#preghiera per i defunti
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Festa di Ognissanti: origine, significato e tradizioni del 1° novembre
Scopriamo la storia, il significato e le celebrazioni della Festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi e celebrata il 1° novembre.
Scopriamo la storia, il significato e le celebrazioni della Festa di Ognissanti, dedicata a tutti i Santi e celebrata il 1° novembre. Il 1° novembre si celebra la Festa di Ognissanti, una delle ricorrenze più importanti del calendario liturgico cristiano, dedicata a tutti i Santi, noti e sconosciuti. È una giornata di riflessione e raccoglimento per i credenti, ma anche di festa e celebrazione…
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DA RECITARE IL SABATO
INDULGENZE CONCESSE ALL’ANTICA ORAZIONE “PIETATE TUA”
DA RECITARE PER QUATTRO SABATI CONSECUTIVI_
Papa Leone XII, il 9 Luglio 1828, concesse quaranta giorni di Indulgenza a tutti coloro che reciteranno la seguente Orazione.
Concesse inoltre CENTO ANNI (non giorni!) o cento quarantene, quando si recita tutti i sabati del mese.
PREMESSA:
Che meraviglioso tesoro che la Santa Chiesa ci dona, e con la quale possiamo liberare tantissime Anime dal Purgatorio dalle dolorose sofferenze che patiscono anche per lunghissimi anni!
Un di’ in punto di morte capiremo quali enormi vantaggi avremo ottenuto per la nostra anima, con l’applicazione di tali indulgenze alle Anime Purganti.
ORAZIONE:
Ti preghiamo, o Signore, che Tu voglia nella tua infinita misericordia scioglierci dai nostri peccati, e per l’intercessione della Beatissima Vergine Madre di Dio Maria, degli Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, degnati conservare noi tuoi servi, i nostri paesi e le nostre abitazioni in perfetta santita’; purificare tutti i nostri parenti, amici e conoscenti da ogni peccato, e glorificarli con ogni virtu’; darci la salute e la pace; allontanar da noi tutti i nostri nemici visibili ed invisibili; frenare i desideri della carne, conservare la sanita’ dell’aria, accordare la santa carita’ tanto ai nostri amici, quanto ai nemici; difendere la nostra citta’ ( o paese ); conservare il nostro Sommo Pastore il Papa N.N., tutti i nostri superiori spirituali, i Principi, e difendere da ogni disgrazia tutto il popolo cristiano.
La tua santa benedizione riposi sempre sopra di noi, e a tutti i fedeli defunti concedi la pace perpetua, per Gesù Cristo Nostro Signore.
Così sia.
CONSIDERAZIONI:
Per molti aspetti questa antica Orazione sembra attualissima, ma quello che colpisce in modo particolare sono i CENTO ANNI di Indulgenza concessi a tutti coloro che la reciteranno tutti i sabati del mese.
Se pensiamo che talune anime giacciono da centinaia di anni tra le fiamme del Purgatorio e che puo’ bastare una preghiera come questa, recitata ovviamente nelle condizioni di animo previste dalla Chiesa, a liberarle finalmente da quel luogo di tormento, dovrebbe spronarci a recitarla tutti i sabati ( due minuti appena), ben sapendo poi dell’immenso dono che potremo fare a queste anime cosi’ sofferenti da lunghissimo tempo, e ai benefici che ne ricaveremo per le nostre anime soprattutto nel giorno del giudizio!
PER CHI VOLESSE PREGARLA IN LATINO:
PIETATE tua, quaesumus, Domine, nostrorum solve vincula peccatorum, et intercedente beata semperque Virgine Dei Genetrice Maria cum beato Ioseph ac beatis Apostolis tuis Petro et Paulo et omnibus Sanctis, nos famulos tuos et loca nostra in omni sanctitate custodi; omnes consanguinitate, affinitate ac familiaritate nobis coniunctos a vitiis purga, virtutibus illustra; pacem et salutem nobis tribue; hostes visibiles et invisibiles remove; carnalia desideria repelle: aerem salubrem indulge; amicis et inimicis nostris caritatem largire; Urbem tuam custodi; Pontificem nostrum N. conserva; omnes Praelatos, Principes cunctumque populum christianum ab omni adversitate defende. Benedictio tua sit super nos semper, et omnibus fidelibus defunctis requiem aeternam concede.
Amen
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I suoi primi anni di vita e l'accettazione dell'Islam:
Quando Ali (R.A.) aveva cinque anni, Quraish fu colpito da una siccità che influenzò lo stato economico della Mecca. Quindi, il Profeta (S.A.W.) ha fatto appello a suo zio Al-Abbas per aiutare Abu Talib durante la crisi. Hanno offerto ad Abu Talib di prendersi cura dei suoi figli, poiché Al-Abbas ha scelto di prendersi cura di Jafar e il Profeta (S.A.W.) ha preso Ali (R.A.) e gli ha dato ogni gentilezza e affetto nella sua prima infanzia, che lo hanno influenzato per il resto della sua vita. È cresciuto nella casa del Profeta (S.A.W.) e quando il Profeta ha ricevuto la sua missione, Ali (R.A.) è stato il primo a diventare musulmano fin dalla prima infanzia.
Una volta Ali ibn Abu Talib (R.A.) tornò a casa mentre il Profeta (S.A.W.) e la sua nobile moglie Khadijah (R.A.) stavano pregando. Ali (R.A.) ha chiesto della preghiera, poi il Profeta (S.A.W.) gli ha detto che è la religione giusta da Allah, che richiede di adorare nessun dio all'infuori di Allah. Ali (R.A.) ha detto di non averne mai sentito parlare prima, e deve dirlo a suo padre Abu Talib, ma il Profeta (S.A.W.) gli ha chiesto di mantenere la questione segreta. La mattina dopo Ali (R.A.) andò dal Profeta (S.A.W.) e dichiarò il suo Islam. All'inizio mantenne segreto il suo Islam, temendo da suo padre, ma quando Abu Talib lo riconobbe, approvò il suo e gli chiese di mantenerlo mentre Abu Talib si rifiutò di abbandonare la religione dei suoi defunti padri fino alla sua morte.
Il suo matrimonio con Fatimah (RA):
Ali (R.A.) sposò la figlia più amata del Profeta (S.A.W.), Fatimah (R.A.), una delle migliori donne di tutto il mondo, sua madre era Khadijah Bint Kuwailid (R.A.). Il matrimonio benedetto ebbe luogo a Medina dopo la battaglia di Ohud, poiché Fatimah (R.A.) aveva quindici anni. Pertanto, Ali (RA) ha avuto l'ulteriore onore di essere il padre della progenie del Profeta (SAW) attraverso i suoi figli di Fatimah (RA), Al-Hasan (RA), Al-Husayn (RA), Zainab (RA) e Umm Kulthoom (RA).
Il suo coraggio e la sua lotta per sostenere l'Islam:
Ali (R.A.) era ben noto per il suo coraggio. Ha partecipato a quasi tutte le battaglie contro i miscredenti durante il periodo del Profeta Muhammad (S.A.W.), ad eccezione della battaglia di Tabuk nell'anno 9 dell'Egira, poiché il Profeta (S.A.W.) aveva posto Ali (R.A.) a capo della città.
Oltre ad essere il portabandiera in quelle battaglie, Ali (RA) guidava gruppi di guerrieri in incursioni nelle terre nemiche. Nella battaglia di Badr, sconfisse il campione omayyade Walid Ibn Utba e altri venti soldati politeisti. Ali (RA) era prominente nella battaglia di Uhud, quando il portatore dello stendardo islamico fu martirizzato, fu Ali (RA) che lo sollevò, ma sfidato dal miscredente Talha Ibn Uthman, prontamente Ali (RA) Lo attaccò e cadde a terra. Fu anche Ali (R.A.) che attirò intorno al Profeta (S.A.W.) con altri Compagni, nella battaglia di Uhud, quando gli arcieri abbandonarono i loro posti in cerca di bottino, e nel caos che seguì quando quasi tutti fuggirono, Ali (R.A.) che Allah aveva protetto, rimase fermo accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.).
