#memoria dei defunti
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Festa di Ognissanti: origine, significato e tradizioni del 1° novembre
Scopriamo la storia, il significato e le celebrazioni della Festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi e celebrata il 1° novembre.
Scopriamo la storia, il significato e le celebrazioni della Festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi e celebrata il 1° novembre. Il 1° novembre si celebra la Festa di Ognissanti, una delle ricorrenze più importanti del calendario liturgico cristiano, dedicata a tutti i Santi, noti e sconosciuti. È una giornata di riflessione e raccoglimento per i credenti, ma anche di festa e celebrazione…
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Simbolismo delle Pietre Tombali Ottomane: Copricapi, Decorazioni e Significati Culturali
Le pietre tombali realizzate durante il periodo ottomano sono ricche di simbolismo e rappresentano non solo la memoria dei defunti, ma anche la complessità e la bellezza della cultura e della spiritualità ottomana. Queste tombe, con le loro decorazioni, iscrizioni e simboli, forniscono molte informazioni sul defunto, come la sua posizione sociale, il benessere economico e se si tratti di un uomo, una donna o un bambino. Ad esempio, le pietre tombali delle donne spesso mostrano ornamenti come collane, orecchini e fiori. Le tombe dei bambini sono più piccole e possono essere decorate con simboli che alludono ad una breve vita, come un hançer, un piccolo pugnale. Le tombe degli uomini sono riconoscibili principalmente dai copricapi.
Esistono copricapi per funzionari statali e religiosi, membri delle forze armate, artigiani e letterati, tutti differenti tra loro. I copricapi, che riflettono le varie classi sociali, erano usati in vita e poi rappresentati sulle pietre tombali come simboli culturali e di identificazione.
Alcuni copricapi che possono essere identificati sulle stele:
Kallavi Kavuğu: Un copricapo grande e conico, indossato durante le campagne militari e nei giorni festivi.
Katibî Kavuk: Un copricapo indossato dai soldati di alto rango.
Fes: Introdotto nel 1828, il tipo di fez indica l'era del sultano sotto cui il defunto ha vissuto.
Sono riconoscibili anche le pietre tombali dei membri delle confraternite sufi, che mostrano un simbolismo mistico chiaro e rappresentano l'appartenenza ad una specifica confraternita. La forma del copricapo può indicare la posizione del defunto all'interno della confraternita.
Altri simboli che sono raffigurati sulle stele ottomane includono:
L' Albero della Vita: Simbolo di abbondanza e prosperità, spesso rappresentato con uccelli sui rami.
Frutta e Fiori: Rappresentano l'eterna vita e la bellezza divina. Per esempio, il melograno ed i fichi sono considerati frutti del paradiso.
Candela: Simboleggia la luce e la guida divina.
Tulipani e Rose: Simbolizzano la bellezza divina.
Naturalmente, sono presenti altri simboli e decorazioni sulle tombe del periodo ottomano. Alcune presentano elementi decorativi e simbolici talmente elaborati da poter essere considerate vere e proprie opere d'arte funeraria. Anche quelle che possono sembrare più anonime testimoniano, e in un certo senso continuano a raccontare, la vita di persone vissute molti anni fa.
Se vi trovate nei pressi di un cimitero del periodo ottomano, vi invito a fermarvi e a indovinare, o semplicemente immaginare, in base a queste informazioni, chi potrebbe essere sepolto sotto quelle pietre. Osservate i dettagli: i fiori, i frutti scolpiti, i copricapi e le iscrizioni. Ogni elemento ha un significato preciso e racconta una storia che va oltre la semplice sepoltura. Il cimitero diventa così un luogo di memoria collettiva, dove la storia e la cultura di un'intera epoca possono essere percepite e comprese attraverso la simbologia delle tombe. Fermarsi davanti a queste testimonianze permette di rivivere un passato fatto di tradizioni, credenze e vissuti personali che, oltre a far parte della cultura del paese in cui viviamo, rischierebbero altrimenti di essere dimenticati.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città.
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Poco tempo fa pubblicai questo post nella speranza che si leggesse e si "facesse bene caso al virgolettato".
