#malsano
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Vivo tra empatia logotante e apatia costretta.
Vivo nell'ambivalenza più assoluta, tra impulsi e emozioni opposte.
Vivo di autodistruzione, di piccole belle cose, di traumi, di caos ricevuto o provocato.
Sopravvivo sfogandomi e muoio incassando colpi, cerco colpi da incassare e sono in contrasto con i miei sfoghi.
Cerco ciò che mi fa bene e poi mi scosto per abitudine, incapacità, paura.
Il mio rifugio non ha angoli in cui rifugiarsi, la mia libertà non mi porta ad essere libera.
Ho costruito così tanti muri attorno a me che ora sembra di essere in un labirinto claustrofobico.
#contrasto#indecisione#ambivalenza#cambiare#vivere#vita#racconto#sfogo#alcool#droga#famiglia#crescere#fuoco#ghiaccio#carattere#caps#egoista#sfogare#traumi#responsabile#colpa#risentimento#genuino#malvagio#malsano#rifugio#labirinto#overthinking#muri
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Non ricordo la tua faccia - La pazienza dell'acqua (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1428953934-non-ricordo-la-tua-faccia-la-pazienza-dell%27acqua?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=ChiccaTiaKiki ObiIta; Obito x Itachi IC, Canon Compliant, Canon typical behavior Dal testo: Cos'è che ti tiene sveglio la notte, Obito? Non è l'incessante ticchettio della pioggia di questo maledetto posto. [...] No, non sono le magagne del passato a farti sobbalzare nel cuore delle tue notti tormentate. [...] È un dito che spinge e gratta dentro il tuo stomaco. Un'immagine che resta indefinita dietro gli occhi di Rin e sotto le lacrime di Kakashi. Non affiora mai in superficie, non la decifri, ma sai che è lì. [...] Nonostante tu ti sia straziato le dita con le schegge del suo cuore, hai voltato la testa dall'altra parte pur di non ammettere che non sei l'unico a esserti forgiato nel dolore. Non hai l'esclusiva di niente, Obito. Molto più di quello che pensi vi accomuna. Una volta qualcuno non ha detto che a governare la vita non sono gli eventi, ma piuttosto la reazione di chi li subisce?
#angst#attrazione#canon#comfort#dark#depressione#disperazione#disprezzo#hurt#introspettivo#introversione#itachi#malattia#malsano#narutoverse#obiita#obito#obitoxitachi#odio#pentimento#rabbia#rimpianto#solitudine#uchiha#yaoi#fanfiction#books#wattpad#amreading
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secondo voi twitch italia è pronta per il rpf?
#cos'è successo? cerco di spiegarmi#praticamente sono a casa da solo per due settimane e per farmi compagnia ho messo degli streamer italiani#che giocano ad among us#molto 2020 lo so sono un nostalgico#e oltre al fatto che barbarella e sofia hanno yuri tossica (mentre pseuda e sofia yuri normale)#questo tizio che si chiama homyatol credo avrebbe qualcosa di tossico e malsano insieme a enkk#tutto questo per delle giocate su among us btw
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Chat ambiente tossico e malsano
Vi chiederete perché questo titolo? perché proprio Chat ambiente tossico e malsano? Dal mio personale e modesto punto di vista, le chat possono essere viste come un ambiente in cui si creano relazioni superficiali e false amicizie. Questo fenomeno può essere analizzato attraverso diverse dinamiche, tra cui la mancanza di autenticità, la competizione per l’attenzione e l’ipocrisia. Mancanza di…
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Ogni tanto ho ancora i 5 minuti da fidanzata tossica
Di buono c'è che me ne accorgo prima di mettere in atto comportamenti tossici. E mi sento stupida. E mi fa anche incazzare un sacco che ancora capiti. Poi mi ripeto che ci sto lavorando tanto e che sono stata già brava. Maledico un po' i due coglioni che mi hanno spezzata prima di lui.
