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#massimiliano mascia
poplandrealm · 6 years
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Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola. Era il 1970 e il San Domenico aveva appena aperto, l’idea di Morini era quella del circolo privato in cui offrire una cucina dai sapori casalinghi, in un ambiente di estrema eleganza, fra argenti e cristalli pregiati, ad elevato tasso di esclusività. Ad affiancare Bergese, venne reclutato un sedicenne Valentino Marcattili che, condividendo l’esperienza con il fratello Natale direttore di sala, fece arrivare la prima stella Michelin nel 1975 e la seconda dopo due anni.  Da quel momento Valentino iniziò a collezionare una preziosa serie di stage in Francia, nonché una nutrita lista di consulenze in tutto il mondo e questa inclinazione all’internazionalità sfociò nell’apertura nel 1988 del San Domenico a New York. L’unico ristorante italiano a ricevere le tre stelle del New York Times e che Esquire Magazine proclamò “Best of the Year”. Erano gli anni in cui non era così frequente fare avanti e indietro dall’America come invece facevano i fratelli Marcattili, per la gioia del loro nipotino Massimiliano, figlio della sorella, a cui arrivavano regali e giochi introvabili all’epoca in Italia. Lui non sapeva ancora, o forse sì, che dopo qualche decade il timone del San Domenico sarebbe stato suo. Senza prima sedimentare una solida formazione partita dall’alberghiero e continuata con un viaggio fra gli Stati Uniti e la Francia di Monsieur Ducasse, passando per Vissani e Romano a Viareggio.
Massimiliano, qui la video intervista, ci accompagna in un tour in cantina,nei sotterranei del ristorante risalenti al 1400. Sono circa 2500 le etichette fra vini, prevalentemente italiani e francesi e distillati, Armagnac e Bas Armagnac di fine ‘800, diversi i pezzi da collezione acquistati all’asta da Gianlugi Morini risalenti all’epoca napoleonica. Prossima alle scale di accesso, la sala per chi ama gustare una cena, o una verticale fra antiche mura che emanano storia e circondati da bottiglie di alto livello. Attraversando uno dei corridoi, con un profondo pozzo che aiuta nel mantenimento della temperatura, si raggiunge la sala delle vecchie annate dove da qualche anno si può godere di una carta di circa un centinaio di etichette dell’ultimo trentennio con bottiglie a partire dall‘85. E prima di tornare in superficie per incontrare i piatti si transita davanti alle Riserve di Biondi Santi che partono dal ‘45 in poi.
Lo stile degli interni è di una eleganza senza età, dove argenti, tappezzerie floreali e divani chesterfield si combinano alle opere di Schifano, Festa e Angeli, il classico che si amalgama al pop sortendo una fastosità equilibrata, mai eccessiva. Come per la cuisine, un lussuoso comfort food, dove si lavora di creatività attorno a capisaldi come l’uovo in raviolo che viene fatto precedere da un filetto di sgombro arrostito con pomodorini profumati al basilico, una carrellata di territorialità con i bonbon di parmigiano con una mousse di mortadella e pistacchio e la violazione della sacralità del tortellino che viene fritto e trasformato in un vincente fingerfood. In aggiunta, una oliva con ripieno di carne e grissini alla paprica abbinati alla maionese di rucola.
Tortellini fritti
Olive ripiene
Bonbon di parmigiano con mortadella e pistacchio
Una orientaleggiante coda di mazzancolla in crosta di corn flakes, accompagnata da una salsa in agrodolce a una mousseline alla soia, con gocce di carota all’anice stellato e spinaci saltati al sesamo gioca alla tempura.
Sgombro arrostito
Mazzancolla in crosta di cornflakes
Uovo in raviolo con burro di malga, parmigiano dolce e tartufi
Il guanciale di vitello brasato, riconduce al classicheggiante, appoggiato alla sua  riduzione, con zucchine croccanti, funghi e cialda di parmigiano.
Guanciale di vitello brasato
Coniglio, funghi, mirtilli
La piccola pasticceria precede il dessert con bignè con ganache e frutti di bosco, opéra, un cubetto di zuppa inglese, cannolo con lampone e crumble di pistacchio. Ed è la torta fiorentina di Nino Bergese a chiudere con la sua lucidissima glassa al cioccolato profiterole, salsa di albicocche e gelato al cioccolato.
