#madre assassina
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precisazioni · 1 year ago
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mentre ero ancora a letto, la mattina dopo il club to club ho pensato allo scienziato cinese che aveva modificato il genoma delle sue figlie per renderle resistenti all'hiv e a come, con le dovute normative e precauzioni, io sarei del tutto favorevole a modificare il dna degli esseri umani per migliorarli o renderli immuni a qualcosa - e tra le cose che modificherei ci sono, oltre alle ovvietà quali resistenza al cancro o all'ahlzeimer, l'immunità all'alopecia o la riduzione dei problemi relegati alla menopausa. da lì mi sono chiesto: ma gli animali vanno in menopausa? quindi ho scoperto che quasi tutto il regno animale può fare figli fino alla morte, e tra le specie esenti ci sono l'orca assassina, che tra parentesi è una società matriarcale, e gli scimpanzè. pochi giorni dopo ho letto su internazionale un articolo che si interrogava sul perché della menopausa, che ad oggi risulta ancora un mistero (triste come le patologie femminili siano così poco studiate) e che negli scimpanzè non trova alcuna logica: se infatti per le orche esiste la cosiddetta teoria della nonna, la cui figura serve a insegnare alla figlia come fare da madre, le femmine di scimpanzè una volta avuta la prole vanno via dal nido famigliare, non necessitando dunque di alcuna figura. ma soprattutto, quanto poco era probabile che io, dopo che al club to club penso ai mammiferi che vanno in menopausa, due giorni dopo trovo, senza volerlo, un articolo su questo argomento?
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primusliber-traduzioni · 2 years ago
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All Time Low - Tell Me I’m Alive, traduzione testi
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Cerchiamoci un parco dove andare a seccare una bottiglia
È un buon inizio se c’è la scintilla
Accendi questo cuore ghiacciato
Però tesoro, non piangere per me
(da: Tell Me I’m Alive)
1. All Time Low – Tell Me I’m Alive, traduzione
Dimmi che sono vivo
   Mi hanno appena aggredito in un vicolo
“La vita è troppo corta”: attacco rissa col buttafuori di un baretto in valle
Ho un paio di lividi e i segni di un morso sul labbro per aver baciato i vampiri
   Cerchiamoci un parco dove andare a seccare una bottiglia
È un buon inizio se c’è la scintilla
Accendi questo cuore ghiacciato
Però tesoro, non piangere per me
   Sono incasinato, sono incosciente
Faccio cazzate per colazione
La mia vita è un disastro
Faccio fuori gli stipendi
Nel weekend questi amici da quattro soldi mi fanno fare le cose peggiori
Adesso affogo, sprofondo
Che bello provare qualcosa
E io, io voglio volare, voglio bruciare
Voglio morire per delle emozioni forti che uccidono e mi dicono che sono vivo
   Ho venduto l’anima al diavolo per un pacchetto di light e una notte passata in cella da tenere come ricordo
Due X sulle mani e un braccialetto dell’ospedale
Nessuno può dire che non ci ho dato dentro
   Cerchiamoci un parco dove andare a seccare una bottiglia
È un buon inizio se c’è la scintilla
Accendi questo cuore ghiacciato
Però tesoro, non piangere per me
   Sono incasinato, sono incosciente
Faccio cazzate per colazione
La mia vita è un disastro
Faccio fuori gli stipendi
Nel weekend questi amici da quattro soldi mi fanno fare le cose peggiori
Adesso affogo, sprofondo
Che bello provare qualcosa
E io, io voglio volare, voglio bruciare
Voglio morire per delle emozioni forti che uccidono e mi dicono
Io, io voglio volare, voglio bruciare
Voglio morire per delle emozioni forti che uccidono e mi dicono
   Versami un altro bicchiere e baciami come se non ci fosse un domani
Voglio fare un figlio con te
Trasferiamoci a Toronto
Spariamo dalla faccia della terra
Tanto siamo tutti destinati a morire
Però tesoro, almeno ci abbiamo provato
Dimmi che sono vivo
Dimmi che va tutto bene
Dimmi che sono vivo, e riportami in vita
       2. All Time Low – Modern Love, traduzione
Amore moderno
   Ma guardati: strafattissimo
Cosa direbbe tua madre?
Una regina assassina che pianta una scena
Senza un prezzo da pagare
Un amo piantato in bocca che mi fa pendere da ogni tua parola
Quegli altri ragazzi, queste altre ragazze tanto non contano nulla
   La abbandono in fretta la barca
Tutto preso dal “gusto della settimana” per adesso
Ma ti porto a casa mia stasera, anche solo per il gusto di farlo
   Stacy, per favore, sto soffocando
L’infatuazione mi strozza
Tu sei ossessionata dalla droga e dalle uscite
L’amore moderno è troppo complicato
   Il punto non è quello
Non dura nessuno dopo la luna di miele
Perché provare a restituire qualcosa se c’è la possibilità di perdere?
Dal rosso al blu, vedilo per quello che è
Inseguire lo sballo o vivere in una bugia
Un po’ come hanno fatto i tuoi
Ma ti porto a casa mia stasera
   Stacy, per favore, sto soffocando
L’infatuazione mi strozza
Tu sei ossessionata dalla droga e dalle uscite
L’amore moderno è troppo complicato
Continuiamo a fare il giro
La giostra per noi non si ferma
Mordimi il labbro e fammi girare più veloce
L’amore moderno è un meraviglioso disastro
   Ma guardati: strafattissimo
Cosa direbbe tua madre?
Una regina assassina che pianta una scena
Senza un prezzo da pagare
Un amo piantato in bocca che mi fa pendere da ogni tua parola
Quegli altri ragazzi, queste altre ragazze tanto non contano nulla
Ma guardati: strafattissimo
Cosa direbbe tua madre?
Una regina assassina che pianta una scena
Senza un prezzo da pagare
Un amo piantato in bocca che mi fa pendere da ogni tua parola
Quegli altri ragazzi, queste altre ragazze tanto non contano nulla
   La abbandono in fretta la barca
Tutto preso dal “gusto della settimana” per adesso
Ti porto a casa mia stasera, anche solo per il gusto di farlo
   Stacy, per favore, stiamo soffocando
Stanchi di tutta la droga e le uscite
Alla fine è meno devastante restarsene a casa a masturbarsi
   Stacy, per favore, sto soffocando
L’infatuazione mi strozza
Davvero ossessionata dalla droga e dalle uscite
L’amore moderno è troppo complicato
Continuiamo a fare il giro
La giostra per noi non si ferma
Mordimi il labbro e fammi girare più veloce
L’amore moderno è un meraviglioso
L’amore moderno è un meraviglioso
L’amore moderno è un meraviglioso disastro
       3. All Time Low – Are You There?, traduzione
Ci sei?
   Bella merda la solitudine
Ti distrugge quando senti che ti pizzica
E ti senti perso in una stanza piena di gente
Perché tu non hai nessuno, e nessuno ha te
   Adesso ti senti vuoto
Sei in attesa di qualcuno
Mica l’amore della tua vita
Basta qualcuno che ti faccia passare questa notte
   A chi ti rivolgi quando hai finito la droga e sono le tre del mattino e ti sta scendendo tutta?
I tuoi amici dormono tutti quanti perché stanno tutti quanti bene
E tu hai bisogno di qualcuno
Ma non vuoi dire “ci sei? Ci sei?”
   (Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno…?)
   Puoi metterti in salvo dal sole del mattino
Quando ti svegli che stai bene ma poi crolli
Poi rifinisci a fare sempre il solito giochetto
Ti trovi una faccia tutta nuova con un nome diverso
   Adesso ti senti vuoto
Sei in attesa di qualcuno
Mica l’amore della tua vita
Basta qualcuno che ti faccia passare questa notte
   A chi ti rivolgi quando hai finito la droga e sono le tre del mattino e ti sta scendendo tutta?
I tuoi amici dormono tutti quanti perché stanno tutti quanti bene
E tu hai bisogno di qualcuno
Ma non vuoi dire “ci sei? Ci sei?”
   (Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
   Alla fine ti sei sentito vuoto
In attesa di qualcuno
Mica l’amore della tua vita
Basta qualcuno che ti faccia passare questa notte
Da solo, in attesa di qualcuno
Mica l’amore della tua vita
Basta qualcuno che ti faccia passare questa notte
   A chi ti rivolgi quando hai finito la droga e sono le tre del mattino e ti sta scendendo tutta?
I tuoi amici dormono tutti quanti perché stanno tutti quanti bene
E tu hai bisogno di qualcuno
Ma non vuoi dire “ci sei? Ci sei? Ci sei?”
   (Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
(Hai bisogno di qualcuno?)
       4. All Time Low – Sleepwalking, traduzione
Sonnambulo
   Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Che peccato, che peccato, che peccato
Tutto molto divertente finché a un certo punto non vuoi puoi giocare
Scappa, scappa, scappa
È facile da vedere, ma più difficile da dire
Tu hai in mente qualcos’altro
Io sono una foto che ti è rimasta sulla mensola
Il sogno è una bugia, mi ripeto
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Sono sveglio, ma sento che c’è qualcosa che non va
Resto a letto e alla fine passa un anno intero
Svegliami quando finisce
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
Il cervello che non sente più niente a forza di medicine
Tipo un sogno in cui non ti funzionano i piedi
Immobile, paralizzato
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Ho preso un volo per la West Coast
Mi sono addormentato al finestrino
All’improvviso sento il corpo che precipita nelle visioni di te che te ne vai con qualcun altro
Io sono una foto che ti è rimasta sulla mensola
E il sogno è una bugia, mi ripeto
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Sono sveglio, ma sento che c’è qualcosa che non va
Resto a letto e alla fine passa un anno intero
Svegliami quando finisce
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
Il cervello che non sente più niente a forza di medicine
Tipo un sogno in cui non ti funzionano i piedi
Immobile, paralizzato
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Che peccato, che peccato, che peccato
Tutto molto divertente finché a un certo punto non vuoi puoi giocare
Scappa, scappa, scappa
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
   Sono sveglio, ma sento che c’è qualcosa che non va
Resto a letto e alla fine passa un anno intero
Svegliami quando finisce
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
Il cervello che non sente più niente a forza di medicine
Tipo un sogno in cui non ti funzionano i piedi
Immobile, paralizzato
Mi sento un sonnambulo quando tu non ci sei
       5. All Time Low – Calm Down, traduzione
Calmati
   È veramente un mondo matto
Poi vieni a dirmi di non prendermela
È veramente un mondo triste
Poi vieni a dirmi di farci sopra una risata
La cosa divertente è che sono io quello col sangue freddo
Va tutto bene se fai finta
Viva il casino, alleluia
Ma io sto per sclerare
   Non venirmi a dire di calmarmi, a dire di calmarmi
Mi fa impazzire che tu non stai impazzendo
Non venirmi a dire che andrà tutto bene, anche se c’hai ragione
Mi fa impazzire, non venirmi a dire di calmarmi
   È veramente un mondo matto
Ci provo a non incazzarmi
Veramente di cattivo umore
Magari dovrei farmi un tiro
Qualsiasi sia il giorno avrei bisogno di un abbraccio tipo orsacchiotto di peluche
Adesso c’è la stanza che va a fuoco, ho bisogno di aria
Viva il casino, alleluia
Un pensiero e una preghiera – e quindi? Ma chi se ne frega?
   Non venirmi a dire di calmarmi, a dire di calmarmi
Mi fa impazzire che tu non stai impazzendo
Non venirmi a dire che andrà tutto bene, anche se c’hai ragione
Mi fa impazzire, non venirmi a dire di calmarmi
Non venirmi a dire, non venirmi a dire di calmarmi
Non venirmi a dire, no, non venirmi a dire di calmarmi
   Mi aggiro per questo sogno delirante in sottomarini di microplastiche
Il tuo corpo non è tuo, a quanto pare
Che cazzo sta succedendo?