Nella battaglia della trincea, Ali (R.A.) sconfisse coraggiosamente un leader di spicco dei miscredenti chiamato Amr Ibn Wudd. Nella battaglia di Khaybar, Ali (R.A.) sconfisse il grande comandante ebreo Marhab. Quando l'esercito musulmano non riuscì a conquistare la fortezza ebraica per due volte, il Profeta (S.A.W.), offrì il comando e lo stendardo ad Ali (R.A.). La fortezza si riempì dell'assalto dei musulmani e ottenne la vittoria. Inoltre, Ali (R.A.) fu uno dei Compagni che rimasero incrollabili accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.) nella battaglia di Hunain.
Ali (RA) Durante il Califfato di Abu Bakr (RA):
Dopo la morte del Profeta (S.A.W.), tutti i Compagni (R.A.) giurarono fedeltà ad Abu Bakr (R.A.), eccetto Ali (R.A.), che lo fece in seguito perché era impegnato nell'organizzazione del funerale del Profeta (S.A.W.). Inoltre, aveva giurato sulla morte del Profeta (S.A.W.) che non si sarebbe impegnato in nulla tranne la preghiera fino a quando non avesse completato la compilazione del Corano. Ali (RA) ha dato la sua promessa di lealtà ad Abu Bakr (RA) e lo ha assistito durante tutto il suo Califfato.
Dopo aver terminato la spedizione di Usamah, Abu Bakr (RA) ha inviato Ali (RA) con un gruppo di Compagni per proteggere i confini della città in quel momento critico. Inoltre, Abu Bakr (R.A.) consultò Ali (R.A.) prima di combattere l'apostasia e i romani. Le narrazioni hanno rivelato che il giudice era delegato ad Ali (RA) durante il periodo di Abu Bakr (RA).
Ali (RA) Durante il Califfato di Umar ibn Al-Khattab (RA):
Umar Ibn Al-Khattab (RA) è stato eletto secondo califfo dopo la morte di Abu Bakr (RA). Ali (R.A.) ha promesso la sua fedeltà a Umar (R.A.) e lo ha aiutato come fidato consigliere. Durante il califfato di Umar (RA), l'esercito islamico conquistò l'imperatore romano in Siria, Egitto e Nord Africa. Inoltre, l'esercito islamico conquistò l'imperatore persiano in Iraq, Persia, Khurasan, estendendosi fino ai confini della Turchia e dell'India. Durante tutto il percorso, Umar (R.A.) consultava i saggi Compagni del Profeta (S.A.W.) come Ali (R.A.) e cercava i loro suggerimenti in questioni politiche.
È stato narrato che Ali (RA) è stato colui che ha consigliato a Umar (RA) di impostare Hijra come l'inizio del calendario islamico. Fu Ali (R.A.) a dare consiglio a Umar (R.A.) di andare a Gerusalemme per ricevere la Sacra Moschea dai Romani, mentre Umar (R.A.) mise Ali (R.A.) a capo di Medina. Ali (RA) è stato uno dei consigli elettorali a scegliere il terzo califfo nominato da Umar (RA). Uthman (RA) e Ali (RA) erano i due principali candidati.
Ali (RA) Durante il Califfato di Uthman ibn Affan (RA):
Uthman Ibn Affan (RA) è stato eletto terzo califfo. Ali (RA) ha promesso la sua fedeltà a Uthman (RA) ed è rimasto a Madinah sostenendolo. Ali (R.A.) ha rappresentato un ruolo considerevole durante l'incitamento alla ribellione contro Uthman (R.A.). Ali ha sostenuto Uthman (RA) e lo ha difeso offrendo consigli e affrontando l'opposizione provinciale proveniente dall'Egitto e dall'Iraq. Miravano a sostituire Uthman (RA) con Ali (RA), ma quest'ultimo respinse risolutamente le loro richieste. Così, hanno finto di ritirarsi, ma dopo tre giorni sono tornati a Medina per assediare Uthman (RA) e la sua famiglia. Ali (R.A.) ei suoi figli difesero Uthman (R.A.) ardentemente e avevano lo scopo di combattere i ribelli, ma Uthman (R.A.) rifiutò di uccidere le persone per il suo bene. Fu un'intricata tribolazione nella storia islamica, segnata dall'assassinio di Uthman (R.A.).
Ali Ibn Abi Talib (RA): Il quarto califfo:
Dopo l'uccisione del terzo Califfo Uthman (R.A.), i Compagni del Profeta si sono avvicinati ad Ali (R.A.) chiedendogli di essere Califfo, ha prima declinato la responsabilità di questo grande ufficio, suggerendo di essere un consigliere invece che un capo. Ma alla fine, ha deciso di sottoporre la questione al pubblico musulmano nella Moschea del Profeta, di conseguenza, la stragrande maggioranza dei Compagni a Medina considerava Ali (R.A.) la persona più adatta per essere Califfo dopo Uthman (R.A.). Pertanto, ha accettato di assumersi la responsabilità. Il 25 di Dhul-Hijjah 35H (24 giugno 656 d.C.), le promesse di lealtà furono giurate ad Ali (R.A.).
Diversi problemi dovettero affrontare il nuovo Califfo quando prese il potere. In primo luogo, deve stabilire la pace nello stato e migliorare la situazione politica in deterioramento. In secondo luogo, doveva agire contro gli assassini di Uthman (R.A.).
Lo stato politico di Medina è stato turbato dalla presenza di Abdullah ibn Saba e del suo partito illegale, sostenuto da schiavi – fuggiti dai loro capi – e abitanti dei villaggi. Ali (RA) ha chiesto a tutti i seguaci di Ibn Saba di lasciare Medina e tornare nelle loro regioni. Il partito illegale guidato da Abdullah ibn Saba non ha obbedito all'ordine del Califfo e ha finto di restare lì come suoi amici. Il loro scopo nel restare era creare guai e problemi tra i musulmani. Quando gli ordini del Califfo furono disobbediti, Ali (RA) offrì piena libertà ai Compagni, inclusi Talha e Al-Zubair, che chiedevano di vendicare la morte di Uthman (RA). Presto hanno creduto che fosse impossibile rilevare gli assassini in circostanze così critiche.
Il regno di Ali (RA) è stato notevolmente segnato dal verificarsi di prove e problemi tra i musulmani. Un'attenta lettura della storia islamica ha rivelato che la causa principale di quei disordini era il partito dei Sabiti, sostenuto da schiavi fuggiti e abitanti dei villaggi. Il loro leader Abdullah ibn Saba era ebreo ma finse di convertirsi all'Islam durante il regno di Uthman ibn Affan (RA). L'obiettivo principale di Ibn Saba era dividere i musulmani e diffondere l'anarchia nella società islamica. Ha provocato i musulmani a uccidere Uthman (RA) poiché pensava che Uthman (RA) avesse occupato il seggio di Ali (RA). Era la principale fonte di malizia e rivoluzione durante il regno di Ali (RA).
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il suo martirio:
La notte in cui Ali (R.A.), Ibn Al-Tiyah venne da lui per chiamarlo per la preghiera quando apparve l'alba. In questo momento, Ali (R.A.) era molto reclinato. Quindi è tornato la seconda volta mentre Ali (R.A.) era ancora nella stessa posizione e di nuovo è tornato la terza volta. Dopo la terza volta, Ali (R.A.) si alzò e andò alla moschea. Quando arrivò alla piccola porta, Ibn Muljam balzò fuori e lo colpì.
Ali (R.A.) morì il 17 di Ramadan, 40H (25 gennaio 661 d.C.). Il suo Califfato continuò per cinque anni.
Un anziano dei Quraishi ha riferito che quando Ali (R.A.) è stato colpito da Ibn Muljam, Ali (R.A.) ha detto:
"Sono succeduto dal Signore della Kabah."
Quando Ali (R.A.) è stato colpito, ha avvisato i suoi figli e poi non ha mai detto altre parole se non:
"Non Dio ma Allah"
finché la sua anima non fu presa. È stato lavato dai suoi figli Hasan (RA) e Hussain (RA) e Abdullah Ibn Jafar (RA). Al-Hasan (RA) ha guidato la preghiera funebre per lui.