Gioielli come questi:
E questi:
E ancora questi:
E cosi tanti cristiani senza tener conto di questo hanno pensato bene, di non credere in tutto ciò e li hanno e li indossano ancora. Guardate bene, che tale testimonianza, non viene da un pentito qualsiasi ma dal numero due della cupola di quel periodo e che da allora sfugge alla persecuzione pena la morte per avere rinnegato e portato alla luce nomi e fatti degli illuminati, massoni e tanti tanti stregoni, che fanno parte dei potenti e che praticamente decidono le sorti del mondo. E...
... allo stesso modo...
da molti anni ormai, oltre ai gioielli suddetti e ai souvenir acchiappaspiriti maligni, ci hanno dato in pasto anche la festa inventata di *Halloween, festeggiata in tutto il mondo, fonte inesauribile di eventi di natura satanica, approfittando della totale ignoranza e dell'assoluto menefreghismo dell'uomo. *Halloween è una festa satanica si! È ormai famosa in tutto il pianeta. L'hanno data in pasto ai bambini col dolcetto scherzetto che la considerano un secondo carnevale ancora più attraente, innocente e praticata dovunque. Già, pubblicizzata e sponsorizzata anche da diversi mass-media che sono posseduti dai demoni di ricchezza e potere e, perciò mentono sapendo di mentire. Si professano tutti credenti cristiani ma intanto, aumentano e dilagano gli omicidi e gli stupri, le guerre ed i genocidi, in aumento lo spaccio di droga e il grande sfruttamento della prostituzione e dei poveri. E dichiarano tutti di volere la pace, ma intanto fanno la guerra, che l'Italia sostiene di rinnegare, mentre vende loro le armi. Questa è la realtà che stiamo vivendo.
** Scheletri e fantasmi, maschere mostruose e zombi insanguinati, i coltelli affilati e le zucche vuote vengono esposti e venduti da giorni nelle vetrine delle nostre città. L'evento Halloween, o meglio il fenomeno Halloween, è stato ormai da tempo violentemente imposto nella nostra reale vita sociale, sembra non esserci più scampo per quella che tanti satanisti e stregoni considerano come la notte più importante dell'anno, il 31 di Ottobre. Il grande Sabba, il capodanno satanico viene reclamizzato da questa "pseudo festività" che si trasforma, da un falso appuntamento di marketing ad un business dell'occultismo ad un veicolo per le terribili realtà magico-esoteriche che vorrebbero prepotentemente sostituirsi alle grandi religioni monoteiste. Le sette occulte, le psicosette, i gruppi pseudo religiosi, esultano in questi giorni, perchè sono estremamente buoni e propizi per adescare e reclutare nuovi adepti. Il vero disegno è di desacralizzare e profanare e boicottare, la ricorrenza in cui vengono ricordati tutti i martiri nella celebrazione che poi anticipa la memoria di tutti quei defunti del 2 Novembre, ridicolizzando di fatto, il principio cristiano della comunione dei santi. Ci sarebbe molto altro, ma questo può bastare, per rendere almeno l'idea e continuare a descrivere il degrado dell'umanità. E i demoni ridono! Povero mondo, pover'uomo!
Per tutto questo è assai grave abituare le nuove generazioni al culto dell'orrore e della violenza e rendere normali e divertenti figure orride, come quelle ripugnanti, fantasmi e vampiri, streghe e demoni, con la finta motivazione di esorcizzare e superare la paura della morte. È una becera ed infame menzogna. E il Re della menzogna ride!!