   Non venirmi a dire di calmarmi, a dire di calmarmi
Mi fa impazzire che tu non stai impazzendo
Non venirmi a dire che andrà tutto bene, anche se c’hai ragione
Mi fa impazzire, non venirmi a dire di calmarmi
Non venirmi a dire, non venirmi a dire di calmarmi
Non venirmi a dire, no, non venirmi a dire di calmarmi
       6. All Time Low – English Blood // American Heartache, traduzione
Sangue inglese // Crepacuore americano
   Ho scelto il posto giusto al momento sbagliato
Ho fatto una promessa che sarebbe andato tutto bene
Ho un lungo elenco di tutte queste bugie conclamate che mi racconto per tirare avanti
Ho scritto un disco per far splendere il sole
Qualsiasi cosa mi aiuti ad aiutarti a dormire ogni notte
   Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
Spedisco a casa delle cartoline da tutti i miei “ultimi errori”
Magari mi sono perso per strada lungo il cammino
Se sono irrecuperabile, è una cosa che fa parte di me
Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
   Mi spavento quando mi sballo troppo
Un po’ teso quando sono triste e non riesco a piangere
Mi sa che sono a pezzi, ma non so perché
Mi esce il sangue dal naso?
Voglio urlare fino a far scoppiare i polmoni
Voglio vederti con sù la mia vecchia maglietta
Voglio scopare fino a non sentire più il dolore
“È una cosa passeggera”
(“Ehm, quale cosa?”)
   Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
Spedisco a casa delle cartoline da tutti i miei “ultimi errori”
Magari mi sono perso per strada lungo il cammino
Se sono irrecuperabile, è una cosa che fa parte di me
   Non si può cambiare la persona che ero
E tu sai perfettamente cos’ho passato
Ma io so che persona sono
E la persona che sono mi basta
Non si può cambiare la persona che ero
E tu sai perfettamente cos’ho passato
Ma io so che persona sono
E la persona che sono mi basta
   Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
Spedisco a casa delle cartoline da tutti i miei “ultimi errori”
Magari mi ritroverò lungo il cammino
So che fa parte di me
Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
Non prendertela col mio sangue inglese per questo crepacuore americano
       7. All Time Low – The Sound of Letting Go, traduzione
La canzone per lasciarsi tutto alle spalle
   I miei demoni mi seguono ovunque vada
Vogliono ricordarmi tutti i giorni che non comando io
E io vorrei che prendessero e andassero a farsi una vita
Perché ho bisogno sì di compagnia, ma non che mi infanghino
   Ho la testa per aria, la mente per aria
Perdo la strada di accesso
Cerco un modo per riavvolgere il nastro
Eliminare i disturbi, ricominciare
   Ecco la canzone per lasciarsi tutto alle spalle che suona dallo stereo
Falla partire quando ti senti triste
Tieni: una canzone per dimenticarti di tutta la roba che ti tiene in ostaggio
Tu scrollatela di dosso
   Il mio migliore amico dice che ho bisogno di trovarmi qualcosa di nuovo
Ma non so da dove cominciare, perché vedo solo te
Mia mamma ha detto che un giorno le cose si sistemeranno
E io lo so, lo so che diceva sul serio, perché lei se la passa benone
   Ho la testa per aria, la mente per aria
Perdo la strada di accesso
Cerco un modo per riavvolgere il nastro
Eliminare i disturbi, ricominciare
   Ecco la canzone per lasciarsi tutto alle spalle che suona dallo stereo
Falla partire quando ti senti triste
Tieni: una canzone per dimenticarti di tutta la roba che ti tiene in ostaggio
Tu scrollatela di dosso
   Urla con tutta l’aria che hai nei polmoni come se non ci fosse un domani
Quando non riesci a sovrastare il rumore di fondo, te ne devi dimenticare
   Ecco la canzone per lasciarsi tutto alle spalle che suona dallo stereo
Falla partire quando ti senti triste
Tieni: una canzone per dimenticarti di tutta la roba che ti tiene in ostaggio
Tu scrollatela di dosso
   Ecco la canzone per lasciarsi tutto alle spalle, la canzone per lasciarsi tutto alle spalle
Ecco la canzone per lasciarsi tutto alle spalle, la canzone per lasciarsi tutto alle spalle
       8. All Time Low – New Religion, traduzione
Nuova religione
   Nuova religione
Voglio adorare solo te, mia nuova religione
   Non mi sono mai considerato un credente
Ma qui stanotte io credo in te
Abbiamo scacciato i demoni ballando a forza di tequila
Sotto le luci tu mi rivelavi una verità
   Che il tuo sudore è la mia acqua santa
(Ne annegherei in un oceano)
E i tuoi fianchi sono l’unico altare
(Mi inginocchio pensando che…)
   Ho trovato Dio e insieme abbiamo trovato il paradiso sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia nuova religione
È passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che mi sono confessato sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia, la mia, la mia, la mia nuova religione
Voglio adorare solo te, mia nuova religione
   Non è mica la Bibbia, no, ma che ci posso fare?
Mentirei se dicessi che non muoio dalla voglia di adorare te
Non ho nessun problema a farmi salvare
Non la metto mica in dubbio la mia fede
Potrebbe essere un peccato desiderarti
Ma ancora peggio allontanarsi
   Perché il tuo sudore è la mia acqua santa
(Ne annegherei in un oceano)
E i tuoi fianchi sono l’unico altare
(Mi inginocchio pensando che…)
   Ho trovato Dio e insieme abbiamo trovato il paradiso sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia nuova religione
È passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che mi sono confessato sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia, la mia, la mia, la mia nuova religione
Voglio adorare solo te, mia nuova religione
Nuova religione, voglio adorare solo te, mia nuova religione
   Ho trovato Dio e insieme abbiamo trovato il paradiso sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia nuova religione
È passato davvero troppo tempo dall’ultima volta che mi sono confessato sul pavimento di camera tua
Sei la mia, la mia, la mia, la mia, la mia nuova religione
Voglio adorare solo te, mia nuova religione
Nuova religione, voglio adorare solo te, mia nuova religione
       9. All Time Low – The Way You Miss Me, traduzione
Il fatto di mancarti
   Odio il fatto di mancarti
   Hai detto che succede ogni volta così
Eh, sì, sarebbe proprio questo il punto
Non possiamo continuare così, continuare così
Anche quando stiamo bene non c’è mai niente che va bene
Però continuiamo così, continuiamo così
   Come se un giorno cambieremo entrambi e avrà tutto un senso, tesoro
Vedrai, credimi
Adesso vieni a sederti qui
Metti qui le mani
   Non sto cercando di dire che non voglio rimanere qui
Semplicemente so come va a finire questa storia
Usa il mio corpo contro di me e tutta la nostra storia
Odio il fatto di mancarti
   Siamo alla terza bottiglia di vino ormai
Ho la tua lingua sulla mia
Continuiamo a fare così, a fare così, eh?
Io ci proverei anche ad andarmene, ma tu troveresti il modo di farmi cambiare idea
E di mettermi in testa il dubbio che magari…
   …un giorno magari cambierò e avrà tutto un senso, tesoro
Vedrai, credimi
Adesso vieni a sederti qui
Metti qui le mani
   Non sto cercando di dire che non voglio rimanere qui
Semplicemente so come va a finire questa storia
Usa il mio corpo contro di me e tutta la nostra storia
Odio il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
   Non sto cercando di dire che non voglio rimanere qui
Semplicemente so come va a finire questa storia
Usa il mio corpo contro di me e tutta la nostra storia
Odio il fatto di mancarti
   Non sto cercando di dire che non voglio rimanere qui
Semplicemente so come va a finire questa storia
Usa il mio corpo contro di me e tutta la nostra storia
Odio il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
Odio il fatto, il fatto di mancarti
   Non sto cercando di dire che non voglio rimanere qui
Semplicemente so come va a finire questa storia
Usa il mio corpo contro di me e tutta la nostra storia
Odio il fatto di mancarti
       10. All Time Low – I’d Be Fine (If I Never Saw You Again), traduzione
Starei bene (se non ti rivedessi mai più)
   Io so che starei bene se non ti rivedessi mai più
Fa niente, sto bene
Non è certo difficile fingere
Sto bene
   Non c’è nessuno come te
Quanto odio il fatto che mi piaci
Ma quando sono dentro di te, non c’è niente che non farei
Ci provo a resistere, ma è semplicemente inutile
Il tuo polso delicato mi ha stretto il collo in un cappio
   E io sparisco, sparisco, sparisco, sparisco lontanissimo
Già, tu non mi fai bene per nulla, per nulla, per nulla
   Io so che starei bene se non ti rivedessi mai più
Fa niente, sto bene
Non è certo difficile fingere
Ho cento voci diverse nella testa
E mi dicono tutte quante che non ho bisogno di te come un tempo
Io so che starei bene se non ti rivedessi mai più
Finché poi non ti rivedo
   E non verserò una sola lacrima per la morte di noi, mia cara
Finché il sangue che ho sulle mani non combacerà con la faccia che vedo allo specchio
E tutto quanto mi fa ripensare a te, mi fa ripensare a te
E tutto quanto mi fa ripensare a te, mi fa ripensare a te
   Io so che starei bene se non ti rivedessi mai più
Fa niente, sto bene
Non è certo difficile fingere
Ho cento voci diverse nella testa
E mi dicono tutte quante che non ho bisogno di te come un tempo
Io so che starei bene se non ti rivedessi mai più
Finché poi non ti rivedo
       11. All Time Low – Kill Ur Vibe, traduzione
Rovinarti l’atmosfera
   È domenica mattina
Ho lasciato sù troppo il bollitore, sta venendo fuori tutto
Ero finito in un’altra dimensione cercando di scrivere ‘sta canzone
Tu dici che faccio il tragico
Io dico “non sono capace di mentire
Tu hai la magia
Scusa se ti rovino l’atmosfera”
   Tu sei sempre lì a ridere e a dirmi di ripigliarmi
C’è sempre brutto tempo qua dentro
I bei tempi sono finiti
Ma tu trovi comunque il modo di continuare a sorridere
È lo spettacolo più bello
Ma di’ un po’, qual è il tuo segreto?
È come se sapessi qualcosa che io non so
   Son rimasto lì seduto a perdere tempo
Ho il telefono scarico dalle 3:05
Gran classicone, no?, guardare cartoni animati in bianco e nero
Tu mi sopporti
Sinceramente, sto solo cercando di trovare il modo perfetto per scusarmi se ti rovino l’atmosfera
   Tu sei sempre lì a ridere e a dirmi di ripigliarmi
C’è sempre brutto tempo qua dentro
I bei tempi sono finiti
Ma tu trovi comunque il modo di continuare a sorridere
È lo spettacolo più bello
Ma di’ un po’, qual è il tuo segreto?
È come se sapessi qualcosa che io non so
   Direi che spero che tu sappia, spero che tu sappia che ci sto provando, provando a tenere assieme tutto quanto
In un mondo che ci vuole fare tutti a pezzi
Tu hai detto “Non ci provare neanche
Tu non mi mandi via nemmeno se ci provi
Io sono il posto più sicuro in cui potrai mai pensare di nasconderti
Perché sono dalla tua parte
E so che tu sei dalla mia, anche quando mi rovini l’atmosfera, anche quando mi rovini l’atmosfera”
   Tu sei sempre lì a ridere e a dirmi di ripigliarmi
Non fa poi così brutto tempo qua dentro
I bei tempi sono più vicini
Tu trovi comunque il modo di farmi sorridere
Sei proprio di grande ispirazione
Ma di’ un po’, qual è il tuo segreto?
È come se sapessi qualcosa che io non so
       12. All Time Low – The Other Side, traduzione
L’altro lato
   Novembre
Nessuna traccia del tuo profumo
Nessuna prova che ci sei
Mi ricordo le mie dita fra i tuoi capelli
Il calore sprigionato dal tuo sguardo
   Sono in cucina, me la spasso a una festa
In fondo al canyon
Ballo con chiunque
In quel momento entri tu mano nella mano con un tipo nuovo
Questa cosa mi uccide
   Ma ci salutiamo quando arrivi e anche quando te ne vai
E io giuro che intanto sono morto mille volte
Beh, come si sta ad aver raggiunto l’altro capo della fase in cui ti lasci il passato alle spalle e volti pagina?
