#malsano
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attimi-sfuggenti · 8 months ago
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Vivo tra empatia logotante e apatia costretta.
Vivo nell'ambivalenza più assoluta, tra impulsi e emozioni opposte.
Vivo di autodistruzione, di piccole belle cose, di traumi, di caos ricevuto o provocato.
Sopravvivo sfogandomi e muoio incassando colpi, cerco colpi da incassare e sono in contrasto con i miei sfoghi.
Cerco ciò che mi fa bene e poi mi scosto per abitudine, incapacità, paura.
Il mio rifugio non ha angoli in cui rifugiarsi, la mia libertà non mi porta ad essere libera.
Ho costruito così tanti muri attorno a me che ora sembra di essere in un labirinto claustrofobico.
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soleberlandieri · 10 months ago
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Non ricordo la tua faccia - La pazienza dell'acqua (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1428953934-non-ricordo-la-tua-faccia-la-pazienza-dell%27acqua?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki ObiIta; Obito x Itachi IC, Canon Compliant, Canon typical behavior Dal testo: Cos'è che ti tiene sveglio la notte, Obito? Non è l'incessante ticchettio della pioggia di questo maledetto posto. [...] No, non sono le magagne del passato a farti sobbalzare nel cuore delle tue notti tormentate. [...] È un dito che spinge e gratta dentro il tuo stomaco. Un'immagine che resta indefinita dietro gli occhi di Rin e sotto le lacrime di Kakashi. Non affiora mai in superficie, non la decifri, ma sai che è lì. [...] Nonostante tu ti sia straziato le dita con le schegge del suo cuore, hai voltato la testa dall'altra parte pur di non ammettere che non sei l'unico a esserti forgiato nel dolore. Non hai l'esclusiva di niente, Obito. Molto più di quello che pensi vi accomuna. Una volta qualcuno non ha detto che a governare la vita non sono gli eventi, ma piuttosto la reazione di chi li subisce?
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gaysessuale · 4 months ago
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secondo voi twitch italia è pronta per il rpf?
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ircwebnet · 2 years ago
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Chat ambiente tossico e malsano
Vi chiederete perché questo titolo? perché proprio Chat ambiente tossico e malsano? Dal mio personale e modesto punto di vista, le chat  possono essere viste come un ambiente in cui si creano relazioni superficiali e false amicizie. Questo fenomeno può essere analizzato attraverso diverse dinamiche, tra cui la mancanza di autenticità, la competizione per l’attenzione e l’ipocrisia. Mancanza di…
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 1 month ago
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La mia pelle chiara.... Dove ami imprimere con il tuo dominio la tua poesia... Io sono il foglio... Sono l'inchiostro... Sono la poesia stessa... Per mano tua ti parlo... Traduco i tuoi bui pensieri in fantastiche strofe... Impresse sulla mia pelle come medaglie... Come cammeo del tuo amore malsano...
~ Virginia ~
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My fair skin.... Where you love to imprint your poetry with your dominion... I am the sheet... I am the ink... I am the poetry itself... Through your hand I speak to you... I translate your dark thoughts into fantastic stanzas... Imprinted on my skin like medals... Like a cameo of your unhealthy love...
~ Virginia ~
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lanotteviene · 11 days ago
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hater moment. spero che le sigarette e pure quelle merde elettroniche vengano esiliate nel reame degli oggetti di un passato bigotto e malsano e che il primo stronzo che mi fuma addosso sia multato all’istante
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accidentiaituoiocchi · 8 months ago
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Ogni tanto ho ancora i 5 minuti da fidanzata tossica
Di buono c'è che me ne accorgo prima di mettere in atto comportamenti tossici. E mi sento stupida. E mi fa anche incazzare un sacco che ancora capiti. Poi mi ripeto che ci sto lavorando tanto e che sono stata già brava. Maledico un po' i due coglioni che mi hanno spezzata prima di lui.
E ringrazio la terapia. Mi tengo il fastidio capendo che è malsano e cerco di andare avanti
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thecanvasofmadness · 1 year ago
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Balada del mal genio
Hay días en que siento una desgana de mí, de ti, de todo lo que insiste en creerse y me hallo solidariamente cretino apto para que en mí vacilen los rencores y nada me parezca un aceptable augurio.
Días en que abro el diario con el corazón en la boca como si aguardara de veras que mi nombre fuera a aparecer en los avisos fúnebres seguido de la nómina de parientes y amigos y de todo el indócil personal a mis órdenes
Hay días que ni siquiera son oscuros días en que pierdo el rastro de mi pena y resuelvo las palabras cruzadas con una rabia hecha para otra ocasión digamos, por ejemplo, para noches de insomnio.
Días en que uno sabe que hace mucho era bueno bah tal vez no hace tanto que salía la luna limpia como después de un jabón perfumado y aquello sí era auténtica melancolía y no este malsano, dulce aburrimiento.
Bueno, esta balada sólo es para avisarte que en esos pocos días no me tomes en cuenta.