lan ✍️
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La Scultura del giorno: il Sonno Eterno di Santo Varni
La scultura del giorno che vi propongo in occasione di questo 2 novembre dedicato al ricordo dei defunti, è l’allegoria del Sonno Eterno, scolpita dall’artista Santo Varni per onorare la memoria di Maria Bracelli, ubicata nella tomba Bracelli Spinola del Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova. Il complesso monumentale funebre fu commissionato allo scultore genovese Varni dai figli della…
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(COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI) - "Il corpo di marmo, col bel sorriso, di zia Angela" di Marco Pozza
Ho un esubero d'infanzia da smaltire. Mi verrebbe da dire, ripensando alla mia infanzia, ch'è stato il paese più bello nel quale io abbia abitato finora. È una stagione cruciale, a guardarla a posteriori: quando la vita pressa con urgenza, è lì che vado ad agganciare le mie mani alle radici. Come un naufrago che, verso un naufragio, cerca appigli per non naufragare completamente. Un'immagine mi si è conficcata nella memoria più di altre: la morte di “zia Angela”, la moglie del fratello di nonno. Non era, dunque, propriamente zia, ma l'affetto, certe volte, se ne frega anche della correttezza dei rapporti parentali. Lei, sul letto, composta e vestita, con il suo rosario tra le mani e un leggerissimo velo di seta nero messo sulla sua testa. Sembrava uscita dalla parrucchiera, con un breve passaggio in un negozio di bei vestiti tanta era la delicatezza con la quale avevan “preparato” - come si dice – il cadavere. Ricordo lei morta, ma ricordo noi bambini dentro la camera assieme ai nonni: “Recitiamo il rosario per zia Angela!” ci dissero. Con noi, poi, c'erano gli adulti di casa: i vicini, i parenti più stretti. Se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto sospettare che fosse in atto una piccola festa della contrada da quant'era il pubblico partecipante. Invece si stava svolgendo uno di quei gesti di pietà cristiana che, ai miei occhi, mi hanno fatto amare la vita.
Capitava spesso che la morte fosse l'occasione per una lezione sulla vita. Quando la vidi così serena, mi venne da toccarle il mento con la mia manina: “Sembra sorridere, nonna!” le ho detto. E lei, la mia prima catechista, a darmi la sua risposta più bella: “Ricordatevi bambini – allargò lo sguardo - che si muore come si vive. Chi vive col sorriso morirà sorridendo, chi vive con il muso morirà con il muso” sintetizzò lei. Di quella sera di lutto, ricordo un senso di struggente serenità che m'invase: era pur sempre morta zia Angela, ma era come se quella morte mi facesse meno paura. Capitava spesso così in paese: che moriva una persona e in tanti si andava a trovarla stesa sul letto di casa. La morte ci veniva mostrata, la persona morta veniva esposta, era la nostra prima percezione della morte. Oggi, invece, avviene il contrario: la morte si maschera, la si nasconde, il sospetto è che sia una cosa difficile da gestire persino per gli addetti alle pompe funebri. A me le camere ardenti fanno paura, anche gli obitori non mi sono per nulla attraenti: mi sembrano l'immagine di un mondo senz'anima, privo di cuore. Un morto ospitato in casa, invece, mi illumina meglio la fragilità della vita. Della mia vita. Invece oggi ho come la sensazione che si rischi di arrivare alla propria morte senza mai aver avuto l'occasione di familiarizzare con la morte di qualcun altro. Non calcolare un'evenienza così naturale - “E l'unica cosa certa!” diciamo noi a parole, coi fatti la teniamo a bada – la fa diventare un tabù che, quando poi capita, più che di sorpresa ti coglie d'angoscia. Non ci accorgiamo, mentre viviamo, che la morte viene a prenderci le misure: in un incidente, una malattia, in un pensiero. Possiamo anche dimenticarci della visita, ma la percezione che il vestito si stia cucendo addosso resta: «Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino – scrive J. Cocteau – Sta camminando verso di me, senza fretta». Io, nella mia fantasia e ripensando a zia Angela, la paragono ad un pescatore. Cosa fa un pescatore? Piglia un pesce nella rete e, per un po' di tempo, lo lascia nell'acqua: quel pesce nuota ancora, ma tutt'intorno ha una rete che il pescatore tirerà su appena gli sembrerà opportuno.