Non so perché ci sto mettendo così tanto io
Eh, magari tu puoi dirmi come si sta all’altro capo
   Un’estate crudele
Quella primavera è passata troppo in fretta, prima di quel disastro di giugno
Risucchiato in pieno
Pensavo che sarebbe cambiata la marea
Ma ormai sei un’estranea
   Sono in cucina, me la spasso a una festa
In fondo al canyon
Ballo con chiunque
In quel momento entri tu mano nella mano con un tipo nuovo
Questa cosa mi uccide
   Ma ci salutiamo quando arrivi e anche quando te ne vai
E io giuro che intanto sono morto mille volte
Beh, come si sta ad aver raggiunto l’altro capo della fase in cui ti lasci il passato alle spalle e volti pagina?
Non so perché ci sto mettendo così tanto io
Eh, magari tu puoi dirmi come si sta all’altro capo
   Ci salutiamo quando arrivi e anche quando te ne vai
E io giuro che intanto sono morto mille volte
Beh, come si sta ad aver raggiunto l’altro capo della fase in cui ti lasci il passato alle spalle e volti pagina?
Non so perché ci sto mettendo così tanto io
Eh, magari tu puoi dirmi come si sta all’altro capo
       13. All Time Low – Lost Along the Way, traduzione
Perso lungo la strada
   Possiamo ricominciare da capo questo disco?
Possiamo usare dei colori diversi?
Possiamo rivangare il giardino e cominciare da capo?
Voglio strappare tutte le pagine di questo libro che ho da secoli
Perché le parole che sto leggendo non hanno alcun senso
   Solitario e confinato
Ho perso la strada e ho perso la testa
Le pareti mi si stringono addosso
Nuoto in mezzo alla pioggia solare
Lavato via il sale e la vergogna
Mi metto in contatto, ma tu riesci a trovarmi adesso?
   Ci vediamo dove si scontrano le stelle
La Via Lattea è nostra stanotte
Hai una forza di gravità troppo forte per me
Ho fatto tutta questa strada per trovarti qui
Ho illuminato l’atmosfera
E indietro non si torna, ma va bene così
Mi sono perso lungo la strada
   Adesso il tempo trascorre più piano
Il morale diventa più basso
L’afflusso di sangue è musica per le mie vene
Giro nelle tenebre
Il lato oscuro del mio cuore che batte pianissimo è l’unico modo per ricominciare
   Sono solitario e confinato
Ho perso la strada e ho perso la testa
Le pareti mi si stringono addosso
Nuoto in mezzo alla pioggia solare
Sciolgo il sale e la vergogna
Mi metto in contatto, ma tu riesci a trovarmi adesso?
   Ci vediamo dove si scontrano le stelle
La Via Lattea è nostra stanotte
Hai una forza di gravità troppo forte per me
Ho fatto tutta questa strada per trovarti qui
Ho illuminato l’atmosfera
E indietro non si torna, ma va bene così
Mi sono perso lungo la strada
   Non c’è modo di tornare dove sei tu
Non vedo altro oltre a questa stella morente
Sei circondata da nuvole stellari ora
E io mi sento davvero perso senza di te
Cado giù dal precipizio
Orizzonte degli eventi, eclissi totale
Sei circondata da nuvole stellari ora
E io mi sento davvero perso senza di te
Mi sento davvero perso senza di te
   Ci vediamo dove si scontrano le stelle
La Via Lattea è nostra stanotte
Hai una forza di gravità troppo forte per me
E ho fatto tutta questa strada per trovarti qui
Ho illuminato l’atmosfera
E indietro non si torna, ma va bene così
Mi sono perso lungo la strada
Mi sono perso lungo la strada
E ho fatto tutta questa strada per trovarti qui
Ho illuminato l’atmosfera
So che indietro non posso tornare, ma va bene così
Mi sono perso lungo la strada
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mentefinanziaria · 2 months ago
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Il mistero di Kathleen Marlboro: madre amorevole o assassina? | document...
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wolfman75 · 7 months ago
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questo articolo avrete il dubbio, come me, su cosa effettivamente arrivi sulle nostre tavole. Non sono certamente un fobico, ma qualche volta mi è capitato di pensare a quale carne effettivamente ci venda il macellaio all’angolo, se ci dia maiale o carne di cane, o ancora peggio, carne umana. Ormai non dovremmo stupirci di nulla: proprio recentemente sui giornali è apparsa la notizia di carne infettata dal virus HIV; prima di questo si è parlato di carne di ratto servita in alcuni ristoranti cinesi; ancora prima di carne di serpente al posto di quella di coniglio …
Ricordate quella volta in cui la carne aveva un sapore strano? Siete davvero sicuri di non aver mangiato carne di qualche animale insolito spacciata per vitello o maiale? E non vi è mai passato per la testa che almeno una volta nella vita potreste aver comprato un panino con all’interno carne umana? Questo articolo vi dimostrerà che può succedere!
Comincio con le stesse parole del killer, Joe Metheny, intervistato in prigione poco tempo dopo la sentenza.
«Ti dirò di me, di quello che sono adesso, cioè da quando sono bloccato in prigione. Ho 48 anni, peso circa 205 kg, ma questo non è solo grasso. Sono qui in questa cella da quasi otto anni, ma quando qualcuno è condannato a diverse pene di vita senza possibilità di liberazione anticipata il tempo non è più importante.
Merito di essere qui perché mi ha processato gente giusta che ha fatto giustizia. Ha! Ha! Sono stato condannato solo per due omicidi e un rapimento; lei però mi è sfuggita …
Per il primo omicidio sono stato condannato a vita senza la possibilità di richiedere un rilascio anticipato; per il secondo mi hanno dato la pena di morte e per tre anni ho atteso nel braccio della morte in Maryland. Alla fine hanno cambiato la mia condanna e mi hanno dato un’altra condanna a vita senza alcuna liberazione.
Ho ucciso sette persone, tre uomini e quattro donne. Due uomini li ho fatti a pezzi con la mia ascia sotto un ponte nel sud di Baltimora; sotto lo stesso ponte ho ucciso altre due donne e un uomo che stava pescando: lui era nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La polizia ha controllato quel posto circa tre anni dopo, quindi non hanno trovato nulla per condannarmi per quegli omicidi.
La mia frenesia assassina era motivata da un desiderio di vendetta, ma il gusto del sangue mi ha anche dato la meravigliosa sensazione di potere ogni volta che privavo qualcuno della sua vita.
Tutto è iniziato nel luglio 1994. Al tempo lavoravo come camionista. Una notte sono tornato a casa e quando ho aperto la porta e acceso la luce ho notato che non c’era più niente: la mia donna ha preso tutto, incluso mio figlio, e mi ha lasciato.
Avrei anche accettato la sua fuga, ma lei mi ha preso il mio figlio di 6 anni. L’avrei pagata per scomparire dalla mia vita: tutto quello che doveva fare era portare mio figlio a mia madre e poi tutto sarebbe andato bene.
Sei mesi più tardi ho saputo che viveva in un’altra parte della città con qualche idiota che la stava imbottendo di droghe. Sono stati beccati per il possesso e l’uso di quelle schifezze e mio figlio è stato portato via perché lo trascuravano e lo hanno picchiato. Così ho raccolto tutto il mio odio per i due che hanno fatto male a mio figlio e sono andato a cercarli. Ho saputo da qualcuno che erano sotto quel ponte e stavano dormendo con i senzatetto che erano lì.
Non erano lì, ma ho trovato due nani che avevano visto insieme a loro. Li ho fatti a pezzi e credo che nemmeno se ne siano accorti.
Quella stessa sera ho attirato sotto il ponte la prima cagna. Ho cercato di farmi dire dove fosse mia moglie, ma lei ha detto che non sapeva niente, quindi l’ho picchiata, l’ho violentata e l’ho uccisa. Ho gettato il suo corpo nei cespugli e sono andato a cercare un’altra cagna. Ho fatto la stessa cosa di quella precedente, ma quando l’ho gettata in mezzo ai cespugli ho notato un nero che mi stava guardando. Così ho preso un tubo metallico che era nella spazzatura e gli ho spaccato il cranio. Alla fine ho gettato tutti nel fiume …
Era una notte davvero difficile per me: cinque omicidi in circa sette ore. Due settimane e mezza dopo sono stato arrestato e accusato di aver ucciso i due nani con l’ascia. Ho trascorso quasi 18 mesi di carcere a Baltimora, in attesa del processo. Il processo è durato una settimana ed è stato chiuso per mancanza di prove.
Ho attirato ancora due puttane nel mio rimorchio, ma nemmeno loro sapevano dirmi nulla di mia moglie. Le ho uccise e ho fatto a pezzi i loro corpi; ho tagliato la carne e l’ho messa nei contenitori e poi nel congelatore.
Nei fine settimana aprivo un piccolo bar su ruote e vendevo sandwich di maiale e carne di manzo: mi dicevano tutti che erano buonissimi anche se non sapevano che in mezzo a quei panini c’erano i pezzi di quelle puttane. La carne umana ha un sapore simile alla carne di maiale e se mescolate questi due tipi di carne nessuno sente la differenza.
Tutto è andato bene finché non ho finito la carne speciale. Così ho invitato un’altra puttana sul mio rimorchio. Ho cominciato a strapparle i vestiti e lei iniziò ad urlare, ma oltre a me non c’era nessuno che la sentisse. E io me la ridevo.
Mi sono voltato per un secondo e quello è stato il mio errore, perché quella troia è riuscita ad uscire dalla porta prima che potessi agguantarla. Quella cagna si arrampicò sui pallet del giardino come una scimmia e saltò oltre il recinto, dove un ragazzo si fermò e la portò alla stazione di servizio, dove hanno chiamato la polizia. Sapevo che i poliziotti erano in zona, ma me la presi con calma: ho preso i suoi vestiti, ho preso le chiavi e sono uscito. Non ho fatto in tempo a tornare a casa che è arrivata un’auto e uno sbirro ha tirato fuori una pistola dicendomi di sdraiarmi per terra. È così che finisce la storia.
Mi hanno arrestato. L’unica cosa che mi rammarica è che non ho ucciso i due figli di puttana che volevo uccidere. Questa è la mia storia, terribile ma vera. Quindi, la prossima volta che scendete in strada e notate un barbecue su ruote che non avete mai visto prima, ricordate questa storia prima di mangiare il vostro panino. Non potete sapere cosa state mangiando davvero. Ha! Ha!»
Questo lungo monologo riassume effettivamente i crimini di Joseph Roy Metheny. Durante l’ultimo processo, quello per l’assassinio di Cathy Ann Magaziner, Metheny confessò di averla uccisa nel 1994 e fornì tutti i dettagli per ritrovare ciò che restava del suo corpo, ovvero le parti non utilizzate per i suoi “speciali” sandwich di carne e seppelliti in un bosco poco distante dal suo luogo di lavoro. Metheny stesso supplicò il giudice di dargli la pena di morte, ma i suoi avvocati riuscirono a convincere in appello la giuria che il suo era stato un omicidio senza scopo di furto (un’aggravante che consente di deliberare la pena di morte) e la sua pena si tradusse in una seconda condanna all’ergastolo.
Metheny stava già scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio di Kimberly Spicer nel 1996 e 50 anni di carcere per tentato stupro e sequestro di Rita Kemper, la ragazza che scappò dal suo rimorchio e riuscì ad andare alla polizia.
Vi risparmio in questo caso tutta l’infanzia di Joe Metheny, anche perché, stando alle dichiarazioni della madre Jean, non ha mai avuto traumi tali da sviluppare il mostro che è diventato da adulto. Veniva descritto come intelligente e non si tirava indietro dai lavori pensanti. La morte del padre quando era piccolo non lo segnò particolarmente e una volta terminato il servizio militare si diede subito da fare per guadagnarsi da vivere.
I colleghi di Metheny lo descrissero come una persona comune, ovviamente molto più imponente degli altri, ma anche in caso di litigi nessuno avrebbe mai pensato che avesse potuto uccidere qualcuno.
Il caso di Metheny ha però un punto oscuro: la moglie non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito e oggi non si sa dove viva. Nelle dichiarazioni dell’assassino è evidente che anche dopo anni di prigione mostrava un risentimento verso la sua compagna colpevole di essere scappata di casa, ma ci sarebbe da capire se gli omicidi, il cannibalismo e la vendita di carne umana siano scaturiti dalla rabbia o da una perversione di Metheny al di là della ragione.
