#fatemi tornare a casa
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ross-nekochan · 3 months ago
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A mio discapito ho scoperto un altro periodo bruttissimo da vivere all'estero (oltre al Natale):
L'ESTATE
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officialpenisenvy · 7 months ago
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porcodiooooo sono dallo psichiatra ho pianto come una disperata mi fa male la testa devo essere in aeroporto tra cinque ore e quelle stronze delle segretarie mi stanno girando le palle
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sheislosingherself · 1 year ago
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sono riuscita a fare la salita, ora sono in un’altra spiaggia ad aspettare il tramonto
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thecatcherinthemind · 10 months ago
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La cosa brutta non è tornare a casa e non trovare nessuno, ma trovare tutti occupati a fare altro e nessuno che viene a salutare. È tremendo, specie perché io quando vedo tornare a casa gli altri li accolgo sempre, stacco da quello che sto facendo e vado a salutare. Tornare da una giornata pesantissima di lavoro e trovare gente che non ha lavorato buttata in un letto mi fa imbestialire. Devo preparare pure la cena? No, fatemi capire.
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mewscarrafone · 1 year ago
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 33 (FBI OPEN UP!)
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ORAORAORAORA!!!!!!
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Ancora con la storia dell'identità che forse è segreta, forse no, sì, boh, forse, mia nonna. Questo arriva dal nulla, fa fuori un chimero a mani nude (cosa che apre una quantità di buchi di trama che fa spavento, ma tale è la logica filler) e queste qui sono solo vagamente confuse?
Reaction gallery:
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Costui, a cui dò minimo minimo diciotto anni, annuncia felice e gaudente che il padre degenere di una bambina delle elementari gliel'ha praticamente venduta per aggiungere la beffa al danno di averla piantata da sola a badare ai fratellini.
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Una reazione normale, grazie ragazze.
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Un sacrosanto dito medio.
Comunque Yuebin che non ha intenzione di sposare subito Purin e si accontenta di 'ufficializzare' il fidanzamento è un bello scarto per evitare le accuse di pedofilia.
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- Per ora me ne vado, ma continuerò a tornare finché non mi dirai di sì.
Dov'è la pula quando serve?
I siparietti che seguono, se questo anime non fosse molto, molto sopra le righe, sarebbero degni di un film horror: sto qua che si infila in casa sua, va a prendere la sorellina all'asilo senza che la maestra dica niente, fa il lavoro al Caffè in vece sua senza che Ryou o Keiichiro sbattano fuori l'intruso ... un incubo per la povera Purin.
Per di più tutte le altre Mew Mew non capiscono come possa rifiutare un tipo così 'affascinante'. Marò.
Comunque salta fuori che il geniaccio non sa tenere a bada cinque bambini indiavolati e nel caos il prezioso ricordo che Purin aveva di sua madre viene distrutto. Ovviamente la bambina va in bestia, rifiuta di combattere ed è pure trattata come capricciosa dalle altre.
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Questo episodio sta facendo cose strane alla mia percezione sensoriale, mi è venuto un colpo quando ho sentito annunciare 'il campionato mondiale dei pe ...' (si massimi).
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-Quel mostro gigante è spaventoso!
Credo che i furry direbbero altrimenti. E magari non solo loro.
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- Buffone!
- Che pagliaccio!
Fatemi capire, sceneggiatori, dovremmo dissentire da Taruto qui?
Comunque finisce tutto in caciara, il segnale di Mew Aqua era un falso, gli alieni se ne vanno e Yuebin torna a quel al suo paese promettendo di diventare più forte per proteggere Purin. Tanto per allora lei si sarà già messa con Taruto.
Probabilmente l'episodio filler più debole e fastidioso di quelli che ho visto finora. Ribadisco: se non fosse filler sarebbe un horror, Purin viene lasciata completamente da sola a gestire una situazione che la fa stare chiaramente male, e le altre non muovono un dito per aiutarla, anzi la criticano pure.