Viviamo tutti come pesci impigliati dentro la rete che, giorno dopo giorno, stringe sempre più. Con delicatezza! Pensate al calendario: ogni anno, per tanti anni, passa sopra il giorno della nostra morte senza avvisarci. Poi, un giorno, si ferma sopra, ci prende per mano e ci conduce via. E noi che ci lamenteremo: “E stato tutto all'improvviso! Non c'era nessun sintomo”. La morte, dunque, non è il contrario della vita: e la vita non è il contrario della sua morte. Sono una sorta di crepuscolo, dove la notte e il giorno si danno il cambio senza riuscire a definire bene questo passaggio. Per alcuni è crespuscolare, per altri è “tuono e fulmini”, per altri ancora è nebbia in Val Padana. Sta di fatto che, se lo volessimo, ogni giorno la morte ci aspetta, dall'alba, per accompagnare le nostre giornate. “Gran bella compagna!” potrà opporre qualcuno. Dipende da dove tu guardi il mondo: per qualcuno, calcolare la morte, è imparare a vivere. Per non sprecare i giorni, imparando ad abitare il limite, a non rimuoverla perchè non diventi mostro che spaventa. Al mio paese, ogni volta che la campana batte il suono lento del lutto, io penso che un giorno suonerà anche per me. Non è un'induzione alla sfiga, è essere realisti: cercare di separare la vita dalla morte è come voler separare la luce dal sole. «Impossibile tenere distinte vita e morte perchè – si legge nella brochure del Festival di Torino -, per quanti sforzi noi facciamo per rimuoverla, la morte punteggerà sempre la vita e la vita saprà farsi spazio nella morte».
Si può anche ragionare per sillogismi, certamente: “Gli altri muoiono ma io non sono un altro. Dunque io non morirò”. Non è che mi appassioni molto come criterio di lettura della mia piccola esistenza: preferisco pensar che la morte sia la posta in gioco per giocare al gioco della mia vita. Sapendo che non è affatto un gioco. Oppure lo è nella misura in cui si vive solo divertendosi. Cioè facendo battere e ribattere il cuore. Questo, sotto sotto, ho scoperto (anni dopo) d'avere appreso quella sera accanto al cadavere di zia Angela. Adesso che, purtroppo, non ho più quell'ingenuità affamata di quel bambino alle prime armi, mi alleno a pensare che se la vita è una grande sorpresa, non vedo perchè la morte non potrebbe essere una sorpresa più grande. È il bello del mistero: lascia aperte infinite possibilità, a seconda dei calcoli che uno è disposto a giocarsi nella vita.
Nulla toglie, comunque, lo spaesamento che la morte arreca.
***
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Domenico Matteo e Angelo Federico sono i nomi scelti da Samuel, un giovane padre di soli 21 anni, per i suoi due neonati trovati sepolti nel cortile della casa di Chiara Petrolini a Vignale, Parma. Venerdì 17 gennaio, Samuel si è presentato volontariamente negli uffici del Comune di Traversetolo, dove ha firmato gli atti di nascita e di morte dei suoi figli, un gesto carico di dolore e difficoltà, aggravato dalla tragica scoperta dei corpicini. Domenico Matteo, il primogenito, era nato il 12 maggio 2023; il suo corpo è stato ritrovato il 7 settembre. La madre, Chiara, ha affermato che il bambino era già deceduto prima della sepoltura. Angelo Federico, il secondogenito, è stato scoperto l'11 agosto e sembra essere nato vivo due giorni prima, nella taverna della casa, secondo quanto riportato dall'autopsia. Chiara Petrolini, attualmente agli arresti domiciliari, è accusata di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Ha confessato di aver tenuto segrete entrambe le gravidanze, partorendo senza assistenza e seppellendo i suoi figli nel giardino della sua abitazione, scavando a mani nude. Questa serie di eventi ha scosso profondamente la comunità e messo in luce una storia di isolamento e disperazione.
