#maltagliati
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candycryptids · 3 months ago
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Here, I bring to you a Carbs Lookbook bc I like dressing it up in cute lil outfits and going teehee! Heehee! Yay! As soon as I figure out how to work Poseable Paws while also being dressed AND have them scaled properly it’ll be over for… me, probably.
[Malta (Carbs) uses It/They pronouns]
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renatotor · 2 months ago
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harrisonkenny · 10 months ago
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Chickpea Maltagliati e Fagioli Gluten-free chickpea lasagna sheets are broken into uneven pieces and cooked with cranberry beans for a twist on the traditional Italian stew.
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come fare i maltagliati fatti in casa con i fagioli secchi / how to make homemade maltagliati with dried beans
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thoughidontlike · 1 year ago
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Chickpea Maltagliati e Fagioli Recipe Gluten-free chickpea lasagna sheets are broken into uneven pieces and cooked with cranberry beans for a twist on the traditional Italian stew.
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rutpedreno · 1 year ago
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Chickpea Maltagliati e Fagioli Gluten-free chickpea lasagna sheets are broken into uneven pieces and cooked with cranberry beans for a twist on the traditional Italian stew. 4 teaspoons extra-virgin olive oil, 4 cups water, 1/2 cup diced onion, 2 sprigs fresh sage, 1 bird's eye chile minced, 1 bay leaf, 2 cups boiling water, 10 cherry tomatoes quartered, 2 tablespoons olive oil, 20 fresh green beans cut into 1-inch pieces, 1 sprig fresh rosemary, 1 clove garlic minced, salt and ground black pepper to taste, 1/2 cup diced red bell pepper, kitchen twine, 1 cube vegetable bouillon, 4 ounces chickpea lasagna sheets, 1/2 cup diced carrots, 1 cup dried cranberry beans
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Chickpea Maltagliati e Fagioli For a unique take on the classic Italian stew, gluten-free chickpea lasagna sheets are cut into irregular pieces and cooked with cranberry beans.
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perfettamentechic · 7 months ago
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27 aprile … ricordiamo …
27 aprile … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Giovanni Lombardo Radice,  noto anche con lo pseudonimo di John Morghen, attore, sceneggiatore e regista teatrale italiano. Radice nasce a Roma, da una importante famiglia. Radice ha studiato per diventare ballerino, ma la sua carriera è stata interrotta da un infortunio alla schiena durante l’adolescenza. Dopo la formazione classica, all’età di 19 anni fondò una compagnia shakespeariana…
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di-biancoenero · 11 months ago
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Evi Maltagliati e Gino Cervi in Aldebaran (1935) diretto da Alessandro Blasetti.
‘Un altro incidente accadde in seguito negli studi della Cines, nei quali si era ricostruito fedelmente il salone dell’ammiragliato di La Spezia. Evi Maltagliati ed iodovevamo entrare in quel salone, splendidamente affollato per un gran ballo, ed attaversarlo tutto in lunghezza, discorrendo ta noi e salutando gli invitati che ci facevano ala. Era una tremenda carrellata di trecento metri, che non si poteva girare a spizzichi. Fu rifatta infinite volte. Blasetti era, ed è, un regista scrupoloso, un maniaco della recitazione; non si stancava mai, interpretava lui stesso tutte le parti per mostrarci come dovevamo fare. “Sei un fachiro” gli dicevo. Riuscimmo appena in tempo a girare quella estenuante sequenza: un’ora dopo, lo studio prese fuoco e fu interamente distrutto’. Cervi si racconta a Oggi n.43 del 23 ottobre ‘58
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sciatu · 3 months ago
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Aveva fame. Non una fame banale, quel languore che prende chi non fa niente e che si risolve in un antipastino o un aperitivo. Lui aveva molta fame, di quella che per soddisfarla bisognava cuocere almeno un “quaddaruni” di pasta, equivalente a circa duecento, duecentocinquanta grammi di pasta, magari con il sugo di maiale o una marea di cozze, di quelle grandi e carnose. Ma in quel momento avrebbe mangiato la qualsiasi: gnocchi, tortellini al burro o con il ragù bolognese, la pasta “cuccuruzzu” con il bollito di castrato, i maccheroni fatti in casa con il sugo di coniglio, i maltagliati con le “poverelle”, le pappardelle con il ragù di cinghiale, una bella carbonara, un cacio e pepe o le lasagne con i funghi porcini appena colti. Apri la dispensa: vuota. Guardò in frigo: vuoto.  