Per i buchi di trama pace e amen, è quello che ci si può aspettare da un episodio così, ma l'amicizia profonda che lega queste ragazze è parte del cuore di Tokyo Mew Mew, e il più delle volte è un elemento che non viene messo da parte neppure nei filler, anzi, ne abbiamo alcuni il cui punto è proprio approfondire il legame tra loro. Qui invece le ragazze si comportano come vere stronze verso la povera Purin dal primo all'ultimo momento, senza nessun motivo se non pigrizia degli sceneggiatori nel trattare questa storia autoconclusiva.
L'unico aspetto positivo è il rifarsi gli occhi con il chimero pugile.
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lilsadcactus · 2 years ago
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Comunque era da un po’ che non mi ritrovavo incapace di analizzare e razionalizzare una determinata emozione ma sono un paio di settimane che sento mia madre parlare al telefono con i miei familiari in Ecuador di come mio nonno stia ormai vivendo quelli che si possono definire i suoi ultimi momenti di vita. È iniziato con i deliri del passato che veniva a vendicarsi per i suoi errori di gioventù e ieri lo hanno ricoverato all’ospedale completamente disidratato … mia madre piange e dice a mia nonna di non portare rancore a papà Rodolfo che tanto adesso…
Tanto adesso, ormai, però se, comunque fatemi sapere
Solo lei e mia zia si trovano oltre oceano, gli altri figli sono tutti lì vicino e capisco la frustrazione, il dolore. Capisco? Mia zia andrà il prossimo mese. Mia madre piange e ha gli incubi di notte. La sorella minore se ne sbatte il cazzo e tratta tutti di merda, neanche saluta e vive in casa con loro: mia madre piange dalla rabbia.
Quando andavo a trovare i nonni mi prendeva il braccio, stringeva fortissimo, poi diceva: tu sei la figlia della petty! Ti riconosco, oh, mia figlia! Lei era bella, intelligente, sai che le cantavo questa canzone? E cantava e io perdevo il pullman perché non mi lasciava andare. Prima di tornare qui l’ho svegliato per salutarlo e per un bel po’ mi ha guardata senza capire chi fossi, poi ha detto torni in italia? Torni dalla petty? Allora sei Mabelle! E mi ha stretto così forte che mi ha lasciato un dolore al braccio per 3 giorni. Penso sarà questo l’ultimo ricordo che mi rimarrà di mio nonno.
La morte è una conseguenza della vita; Pasquale va in farmacia tutti i giorni a controllare il cuore e la pressione, mia madre piange per suo padre dopo aver preso le sue medicine tutte le sere, 95anni? O forse sono 98? Sono triste? Una mia vicina di casa è morta nel suo letto l’altro giorno a 86anni. Il fratello del mio vicino invece si è impiccato il mese scorso, poco dopo la morte della madre. Pato ha perso il padre un anno fa. Sono 6 anni che Lorenzo è morto di overdose. La morte è sempre con noi ma io ancora non so come reagire quando
Forse sto aspettando que la huesuda se lleve a mi viejito para volver a rezarle… o debería hacerlo antes que lo abrace? pedirle que se lo lleve sin hacerlo sufrir mucho; no le tengas rencor mi santa muerte, ya para que, a estas alturas
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demonecelestiale · 1 year ago
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sì mi rendo conto che tra una settimana circa devo riattivarli sì lo so fatemi prima tornare a casa almeno
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phjlavtia · 1 year ago
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sto Esplodendo il mio cervello al momento non riesce a leggere e non ho un cazzo da fare dato che una tragica disavventura è avvenuta ai miei auricolari un paio di mesi fa non posso ascoltare la musica e non ho intenzione di dormire. fatemi tornare presto a casa
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stayingstrong-dl · 2 years ago
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Fatemi tornare a casa..