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Manchi... 01/11/2024
Vorrei tanto poterti scrivere che mi manchi, che sfiori continuamente i miei pensieri e che sei in ogni mio respiro. Penso a cosa stai facendo in questo momento, con chi sei, e se sei serena. Vorrei tanto poterti chiedere come stai, ascoltare le tue preoccupazioni e magari stringerti in un abbraccio per fartele passare. Nulla di tutto questo mi è permesso, subirei il trattamento del silenzio com'è successo nei giorni scorsi, lo capisco sai, quando si viene feriti dalla vita è necessario non essere disturbati da energie esterne. Occorre ristabilire la propria connessione intima, per questo non ti infastidisco con troppi messaggi. Oggi ti ho inviato il buongiorno e ti ho chiesto dopo qualche ora cosa stessi facendo, magari più tardi ti scriverò di accendere una candela per i tuoi antenati, visto che tra un paio d'ore è la commemorazione dei defunti. Occorre sempre ringraziare chi ci ha permesso di essere in questo mondo terreno, le anime dei nostri avi vanno sempre ricordate dandogli dignità di memoria. Nella mia libreria c'è la cornice contenente la lettera che mio nonno scrisse a mia nonna quando erano fidanzati, correva l'anno 1922! Quando mi manchi vengo a cercarti online, scorgo su Messenger se ti sei connessa da poco o se sei super indaffarata da qualche ora, non avviene in maniera possessiva, è solo un modo di cercarti. E' ciò che farei anche nella realtà, cercherei i tuoi occhi tra la folla, per farti sentire unica (e per me lo sei). Non immagini quanto mi piacerebbe corteggiarti, ne sarei onorato. Nell'era delle connessioni veloci, corteggiare sembra essere diventata una perdita di tempo, ci siamo tutti disabituati a queste attenzioni, ma io rimango un po' all'antica sotto certi aspetti, radicato ancora in gran parte nel mondo analogico. Domani è l'ultimo giorno disponibile per ritirare il pensierino che ti ho fatto recapitare nel locker, mi hai scritto che non riesci a connetterti e quindi a prelevarlo, non so se sia vero, ma non importa. Forse lo percepisci come un fastidio e non come un dono. E' un piccolo carillon in legno, suona la melodia "You are my sunshine", puo' sembrare un regalo sciocco, ma non è per la Beatrice adulta, serve a richiamare il tuo IO bambino, l'ego infantile che non hai ancora accolto e che non stai nutrendo. Ti "vedo" chiaramente, se solo ascoltassi il tuo istinto e mi lasciassi nutrire il tuo aspetto animico...Ma tanto per te sono solo un rappresentante di genere a cui tocca scontare le pochezze che ti hanno mostrato tutti i miei predecessori.
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Cimiteri di Roma: servizi inadeguati e proteste cittadine
Una vergogna, i cittadini, spesso anziani, si avviano a piedi e senza guida alcuna: il Sindaco si attivi immediatamente per frenare questa deriva del decoro, del rispetto e della memoria”.
De Ficchy Giovanni “Lo squallore elevato a modello del Pd alla guida di Roma ha fatto centro pure nei giorni dedicati ai defunti, ed ecco che il rinnovo della concessione ad Ama dei servizi cimiteriali è solo un altro flop della giunta guidata dal sindaco Gualtieri. Al cimitero Flaminio il Comitato per la tutela dei cimiteri capitolini segnala non soltanto erbacce e degrado, ma una vera e…
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Día de los Muertos all'Holzmarkt. Celebrazione della vita e della memoria
Dal 1° al 2 novembre, l’Holzmarkt di Berlino ospiterà una vibrante celebrazione del Día de los Muertos (Giorno dei Morti), un’antica tradizione messicana che onora i defunti con festeggiamenti colorati e commoventi. Programma dell’evento L’evento includerà una varietà di attività e attrazioni, tra cui: Altar (Ofrenda): Un altare tradizionale sarà allestito sul mercato, decorato con candele,…
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L’inganno del Tunnel di Luce
Ormai non riesco più a contare le domande che mi vengono poste su questo benedetto “Tunnel di Luce”, complice una strampalata teoria che sta girando sul web. Credo che sia opportuno fare chiarezza e andiamo per gradi: IL TUNNEL DI LUCE E’ UN FENOMENO E UNA MANIFESTAZIONE CHE SI PRESENTA ESCLUSIVAMENTE NELLE ESPERIENZE DI PREMORTE! Nulla a che vedere dunque con morte e reincarnazione, poiché è la codifica del passaggio che avviene tra due dimensioni di luminosità diversa. Un defunto, non si trova a dover affrontare nessun tunnel, anche perché il momento della reincarnazione avviene solo quando un’anima è pronta e non nell’ immediati istanti dopo la morte. Sarebbe come dire che un’anima, dopo aver riaffrontato tutto il proprio percorso di purificazione, elaborazione ecc.. Tornasse indietro e visualizzasse l’ingresso nella luce.