Neanche un uovo , una crosta di formaggio, il barattolo semivuoto di pesto alla Genovese o alla Trapanese. La fame aumentò. Cercò delle patate ma nel cesto dove le conservava c’erano solo dell’aglio e due peperoncini rossi, raggrinziti e tristi. “Ci siamo – si disse – una bella : aglio, olio e peperoncino”. Mise su l’acqua e quando bolli verso dentro duecento grammi di pasta perché si disse che aveva fame. In una padella mise un dito d’olio e tutto l’aglio che aveva. (Cosa lo lasciava a fare?). Tagliuzzo il peperoncino e lo versò nell’olio caldo. Per la cucina si propagò un odore intenso, forte, che già da solo avrebbe fatto sturare il naso a chi aveva il raffreddore. Quando la pasta fu pronta la versò direttamente nella padella aggiungendo quella che rimaneva di una vaschetta di pecorino pepato che emanava un odore di ovino intenso e stordente. Mischiò il tutto e versò nel piatto la montagna di spaghetti e lo osservò con devozione e amore. Era consapevole che il pecorino era un di più, ma voleva sapori forti e poi, aveva fame. La prima forchettata sparì come se non vi fosse mai stata. La seconda gli regolò il gusto del pecorino, alla terza si accorse che stava sudando. Forse il peperoncino era troppo, perché la pasta pizzicava, la fronte si era imperlata di gocce di sudore ed il naso si era sturato ed ora respirava come un bambino. Continuò imperterrito, come che più che un nutrirsi, la sua era una prova di virilità, una ordalia in onore della buona tavola.  Continuò forchettata dopo forchettata, mentre sentiva il calore dentro di se aumentava tanto che si sentiva quasi un forno che emanava calore su calore come quando si doveva mettere la carne di castrato e bisognava fare andare il fuoco nel forno un ora per ogni capra stivata li dentro. Apri una bottiglia di birra e la bevve di un fiato, complimentandosi con se stesso con un enorme rutto. Attaccò di nuovo il piatto, che ormai era quasi mezzo vuoto. Continuò forchettata dopo forchetta, ma visto che il calore era insopportabile, ogni due forchettate si scolava una bottiglia di birra e si incoraggiava con un altro rutto che faceva tintinnare la raccolta di bomboniere posta nella credenza della cucina. Quando fini, con la pancia che fuoriusciva abbondantemente dal pantalone dove la cintura era già stata slacciata verso la quinta o sesta forchettata. Prese una crosta di pane semidura e la fece girare nel piatto per ammorbidirla e raccogliere con l’olio i pezzi di peperoncino rimasti. Si congratulò con se stesso e finì l’ultima bottiglia di birra, ormai rosso come un pomodoro per il calore del peperoncino e con alito all’aglio che faceva appassire anche le tende della camera. Tra una russata e l’altra sgassava la pancia emettendo terrificanti scoregge. Quando sua moglie entro nella camera da letto sentì un odore così terribile che svenne. Ma lui continuò a dormire felice della mangiata..
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candycryptids · 3 months ago
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I’m doing it I’m high level tanking @~@
And getting a job of each role to 100 BEFORE I finish msq*…. Big win for ME
*actually I only have Picto at 100, what I really mean is I got one of each role to the MSQ level I’m on rn which is 97, and now I just get to brain scramble and level whatever I like that’s not Those so I have backups for when I outlevel msq/max another class out… I’ll probs have to level MORE classes for MSQ but I’m proud of having at least one of each for the roles B3
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petermorwood · 2 years ago
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Here’s a dish from French Cooking Academy, another of my subscribed YouTube channels.
I like the business of stuffing each chunk of beef with a bit of garlic and bacon; I’ve done this with lamb, using garlic and lemon. Another interesting detail is the use of cinnamon, suggesting a way-back-when influence either from the Moors or having access to spices as they passed through from Dpain Spain or North Africa on the way to somewhere else.
Kokkinisto (Greek) and Tajine (Morocco) also use cinnamon - and cloves, and nutmeg, and ginger etc. etc. depending on recipe. I’ve made both, they’re really excellent.
@dduane​ and I got Very Interested because the use of what Mum used to call “cake spices” is also quite medieval and, in DD’s case, adaptable for the Middle Kingdoms project.
The Corsican one recommends rigatoni, cannelloni or similar large hollow pasta (presumably to hold lots of sauce!) For a more medieval approach I’d try Loseyns from late-1300s cookbook “The Forme of Cury” (that’s “cookery” without the k, so “coo’rey” not “curry”.)
*****
These are often regarded as Richard II-era ”lasagne”, though I wonder if there’s also an association with heraldic “lozenges”, easily created by cutting a sheet of pasta dough slantwise...
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Either way, here’s “Tasting History with Max Miller” (subscribed of course!) having a go at Loseyns, which turn out like mac & cheese with extra spices.
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Max ended up eating them with a stick because forks hadn’t been introduced yet, but IMO a better utensil would be the historical eating pick, like one of these.
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...or even a spoon, especially if the loseyns were cut small with that in mind.
However eating pasta with the fingers - like many other foods - may have been done in the 1300s; it was certainly recorded in paintings from the 1600s...
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...right up to the 1800s...