Mario Benedetti.
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canesenzafissadimora · 7 months ago
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Ti auguro in primo luogo di amare e che, amando, tu sia riamato. E se non è così, che sia breve il ricordo, e finito il ricordo che tu non conservi rancore. Ti auguro che non sia così,ma se così fosse, che tu sappia vivere senza disperazione. Ti auguro di avere amici e che, anche se non fossero assennati o responsabili, ti siano fedeli e leali, e che almeno ce ne sia uno di cui ciecamente fidarti. E, poiché così è la vita, ti auguro di avere dei nemici. Né troppi né troppo pochi, ma il numero giusto per farti dubitare ogni tanto delle tue certezze, e che tra di loro vi sia almeno uno nel giusto affinché tu non ti senta eccessivamente sicuro di te. Ti auguro di essere utile ma non indispensabile, e che nei momenti bui, quando non ti resta più nulla, questo tuo essere utile ti sia sufficiente per farti restare in piedi. Ti auguro di essere tollerante, non verso chi commette piccoli errori, cosa troppo facile, ma verso coloro che sbagliano spesso e in modo irrimediabile, e che dimostrando la tua tolleranza tu sia di esempio ad altri. Poiché ogni età ha il suo piacere e il suo dolore, e dobbiamo lasciare che entrambi scorrano dentro di noi. Ti auguro anche di essere triste. Non tutto l’anno, ma un giorno soltanto. E che in questo giorno tu scopra che ridere ogni tanto è bene, ridere spesso è sciocco e ridere sempre è malsano Ti auguro di scoprire, subito, prima di tutto e nonostante tutto, che esistono e ti circondano persone oppresse e trattate con ingiustizia, e persone infelici. Ti auguro di accarezzare un gatto, gettare delle briciole a un passero e ascoltare un cardellino che innalza trionfante il suo canto mattutino, perché ti farà sentire bene così, senza altro motivo Ti auguro di piantare un seme, per piccolo che sia, e di accompagnarlo durante la sua crescita, per scoprire di quante vite è fatto un albero Ti auguro di avere denaro,perché bisogna essere pratici, e che una volta all’anno ti metta davanti ad esso e ti dica: “E’ mio”, solo perché sia chiaro chi dei due è il padrone. Ti auguro che nessuno dei tuoi difetti muoia, ma se qualcuno muore che tu possa piangerlo senza lamentarti e senza sentirti in colpa Ti auguro infine che, uomo,tu abbia una donna buona e che, donna, tu abbia un uomo buono, oggi e il giorno dopo, e che esausti e sorridenti parliate d’amore per ricominciare. Se avrai tutte queste cose, non ho più nulla da augurarti.
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numberonethingcreator · 29 days ago
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En cuanto a apoyar y ser fans entre blogs, en Tumblr hay un fenómeno malsano que ocurre cuando un blog que no es tan bueno pero tiene muchos seguidores que muchas veces rebloguean y dan me gusta a ciegas, tanto es así que incluso una frase sin significado profundo , los seguidores rebloguearán y creo que ni siquiera lo han leído antes.
Créeme, una frase corta como "La gorda se comió toda la tarta de crema ayer por la noche" podría conseguir hasta 50 reblogs en una hora, jajaja, ¿qué locura es?
De hecho, eso no es un fenómeno de culto, ¿qué es?
Debemos abrir los ojos y alejarnos de aquellas personas que no tienen conciencia de sí mismas, ni normas, ni facultades, incapaces de tomar decisiones y mucho menos de ser independientes.
El apoyo sólo debe darse con el buen criterio y no con el llamado sentido común. En este caso lo que importa es el buen sentido.
No irías a participar en un motín sin conocer la causa, sólo porque tu amigo te pidió que lo siguieras.
Johnny
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stupid-exaggerate · 1 year ago
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Questa è una dedica per Giulia, una dedica che posto qui perché non voglio farmi pubblicità o altro; vorrei semplicemente chiedere scusa a Giulia, e a tutte quelle donne che purtroppo a causa di una società orribile non sono riuscite a raggiungere i propri sogni, semplicemente perché un uomo deviato glieli ha portati via.
Vorrei chiederle scusa perché sono sicura che si sarebbe laureata con il massimo dei voti, e avrebbe festeggiato in modo stupendo, con tutte le persone che la amavano insieme a lei. Inoltre dopo la laurea sarebbe finalmente andata a studiare nel luogo dei suoi sogni, dando libero sfogo alla sua creatività, disegnando probabilmente dei fumetti meravigliosi.
Vorrei chiederle scusa perché non la conosco, eppure non riesco a smettere di pensare a lei; non riesco a smettere di pensare a come una settimana fa era felice e magari nervosa all’idea di laurearsi, mentre adesso non c’è più. Non riesco a smettere di pensare a quanto suo padre potesse essere orgoglioso nel vedere la sua bambina con la corona d’alloro in testa, quella bambina che ogni giorno la salutava con un “ciao papino!”