Torta fiorentina Nino Bergese
  L’intervista con Massimiliano Mascia
Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola
Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
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popeating · 6 years
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Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola. Era il 1970 e il San Domenico aveva appena aperto, l’idea di Morini era quella del circolo privato in cui offrire una cucina dai sapori casalinghi, in un ambiente di estrema eleganza, fra argenti e cristalli pregiati, ad elevato tasso di esclusività. Ad affiancare Bergese, venne reclutato un sedicenne Valentino Marcattili che, condividendo l’esperienza con il fratello Natale direttore di sala, fece arrivare la prima stella Michelin nel 1975 e la seconda dopo due anni.  Da quel momento Valentino iniziò a collezionare una preziosa serie di stage in Francia, nonché una nutrita lista di consulenze in tutto il mondo e questa inclinazione all’internazionalità sfociò nell’apertura nel 1988 del San Domenico a New York. L’unico ristorante italiano a ricevere le tre stelle del New York Times e che Esquire Magazine proclamò “Best of the Year”. Erano gli anni in cui non era così frequente fare avanti e indietro dall’America come invece facevano i fratelli Marcattili, per la gioia del loro nipotino Massimiliano, figlio della sorella, a cui arrivavano regali e giochi introvabili all’epoca in Italia. Lui non sapeva ancora, o forse sì, che dopo qualche decade il timone del San Domenico sarebbe stato suo. Senza prima sedimentare una solida formazione partita dall’alberghiero e continuata con un viaggio fra gli Stati Uniti e la Francia di Monsieur Ducasse, passando per Vissani e Romano a Viareggio.
Massimiliano, qui la video intervista, ci accompagna in un tour in cantina,nei sotterranei del ristorante risalenti al 1400. Sono circa 2500 le etichette fra vini, prevalentemente italiani e francesi e distillati, Armagnac e Bas Armagnac di fine ‘800, diversi i pezzi da collezione acquistati all’asta da Gianlugi Morini risalenti all’epoca napoleonica. Prossima alle scale di accesso, la sala per chi ama gustare una cena, o una verticale fra antiche mura che emanano storia e circondati da bottiglie di alto livello. Attraversando uno dei corridoi, con un profondo pozzo che aiuta nel mantenimento della temperatura, si raggiunge la sala delle vecchie annate dove da qualche anno si può godere di una carta di circa un centinaio di etichette dell’ultimo trentennio con bottiglie a partire dall‘85. E prima di tornare in superficie per incontrare i piatti si transita davanti alle Riserve di Biondi Santi che partono dal ‘45 in poi.
Lo stile degli interni è di una eleganza senza età, dove argenti, tappezzerie floreali e divani chesterfield si combinano alle opere di Schifano, Festa e Angeli, il classico che si amalgama al pop sortendo una fastosità equilibrata, mai eccessiva. Come per la cuisine, un lussuoso comfort food, dove si lavora di creatività attorno a capisaldi come l’uovo in raviolo che viene fatto precedere da un filetto di sgombro arrostito con pomodorini profumati al basilico, una carrellata di territorialità con i bonbon di parmigiano con una mousse di mortadella e pistacchio e la violazione della sacralità del tortellino che viene fritto e trasformato in un vincente fingerfood. In aggiunta, una oliva con ripieno di carne e grissini alla paprica abbinati alla maionese di rucola.
Tortellini fritti
Olive ripiene
Bonbon di parmigiano con mortadella e pistacchio
Una orientaleggiante coda di mazzancolla in crosta di corn flakes, accompagnata da una salsa in agrodolce a una mousseline alla soia, con gocce di carota all’anice stellato e spinaci saltati al sesamo gioca alla tempura.
Sgombro arrostito
Mazzancolla in crosta di cornflakes
Uovo in raviolo con burro di malga, parmigiano dolce e tartufi
Il guanciale di vitello brasato, riconduce al classicheggiante, appoggiato alla sua  riduzione, con zucchine croccanti, funghi e cialda di parmigiano.
Guanciale di vitello brasato
Coniglio, funghi, mirtilli
La piccola pasticceria precede il dessert con bignè con ganache e frutti di bosco, opéra, un cubetto di zuppa inglese, cannolo con lampone e crumble di pistacchio. Ed è la torta fiorentina di Nino Bergese a chiudere con la sua lucidissima glassa al cioccolato profiterole, salsa di albicocche e gelato al cioccolato.
