#mancano ancora 5 mesi
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NE MANCANO DUE
A pranzo dai miei, mio padre inizia a raccontare di quando era giovane. Alla fine degli anni ’50, neanche ventenne, lavorava come fattorino a Bologna. L’orario infernale era 7-12 più 21-24. Dormiva in una stanza con altri 4 per dividere le spese. Ancora oggi dice di non aver mai patito tanto freddo d'inverno come le notti in bicicletta a Bologna. Quando fu assunto come postino iniziò a fare il pendolare da Forlì. Prendeva il treno delle 5:25 di mattina, alle 7 entrava in turno e alle 9 usciva in bici per le consegne. A volte capitava il turno all'ufficio postale su via Emilia, a 10 km dalla stazione, tutti percorsi in bici prima di iniziare. Dopo pranzo riposava su un tavolo del magazzino, poi altre due ore di lavoro e un altro treno per tornare. Negli anni ’60 fu chiamato per il servizio militare negli alpini, ma il giorno prima della partenza fu assegnato all’aeronautica. Dopo il CAR a Orvieto finì alla base NATO di Napoli, una vera e propria cittadella autonoma con parchi, campi sportivi, cinema, negozi e locali come il Flamingo Club, con discoteca, slot machine e una sala concerti dove si esibì anche Louis Armstrong. Mio padre faceva l’attendente per un Generale italiano. La mattina andava in città dalla moglie di questo, che gli offriva il caffè e una sigaretta perché, diceva lei, "gli uomini devono fumare” poi, si faceva consegnare una lista e andava a far commissioni per le botteghe di Napoli. Pomeriggio libero alla base oppure in città a comprare sigarette, che a Napoli costavano pochissimo, per poi rivenderle una volta in licenza a Forlì. Gli ultimi mesi fu trasferito all’aeroporto militare di Miramare di Rimini, faceva il cameriere alla mensa dei piloti. Un pomeriggio, mentre era sul tetto con altri a prendere il sole, sentendo il rumore delle Frecce Tricolori che rientravano da un’esibizione, un pilota si alzò e disse “Ne mancano due.” Era il 5 maggio 1963, 2 dei 9 aerei della pattuglia acrobatica erano appena precipitati sopra Forlì, un pilota era morto e solo per puro caso era stata evitata una strage.
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Domenica di stanchezza.
Ieri giornata piena 9 ore di lavoro filato senza un attimo di tregua, solo 5 minuti per mangiare, per la prima volta in questi due mesi mi sono sentito molto stanco, oggi ho qualche dolorino qua e là ma niente di speciale, sopravviverò come sempre. Fortuna che ieri non c'erano la head chef e la cicciona delle pizze e l'atmosfera era più rilassata nonostante la mole di lavoro, mancano 5 settimane e ho finito il contratto, l'unica cosa che mi potrebbe tenere ancora dentro a quel postaccio è se il proprietario mi chiede di restare come aiuto cuoco, ma a quel punto gli chiedo più soldi, lo so che è una mossa azzardata per via del fatto che è rabbino dentro, ma vorrei uscire da quel posto che non è per niente un ristorante ma una sorta di fast food con problemi interni che loro stessi non risolvono ma non sono fatti miei. Ho accettato sapendo di infilarmi in una micro inferno solo per chiudere col fondo di disoccupazione che mi stava iniziando a stalkerare di brutto, anche perché era finito il finanziamento e mi pagavano solo l'assistenza sanitaria, adesso la priorità è resistere queste settimane e poi tornare libero.
In questo periodo spero di finire i brani che ho scritto, due in realtà a cui mancano i testi, registrare, post produrre, creare il bandcamp, registrarmi al Teosto, che è la SIAE finlandese, e rilanciarmi nel mucchio cercando di evitare gli errori che ho fatto anni fa, uno su tutti e chiedere a qualsiasi posto di suonare che tanto non gli frega niente, soprattutto a quelli commerciali dove ti chiedono di fare tappeto mentre i clienti mangiano e non si curano che tu stai suonando, sta cosa è orribile, se io vado a mangiare in un posto e trovo un tizio che suona almeno gli do un pò di retta, per come sono fatto io molta retta 😁. Va bè questo è il piano principale, più o meno, il piano secondario è di dare vita a un prototipo di Taxi Driver fatto bene, il mio gioco da tavolo, e proporlo a quelli di Brain Games, che è una ditta di giochi da tavolo Lituana o Lettone non ricordo, ho notato che nel sito hanno una trafila da seguire per proporre i giochi ma devo ancora leggerla tutta, il primo passo è quello di fare un video e inviarlo a loro che mostri il gioco e il game play e qua mi sono fermato perché già è tanto, quindi dopo magari leggerò il resto, tentare non nuoce.
Pensavo oggi di tagliare l'erba, ma con sta stanchezza addosso preferisco usare le poche energie per suonare o per fare altro, ho 3 gg liberi e mi riprenderò.
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Ti penso sempre, sai? Anche quando non sembra, anche quando fa male. Mi chiedo spesso dove sei, se mi guardi da lassù. Mi mancano i tuoi abbracci, quando mi stringevi forte e io, piccola come un granello di sabbia, scomparivo tra le tue braccia. Se chiudo gli occhi per un attimo ti sento ancora qui vicino a me. Il tempo perde valore dietro il calore dei ricordi. E allora faccio finta che tu ci sia ancora, che oggi sia ieri, che io sia di nuovo bambina. Ricordo il tuo profumo che mi faceva sentire a casa quando mi abbracciavi, le tue mani rassicuranti che mi asciugavano le lacrime quando piangevo, il tuo sorriso sempre pronto a dirmi che tutto sarebbe andato bene. Mi manchi tanto. Mi manchi sempre. Avrei tante cose da dirti, tanti segreti da raccontarti, tanti consigli da chiederti, tante persone da farti conoscere. Ti porto sempre qui, nel mio cuore. Mi prendo cura del tuo ricordo, dei nostri giorni passati insieme, delle nostre mattine di sole, dei nostri giorni di pioggia, dei nostri album di foto, dei nostri piccoli grandi segreti che erano soltanto nostri. Non ci sei più eppure sei sempre con me. Sei distante ma sempre presente. A un passo dal cuore, ad un bacio di distanza. Ci sono mancanze che non passeranno mai e ricordi che ci apparterranno per sempre. Alzo gli occhi al cielo e mi fermo a cercare la tua stella. Ovunque tu sia, so che il tuo abbraccio mi arriverà anche da là. (Chiara Trabalza)
5 mesi senza di te ♥️
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Odio il Natale
Ragioni per odiare il Natale Il Natale serve a ricordare a quelli che sono soli che sono soli, a quelli che non hanno soldi che non hanno soldi, e a quelli che hanno una famiglia del cazzo che hanno una famiglia del cazzo! Charles Bukowski Pensiero natalizio farcito con un aforisma biblico. Polvere eravate, e polvere ritornerete. Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris. Per adesso accontentatevi della merda, e del panettone! Carl William Brown E’ vero che a Natale tutti diventano più buoni? La risposta la troverete nel vostro albero di Natale: tutte palle! Walter Di Gemma Vari motivi per odiare il Natale 1. E’ inverno. Fa freddo. 2. Ti rendi conto che anche quest’anno sta per finire e tu non hai minimamente rispettato i propositi che ti eri prefissato 12 mesi prima. 3. Il 24 dicembre ti ritroverai smarrito per i centri commerciali pensando ancora agli ultimi inutili regali da fare per alleggerire il portafoglio e pentirtene poco dopo. 4. Sarai costretto a rivedere parenti lontani, abbracciarli e baciarli mostrando un falso sorriso a 32 denti, fingendo di ricordarti benissimo di loro. 5. Ti ingozzerai di schifezze e sarai costretto a digiunare per 1 mese, sapendo benissimo che comunque quei chili di troppo sui fianchi non se ne andranno mai. 6. Tutti cominceranno a chiederti: “Che cosa fai per capodanno?”. E tu non saprai rispondere perché come sempre ti organizzerai 16 ore prima del countdown. 7. Troverai ovunque babbi natali appesi per le terrazze, alberi agghindati come trans, lucine psichedeliche e canzoncine natalizie in quantità che ti faranno credere di aver assunto la peggio pasticca di Ecstasy in circolazione. 8. Non hai più 5 anni e non credi più a Babbo Natale. Anzi, molto probabilmente ti sei già scelto il tuo regalo 20 giorni prima mandando a puttane pure l’effetto sorpresa. 9. Nel pomeriggio, dopo il pranzo di Natale, non saprai che cosa fare perchè fondamentalmente è la giornata più noiosa dell’anno. E’ più divertente prepararsi al Natale che viverlo. 10. Riceverai messaggi di auguri anche da persone di cui non te ne frega niente. O peggio, da persone di cui non hai neanche il numero in rubrica e sarai costretto a liquidarli con un banale “Grazie, tantissimi auguri anche a te”. 11. Tutti ridono felici e contenti. Ma che cazzo ve ridete a fa’? Io fra pochi giorni ho l’inizio della sessione invernale degli esami. Cristo. Nate Myler Odio il Natale Babbo Natale è un impotente: viene solo una volta l'anno. Ecco... mancano solo sei giorni al Natale... e se a questi 6 aggiungete altri 6 ke separano il 27 da capodanno... e se a questo aggiungete anke ke l'epifania viene il 6 gennaio... cosa otterrete? Un bel 666 ^_____^ No... noooo nn sono eretica o cose del genere... non odio la natività... odio solo il Natale... festa consumistica ed egoista... ognuno fa il co ke vuole... sei costretto a stare con parenti ke nn vedi e nn senti mai... (e ci sarà il suo motivo se è cosi)... devi subirti pranzi elaborati e lunghi... e alla fine ti ritrovi a cercare di skivare la LINGUA di maiale ke la nonna ha opportunamente messo nel sugo "xkè è tradizione!!"... Certo... è confortante entrare in cucina e vedere le zie ke tengono fermo il capitone x tagliarlo a pezzi mentre si dimena e si contorce nelle pose ed espressioni + strane... e il panettone?? 10 € minimo e ci trovi + uvetta di mrda ke pane...bah!!!... E poi ke altro?? Shopping sfrenato... tutti ke si affollano per le strade... ti spintonano... fanno a gara ad entrare in negozi superaffollati ed anke super PUZZOLENTI... troppa gente porta a mancanza d'aria... e troppi bagordi natalizi portano a FLATULENZA... (alla Alcott ad un certo punto, in fila, si sentii una puzza ke durò per QUATTRO stanze e ho detto poco -_-)... e tutto xkè?? x cosa?? Per comprare regali inutili ke nemmeno voi sapete a ke servono!! Si cerca il regalo ke costi poco ma ke sembri + costoso di quello ke in realtà è... per poi andare a finire al 24 notte ad aprire regali ke NON desideriamo e scoprire ke, anke quest'anno abbiamo speso sempre di + NOI di quanto abbiano speso gli altri per farci regali... e prenderlo x l'ennesima volta nel .... MA... ma... c'è pur sempre un MA....zzo tanto ke ci facciamo ogni volta per cercare di "essere felici... essere + buoni... d'altronde è Natale... è tempo di gioia... di serenità... di amore e di fratellanza".... certo. E mi vengono a parlare di ste cose quando accendo il televisore e ci trovo Costanzo -_- ... oppure quel travestito della De Filippi???!!!... -_- ma no... dai... suvvia... è bello camminare per strada con gente idiota ke va in giro coi cappellini natalizi come se fossero deficienti a cui è andata male la lobotomia... accecarsi gli okki con le luci intermittenti mentre vostra madre canta e BALLA (Dio, fammi morire dopo quella vista) Jingle Bells mentre addobba l'albero -_- ... qualcuno di voi ha un pò di Malox?!?... Uno Xanax... qualsiasi cosa mi atterri... o mi mandi in letargo... e continua a PIOVERE ciao!!! Cavalla Golosa 19 dicembre 2004