Termino l’articolo facendo un po’ di ordine sugli eventi, perché del monologo di Metheny si capisce poco il lasso temporale.
Metheny ha dichiarato di aver iniziato ad uccidere nel 1994, dopo la fuga della moglie. Gli omicidi di quella notte non sono mai stati provati perché si indagò quasi quattro anni dopo su di loro, ma in quell’anno fu trovato il corpo mutilato della 28enne Toni Lynn Ingrassia lungo la Interstate 95, a breve distanza dalla società di trasporti per cui lavorava Metheny. L’uomo fu sospettato anche di quell’omicidio, ma non trovarono prove sufficienti ad accusarlo (sebbene in carcere rivendicò anche quell’omicidio).
Nel 1995, Metheny attirò le prostitute Cathy Ann Magaziner, 45 anni e Kimberly Spicer, 26 anni nel suo rimorchio dove le violentò, le strangolò e le fece a pezzi per mangiarne alcune parti e rivenderne altre sotto forma di panini di carne.
Il 19 dicembre 1996 Joe Metheny, ormai 41enne, fu arrestato per il sequestro, il tentativo di stupro e il tentato omicidio della 37enne Rita Kemper. Le indagini sul luogo dei fatti portarono al ritrovamento dei resti del corpo decomposto di Kimberly Spicer, che furono trovati sotto un rimorchio nei pressi dell’azienda.
Fu condannato a morte il 13 novembre 1998, ma la sua pena fu commutata in appello al carcere a vita il 24 luglio 2000.
Joe Roy Metheny nella sua prigionia ha confessato di aver ucciso 10 persone nella zona di Baltimora e di averlo fatto anche per mangiare carne umana e servirla nel suo barbecue su ruote ai suoi clienti del weekend.
Metheny è morto proprio di recente , il 5 agosto 2015 all’età di 62 anni: è stato trovato accasciato a terra da una guardia carceraria nel Maryland, dove stava servendo due condanne a vita. La morte sarebbe avvenuta per infarto.
Fonte: https://www.ilparanormale.com/serial-killer-e-delitti/joe-metheny/
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katnisshawkeye · 9 months ago
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Il Veliero del Labirinto
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Scheda informativa
Titolo completo: Maze Runner: Maze Cutter – Il Veliero del Labirinto Titolo originale: Maze Cutter Autore: James Dashner Editore: Fanucci Prima edizione: 2021 Pagine: 249 Prezzo: € 14,90
Trama
Settantatré anni dopo gli eventi di La Rivelazione, quando Thomas e altri Immuni furono mandati su un'isola per sopravvivere all'apocalisse innescata dall'Eruzione, i loro discendenti hanno trovato un equilibrio per andare avanti.
Ma nel momento in cui, in un giorno qualunque, appare una donna su una vecchia nave arrugginita portando notizie nefaste dalla terraferma, si sentono di nuovo smarriti. C'è bisogno di loro, o almeno di alcuni, perché sono gli unici a poter salvare quello che di poco è rimasto. O almeno, questo è quello che dice la nuova arrivata, l'unica ad avercela fatta. Intorno a lei infatti ci sono solo cadaveri e un inquietante dubbio viene a galla: è una spietata assassina o quello che dice è così vitale da giustificare un tale scempio e non poter essere ignorato?
Gli isolani devono decidersi. Ma cosa li aspetta oltre quel piccolo lembo di terra che oggi chiamano casa? Sono veramente l'unica salvezza possibile per il vecchio mondo?
Al tempo stesso un potere più grande, simile solo a quello degli Dèi, sta tramando affinché diventi totale. Quale piano nasconde?
Tutto ciò mentre un Orfano, addestrato per uccidere, comincia a chiedersi se è quella la vita che gli appartiene...
Recensione
James Dashner torna a scrivere del mondo di Maze Runner ispirato dalla pandemia globale che, nel mondo reale, ha avvicinato tutti quanti tra il 2019 e il 2020. Si è posto delle domande riguardo a quello che stava succedendo, è gli è venuto spontaneo pensare a ciò che aveva scritto riguardo l'Eruzione. Volendo capirne di più, ha passato il suo lockdown ad approfondire, uscendo nel novembre 2021 con una nuova storia per Maze Runner. Devo dire che, chiunque abbia letto o visto Maze Runner, ha immediatamente fatto il collegamento: un virus si diffonde per la Terra, c'è chi ne soffre fin da subito e chi ne muore, chi sembra invece esserne immune, un vaccino è la soluzione per non rimanere contagiati.
Maze Cutter è la nuova trilogia di James Dashner che narra delle discendenze di Thomas, Newt, Minho, Frypan, Sonya, e di tutti gli altri ragazzi e ragazze che abbiamo imparato a conoscere nella trilogia di Maze Runner. Veniamo a sapere che i discendenti dei Radurai si sono sistemati nell'isola su cui Thomas, Minho e Frypan sono stati mandati per ricominciare le loro vite, tra i ricordi che tornavano e la voglia di crearsene di nuovi. Conosciamo la nuova generazione, ragazzi e ragazze si identificano come Isolani orientali e occidentali, a seconda della parte dell'isola in cui sono nati e cresciuti.
Ma il vecchio mondo ci piomba nuovamente addosso quando il Veliero del Labirinto arriva con a bordo una sola donna sopravvissuta, seppur sciupata. La parte restante della flotta è tutta morta, li ha uccisi la stessa donna che si presenta come Kettler. Gli Isolani non sanno se crederle o meno, ma Kettler sembra convincente: una parte di loro, comprese la nipote di Sonya, Sadina, e sua madre partono per un viaggio che dovrebbe essere breve e non solo di sola andata.
Ed è quando mettono piede nel vecchio mondo che i dubbi avuti in partenza ritornano. Devono raggiungere la Villa, un posto nel quale possono avere luogo gli esperimenti per la Cura, per le oramai numerose Varianti dell'Eruzione, o così dice loro Kettler. Ma alla Villa non ci arrivano mai: Kettler viene uccisa dagli stessi sconosciuti che convincono Sadina e il suo amico Isaac a seguirli per il bene degli altri loro amici.
Nel frattempo, l'Orfano Minho, che si è dato tale nome ispirato dal famoso Raduraio perché gli Orfani non hanno nome, scappa da quella che viene identificata come Nazione Superstite. Minho è addestrato a uccidere sconosciuti a vista, ma non lo vuole fare, specie da quando salva il bambino Kit. Nella sua fuga, incontra Roxy, la persona che più riesce a pensare come una mamma.
Minho e Roxy, Isaac, Sadina e gli altri Isolani partiti per il vecchio mondo si ritrovano alleati senza, in alcuni casi, conoscersi bene. Hanno però due nemici comuni sopra di loro: il primo, è la Trinità, il gruppo ristretto che farebbe di tutto per il bene comune, per evolvere l'Eruzione e le sue Varianti fino a trovare la Cura; il secondo, sono gli Spaccati, frutto delle molteplici Variazioni dell'Eruzione.
Il Veliero del Labirinto è un volume introduttivo, che mette al corrente di quello che è successo, in modo scorrevole e senza mai annoiare, tramite gli occhi della nuova generazione, rendendoti parte di questo nuovo gruppo di amici che conoscono la loro storia anche grazie ai racconti del vecchio Frypan.
Valutazione
★★★★★ 5/5
La serie Maze Runner
La Mutazione - il prequel #1 Il Codice - il prequel #2
Il Labirinto La Fuga La Rivelazione
Il Palazzo degli Spaccati
Maze Cutter - Il Veliero del Labirinto Maze Cutter - Il Labirinto della Trinità
Dello stesso autore
La serie The Mortality Doctrine
VirtNet Runner - Il Giocatore VirtNet Runner - Il Programma VirtNet Runner - Il Gioco della Vita
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Weekend a teatro tra Ragonese, Paolini e Dini
Dalla Clitennestra madre assassina con il volto di Isabella Ragonese, nello spettacolo che Roberto Andò ha tratto da a La casa dei nomi di Colm Tóibín (ed.     Einaudi), a Napoli; ad Agosto a Osage Country, la commedia di Tracy Letts premiata nel 2008 con il Pulitzer, ora diretta e interpretata, a Roma, da Filippo Dini con Anna Bonaiuto e Manuela Mandracchia. Fino ai Boomers di Marco Paolini e…
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reginadeinisseni · 1 year ago
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La Bambola Assassina (film 1988) TRAILER ITALIANO
La bambola assassina 1988
La bambola assassina Chucky (Brad Dourif) tentando di possedere l'anima di Andy Barclay (Alex Vincent) in una scena del film Titolo originale Child's Play Lingua originale inglese Paese di produzione Stati Uniti d'America Anno 1988 Durata 87 min Rapporto 1,85:1 Genere orrore, thriller Regia Tom Holland Soggetto Don Mancini Sceneggiatura Don Mancini, Tom Holland, John Lafia Produttore David Kirschner Produttore esecutivo Barrie M. Osbourne Casa di produzione United Artists Fotografia Bill Butler Montaggio Roy E. Peterson, Edward A. Warschilka Effetti speciali Kevin Yagher Musiche Joe Renzetti Scenografia Daniel A. Lomino Costumi April Ferry Toth Interpreti e personaggi Alex Vincent: Andy Barclay Catherine Hicks: Karen Barclay Chris Sarandon: detective Mike Norris Brad Dourif: Charles Lee Ray / Chucky Dinah Manoff: Maggie Peterson Neil Giuntoli: Eddie Caputo Tommy Swerdlow: Jack Santos Raymond Oliver: John "Dottor Death" Bishop Jack Colvin: dottor Ardmore Alan Wilder: Walter Criswell Doppiatori originali Brad Dourif: Chucky Doppiatori italiani Alessandro Tiberi: Andy Barclay Silvia Pepitoni: Karen Barclay Saverio Moriones: detective Mike Norris Renato Cortesi: Chucky Monica Ward: Tipo Bello Liliana Sorrentino: Maggie Peterson Carlo Valli: Jack Santos Massimo Foschi: John "Dottor Death" Bishop Franco Zucca: dottor Ardmore Logo ufficiale del film La bambola assassina (Child's Play) è un film horror statunitense del 1988 diretto da Tom Holland. Uscito nelle sale il 9 novembre 1988, ha come personaggio principale una bambola di nome Chucky, all'interno della quale un serial-killer ha riversato la propria anima in punto di morte; il suo scopo è quello di rientrare in un corpo umano, precisamente il corpo della prima persona alla quale ha rivelato la sua vera identità, ed in breve tempo, altrimenti rimarrà intrappolato per sempre nel pupazzo. Per tale obiettivo dovrà scegliere Andy, un bambino che riceve la bambola come regalo di compleanno. Sadico, crudele, astuto e determinato, Chucky riuscirà quasi nel suo intento, mietendo numerose vittime sul suo cammino.
Il film venne distribuito negli Stati Uniti il 9 novembre 1988 dalla MGM/UA Communications Co. ed incassò più di 44 milioni di dollari a fronte di un budget di produzione di 9 milioni di dollari.[1][2][3]
Il fatto che sia divenuto un cult,[4] e il successo ottenuto al botteghino, hanno generato un media franchise che include una serie di sei sequel, merchandising, fumetti, un film reboot uscito nel giugno 2019 e una serie televisiva che è iniziata nell'ottobre 2021.
Nella notte del 9 Novembre 1988, il famigerato strangolatore e serial killer di Chicago Charles Lee Ray, stanato dalla polizia, è inseguito fra le strade della città dal detective Mike Norris. Dopo essere stato ferito alla gamba, Charles tenta di raggiungere il furgone sul quale lo attende il complice Eddie Caputo ma questi, vedendo il trambusto e una macchina della polizia in avvicinamento, fugge abbandonando l'amico. Ormai privo di speranze, Charles si rifugia in un negozio di giocattoli dove Norris gli spara, giurando vendetta contro il detective e il compagno che lo ha tradito, mette in pratica un rito voodoo su un bambolotto "Tipo Bello" per trasferire la sua anima al suo interno, il rito causa una tempesta di fulmini sul negozio, che ne provoca l'esplosione, Norris sopravvive e ritrova il cadavere dello strangolatore con il bambolotto accanto.