E ringrazio la terapia. Mi tengo il fastidio capendo che è malsano e cerco di andare avanti
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Balada del mal genio
Hay días en que siento una desgana de mí, de ti, de todo lo que insiste en creerse y me hallo solidariamente cretino apto para que en mí vacilen los rencores y nada me parezca un aceptable augurio.
Días en que abro el diario con el corazón en la boca como si aguardara de veras que mi nombre fuera a aparecer en los avisos fúnebres seguido de la nómina de parientes y amigos y de todo el indócil personal a mis órdenes
Hay días que ni siquiera son oscuros días en que pierdo el rastro de mi pena y resuelvo las palabras cruzadas con una rabia hecha para otra ocasión digamos, por ejemplo, para noches de insomnio.
Días en que uno sabe que hace mucho era bueno bah tal vez no hace tanto que salía la luna limpia como después de un jabón perfumado y aquello sí era auténtica melancolía y no este malsano, dulce aburrimiento.
Bueno, esta balada sólo es para avisarte que en esos pocos días no me tomes en cuenta.
Mario Benedetti.
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Ti auguro in primo luogo di amare e che, amando, tu sia riamato. E se non è così, che sia breve il ricordo, e finito il ricordo che tu non conservi rancore. Ti auguro che non sia così,ma se così fosse, che tu sappia vivere senza disperazione. Ti auguro di avere amici e che, anche se non fossero assennati o responsabili, ti siano fedeli e leali, e che almeno ce ne sia uno di cui ciecamente fidarti. E, poiché così è la vita, ti auguro di avere dei nemici. Né troppi né troppo pochi, ma il numero giusto per farti dubitare ogni tanto delle tue certezze, e che tra di loro vi sia almeno uno nel giusto affinché tu non ti senta eccessivamente sicuro di te. Ti auguro di essere utile ma non indispensabile, e che nei momenti bui, quando non ti resta più nulla, questo tuo essere utile ti sia sufficiente per farti restare in piedi. Ti auguro di essere tollerante, non verso chi commette piccoli errori, cosa troppo facile, ma verso coloro che sbagliano spesso e in modo irrimediabile, e che dimostrando la tua tolleranza tu sia di esempio ad altri. Poiché ogni età ha il suo piacere e il suo dolore, e dobbiamo lasciare che entrambi scorrano dentro di noi. Ti auguro anche di essere triste. Non tutto l’anno, ma un giorno soltanto. E che in questo giorno tu scopra che ridere ogni tanto è bene, ridere spesso è sciocco e ridere sempre è malsano Ti auguro di scoprire, subito, prima di tutto e nonostante tutto, che esistono e ti circondano persone oppresse e trattate con ingiustizia, e persone infelici. Ti auguro di accarezzare un gatto, gettare delle briciole a un passero e ascoltare un cardellino che innalza trionfante il suo canto mattutino, perché ti farà sentire bene così, senza altro motivo Ti auguro di piantare un seme, per piccolo che sia, e di accompagnarlo durante la sua crescita, per scoprire di quante vite è fatto un albero Ti auguro di avere denaro,perché bisogna essere pratici, e che una volta all’anno ti metta davanti ad esso e ti dica: “E’ mio”, solo perché sia chiaro chi dei due è il padrone. Ti auguro che nessuno dei tuoi difetti muoia, ma se qualcuno muore che tu possa piangerlo senza lamentarti e senza sentirti in colpa Ti auguro infine che, uomo,tu abbia una donna buona e che, donna, tu abbia un uomo buono, oggi e il giorno dopo, e che esausti e sorridenti parliate d’amore per ricominciare. Se avrai tutte queste cose, non ho più nulla da augurarti.
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Questa è una dedica per Giulia, una dedica che posto qui perché non voglio farmi pubblicità o altro; vorrei semplicemente chiedere scusa a Giulia, e a tutte quelle donne che purtroppo a causa di una società orribile non sono riuscite a raggiungere i propri sogni, semplicemente perché un uomo deviato glieli ha portati via.