Natale a Napoli Addio, Babbo crudele!! EHEHHEHE E tra TRE giorni è il DSCD-Day... ovvero Deficient Stupid Dependency (on) Christmas-Day... e allora vedrò cenoni partire da mezza cotoletta di pollo per poi andare a finire a braciole grosse quanto una mentina... contorni a base di patatine fritte nell'olio del baccalà stufato e tenuto in caldo da Pasqua scorsa... pane congelato messo "sotto al forno" per l'occasione e, udite udite, cocacola e fanta scadute dal 2000!! YUHUUUUUUU!!!... Eh, si... i miei nonni sono dei "risparmiatori"... ma questo, un pò in tutto... Vedete, il pensionato odierno arriva a Natale ke è quasi prosciugato... ma nn sto parlando del suo conto in banca (o alla posta ke fa + nonno)... sto parlando proprio del suo stato di salute!! Li vedete tutti sudati... in cerca di un pandoro o panettone conveniente da regalare... assillati da rikieste assurde di regali dai propri nipoti... vestirsi pure da Babbo Natale per l'occasione prima di ritornare nel loro solito letargo... beh, poveri stolti... nessuno vive il Natale (ma credo tutta la vita) come MIO NONNO. Questi, è un uomo fortunato... eh si xkè può vantarsi di essere andato in pensione quando le pensioni erano ancora, diciamo così..."copiose" e "consistenti"... dunque non si può certo dire ke se la passi male... (nn credete, col cambio in euro nn ha perso dindini )... xò mio nonno ha una cosa ke nessuno potrà mai levargli: il gusto di comprare la prima cosa ke gli capita tra le mani....^^ ke sia scaduta o magari scartata...(nel senso di confezioni aperte) a lui poco importa...."costa poco... quindi è buona!"... Ora io non so come abbia resistito tutti questi anni senza, pardonez-moi il francesismo, skiattare o prendersi qualke malattia dalle porcate con cui si ritirava a casa... e a questo proposito sottolineo il suo smodato amore x le merendine ^^... Quante volte avrete pensato: "ma xkè a quel deficiente di Babbo Natale nn gli sparano un colpo in testa???!!!" oppure pensate a quei poveracci... quei derelitti ke si riducono a vestirsi da Babbo Natale x racimolare qualke dindino... con orde di bambini assatanati ke gli si buttano addosso urlando, sbraitando, sputando e piangendo... cn le mani tutte appiccicaticce di skifezze varie, alcuni con pannolini puzzolenti... altri ke lasciano dietro di loro una scia di puzzette della stessa "ampiezza" di una puzzola in amore... quei tapini... hanno + tempra loro ke mio nonno ke ha fatto due guerre... ma vi rendete conto di cosa possa significare tutto ciò anke se fatto solo una volta l'anno??!!!... Beh... e poi dicono ke il Natale porta gioia e felicità a tutti... Cavalla Golosa 01 gennaio 2005 ok... nuovo anno... e poi? Eccoci... 1 gennaio... lo so, magari pensavate ke fossi morta dato ke è dal 24 dicembre ke nn scrivo e avevo promesso di tenervi compagnia in questa assurda ascesa verso il Natale... ma dato ke a nessuno frega niente se scrivo su sto blog o se mi gratto la pancia... ho preferito scegliere quest'ultima opzione... anke xkè sono successe delle cose in questi giorni talmente patetike e prive di qualsiasi rilievo ke nn sono nemmeno degne di essere nominate su sto pezzo di carta virtuale... Innanzitutto... il pranzo a Natale è stato un disastro come volevasi dimostrare... ma almeno si è evitato di parlare di me e del mio fidanzato x una volta... (l'attenzione si è concentrata sulla pirlaggine di mio cugino ke ha regalato nn so quante rose ad una tipa ke nn lo caga nemmeno di striscio -pisello-)... poi tutti appestati... mio nonno… peggio degli altri anni non mi ha nemmeno dato gli auguri… si è limitato a darci quei poki nonnari e a lamentarsi xkè ce li aveva dati... Non vedo il mio ragazzo ormai da millenni e ci sto malissimo... mi sono dimenticata persino di cosa signifiki sentirsi abbracciata... dare un bacio... sto proprio per scoppiare... non posso kiamarlo se non x due minuti scarsi ogni volta x paura ke arrivi la gestapo a rompermi il caxxo e a fare la faccia storta xkè nn sto parlando col figlio di un avvocato, di un arkitetto o di un dottore… ma ho avuto il coraggio di presentargli a casa (maledetto il giorno in cui l'ho fatto) il figlio di un "commerciante"... classe bassa... non sono degni... non vanno bene... assolutamente NO. L'osservazione pedissequa è passata alla critica incessante e reiterata di tutti i suoi modi di agire e di fare... a cominciare dal modo in cui tiene la forketta in mano al modo in cui muove la bocca per parlare... da come cammina... x poi finire a discutere di quante volte mi tiene la mano... xkè lo fa e COME lo fa... ma questa è un'altra storia... potrei parlare per ore ed ore dell'odio dei miei nei confronti del mio ragazzo... ma nn so nemmeno se a qualcuno possa fregare qcosa... I giorni seguenti... mah... in casa... come oggi... come tutti questi giorni... rinkiusa tra quattro mura... a sentire continuamente le stesse cose... a parlare dei morti dello tzunami... ma i vivi?... Le persone ke sono ancora in vita? Quelle ke hanno voglia di vivere e hanno la sfortuna di abitare sotto questo tetto di ipocrisie e false pretese?... Quelle persone... ke fine fanno... ke vita fanno? Non sono insensibile alla tragedia... no, mai... ma credo semplicemente ke curarsi di + dei propri cari sia alla base della natura umana... o quantomeno di quella animale... E invece no... a casa mia si vedono telegiornali a tutte le ore del giorno... non ci si cura di nient'altro... e se qualcuno osa fare un commento sulla realtà quotidiana è tacciato di insensibilità e menefreghismo... e addirittura di egoismo... Pensate sia egoista xkè nn mi sento in colpa per essere viva... xkè vorrei vivere come le persone comuni e non nel 1930 sotto il III Reich??!!... Xkè semplicemente non penso ke uno tzunami in Asia possa compromettere la mia vita dall'altra parte del mondo?? Xkè nn ho paura di uscire... delle intemperie... della vita stessa??!!!... I riski sono ovunque... potrei morire anke stando comodamente seduta a casa mia ad ammuffire su quel divano ben rifoderato da 1.500€... e allora di ki sarebbe la colpa??... Lo vedo lì... quel divano... verde come il colore dei soldi... come il colore della bile.... come l'acido ke li rovina dall'interno... come la speranza?? No. Come l'invidia... come la grettezza... come tutte quelle qualità ke hanno fatto dei miei una famiglia piccolo borghese arrogante e sprezzante di tutto e di tutti... mi fate skifo... mi fanno skifo... e mi faccio skifo per non poter ancora sfuggire a tutto ciò... ma datemi tempo... Ah, dimenticavo... buon anno! Cavalla Golosa Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Barzellette sul Natale La fiaba del pupazzo di neve Aforismi di C.W. Brown sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale Un buon libro per Natale Numeri sul Natale Odio il natale (Umorismo) A Christmas Carol by Charles Dickens Other books by Charles Dickens Fairy tales and other stories by Hans Christian Andersen Best Christmas songs videos and karaoke Christmas markets in England Christmas markets in America Christmas markets in Italy and Germany Christmas quotes 60 great Christmas quotes Christmas tree origin and quotes Christmas jokes Christmas cracker jokes Funny Christmas Stories Amusing Christmas stories Christmas food Christmas thoughts Christmas story Christmas in Italy Christmas holidays Christmas songs Christmas poems An Essay on Christmas by Chesterton Read the full article
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25 ott 2023 16:05
SE VI STATE CHIEDENDO COME SIA POSSIBILE CHE NON C’È ANCORA UNA VERITÀ SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO, ORA VI FARETE UN’IDEA: LA FAMIGLIA BORSELLINO HA CONSEGNATO AGLI INQUIRENTI DI CALTANISSETTA L’AGENDA MARRONE SULLA QUALE IL GIUDICE APPUNTAVA I NUMERI DI TELEFONO DEI SUOI CONTATTI – IL DOCUMENTO ERA NELLA 24 ORE DI BORSELLINO IL GIORNO DELLA STRAGE, MA NON È STATA MAI REPERTATA DAGLI INVESTIGATORI IN 31 ANNI: SUGLI ATTI DEI PROCESSI NON È MAI STATA ACQUISITA E… -
Estratto dell'articolo di Lara Sirignano per il "Corriere della Sera"
Depistaggi, lacune investigative, presenze estranee a Cosa nostra mai identificate, documenti spariti: un elenco interminabile di misteri a cui ora si aggiunge quello dell’agenda marrone, il diario in cui Paolo Borsellino appuntava i numeri di telefono di familiari, amici, conoscenti e colleghi, mai repertata dagli investigatori.