Altra questione fondamentale è che la REINCARNAZIONE (legge cosmica), non avviene solo sul piano terreno e terrestre, ma segue forme di evoluzione ed esperienze che possono essere fatte anche in altri pianeti e in altre entità. Dunque? Cosa vuol dire che la reincarnazione è una trappola? Di fatto nulla. E’ un concetto errato!
GLI ARCONTI TI CANCELLANO LA MEMORIA E TI RIMANDANO SULLA TERRA? E ogni volta che la cancellazione della memoria non è avvenuta, vuol dire che gli arconti hanno sbagliato? Le tante esperienze che raccontano di vite passate, sono un errore di procedura di un arconte distratto?
IL KARMA è un principio di causa/effetto non certo un software inserito chissà dove. Se poi fosse così semplice uscire dal circuito delle reincarnazioni, basterebbe dire a tutti di non seguire la luce. Avremo salvato l’umanità in un attimo.
Immagino il poro Pacciani: “Pietro, quando muori mi raccomando, non seguire la luce”! Ed ecco che il nostro caro Pietro è già al cospetto di Dio!
Fare ricerca e studio è una cosa importante, non basta leggere un libro, non capirlo e iniziare a propinare al mondo una serie di inesattezze. Questi stormi di falsi profeti che millantano viaggi lontani e contatti con grandi sciamani sanno un po’ di ridicolo. Uno Sciamano, prima di accettarti nella comunità, ti fa passare le pene dell’inferno, ti mette alla prova, ascolta la tua vibrazione e minimo passano anni e anni prima che ti accolga e ti riveli qualcosa. Oggi assistiamo a soggetti che, in viaggi turistici, o in fuga dall’Interpol, spacciano il loro peregrinare come esplorazioni mistiche o contatti con chissà quale segreta casta esoterica. Magari tutto in 10 giorni di ostelli e mercati locali.
La Gnosi, è una favolosa filosofia che deve essere inserita nel particolare contesto storico, sociale e religioso, in cui è stata sviluppata. Dalla notte dei tempi, si è sempre cercato un antagonista all’energia creatrice che potesse giustificare l’imperfezione della materia e del pianeta. Satana, Lucifero, Demiurgo, Anticristo, Bassetti ecc.. Tutto per non prenderci la responsabilità delle nostre azioni e dell’incapacità di evolvere.
CI SONO ENTITA’ MANIPOLATRICI? ASSOLUTAMENTE SI! L’Universo è pieno di entità che da sempre interferiscono con il genere umano, lo fanno costantemente e continuamente, alcune adorano sentire il contatto con la materia, altre si nutrono di pensieri psichici di bassa frequenza, altre ancora ci ingannano spacciandosi per i nostri cari defunti, angeli, maestri ecc.. Ma solo perchè ci sono queste entità ingannatrici, non vuol dire che il tunnel di luce sia sempre e comunque una trappola.
ALTRO FATTORE CHE SMONTA UNA TEORIA COSI’ APPROSSIMATIVA E’ IL SEGUENTE: Il TEMPO- Tutto avviene in modo contemporaneo, anima defunta e anima reincarnata esistono e coesistono, dunque di cosa stiamo parlando? Con questo spero di aver chiarito una volta per tutte cosa è il tunnel di luce e il processo di reincarnazione!
ENSITIV
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Comune di Alessandria: Avvio del Procedimento di Risoluzione del Contratto per la Gestione dei Cimiteri
Inadempienze e disservizi nella gestione dei cimiteri alessandrini portano il Comune di Alessandria a intraprendere azioni per risolvere il contratto con il concessionario.