Rapporti con lo sciismo:
Ali Ibn Abi Talib fondò lo sciismo dopo che gli altri califfi precedenti morirono e collaborò con l'ebreo convertito all'Islam, Abdullah Ibn Saba nonostante esagerava dicendo che era un Dio poi lo maledisse insieme a suoi figli e lo fece uccidere.
Dopo la morte Alì Ibn Abi Talib accettò lo sciismo soltanto perché è molto adorato per i musulmani sciiti e fa miracoli nonostante questo tuttavia Alì Ibn Abi Talib rimane molto legato alle tradizioni del profeta.
Miracoli di Alì Ibn Abi Talib:
L'Imam ali (as) anche
-controlla il vento
-controlla la crescita di ogni pianta
-controlla la pioggia
-brucia gli shiakhan all'inferno
-Controlla il tempo
L'Imam (as) è essenzialmente il guardiano di questo mondo. Lo protegge, se ne prende cura, lo custodisce, gli fornisce la pioggia, la luce, il cibo, ecc.
"Durante la battaglia di Sifeen, l'esercito al comando di Ali non riusciva a trovare acqua. Nelle vicinanze c'era una chiesa e Ali vi si recò per chiedere alle persone che vi si trovavano dove si potesse trovare l'acqua. Gli risposero che l'acqua si poteva trovare solo a diverse miglia di distanza. L'esercito chiese allora ad Ali se potevano andare a bere, Ali disse loro di non preoccuparsi. L'esercito iniziò a viaggiare verso ovest, ma a un tratto si fermò, indicò il terreno e disse all'esercito di iniziare a scavare lì. Cominciarono a scavare e trovarono una grossa pietra; Ali (as) disse loro di sollevare la pietra, ma non ci riuscirono. Ali, allora, estrasse la pietra con la mano e l'acqua fresca cominciò a sgorgare dal terreno. Un sacerdote cristiano stava assistendo all'episodio, si avvicinò ad Ali e gli chiese: "Sei un Profeta?", al che Ali rispose "No", il sacerdote allora chiese "Sei un Angelo?", Ali rispose "No". Il sacerdote allora disse: "Non sei un Profeta o un Angelo, allora cosa sei?". Ali rispose: "Sono un wasi del Sigillo di tutti i Profeti, Muhummud al Mustapha". Il sacerdote allora disse: "Tira fuori la mano, così posso abbracciare l'Islam". Ali gli disse cosa dire (cioè la Shahada) e il sacerdote disse quanto segue: "Testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah. Attesto che Muhummud è il Profeta di Allah e attesto che Ali è il wasi del Profeta Muhummud".
Muhammad dichiarò che nella notte dell'Ascensione, l'Altissimo mi ordinò di chiedere ai profeti del passato per quale motivo erano stati elevati a quel rango, ed essi testimoniarono tutti: "Siamo stati innalzati a causa del tuo Ufficio profetico, dell'Imamato di Ali Ibn Abu Talib e degli Imam della tua posterità". Una voce divina ordinò allora: "Guarda sul lato destro dell'Empireo". Guardai e vidi la somiglianza di Ali, Hasan, Husain, Ali ibn al-Husain, Muhammad Bakir, Jafar as-Sadiq, Musa Kazim, Ali ibn Musa-ar-Reza, Muhammad Taki, Ali Naqi, Hasan Askhari e Mahdi che pregavano in un mare di luce. Questi", disse l'Altissimo, "sono le mie prove, i miei vicegerenti e i miei amici, e l'ultimo di loro si vendicherà dei miei nemici".
Il Profeta dichiarò che quando compì l'Ascensione, gli angeli si informarono in modo particolare su Ali. Quando arrivai", continuò, "al quarto cielo, vidi l'angelo della morte, che disse che era suo compito prendere l'anima di ogni creatura per ordine di Dio; ma nel caso di te e di Ali, dovrò prendere il vostro consenso". Quando arrivai sotto l'Empireo, vidi Ali ibn Abu Talib in piedi e gli dissi: "O Ali, sei arrivato prima di me?" "A chi ti rivolgi", chiese Gabriele. "Mio fratello", risposi. 'Questo non è Ali', disse, 'ma un angelo del Dio Misericordioso, che Egli ha creato a somiglianza di Ali e quando quelli di noi che hanno il privilegio di avvicinarsi alla Divinità desiderano vedere Ali, si recano da questo angelo".
Così Gesù, Mosè e Abramo si informarono su Ali e si congratularono con Maometto per aver lasciato al suo posto un califfo così valido. L'Apostolo raccontò inoltre: "Nella notte di MERAJ, su tutte le tende di luce e su tutti i pilastri dell'Empireo in cui sono giunto, ho visto scritto: "Non c'è altro Dio all'infuori di Allah, Muhammad è l'Apostolo di Dio e Ali ibn Abu Talib è il comandante dei Fedeli".
Aspetto fisico:
Ali era di media altezza. Aveva una testa superba e un viso nobile come l'uomo stesso. Il suo naso era dritto e la sua bocca era splendidamente formata. I suoi occhi erano molto imponenti, pieni di luce e di lucentezza. Nella sua voce c'era una nota di musica. C'era un'aura di spiritualità e un forte magnetismo personale su di lui. In gioventù era bello e pieno di vigore. In età avanzata, divenne corpulento e ingombrante. I capelli grigi della testa lasciarono il posto alla calvizie. La barba, tuttavia, rimase folta e rigogliosa e spesso la tinse di rosso. Era robusto, geniale, caritatevole, meditativo, riservato: un uomo che svettava sulle persone che lo circondavano per le sue capacità intellettuali e spirituali.
Prestavolto per la trama:
-Chethiya Weerakoon
-Bryan Salvadore (pv attuale)
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Alcuni pensieri ed un ricordo speciale per il funerale di nonna Rosina, da parte di tutte/i i suoi nipoti.
In occasioni come questa, forse sarebbe meglio il silenzio. Ogni parola, oltre a perdere contenuto e significato, rischia di essere di troppo. Sì, forse sarebbe meglio il silenzio in questi momenti, in cui la nonna Rosina sembra prenderci per mano e portarci sulla sponda dell’invisibile, dove Lei si trova da mercoledì mattina. Non ci sono parole umane di consolazione, ma ci sono quelle della nostra Fede, altrimenti è come vivere con un orologio senza lancette. E’ come girare a vuoto senza trovare la giusta direzione. La freccia segnaletica per noi è la parola di Gesù Risorto, che abbiamo ascoltata nel Vangelo: “Chi crede in me, anche se morto vivrà”. Anche se morto…. Una speranza che è una certezza, che si identifica con l’amore fedelissimo di Dio per ognuno di noi. Un amore, il Suo, in grado di compiere quello che tutti noi desideriamo: far vivere per sempre le persone, come la cara, tanto cara, nonna Rosina, cui vogliamo un bene incommensurabile. Per questo, se ci pensiamo bene, a proposito dei nostri defunti non dovremmo mai usare l’imperfetto “era...…” ma il presente “è”!!! Per un cristiano, in realtà, la morte non esiste, perché appena chiude gli occhi a questa vita, li apre all’infinito di Dio. La morte è una porta buia, ma per chi crede, è una porta che dà su un mondo di Luce. Una porta aperta da Maria, guardiana della nostra ultima ora. Lei è stata vicina all’ultimo respiro del Figlio in croce e lo sarà anche accanto alla nostra carissima nonna Rosina.
Ecco perché se è vero che la Fede non toglie il dolore, però è anche altrettanto vero che abilita chi soffre a vivere la morte della persona cara con atteggiamento e prospettive diverse. La sofferenza assume i lineamenti timidi, ma forti della serenità interiore. C’è poi il gran mezzo della preghiera, come il Rosario, e ancor più, la partecipazione alla Messa, che ci mettono in forte comunione con quei nostri cari, che si sono trasferiti presso Dio, ma che continuano ad abitare con noi. E’ vicina a tutti noi, che Le siamo sempre stati tanto affezionati e riconoscenti. Lei ha sempre avuto un grande amore e una grande e benevole attenzione nei confronti di tutti noi suoi nipoti !!!