Torta fiorentina Nino Bergese
  L’intervista con Massimiliano Mascia
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Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
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SPI GOLD SELECTION JANUARY 2019
The Best Photo from SPI group
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The Best Photo of January 2019 of SPI Group
FOTOGRAFI
Tülin Ertürk ‎Arez Prod‎ Boy Jeconiah‎ Domenico Santoro‎ Emanuele Dini‎ Giuseppe Cagnetta‎ Giuseppe Zingarelli‎ Gus Worthen‎ Leonardo Tuttoleo Nucci Lorenzo Lessi‎2 Mario Filabozzi‎ Massimiliano Faralli‎ Mattia Ferrari‎ Michele Bartalini‎ Nicola de Luca‎ Roberto Bartolini‎ Roberto Di Patrizi Streepher‎ Salvatore De Rosa‎ Umberto Fara‎ Vincenzo Mascia
FOTO 
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unisvers · 2 years
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#Selezione Regionale per laXIV biennale di Roma from vittorio e.pisu on Vimeo.
PromoVogue in collaborazione con il Centro Culturale d'Arte Parte 'e sole, 070 Art Gallery e L'Angolo dell'Arte presentano le selezioni finali degli artisti regionali che parteciperanno alla XIV Biennale d'Arte Internazionale di Roma. L'esposizione delle loro opere accompagnata dai suoni di pianoforte inizierà con la vernissage il 8. luglio alle 19:00 e finirà con le premiazioni il 15. luglio alle 19:00. I nomi dei finalisti: Mimmo Abis, Ilaria Biancacci, Rita Caredda, Michela Casula, Lucia Contini, Chiara Cossu Battizsta Doneddu, Massimiliano Floris, Patrizia Floris, Maria Antonietta Fois, Gianni Lardieri, Gianluigi Mascia, Rachele Mele, Agostino Melis, Paolo Mellinu. Antonio Milleddu, Rosetta Murru, Paco Rocha, Veronica Scano,Viola Vistosu Villani venerdì 7 luglio 2022 Viale Trieste 59b Cagliari
Una trasmissione SARDONIA Un film di Vittorio E. Pisu
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sciscianonotizie · 2 years
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Intervista – Arriva al cinema ‘Invisibili’, Daniela De Vita: “Questo film coraggioso mi ha permesso di realizzare un sogno riflettendo sul vero senso delle opportunità”
Arriva finalmente nelle sale la pellicola indipendente ‘Invisibili’, rimasta per anni nel cassetto e finalmente diffusa nel circuito cinematografico. Il regista Federico Di Cicilia presenta in anteprima questa sera alle 20.30, al cinema Vittoria di Napoli, un lavoro importante incentrato sui sogni dei giovani e sulla macchina delle disillusioni spesso costruita intorno ad essi.
Al centro della trama c’è l’invisibilitá, in cui per un attimo tutti siamo caduti, diventando trasparenti agli occhi di qualcuno; così come la vicenda ruota parallelamente intorno alla storia di una famiglia con i suoi delicati rapporti ed intorno al tema dello sport, che sarà terreno di gioco per lo sviluppo emotivo dei protagonisti.
Nel cast vecchie glorie del cinema come Nello Mascia, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, insieme ad una nuova generazione di attori in cui rientra anche Daniela De Vita, insieme a Nicola Capobianco.
Per l’occasione l’attrice veste i panni della madre del giovane protagonista Peppino, e sarà la moglie di Massimiliano Gallo.
‘Invisibili’ ha rappresentato per la De Vita, la prima vera opportunità cinematografica regalatale agli esordi della carriera, al fianco di grandi professionisti. É questo un film pieno di spietatezza e sensibilità, che ha permesso alla De Vita di mettersi alla prova come attrice, consolidando sempre più, come ci racconta in questa intervista, il desiderio di fare della sua passione, un mestiere per comunicare tutta se stessa sul grande schermo.