Vorrei chiederle scusa perché sono sicura che si sarebbe laureata con il massimo dei voti, e avrebbe festeggiato in modo stupendo, con tutte le persone che la amavano insieme a lei. Inoltre dopo la laurea sarebbe finalmente andata a studiare nel luogo dei suoi sogni, dando libero sfogo alla sua creatività, disegnando probabilmente dei fumetti meravigliosi.
Vorrei chiederle scusa perché non la conosco, eppure non riesco a smettere di pensare a lei; non riesco a smettere di pensare a come una settimana fa era felice e magari nervosa all’idea di laurearsi, mentre adesso non c’è più. Non riesco a smettere di pensare a quanto suo padre potesse essere orgoglioso nel vedere la sua bambina con la corona d’alloro in testa, quella bambina che ogni giorno la salutava con un “ciao papino!”
Vorrei chiederle scusa perché mi viene da piangere, perché per quanto una settimana fa non avessi la minima idea di chi fosse, adesso in qualche modo condivido il suo dolore, e vado fuori di testa pensando a come potrebbero essere stati gli ultimi istanti della sua vita, di quanto possa aver sofferto e come nonostante tutto abbia provato a difendersi, a lottare, anche se è stato tutto inutile.
Mi scuso perché da quello che ho capito lei era una persona dall’animo buono e gentile, perché nonostante il deviato si mostrasse effettivamente pericoloso, lei si è fidata di lui, gli ha donato ancora una volta la sua gentilezza, non avendo la minima idea che a lui, del suo buon cuore, non gliene fregava proprio niente; e se lei è stata così buona, io adesso non provo altro che odio verso tutto ciò che le è successo e verso chi ha fatto sì che tutto ciò succedesse.
Mi dispiace tanto Giulia, mi dispiace veramente veramente tanto, perché la tua vita si è spezzata, si è distrutta, e nessuno è venuto a salvarti quando ne avevi un disperato bisogno.
Mi sento impotente, impotente con il bisogno disperato di fare qualcosa, qualcosa che non ho assolutamente idea di come poter fare, perché ormai l’unico modo per cambiare il mondo è distruggerlo completamente. Siamo una società rotta, deviata, manipolata da luoghi comuni e stereotipi, e non vedo modo di far sì che tutto prenda una strada migliore.
Leggo ovunque la frase “educate i vostri figli”, “educate gli uomini”, ma come si può educarli, se fin da quando erano piccoli gli è stato insegnato che non si deve piangere perché i veri uomini non piangono mai, che ad ogni guaio o marachella la punizione era la violenza, le sberle? Sono cresciuti deviati, siamo tutti stati deviati. E ora non ho la minima idea di come si possa cambiare strada.
Per questo mi scuso cara Giulia, per non essere in grado di offrire alle donne come te, come noi, un luogo sicuro in cui crescere, in cui sognare, in cui poter vivere.
Per quanto insignificante possa essere, sappi che ora hai un posto nel mio cuore, e per quanto effimera possa essere, sappi che per te rimane accesa una mia piccola speranza, la speranza che un giorno questo mondo malsano rimanga soltanto un brutto ricordo.
Con tanto tanto amore,
Giulia.
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La sua pelle mancava di colore naturale in modo così malsano che sembrava che, qualora egli si fosse fatto un taglio, ne sarebbe uscito sangue bianco (Charles Dickens, Tempi difficili).
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¿Por qué tolerarías el comportamiento malsano de cualquier persona? Sea la persona que sea, mereces respeto y, sobre todo, paz. La salud mental no es una emoción, es un estado. No es una broma el maltrato psicológico. El hecho de que seas parte de un núcleo familiar, sea tu lugar el que sea, no te obliga a soportar vejaciones ni malos tratos.