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...though I don’t think these were dressed with anything more than oil or butter and some grated cheese, and the potential for messy eating was still pretty high. Eating small pasta rather than dangly strands with the fingers was probably much tidier, especially if diners knew the proper etiquette for doing it...
Finally, here’s something from our own store-cupboard, bought out of curiosity during a recent visit to Polonez in Dublin.
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This is pasta cut into little squares; both the front and the back of the pack calls them łazanka...
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...and according to Google Translate, this just means “pasta noodles”.
However...
Can any followers tell me if "łazanka” has any relationship to “lasagna” or “lozenge”? An enquiring mind wants to know! :->
ETA: @seriously-mike​ says “...łazanki were brought to Poland in 16th century by queen Bona Sforza (so) the relationship with lasagna might be there.” See his Reply for more info.
ETA (2): A little bell went off in my head about the shapes in the bag and I suddenly remembered seeing them as something call “torn pasta” - the Italian word is “maltagliati“ - which were made using re-rolled scraps of dough from “formal” shapes; more info at that link.
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solovedreidue · 9 months ago
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Bambolina umida
C'è una bambola nell'angolo della vetrina della merceria, un negozio che sa di stoffa nuova, di mutande di cotone, di scampoli maltagliati, di color carne.
È un negozio femminile, da comari e sposine eccitate che cercano il pizzo, nel retrobottega le calze velate, la malizia, l'erotico ammiccare alla merciaia.
C'è quel venditore, che arriva dalla città, già sorride quando vede il ponte, quando sente l'umido del canale, quando parcheggia e vede la bambolina, lì.
Entra, la guarda, lo sa, aspetta che le ragazzette escano con il raso nella borsa e l'erezione nei pensieri. Ne gode la vista, l'emozione, se ne riempie.
Restano soli e la prima cosa che fa è prenderla per la vita, dedicarle il suo sorriso, e farla ballare. Con calma, con il sole, con la voglia, con l'amore morbido.
"Sei la mia bambolina", fa piano, la guida, la cinge, la stringe, la accarezza, la bacia, la palpa, la spoglia, e le sorride, e la bacia, e la porta dietro, e condensa la malizia conservata nelle scatole dei négligé, la bacia, la bacia, "umida, ora". Sorride, mentre lo dice.
Si stacca solo per turbarsi nella sua bellezza, nel suo pudico timore, nei suoi occhi innamorati. Commozione ed eccitazione, insieme, mentre ne penetra il sesso, senza perderne lo sguardo, senza attendere l'invito, con la calma concessa dal desiderio.
Sorridono, della bambola, del giocare adulto che hanno e del godere maturo che li ricopre.
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hotpastapoll · 7 months ago
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Round 1
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sofiamonteforte2002 · 2 months ago
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I maltagliati verdi di mio nonno Beppe
La cucina è una passione che mio nonno ha sempre avuto fin da bambino, infatti lui proveniva da un paesino vicino Napoli di nome Avellino e insieme alla sua nonna cucinava tantissime ricette.
La più importante però per me è solo una, i “maltagliati verdi”;uno dei ricordi più belli che ho di mio nonno è questa ricetta, se chiudo gli occhi sento ancora l’odore della farina mescolata agli spinaci lessati.
Solitamente il venerdì pomeriggio preparavamo la pasta fresca agli spinaci , poi il sabato a pranzo la condivamo con il ragù di mia madre e mangiavamo tutti insieme a casa nostra questo piatto.
Mi ricordo ancora la sua pazienza nel ripulire tutta la farina sparsa in cucina, la sua cura nel tagliare le strisce di pasta con precisione e i suoi racconti che lo riportavano nella sua terra natale, ormai lontana da lui.
Ora che lui non è più con noi quel ricordo è ancora più prezioso. Ho tenuto il suo stendi pasta, quello che usavamo insieme e ogni volta che mi manca lo prendo tra le mani e mi sento più vicina a lui.
Ricetta
Ingredienti:
-farina
-uova
-spinaci da lessare
-sale
Procedimento:
1 Sbollentare gli spinaci nel acqua leggermente salata
2 porre gli spinaci in acqua fredda, una volta freddi togliere acqua e frullare
3 in una ciotola unire gli ingredienti nel seguente ordine, farina, uova, spinaci frullati
4 impastare tutto fino a che non diventa liscio
5 avvolgere l’impasto nella pellicola e far riposare in frigo 30 min
6 stendere la sfoglia prima con impostazione della macchina più ampia e poi sempre più fine, attenzione a non stenderla troppo fine perché si romperà in cottura.
7 una volta ottenute delle strisce lunghe strette tagliare dei rombi, mi raccomando ponete della farina sotto le strisce perché sennò l’impasto si attaccherà
8 adagiarle in un vassoio spolverato di farina
9 cuocerle i maltagliati per circa 2 min e servire con salsa a piacimento.
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foodies-channel · 1 year ago
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🍥 Maltagliati with truffle from a local agriturism
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