LA TRAMA
In un piccolo paesino del sud Italia, tutti sanno tutto di tutti. La madre di Peppino è appena scappata di casa, abbandonando la famiglia. Peppino, appena maggiorenne, soprannominato Platini fin da bambino, e suo padre Gerardo, camionista, sono in crisi. Il talento per il calcio del piccolo Peppino, ha portato Gerardo a puntare tutto sulla sua carriera. Tra infortuni, allenamenti, provini e bugie, Peppino cresce sotto le rigide regole del padre e passa il suo tempo con il suo allenatore-mentore, Carmando, un postino in pensione che fa credere a tutti di aver giocato in serie C. Jenny, i debiti del padre con don Antonio, le difficoltà nelle squadre giovanili della capitale, e un infortunio, riporteranno Peppino alla realtà. Per non sentirsi più invisibile, Peppino deve fare qualcosa.
    L’INTERVISTA
– Daniela, finalmente esce al cinema ‘Invisibili’, un lavoro cinematografico indipendente, rimasto per un po’ nel cassetto ed ora finalmente nelle sale. Cosa commenti a riguardo? È il caso di dire che c’è un tempo per ogni cosa?
Finalmente il film ‘Invisibili’ è nelle sale. É un lavoro indipendente, che rappresenta un po’ il sogno del cassetto del regista e di tutti coloro che hanno partecipato al girato ed hanno preso molto a cuore l’iniziativa. Certo che c’è un tempo per ogni cosa. Questo è un film coraggioso, che ha permesso a tanti giovani attori, me compresa, di vivere una bella esperienza. Quando l’ho girato avevo appena 22 anni. Fu il mio primo set durato un mese e mezzo ed ambientato ad Avellino. La bellezza del film sta anche negli straordinari attori che vi hanno preso parte.
Al regista va tutta la mia stima e vanno anche i miei complimenti per aver scelto personalità del teatro e del cinema per dare voce ad un’intensa storia, investendo contemporaneamente su giovani attori, dando loro la possibilità di esprimere il proprio talento.
– Nella sceneggiatura sei la madre del protagonista. In cosa consiste la tua invisibilità sul set e come riuscirai, se ci riuscirai, ad aiutare tuo figlio ad uscire dalla penombra?
Sono una mamma invisibile come moglie e soprattutto come donna del popolo, succube, vittima, che non riesce a partecipare alle decisioni della vita familiare, ma anche alle decisioni personali. Aveva ad esempio il desiderio di intraprendere la carriera da parrucchiera, che viene fortemente contrastato dal marito. Cerca però di aiutare il figlio ad uscire dalla penombra, dandogli tanto amore e dolcezza. – Nel cast con te ci sono Nello Mascia, Massimiliano Gallo e Renato Carpentieri, tre nomi una garanzia. Cosa ti hanno insegnato sul set e come li ringrazieresti?
Questi tre grandi attori mi hanno insegnato il valore dell’umiltà e della semplicità. Loro sono la prova che le persone di valore sono sempre le più umili. In particolar modo Massimiliano mi è stato molto di aiuto perché ero tanto timida ai tempi. Mi invogliava a stare serena e a viverla come un gioco, divertendomi e così fu! Di Renato Carpentieri ricordo invece una frase che mi disse: “Nennè, a fa’ l’attore c’è vo ‘o fisico”. In realtà il primo giorno di riprese mi ammalai e rischiai di far fermare la troupe per qualche giorno. Ecco il perché della sua frase! Da quel momento in poi, prima, durante e dopo un set, prendo tanta vitamina C e seguo gli accorgimenti adeguati.
– Al centro della trama c’è comunque lo sport. Che rapporto ha il protagonista con quest’ultimo e che tipo di interesse nutri per esso nella vita reale?
Il protagonista ha un rapporto con lo sport positivo, perché gioca a calcio nella piazza del paesino in cui vive ed è attraverso lo sport che vuole uscire dalla sua invisibilità.
Quanto a me, amo lo sport, ma più che altro adoro la danza. Nell’ultimo periodo della mia vita sto facendo pesistica con un personal trainer, anche se la più grande passione è il ballo. Ho seguito la danza sportiva di coppia, ho praticato pole dance, che reputo una forma di danza sensuale e dinamica. Cerco di coltivare queste passioni, insieme alla scrittura e la recitazione che è il mio grande amore.
– Ti sei mai sentita invisibile come attrice e donna?
Come attrice, magari in alcuni momenti in cui non sempre si riesce a dare il meglio di sé e quindi invisibile perché non si riesce ad essere se stessi mostrando la vera personalità. Come donna sicuramente mi sono sentita invisibile, anche se ora non mi viene in mente un momento preciso.
–Credi che l’invisibilitá sia un punto di forza o demerito?