Ai figli del magistrato, ucciso da una autobomba in via d’Amelio il 19 luglio del 1992, l’agenda marrone venne consegnata 4 mesi dopo l’attentato insieme alla borsa di pelle del giudice, annerita, ma integra. Agli atti dei tanti processi celebrati sulla strage, però, non è mai stata acquisita.
«La gestione della borsa di Borsellino dal 19 luglio al 5 novembre è ai limiti dell’incredibile. Nessuno ha redatto un’annotazione o una relazione sul suo rinvenimento, nessuno ha proceduto al suo sequestro, nonostante da subito vi fosse stato un evidente interesse mediatico», hanno sottolineato ad aprile i giudici di Caltanissetta nella sentenza sull’inquinamento delle indagini sull’attentato.
Ieri la figlia, Lucia, ha consegnato copia dell’agenda alla commissione Antimafia che, a distanza di 31 anni, ha ripreso a occuparsi di uno dei più inquietanti misteri italiani. Un gesto che ha due scopi. Dimostrare l’ennesima falla nelle indagini sull’attentato, visto che nessuno ha pensato di acquisire il documento. E smascherare i finti amici del magistrato, i tanti che, nel tempo, hanno millantato un rapporto speciale con lui.
Menzogne che saltano all’occhio, secondo i figli della vittima, consultando la rubrica da cui mancano i loro nomi.
A ridare l’agenda a Lucia Borsellino fu, a novembre del 1992, l’ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera, tra i responsabili — hanno scritto diverse sentenze — del clamoroso depistaggio delle indagini sull’eccidio. […]
«Troverete — ha spiegato — tutti i numeri delle persone a lui vicine: per tre quarti magistrati e per il resto familiari. Non troverete i recapiti di quelli con cui non aveva frequentazioni. Lascio a voi ogni conclusione».
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Tiramisù World Cup 2023 a Treviso
Il Tiramisù World Cup è la sfida più golosa dell’anno, con centinaia di aspiranti che si cimentano nella preparazione del popolare dolce al cucchiaio. Dopo le prime selezioni all’estero tra Uruguay, Brasile e Belgio ora ci sarà il Grand Final, che si terrà nella in piazza dei Signori, a Treviso, dal 5 all’8 ottobre e da Asti arriverà Andrea Mattana Renon, vicepresidente della Tiramisù Academy, pronto a portare ancora una volta la bandiera del Piemonte e dei savoiardi, La Tiramisù World Cup ha ripreso negli ultimi anni le selezioni a livello internazionale, portando la specialità italiana a essere protagonista di nuovi eventi all’estero dove concorrenti da tutto il mondo hanno messo a punto le loro ricette e si sono allenati per portare a Treviso la loro creazione migliore, puntando a diventare i campioni della settima edizione. Oltre che dall’Italia, i partecipanti arrivano anche da terre molto lontane, per far conoscere la propria versione del dessert italiano più famoso nel mondo tra gli europei come Sheila dall’Irlanda, Julian dalla Germania e Miroslav dalla Slovacchia. Il gruppo più numeroso è quello dei britannici, ma non mancano i francesi, storici partecipanti della TWC, e gli svizzeri, mentre Pep di Barcellona sarà il rappresentante per la Spagna, mentre Uma e Alen di Sarajevo quelli per la Bosnia, dalla Finlandia è arrivato in Italia Albert con la sua ricetta creativa del popolare dolce. Da luoghi lontani si sono iscritti Kanan e Manek dall’India, e Roberta, italiana che vive in Thailandia, oltre ai vincitori delle selezioni che si sono tenute nei mesi scorsi a Bruxelles, Montevideo e San Paolo. Una giuria di esperti decreterà il Tiramisù più buono del mondo 2023 domenica 8 ottobre a Treviso, e ci sono Alberto Grandi e James Hoffmann. Alberto Grandi, docente di Storia dell’Alimentazione all’Università di Parma, e l’autore di libri che trattano le origini antiche delle ricette italiane e co-autore con Daniele Soffiati di un podcast di successo giunto alla terza stagione, mentre James Hoffmann, imprenditore inglese, è editore e youtuber del mondo del caffè dal 2003. Tra gli altri membri ci sono anche Manuel Gobbo (chef del ristorante Le Beccherie), Giuseppe D’Avino (amministratore delegato Strega), Dania Sartorato (presidente Fipe e Confcommercio Unione provinciale Treviso). Il presidente di Giuria, come nella passata edizione, sarà la giornalista Laura Forti de La Cucina Italiana, la storica rivista di gastronomia fondata nel 1929, già media partner della manifestazione. Read the full article
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Convinta al 90% di stare sul cazzo alla mia responsabile.
I don't like it here.
That's it.
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Questa cosa di capire cosa si prova ad essere il fratello di Parascandalo ieri mi ha preso al punto tale che ci ho ragionato tutta la notte (non ho dormito), e la mente poi ha fatto un giro talmente contorto che eccoci qua, a raccontare l'ennesima storia della mia vita.
Per capire però dove voglio andare a parare bisogna risalire a quasi 5 anni fa, precisamente al 7 Febbraio 2017, il giorno della mia partenza. Lo so, sembro mio nonno quando raccontava della Seconda Guerra Mondiale, e in un certo senso la cosa mi piace anche, le storie richiedono tempo, per le notizie va bene il Televideo, per i rutti anche Twitter.
In questa foto potete osservare una persona veramente brutta, ma forse più che brutta diciamo molto stupida, ecco. E' stata scattata all'area di servizio prima del San Gottardo in Svizzera, per la prima volta in vita mia vedevo tanta neve e quindi perché non farci una bella foto? Ma il brutto di me non era ovviamente questo aspetto, ma cosa mi son lasciato dietro quel sorriso da ebete.
Non rinnego la scelta di aver cambiato paese, la rifarei altre mille volte, sulla carta ritengo ancora oggi di aver fatto strategicamente una delle scelte più indovinate della mia vita, ma rimpiango il come l'ho fatta. Odiavo l'Italia e odiavo le persone che ci vivevano, Nord, Sud, stessa zuppa, ho sbattuto la porta in faccia a tutti, tutti, famiglia compresa. Ho versato lacrime solo per Erika, aver tolto la nostra quotidianità ci ha spezzato il cuore, ma tante, tantissime persone avevano reagito in tantissimi modi diversi alla notizia, chi fingendosi interessati, chi criticandomi pesantemente, chi mostrando una invidia che non so quanto reale o quanto per piaggeria, ma a me non fregava sinceramente un cazzo, era il mio momento, era la mia rivincita, la mia opportunità, e proprio per questo motivo era il momento in cui ho dimostrato di valere tanto come professionista quanto nulla come uomo. A chi mi diceva che avevo fatto bene annuivo, viceversa mandavo apertamente a fare in culo e senza usare alcun tipo di tatto, perché l'orgoglio ormai governava totalmente le mie azioni. Solo nel raccontarlo a mia madre avevo provato a girarci attorno, ma lei, con una umanità e un cuore che io non mi sognerò mai di poter avere, mi disse fije mije, je t'aggie pers diece ann fa' e tu staje già luntan, a me bast ca' si' felice e pozz sule prija' a Maronn ca' te fa' sta bbuon, e anche in quella occasione mostrai zero empatia, perché anziché capirle queste parole, ma capirle per davvero e donarle un abbraccio, non dissi nulla, l'unico pensiero che feci fu "ok, dai, l'ha presa bene, è andata".
Quello che quell'idiota in fotografia non sapeva è che se vivi per lavorare forse ancora te la cavi, ma se lavori per vivere, una volta timbrato il cartellino non importa se guadagni due, cinque o cento volte tanto, i cazzi tuoi sono sempre lì che ti aspettano, e come volevasi dimostrare, non solo mi hanno raggiunto fino in Germania, ma mi hanno travolto e lasciato a terra per tanto, tanto tempo. Ma torniamo al racconto.