Il mattino seguente, Andy Barclay chiede alla madre Karen un bambolotto "Tipo Bello" come regalo per il suo sesto compleanno. Essendo in ristrettezze economiche, Karen acquista un "Tipo Bello" da un vagabondo, all'insaputa di tutti, il bambolotto acquistato si rivela essere proprio quello posseduto dall'anima del serial killer il quale, dopo essersi presentato ad Andy come Chucky, miete la sua prima vittima, Maggie Peterson un'amica di Karen che stava facendo da babysitter ad Andy, facendola precipitare dalla finestra del condominio dopo averla colpita in faccia con un martello giocattolo. Sulla scena del crimine, Andy cerca di convincere il detective Norris che l'assassino è il suo bambolotto Chucky ma non viene creduto; anzi, il detective sospetta che sia stato lo stesso Andy ad aver ucciso Maggie, il che fa arrabbiare Karen, la quale lo caccia via.
Il giorno dopo, Andy marina la scuola portando Chucky con sé. Arrivato all'abitazione di Eddie Caputo, il complice che lo aveva abbandonato, Chucky lo uccide accendendo il forno, che Eddie gli spara contro facendo saltare in aria l'abitazione, perché sentiva la presenza di un intruso. La polizia decide di portare Andy all'ospedale psichiatrico infantile, dopo averlo ritrovato presso la scena del crimine; quando il bambino ripete che è stato Chucky a provocare l'esplosione, e la madre lo separa dal bambolotto. Una volta a casa, però, Karen scopre con orrore che Andy stava dicendo la verità perché si rende conto che il bambolotto funzionava senza le batterie che erano incluse da inserire, Chucky la assale e fugge dall'appartamento. Karen corre da Norris e terrorizzata gli racconta l'accaduto, ma il detective la crede pazza, anche lui però si ricrede quando il vagabondo che aveva venduto il bambolotto a Karen racconta di averlo raccolto nella stessa notte dalle macerie del negozio di giocattoli nel quale Norris aveva ucciso Charles Lee Ray. Chucky tenta di vendicarsi di Norris assalendolo in macchina provocando un incidente stradale, ma lui riesce a salvarsi e spara a Chucky, che fugge via.
Chucky fa visita a John Bishop, detto "Dottor Death", l'uomo che gli ha insegnato il voodoo e dopo averlo sottomesso usando contro di lui una bambolina voodoo con il suo stesso aspetto, gli chiede perché prova dolore fisico e sanguina per il colpo di pistola di Norris nonostante egli sia un bambolotto, John gli spiega che il suo corpo di plastica si sta vitalizzando, quindi Chucky si sta tramutando in una bambolotto umano e mortale, John rivela a Chucky che l'unico modo per sfuggire a questo destino è quello di trasferire la propria anima nel corpo della prima persona alla quale ha rivelato la sua identità, ovvero Andy; Chucky poi accoltella al cuore alla bambolina connessa fisicamente a John, e si reca all'ospedale psichiatrico. Norris e Karen arrivano all'abitazione di John il quale prima di morire, rivela ai due che per uccidere Chucky devono colpirlo al cuore.
Chucky arriva all'ospedale psichiatrico, e ucciso il dottor Ardmore con un apparecchio dell'elettroshock, e insegue Andy che si è già recato a casa sua, Karen e Norris arrivano all'appartamento per salvare Andy, che sta per essere posseduto da Chucky, Karen e Andy riescono a bruciare vivo Chucky nel camino e dopo essere stati ri-attaccati da un redivivo Chucky, Norris spara al cuore del bambolotto uccidendolo definitivamente e mettendo così fine alla minaccia, mentre l'ambulanza e la polizia arrivano in loro soccorso.
Produzione
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ilquadernodelgiallo · 1 year ago
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Aprile - Giugno 2023
Film: Il ritorno di Casanova (Gabriele Salvatores) Beau ha paura (Ari Aster) Grazie ragazzi (Riccardo Milani) I Guardiani della galassia 3 (James Gunn) Mixed by Erry (Sydney Sibilia) Spiderman - Un nuovo universo (Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman)
Serie: Extraordinary Questo mondo non mi renderà cattivo
Libri: L’Agnese va a morire (Renata Viganò) La madre assassina (Ernanno Cavazzoni) Breve storia del verbo essere (Andrea Moro) La ricreazione è finita (Dario Ferrari)
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monicadeola · 2 years ago
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Invece di imparare dalla drammatica vicenda di Andrea Papi ucciso dall’orsa Jj4, si sta scatenando una lotta tra fazioni opposte, come in una campagna elettorale pro o contro gli orsi e, più in generale, gli animali selvatici, che ci piacciono in ragione inversamente proporzionale alla loro vicinanza a casa nostra. Una lotta che sarebbe davvero molto triste si concludesse con l’uccisione di Jj4 e magari di altri due individui tenuti in custodia nel centro di Casteller, che certamente non si è fatto notare per sicurezza e condizioni ai tempi della seconda fuga di M49 (nel luglio 2019, l’orso è scappato attraverso un recinto alto più di quattro metri e per di più elettrificato, come se avesse volato). Nonostante le prescrizioni ISPRA e le inclinazioni bellicose del presidente della Regione, infatti, non si riesce a trovare una motivazione valida dal punto di vista ecologico e naturalistico per quella che sta acquisendo i caratteri di un’esecuzione in piena regola, una specie di rappresaglia o vendetta contro un animale che ha fatto semplicemente l’animale. La presenza dei cuccioli vicini alla madre durante le fasi della sua cattura, fa presumere che Andrea si possa essere sfortunatamente trovato in una situazione analoga, scagionando ulteriormente, se ce ne fosse ancora bisogno, Jj4 che, nel caso, si è comportata come qualsiasi essere vivente si sarebbe comportato. 
Molto si è detto sulla presunta aggressività particolare di questa orsa, ma già il solo fatto di avere i cuccioli con sé dimostra che non si sono misurate le parole. Aver distrutto le fototrappole e altri segnali estranei al bosco non fa che confermare il suo status di madre che difende il territorio dei cuccioli. Difficile poi comprendere se questi ultimi siano stati completamente svezzati, ma lasciarli andare liberi senza la madre potrebbe non essere stata un’ottima idea. Al di là di questo, sembra comunque del tutto improprio utilizzare le nostre categorie morali nel giudicare gli altri viventi, eppure abbiamo letto di «orsa assassina» e sentiremo ancora di «lupi cattivi» e magari «sciacalli infingardi»: sarebbe curioso sapere allora come ci classificano gli animali, viste le stragi che abbiamo perpetrato ai loro danni. Nel corso del tempo l’uomo si è mostrato il più micidiale cacciatore in natura, tramutandosi, da preda che era, in un predatore che può arrivare al 100 per cento di successi, quando nel mondo naturale il 30 per cento è il massimo risultato ottenibile. È facile constatare che nessun ecosistema può reggere integro a un attacco così potente, supportato da un’apparecchiatura tecnologica extracorporea senza precedenti. 
C’è però un minimo comune denominatore alla volontà di vendetta, alla limitazione territoriale, all’imporre regole umane a chi umano non è, al fastidio verso il mondo naturale visto come un impedimento alle nostre attività: e risiede nell’idea, che traspare continuamente anche nei commenti a questa vicenda, che i sapiens siano gli animali migliori, in qualche modo superiori a tutti gli altri. Traendone la convinzione che i nostri atteggiamenti siano comunque giustificati, in una specie di destino ineluttabile che ci assegna il potere di dominio e di decisione su chi debba essere allevato, chi addomesticato e chi, invece, si debba estinguere perché d’intralcio. Non sembra si capisca una elementare verità che è ben nota, invece, in tutto il mondo animale, cioè che nessuno si salva da solo e che noi abbiamo bisogno di tutte le altre specie di viventi, di quella ricchezza della vita che va dalle zanzare all’orso. E che l’estinzione di una specie provoca, a cascata, quella delle altre. Non per questo non dobbiamo difenderci, ma intervenire oltre misura provoca nuovi scompensi che si vanno a sommare ai vecchi, costringendoci a imporne ancora dei nuovi in un circolo vizioso senza scampo. Secoli di cacce indiscriminate avevano quasi estinto l’orso nelle Alpi e il lupo in Appennino, avendo capito che non erano buone notizie abbiamo cercato di rimediare. Ora andiamo fino in fondo, facendo un definitivo passo indietro e lasciando «cuori selvaggi» intatti all’interno del nostro territorio per poterne tutti trarne giovamento. Fatto questo, andando in giro, segnaliamo la nostra presenza per tempo, dotiamoci di armi di dissuasione e studiamo le abitudini di questi nuovi, ma vecchi compagni di strada: la convivenza è un vantaggio per tutti. Ma, al di là delle fazioni, «giustiziare» Jj4 manderebbe un messaggio completamente sbagliato e diseducativo: sarebbe come dimostrare, ancora una volta, che i sapiens si sentono padroni del mondo, certificando, in base ai comportamenti non uniformi ai propri, chi ha diritto di vivere e chi no. Ci fa piacere che gli orsi ritornino in quelle montagne che erano le loro da molto prima della nostra presenza, però poi dovrebbero improvvisamente trasformare la loro natura nomade e fermarsi ogni volta che superano un limite amministrativo. E decidiamo che il numero perfetto da quelle parti sia cinquanta, dimenticando che tutte le specie dei viventi equilibrano la loro pressione demografica in rapporto alle risorse del territorio, non in rapporto ai progetti dei sapiens: basterebbe, per cominciare, non immettere risorse aggiuntive, ma non si può certo sancire un’ecatombe solo perché noi non molliamo un centimetro quadrato di territorio. Vale la pena di sottolineare che nessun animale prolifera al di là dei limiti ambientali. Tranne uno, e non è l’orso.
– Mario Tozzi
19 Aprile 2023 
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ladydark75 · 2 years ago
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Pensavi davvero di farla franca… in un mondo che non
ti somiglia, stretto, rumoroso, costruito sulla cenere
degli alberi, davvero lo credevi?
Non lo hai sentito arrivare…
Fá sempre paura colui che non senti arrivare,
soprattutto se hai dei figli da proteggere.
E così ti sei difesa… E così li hai difesi.
Stupida! Ingenua!
Come ti sei permessa di difendere la tua Famiglia?
Non lo sapevi che devi stare quieta e in silenzio?
Ora non sei più un pupazzo da fotografare,un qualcosa
da cui ricavare soldi,un qualcosa per cui vantarsi...
Ora sei solo una sporca assassina.
Quando li sentirai arrivare,non ho consigli da darti,non
sarò con te, anche se lo vorrei tanto…
per proteggere te e i tuoi cuccioli che resteranno orfani.
Ma di questo all'uomo che cosa interessa?
Ormai i finanziamenti sú di te, sú di voi,se li sono messi
in tasca.
Spero solo che ti difenderai o che, piuttosto che
dargliela vinta, ti lancerai nel vuoto di un crepaccio.
E il tuo urlo che si possa sentire a decine di
chilometri, da monito ai tuoi fratelli e sorelle.
Anche loro braccati…
Avete osato alzare il muso,ma questo non è un mondo
fatto per i liberi, è un mondo costruito per gli schiavi.
Tienti stretto il profumo del bosco sorella mia, almeno
quello non potranno rubartelo mai !
E che la nostra madre terra faccia giustizia per questo
ennesimo abominio.
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frabooks · 2 years ago
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Capitolo 23 e 24 - Frida, la liberazione del Maestro e i manoscritti
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Un altro pezzo di poesia tratto da Il Maestro e Margherita.
Capitolo 23 - l’incontro con Frida
È da qualche capitolo che è il momento del gran ballo di Satana. Azazello ha chiesto a Margherita se avesse voluto essere la Regina del gran ballo che Satana tiene una volta all’anno. Sarà ricompensata con l'esaurimento di un desiderio.
Azazello le dà una crema da spalmarsi a mezzanotte, Margherita diventa una strega (momenti di assurdo eccelsi). Vola fino alla casa del critico Latunskij e la distrugge. Poi va all’appartamento di Woland, che è diventata una sala da ballo enorme. Inizia il ballo e migliaia di peccatori la salutano e le porgono i loro omaggi.
Tra tutti questi assassini, fedifraghi, truffatori, c’è Frida.
[...]