Penso che l’invisibilitá sia qualcosa che creiamo noi stessi, in base ad altre energie che incontriamo. Poi sta a noi decidere se queste ultime ci stimolino a reagire o ci spingano ad essere invisibili. Penso all’invisibilitá non come un punto di forza o demerito, ma come a una fase della vita. Bisogna però sottolineare che ci sono anche persone che rischiano di rimanere nell’invisibilitá per sempre, ammalandosi per certe reazioni alla vita. Questa cosa mi fa stringere veramente il cuore, se solo penso all’invisibilitá del mio personaggio, Angelina, che non ha voce in capitolo e la paragono ad una donna che potrebbe esistere realmente in tante altre case. In questo frangente soffro perché esisterebbe una donna priva di libertà e piena di frustrazioni tenute dentro. – Perché reputi interessante questo film e quale motivo dovrebbe spingere gli spettatori a correre in sala a vedervi?
Perché racconta la vita in generale, con tutte le sue sfaccettature; parla di sogni, di frustrazione, della rivalsa personale, dell’ambizione, del riscatto di chi vive in un paese piccolo o in un quartiere difficile, dove non si conoscono gli orizzonti, il mondo, la vita. Io vivo in un quartiere un po’ particolare, ‘invisibile’, però ho cercato in tutti i modi di non farmi schiacciare da questo stato. Ecco, il film permette ai giovani di interrogarsi su cosa vogliono realmente, perché il protagonista è un ragazzo che non sa ancora cosa fare da grande ed ha sulle spalle il grande peso del padre che vuole a tutti i costi che lui diventi un calciatore.
C’é inoltre un altro tema a me molto caro nel film e a tirarlo fuori è il personaggio interpretato da Nello Mascia che si finge un allenatore che fa solo promesse. Questo mi fa pensare a tutto ciò che un giovane deve affrontare per affermarsi, quando lungo il percorso di formazione può imbattersi in persone che iniziano a fargli credere di poterlo aiutare a svoltare. Anche questa è una realtà e al regista va il merito di averla raccontata.
  source https://www.ilmonito.it/intervista-arriva-al-cinema-invisibili-daniela-de-vita-questo-film-coraggioso-mi-ha-permesso-di-realizzare-un-sogno-riflettendo-sul-vero-senso-delle-opportunita/
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mariodavidmascia · 3 years
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GIOVEDÌ 16 DICEMBRE 2021 Scuola Formazione Forza Italia Liguria ORE 17 Tradizionale scambio di auguri in sede ORE 18 Videocall con l'europarlamentare Massimiliano Salini SI SCRIVE PPE - PARTITO POPOLARE EUROPEO, SI LEGGE FORZA ITALIA La prossima riunione di formazione politica di Forza Italia Liguria si terrà GIOVEDÌ 16 DICEMBRE 2021, alle ORE 18, in videocall su Google Meet codice vhn-vcws-ynw, avrà per titolo "SI SCRIVE PPE-PARTITO POPOLARE EUROPEO, SI LEGGE FORZA ITALIA" e sarà preceduta alle ORE 17 dal tradizionale scambio di auguri con mascherina e greenpass presso la sede di Forza Italia Liguria, in via Savona 5rosso a Genova. Sarà l'occasione per approfondire presente e futuro dell'europeismo di Forza Italia con Massimiliano SALINI, già Presidente della Provincia di Cremona, Deputato al Parlamento Europeo del Gruppo Forza Italia - PPE, Coordinatore regionale di Forza Italia per la Lombardia. Per partecipare alla riunione basta cliccare sul link https://meet.google.com/vhn-vcws-ynw oppure aprire l'app di Google Meet sullo smartphone, cliccare sul tasto " _Partecipa con un codice_ " ed inserire il codice vhn-vcws-ynw nell'apposita finestra. Per comprensibili esigenze organizzative, anche di identificazione dei partecipanti, é gradito il riscontro (positivo o negativo) al presente invito. Per rimanere aggiornati sulle successive iniziative della Scuola di formazione di Forza Italia Liguria basta iscriversi al suo Canale Telegram all'indirizzo t.me/formazioneforzaitalialiguria I miei saluti più cordiali. Mario Mascia Settore Formazione Forza Italia Liguria #forzaitalia 🇮🇹 #forzaeuropa 🇪🇺 (presso Forza Italia Sede Liguria Via Savona 5 rosso) https://www.instagram.com/p/CXZNlU5rOay/?utm_medium=tumblr
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persinsala · 7 years
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Nove lune e mezza
Nove lune e mezza
Livia: musicista di successo, spirito ribelle, felicemente impegnata con Fabio, un osteopata dall’animo gentile. Tina: vigile urbano dal carattere più pacato, impegnata da anni con Gianni, un suo collega. (more…)
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thenextrush · 5 years
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Ascend to the  rooftop of Rydges Southbank to experience haute cuisine at its finest.  Chef Massimo Speroni has created a culinary tapestry of emu, kangaroo, shark and quail, among a selection of premium meats and seafood.   Furthermore, experiencing the imagination of his dishes stretches the bounds of expectation with innovations like the famed mojito sphere and martini jelly.  Seven years on, and there is no end in sight to fine dining with the continual gasps of surprise this venue serves up.