Sicuramente in queste ore la nostra mente è affollata di ricordi e di gesti della cara "nonnina" , Rosina, che ci ha lasciato degli insegnamenti, più con l’esempio che con le parole, ancorati a valori umani e religiosi. Il modo più bello di ricordarla è l’impegno a farli nostri. La vita di persone come nonna Rosina è stata come un’omelia muta che parla al cuore.
Nonna Rosina, ne siamo certi e sicuri, si trova nell’abbraccio inesprimibile e splendido di Dio e senta anche il nostro, forte, fortissimo… abbraccio. Nonna cara, sei e sarai sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi speciali !!!
Tutti i tuoi cari nipoti Daniela, Martina, Emanuela, Vincenzo, Mara, Laura e Luca.
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\La preghiera cristiana non è l’uomo che da un capo del telefono parla a Dio all’altro capo, no, è Dio che prega in noi\Preghiamo Dio per mezzo di Dio\Pregare è mettersi dentro Dio e che Dio entri dentro di noi\In questi giorni, abbracciamo con essa tutti i defunti, soprattutto le vittime delle guerre, dell’ingiustizia e delle calamità\Tutti incoraggio a vivere la quotidianità in fedeltà al Vangelo, sorretti dalla fede e dalla speranza\Papa Francesco\UdienzaGenerale\
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Ma tutta sta gente che rompe le... su Halloween perché non si mette a studiare?
Halloween è la contrazione di "All hallows' eve" che significa "vigilia di Ognissanti".
La festa si chiamava Samhain ed era il capodanno antico. In tutta Europa si festeggiava con vari nomi e tutti erano legati ad un culto dei defunti.
Da dove arrivano secondo voi i dolci tradizionali di questo periodo dell'anno?
Da chi hanno preso i cristiani l'uso di accendere luci e fiamme per i defunti? Dal loro precedente culto pagano in cui il cristianesimo ha trovato qualcosa di positivo.
Qui non posso fare tutta la lezione che tengo a scuola, ma smettiamo di tormentare chi festeggia Halloween perché Halloween è una nostra festa.
Vedetela così...
Il 31 ottobre Halloween è il modo laico di esorcizzare la morte e la paura, l'1 novembre la festa dei Santi è la festa della chiesa per festeggiare i santi (i cristiani, le anime del purgatorio e le anime del paradiso) e il 2 novembre è la preghiera per i defunti di cui non conosciamo il destino.
È un bel triduo!
Festeggiate Halloween se volete... il male non è nella festa, ma nel cuore dell'uomo.
Chissà quanti festeggiano il 1° in realtà sono demoni che spargono divisione.
Buon Halloween, buona festa dei Santi è commemorazione dei fedeli defunti.
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Un ponte tra il tempo e l'eternità
La Chiesa celebra il 1° novembre la Solennità di Tutti i Santi, una ricorrenza che affonda le radici nella storia antica e che, nel corso dei secoli, si è arricchita di significati sempre nuovi. Originariamente legata a culti pagani e successivamente cristianizzata, questa festa ci invita a riflettere sulla comunione dei santi, sull’importanza della preghiera per i defunti e sulla speranza nella…
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[URBEX] R.I.P VIDEO - N'hésites pas à t'abonner à ma chaîne et activer les notifications 🔔pour être informé de mes prochaines explorations et découvertes! Feel free to subscribe my channel and activate notifications 🔔to be aware about my next explorations and discoveries! The letters are the initials of the phrase “requiescat in pace”, which means “may he rest in peace”. It comes from the Catholic prayer for the dead pronounced during the requiem mass. If the acronym is essentially used by anglophones, it comes from the similarity of the three identical initials “Rest in peace”. Les lettres sont les initiales de la phrase «requiescat in pace», qui signifie «qu’il repose en paix». Requiescat in pace est une locution latine. Elle est issue de la prière catholique pour les défunts prononcée lors de la messe de requiem. Si l’acronyme est essentiellement employé par les anglophones, cela vient de la similitude des trois initiales identique «Rest in peace». Le lettere sono le iniziali della frase «requiescat in pace», che significa «riposa in pace». Requiescat in pace è una locuzione latina. È il risultato della preghiera cattolica per i defunti pronunciata durante la messa di requiem. Se l'acronimo è utilizzato essenzialmente dagli anglofoni, ciò deriva dalla somiglianza delle tre iniziali identiche «Rest in peace». Las letras son las iniciales de la frase «requiescat in pace», que significa «que descanse en paz». Requiescat in pace es una expresión latina. Procede de la oración católica por los difuntos pronunciada durante la misa de réquiem. Si el acrónimo es utilizado principalmente por hablantes de inglés, esto se debe a la similitud de las tres iniciales idénticas «Rest in peace». As letras são as iniciais da frase «requiescat in pace», que significa «descansa em paz». Ela é resultado da oração católica para os falecidos pronunciada na missa de requiem. Se o acrónimo é utilizado essencialmente pelos anglófonos, provém da semelhança das três iniciais idênticas «Rest in peace». Litery są inicjałami wyrażenia “ requiescat w tempie ”, co oznacza “ niech spoczywa w pokoju ”. Pochodzi z katolickiej modlitwy za zmarłych, ogłoszonej podczas mszy Requiem. Jeśli akronim jest zasadniczo używany przez anglofony, pochodzi on z podobieństwa trzech identycznych inicjałów “ Spoczywaj w pokoju ”. Die Buchstaben sind die Initialen des Satzes «requiescat in pace», was bedeutet «dass er in Frieden ruht». Requiescat in pace ist eine lateinische Sprache. Sie entstand aus dem katholischen Gebet für die Verstorbenen, das in der Requiem-Messe gehalten wurde. Wenn das Akronym hauptsächlich von englischsprachigen Menschen verwendet wird, liegt es an der Ähnlichkeit der drei identischen Initialen «Rest in peace». Буквы являются инициалами фразы "требовательный темп", что означает "покойся с миром". Это происходит от католической молитвы за мертвых, произнесенной во время заупокойной мессы. Если акроним по существу используется англоязычными, то он вытекает из сходства трех идентичных инициалов "Покойся с миром". Retrouvez-moi sur les réseaux / Follow me for daily content: 👍 Facebook: Urbex Guy Clement https://www.facebook.com/profile.php?... 👉 Youtube URBEX Guy Clément https://www.youtube.com/channel/UCNhQ... 📸 Instagram: @abandoned.urbex.world https://www.instagram.com/abandoned.u... 🎵TikTok: @urbexguyclement https://www.tiktok.com/@urbexguycleme... 🐦Twitter: @GuyPellegrin https://twitter.com/GuyPellegrin #abandoned #rip #urbex
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..ecco là io vedo mio padre, ecco io là vedo mia madre le mie sorelle e i miei fratelli, ecco là io vedo tutti i miei parenti defunti dal principio alla fine, ecco ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala del Walhalla, dove l'impavido può vivere per sempre.. (La preghiera dei Normanni)
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Nell’antichità il MEMENTO MORI era un piccolo teschio (cranio) che spesso veniva inserito nelle corone del rosario a ricordare la fugacità del tempo, la caducità della vita umana; un simbolo, peraltro, molto utilizzato nel periodo quaresimale, in particolar modo il mercoledì delle ceneri.
Il massimo sviluppo simbolico del #MementoMori lo si ebbe nella pittura sacra seicentesca, dove al fianco dei grandi santi comparivano spesso dei teschi a rimarcare il concetto del tempus fugit.
Abbiamo voluto riportare in vita questa antica tradizione facendo produrre dei piccoli teschi che, volendo, si possono collegare alle proprie corone del rosario mediante una semplice catenella a pallini corredata di un moschettone (vd. foto di esempio).
Collegando il Memento Mori alla vostra corona del rosario, ve lo ritroverete tra le dita durante la recita del Santo Rosario: potrete approfittare di quel momento per ricordare nella preghiera i vostri cari defunti, come pure per invocare la grazia di una “buona morte“, di una morte santa.