Arrivato sul suolo tedesco, la casa offerta da SAP era disponibile solo dal 15 Febbraio, quindi per una settimana presi una camera d'albergo, così da poter fare tutte le pratiche necessarie all'impiego con la calma di questo mondo. La prima sera andai ad Heidelberg, e mi fermai al Nordsee sulla Hauptstraße, per prendere un panino. Chi mi servì quella sera? Non ci crederete, ma un campano, precisamente di Torre Annunziata. A due anni di distanza, a pochi mesi dall'inizio di questo blog, dedicai a quell'uomo un post, che potete leggere qui
https://der-papero.tumblr.com/post/188661402349/occhi-chiusi
in un momento dove avevo cominciato a stare male, e la malattia che avevo ingenuamente ignorato aveva colpito implacabilmente. All'epoca del post ero uno dei tanti tumbleri sconosciuti, avevo una sola follower, che ancora mi segue come io seguo lei, e mi mancano tantissimo i suoi post sul mare. Ritornando al Febbraio 2017, per farla breve, io gli chiesi un panino in inglese, lui esclamò esultante "jeee so' napulitan!!!", e io sbiascicai, in modo molto seccato, una roba del tipo "ma che sfaccimm, pur cca' stann".
Ora, io sono un amante e un pubblico fiero sostenitore della Legge del Caos, e non mi estorcerete mai il contrario, però che volete, forse la vecchiaia che avanza, o perché si inizia ad accettare il fatto ineluttabile che la Terra gira in un verso solo, si comincia ad accettare anche volontariamente e romanticamente l'idea che le cose non capitano forse per caso, e quindi chissà perché proprio quella sera, la prima in Germania, io incontrai quell'uomo, che non ho più rivisto, quell'uomo che mi ha raccontato quanto gli mancava la sua famiglia, la sua terra, Torre, e come non si sentisse assolutamente accettato, mentre io riuscivo solo a pensare "che rottura di cazzo, come si lagna questo, ringrazia Iddio che lavori".
Tante lacrime son passate da quel momento, che mi hanno portato ad oggi, a come mi conoscete. Molto di quell'orgoglio è sparito e forse ho iniziato a vedere quello che non ho mai voluto vedere, sono lontanissimo dal poter capire tantissime cose che vorrei capire, ma adesso arrivo al punto del fratello di Parascandalo, e se siete arrivati fin qua, questo post vi vale come buono per una pizza offerta da Papero.
Mesi fa, non ricordo chi (e chiedo scusa in ginocchio), commentò ad un ricordo della mia vita, scrivendo che era un ricordo molto bello. Lì mi venne l'idea di prendere tutti i ricordi di questo blog e metterli in un side blog, che chiamai papero-memories. Al momento mi sembrava una idea geniale, però poi non l'ho più portata avanti, perché mi sembrava vuota, avrei preso dei post e li avrei spostati da un'altra parte, un po' come i fascicoli di un archivio.
Ieri ho rivisto (e ci ho fatto il post) per la milionesima volta quella scena del film di Bellavista, sul fratello di Parascandalo. Ora, la scena racconta una cosa abbastanza comune, e penso fosse questo l'intento di De Crescenzo, ovvero fare una gag sulle decine e decine di emittenti locali presenti in Campania, che il più delle volte sono popolate da personaggi buffi, spesso sul limite del grottesco, quando non lo oltrepassano, ma per me queste persone non sono più così. Eduardo diceva che il suo teatro nasce proprio lì, la commedia napoletana esiste già nella vita delle strade, nei dialoghi tra le persone, tra le famose sceneggiate, lui doveva solo catturarla, nulla di più.
Nello sguardo di Raffaele Moccia, che ha interpretato il fratello di Parascandalo, io ci ho visto di più di quello che si vede normalmente, ovvero una figura grottesca che racconta di avere un frutta e verdura su TeleMergellina, ci ho visto quello che non ho mai capito, ci ho visto la mia terra. E quando il presentatore gli ha chiesto "Ma cosa si prova ad essere il fratello di Parascandalo?", io ho premuto pausa e mi son chiesto "già ... cosa si prova ad essere il fratello di Parascandalo?". E lì ho creato un nuovo sideblog, @ilfratellodiparascandalo, dove ho deciso sì di raccogliere ricordi, ma solo quelli che appartengono alle origini che sto provando disperatamente a ritrovare, e ho iniziato ieri sera a ripercorrere dall'inizio il mio blog, e così non sarebbero stati più ricordi buttati lì a caso, ma una storia da raccontare. Ovviamente la Mami la farà da padrona, ça va sans dire.
Caso (???) vuole che, in ordine di tempo, il primo post in assoluto, dove parlo delle mie origini, è proprio quel post su quell'uomo incontrato al Nordsee. Sto diventando troppo romantico, dite? Può darsi, non che la cosa mi dispiaccia, anzi, forse è proprio il punto di partenza per capire cosa si prova ad essere il fratello di Parascandalo.
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Eroi usa e getta: nelle Marche fino a 500 euro di tagli agli stipendi di infermieri e Oss di Davide Falcioni Più di mille tra infermieri, Oss e tecnici sanitari della provincia di Ascoli Piceno (Area Vasta 5 delle Marche) si vedranno di punto in bianco decurtare una media di 200 euro dallo stipendio. La "sorpresa" – o meglio, la stangata – arriverà con la prossima busta paga, quella di gennaio 2022, di cui sono stati già predisposti i cedolini, ed ha lasciato di stucco i cosiddetti "eroi della pandemia", gli uomini e le donne che nella provincia più a sud delle Marche hanno per due anni affrontato il Covid-19 tra turni massacranti, sacrifici immensi e – sullo sfondo – il timore costante di contrarre il virus e pagarne le conseguenze. "Ci definivano ‘eroi', ma verremo ripagati con un taglio di circa 200 euro dallo stipendio. Per me, che ho due figli, è una somma importante", dice un infermiere deluso e amareggiato, spiegando che nel frattempo – con la quarta ondata – il lavoro si è fatto ancora una volta molto stressante. Con una differenza sostanziale: se nella primavera del 2020 per loro c'erano gli applausi e in quella del 2021 la candidatura al "Nobel per la Pace", dopo quasi due anni la ricompensa del lavoro svolto è un'importante sforbiciata a stipendi già decisamente bassi. Il caso è stato denunciato dai sindacati. Maurizio Pelosi, segretario territoriale NurSind Ascoli Piceno, ha spiegato che "durante l'incontro con il nuovo direttore dell'Area Vasta 5, il dottor Esposito, ci è stato comunicato che mancano i soldi del fondo disagio del 2021 per pagare tutto il salario accessorio, ovvero indennità notturna, reperibilità, festivi, straordinari, indennità di presenza. Quindi nel mese di gennaio il pagamento del salario accessorio sarà ridotto del 50%, con decurtazione media di 200/250 rispetto ai mesi precedenti. Ventitré mesi di emergenza e questo è il premio per gli infermieri". Ma non è tutto: il direttore sanitario ha già annunciato che se non verranno stanziate risorse aggiuntive il taglio riguarderà anche la busta paga di febbraio. Spiega Pelosi: "Nella mensilità di febbraio il fondo del disagio 2021 sarà completamente esaurito, quindi la decurtazione é del 100% , ovvero 400/500 in meno rispetto ai mesi precedenti. Il nuovo direttore ha preso in carico il problema e nei prossimi giorni ci farà sapere come affrontare e soprattutto ripristinare il fondo del disagio". La stangata si somma a una serie di problemi di vecchio corso: il personale precario e numericamente insufficiente, la rottura del tavolo di contrattazione relativa al fondo 2021 e i ritardi nel riconoscimento di istituti giuridici e contrattuali. (...) "Abbiamo appreso che, nel mese di gennaio 2022, le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti presso l’Area Vasta n. 5, si sono trovati in busta paga la metà degli importi relativi a delle indennità contrattuali loro dovute". Tali indennità, uniformi a livello nazionale e previste dal contratto di categoria, devono essere corrisposte ai lavoratori della sanità in caso di speciali oneri o disagi. "Inoltre – aggiunge l'USB – il personale sanitario, tecnico ed ausiliario impiegato presso l’Area Vasta 5, quello più penalizzato in ambito regionale, non ha ricevuto in busta paga neanche gli emolumenti relativi all’indennità Covid, che spetterebbe loro per il lavoro rischioso che svolgono ed hanno svolto in questi oltre due anni di pandemia. Quanto accade stride con gli impegni assunti nel recentissimo incontro con il direttore Esposito, il quale aveva garantito le Rappresentanze Sindacali circa il corretto pagamento di tutto quanto dovuto al personale sanitario. Nelle Marche, così come nel resto del paese, gli operatori sono esausti e le strutture sanitarie di nuovo al collasso. Per questo rilanciamo con forza lo sciopero generale del comparto sanità per il prossimo 28 gennaio, giornata che sarà anche di mobilitazione nazionale per tutta la nostra organizzazione sindacale".