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violeblanche · 2 years ago
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fatemi tornare a casa devo sclerare su liam in pace.
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pizzettauniversale · 3 years ago
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La mia coinquilina venerdì ha detto che sarebbe partita per tornare a casa. Venerdì pomeriggio sento che rientra in camera sua. Non era lei, ha lasciato le chiavi alla sua amica per farla rimanere qui, senza avvertirci. Le scrivo che non si fa così, deve dire le cose, cioè non è che puoi lasciare la tua amica. Nessuna risposta. Stanotte la sua amica torna a casa, stamattina presto sento che esce, ma vado in bagno e le chiavi sono alla sua porta. Mi affaccio e vedo un ragazzo che se ne va. Cioè fatemi capire questa sta qui, non è casa sua, venerdì ha pure lasciato roba sporca nel lavandino ed è andata via e si porta pure gente a casa. Io oggi o esco di casa o faccio una strage.
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salfadog · 3 years ago
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Buon pomeriggio, mi scusi se le rispondo così in ritardo.
Darsia sta bene, ha fatto una visita pochi giorni fa, nonostante l'età. Quando si ferma in strada poi tira per tornare indietro a casa. L'unico modo per proseguire è prenderla in braccio, o tornare indietro per lasciarla a casa. Cosa che non vuole: scappa sul pianerottolo e quando rientro prima è offesa e poi iper appiccicosa.
Ciao panda (io non sono come Barbascura, a me state simpatici), di base, ha sempre ragione Darsia. Se lei ti dice che vuole andare a casa ed è la sua passeggiata, portala a casa. Ha diritto di scelta, potrebbe avere dolore o sentirsi male o troppo caldo, o troppo freddo. Se però non vuole passeggiare per paura devi spostare l'attenzione sulla qualità della passeggiata.
Fai passeggiate molto brevi e molto vicine a casa, fanne anche una in più e cerca di rientrare prima che sia lei a chiedertelo. Anche pochi minuti vanno bene.
Lascia scegliere a lei la direzione (ma non in luoghi pericolosi naturalmente) e seguila per vedere dove ti porta. Se si ferma e ti fissa, tu chiedile dove vuole andare e poi aspetta che ci pensi. Se vedi che lo preferisce, invece puoi farle strada per portarla nei luoghi più segreti dove annusare serena (attività principe della passeggiata).
Accetta quello che sceglie. Cerca solo di ampliare un poco per volta le sue scelte di esplorazione.
Alterna, quando puoi a passeggiate più lunghe nei boschi, in luoghi remoti da raggiungere in macchina, se vedi che le gradisce.
Per aiutarti fai giochi di ricerca all'esterno.
Usa sempre il rinforzo sociale (Brava ma detto con serenità).
A breve vorrei postare dei video così da farvi vedere vari esercizi.
Fatemi sapere nei commenti se potrebbe interessare.
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parole-parole-parole · 3 years ago
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Convinta al 90% di stare sul cazzo alla mia responsabile.
I don't like it here.
That's it.
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coltellini · 4 years ago
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stramaledetto garage che apre alle sei e io devo aspettare in macchina parcheggiata a caso perché sono in anticipo basta macchine basta guidare fatemi tornare a casa
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jordi-pilskog · 3 years ago
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Capitolo Quattro.
Mi svegliai. Piccoli rumori dalla strada, il mondo che riprendeva vita senza di me. Quel giorno era domenica ed ero a casa mia nel mio letto e di sotto, in cucina, mi aspettava un mega cornetto farcito per colazione.
Ero sveglio.
Nessuno in cui rispecchiarmi. Mi mancavano le forze. Non sarei riuscito né a seguire le cure né a ribellarmi, figurarsi alzarsi. Fissavo l’oscurità, come fosse un baratro nero, pregandolo di divorarmi in quel momento, era uno dei tanti baratri neri a cui mi affacciavo durante la giornata e in cui avrei voluto gettarmi, e mi sentivo stizzito perché, cazzo, ero sveglio, e non potevo andare a parare da nessuna parte neanche quel giorno.