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Quesito Buongiorno p. Angelo, ho letto sul sito tutte le risposte in merito alla cremazione e dispersione in natura. Mia madre ha chiesto entrambe le cose. Ora vorrei chiederLe se a parte una preghiera al momento della dispersione ci sono altre pie pratiche o preghiere fa fare. (anche per la dispersione si deve dare una notifica alle pubbliche autorità) Grazie. cordiali saluti. s.b. Risposta del sacerdote Carissima, 1. la Chiesa preferisce la sepoltura dei corpi, sebbene acconsenta alla loro cremazione. 2. E questo per quattro motivi menzionati dall'Istruzione Ad resurgendum cum Christo della Congregazione per la dottrina della fede, che porta la data del 15 agosto 2016. 1) “Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne”. 2) “Intende mettere in rilievo l’alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia” 3) “Inoltre, la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo sono diventati tempio dello Spirito Santo e dei quali, come di strumenti e di vasi, si è santamente servito lo Spirito per compiere tante opere buone”. 4) Infine la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi". 3. In questa Istruzione viene ricordato che proprio attraverso la sepoltura dei corpi nei cimiteri, nelle chiese o nelle aree ad esse adibite, è stata tenuta desta la comunione tra i vivi e i defunti. Nello stesso tempo si è ovviato al pericolo di nascondere un evento al quale tutti dobbiamo prepararci. Ugualmente si rimedia ad un altro pericolo qual è quello di privatizzare la morte di una persona cara, dimenticando la dimensione sociale ed ecclesiale di ogni persona per la cui nascita ci si è rallegrati, con la quale si è vissuti insieme, che è stata partecipe della gioia e del dolore degli altri, della quale si è fruito del suo apporto e alla quale ci si è donati. 4. Privilegiando dunque la sepoltura o l’inumazione, tuttavia “laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che non deve essere contraria alla volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto, la Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l’anima e non impedisce all’onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l’oggettiva negazione della dottrina cristiana sull’immortalità dell’anima e la risurrezione dei corpi”. La cremazione è vietata solo nel caso in cui venga “scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana”. 5. Fatta la cremazione per ragioni legittime, “le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica. 6. La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose. 7. Conseguentemente l’Istruzione dichiara: “Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita”. Vi si legge inoltre: “Non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di proced
ere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione”. Questo per evitare di pensare che con la morte finisca tutto e venga troncato il rapporto con i vivi. 8. Sarebbe stato bello se l’Istruzione avesse ricordato l’importanza del sepolcro e della preziosità di essere sepolti in un luogo sacro. A questa lacuna supplisce San Tommaso ricordando l'importanza del monumento funebre, anche se la parola monumento dà l'impressione di qualcosa di grandioso, mentre è sufficiente un sepolcro, un loculo. Dice testualmente: “Tale pratica giova ai morti perché chi guarda i sepolcri ricorda i defunti e prega per loro” (Somma teologica, Supplemento, 71,11). “la sepoltura in luogo sacro giova al defunto: poiché si deve credere che il morto stesso, o un altro, nello scegliere la sepoltura del corpo in un luogo sacro affidi l'anima alla protezione e alle preghiere di qualche santo; e anche al patrocinio di quanti sono addetti a quella chiesa, in quanto pregano spesso per i morti tumulati presso di loro”. In passato i cimiteri venivano legati al nome di qualche santo, soprattutto martire. Con questo si intendeva affidare le anime dei defunti all'intercessione del santo patrono del cimitero. Oggi vi supplisce l'intercessione del santo patrono di quel territorio o di quella parrocchia. Ora disperderli per l'aria o nell'acqua del mare significa sottrarli alla speciale intercessione dei santi protettori di quel luogo sacro. Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene. Padre Angelo
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I suoi primi anni di vita e l'accettazione dell'Islam:
Quando Ali (R.A.) aveva cinque anni, Quraish fu colpito da una siccità che influenzò lo stato economico della Mecca. Quindi, il Profeta (S.A.W.) ha fatto appello a suo zio Al-Abbas per aiutare Abu Talib durante la crisi. Hanno offerto ad Abu Talib di prendersi cura dei suoi figli, poiché Al-Abbas ha scelto di prendersi cura di Jafar e il Profeta (S.A.W.) ha preso Ali (R.A.) e gli ha dato ogni gentilezza e affetto nella sua prima infanzia, che lo hanno influenzato per il resto della sua vita. È cresciuto nella casa del Profeta (S.A.W.) e quando il Profeta ha ricevuto la sua missione, Ali (R.A.) è stato il primo a diventare musulmano fin dalla prima infanzia.
Una volta Ali ibn Abu Talib (R.A.) tornò a casa mentre il Profeta (S.A.W.) e la sua nobile moglie Khadijah (R.A.) stavano pregando. Ali (R.A.) ha chiesto della preghiera, poi il Profeta (S.A.W.) gli ha detto che è la religione giusta da Allah, che richiede di adorare nessun dio all'infuori di Allah. Ali (R.A.) ha detto di non averne mai sentito parlare prima, e deve dirlo a suo padre Abu Talib, ma il Profeta (S.A.W.) gli ha chiesto di mantenere la questione segreta. La mattina dopo Ali (R.A.) andò dal Profeta (S.A.W.) e dichiarò il suo Islam. All'inizio mantenne segreto il suo Islam, temendo da suo padre, ma quando Abu Talib lo riconobbe, approvò il suo e gli chiese di mantenerlo mentre Abu Talib si rifiutò di abbandonare la religione dei suoi defunti padri fino alla sua morte.
Il suo matrimonio con Fatimah (RA):
Ali (R.A.) sposò la figlia più amata del Profeta (S.A.W.), Fatimah (R.A.), una delle migliori donne di tutto il mondo, sua madre era Khadijah Bint Kuwailid (R.A.). Il matrimonio benedetto ebbe luogo a Medina dopo la battaglia di Ohud, poiché Fatimah (R.A.) aveva quindici anni. Pertanto, Ali (RA) ha avuto l'ulteriore onore di essere il padre della progenie del Profeta (SAW) attraverso i suoi figli di Fatimah (RA), Al-Hasan (RA), Al-Husayn (RA), Zainab (RA) e Umm Kulthoom (RA).
Il suo coraggio e la sua lotta per sostenere l'Islam:
Ali (R.A.) era ben noto per il suo coraggio. Ha partecipato a quasi tutte le battaglie contro i miscredenti durante il periodo del Profeta Muhammad (S.A.W.), ad eccezione della battaglia di Tabuk nell'anno 9 dell'Egira, poiché il Profeta (S.A.W.) aveva posto Ali (R.A.) a capo della città.
Oltre ad essere il portabandiera in quelle battaglie, Ali (RA) guidava gruppi di guerrieri in incursioni nelle terre nemiche. Nella battaglia di Badr, sconfisse il campione omayyade Walid Ibn Utba e altri venti soldati politeisti. Ali (RA) era prominente nella battaglia di Uhud, quando il portatore dello stendardo islamico fu martirizzato, fu Ali (RA) che lo sollevò, ma sfidato dal miscredente Talha Ibn Uthman, prontamente Ali (RA) Lo attaccò e cadde a terra. Fu anche Ali (R.A.) che attirò intorno al Profeta (S.A.W.) con altri Compagni, nella battaglia di Uhud, quando gli arcieri abbandonarono i loro posti in cerca di bottino, e nel caos che seguì quando quasi tutti fuggirono, Ali (R.A.) che Allah aveva protetto, rimase fermo accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.).
Nella battaglia della trincea, Ali (R.A.) sconfisse coraggiosamente un leader di spicco dei miscredenti chiamato Amr Ibn Wudd. Nella battaglia di Khaybar, Ali (R.A.) sconfisse il grande comandante ebreo Marhab. Quando l'esercito musulmano non riuscì a conquistare la fortezza ebraica per due volte, il Profeta (S.A.W.), offrì il comando e lo stendardo ad Ali (R.A.). La fortezza si riempì dell'assalto dei musulmani e ottenne la vittoria. Inoltre, Ali (R.A.) fu uno dei Compagni che rimasero incrollabili accanto al Profeta Muhammad (S.A.W.) nella battaglia di Hunain.