Algunas personas, en su mayoría los propios maltratadores, te dirán que, si te vas o si dejas de soportarlos, estás cayendo en egoísmo e inmadurez. Nada hay más alejado de la realidad que eso. El maltratador buscará la forma de hacerte caer en su juego y tomará tu posición laboral o familiar para obligarte a tolerarlo. Por favor, nadie puede obligarte a nada. Eres libre de abandonar cualquier guerra que no sea tuya. Los maltratadores son personas en guerra, seres humanos que no tienen la capacidad emocional para ser conscientes de su realidad y no vas a poder ayudarlos si antes no te ayudas tú. El hecho de decidir irte, de alejarte, de desaparecer de la vida del maltratador es una liberación recíproca. El que se va, no sólo se libera, también libera al que maltrata, dándole la oportunidad de aprender de su perdida.
Otra cosa que agregaré para darle objetividad a esta opinión personal. La violencia no respeta género. Dejemos de pensar que "por ser hombre" no se es maltratado o que "por ser mujer" se es maltratada más. La violencia es violencia y ni hombre ni mujer la merecen.
Why would you tolerate anyone's unhealthy behavior? Whoever it is, you deserve respect and, above all, peace. Mental health is not an emotion, it is a state. Psychological abuse is not a joke. The fact that you are part of a family nucleus, whatever your place is, does not oblige you to endure humiliation or mistreatment.
Some people, mostly the abusers themselves, will tell you that if you leave or if you stop putting up with them, you are falling into selfishness and immaturity. Nothing is further from the truth than that. The abuser will look for a way to make you fall into their game and will take your work or family position to force you to tolerate it. Please, no one can force you into anything. You are free to abandon any war that is not yours. Abusers are people at war, human beings who do not have the emotional capacity to be aware of their reality and you will not be able to help them if you do not help yourself first. The fact of deciding to leave, to move away, to disappear from the abuser's life is a reciprocal liberation. The one who leaves, not only frees himself, but also frees the abuser, giving him the opportunity to learn from his loss.
Another thing I will add to give objectivity to this personal opinion. Violence does not respect gender. Let's stop thinking that "because you are a man" you are not abused or that "because you are a woman" you are abused more. Violence is violence and neither men nor women deserve it.
— Esu Emmanuel©, Libérate ¡No al abuso! (Free yourself, no to abuse!)
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Cosa ti affascina di lei?
Quando sono con lei, mi incanta la sua magica abilità nel piegare ogni mio pensiero malsano. Mi affascina il modo in cui le sue parole s'intrecciano nella mia mente, catturandola completamente. Questo legame è forte e viscerale, un impulso irresistibile, simile a quell'impulso di tornare ad immergermi nelle pagine di un libro amato, dove ho lasciato un segno, un'orecchia piegata all'angolo, per non dimenticare un concetto che mi ha particolarmente stupito.
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Mi dovete spiegare perché nella società di oggi le mancanze personali si vogliono colmare con le relazioni, generando solo quel malsano rapporto di alternanza di potere sull'altro.
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Capisco perché dopo la sua morte il mondo mediatico l'ha liquidato in quattro e quattr'otto:
"STATE TRANQUILLI, TUTTO QUESTO È SOLO SONNO ARRETRATO...” di Sammy Basso
“Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa Iettera perché se c'è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l'ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non potere consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso... E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell'ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l'essenziale senza cose superflue o altro.
Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l'ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte.
Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c'è mai stata nessuna battaglia da combattere, c'è solo stata una vita da abbracciare per com'era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.
Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto ì miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei Iibri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, Io si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L'egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa Iettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L'amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l'amore ci viene da Dio. Se c'è una cosa di cui mi non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione...perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta attorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!
In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questa a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.
Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio. Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così vorrei essere ricordato. Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.
Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c'è niente di male, anche Gesù ha avuto paura. È la paura delI'ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se Iei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c'è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c'è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!