Chef Speroni joined Bacchus direct from Ristorante San Domenico in 2017, bringing with him an extraordinary caché of experience, having worked under owner-chef Marcattilii as Sous Chef, and in his formative years as a Chef de Partie and Junior Sous.   Through Speroni’s flavour-lens, the menu features fresh, classically created dishes.   A specialist in degustations, Bacchus offers a range of the multi-plate dining experiences, from seasonal showcases to homages of beef, truffles, seafood and even dessert.   The a la carte menu features standout cuts and crops from the local region, and flavours from around the world.   Bacchus is at home in Rydges South Bank, the premier lifestyle and cultural hotel in Brisbane and one truly embedded in the cultural, dining, sporting and corporate life of the city.
The tides of taste ebb and flow with a special viciousness when it comes to fine dining.  Bacchus answers the vexing question of relevance through experimentation and divinity in presentation.
The opulent interiors provide spaces for obscurity or public enthronement while  Kevin Puglisevich sets the tone of VIP treatment and menu articulation leading his team of seamless silver service attendants.  They work the tables and room in a beautiful symphony with just the right balance of amiability and efficiency with all the trappings of a fancy theatrical production.
The amuse-bouche sets the bar of expectation with bite sized teasers of what’s to come.  Their famed Mojito sphere (main image) naturally makes a cameo offering bursts of that favorite cocktail flavour with intermittent chunks of cucumber.
The Entree selection of 4 dishes is brimming with confidence as it exemplifies its leadership in the art of high end dining.   The classic croquette is given a makeover in basic black with a centre filling of shark and topped with a cauliflower wasabi!
The Aylesbury Pekin Duck that rests on the ravioli ($34) and in its filling hails from the Wombeyan Caves in NSW – free range and chemical Free.  The level of detail in ingredient selection themes the dishes of the evening almost as much as their meticulous artistry and intricate construction.
A multi-textured sculpture of Al Dente Carrot and Conomme lifts the plating canvas to proportional heights.  The culinary skill and technique of the Bacchus kitchen shows of its power in its precision.
Chef Speroni uses the entree selection to play on our sense of familiarity with the dishes and then rejuvenates our interaction with old school dishes with complex enhancements that excite the palette.
He breathes new life into Wagyu Beef tartare ($24) with its adornment of lemon and mustard dressing and parmesan foam.   An exciting evolution that would lure in even the most non raw meat lover.
The water world of earthy tones created in a bowl Chef Speroni has named Bottini – with its network of broth streaming through the crevasses of smoked buffalo mozzarella and scattering of black truffle ($46).
The Discovery Australia menu selection features native wildlife including Kangaroo, Crocodile and Queensland wild fish and lobster.   Encased in a violet egg shell is the Emu ($45) with sunflower seeds, muntries and dark chocolate.   It’s a gamey meat that looses moisture quickly and is prepared carefully to a medium cook.   Many say the bird tastes similar to beef but there’s a very distinct after taste that lingers with each morsal.   It works very well when alternating it with its elements and accompanying sides.
The Champagne lobster is from Rainbow Beach, served in a Chardonnay sauce ($59) with a Caviar add-on option ($82).   The exquisite majesty of the meatier shrimp like texture and flavour is pronounced as it prominently sits in the broth.