Ali (RA) Durante il Califfato di Abu Bakr (RA):
Dopo la morte del Profeta (S.A.W.), tutti i Compagni (R.A.) giurarono fedeltà ad Abu Bakr (R.A.), eccetto Ali (R.A.), che lo fece in seguito perché era impegnato nell'organizzazione del funerale del Profeta (S.A.W.). Inoltre, aveva giurato sulla morte del Profeta (S.A.W.) che non si sarebbe impegnato in nulla tranne la preghiera fino a quando non avesse completato la compilazione del Corano. Ali (RA) ha dato la sua promessa di lealtà ad Abu Bakr (RA) e lo ha assistito durante tutto il suo Califfato.
Dopo aver terminato la spedizione di Usamah, Abu Bakr (RA) ha inviato Ali (RA) con un gruppo di Compagni per proteggere i confini della città in quel momento critico. Inoltre, Abu Bakr (R.A.) consultò Ali (R.A.) prima di combattere l'apostasia e i romani. Le narrazioni hanno rivelato che il giudice era delegato ad Ali (RA) durante il periodo di Abu Bakr (RA).
Ali (RA) Durante il Califfato di Umar ibn Al-Khattab (RA):
Umar Ibn Al-Khattab (RA) è stato eletto secondo califfo dopo la morte di Abu Bakr (RA). Ali (R.A.) ha promesso la sua fedeltà a Umar (R.A.) e lo ha aiutato come fidato consigliere. Durante il califfato di Umar (RA), l'esercito islamico conquistò l'imperatore romano in Siria, Egitto e Nord Africa. Inoltre, l'esercito islamico conquistò l'imperatore persiano in Iraq, Persia, Khurasan, estendendosi fino ai confini della Turchia e dell'India. Durante tutto il percorso, Umar (R.A.) consultava i saggi Compagni del Profeta (S.A.W.) come Ali (R.A.) e cercava i loro suggerimenti in questioni politiche.
È stato narrato che Ali (RA) è stato colui che ha consigliato a Umar (RA) di impostare Hijra come l'inizio del calendario islamico. Fu Ali (R.A.) a dare consiglio a Umar (R.A.) di andare a Gerusalemme per ricevere la Sacra Moschea dai Romani, mentre Umar (R.A.) mise Ali (R.A.) a capo di Medina. Ali (RA) è stato uno dei consigli elettorali a scegliere il terzo califfo nominato da Umar (RA). Uthman (RA) e Ali (RA) erano i due principali candidati.
Ali (RA) Durante il Califfato di Uthman ibn Affan (RA):
Uthman Ibn Affan (RA) è stato eletto terzo califfo. Ali (RA) ha promesso la sua fedeltà a Uthman (RA) ed è rimasto a Madinah sostenendolo. Ali (R.A.) ha rappresentato un ruolo considerevole durante l'incitamento alla ribellione contro Uthman (R.A.). Ali ha sostenuto Uthman (RA) e lo ha difeso offrendo consigli e affrontando l'opposizione provinciale proveniente dall'Egitto e dall'Iraq. Miravano a sostituire Uthman (RA) con Ali (RA), ma quest'ultimo respinse risolutamente le loro richieste. Così, hanno finto di ritirarsi, ma dopo tre giorni sono tornati a Medina per assediare Uthman (RA) e la sua famiglia. Ali (R.A.) ei suoi figli difesero Uthman (R.A.) ardentemente e avevano lo scopo di combattere i ribelli, ma Uthman (R.A.) rifiutò di uccidere le persone per il suo bene. Fu un'intricata tribolazione nella storia islamica, segnata dall'assassinio di Uthman (R.A.).
Ali Ibn Abi Talib (RA): Il quarto califfo:
Dopo l'uccisione del terzo Califfo Uthman (R.A.), i Compagni del Profeta si sono avvicinati ad Ali (R.A.) chiedendogli di essere Califfo, ha prima declinato la responsabilità di questo grande ufficio, suggerendo di essere un consigliere invece che un capo. Ma alla fine, ha deciso di sottoporre la questione al pubblico musulmano nella Moschea del Profeta, di conseguenza, la stragrande maggioranza dei Compagni a Medina considerava Ali (R.A.) la persona più adatta per essere Califfo dopo Uthman (R.A.). Pertanto, ha accettato di assumersi la responsabilità. Il 25 di Dhul-Hijjah 35H (24 giugno 656 d.C.), le promesse di lealtà furono giurate ad Ali (R.A.).
Diversi problemi dovettero affrontare il nuovo Califfo quando prese il potere. In primo luogo, deve stabilire la pace nello stato e migliorare la situazione politica in deterioramento. In secondo luogo, doveva agire contro gli assassini di Uthman (R.A.).
Lo stato politico di Medina è stato turbato dalla presenza di Abdullah ibn Saba e del suo partito illegale, sostenuto da schiavi – fuggiti dai loro capi – e abitanti dei villaggi. Ali (RA) ha chiesto a tutti i seguaci di Ibn Saba di lasciare Medina e tornare nelle loro regioni. Il partito illegale guidato da Abdullah ibn Saba non ha obbedito all'ordine del Califfo e ha finto di restare lì come suoi amici. Il loro scopo nel restare era creare guai e problemi tra i musulmani. Quando gli ordini del Califfo furono disobbediti, Ali (RA) offrì piena libertà ai Compagni, inclusi Talha e Al-Zubair, che chiedevano di vendicare la morte di Uthman (RA). Presto hanno creduto che fosse impossibile rilevare gli assassini in circostanze così critiche.
Il regno di Ali (RA) è stato notevolmente segnato dal verificarsi di prove e problemi tra i musulmani. Un'attenta lettura della storia islamica ha rivelato che la causa principale di quei disordini era il partito dei Sabiti, sostenuto da schiavi fuggiti e abitanti dei villaggi. Il loro leader Abdullah ibn Saba era ebreo ma finse di convertirsi all'Islam durante il regno di Uthman ibn Affan (RA). L'obiettivo principale di Ibn Saba era dividere i musulmani e diffondere l'anarchia nella società islamica. Ha provocato i musulmani a uccidere Uthman (RA) poiché pensava che Uthman (RA) avesse occupato il seggio di Ali (RA). Era la principale fonte di malizia e rivoluzione durante il regno di Ali (RA).
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il regno di Ali (RA) non comprendeva nuove conquiste, ma caratterizzato da realizzazioni civili e culturali come; l'organizzazione della polizia, la costruzione del tribunale arbitrale e la costruzione delle carceri. Inoltre, Ali (RA) ha trasferito la capitale del Califfato da Medina a Kufah in Iraq, a causa della sua posizione strategica al centro del paese islamico in quel momento. Kufah prosperò quando furono istituite le scuole di giurisprudenza e grammatica. Inoltre, Ali diede ordine di fornire per la prima volta le lettere del Sacro Corano con segni vocalici.
Il suo martirio:
La notte in cui Ali (R.A.), Ibn Al-Tiyah venne da lui per chiamarlo per la preghiera quando apparve l'alba. In questo momento, Ali (R.A.) era molto reclinato. Quindi è tornato la seconda volta mentre Ali (R.A.) era ancora nella stessa posizione e di nuovo è tornato la terza volta. Dopo la terza volta, Ali (R.A.) si alzò e andò alla moschea. Quando arrivò alla piccola porta, Ibn Muljam balzò fuori e lo colpì.
Ali (R.A.) morì il 17 di Ramadan, 40H (25 gennaio 661 d.C.). Il suo Califfato continuò per cinque anni.
Un anziano dei Quraishi ha riferito che quando Ali (R.A.) è stato colpito da Ibn Muljam, Ali (R.A.) ha detto:
"Sono succeduto dal Signore della Kabah."
Quando Ali (R.A.) è stato colpito, ha avvisato i suoi figli e poi non ha mai detto altre parole se non:
"Non Dio ma Allah"
finché la sua anima non fu presa. È stato lavato dai suoi figli Hasan (RA) e Hussain (RA) e Abdullah Ibn Jafar (RA). Al-Hasan (RA) ha guidato la preghiera funebre per lui.