“Ecco, questa sì è una donna noiosa,” diceva Korov’ev, senza più sussurrare, ma a voce alta, poiché sapeva che nel brusio delle voci la sua non sarebbe stata udita, “adora i balli, sogna di potersi lamentare del suo fazzoletto.”
Margherita individuò tra coloro che salivano colei alla quale alludeva Korov’ev. Era una donna giovane, sui vent’anni, di una complessione straordinariamente bella, ma con occhi inquieti e insistenti.
“Quale fazzoletto?” domandò Margherita.
“Le è stata assegnata una cameriera,” spiegò Korov’ev, “e sono trent’anni che le mette un fazzoletto da naso sul tavolino vicino al letto. Quando si sveglia, il fazzoletto è già lì. Ha cercato di bruciarlo nella stufa e di buttarlo nel fiume, ma è stato tutto inutile.”
“Che fazzoletto è?” sussurrò Margherita alzando e abbassando la mano.
“Un fazzoletto con l’orlo azzurro. Un giorno, quando serviva in un caffè, il padrone l’ha attirata nella dispensa, e dopo nove mesi lei ha partorito un bambino, lo ha portato nel bosco e gli ha ficcato in bocca il fazzoletto,e poi ha seppellito il bambino nella terra. Al processo ha detto che non aveva di che sfamarlo.” 
“E dov’è il padrone di quel caffè?” domandò Margherita.
“Regina,” dal basso arrivò improvvisa la voce stridula di Behemot, “mi permetta una domanda: che cosa c’era il padrone del caffè? Non è stato lui a soffocare il lattante nel bosco!”
[...]
Gli occhi cupi e insistenti erano davanti a lei.
“Sono felice, regina-padrona, di essere stata invitata al gran ballo del plenilunio!”
“E io,” le risposte Margherita, ”sono lieta di vederla, molto lieta. Le piace lo champagne?”
“Che cosa intende fare, regina?!” con voce disperata ma senza ffarsi sentire, Korov’ev gridò in un orecchio di Margherita. "Si formerà un ingorgo.”
“Mi piace,” rispose in tono supplichevole la donna, e all’improvviso si mise a ripetere meccanicamente:” Frida, Frida, Frida! Mi chiamo Frida, oh, regina!”.
“Allora, bevi fino a ubriacarsi, questa sera, Frida, e non pensi a niente,” disse Margherita.
Alcune considerazioni, in preparazione all’evento della liberazione del Maestro, che avverrà il capitolo successivo.
Madre assassina. Il tema della madre assassina è abbastanza comune nei classici. Bulgakov ne da una sua versione, secondo me, più complessa. 
Questa madre ha ucciso il suo bambino perché non aveva di che mangiare, non è stata una scelta dettata dalla cattiveria o dalla pazzia. Poi, credo che il barista abbia un ruolo importante in questa storia. Se questo bambino, come credo, fosse il prodotto di uno stupro? Abbiamo quindi il potere che assoggetta una ragazza sola e senza difese, che si ritrova a compiere un incubo perché non ha alternative.
Compassione, misericordia. Questa storia sconvolge Margherita che, con stupore di Behemot e Korov’ev, in modo del tutto naturale, prova misericordia. Misericordia: “Nobile sentimento di compassione attiva verso l'infelicità altrui, di solito promosso da una virtuosa inclinazione alla pietà o al perdono”.
Faccio notare anche che Margherita non ha promesso nulla a Frida. Le ha detto di “non pensare a niente”. Il riferimento al fazzoletto è ovvio, ma ciò che le farà compiere la scelta che farà non è un obbligo vincolante, un accordo, ma il vincolo che sente dato dalla sua misericordia. È un suo personale vincolo morale.
Capitolo 24 - la promessa di Woland
Contesto. Il ballo è finito, Margherita è in una camera con Woland e la gang.
C’è un momento di svago e sollazzo, uno di quei momenti che Bulgakov sa scrivere molto bene perché gestisce benissimo il ritmo. Ha pianificato che avverranno grandi cose nella seconda parte del capitolo, quindi alleggerisce il tutto.
Tra un sollazzo e l’altro, Margherita non spera che Woland rispetti la parola presa.
“Le auguro ogni bene, messere,” disse a voce alta, e tra sé pensò: “Devo solo uscire di qui, e quando arrivo al fiume mi affogo”.
“Si sieda, invece,” le disse Woland, imperioso.
[...]
“Abbiamo voluto metterla alla prova,” disse Woland, “non chieda mai niente a nessuno! Mai niente a nessuno, e in particolare a coloro che sono più forti di lei. Saranno loro a offrire e a dare tutto. Si sieda, fierissima donna.” Woland strappò la pesante vestaglia dalle spalle di Margherita, e Margherita si ritrovò nuovamente seduta accanto a lui sul letto. “Dunque, Margot,” continuò Woland, addolcendo la voce, “che cosa vuole per essere stata oggi la mia padrona di casa? Che cosa desidera per essere stata nuda durante questo ballo? Che prezzo dà al suo ginocchio? Che danni le hanno arrecato i miei ospiti, che lei ha appena chiamato pendagli da forca? Parli! Può farlo senza timidezza, adesso, poiché sono io a chiederglielo.”
[...]
A Margherita mancò il respiro: di lì a pochi secondo avrebbe pronunciato le parole segrete già preparate nella sua anima, quando all’improvviso impallidì, aprì la bocca e spalancò gli occhi. “Frida!... Frida” Frida!” le urlò nelle orecchie una voce ossessiva, implorante. “Mi chiamo Frida!” e Margherita, incespicando nelle parole, disse:
“Quindi, questo vuol dire che posso chiedere… Una cosa?”
“Può esigere, esigere, donna mia,” rispose Woland, con un sorriso comprensivo, “può esigere una cosa.”
Ah, con quanta abilità e nettezza Woland aveva sottolineato, nel rispondere a Margherita, le parole “una cosa”.
Margherita trasse un profondo respiro, e disse:
“Voglio che smettano di porgere a Frida il fazzoletto con il quale ha soffocato il suo bambino”.
Woland si indigna per la manifestazione di misericordia.
[...]
“Avanti, Frida…” suggerì Korov’ev.
“Frida” gridò Margherita con voce penetrante.
La porta sì aprì di colpo, e una donna spettinata, nuda, ma ormai senza più alcun segno di ubriachezza, entrò correndo nella stanza con gli occhi folli e le braccia tese verso Margherita. Margherita le disse maestosamente: 
“Ti hanno perdonata. Non ti verrà più porto il fazzoletto”.
Sì udì un urlo, Frida cadde in avanti sul pavimento e si distese con le braccia aperte a croce davanti a Margherita. Woland fece un gesto con la mano, e Frida scomparve.
“La ringrazio, addio,” disse Margherita, e si alzò.
“E allora, Behemot,” disse Woland, “non vorremo, proprio noi, in una notte di festa, trarre vantaggio dall’azione di una persona poco esperta?” si voltò verso Margherita e aggiunse: “Questo gesto non rientra nel conto, in realtà io non ho fatto niente. Che cosa vuole per sé?”
Scese il silenzio, e lo interruppe Korov’ev che sussurrò in un orecchio a Margherita:
“Donna adamantina, questa volta le consiglio di essere un po’ più avveduta! Altrimenti la fortuna potrebbe scivolarle di mano”.
“Voglio che subito, in questo stesso istante, mi venga restituito il mio amante, il Maestro,” disse Margherita, e il suo volto si alterò per lo spasimo.
Arriva il Maestro, direttamente dal manicomio. Margherita piange di commozione, il Maestro è confuso e sconfortato: non crede di meritarsi Margherita.
[....]
[...]
Quando il Maestro ebbe vuotato il secondo bicchiere, i suoi occhi tornarono vivi e intelligenti. 
“Ecco, adesso è un’altra cosa,” disse Woland, socchiudendo gli occhi, “adesso parliamo un po’. Chi è lei?”
“Adesso non sono nessuno,” rispose il Maestro, e un sorriso gli torse la bocca.
“Da dove viene?”
“Dalla casa degli afflitti. Sono un malato di mente,” rispose l’estraneo.
Margherita non sopportò queste parole e si mise di nuovo a piangere. Poi, asciugatasi gli occhi, gridò:
“Orribili parole! Orribili parole! È un Maestro, messere, glielo dico in anticipo. Lo guarisca, lui vale la sua guarigione”.
“Lei sa con chi sta parlando adesso?” domandò Woland al nuovo venuto. “Sa in casa di chi si trova?”
“Lo so,” rispose il Maestro, “il mio vicino di camera al manicomio era quel ragazzo… Ivan Bezdomny. Mi ha raccontato di lei”.
“Ma certo, ma certo,” replicò Woland, “ho avuto il piacere di incontrare quel ragazzo ai Patriarsie prudy. Per poco non faceva uscire di senno anche me cercando di dimostrarmi che non esisto!”
[...]
“E mi spieghi: perché Margherita la chiama Maestro?” domandò Woland.
Il Maestro sorrise appena e disse:
“È una debolezza imperdonabile. Ha un’opinione troppo alta del romanzo che ho scritto".
“Un romanzo su che cosa?”
“Su Ponzio Pilato.”
Le linguette delle candele ripresero a ondeggiare e a saltellare, le stoviglie sulla tavola tintinnarono: Woland era scoppiato a ridere con la forza di un tuono, ma nessuno si era spaventato,e  nessuno si era stupito. Behemot applaudì.
“Su che cosa, su che cosa? Su chi? Disse Woland e smise di ridere. “Adesso? È sbalorditivo! E non poteva trovare un altro tema? Me lo dia da vedere.” Woland tese la mano con il palmo rivolto verso l’alto.
“Purtroppo non posso," rispose il Maestro, “perché l’ho bruciato nella stufa.”
“Mi scusi, ma non le credo,” rispose Woland, “non può essere, i manoscritti non bruciano”.
“I manoscritti non bruciano”, una delle frasi più famose della letteratura del ‘900.
Non dico niente di nuovo, lo so, ma che potenza questa scena; anche e soprattutto per come è stata costruita I manoscritti non bruciano. L’arte va oltre i regimi, le mode, la censura; trascende questo mondo e innalza l’uomo in una dimensione diversa e pura.
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lostinaflashforward · 2 years ago
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LIAFF SPECIAL #3: - Child’s Play: Quando l’horror non si prende sul serio
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Carissimi lettori, ben ritrovati con un nuovo appuntamento con LIAFF SPECIAL, la rubrica dedicata all’approfondimento di personaggi e temi nel mondo dell’intrattenimento. Per la nostra prima battuta su Tumblr abbiamo pensato di portarvi un approfondimento su un franchise dell’horror slasher che meriterebbe più attenzione, non tanto per il contenuto quanto per la sua natura imprevedibile e sovversiva per il genere. Stiamo parlando di Child’s Play, la saga incentrata su Chucky, la bambola assassina, un personaggio di incredibile fascino e che sembra rappresentare una versione simpatica e caricaturale del mondo del sottogenere slasher. Se volete saperne di più, continuate la lettura...
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La mente: chi è Don Mancini
Don Mancini, all’anagrafe George Donald Mancini, nasce il 25 Gennaio 1963 in una città non specificata degli Stati Uniti, da una famiglia di discendenza italiana. Mancini ha frequentato la St. Christopher School a Richmond, in Virginia, la California University e la Columbia University, dove fra i suoi insegnanti vi era Brad Dourif, colui che avrebbe dato la voce e le movenze al famigerato Chucky. Appassionato di cinema horror sin da bambino, Mancini esordisce nel 1988 sotto il pseudonimo Kit Du Bois, scrivendo il film Cell Dweller, un horror a basso budget incentrato su un fumettista che evoca accidentalmente uno spirito maligno nella cantina di casa sua. Oltre ad essersi occupato della stesura di tutti i film del franchise Child’s Play (ad eccezione del reboot del 2019, il quale è a tutti gli effetti un film standalone), Mancini ha anche contribuito ad altre opere nel corso degli anni, scrivendo un episodio di Tales from the Crypt e co-producendo degli episodi della serie Hannibal e dell’antologia horror Channel Zero.