Vorrei chiederle scusa perché mi viene da piangere, perché per quanto una settimana fa non avessi la minima idea di chi fosse, adesso in qualche modo condivido il suo dolore, e vado fuori di testa pensando a come potrebbero essere stati gli ultimi istanti della sua vita, di quanto possa aver sofferto e come nonostante tutto abbia provato a difendersi, a lottare, anche se è stato tutto inutile.
Mi scuso perché da quello che ho capito lei era una persona dall’animo buono e gentile, perché nonostante il deviato si mostrasse effettivamente pericoloso, lei si è fidata di lui, gli ha donato ancora una volta la sua gentilezza, non avendo la minima idea che a lui, del suo buon cuore, non gliene fregava proprio niente; e se lei è stata così buona, io adesso non provo altro che odio verso tutto ciò che le è successo e verso chi ha fatto sì che tutto ciò succedesse.
Mi dispiace tanto Giulia, mi dispiace veramente veramente tanto, perché la tua vita si è spezzata, si è distrutta, e nessuno è venuto a salvarti quando ne avevi un disperato bisogno.
Mi sento impotente, impotente con il bisogno disperato di fare qualcosa, qualcosa che non ho assolutamente idea di come poter fare, perché ormai l’unico modo per cambiare il mondo è distruggerlo completamente. Siamo una società rotta, deviata, manipolata da luoghi comuni e stereotipi, e non vedo modo di far sì che tutto prenda una strada migliore.
Leggo ovunque la frase “educate i vostri figli”, “educate gli uomini”, ma come si può educarli, se fin da quando erano piccoli gli è stato insegnato che non si deve piangere perché i veri uomini non piangono mai, che ad ogni guaio o marachella la punizione era la violenza, le sberle? Sono cresciuti deviati, siamo tutti stati deviati. E ora non ho la minima idea di come si possa cambiare strada.
Per questo mi scuso cara Giulia, per non essere in grado di offrire alle donne come te, come noi, un luogo sicuro in cui crescere, in cui sognare, in cui poter vivere.
Per quanto insignificante possa essere, sappi che ora hai un posto nel mio cuore, e per quanto effimera possa essere, sappi che per te rimane accesa una mia piccola speranza, la speranza che un giorno questo mondo malsano rimanga soltanto un brutto ricordo.
Con tanto tanto amore,
Giulia.
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abatelunare · 8 months ago
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La sua pelle mancava di colore naturale in modo così malsano che sembrava che, qualora egli si fosse fatto un taglio, ne sarebbe uscito sangue bianco (Charles Dickens, Tempi difficili).
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esuemmanuel · 2 years ago
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¿Por qué tolerarías el comportamiento malsano de cualquier persona? Sea la persona que sea, mereces respeto y, sobre todo, paz. La salud mental no es una emoción, es un estado. No es una broma el maltrato psicológico. El hecho de que seas parte de un núcleo familiar, sea tu lugar el que sea, no te obliga a soportar vejaciones ni malos tratos.
Algunas personas, en su mayoría los propios maltratadores, te dirán que, si te vas o si dejas de soportarlos, estás cayendo en egoísmo e inmadurez. Nada hay más alejado de la realidad que eso. El maltratador buscará la forma de hacerte caer en su juego y tomará tu posición laboral o familiar para obligarte a tolerarlo. Por favor, nadie puede obligarte a nada. Eres libre de abandonar cualquier guerra que no sea tuya. Los maltratadores son personas en guerra, seres humanos que no tienen la capacidad emocional para ser conscientes de su realidad y no vas a poder ayudarlos si antes no te ayudas tú. El hecho de decidir irte, de alejarte, de desaparecer de la vida del maltratador es una liberación recíproca. El que se va, no sólo se libera, también libera al que maltrata, dándole la oportunidad de aprender de su perdida.
Otra cosa que agregaré para darle objetividad a esta opinión personal. La violencia no respeta género. Dejemos de pensar que "por ser hombre" no se es maltratado o que "por ser mujer" se es maltratada más. La violencia es violencia y ni hombre ni mujer la merecen.
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Why would you tolerate anyone's unhealthy behavior? Whoever it is, you deserve respect and, above all, peace. Mental health is not an emotion, it is a state. Psychological abuse is not a joke. The fact that you are part of a family nucleus, whatever your place is, does not oblige you to endure humiliation or mistreatment.
Some people, mostly the abusers themselves, will tell you that if you leave or if you stop putting up with them, you are falling into selfishness and immaturity. Nothing is further from the truth than that. The abuser will look for a way to make you fall into their game and will take your work or family position to force you to tolerate it. Please, no one can force you into anything. You are free to abandon any war that is not yours. Abusers are people at war, human beings who do not have the emotional capacity to be aware of their reality and you will not be able to help them if you do not help yourself first. The fact of deciding to leave, to move away, to disappear from the abuser's life is a reciprocal liberation. The one who leaves, not only frees himself, but also frees the abuser, giving him the opportunity to learn from his loss.