Fondazione dello sciismo:
Ali Ibn Abi Talib e Muawiya litigarono tra di loro per motivi politici,spirituali e invidia, Ali era più buono e generoso mentre Muawiya più prepotente,corrotto,testardo e un peccatore, ci furono tanti litigi e difficoltà di pacificazione, alla fine Ali ibn Abi Talib fu assassinato dal kharigita
Abd al-Rahman ibn Muljam ma Muawiya non c'entra nulla con l'omicidio.
Il profeta Maometto avrebbe supportato suo genero e suo cugino Ali ibn Abi Talib, gettato in prigione Muawiya,decapitato oppure esorcizzato e purificato miracolosamente quando riusciva.
I musulmani sciiti iniziano a esistere con la morte del quarto califfo Ali ibn Abi Talib,con i suoi figli Hassan e Husayn con i loro discendenti.
Miracoli di Ali ibn Abi Talib:
-Quando nacque Ali, sua madre Fatima Bint Asad gli diede il nome del padre Asad. Abu Talib non era d'accordo con lei e disse: "O Fatima! Andiamo sulle colline di Qubais e invochiamo Allah (alcuni cronisti dicono che disse di andare alla Masjidu'l-Haram). Egli potrebbe dirci il nome di questo bambino". Era notte quando raggiunsero le colline di Abu Qubais (o la Masjidu'l-Haram) e iniziarono le loro invocazioni. Abu Talib pregò: "O Creatore di questa notte buia e della luna luminosa, facci conoscere la Tua volontà riguardo al nome di questo bambino".
In quel momento una voce giunse dal cielo. Quando Abu Talib alzò la testa, vide una tavoletta come un gioiello verde, con quattro righe scritte sopra. Prese la tavoletta e se la strinse al petto. Quando la lesse, vi trovò scritti questi versetti: "Vi ho conferito un onore speciale dandovi un figlio puro e distinto. Gli è stato dato il nome di 'Ali' da parte di Allah. Esso deriva da 'Ali' (l'Eccelso)".
-Abu Talib ne fu immensamente soddisfatto e si prostrò davanti ad Allah. In segno di ringraziamento per questo grande evento, sacrificò dieci cammelli. Appese la tavoletta nella Masjidu'l-Haram. I Bani Hashim ne andavano fieri davanti ai Quraish. La tavoletta rimase appesa lì finché non scomparve durante la guerra tra Abdullah Ibn Zubair e Hajjaj.
-Durante la battaglia di Sifeen, l'esercito al comando di Ali non riuscì a trovare acqua. Nelle vicinanze c'era una chiesa e Ali vi si recò per chiedere alle persone all'interno dove si potesse trovare l'acqua. Gli risposero che l'acqua si poteva trovare solo a diverse miglia di distanza. L'esercito chiese allora ad Ali se potevano andare a bere, Ali disse loro di non preoccuparsi. L'esercito iniziò a viaggiare verso ovest, ma a un tratto si fermò, indicò il terreno e disse all'esercito di iniziare a scavare lì. Cominciarono a scavare e trovarono una grossa pietra; Ali (as) disse loro di sollevare la pietra, ma non ci riuscirono. Ali, allora, estrasse la pietra con la mano e l'acqua fresca cominciò a sgorgare dal terreno. Un sacerdote cristiano stava assistendo all'episodio, si avvicinò ad Ali e gli chiese: "Sei un Profeta?", al che Ali rispose "No", il sacerdote allora chiese "Sei un Angelo?", Ali rispose "No". Il sacerdote allora disse: "Non sei un Profeta o un Angelo, allora cosa sei?". Ali rispose: "Sono un wasi del Sigillo di tutti i Profeti, Muhummud al Mustapha". Il sacerdote allora disse: "Tira fuori la mano, così posso abbracciare l'Islam". Ali gli disse cosa dire (cioè la Shahada) e il sacerdote disse quanto segue: "Testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah. Attesto che Muhummud è il Profeta di Allah e attesto che Ali è il wasi del Profeta Muhummud".
-Può svegliare i morti
-può parlare ai morti ed essi gli rispondono
- può parlare al sole e questo gli obbedisce per volontà di Allah
- può mostrare un grande potere ed è l'uomo più forte mai creato fisicamente
- può leggere la mente delle persone
- può comprendere tutte le lingue del mondo, compreso il linguaggio degli animali
Aspetto fisico:
Ali era di media altezza. Aveva una testa superba e un viso nobile come l'uomo stesso. Il suo naso era dritto e la sua bocca era splendidamente formata. I suoi occhi erano molto imponenti, pieni di luce e di lucentezza. Nella sua voce c'era una nota di musica. C'era un'aura di spiritualità e un forte magnetismo personale su di lui. In gioventù era bello e pieno di vigore. In età avanzata, divenne corpulento e ingombrante. I capelli grigi della testa lasciarono il posto alla calvizie. La barba, tuttavia, rimase folta e rigogliosa e spesso la tinse di rosso. Era robusto, geniale, caritatevole, meditativo, riservato: un uomo che svettava sulle persone che lo circondavano per le sue capacità intellettuali e spirituali.
Prestavolto per la trama:
-Chethiya Weerakoon
-Bryan Salvadore (pv attuale)
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Preghiere per i defunti
Preghiere per i defunti
PREGHIERA PER I GIOVANI DEFUNTI Signore Gesù,prima delle nostre paroleè giunto a te il nostro silenzio.Muti per la morte di giovani e ragazzi,abbiamo condiviso il dolore e le lacrimedei familiari sottoposti ad una così dura prova. Ora, Signore, ci stringiamo attorno alla crocesulla quale tu, poco più che trentenne,sei stato inchiodato.Ti contempliamo carico dei nostri dolori,ma col cuore…
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Chiesa del Purgatorio
La Chiesa Ducale del Purgatorio, Santa Maria del Suffragio, è stata costruita come cappella funeraria della famiglia Orsini tra il 1649 e il 1654, grazie ai duchi di Gravina, Don Ferdinando II Orsini e sua moglie Donna Giovanna Frangipane della Tolfa, genitori del Papa Benedetto XIII.
Il Santuario è a una navata con sette altari. Tra i numerosi quadri, si alza la grande pala d'altare sull'altare maggiore raffigurante la Madonna del Suffragio, opera di Francesco Guarino. La cappella dell’Annunciazione ospita il monumento sepolcrale di Ferdinando III Orsini. Sempre nella Chiesa, è presente un pulpito ligneo del Settecento e un organo realizzato nel 1790 ad opera di Benedetto De Rosa.
La Chiesa del Purgatorio è una perla dell’architettura religiosa posta all’imbocco della Piazza della Cattedrale per chi vi giunge da Porta San Michele. Appartiene ad una specifica categoria di edifici di culto cattolico, quella dei Monti del Suffragio, di cui si riscontra la presenza in numerose altre città in Puglia. Si tratta di Chiese dedicate al culto dei morti: le preghiere e le Sante Messe sono finalizzate alla salvezza delle anime dei defunti, assegnando al Monte del Suffragio una funzione mediatrice tra la devozione dei fedeli viventi e la conquista del regno Celeste da parte dei passati a miglior vita.
All’esterno si impone allo sguardo il portale dall’evidente impatto allegorico sormontato dai due scheletri semisdraiati, in atto, forse, del suono dell’angelica tromba della risurrezione finale. Le colonne ai lati del portone sono sostenute da orsi, il simbolo della famiglia Orsini.
Nella facciata della Chiesa si possono leggere due iscrizioni che riportano chiaramente al memento mori: “Quod tu es ego fui” Ero quello che sei, “Tu eris quod ego sum” Sarai quello che sono. Ai lati del tempio ci sono anche due insegne sormontate da Cherubini e con teschi pendenti che annunciano: “Breves dies hominis” e “Via universae carnis”, cioè I giorni dell'uomo sono brevi e Via di ogni carne. Riferendosi a che tutti percorreremo la strada della morte verso il giudizio.