La sveglia del mio cellulare suonò
“E’ un altro giorno!
porco Dio!...”
Una canzone dei NeroOrgasmo che quando la mia ex ragazza me li fece sentire la prima volta le dissi che non mi piacevano giusto per provare a farla arrabbiare. Ma Angus non si arrabbiava mai.
Avevo una ragazza che chiamavo Angus con affetto, ma poco dopo essere stato ricoverato, la lasciai. Ero già malato di anoressia quando ci mettemmo insieme, ma a lei poco importava.
Era una ragazza minuta e magra, anzi magrissima, indossava felpe della Drop Dead e ascoltava musica rock alternativa. Aveva i capelli rossi che le arrivavano alle spalle, sembrava un piccolo fiammifero pronto ad incendiare il mondo, ma in realtà era timida e taciturna. Mi piacque da subito.
Uscivamo insieme a due altri miei amici, Lindsay e Daniel, con i quali avevo frequentato le scuole medie ed erano i miei unici amici e la mia unica ancora ai tempi di una gioventù costellata di bullismo e frustrazioni. Dopo le medie, presi strade diverse dai due, iscrivendomi al liceo Artistico per realizzare il mio sogno di diventare fumettista, mentre Angus era in classe con loro, al liceo Scientifico.
La mia infanzia l’avevo trascorsa disegnando. Non sopportavo le ragazze con le loro bambole e i loro pettegolezzi e e loro non sopportavano me, e in assenza di amichetti della mia età con cui giocare a pallone o scambiare figurine, disegnavo storie.
Erano tutte storie molto tristi. Mia madre, quando gliele mostravo orgoglioso, me lo faceva sempre notare e ci rimanevo sempre un po' male, come mi avesse fatto una bruttissima critica.
Mi sentivo molto solo e diverso già da quell’età.
Angus era stata la mia prima ragazza e le tenevo la mano con orgoglio per strada, ma anche con paura di essere scoperto da mia madre o da mio padre, che non sapevano nulla del mio orientamento sessuale.
Ci mettemmo insieme in autunno, io e i nostri amici ci incontravamo sulla Villa Rossa vicino a casa di Daniel e ricevetti la chiamata di mio padre che mi diceva che si era fatto tardi e di tornare a casa.
Mi stavo incamminando ed ero già piuttosto lontano, Lindsay, Daniel e Angus già non si vedevano più, quando ricevetti un messaggio da lei:
“Ilaria, tu mi piaci”
le risposi subito
“Anche tu mi piaci” senza pensarci troppo e ci mettemmo insieme.
Rimpiansi quella sera, fantasticavo sul tornare indietro correndo da lei come nei film romantici e abbracciarla, baciarla, quando invece continuai semplicemente per la mia strada con un lieve sorriso sulle labbra.
Daniel diceva che eravamo una bella coppia. Lindsay che era preoccupata per me.
A poco a poco, iniziai ad invidiare la magrezza di Angus e a sentirmi a disagio con me stesso.
Quando le raccontavo dei miei digiuni, Angus faceva sempre una faccia triste.
Uscivamo insieme ai suoi amici a volte. Aveva tantissimi amici, così tanti che non riuscivo neanche a contarli. A loro mi presentavo come Andrea, un nome generalmente maschile ma in realtà unisex. Quelli facevano una faccia stranissima e indecifrabile perché quel nome, per le ragazze, dalle nostre parti non era molto usato. Un giorno Angus mi chiese perché mi presentassi così. Io le risposi che era così, per scherzo, senza un motivo in particolare. Avevo paura di essere giudicato e ignorato, se gliene avessi parlato.
A volte mi capitava di guardarla e pensare che lei fosse solo un’altra illusione d’amore, una di quelle illusioni dove ti capita di pensare d’amare veramente quando, in realtà, non è così. Ma altre volte la guardavo pensando “Come potrei mai dirti addio?”.
