svolgere per completare il WebQuest. Il processo fornisce agli studenti una serie di istruzioni passo-passo su come completare le attività assegnate. Le risorse sono i materiali di supporto, come siti web, video e documenti, che gli studenti possono utilizzare per completare il WebQuest. La valutazione è la parte in cui gli studenti vengono valutati in base alle attività svolte durante il WebQuest. La conclusione è la fase finale in cui gli studenti condividono le loro esperienze e riflettono sull'apprendimento che hanno acquisito. Dove si usa? L'utilizzo di un WebQuest in classe ha numerosi vantaggi. In primo luogo, sono un modo efficace per motivare gli studenti a partecipare attivamente alla loro formazione, offrendo loro un'esperienza di apprendimento coinvolgente e interattiva. In secondo luogo, aiutano gli studenti a sviluppare le loro abilità di ricerca e pensiero critico, fornendo loro un'esperienza di apprendimento pratica e autonoma. Read the full article
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londranotizie24 · 2 years ago
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L'italiana Media Engineering porta a Londra gli avatar per l'e-learning
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Di Pietro Nigro @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND La società romana Media Engineering presenta i suoi ologrammi a Learning Technologies, la fiera più importante del mondo dedicata all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo, in programma a Londra il 3 e il 4 maggio 2023. Gli ologrammi italiani per l'insegnamento a distanza sbarcano a Londra La creatività Made in Italy e spesso alla base dell'innovazione in diversi settori della produzione, anche di quelli più tecnologicamente avanzati. È il caso della Media Engineering, startup italiana ma dal no è inglese e dalla vocazione internazionaule, che ha pensato di applicare n innovativo ologramma ai moderni sistemi di insegnamento a distanza e che partecipa all'evento Learning Technologies. In programma il 4 e 4 maggio a Londra, e con oltre 200 espositori venuti da ogni parte del mondo, Learning technologies è il più importante evento espositivo dedicato all'apprendimento a distanza in ambito lavorativo e si propone di accompagnare l’e-learning verso un’integrazione tecnologica sempre più all’avanguardia. La necessità continua di formarsi, la possibilità di farlo da remoto e l’accessibilità dell’apprendimento a distanza hanno reso l’e-learning uno dei settori più futuribili in assoluto. Secondo i dati di Research and Markets, considerato il più grande archivio di ricerche di mercato al mondo, questo settore raggiungerà i 325 miliardi di dollari di valore complessivo entro il 2025. E anche in Italia il settore è in forte crescita, visto che l‘industria dell’e-learning vale già oggi 19 miliardi di euro e rappresenta un’innovazione chiave nell’ambito della formazione aziendale e professionale. Media Engineering è nata a Roma nel 2002 dall’intuizione degli Ingegneri Antonio e Gianluca Franzese, e affianca al proprio know-how ingegneristico, creatività e multimedialità proprio per rispondere alle nuove esigenze delle imprese. Attraverso la realizzazione di software e applicazioni all’avanguardia, progettazione di e-Learning Management System 3D e Gamification, l’impresa italiana ha un obiettivo ben preciso: innovare, immaginare una nuova visione del futuro e creare soluzioni tecnologiche per le aziende che puntano a una comunicazione digitale integrata a 360 gradi. Con Media Engineering il formatore aziendale diventa un avatar “Anche quest’anno – racconta Franzese – saremo presenti con uno stand insieme al nostro partner di Londra ARuVR, e presenteremo un esempio di integrazione tra realtà virtuale, aumentata e olografia. Per ... Continua a leggere su www. Read the full article
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tattooartistacademy-blog · 6 years ago
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New Gennaio 2K19
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