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C'è bisogno di correre. E invece le leggi, i decreti si impaludano nei meandri dei ministeri. O delle commissioni. Mancano i decreti attuativi. (...) E si sommano uno all'altro, creando una montagna sempre più alta. Simbolo dell'immobilità di questo Paese. (...) Storia vecchia. (...) Sui 1.199 decreti attuativi dell'attuale legislatura, ne restano ancora da approvare 643, di questi 125 riguardano l'esecutivo Conte I(...) e 456 il Conte II (...). A questa eredità il governo di Draghi ne ha aggiunti (...) dal momento che sui 67 previsti (...) ne sono stati pubblicati solo 5. La fotografia, insomma, è devastante. Siccome i ministeri, da soli, non sono in grado di stare al passo, Draghi ha deciso di accentrare la pratica. (...) Da domani, si cambia. Davanti ai ministri ha illustrato, come recita il comunicato finale del consiglio dei ministri, «un nuovo metodo operativo» (...). Il metodo ricalca quelli che ci sono nelle aziende. Eccolo: a ogni ministero vengono assegnati degli «obiettivi da perseguire, con target specifici di decreti da adottare, a partire dai mesi di giugno e luglio 2021». Obiettivi e tempi in cui realizzarli. Dovranno eseguirli. (...) Ma siccome le raccomandazioni non bastano, per verificare che accada, il sottosegretario alla presidenza, Garofoli, «si recherà», si legge nel comunicato della presidenza del Consiglio, «presso i ministeri» per verificare che l'attuazione proceda. Il sottosegretario Garofoli ha poi illustrato, sempre davanti agli attoniti ministri, «alcuni criteri operativi per una più efficace attuazione delle disposizioni normative». (...) Una rete capillare e stringente per eliminare quella palude che inabissa tutto. Se a Draghi riuscirà, sarà una rivoluzione.
da Libero quotidiano, via https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cambio-passo-draghi-ministri-lazzaroni-mirino-mariopio-273233.htm
“Beppe ma dove vai? Quelli ti fanno lavorare!” (Capannelle a Gassmann nel finale de “I soliti ignoti”).
Riuscirà Draghi a far quello che neppure a Mussolini riuscì? Mah, vedarem. Certo è che parte col piede giusto, se sarà vero che “il metodo ricalca quelli che ci sono nelle aziende”: ”target da raggiungere” infatti non basta, bisogna aggiungere cosa succede a chi non raggiunge i target.
(e tutti i gnègné del Partito del Parastato a frignare sin dai tempi del Berlusca uhhhh, il pubbbbblico ha da esse gestito in modo diverso dal privato ....).
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Lista di libri romance con un pizzico di paranormal.
Quando un lettore mi lancia una sfida sapete che sono sempre pronta ad accettarla. Stavolta mi avete chiesto una lista di romanzi rosa storici con influenze paranormal….
Avete idea di quanti ce ne sono?!
E’ un numero immenso! Ho dovuto scremare molto i titoli o sarebbe stata una lista infinita.Spero che la mia selezione vi piaccia, ho scelto di includere ciò che mi ispirava o ho letto, ma sappiate che mancano molti, ma molti davvero molti titoli disponibili anche in italiano.
Ecco dunque la lista:
- Iniziamo con una delle mie autrici preferite Amanda Quick e la sua serie PARANORMAL ROMANCE, la ARCANE SOCIETY SERIES, che narra le vicende di una società segreta nata in Inghilterra nel medioevo per motivi…diciamo alchimistici e di ricerche esoteriche legate ai poteri psichici, ma che proprio nell’Inghilterra vittoriana diventa una società dedita ad aiutare persone con poteri psichici. Solo antiche famiglie nobili dotate di poteri psichici per ora ne sono membri, ma piano piano le cose stanno cambiando e il capo del consiglio, da sempre un membro della famiglia Jones (dal primo capostipite che creò la società), ora ha anche istituito una sezione per investigare su crimini commessi da persone dotate di poteri.
E’ a questo punto, durante il regno della regina Vittoria in Inghilterra, che inizia la nostra storia. Sembra che qualcuno abbia rubato importanti documenti storici legati al capostipite della società, compresa la segretissima formula per creare una pozione in grado di ampliare i poteri psichici e che l’abbia ricreata. Cosa proiita visto che da sempre si sa che la pozuione ha la tendenza a rendere pazzo o morto chi la prova.
Ma qualcuno sta tentando di ricrearla e migliorarla….e sta commettendo omicidi pur di ottenere ciò che vuole. Parte da qui il primo libro della serie.
Non vi elenco i libri che la compongono perchè ho già dedicato un post a questa serie in passato, lo trovate a questo link:
https://weirdesplinder.tumblr.com/post/107333521723/arcane-society-series
- Passiamo ad un altra serie romance paranormal molto famosa e pubblicata in Italia sempre dai romanzi Mondadori, la St. Leger legacy, una trilogia di Susan Carroll
1.La moglie ideale
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Nella rocciosa Cornovaglia sorge un castello di cui si raccontano storie che mettono i brividi. Tra quelle mura vive Anatole St Leger, artefice dei brividi. Il quale però è ormai deciso a sposarsi. Così manda a Londra il cugino Septimus a scegliergli la sposa adatta. La prescelta? Madeline Breton, una fanciulla intelligente e leale. Ma Anatole non ha idea di come comportarsi per conquistarla. E Madeline, dietro la maschera del castellano ed eremita, saprà vedere l’uomo del proprio cuore?
2. Amante di sogno
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Lance St Leger, unico erede dell'antico castello di famiglia. Lance St Leger, a cui un misterioso potere tramandato da generazionipermette di separare lo spirito dal corpo. Lance St Leger, nomade della notte. Ed è durante una di queste notti che il suo spirito incontra l'incantevole lady Rosalind Carlyon, la quale lo scambia per il fantasma di sir Lancelot du Lac. Invece di svelarle l'arcano, notte dopo notte Lance gioca con lei, tentandola fino a mettere in gioco il proprio cuore. Il cuore di un uomo reale, ma come rivelarlo alla donna che ama?
3. Magia di mezzanotte
Valentine St Leger, discendente di un potente mago, ha la facoltà di assorbire il dolore delle persone, ma non può cambiarne il destino. Kate Fitzleger è innamorata di Val da tutta la vita e non ha alcuna intenzione di lasciare che una sciocca leggenda rovini la sua felicità: “Ai St Leger è proibito cercarsi le loro compagne. Se lo fanno, il seguito sarà solo morte e tragedia. Sono costretti ad affidarsi ai servizi del “Cercatore di Spose”. Perciò alla vigilia di Ognissanti, quando gli spiriti del Bene e del Male si confondono, Kate si ribella al fato creando una potente pozione d’amore. Ma le cose non vanno affatto come lei ha immaginato…
- Una serie che ho molto amato è la serie Magic di Patricia Rice che racconta le avventure delle magiche donne della famiglia Malcom e dei fin troppo meticolosi uomini della famiglia Ives, che chissà come finiscono quasi sempre per sposarsi. Le donne Malcolm hanno la magia nelle vene, mentre tutti gli uomini Ives sono uomini di scienza.
1. Merely Magic (forse inedito in Italia o introvabile ormai in italiano)
Trama: Una donna dotata del dono della magia vive una vita solitaria nei boschi finchè non incontra per caso un aristocratico ossessionato dalle stelle e dall'astrologia. Uno sconosciuto che porterà l'amore nella sua vita e la cambiarà per sempre.
2. Qualcosa di magico
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Trama: Dunstan Ives ingiustamente accusato di aver ucciso sua moglie, ha giurato a se stesso che avrebbe per sempre evitato tutti coloro che con tanta superficialità l'avevano condannato, e che non si sarebbe mai più lasciato irretire dal fascino di una donna. Ma non aveva ancora conosciuto Lady Leila Staines, una creatura meravigliosa che gli fa un'offerta che lui non può assolutamente rifiutare. Dunstan sente di nuovo scorrere nelle vene emozioni che ormai credeva sopite, ma deve fare i conti con il passato…
3. Il tocco magico
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Trama: Felicity, figlia del marchese di Malcolm, sente i segreti delle persone, solo toccandole. Un dono molto speciale, che lei vive invece come una condanna: l'orrore di convivere con i dolori e le angosce di chi la avvicina. Decisa a liberarsi dei suoi scomodi poteri, Felicity parte con la sorella alla ricerca del libro magico che potrà spezzare l'incantesimo. Ma durante il viaggio l'incontro con Ewen Ives le farà scoprire una nuova sensazione: perchè toccando quell'uomo affascinante ha provato un formicolio di piacere anziché la consueta sofferenza? Forse c'è un lato buono nel sortilegio.
4. Magico momento
Trama: Alla morte del padre e del fratello in un misterioso incidente, il giovane Harry diventa duca di Sommersville, ereditando il castello di famiglia e molti debiti. L’unica via d’uscita è sposare l’amica Christina che, oltre a una ricca dote, ha un dono: legge l’aura delle persone. Il castello è popolato di fantasmi che sembrano chiedere l’aiuto della novella sposa. Quale mistero si nasconde tra le spesse mura dell’antica dimora? Christina cerca la complicità di Harry, ma egli, addolorato e pieno di preoccupazioni, dovrà imparare a fidarsi di lei prima di aprire il cuore all’amore…
5. Amore magico
Trama: I dipinti di lady Lucinda Malcolm sono spesso causa di scandali in società: per un arcano dono la giovane è in grado di rappresentare eventi futuri. Ed è proprio per uno dei suoi quadri che Sir Trevelyan Rochester viene accusato di omicidio. Per opposte ragioni, Lucinda e Trev si rifugiano nel Sussex e si incontrano, senza però riconoscersi. La strada che li porterà alla verità è lastricata di insidie, ma anche di passione…
6. Magic Man
Inedito in Italia
Trama: Per Aidan Dougal, ogni intimità è impossibile e perciò il matrimonio sembra fuori questione e anche chiedere aiuto non è da lui finchè un nemico lo costringe ad accettare l'aiuto di una donna….