Another thing I will add to give objectivity to this personal opinion. Violence does not respect gender. Let's stop thinking that "because you are a man" you are not abused or that "because you are a woman" you are abused more. Violence is violence and neither men nor women deserve it.
— Esu Emmanuel©, Libérate ¡No al abuso! (Free yourself, no to abuse!)
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sophiaepsiche · 27 days ago
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Il Salvatore
TERZA PARTE
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Il Mistero Della Croce
‘È una missione austera. La più austera di tutte. Quella rispetto alla quale la vita del monaco o della monaca della più severa regola è un fiore rispetto ad un mucchio di spine. Perché questa non è regola di Ordine umano. Ma Regola di un sacerdozio, di una monacazione divina, il cui Fondatore sono Io, Io che consacro e accolgo nella mia Regola, nel mio Ordine, gli eletti ad essa, e impongo loro il mio abito: il Dolore totale, sino al sacrificio.’ (da "L'Evangelo come mi è stato Rivelato")
Gesù qui dice chiaramente che la Sua missione speciale ed unica continua attraverso un Suo Ordine divino, l’elezione dei chiamati ad esso è direttamente impartita da Lui, il Fondatore. Offrirsi come vittima e mettersi in croce con Gesù è una vera e propria missione di salvataggio della specie umana. La differenza sostanziale tra gli altri e Gesù è proprio questa Redenzione non solo dei giusti ma dei peccatori-distruttivi che non può venire in essere in altro modo se non scontando il loro dolore come atto di totale sacrificio.
Abbiamo chiarito già il ruolo chiave della gestione del dolore nello smaltimento della distruttività e ciò che questo comporta in termini di salvezza della specie che invece, scansando il dolore in massa, non fa che richiamare su di sé la distruttività inconscia con esperienze sempre più dolorose. Abbiamo spiegato che il meccanismo sottostante questa proiezione esperienziale attuata dall’inconscio è sano e rappresenta l’opportunità illimitata al cambiamento di cui necessitiamo. Lo stesso non può dirsi, ahimé, dell’attitudine che ci caratterizza perché se errare è umano, perseverare è diabolico e di fronte al dolore l’uomo sembra rispondere sempre con maggiore distruttività. La visione di un Dio punitivo senza comprensione delle Sue leggi è, a mio avviso, falsata, esse infatti si rivelano sempre e comunque non solo giuste ma infinitamente pazienti, fino a riproporre interminabilmente un tentativo di soluzione nell’individuo ma la callosa attitudine dell’uomo spinge verso la distruzione.
Chi persevera nel bene, trasformando il dolore in amore, s’introduce invece in una via d’amore, in cui ci sono, come detto, tre gradi principali, il cui più alto è proprio formato dai Santi della Regola di Gesù per la nostra salvezza. Traducendo ora in termini cristiani possiamo dire che chi fa il suo dovere, a qualsiasi livello della scala, abbraccia la Croce, abbraccia il dolore e lo trasforma in amore mentre chi scansa la Croce, rende il dolore inconscio e porta distruttività nel mondo e crea le basi per l’auto-distruzione della specie. Queste sono le due polarità.
È risaputo che bene e male convivono nello stesso individuo quindi la battaglia tra tali polarità è presente in primis dentro di noi e poi a livelli diversi. Ora, sebbene il recupero di sociopatici e psicopatici sia quasi impossibile e difficilissimo quello dei narcisisti maligni che dovrebbero esercitare un fortissimo fiat o ricevere una grazia totalmente immeritata che lo stimoli (su questo argomento torneremo), i narcisisti moderati, vulnerabili, gli auto-distruttivi, coloro che hanno sviluppato un adattamento caratteriale malsano ai traumi subiti, nonché i biofili, quindi tantissimi, potrebbero, se volessero, entrare in questa scala d’amore grazie alla gestione del dolore. Partiamo dal primo grado per capire pian piano il sommo grado dell’amore di Gesù.