Fatemi iniziare con come lei fosse una bellissima persona con me, e finire con che tipo di storia tragica siamo stati.
L’amore a volte è tragico. E’ decidere di dare un pezzo di te ad una persona, quando non hai nessuna idea se quella persona ti lascerà o ti amerà. E la cosa peggiore è, non saprai mai quando smettere di dare te stesso alla persona che speri t’amerà, ma ti lascerà, invece.
Decidere di amarmi, per Angus, venne con la consapevolezza di dover dire al suo cuore di prepararsi a rompersi, ne sono consapevole.
Quella mattina dopo essermi alzato con fatica, svenni in bagno. In quel periodo, quando andavo in bagno, i miei erano sempre dietro la porta proprio per paura che accadesse. Era estate e faceva un gran caldo. Ai miei prese un gran spavento e chiamarono l’ambulanza e mi fecero bere succo di frutta per farmi riprendere. Litri e litri di succo di frutta. All’arrivo dell’ambulanza, ero già in cucina, seduto sul tavolo, a mangiare il mio cornetto tranquillamente.
I miei genitori mi impedirono di andare in bicicletta a trovare Angus, che abitava piuttosto lontano da casa mia, così lei venne a trovarmi la sera. Suonò il campanello e i miei le dissero che mi avrebbero concesso di fare solo un giro dell’angolo. Mi sentivo oppresso e arrabbiato.
Svoltato l’angolo, Angus mi disse piangendo che dovevo guarire, che anche lei avrebbe tentato di mangiare di più, se mi metteva a disagio il suo corpo. Non avevamo mai fatto l’amore.
Continuò a parlare e parlare e a pregarmi.
Tentate solo di immaginare il mio livello di irritazione quando la mia ragazza mi disse che dovevo mangiare, e che da quel giorno in poi glielo avrei dovuto dimostrare.
E si, magari prima di cadere in anoressia, vedendo coppie come la nostra pensavo “Questo è estremamente carino” ma odiavo invece quel sentimento, quella consapevolezza di avere qualcuno che ci tiene a te, non volevo persone che ci tenessero a me o parlassero di me, o delle mie malate abitudini alimentari. Sotto sotto amavo che lei ci tenesse a me, ma “per favore” pensavo, mentre la rabbia saliva “ti prego letteralmente di non aiutarmi. Lasciami vivere la mia vita e non commentare su di me che mangio o non mangio, di me che muoio di fame, semplicemente non commentare su di me che esisto.” la rabbia salì e le diedi uno schiaffo. Angus scoppiò in lacrime. Scioccato e inorridito da me stesso, scappai tremando.
Non mi scusai mai. Non per orgoglio, ma perché, probabilmente, non riuscivo a perdonarmi neanche da solo. La lasciai invece, con uno stupido messaggino. Lei meritava di meglio.
Recentemente, a distanza d’anni, abbiamo provato a riallacciare i rapporti, come amici. Andò tutto bene per un po' e siamo addirittura andati ad un concerto degli Slipknot insieme ma ci siamo allontanati di nuovo, come fosse la cosa più naturale del mondo, e inizialmente non ce ne siamo neanche accorti. Certe cose non si possono emulare a distanza d’anni. Parlo di cose come la sintonia che avevamo, il bisogno l’uno dell’altra, l’amicizia vera. Ora sarebbe tutto troppo forzato.
Le auguro il meglio, perché si merita meglio di me, Angus ora è un fiore in fioritura, quando era con me, per colpa della mia malattia, la sua corona rossa era sempre bassa e perdeva i petali uno alla volta. La facevo appassire.
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noreasonjustpassion · 4 years ago
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Caldaia in blocco a lavoro. Non raggiungiamo i 13 gradi. È lunedì. Fatemi tornare a casa.
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