Donna Giovanna fu la capostipite della costruzione, la Duchessa al suo passo lasciò concrete preziose testimonianze del proprio livello culturale con opere e architetture che costituiscono oggi l’identità di Gravina.
La Piazza Benedetto XIII rappresenta l’impronta della nobildonna del Seicento che riqualificò quel luogo aperto a strapiombo sul burrone con la costruzione della Chiesa del Sacro Monte del Suffragio, Chiesa del Purgatorio. In seguito la nobildonna avrebbe arricchito la piazza, sul lato opposto, con l’erezione della cappella di pertinenza del Monastero delle Domenicane, di cui sarebbe diventata la Badessa.
Voglio riportare peraltro, l’intensa agitazione d’anima che invase Donna Giovanna. Rimasta sola, prematura vedova e madre di sei figli tutti assegnati alla vita religiosa, divenne la donna con più potere della regione. Si dedicò con tutte le sue forze ad azioni caritatevoli e alla preghiera, maturando pian piano il desiderio di dedicarsi totalmente al Signore. La mattina del 21 novembre 1676 si confessò e assistette alla messa nella Chiesa di San Domenico, poi si recò nella Cattedrale dove restò a lungo in contemplazione davanti al Crocifisso. Dopo una lunga riflessione, bussò alla porta del Conservatorio di Santa Maria del Piede (oggi Monastero di Santa Maria delle Domenicane, vicino alla Cattedrale). A 52 anni divenne Suor Maria Battista dello Spirito Santo, lasciandosi per sempre alle spalle il mondo e la società che aveva contribuito a migliorare.
Ora che siamo nel periodo dei defunti, mi riaffiorano i riti a loro dedicati e, per associazione, mi chiedo perché la Chiesa del Purgatorio non sia più dedita al Culto Divino, ma sia diventata luogo museale, per la precisione sede del Museo Capitolare d’Arte Sacra. Oggigiorno la Chiesa viene riportata come “sconsacrata”, la prima impressione per chi, come me, è legato alle tradizioni, è di sgomento per il venir meno di un’antica consuetudine che aveva mutato una cappella di famiglia Orsini, in un luogo sacro per il popolo gravinese. Nei giorni festivi la piazza risuonava del tremore di campane proveniente dalla Chiesa Madre, Santa Maria delle Domenicane, e dal Purgatorio; le persone frequentavano le funzioni, soprattutto quelle delle prime ore del mattino; nel mese di novembre i rintocchi del mortorio contrassegnavano la larga partecipazione dei fedeli alle messe di suffragio.
Come dobbiamo interpretare la chiusura della Chiesa al culto? Nessuna delle altre Chiese del Purgatorio nel territorio risulta sconsacrata. Gli edifici sacri sono un segno visibile della presenza di Dio nella società e svolgono un ruolo di qualificazione dell’ambiente urbano, oltre a possedere evidentemente una funzione spirituale.
Certo, lo spopolamento dei centri storici e delle periferie delle città, unitamente alla crisi delle ordinazioni sacerdotali, sono da tenere in debito conto quando incidono sul regolare funzionamento delle comunità parrocchiali. Tuttavia il fenomeno della crescente assenza dei fedeli nelle Chiese, soprattutto dei giovani, è generale e non limitato agli edifici di culto dei centri storici. A tale atteggiamento è necessario che corrisponda una visione del clero meno rassegnata e più votata ad una paziente comunicazione della bellezza del messaggio cristiano. Non tutti gli ecclesiastici si mostrano rassegnati, ma la riflessione è d’obbligo quando si tratta di decretare o di ritenere in via di fatto una Chiesa non più gestibile come luogo di culto.
Tanto nelle città quanto nelle campagne i beni culturali ecclesiastici costituiscono preminenti elementi di riconoscimento culturale e di aggregazione sociale, indipendentemente dal loro specifico contenuto liturgico. In ogni caso la grave decisione di cambiare la finalità di edifici costruiti come luoghi per il culto cristiano dovrebbe coinvolgere i diversi soggetti implicati: l’intero popolo di Dio, il Vescovo, il parroco, il consiglio pastorale, gli ordini religiosi, le associazioni e i movimenti ecclesiali, le confraternite, i parrocchiani.
E’ stato fatto tutto questo? Com’è possibile che un luogo di culto cattolico così popolare a Gravina e unico sia stato chiuso da un giorno all’altro? Mi sfugge il significato vero di quella che appare una sconsacrazione senza giustificazioni e che diariamente scuote le coscienze civili e religiose gravinesi. Spero che sia una decisione non definitiva, anche se ormai perdura da svariati anni. Il popolo dei fedeli, la Chiesa, la storia e l’arte avrebbero bisogno di una spiegazione per tale decisione. I capolavori dell’arte sacra si sono fin qui salvati dal degrado e dall’oblio solo in quanto inseriti dentro il Museo Capitolare.
Preghiamo finché la casa di Dio ritorni alla sua tradizione originale e non divenga per sempre un luogo di semplice esposizione Sacra. Preghiamo finché ci ridiano ciò che ci è stato sottratto senza nessuna spiegazione di fatto e che in questi giorni si sente di più la sua mancanza.
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Sono giorni che cerco definizioni di “artista” più efficaci di quella di Salmo e fra le recenti non ne ho trovate. Nulla di meglio di “Se avessi voluto seguire le regole non avrei fatto l’artista”. Altre molto buone e a volte senza dubbio migliori sono state formulate da Schiller, Flaubert, Whistler, Pound, Emo, Dorfles, Cristina Campo, Scruton, però tutti defunti. Mentre Salmo (...) sembra piuttosto vivo. Vitale. Personale. Più di Fedez che dell’artista ha un’idea canina: l’artista da guardia del Leviatano. Più, venendo all’arte visiva, di Cecilia Alemani (Biennale) che dell’artista ha un’idea orwelliana: l’artista autocensurato per produrre “risultati in termine di integrazione”. Contro costoro Salmo vince facilissimo, giganteggia, si avvicina addirittura a Oscar Wilde: “Tutta la cattiva arte è il risultato di buone intenzioni”.
Camillo Langone su https://www.ilfoglio.it/preghiera/2021/08/19/news/la-definizione-di-artista-di-salmo-e-la-migliore-in-circolazione-2792094/ (ma che ci farà ancora lì).
Le provocazioni di Langone sono la rappresentazione del fatto che il vero CONSERVATIVE (che non va mai confuso coi socialisti in mimetica, nazional-, stellati o anche radical) è la nuova reale incarnazione di FIGHT THE POWER THAT BE (cit.), nel panorama statico immobilista conformista tra i sedicenti progressisti, da diserzione per invecchiamento precoce: alla Re Theoden gestito da Grima Vermilinguo ne Il Signore degli Anelli.
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15 ottobre 2020
È tempo di tirare le somme, di fare bilanci, di tenere conto dei dati.
Si, sempre di numeri si tratta, non di darli così, come campati in aria, ma renderli tangibili come un pugno od una carezza.
Di tutte le cose che dobbiamo fare a meno, contano quelle che sono per lo più la differenza per eccesso delle nostre scelte.
E se quest'anno Natale "con i tuoi" sarà più sul genere " con quelli pochi ma buoni", se a ricordare i defunti si farà una messa in meno si può sempre fare una preghiera in più.
Quando sarà dei santi in paradiso, ricordarci sempre i poveri diavoli sulla terra.
Pensare che un sorriso sia sempre regalato anche se nascoste dietro un velo di stoffa.
Credere che un abbraccio possa farsi anche solo con il cuore in mano e le mani in tasca.
Ostentare la ragion veduta alla ragione di stato, considerando lo stato di forza maggiore da preservare sempre...lo stato di salute.
Fare sempre un passo indietro davanti al muro dell'indifferenza, perché i passi avanti si compiono con la presa coscienza di essere il più che fa la differenza.
E se tra un decreto e l'altro, ci vengono più dubbi che certezze, ricordarci sempre che errare è umano, perseverare no, e delle malattie come degli sbagli non è immune purtroppo ancora nessuno...
@vefa321
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