A livello personale, per passare dalla distruttività alla biofilia è utilissima la solitudine e la riflessione (per approfondimenti leggi ‘Viaggio nella Solitudine’). L’isolamento fa salire il dolore trattenuto nell’inconscio e si cominciano a vedere i contenuti distruttivi che si sono accumulati dentro, si comprende molto meglio ciò che è bene e ciò che è male, senza l’influenza esterna, e la morale diventa autonoma. Si impara una prima gestione delle sensazioni che, non potendo trascendere, in questa fase ancora acerba, si subiscono e basta ma ciò è già sufficiente a liberarsene, è solo un processo più lungo poiché inesperto e dipendente dalla solitudine. Non essendo già allenati alla consapevolezza interiore, non sapendo cosa fare per tirare fuori dall’inconscio i residui passati, la solitudine si rivela indispensabile per creare la condizione perfetta e naturale a far salire il baccano che, credetemi, non vede l’ora di essere ascoltato. Salgono così i residui inconsci senza dover far nulla. Offrirsi a questa prima gravosa purificazione non è facile e non va certo di moda. Si viene spinti alla superficialità e alla ricerca del piacere col risultato di scansare la nostra croce per gettarla sugli altri in modo inconsapevole. Uno scaricabarile psicologico che porta l’individuo ad essere distruttivo. La solitudine può essere vissuta in modo continuativo o a fasi ma va vissuta per un primo esercizio alla conoscenza di sé. Qui l’attenzione viene diretta da fuori (società, altri, mondo) ad un fuori più circoscritto, al corpo e alle sensazioni più fisiche. Il consiglio è di stare col dolore che sale proprio come sensazione fisica, al massimo delle proprie capacità, e per farlo bisogna alzare l’attenzione, dirigerla verso la sensazione e imparare a stare fermi. Non vi mangerà, più imparate a star fermi meno dura, è solo una sensazione. Per dare attenzione alle sensazioni si toglie automaticamente attenzione al pensiero e così si spezzano quei legami creatisi in precedenza, tra pensiero ed emozioni mal gestite, che causavano risposte autodistruttive o distruttive. Ogni altra emozione negativa dev’essere trattata allo stesso modo del dolore, ne saliranno tante proprio perché questa è la prima purificazione a cui ci sottoponiamo. Aspettatevi rabbia, amarezza, odio, di tutto e di più. Questa prima fase è dedicata alle accumulazioni personali passate, si sciolgono i nodi del passato, nodi quasi ‘fisici’ tra emozioni distruttive e pensiero meccanico che, in questo momento, vi travolgerà senza pietà. Il nostro solo dovere è quello di abbracciare la croce, cioè subire ciò che abbiamo dentro, senza fiatare, senza pensare, ma stando fermi lì. È spazzatura nostra e ce la dobbiamo subire noi. Se questo processo va avanti si acquisisce la capacità di vivere il dolore senza scappare il che vuol dire arrivare alla maturità psicologica che frena gli impulsi narcisistici peggiori. Portare la propria croce vuol dire fare il proprio dovere a livello individuale, diventare un elemento sano nella società, amorevole e rispettoso di natura e compiere il proprio dovere a livello sociale. Qui affiora l’amore umano, il rispetto della vita: la biofilia. Il biofilo è più forte, sereno, creativo ed emotivamente indipendente. È magnetico perché saper gestire il suo dolore lo rende leggero e tale rara leggerezza è avvertita come un sollievo da chi gli è intorno. Ma il tratto distintivo per eccellenza del biofilo è la sua propensione ad amare. Bio filia vuol dire proprio amare la vita, rispettare gli esseri viventi. Questo è il primo grado di amore naturale a cui si giunge vivendo il dolore. Giunti qui è davvero ottimo iniziare letture filosofiche o spirituali per favorire il processo di riflessione e cominciare a capire bene ciò che si è fatto e come continuare a farlo meglio.
Proseguiamo a livello di specie. (per approfondimenti vai a ‘La comprensione della mente’) La cosa più penosa da constatare è che quasi tutti i biofili si fermano, vivono una vita creativa, ma piuttosto egoistica e non smettono di pagare questo atteggiamento con una costante amarezza verso chi è immaturo e verso la società nel suo insieme. I pochi che si prendono il tempo di ponderare l’importanza del percorso fatto possono procedere molto di più con risultati molto maggiori. Se si vuole interiorizzare e rendere più intenso possibile il processo di purificazione bisogna direzionare l’attenzione dentro e renderla stabile il più possibile. Questo è quello che viene chiamato il ‘conosci te stesso’, l’esame di coscienza più costante possibile che, con il tempo, diviene meditazione e poi raccoglimento. È il primo sgrosso interiore serio, in cui si allena l’attenzione ad una vigilanza interiore quasi perenne per cui ci occupiamo a pulire il presente, mantenendo la coscienza più pulita possibile. Il suo risultato ottimale è chiamato anche solitudine interiore proprio perché il processo che, in modo acuto, si può vivere con la solitudine esterna, può essere stabilizzato, allenando l’attenzione a monitorare l’interiorità. Si trova ancora molta umanità e tante risposte distruttive soprattutto nel pensiero ed è importante distaccarci il più possibile da ciò che vediamo dentro di noi per evitare di creare ulteriori legami. Qui si scopre davvero tutta la nostra miseria come esseri umani, scopriamo che tutte le componenti di umanità difettosa e d’impurità vivono nella nostra coscienza direi di default. Questo pacchetto di miseria è insito nella coscienza umana. Non è un caso scoprirlo ora perché si sta portando la croce come esseri umani. Ci si vergogna per non aver agito prima, si capisce il tempo sprecato nella biofilia, in cui eravamo troppo intenti a giudicare gli altri senza vedere quanto ancora c’era da fare in noi.