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L’opera: come nasce il franchise
L’idea per questa bizzarra saga nasce proprio dalla passione del cineasta statunitense per l’horror, in particolare del sottogenere incentrato sulla figura della bambola come strumento demoniaco e di morte, ispirandosi in particolar modo al film antologico Trilogy of Terror (1975) e all’episodio di The Twilight Zone “Talky Tina”, esprimendo il suo interesse nel realizzare un film di questo tipo usando l’animatronica, tecnica che vede l’uso di pupazzi, chiamati appunto animatronic, che si muovono con dei componenti robotici, ampiamente usata nell’industria cinematografica. Quando era studente all’Università della California, Mancini si appassionò particolarmente all’isteria generata dalla serie di bambole di pezza Cabbage Patch Kids, vendute agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso e divenute virali in pochissimo tempo, in particolare ai furti nei negozi di giocattoli legati a queste bambole e alle liti familiari connesse all’eccessivo desiderio dei bambini di mettere mano su una di loro. Questo, aggiunto al fatto che il padre di Mancini lavorava nell’industria dei giocattoli, diede al regista una solidissima base per creare una cupa satira basata sul potere del marketing e sul consumismo, in particolare verso i bambini, portando alla stesura del primo lungometraggio della saga.
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Child’s Play (1988)
Il primo film del franchise nacque, come menzionato sopra, da questo interesse di Mancini per il marketing legato all’industria dei giocattoli, da lui conosciuto grazie a suo padre, con cui non aveva un bel rapporto, a causa della sua omosessualità, motivo per cui Mancini decise di incentrare il film su un bambino e sua madre, escludendo la presenza di una figura paterna. Influenzato dal sottogenere horror sulle bambole demoniache, dal filone slasher, portato alla ribalta con il franchise A Nightmare on Elm’s Street, e da pellicole horror più cupe come Poltergeist e Magic, Mancini unisce le forze col produttore David Kirschner, il quale avrebbe poi prodotto tutti i film della saga, spinto anche lui dalla passione per le bambole demoniache. La sceneggiatura iniziale del film doveva essere molto più complessa; infatti vedeva Chucky, una bambola con del sangue finto, attivarsi grazie all’unione fra il suo sangue e quello di Andy, la cui rabbia soppressa veniva rappresentata dalla bambola stessa, la quale avrebbe preso di mira i suoi nemici. Il film avrebbe dovuto avere un approccio alla “whodunit”, vale a dire volto a capire per tutto lo svolgimento dello stesso chi era il vero assassino, con riferimenti al mondo della televisione della pubblicità e avrebbe dovuto creare ambiguità sull’identità del killer. Dopo che la sceneggiatura fu accettata dalla United Artists, fu riscritta da John Lafia, portando Andy ad essere un personaggio più facilmente apprezzabile dal pubblico e dando un origine diversa a Chucky, dove l’anima del killer Charles Lee Ray veniva trasferita a una catena di montaggio dopo essere stato giustiziato sulla sedia elettrica. Lafia voleva inizialmente dirigere il film, ma a causa della sua inesperienza come regista fu scartato e, dopo una serie di colloqui con registi più o meno noti, venne scelto Tom Holland, grazie alla raccomandazione di Steven Spielberg, che lavorò con lui nella serie antologica Amazing Stories. Per il ruolo di Charles Lee Ray fu inizialmente considerato John Lithgow, ma Holland puntò su Brad Dourif poichè aveva già lavorato con lui nel film Fatal Beauty (1987). Dopo una serie di revisioni e dei tagli fatti a seguito del test screening, si arriva al film così come lo conosciamo, il quale divenne il secondo film ad incassare di più nella storia della United Artists e ricevette un accoglienza mista dalla critica dell’epoca. Purtroppo il film fu al centro di una controversia causata da un nutrito gruppo di persone, le quali hanno protestato negli uffici della MGM poichè ritenevano la pellicola incitasse la violenza nei bambini, polemica che sarebbe continuata anche nei capitoli successivi del franchise.
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Child’s Play 2 (1990)
Come di consueto, la United Artists sfruttò il successo della prima pellicola per lavorare su un sequel, le cui riprese erano previste per l'Ottobre 1989, ma il presidente della United Artists Richard Berger annunciò a David Kirschner che lo studio stava per essere acquisito dal gruppo australiano Qintex, il cui presidente voleva bandire la produzione di film horror da parte del suddetto. E così i diritti del film furono contesi dalle maggiori produzioni, finchè la Universal (con l'aiuto di Steven Spielberg) riuscì ad aggiudicarseli. Inizialmente il film prevedeva come introduzione una scena in una corte di tribunale, dove la madre di Andy, Karen, veniva internata a causa degli eventi del primo film, e che sia Catherine Hicks che Chris Sarandon, interpreti rispettivamente di Karen e del detective Norris, sarebbero dovuti tornare, ma le loro scene furono tagliate per motivi legati al budget, rendendo questo secondo film il più corto del franchise (la scena del tribunale sarebbe stata poi riutilizzata come finale per Curse of Chucky). Il film fu diretto da John Lafia e scritto sempre da Mancini e all'uscita ebbe un discreto successo, specialmente per gli amanti dell'horror slasher, anche grazie al romanzo tie-in scritto da Matthew J. Costello, che approfondiva i personaggi di Chucky e Andy e conteneva elementi che sarebbero stati riutlizzati nei film successivi.
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Child’s Play 3 (1991)
La Universal chiese a Mancini di iniziare a stendere la sceneggiatura per un terzo film prima dell'uscita di Child Play's 2, causandogli una certa pressione, e il successo del secondo capitolo portò la Universal a dare il via libera al sequel, con l'uscita prevista nove mesi più tardi. Mancini voleva introdurre il concetto della moltitudine di Chucky già in questo capitolo, ma per motivi di budget l'idea fu scartata, per poi essere riutilizzata in Cult of Chucky. Il film doveva aprirsi con una scena che vedeva un addetto alla sicurezza della fabbrica di Good Guys, interpretato da John Ritter (che in seguito sarebbe apparso in Bride of Chucky), il quale spaventa un gruppo di ragazzini raccontando loro delle storie spaventose su Chucky. Mancini decise che in questo film Andy avrebbe avuto sedici anni e a questo scopo, voleva scritturare Jonathan Brandis, ma optò per Justin Whalin, mentre alla regia Mancini avrebbe voluto Peter Jackson, ma la scelta ricadde su Jack Bender, allora un regista emergente. Come per il film precedente, Costello scrisse un romanzo anche per questo film, cambiando alcuni elementi della trama. All'uscita il film non incassò moltissimo e, mentre era ancora apprezzato dai fan del genere, il film fu criticato per la trama, ritenuta piatta (lo stesso Jack Bender affermò che il film in se' era sciocco), mentre fu elogiato nel progresso legato alla tecnologia usata per creare Chucky. Il film viene purtroppo ricordato perchè collegato all'omicidio di James Burger, un bambino di due anni, avvenuto il 12 Febbraio 1993 per mano di due ragazzini di dieci anni, poichè, secondo quanto emerso dalle fonti d'epoca, uno degli assassini avrebbe visto il film con suo padre, fatto che fu smentito dopo anni d'indagini, ma nonostante ciò, il film è a tutt'oggi ritenuto problematico, specialmente in Europa.
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Bride of Chucky (1998)
Dopo l'uscita di Child's Play 3, Mancini e Kirschner ritennero che il franchise aveva bisogno di una nuova direzione ed erano contrari a far tornare il personaggio di Andy Barclay. La produzione del film iniziò nel 1996 e a quel tempo Mancini affermò che il genere horror girava letteralmente su se stesso e che l'uscita di Scream aveva dato nuova linfa, portandolo a studiare nuovi scenari e a reinventare completamente il franchise e assieme a Kirschner, mise insieme un concept che mescolava l'horror con la commedia, il genere sentimentale ed elementi da road-movie. Come regista fu scelto Ronny Yu, il cui lavoro nel wuxia The Bride with White Hair (1993), nonchè la sua libertà creativa erano molto ammirati da Mancini e Kirschner. L'idea di creare una fidanzata per Chucky venne a Kirschner dopo che questo aveva visto una copia di Bride of Frankenstein (1935) in un negozio e così Mancini concepì il personaggio di Tiffany, scegliendo Jennifer Tilly per interpretarla per via del suo lavoro in Bullets over Broadway (1994) e Bound (1996). In merito a tale scelta Mancini commentò dicendo che Jennifer Tilly aveva portato una sfumatura comica unica per il franchise e che rappresentava un traguardo importante per la comunità LGBTQ+, oggetto di grandissimo interesse anche per i successivi capitoli della saga. Il film ebbe un buon successo e fu pubblicizzato notevolmente sia nel mondo del wrestling, con l'apparizione di Chucky in un episodio della WCW, sia nel mondo della musica, con una colonna sonora composta da artisti di fama, fra cui Blondie, Rob Zombie, Judas Priest, Slayer e Motörhead, ma la critica lo bocciò per via del suo misto di generi, a loro avviso non funzionante per la trama.
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Seed of Chucky (2004)
Due giorni dopo l'uscita di Bride of Chucky, Mancini iniziò a lavorare a un nuovo capitolo del franchise, che non avrebbe avuto Ronny Yu come regista a causa di altri impegni di quest'ultimo. In quanto omosessuale, Mancini voleva esplorare i temi legati al mondo LGBTQ+ all'interno del film e, ispirato dal film Glen and Glenda (1953), scrisse una sceneggiatura incentrata sul figlio di Chucky e Tiffany, che soffre di disforia di genere. Mancini decise anche di continuare a dare al franchise uno stile più comico, poichè a suo avviso il tipico assassino slasher a la Freddy Krueger non faceva più così paura, man mano che tali personaggi erano più noti al pubblico. La Universal respinse la sceneggiatura di Mancini, definendola troppo gay e contraria alle loro aspettative, ma alla fine la Focus Pictures, sfruttando il successo di Cabin Fever (2002), la accettò e il film fu girato interamente in Romania (location che diede modo al regista di rifarsi alle atmosfere degli horror stile Brian De Palma o Dario Argento), al contrario dei precedenti capitoli, e fu distribuito dalla Rogue Pictures. Prima di scritturare il rapper Redman, Mancini dichiarò di aver contattato Quentin Tarantino per recitare nel ruolo di se stesso, ma questi rifiutò. Il film ebbe un discreto successo e fu naturalmente bocciato dalla critica per via dell'approccio a loro dire assurdo portato avanti nel film, per non citare altri motivi ben più gravi.
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Curse of Chucky (2013)
Nell'Agosto 2008, Mancini e Kirschner parlarono della possibilità di un remake per il franchise, una scelta fatta come risposta al volere di quei fan che desideravano rivedere un Chucky più spaventoso e un ritorno all'horror propriamente detto. In seguito Mancini spiegò che tale remake sarebbe stato una versione più cupa e spaventosa dell'originale, pur non allontanandosi da esso. Nel 2009, Brad Dourif confermò il suo ritorno come voce di Chucky, viene introdotta nel franchise Fiona Dourif, figlia di Brad, nel ruolo di Nica Pierce, e  fu confermata anche la produzione di un seguito e di un eventuale spin-off. Il film fu girato in Canada e fu rilasciato in direct-to-video nel 2013, con la critica che promosse il film, elogiando il ritorno alle radici e definendolo uno dei titoli più remunerativi nel mercato home video di quell'anno, ricevendo anche uno spazio dedicato all'Halloween Horror Nights del 2013.
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Cult of Chucky (2017)
Nel Dicembre 2013 Mancini annunciò di essere al lavoro su un sequel di Curse of Chucky, ma iniziò a stenderne la sceneggiatura soltanto nel 2015. Mancini incluse nella trama il concetto della moltitudine di Chucky e avrebbe voluto anche includere un riferimento a Glen/Glenda, purtroppo tagliato in seguito. Il film segnò il ritorno di Jennifer Tilly nel ruolo di Tiffany e di Alex Vincent nel ruolo di Andy (il quale era già apparso in una scena post-credit in Curse of Chucky), nonchè di Fiona Dourif nel ruolo di Nica Pierce. Le riprese si svolsero nuovamente in Canada e il film fu rilasciato in direct-to-video nel 2017, venendo ampiamente promosso dalla critica per aver portato il franchise in una nuova ed intrigante direzione.