Plush leather arm chairs and booths accentuate the gold hues and chestnut tones that warm the space.  Conservative in its silver service,  perfectly inline with the regality of the experience.   Opening the menu, bold statements are made with a curation of adventurous dishes and crowd pleasers using A-grade produce and unimagineable re-interpretations that can only be envisioned and executed through unparraleled artistry and skill.
Coming Soon this October: The Massimiliano Mascia Series 
When Chef Mascia touches down in Brisbane for his residency at Bacchus in October, it will be a special reunion with Bacchus Head Chef Speroni, given Speroni also worked at Ristorante San Domenico under his mentor, and Mascia’s uncle, Chef Valentino Marcattilii as well as with Chef Mascia. 
Like all chefs of note, Chef Mascia travelled the world gaining experience working in some of the most famed kitchens including at Osteria Fiamma in New York, at Bastide Saint Antoine and then at the multi-starred Parisian restaurant Alain Ducasse au Plaza Athenée in France, before returning to Ristorante San Domenico. Now 36, he brings to the revered kitchen a combination of knowledge passed down through generations of Italian chefs in his family, and the modern techniques learned from his experiences cooking around the world.
Growing up with an amazing mentor in his uncle Chef Valentino Marcattilii, it was inevitable that Chef Mascia would be drawn to a career in food. He began working in kitchens at 14 to earn his alberghiero (hotel services-related) diploma. After finishing school, he embarked on a journey across countries to further his understanding of raw ingredients, technique, and flavour. These travels took him from working in his home country of Italy at Ristorante Vissani and Ristorante Romano di Viareggio, to the USA at Osteria Fiamma of New York, and to France at Bastide Saint Antoine then at the multi-starred Parisian restaurant Alain Ducasse au Plaza Athenée. Now in his 30s, Chef Mascia has returned to Italy where his uncle has passed the torch of leadership of Ristorante San Domenico.
Ristorante San Domenico opened in Imola on March 7, 1970. In 1973 it gained its first mention in the Michelin guide, in 1975 it earnt its first Michelin Star and in 1977, (42 years ago), its second. The standards have never wavered. In its formative years the kitchen was run by Nino Bergese, known as the cook of kings, the king of cooks. It was Bergese who mentored Chef Marcattilii, who in turn mentored Chef Mascia. This is an exciting prospect for the future of Ristorante San Domenico, with the knowledge of the original Head Chef passed down to Chef Mascia guaranteeing some continuity combined with innovation from a new generation.
The Massimiliano Mascia 4-course set menu with bread selection, amuse-bouche, welcome from the kitchen and petit fours – $120 per person or $190 per person with paired wines.
Tuesday October 22 – 5:30pm to 7:30pm or 8:30pm to 10:30pm
Wednesday October 23 – 5:30pm to 7:30pm or 8:30pm to 10:30pm-
Thursday October 24 – 5:30pm to 7:30pm or 8:30pm to 10:30pm
The Massimiliano Mascia 6-course experience, beginning with canapés in the Bacchus Bar – $200 per person or $310 per person including paired wines.
Friday October 25 – 6:00pm to 9:30pm
Saturday October 26 – 6:00pm to 9:30pm  
  Bacchus Restaurant, Brisbane, Australia Head Chef: Massimo Speroni Podium Level, Rydges South Bank, Cnr of Grey and Glenelg Streets, South Bank Phone: 07 3364 0837 Email: [email protected]    Website:bacchussouthbank.com.au
Ristorante San Domenico, Imola, Italy It will be the first time Chef Mascia has visited Australia, and he is cooking exclusively at Bacchus.   The 2-Michelin-starred Ristorante San Domenico in Imola, northern Italy, has been the bastion ofChef Valentino Marcattalii until he handed the baton to his nephew, Chef Massimiliano Mascia in 2013 Head Chef Massimiliano Mascia  Via Sacchi, 1, Imola, Bologna    Email: [email protected] Website: www.sandomenico.it _________________________________________________________________________________________
Bacchus is proudly working with the following suppliers in welcoming Chef Massimiliano Mascia to Australia
Scampi and Scampi Caviar Supplier: THE FISH GIRL AND SHARK BAY Shark Bay seafood Scampi and Wild Scampi Caviar – wild caught, found in deep waters off Australia’s west coast, mainly off Port Hedland, WA. As their name suggests, the Scampi is wild caught, which means mother nature plays a huge role.  The eggs come in unique natural shades of blue and once harvested, are hand sorted with tweezers.  Unlike any other caviar, the sampi eggs are kept on the outside of the scampi, which means the natural ocean sea flavours is abundant in the scampi caviar. 