La forza creativa e vitale aiuta tantissimo chi si offre a questa purificazione, proprio perché più estesa e di aiuto generale. Trascendendo il dolore in modo costante si ha accesso alla Fonte d’amore, di pace, di forza e di ogni altra virtù. La perseveranza è importantissima poiché la vigilanza interiore scatena proprio una lotta, vissuta in fasi alterne, tra la conoscenza della propria miseria, fase purificativa, e la conoscenza della Fonte, fase illuminativa. È la natura stessa di questo percorso, come spiega San Giovanni della Croce: ‘Se l’anima vorrà riflettere su questo cammino, vedrà bene a quanti alti e bassi va soggetta e che, dopo il godimento di un periodo di prosperità, subentra subito quello della tempesta o della prova; vedrà, altresì, che le è stata concessa la bonaccia per prepararla e rafforzarla in vista delle tribolazioni successive; in breve, l’anima deve convincersi che alla miseria e alla tormenta fa seguito l’abbondanza e la pace: per questo motivo deve passare la vigilia nella prova, se vuole godere le gioie della festa. Questa è la norma ordinaria dello stato di contemplazione fino a quando l’anima non raggiunge lo stato di quiete; per dirla in una parola, l’anima non è mai nello stesso stato, non fa altro che salire e scendere. Il motivo di questa norma sta nel fatto che lo stato di perfezione esige il perfetto amore di Dio e il disprezzo di sé, il che non può verificarsi senza conoscere Dio e se stessi. Perciò l’anima deve necessariamente esercitarsi prima in una, poi nell’altra conoscenza. Dapprima Dio le fa gustare il suo amore e la esalta, poi le consente di conoscere se stessa e la umilia, finché, acquistate le abitudini perfette, l’anima smette di salire e di scendere. Arrivata alla sommità di questa scala mistica, l’anima si unisce a Dio, a lui si aggrappa e in lui trova il suo riposo’. Questa alternanza c’è sempre e, come emerge, nelle fasi di conoscenza di sé non porta solo a testimoniare le propria pochezza interiore ma può proiettare ancora quelle esperienze esterne che umiliano e fanno soffrire per far arrivare ad essere successivamente più vicini a Dio. Verso la fine di questa seconda fase c’è infatti una purgazione forte, accompagnata da una crisi importante che coinvolge l’essere umano a tutti i livelli e lo prepara al battesimo nello Spirito. È chiamata la ‘notte dei sensi’ da San Giovanni. Superata questa crisi si riscopre la propria figliolanza a Dio e questo cambia per sempre l’individuo. La sua visione è trasformata per sempre. Vede se stesso negli altri, riconosce un unico io, l’‘io sono’ presente in tutti. Ama gli altri come se stesso poiché non vede alcuna differenza sostanziale tra sé e gli altri. Questo non è più semplice amore per la vita ma è amore per lo Spirito presente in tutti, è un amore più profondo e sacro. Inizia qui l’opera di redenzione spontanea in cui ci si perfeziona, purificandosi sempre più minuziosamente, e si aiuta gli altri senza dover fare nulla. La purgazione è personale fino alla più profonda ‘notte dell’anima’ la quale predispone all’unione con Dio. Approfondiremo queste notti quando tenteremo di spiegare il peccato. Comunque, già alla fine della notte dei sensi, quando lo Spirito comincia ad illuminare l’essere umano direttamente, il praticante viene introdotto alla contemplazione, ai ‘grandi silenzi’, alla solitudine interiore. Passa dalla meditazione alla contemplazione. Il contemplativo vive il dolore ormai con grande agilità ed è sempre consolato dalla pace infusa dallo Spirito. Vive il dolore con pace.
Arriviamo ora finalmente a spiegare il livello soprannaturale del Mistero della Croce con una base, spero, più chiara. Essendo al di sopra del naturale, questo livello è difficile da capire anche per chi è evoluto, figuriamoci per chi non ha raggiunto neanche la maturità psicologica e, di conseguenza, l’amore naturale e umano. Per loro la comprensione razionale della missione di Gesù è totalmente impossibile, sono facilmente portati a scambiare i Santi di Gesù per dei pazzi con nevrosi pseudo-religiose. Si può ovviamente credere per fede ma molto difficilmente per sforzo intellettivo, tanto che purtroppo questa interpretazione malata, se non patetica della missione redentrice, è condivisa da tutto il mondo della psicologia. La motivazione di tale visione risiede sempre nella mancata evoluzione interiore, nella mancata conoscenza di se stessi e delle leggi che governano l’interiorità.