- La strafamosa Elizabeth Boyle è autrice anche di una serie di romanzi paranormali che hanno come protagonisti i membri della famiglia Marlowe, che vengono in possesso di un anello magico che dà a chi lo porta il diritto a vedere esaudito il suo più grande desiderio – cosa che inevitabilmente causerà guai a non finire ai malcapitati proprietari.
1. Incanto al risveglio
Charlotte Wilmont, povera e insignificante, ha un desiderio segreto: essere amata dal compassato e fascinoso Sebastian Marlowe, visconte di Trent. Solo la magia sembra essere in grado di realizzare quel desiderio. Una bella mattina, infatti, l’ignara Charlotte si sveglia in una lussuosa camera da letto al fianco di lord Trent in persona, scoprendo di essere diventata la cortigiana più celebre di tutta Londra. Ma saprà anche conquistare il cuore dell’amato?
- Naomi Bellis, ha scritto invece una serie ambientata tra Francia e Inghilterra all’epoca della Rivoluzione francese, in cui le pericolose missioni degli agenti dello spionaggio inglese si intrecciano alle lotte di potere tra alcune famiglie dotate di poteri magici ereditari. La serie conta tre libri:
1. Invito al buio
Da mesi Sarah Leaford non riceve notizie dal padre, lord Simon Carleigh, che si è recato da Londra a Parigi per affari. Decisa a trovarlo, Sarah segue il consiglio del fantasma della madre e si mette in contatto con Jack il Gentiluomo, il ladro più abile e conosciuto della città. Quello che la fanciulla non sospetta è che Jack ha un conto in sospeso proprio con suo padre. Ma tra lei e Jack è già scoccata la scintilla del desiderio…
2. Al calare delle tenebre
Nicholas Saville, visconte di Redfern, e Helen Barrett sono fidanzati e innamorati. Tuttavia Nicholas, a causa di continue e misteriose missioni all’estero, non sembra trovare il tempo per sposarla. Quando Helen rinuncia a lui, si fa avanti lord Waring, losco figuro che la giovane ha sempre detestato. Ma la collana di zaffiri rosa che il pretendente le regala sembra pervasa di un’oscura magia che la seduce. E Nicholas dovrà rischiare davvero tutto per riconquistare la sua amata Helen.
3. Ladro nell’ombra
Gabriel d’Aubrigny, cavaliere di Lesgardes, uomo di segreti e complotti, fa ritorno in Inghilterra deciso a iniziare una nuova vita. Ma il furto di tutto ciò che possiede lo costringe ad accettare un nuovo incarico: smascherare Balthazar, sinistro personaggio che minaccia il trono servendosi della magia nera. Il fato vuole che anche Anne Tremaine, la donna che lo ha derubato, abbia il medesimo avversario. Gabriel e Anne sono così costretti a formare una complicata alleanza, che li porterà a scoprire non solo sconosciuti poteri magici per salvare il paese, ma anche la loro inaspettata passione.
- Lucy Blue ha scritto la trilogia paranormale “Bound in Darkness” con prsenti dei vampiri, formata dai libri:
1.IL BACIO DELLA TENEBRA
Coinvolto in un feroce scontro fra vampiri, Simon viene tramutato lui stesso in un non-morto. Intrappolato in una notte senza fine, si mette sulle tracce di un calice leggendario, l'unico oggetto che potrebbe salvarlo. Una ricerca che lo porta al castello della splendida lady Isabel e la sua vita viene nuovamente sconvolta. Isabel non sa di possedere la chiave per la redenzione dell'affascinante cavaliere oscuro. Nè può immaginare i pericoli in agguato nella passione che subito li avvolge.
2.IL CAVALIERE DEL DIAVOLO
Tristan DuMaine, cavaliere normanno, fa ritorno al castello di famiglia… sotto forma di vampiro. Tristan ha un’unica ossessione: vendicarsi di Siobhan, la bellissima guerriera sassone che è stato costretto a sposare. Eppure, in un mondo di barbarie e violenza, al di là dell’odio implacabile Tristan e Siobhan scopriranno di essere destinati ad amarsi per l’eternità
3.ANGELO OSCURO
Gareth sta tornando nelle Highlands, con una missione: vendicare la morte del padre. Attaccato da una banda di fuorilegge, viene tratto in salvo da Roxanna, donna bellissima ed enigmatica. Il suo segreto? L’immortalità tragica delle creature delle tenebre, e Gareth potrebbe essere la sua prossima preda. Eppure, uniti da un antico potere, la principessa vampiro e il cavaliere mortale scopriranno che il desiderio può essere più forte del destino.
- Invece Linda Fallon (pseudonimo di Linda Winstead Jones), ha scritto una serie romance con fantasmi. Si tratta della Serie Shades, romantica, aventurosa e paranormali appunto. Che fu pubblicata nel 2005 nella collana Mystere. I tre romanzi che la compongono sono ambientantoìi nell'Ottocento in America:
1. Nel cuore della notte
Titolo originale: Shades of midnight
Link: https://amzn.to/38TitZQ
Trama: Eve Abernathy scopre che la sua nuova casa è infestata da due spettri, Viola e Alistair, che ogni sera mettono in scena la tragedia della loro morte. Stanca di assistere ad accoltellamenti e suicidi, Eve si fa iutare da un esperto di fenomeni paranormali, quello stesso Lucien Thorpe che due anni prima l'ha abbandonata sull'altare. Mentre cercano il vero motivo della morte di Viola, Eve e Lucien scopriranno che il loro amore è tutt'altro che un fantasma.
2. Luna di miele con fantasmi
Titolo originale: Shades of winter
Trama: Il giorno delle nozze di Eve e Lucien si avvicina e tutto è pronto. Il tanto desiderato matrimonio, già annullato due anni prima a cerimonia iniziata, sta per essere celebrato. Questa volta niente può andare male… finché il presidente della Società dei fantasmi di Plummerville non racconta di ectoplasmi che infestano l’Honeycutt Hotel, e il richiamo è troppo forte per il famoso medium Lucien. Solo Eve potrà salvare la sua anima dallo spirito del male.
3. Ombre purpuree
Titolo originale: Shades of scarlet
Trama: Lucien, famoso medium ed Eve, la sua giovane moglie, si trasferiscono nella villa di Glover Manor per liberarla dalla presenza sinistra e minacciosa dei fantasmi di due gemelle. Mentre Lucien cerca di stabilire un contatto con l'aldilà, Eve è in grave pericolo per l'intervento dello spirito di un bambino. Solo scoprendo la verità sulla tragica morte delle gemelle, Lucien potrà salvare la moglie e coronare con lei il sogno di un figlio.
Visto che vi ho sempre parlato di serie fino ad ora, concludo la lista con due romanzi singoli:
- Magia proibita, Jo Beverly
In miseria dopo la morte dei genitori, Meg Gillingham ha un’unica scelta per salvare la sorella minore dalla grinfie di un uomo spregevole: rivolgersi a una statuetta magica che esaudisce i desideri. Ma sempre in cambio di qualcosa… Quello che Meg non si aspetta è di ricevere una proposta di matrimonio da un affascinante nobiluomo, lord Saxonhurst, la cui vita però è disseminata di oscuri segreti. Che potrà lasciarsi alle spalle solo se Meg riuscirà a fidarsi di una magia ancora più speciale: quella dell’amore.
- Il pensiero e l’amore, Paula Labud
Tristan Deveraux, affascinante ed enigmatico figlio di un lord inglese e di una principessa gitana, ha una nuova pericolosa missione: scortare un brillante scienziato ed Emily, la sua bellissima nipote, dai campi di battaglia spagnoli alla salvezza in terra inglese. Ciò che però Emily neppure immagina è che Tristan riesce a leggere i suoi pensieri. E che è pronto a invadere la sua mente con la promessa di una passione travolgente…
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Cosa ho combinato in questo pazzo, pazzo 2020
-Ho trovato un lavoro (edit: il 24/12 mi han licenziata, rip). Un lavoro che so fare bene, che mi piace anche se a volte sento davvero lo stress/ansia/paura, che è vicino a casa e che ha orari gestibili.
-Ho visto quasi tutti i film dello Studio Ghibli, e per “quasi tutti”, intendo che mi mancano solo La collina dei papaveri e Nausicaa della valle del vento (i film tristerrimi e quelli che non conosce nessuno sono fuori dalla lista, per il momento).
-Mi sono decolorata e tinta i capelli, nello specifico mi sono fatta lo stesso colore di Yuriko Tiger (frangia con ciocche laterali verde acceso, e retro del mio colore naturale quindi castano scuro) ma modificando un pochino il taglio. Anzichè il mullet cioè più corto davanti e più lungo dietro, ho fatto un caschetto con la parte dietro rasata e le ciocche davanti più lunghe, mi sento molto bene e ho imparato ad amare questo taglio e soprattutto HO FATTO PACE CON I MIEI CAPELLI. <3 Circa. Ma insomma sto facendo bei passi in avanti.
-Ho iniziato tanti anime “classici” tipo Fairy Tail, Inuyasha, AOT e ho finito alcuni di quelli che avevo iniziato da piccola tipo Toradora. Mi sento molto orgogliosa, ma è stancante/pesante e quindi ho preso una pausa, probabilmente li finirò nel corso di più anni ma va bene così.
-Ho letto 17 libri, finiti tutti in questi giorni, sono a poco più di metà del numero che mi ero prefissata ma con tutto quello che è successo direi che posso esserne orgogliosa.
-Ho provato a farmi fare le unghie gel. PESSIMA IDEA. Ci ho messo 3 mesi a toglierle tutte e mi han lasciato le unghie devastate.