Kingfish: Supplier: HIRAMASA KINGFISH At Clean Seas, they are proud to farm their Spencer Gulf Hiramasa Kingfish in a remote location off the Eyre Peninsula town of Port Lincoln in South Australia. The taste is as clean and pure as the pristine waters in which it’s raised. Clean Seas takes pride in its sustainability credentials and they have Friend of the Sea certification and Aquaculture Stewardship Council accreditation – the gold standard in aquaculture.
Beef Supplier: STOCKYARD Stockyard beef has obtained international recognition for its eating quality, consistency and food safety. They have achieved this through strong vertical integration through the beef supply chain with interests in beef production including cattle breeding and raising, lot feeding, processing and marketing. Their production system is undertaken entirely in Australia. Kiwami, meaning Outstanding Excellence, is their finest Wagyu, hand selected to provide beef with a combination of silky flavours, tenderness, taste and juiciness. Kiwami Wagyu is selected from carcasses derived from cattle of the finest Japanese Wagyu pedigree. Independent graders assess Stockyard Wagyu carcasses for their excellence in fine marbling (MBS 9+), presentation and texture.
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Bacchus stretches the bounds of imagination in fine dining! #rydges #rydgessouthbank #bacchus #brisbaneeats Ascend to the  rooftop of Rydges Southbank to experience haute cuisine at its finest.  Chef Massimo Speroni has created a culinary tapestry of emu, kangaroo, shark and quail, among a selection of premium meats and seafood.   
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poplandrealm · 6 years
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Al Mèni 2018, la galleria degli chef e dei piatti della cena del secondo giorno: Tekuna Gachechiladze dalla Georgia, Max Poggi del ristorante Massimiliano Poggi di Bologna, Katsumi Ishida del ristorante En mets fais ce qu’il te plait di Lione, Massimiliano Mascia del San Domenico di Imola
Tekuna Gachechiladze
Tekuna Gachechiladze
Massimiliano Poggi
Massimiliano Poggi – Cotoletta alla bolognese di piccione
Tekuna Gachechiladze – Polpette Elaji con baji di mandorle, melanzane, noci
Tekuna Gachechiladze e Max Poggi
Katsumi Ishida
Katsumi Ishida
Katsumi Ishida – Anatra tripartita, soba
Massimiliano Mascia
Ricciola marinata al sale di Cervia, gel di Yuzu e gin tonic spray
Katsumi Ishida e Massimiliano Mascia
Al Mèni 2018, le interviste con Tekuna Gachechiladze, Max Poggi, Katsumi Ishida, Massimiliano Mascia
Al Mèni 2018, la galleria degli chef e dei piatti della cena del secondo giorno: Terry Giacomello del ristorante Ikiostro di Parma, Adrian Klonowsky, Alberto Faccani del Ristorante Magnolia di Cesenatico, Paulo Aiaraudo dell’Amelia Restaurant di San Sebàstian
Matylda Grzelak, Adrian Klonowsky
Adrian Klonowsky – Bigos
Terry Giacomello
Terry Giacomello – Mezze maniche al brodo di prosciutto Ruliano, torta fritta e aceto balsamico tradizionale di Modena
Terry Giacomello, Matylda Grzelak, Adrian Klonowsky
Paulo Airaudo
Paulo Airaudo – Gelato bruciato, mousse di avocado, caviale
Alberto Faccani
Alberto Faccani, Enrico Vignoli
Alberto Faccani – Uovo romagnolo
Alberto Faccani – Uovo romagnolo
Alberto Faccani, Paulo Airaudo
Al Mèni 2018, le interviste con Terry Giacomello, Adrian Klonowsky, Alberto Faccani, Paulo Aiaraudo
Al Mèni 2018, gli chef e i piatti della cena del primo giorno
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popeating · 6 years
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emmediart-blog · 7 years
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Michelin star chef portait #1: Massimiliano Mascia, del istorante San Domenico di #Imola durante una delle serate 'spoon' dello chef #peterbrunel -------www.martinodini.com------ #martinodini #lungarnocollection #michelinstar #chef #italy #gurmet #delicious #instafood #instagood #bestoftheday #bestportraits #portrait #blackandwhite (presso Ristorante San Domenico Imola)
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