Per un cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l'unico modo per vivere realmente, è l'unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l'unico modo per vedere finalmente il Suo Volto. E da cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato. L'unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell'ultimo mio momento, di vedere la morte come la vedeva san Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch'io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.
Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile. Lui, il nostro Dio, l'unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non Lui. Perciò, sebbene non c'è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l'ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e Io ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.
Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono di certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei. Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.
Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.
Ora vi Iascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora...
Famiglia mia, fratelli miei, amici miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi, vi voglio bene!
P.s. State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato...”
Sammy Basso
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sono quasi due anni che vivo praticamente in balia dei miei impulsi e credo che sia un modo abbastanza malsano per compensare una vita intera vissuta con mostruosa cautela. una cautela paralizzante. per essere una persona che pensa tanto e costantemente, il più delle volte non penso affatto. se mi metto lì ad analizzare meticolosamente le eventuali e probabili conseguenze delle mie azioni finisco per rimanere bloccata mentre la vita mi passa davanti agli occhi e non sono più in grado di afferrarla. così faccio le cose con lo stomaco piuttosto che con il cervello e poi finisco per farmi male ma almeno non sono completamente anestetizzata tutto il tempo. ieri a lavoro me ne andavo in giro tipo condannato a morte e un collega mi ha chiesto cosa avessi e io gli ho risposto ho fatto una cosa stupida se lui mi ha detto hai ucciso qualcuno? e no non avevo ucciso nessuno a parte la mia personalissima morale e la mia dignità e il mio valore come persona. ma chi se ne frega? alla fine. veramente chi se ne frega.
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C'è un pensiero malsano che mi tormenta in questi giorni, questo 'e se?' che continua a risuonarmi in testa
E se?
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Sicuramente è tedioso, per voi che mi leggete (e avete la forza di farlo) sentirmi parlare sempre della stessa persona (ormai, ad intervalli più o meno regolari, che saranno? 13 anni? Probabilmente si). Ma il pensiero è ricorsivo (stasera non riesco a fare a meno di questa parola). É un rigurgito di pensieri e ricordi: più li voglio allontanare da me e più ritornano, e più aggrediscono gli spazi vuoti della mia mente. Ora sono più forti loro. Arrivano all’improvviso, si allargano e si dilatano, prendono tutto lo spazio possibile, scacciando e relegando in spazi angusti tutto il resto. É la persona di cui ho parlato e scritto di più nella mia vita. A volte me ne meraviglio anch’io. Ma è così. Perché lo faccio? Non lo so, non ho potere di controllo su di lei, anche quando condividevamo lo stesso spazio e respiravamo la stessa aria. C’era lei, solo lei. Ingombrante, invasiva ma totalizzante. L’altra faccia della medaglia. Il mio contraltare, la mia antagonista, il mio pensiero amorevole, il mio chiodo fisso, il mio odio e il mio amore. La persona che ti faceva incazzare più di ogni altra cosa e, nel contempo, quella che ti faceva ridere, che ti metteva all’angolo, che si lasciava osservare a lungo (“guarda avanti, non ti girare”). La persona che non volevi più ascoltare ma quella che in fondo volevi sempre accanto a te. Colei a cui chiedevo consigli, ponevo domande, anche se insisteva nel dirmi che non la stessi ad ascoltare. Insomma lei è solo lei, anche quando desideravo, con tutto il cuore. starle chilometri lontano perché non la reggevi più. Insomma lei.
Ora ne scrivo con la speranza che tale azione risulti catartica. Un buttare fuori tutto quel che mi agita, in una sorta di enorme pulizia di primavera, un gigantesco cambio di stagione, un epocale trasloco da me stesso. Ne scrivo e non so neanche più se mi manca davvero o è solo la disperazione per liberarmi da questo malsano senso di schiavitù del pensiero.
La banale verità è che mi manca più di quanto potessi immaginare. Va così e non ci posso fare nulla se non aspettare.
Adda passà 'a nuttata
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