Nella redenzione soprannaturale dell’esercito di Gesù, il Santo prende in carico più dolore possibile per tramutare le forze distruttive in amore, così da salvare l’umanità. Per offrirsi bisogna provare l’amore perfetto in cui si è pronti a sacrificarsi anche per i propri nemici. Nell’amore perfetto non si ama più gli altri come se stessi ma al di sopra di se stessi. Tale amore è ben diverso da quello dei gradi precedenti, è talmente alto da rendere gli esseri umani, arrivati a tali vertici, divinizzati. Vivono non più il dolore con pace ma addirittura la gioia nella sofferenza. ‘L’amore perfetto da la chiave della gioia del soffrire. Coloro che hanno capito il maestro e che hanno totalmente voluto imitare il maestro sanno morire perché gli uomini vivano nella giustizia e siano risanati dalle ferite dei loro peccati. Per tutti i fratelli tutti o veri cristiani, senza fariseismi che annullano il cristianesimo: religione d’amore.’ ‘È detto: ‘amate coloro che vi odiano e sarete figli dell’Altissimo’ perché avrete il perfetto amore. La più grande somiglianza e immagine con Dio […] Ne divenite veri figli non per uguaglianza di natura e sostanza ma per soprannaturalizzazione della creatura che così diviene divinizzata per partecipazione relativa alle azioni di Dio uno e trino e per somiglianza facendo ciò che Egli sempre fa: amando’’ (Evangelo M.V.)
Questo è l’amore per eccellenza ed è il tratto distintivo del Cristianesimo, che si distingue da ogni altra religione per via della redenzione offerta, frutto di tale amore. Negli ultimi insegnamenti agli apostoli, poco prima della sua Passione, Gesù dà un nuovo comandamento: “Il mio comandamento è che vi amiate come io vi ho amato”. Chiede ai suoi Santi di arrivare all’amore perfetto e di imitarlo ad esser pronti a sacrificarsi con gioia, per amore e in cambio di amore.
Ma, proviamo a capire, noi miserelli, come possono questi eroi provare addirittura gioia nel patire. La prima considerazione che mi viene in mente è che provano un dolore privo di ogni insoddisfazione, amarezza, scontentezza perché è una scelta fatta per amore e con piena cognizione di causa e con piena fede nel proprio Maestro. È quindi solo dolore, una sensazione nitida ed isolata, non solo priva dell’ignoranza che scatena l’amarezza e l’odio nei distruttivi, ma ricolma di significato e di scopo spirituale.
Se ci pensiamo, già a livello naturale, un distruttivo e una persona molto evoluta soffrono molto diversamente. Se il distruttivo, abilissimo ad evitare di entrare in contatto col suo dolore, ne viene sopraffatto suo malgrado, lo sente come una forza brutale incontrollabile e non sa letteralmente cosa fare, il pensiero ribolle fino a farlo impazzire e cade nella disperazione. Si arrabbia, accusa gli altri, ripiega nella soddisfazione della vendetta o di una qualsiasi risposta distruttiva per evitare la sensazione per lui letteralmente insopportabile. L’evoluto invece ha un allenamento ottimale alla trascendenza del dolore e ogni volta che lo fa prova una vera e propria cascata di benessere, di amore e di forza. I più avanzati vengono introdotti nella pace dello Spirito, come detto poco fa, quella quiete soprannaturale che ricarica il corpo, illumina la mente e ricolma d’amore il cuore. Riescono infatti a portare molto più dolore rispetto agli altri, poiché sono immensamente più capaci e altresì aiutati.
Immaginiamo ora che un individuo con questa capacità, già di molto superiore alla norma, la offra a Dio con lo scopo di salvare gli altri e glorificare il suo Divin Maestro. È facile immaginare che il ciclo di trascendenza si velocizza a dismisura e la relativa infusione di amore e di forza che ne deriva diventa, man mano, divinizzata, rendendo questi Santi davvero simili a Cristo.
Vediamo un esempio pratico della mole di carico che portano questi santi. Un devoto di Padre Pio, attraverso la sala gremita della chiesa, guarda il santo e gli chiede, mentalmente, di permettergli di aiutarlo a portare la croce, di fargli sentire in parte il dolore che prova ogni giorno. Viene accontentato e quello che prova per qualche secondo è, a suo dire, umanamente insostenibile e chiede subito di ritirare quanto chiesto.