Inadempienze e disservizi nella gestione dei cimiteri alessandrini portano il Comune di Alessandria a intraprendere azioni per risolvere il contratto con il concessionario. Il Comune di Alessandria ha annunciato il 31 ottobre 2024 l’avvio di un procedimento di risoluzione del contratto di concessione per la gestione dei cimiteri cittadini. Questa decisione è stata presa a seguito di numerose…
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2 novembre, l’arcivescovo Saba: «Siamo qui a implorare la pace»
Sassari. Ancora una volta il Sacrario militare del cimitero di Sassari ha ospitato la mattina del 2 novembre la cerimonia di commemorazione dei defunti, con la messa concelebrata dall’arcivescovo Gian Franco Saba insieme al cappellano militare del Comando Brigata Sassari, don Pietro Murgia. Nell’omelia, monsignor Saba ha ricordato che «in questa giornata, nella quale facciamo memoria di quanti si…
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*Un pensiero a tutti i nostri cari che ogni giorno ci guardano da lassù…
La Commemorazione dei defunti ha questo duplice senso. Un senso di tristezza: un cimitero è triste, ci ricorda i nostri cari che se ne sono andati, ci ricorda anche il futuro, la morte; ma in questa tristezza, noi portiamo dei fiori, come un segno di speranza, anche, posso dire, di festa, ma più avanti, non adesso. E la tristezza si mischia con la speranza. E questo è ciò che tutti noi sentiamo oggi, in questa celebrazione: la memoria dei nostri cari, davanti alle loro spoglie, e la speranza.*
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Via dell'Arcolaio e il suo tabernacolo
Via dell’Arcolaio conduceva alla Villa dei Filicaia, detta dell’Arcolaio perché la sua pianta somigliava al perimetro di un arcolaio. In via dell’Arcolaio, come sanno quasi tutti, c’è un bellissimo tabernacolo, che risale al Cinquecento.
Fu Baccio Bandinelli a farlo costruire, a sue spese, su un terreno di sua proprietà, forse in memoria dei tanti defunti per la peste del 1348, anche se lo ritengo improbabile, dopo più di un secolo dal terribile accadimento. La tradizione narra che venne eretto in questo luogo, che all’epoca era aperta campagna, perché sembra che proprio qui vi fosse un lazzeretto in cui morirono molte persone di peste nera.
Bargellini invece ci racconta che nei pressi della strada doveva trovarsi un monastero femminile, al quale apparteneva questo grande tabernacolo a loggetta, anticamente in mattoni, oggi intonacato. E’ una struttura tutto sommato di una certa imponenza, quasi una cappella, sulla cui parete di fondo c’era un affresco, di cui il tempo aveva fatto sparire ogni traccia.
E’ rimasto lì, soffocato da palazzi moderni, a narrare una storia antica. Ed è già una fortuna che sia lì a testimoniare il passato: negli anni 60 il terreno su cui sorge e tutta l’area circostante furono acquisiti da un’impresa costruttrice, che realizzò diverse palazzine; il Tabernacolo, pur se sottoposto al vincolo delle Belle Arti, rischiò di venir abbattuto e fu soltanto grazie all’intervento del Comitato per l’Estetica Cittadina che riuscì a rimanere in piedi.
Non soltanto: il nuovo piano urbanistico cittadino prevedeva di far passare la strada alle spalle del Tabernacolo, che quindi avrebbe offerto alla vista il suo lato peggiore. Per questo motivo, venne smontato pezzo per pezzo e rimontato con il fronte che guardava la strada, offrendo il meglio di sé allo sguardo dei passanti.
Al posto dell’affresco originario, di cui niente si sa, vi venne collocato un affresco ottenuto ridipingendo le tracce residue sull’intonaco dello strappo di un affresco di Matteo Roselli, staccato dal chiostro della chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi quando una parte del monastero venne demolita per far spazio a Via della Colonna.
Dopo l’operazione di rotazione, il tabernacolo venne attentamente restaurato; col passare degli anni, il succedersi dei proprietari del terreno, fallimenti e quant’altro, il tabernacolo è stato lasciato all’incuria.