-Ho cambiato/sto cambiando stile nel modo di vestirmi e mi sento bene, sento di esprimere qualcosa che non avevo mai detto e allo stesso tempo di riscoprire qualcosa di vecchio e consolidato. Ci sono dei giorni, tanti, molti di più rispetto a qualche anno fa, molti di più rispetto a quanto avrei pensato, in cui mi sento una bomba. Non lo so, mi sento più connessa alla mia energia e credo che anche le persone attorno a me lo sentano. in ogni caso è una bella sensazione che mi sto impegnando a ricreare spesso (ma senza farla diventare un’ossessione)
-Ho conosciuto tanta gente. Faccio ancora schifo a mettere dei paletti. Migliorerò. <3
-Una gatta mi ha adottata.
-Mi sto impegnando su TikTok, sto vedendo i primi frutti. Sono arrivata a 800, poi 1000 e ora 1222. Il tutto in pochi (2?) mesi. Ora voglio portare avanti la cosa in modo più serio, creare contenuti belli e divertenti e variati e postare giornalmente. Mi diverto, ma è anche una cosa che mi mantiene ancorata al terreno e mi serve per imparare a gestirmi impegni/scadenze e ad essere meno pigra/passiva.
-Non ho tenuto conto dei film che ho visto, ma so di averli segnati e vedere tutte quelle piccole X che si accumulano mi riempie di gioia e orgoglio e calma la mia ansia, quindi ok. Nel 2021 vorrei lasciare un po’ da parte i film e concentrarmi sullo sfoltire la lista di serie tv e anime, ma chissà.
-Serie TV: ho provato e abbandonato 2 serie “grosse” (5 stagioni e giù di lì), Vikings e Brooklyn 99, e sono contenta di aver provato e ancora più contenta di aver mollato qualcosa che non mi ispirava. Ho finito un po’ delle “1 stagione” e mi sono messa in pari con alcune cosette interessanti che usciranno nel 2021 (Pose, Sex Education, Sabrina, Stranger Things e sto tentando anche con The Umbrella Academy, di cui sono alla 1x2). Totale: 16 serie tv di varia lunghezza e mezza, non male, grazie Netflix.
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Fase 1: geografia del contagio e “caso” Lombardia
Il quadro del contagio ci mostra in maniera evidente come questo non sia diffuso in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. La Lombardia rappresenta da sola il 37% dei contagi a livello nazionale. Il sud è stato toccato solo di striscio dal coronavirus e il lockdown ha contribuito a contenere bassi i numeri del contagio in molte aree del paese. Questa differenza potrebbe, in parte, essere accentuata dal fatto che il primo focolaio di contagio accertato in Italia è stato in Lombardia. Questo elemento, da solo, non spiega però l’enorme differenza di contagi tra la Lombardia e le altre regioni italiane. Una differenza non solo con il centro e il sud del paese, ma anche con le altre regioni del nord, tra cui il Veneto che ha avuto i primi focolai nello stesso periodo. Anche se la densità di popolazione (La Lombardia, dopo la Campania, ha il più alto numero di abitanti per km²) è un fattore da tenere in considerazione, risultano evidenti gli errori di gestione nel contenimento dell’epidemia avvenuti in territorio lombardo.
Va detto, prima di passare nello specifico a quello che è avvenuto in risposta al Covid, che l’epidemia si è abbattuta e ha messo a nudo i limiti di un sistema sanitario falcidiato da anni di tagli. Di seguito un po’ di dati tratti da un articolo uscito sul Corriere che ci mostra come in Italia “Nel 1998 c’erano 1381 istituti, 61,3% pubblici e 38,7% privati accreditati: 5,8 posti letto per 1.000 abitanti, mentre […] nel 2017, secondo l’Annuario statistico, il Ssn in Italia disponeva di 1.000 istituti di cura, 51,80% pubblici e 48,20% privati accreditati, per un totale di 191 mila posti letto di degenza ordinaria. Il che voleva dire 3,6 posti letto ogni 1.000 abitanti.” E ancora come “Nel 1980 i posti per malati acuti erano 922 ogni 100.000 abitanti. Il 1998 è stato l’anno di svolta, l’ultimo in cui l’Italia si era sopra la media europea, poi il governo D’Alema dà il via ad una discesa costante. Secondo dati dell’Oms in Italia, da allora al 2013 il numero di posti letto per malati acuti, si è quasi dimezzato, passando da 535 a 275 ogni 100.000 abitanti. Oggi siamo sotto Paesi come la Serbia, la Slovacchia, la Slovenia, la Bulgaria, la Grecia.”[1]
Questi numeri ci danno la misura di come il nostro sistema sanitario nazionale fosse già sofferente a causa dei tagli dell’ultimo ventennio.
Piuttosto che il sistema Italia ad essere stato messo in enorme difficoltà è stato il sistema sanitario lombardo. In particolar modo la Regione Lombardia, che in base ai dati in possesso ha infatti, da sola, oltre un terzo dei contagiati e metà dei morti di tutta Italia. Con questi dati non si può non affrontare il tema delle modalità con cui si è risposti all’emergenza e gli errori commessi.
Una premessa è necessaria, il famoso sistema sanitario Lombardo, come spiega bene Vittorio Agnoletto in un articolo uscito su Left, è un sistema che aveva in sé delle grosse falle emerse, purtroppo, in maniera evidente nell’affrontare l’emergenza Covid-19.
Si tratta infatti di un sistema sanitario fortemente basato sul privato, il privato convenzionato assorbe il 40% della spesa sanitaria regionale, che per sua natura è “poco interessato a settori meno redditizi come i Pronto soccorsi e i dipartimenti d’emergenza, che necessitano di un ingente investimento in operatori ed attrezzature a fronte di un modesto margine di profitto”[2]. Oltre a questo si aggiunge il fatto che, introiettando di fatto i valori del privato nel pubblico, la medicina preventiva e quella sul territorio sono state fortemente depotenziate, basti pensare alla frase del leghista Giorgetti sui medici di base “Nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti?”.[3]
A questa situazione di partenza si sono aggiunti tutta una serie di errori, come l’aver deciso con una circolare dell’8 marzo di mandare i pazienti COVID meno gravi all’interno delle RSA, provocando un’ondata di contagi e di morti all’interno delle residenze per anziani.
La situazione più controversa ha riguardato però la mancata istituzione della zona rossa nelle province di Bergamo e Brescia, quelle più colpite dall’epidemia. Un peso fondamentale lo ha giocato l’interesse economico e le pressioni fatte da Confindustria nell’evitare questa soluzione, pressioni che sono state ammesse dallo stesso presidente di Confindustria Lombardia in un’intervista dove dichiara che: “In Lombardia non si potevano fare zone rosse, non si poteva fermare la produzione”,[4] nemmeno di fronte a migliaia di contagiati e di morti. L’interesse economico ha quindi prevalso sul diritto alla salute con conseguenze devastanti.
Oltre alla mancata istituzione di zone rosse, un vero lockdown in Lombardia non si è avuto nemmeno nella cosiddetta fase 1 anche perché il decreto del governo ha individuato in maniera “larga” le attività essenziali e ha permesso l’apertura di molte aziende grazie a deroghe e autocertificazioni.
Come evidenziato da un articolo del Manifesto “«Sono almeno 23mila le autocertificazioni e le deroghe presentate alle varie prefetture della Regione», dice Alessandro Pagano, segretario generale Fiom della Lombardia, e quindi le aziende che lavorano oltre alla filiera dell’essenziale, «filiera che secondo una stima Istat di fine marzo parla di quasi la metà delle imprese in regione attive, circa 450mila sulle 800mila totali». I numeri ci dicono di un territorio tutt’altro che immobilizzato come invece racconta Confindustria, tanto che la stessa ricerca sul decreto ��cura Italia» condotta da Istat, a livello nazionale e senza contare le comunicazioni in prefettura, segnala 2,3 milioni di attività aperte su 4,5 milioni (il 48,7%).”[5]
Il rapporto tra attività lavorative e diffusione del contagio emerge da uno studio dell’Inps che afferma: “Da quando è entrato in vigore il lockdown il numero dei contagiati da Covid-19 è cresciuto più rapidamente nelle province in cui ci sono più lavoratori attivi nelle attività essenziali, quelle che non sono state bloccate dal 26 marzo. È quello che emerge da uno studio della direzione centrale Studi e Ricerche dell’Inps, stando al quale all’aumentare di 1 punto percentuale della quota di settori essenziali in una provincia il numero di contagiati aumenta di 1,5 unità al giorno. La differenza fra una provincia con molte attività essenziali e una che ne ha relativamente poche risulta essere “di circa 10 contagiati al giorno” rispetto a una media provinciale di 37: una differenza di più del 25%, dunque.”[6]
Fase 2: cosa è cambiato?
Di fronte alle evidenti differenze nella diffusione del contagio, il 71% del contagio è concentrato in 4 regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna), la fase 2, avviata il 4 maggio e implementata il 18 con un’apertura quasi totale di tutte le attività, non ha assolutamente tenuto conto delle differenze territoriali decidendo per un’apertura omogenea su tutto il territorio nazionale.
Come leggere questa scelta se non con le pressioni effettuate dalle imprese e dal comparto industriale del paese? Non a caso le regioni sopracitate sono quelle che detengono quasi metà del PIL nazionale. Da un punto di vista scientifico infatti, come afferma il virologo Andrea Crisanti dell’Università di Padova commentando il modo in cui è stata impostata la fase 2 “Ci si è mossi senza considerare le differenze regionali, senza valutazione del rischio. È chiaro che il rischio è diverso tra regione e regione e non è uno dei fattori che viene valutato.”[7]
Vi è inoltre una domanda necessaria, cosa è davvero cambiato in Italia rispetto alla fase 1?