Per capire la peculiare gioia che provano nel patire leggiamo la mistica Maria Valtorta, già vittima con cinque malattie e paralizzata a letto, nel vedere Gesù durante un momento della Sua Passione, se vogliamo, anche meno straziante degli altri. Vivere o vedere la Passione di Gesù è uno dei tanti modi in cui si può vivere il dolore della Redenzione offerta: ‘A chi lo posso dire quello che soffro? A nessuno di questa Terra, perché non è sofferenza della Terra e non sarebbe capita. È una sofferenza che è dolcezza e una dolcezza che è sofferenza. Vorrei soffrire dieci, cento volte tanto. Per nulla al mondo vorrei non soffrire più questo. Ma ciò non toglie che io soffra come uno preso alla gola, stretto in una morsa, arso in un forno, trafitto fino al cuore. [...] Devo fare un grande sforzo per dominare l’impulso di gridare il grido di gioia e di pena soprannaturale che mi fermenta dentro e sale con l’impeto di una fiamma o di uno zampillo. Gli occhi velati di dolore di Gesù: Ecce Homo, mi attirano come una calamita. Egli m’è di fronte e mi guarda, ritto in piedi sui gradini del Pretorio, con la testa coronata, le mani legate sulla sua veste bianca di pazzo con cui l’hanno voluto deridere, ed invece lo hanno vestito del candore degno dell’Innocente. Non parla. Ma tutto in Lui parla e mi chiama e chiede. Che chiede? Che io lo ami. Questo lo so e questo gli do sino a sentirmi morire come avessi una lama nel petto. Ma mi chiede ancora qualcosa che non capisco. E che vorrei capire. Ecco la mia tortura. Vorrei dargli tutto quanto può desiderare a costo di morire di spasimo. E non riesco. Il suo Volto doloroso mi attira e affascina. Bello è quando è il Maestro o il Cristo Risorto. Ma quel vederlo mi dà solo gioia. Questo mi dà un amore profondo che più non può essere quello di una madre per la sua creatura sofferente. Sì, lo comprendo. L’amore di compassione (nota mia: si intenda con-passione, ‘passione con’ ossia compartecipazione)è la crocifissione della creatura che segue il Maestro sino alla tortura finale. È un amore dispotico che ci impedisce ogni pensiero che non sia quello del suo dolore. Non ci apparteniamo più. Viviamo per consolare la sua tortura, e la sua tortura è il nostro tormento che ci uccide non metaforicamente soltanto. Eppure ogni lacrima che ci strappa il dolore ci è più cara di una perla, e ogni dolore che comprendiamo somigliante al suo [ci è] più desiderato e amato di un tesoro.’ (07-03-44 quaderni Maria Valtorta).
Vediamo adesso un esempio vivente che il ciclo di trascendenza di dolore e la ricarica d’amore atto a rioffrirsi diventa tanto veloce da non riuscire più a sentire dolore ma solo amore e gioia. Santa Margherita Maria Alacoque scrive: “avevo paura che non avrei potuto provare una sofferenza peggiore di quella che provavo perché non soffrivo a sufficienza, dal momento che il suo amore non mi lasciava requie né di giorno né di notte, queste dolcezze mi affliggevano, volevo la croce tutta pura”. (da 'La Vita di Santa Margherita Maria Alacoque'). Qui la Santa quasi si lamenta di non sentire dolore ma solo amore. Allo stesso riguardo non possiamo non menzionare l’immensa Santa Veronica Giuliani, un vero campione della Croce, che si offre come ‘mezzana’, intermediaria, tra Dio e i peccatori così follemente da non riuscire più a percepire sensibilmente il dolore e doverne chiederne sempre di più. Troviamo scritto nel suo diario: “La mia pena era di non trovare pena”. “Dove sta il patire? Mandatelo a me”. “Non sentivo niente”. “Penavo per non trovare pene”. “Non vi è cosa piú cara in questa vita che il patire; non vi è cosa più preziosa che la croce” (da 'il Diario di Santa Veronica Giuliani'). Capisco che, se non conoscete le vite di queste Sante, potreste pensare che semplicemente non soffrivano abbastanza, invece il dolore che erano capaci di sopportare era semplicemente sovrumano tanto che leggerle è un’esperienza scoraggiante, che fa provare vergogna (e ne abbiamo bisogno!). Leggere le loro vite, così come meditare sulla Passione di Gesù, è una purificazione di per sé. Comunque, a conclusione di questa serie di conferme, ci aiuta a sintetizzare Santa Teresa del Gesù Bambino: “Sono giunta a non poter più soffrire. Avendo mutato in gioia tutte le mie sofferenze.”
Se il primo e più importante Mistero della Croce è quello di eliminare la distruttività dal mondo, il secondo è che essa è la sede delle virtù: la forza e l'amore scaturiscono dal vivere il dolore e se lo si fa in modo così portentoso tali virtù divinizzano l'anima.
Ora, se questa gioia nel patire non fosse già abbastanza incomprensibile per le persone comuni, c’è un’altra possibilità, la più cara a Gesù, quella che rende più simili a Lui di ogni altro sacrificio o pratica, destinata agli amanti più appassionati della croce. È anche il più potente espediente contro la distruttività e rivela un altro segreto della Croce. Ne parleremo nel prossimo articolo.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 2 months ago
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E quel bacio è preludio dell'amore che da qui a poco mi dimostrerai... Che mi cucirai addosso con la tua cinghia e con le tue corde... Un amore malsano che però riempie l'anima. Un amore vero e forte, forte come i colpi che pungenti colpiranno il mio esile corpo tremante. Un amore che non svanirà mai perché chiuso e sigillato nell'acciaio del tuo cuore.
~ Virginia ~
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thelastdinner · 1 month ago
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Se il tuo nome e' quello,
Io griderò alla luna la mia fine.
Slaccero' quel corsetto tessuto del crine selenico chiamato possesso,
slaccerò le tue briglie per cavalcare la schiena ornandola con anelli di prezioso metallo,
slaccerò ogni veste dal tuo pensiero più malsano.
Rimarrai così,
Adorabilmente
vestita di Me.
Azeruel
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