Gabriella Bazzani Read the full article
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Cos'è L’Akasha? È una dimensione vibrazionale di Luce pura dove è custodita la memoria dell’universo. Possiamo immaginarla come un’immensa biblioteca, in cui è registrato tutto quello che esiste nella creazione fin dall’origine. L’akasha quindi è parte di ognuno di noi, dove sono presenti tutte le informazioni passate, presenti e future. Le letture dei registri akashici sono utili per guidare la nostra vita verso situazioni di apprendimento e soluzione. Chiedere una lettura dei propri registri, porre una domanda rispetto a una scelta da fare, soprattutto quando ci sentiamo vulnerabili emotivamente in un particolare momento, ci aiuta a orientarci meglio nella vita e ritrovare la calma. Si narra che ci siano poi dei veri e propri registri akashici su cui è impresso ogni avvenimento di ogni anima di ogni essere senziente che si è incarnato su questo Pianeta. Su questo Archivio sono registrati tutte le situazioni, pensieri, emozioni, parole, intenzioni e azioni di un essere dalla sua separazione dalla Fonte fino al suo ritorno al punto di origine.Le esperienze delle vite passate, i rapporti intessuti e le conclusioni raggiunte, tutto ciò che ci ha portati alla nostra identità attuale è presente nei registri. Inoltre, essi possono rivelare il nostro potenziale futuro, le possibilità vibranti che attendono di essere compiute o modificate in base alla nostra energia e al nostro orientamento attuale. Di fatto, i registri contengono praticamente qualunque cosa potreste voler sapere riguardo a qualsiasi argomento: vibrano di energia e di informazioni infinite sul mondo e su tutto ciò che contiene. A livello personale, contengono le informazioni della nostra storia eterna, del passato, del presente e del futuro. Per il nostro percorso spirituale potrebbe essere importante scoprire quali vite passate influenzino quella attuale, e cosa possiamo fare per cambiare le cose. A volte si presentano esseri cari defunti, a volte è una “voce” non ben definita che risponde alle domande con immensa saggezza. #memoriaspirituale #akàsca @ibrahimcelikkol41 #mondialternativi #energievitali #viteprecedenti #cosmo #viaggiastrali #consapevolezza #italia #istanbul #i̇zmir #a https://www.instagram.com/p/Cb-81bOKd8c/?utm_medium=tumblr
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Questo piccolo dipinto rappresenta, attraverso una scena semplice, un uomo e una donna raccolti in preghiera. L’Angelus appunto, che dà il titolo all’opera, è il nome dato al suono delle campane che, tre volte al giorno, chiamano i cattolici praticanti a recitare una preghiera in memoria dei defunti. I due contadini hanno sospeso il lavoro di raccolta delle patate e deposto tutti gli strumenti necessari come il forcone, il cesto, i sacchi e la carriola, meticolosamente rappresentati sulla tela. L’autore dell’opera raccontò nel 1865:
L’Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l’angelus in memoria dei poveri defunti.
Un ricordo d’infanzia dell’artista quindi diede lo spunto per realizzare questo quadro. In esso non c’è la volontà di celebrare un sentimento religioso, infatti Jean-François Millet non era nemmeno un credente praticante. La scena è ambientata al centro di una vasta e deserta pianura, si scorge solo in lontananza un piccolo campanile, il tutto sotto il cielo rossastro del crepuscolo. Non vediamo il volto dei due contadini perché in ombra, mentre un potente effetto di controluce ne sottolinea i gesti e gli atteggiamenti. Inizialmente commissionato dal magnate americano, Thomas G. Appleton, l’opera fu terminata durante l’estate del 1857.
La tela ebbe un enorme successo popolare. Esposta per la prima volta al pubblico nel 1865, fu rivenduta a diversi collezionisti prima di arrivare nel 1910 al Louvre e infine al d’Orsay nel 1986. Il dipinto ispirò l’artista olandese Van Gogh che ne realizzò una versione e fu al centro delle attenzioni morbose di Salvador Dalì. Il pittore spagnolo era convinto che in realtà l’opera raffigurasse una coppia di genitori in preghiera sulla bara di un bimbo. Arrivò addirittura a chiedere e ottenere una radiografia che in effetti rivelò sotto strati di pittura la sagoma di un parallelepipedo. Un cambio d’idea? Forse proprio la bara, ma ad oggi questa ipotesi ha perso credito. Danneggiata da un folle nel 1932, ma poi restaurata, l’Angelus, nel corso del XX secolo, è diventata una vera icona a livello mondiale.
Jean-François Millet - L’Angelus
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