La differenza tra una fase iniziale, in cui il lockdown era necessario e ha permesso almeno nel centro-sud di evitare nuove “lombardie”, e la fase 2, quella di convivenza con il virus, dovrebbe risiedere nella nostra capacità di contenere la diffusione del contagio.
Se guardiamo alla pressione sugli ospedali e all’occupazione di posti letto in terapia intensiva, il miglioramento di questi dati è evidente, ma se guardiamo ai numeri del contagio come afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, nel comunicato stampa del 7 maggio, “bisogna essere consapevoli che l’epidemia è ancora attiva, che in Italia si stimano 3–4 milioni di persone contagiate e che i soggetti asintomatici rappresentano una fonte certa di contagio.” [8] La capacità da parte del sistema sanitario nazionale dovrebbe essere in questa seconda fase quella di riuscire rapidamente a isolare i casi di contagio, la strategia da utilizzare è quella dettata dall’OMS, quella delle 3T (Testare, Tracciare, Trattare). Ma siamo davvero preparati per attuare questa strategia? Siamo in grado una volta trovata una persona positiva di tracciare e fare il tampone a tutti gli individui che hanno avuto stretti contatti con questa persona? Dopo che le debolezze del sistema sanitario lombardo sono emerse già dalla fase 1, il tutto come si evolverà?
Se guardiamo anche i dati dei tamponi si nota una grossa differenza tra le regioni. Guardando quelle con più casi è evidente subito la disparità tra Veneto e Lombardia, con il Veneto che di fronte a 19mila casi ha testato 273mila persone, 14 persone per ogni positivo, e la Lombardia che su quasi 85mila casi ha testato 340 mila persone, 4 per ogni positivo.
Inoltre come affermato nel comunicato stampa del 14 maggio della Fondazione Gimbe: “nel dibattito pubblico delle ultime settimane la vertiginosa rincorsa alle riaperture ha preso il sopravvento rispetto ad una scrupolosa programmazione sanitaria della fase 2 su cui non mancano criticità. Dall’assenza di una strategia di sistema ai problemi di approvvigionamento di mascherine e reagenti per i tamponi; dalla mancata applicazione di misure per spezzare la catena dei contagi alle autonome interpretazioni regionali delle evidenze scientifiche su test diagnostici e trattamenti”.[9]
In pratica quello che accadrà da oggi 18 maggio è un salto nel buio, le pressioni provenienti dal tessuto produttivo, dai presidenti di regione, hanno di fatto accelerato i tempi delle riaperture. Su queste pressioni, oltre a questioni prettamente di opportunità politica, hanno giocato un ruolo importante anche i ritardi nell’erogazione degli aiuti economici a individui e imprese da parte del governo.
Moltissimi lavoratori non hanno ancora visto un euro dalla cassa integrazione, i soldi a fondo perduto per piccole e medie imprese non sono ancora arrivati, così come i bonus per gli autonomi, i bonus spesa o il reddito di emergenza appena stanziato, rappresentano misure temporanee e assolutamente insufficienti rispetto alla crisi che ci prepariamo ad affrontare.
È probabile quindi che il governo, di fronte alle diverse pressioni, ma anche di fronte alla consapevolezza dell’inadeguatezza e del ritardo nell’attivare gli aiuti economici necessari abbia giocato la carta della riapertura, sperando che questa possa dare ossigeno da un punto di vista economico.
Rimane comunque preoccupante non l’aver adottato una strategia chiara per questa fase 2 e non aver tenuto conto delle diverse situazioni territoriali. In questo ha giocato un grosso ruolo la subalternità del governo di fronte alle pressioni esercitate da Confindustria, confermando, ancora una volta, il prevalere della logica del profitto su tutto, anche sul diritto alla salute.
[1] https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/covid-19-tagli-servizio-sanitario-nazionale-chi-li-ha-fatti-perche/
[2] https://left.it/2020/05/14/modello-lombardia/
[3] https://www.adnkronos.com/salute/sanita/2019/08/23/giorgetti-nessuno-piu-dal-medico-famiglia_hZzV6eTZ6Bitz0NFg6W4lK.html
[4] https://www.tpi.it/economia/confindustria-lombardia-zone-rosse-in-regione-intervista-presidente-bonometti-20200407580914/
[5] https://ilmanifesto.it/oltre-il-lockdown-le-aziende-lombarde-sono-gia-al-lavoro/
[6] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/24/coronavirus-studio-dellinps-nelle-province-con-piu-occupati-nei-settori-essenziali-ce-stato-un-25-di-contagi-in-piu/5780843/
[7] https://www.adnkronos.com/salute/sanita/2020/04/27/virologo-crisanti-scelte-fase-illogiche-che-caldo-salvi_xuXp80x7UnTYJ0BAWDlvjK.html?refresh_ce
[8] https://www.gimbe.org/pagine/341/it/comunicati-stampa
[9] https://www.gimbe.org/pagine/341/it/comunicati-stampa
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Caro diario, purtroppo il mondo non sta passando un bel periodo a causa di un virus chiamato coronavirus.
Molto probabilmente tutto è partito dalla Cina e poi si è diffuso ovunque.
Ed è così che da due mesi siamo in quarantena, senza poter uscire, vedere la gente, i nostri amici.
Mi manca molto la mia routine quotidiana, tipo tornare da scuola, fare i compiti e andare in palestra. Oppure il sabato a lavoro e la domenica in piazza con i miei amici.
Devo dire però che questa quarantena mi ha davvero cambiata. Cambiata soprattutto internamente.
"Grazie" a questi giorni rinchiusa in casa, ho potuto riflettere meglio su me stessa e sul mio futuro.
Ho sicuramente molto più tempo libero rispetto a prima, quindi mi dedico a ciò che mi piace fare di più ovvero editare video, leggere e cantare.
Ho potuto approfondire meglio argomenti di storia, materia a cui sono molto interessata, grazie ai documentari su youtube e in TV.
Era una cosa che ho sempre voluto fare, ma non ho mai avuto abbastanza tempo da dedicare.
È da quasi due mesi ormai che pranzo insieme alla mia famiglia, cosa che prima non era possibile dato che tornavo alle 3 da scuola. Questa quarantena mi ha fatto "riscoprire" il valore della famiglia.
Trascorro molto più tempo con i miei fratelli, balliamo insieme, guardiamo film, giochiamo a giochi di società o ci divertiamo a registrare video. Tutte cose molto semplici, ma che magari prima non trovavamo il tempo per farle. Allo stesso tempo però mi mancano i miei nonni, andarli a trovare e mangiare da loro.
Ho imparato così ad apprezzare i piccoli momenti quotidiani, a prendere più cura di me stessa e a capire chi ci tiene realmente a te, nonostante la distanza.
Purtroppo, infatti, è difficile restare in contatto con gli altri, non potendosi vedere per quasi due mesi. Ma ho potuto capire così chi mi manca sul serio e non vedo l'ora di poterlo riabbracciare.
La scuola in sé non mi manca, a parte i miei compagni di classe e le nostre pazzie.
Forse perché mi ero davvero stancata di quella routine, dopo 5 anni. Alzarsi ogni giorno alle 6, prendere il pullman, tornare a casa, mangiare veloce e subito compiti.
Ai miei genitori infatti non facevo altro che ripetere di essere stanca e di essere arrivata al limite.
Quest'anno ho gli esami di maturità, siamo a fine aprile e ancora non si sa come e quando si faranno.
Inoltre mi dispiace molto accendere la televisione e sentire parlare al telegiornale solo del coronavirus, ma si spera che i contagi stiano diminuendo.
Questa quarantena quindi, secondo me, ha dei pro e dei contro.
Nessuno di noi se lo sarebbe mai aspettato che da un momento all'altro il mondo si potesse trovare avvolto da questa oscurità, ma sono sicura che prima o poi ritornerà la luce.
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Mi trovo spesso a chiedermi se stai bene. Se sei felice, se il tuo cane sta bene, come vanno le cose a casa, se continui a star male ogni tanto per via delle intolleranze e allergie, se hai mai messo la t-shirt che ti ho regalato o quella felpina bianca che ti ho dato quel 5 luglio di un anno fa, e che hai provato nel bagno dell'università dove poi ci siamo baciate, per la seconda prima volta. Se porti ancora l'anello che ti ho regalato, se ti capita guardare quell'enorme peluche di Beymax e pensarmi.
Chissà come va la sessione estiva, anche se forse questo non te lo chiederei mai sapendo quanto ti metta ansia. Chissà se mi hai pensato il giorno del mio onomastico, chissà se pensi al giorno del mio compleanno e a come avremmo potuto festeggiarlo insieme. Chissà se ti ricordi ancora tutti i nostri giorni speciali, chissà se quando guardi una coppia dolce pensi a come eravamo noi. Chissà se ti manco, se ti mancano i miei abbracci, la mia voce, le mie mani sulla pelle, i miei baci. Chissà se pensi mai a quanto avresti bisogno di me al tuo fianco in un certo momento.
Non posso avere nessuna risposta, non so più niente di te e della tua vita. Tu che eri tutto quanto di più essenziale per me.
Il modo in cui mi manchi mi leva l'aria dai polmoni, e due mesi sembrano allo stesso tempo secoli e giorni. Perché nonostante tutto ti amo, ti vorrei nella mia vita come prima se non di più.
Ma qualcuno ha forse già preso il mio posto e ti rende più felice di quanto io abbia mai fatto. Quindi mi terrò tutte queste domande per me e andrò avanti, lasciandoti libera per sempre.
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