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Chucky (2021-)
Nel 2019, la SyFy annunciò di essere al lavoro su una serie TV collegata al franchise e un anno dopo, l’emittente ordinò la serie, curata da Mancini e Kirschner. Mancini espresse preoccupazione per il film reboot del 2019, temendo che un eventuale successo avrebbe minato alla continuità del franchise, ma il film non ebbe successo e la serie originale rimase intatta. Mancini iniziò a lavorare in televisione con Hannibal e, usando tale esperienza, intendeva reinventare in qualche modo il personaggio di Chucky usando la televisione ed eventualmente, espandendone il fandom. Per scrivere il personaggio di Jake, Mancini ha attinto dalle sue esperienze personali in età adolescenziale e dai problemi avuti per via della sua omosessualità. La serie è un diretto sequel di Cult of Chucky, in cui Chucky vedeva la sua anima trasferita nel corpo di Nica, altro modo per esplorare il tema dell’identità di genere nel franchise, come anche la presenza di Jennifer Tilly/Tiffany, e vede il ritorno di Alex Vincent nel ruolo di Andy e di Christine Elise nel ruolo di Kyle. Mancini scrisse tutti gli episodi della prima stagione e diresse il primo, usando il primo ciclo per esplorare il passato di Charles Lee Ray. La prima stagione ebbe un buon successo, portando SyFy e USA Network a rinnovare la serie nel 2021, con il secondo ciclo che avrebbe fatto da seguito a Seed of Chucky, vedendo il ritorno di Glen/Glenda, interpretate entrambe da Lachlan Watson (già interprete di un personaggio queer in Chilling Adventures of Sabrina), Meg Tilly, Gina Gershon, Joe Pantoliano e Sutton Stracke che interpretano se stessi in un episodio della stagione e un cameo della star della WWE Liv Morgan. Per scrivere la seconda stagione, Mancini si ispirò al filone del genere horror a sfondo religioso, come The Exorcist (1973) e The Omen (1976), e alla sua esperienza personale, in quanto lui è cresciuto in un ambiente cattolico, volendo esplorare un contesto in cui una relazione omosessuale, come quella fra Jake e Devon, era vista in maniera negativa. Anche la seconda stagione ebbe un buonissimo successo, portando all'uscita di scena di Andy e Kyle e a un nuovo capitolo per il franchise, che diverrà realtà grazie al rinnovo della serie per una terza stagione, annunciata in questi giorni.
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Cosa ci riserva il futuro?
Con la terza stagione in lavorazione, le cui riprese sono previste per il mese prossimo, ci si aspetta parecchio per il futuro del franchise. Mancini ha già iniziato a stendere la sceneggiatura dei futuri episodi, preannunciando che saranno molto più spaventosi e che vi saranno altri ritorni di personaggi apparsi nei passati film. Probabilmente vedremo la nuova stagione per la fine dell'anno, ma non possiamo che essere fiduciosi su quello che Mancini ha in serbo per lo spietato Chucky e gli altri protagonisti. In una saga così poliedrica come Child's Play possiamo aspettarci davvero di tutto...
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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Movimento comunista si scinde dopo discussione sul colore della vernice da usare per scritta sul muro
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Ecco cos’è successo in quelle ore fatidiche.
Ore 02.00 – Il commando si riunisce nel parcheggio di Mediaworld
Ore 02.01 – Lettura del capitolo 7 del Libretto Rosso di Mao: “Osare lottare, osare vincere e vinceremo”.
Ore 02.57 – Il leader del gruppo prende la parola per iniziare la discussione sui nomi di battaglia dei membri del commando: Mosca: “Ho pensato che ognuno di noi dovrà scegliere il nome di una città dell’URSS come nella serie La Isba di carta. Io mi chiamerò Mosca.
Vladivostok: “Perché proprio tu Mosca?”
Mosca: “Perché sono il più vecchio”.
Vladivostok: “Allora dovresti chiamarti Velikij Novgorod”.
Mosca: “Perché Velikij Novgorod?”
Vladivostok: “Perché è la città più antica della Russia”.
Mosca: “Io non voglio chiamarmi Velikij Novgorod. Voglio chiamarmi Mosca!”
Vladivostok: “Allora io scelgo Vladivostok”.
Mosca: “Perché Vladivostok?”
Vladivostok: “Perché è la città più lontana da Mosca”.
Mosca: “Umpf. E voi?”
Njagan’: “Io Njagan’, la città natale della Sharapova”.
Odessa (il nostro infiltrato): “Io Odessa”.
Mosca: “Odessa è in Ucraina!”
Odessa: “Be’, non lo era prima che Gorbaciov facesse crollare l’Unione Sovietica”.
Mosca: “Be’, ma adesso è in Ucraina”
Odessa: “Stai forse rinnegando il passato della grande madre Russia?”
Mosca: “Mai ma pensavo che qualcuno avrebbe scelto Nikolaevka in onore della battaglia”.
Odessa: “Potevi prenderlo tu”.
Mosca: “L’avrei fatto ma sono già Mosca. Come diceva Breznev: troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante”.
Ore 03.12 – Completata la scelta dei nomi di battaglia, il commando inizia la discussione sulla scelta della scritta da eseguire sul muro prestabilito. La prima proposta “BORGHESIA, IN NOME DELLA LOTTA PER IL PROLETARIATO, DELL’ATTACCO ALLO STATO IMPERIALISTA DELLE MULTINAZIONALI E DELLA DISARTICOLAZIONE DELLE STRUTTURE DELLA CONTROGUERRIGLIA ATTIVA, LA NOSTRA LINEA, ENTRO QUESTO QUADRO GENERALE, È DI ISTITUIRE UN TRIBUNALE DEL POPOLO PER CONVINCERLO A FARTI DICHIARARE ASSASSINA” pare ad alcuni membri leggermente troppo lunga, persino per l’ingente disponibilità di spazio offerta dalle pareti di un centro Mediaworld. Dopo una trattativa durata quanto il discorso del Bolshoi che Stalin tenne il 9 febbraio 1946, la scelta ricade su un appena più sintetico “BORGHESI ASSASSINI”.
Vladivostok: “Non sarà troppo sentenzioso. E se scrivessimo solo BORGHESI PIRLA?”
Mosca: “Sono assassini, no?”
Vladivostok: “Beh, però così sembra proprio di aver già emesso la sentenza. Tipo i tribunali di Facebook”.
Mosca: “I muri non sono come i social, i muri non mentono”.
Njagan’: “Ehi, qui hanno scritto ZECCHE ROSSE!”
Mosca: “Non ci badate, fake news murarie. Sapete cosa diceva Lenin?”
Njagan’: “Obladì obladà?”
Mosca: “La verità è che ti fa paura l’idea di scomparire. L’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire”.
Njagan’: “Avrebbe avuto più senso Obladì obladà?”
ORE 04.38 – Inizia la discussione sul colore con cui eseguire la scritta.
Scartati il bianco e il blu perché presenti nella bandiera del nemico imperialista americano, sui colori rimanenti la diatriba è accesissima. C’è chi sostiene che vada utilizzato il Living Coral (Pantone 16-1546 TCX) eletto colore dell’anno in occasione dell’80º anniversario del patto Molotov-Ribbentrop, altri sostengono, invece, il Cotton candy (Pantone 705 C) che ricorda l’incarnato di Natal’ja Sedova, la seconda moglie di Trotsky. La querelle degenera in una battaglia a paintball tra le due fazioni diversamente colorate finché, alle 7.31, Vladivostok dichiara ufficialmente la propria scissione dall’ala leninista-coralista e annuncia la formazione di una corrente maoista-candysta.
ORE 09.29 – Quando l’ala maggioritaria si stava apprestando a realizzare la scritta contro gli odiati borghesi, le saracinesche di Mediaworld si sono alzate e tutti i componenti del commando sono entrati a vedere i più recenti modelli di iPhone, ma solo per poterli denigrare con maggior cognizione di causa. Del resto, come diceva Marx: “Naturalmente nella vita ci sono un sacco di cose più importanti del denaro. Ma costano un mucchio di soldi!”
-Lercio
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corallorosso · 4 years ago
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Suor Maria Luisa – la suora assassina Suor Maria Luisa è stata una suora italiana che, nella metà del 1800, oltre a intrattenere rapporti con altre consorelle e con preti, ha ucciso 3 suore, cercando di ucciderne altre 2. Questo le è valso il soprannome di “suora assassina“. È stata fermata grazie alla denuncia di Katharina Von Hohenzollern. Maria Luisa nasce nel 1832 da una famiglia umile. Impara precocemente a leggere e a scrivere e, dopo l’incontro con Maddalena Salvati, che lavora nella Pia Casa di Carità, decide di farsi suora. Grazie all’aiuto della Confraternita del Santo Rosario riesce a entrare nel Monastero di Sant’Ambrogio, a Roma. Qui si attira subito le invidie delle altre consorelle, assumendo incarichi prestigiosi a soli 25 anni. Oltre all’invidia, forse, c’è qualcosa di più. Forse le altre suore hanno già intuito di cosa sia capace Suor Maria Luisa? O forse la suora assassina ha iniziato ben presto i suoi torbidi affari nel monastero? Fatto sta che nel 1857, Suor Maria Costanza espone le proprie perplessità riguardo la giovane Maria Luisa. Stranamente, Suor Maria Costanza si ammala improvvisamente di un’infezione polmonare. La cosa più logica sarebbe stato chiamare il medico, ma Suor Maria Luisa riesce in qualche modo a convincere la madre superiora che non sia necessario. Suor Maria Costanza muore qualche tempo dopo. L’anno dopo è la volta della novizia Maria Agostina. Il suo errore? Quello di avere delle visioni e di essere molto popolare fra le suore del convento. Da tempo Suor Maria Luisa diceva di ricevere delle lettere dalla Madonna, ma le visioni della novizia avevano rubato la scena. Anche Maria Agostina doveva morire. E così accadde qualche tempo dopo, pochi giorni dopo l’insorgere di una strana malattia che si era presentata con ulcere in gola e febbre. Nel 1859 è il turno di Suor Maria Felice, che scopre dei torbidi segreti e viene fatta fuori in quattro e quattr’otto. Ma cosa aveva scoperto Suor Maria Felice? Probabilmente i vizi si Suor Maria Luisa, la quale aveva rapporti sessuali sia con alcune consorelle, sia con il suo confessore. Un comportamento decisamente non adatto ad una monaca. Anche Suor Maria Giacinta è stata colpita da una strana malattia, proprio dopo essere stata trasferita nella cella di Suor Maria Luisa. Nella sua cella aveva scoperto un libro con disegni osceni, di uomini e donne nudi. Ed è proprio dopo aver scoperto questo libro che la suora si ammala. Purtroppo per Maria Luisa, Maria Giacinta sopravvive: il medico le diagnostica un avvelenamento da oppio e le somministra un antidoto che la salverà. Nello stesso periodo anche la principessa Katharina Von Hohenzollern, proveniente da una famiglia benestante e parente del futuro re di Prussia, scopre i torbidi segreti del Convento di Sant’Ambrogio. Scopre persino una lettera di Maria Luisa indirizzata a un uomo, il cui contenuto non poteva essere frainteso: fra i due vi era una relazione carnale. Viene dapprima isolata dalle consorelle, relegata in una cella e le viene impedito qualsiasi contatto con il mondo esterno. Poi cercano di avvelenarla. La donna teme per la sua vita e nel 1859 riesce miracolosamente a inviare una lettera a suo cugino, l’Arcivescovo Gustav Adolf zu Hohenlohe-Schillingsfurst. (...) Circa un mese dopo essere scappata dal convento, Katharina compare davanti al Sant’Uffizio per sporgere denuncia. La donna denuncia 4 fatti. Il primo era il culto non autorizzato di una precedente monaca presente nel convento, suora che era comparsa in tribunale per “affettata santità” e il cui culto era vietato dalla Chiesa. Il secondo fatto era che Maria Luisa aveva una relazione carnale con una persona, un tale Pietro N. chiamato “l’americano”. Poi ha denunciato il fatto che Maria Luisa si vantasse di essere una persona santa, in grado di compiere miracoli Se all’Inquisizione il fatto che una monaca giovane avesse rapporti con degli uomini non era affatto nuovo e sul quale poteva sorvolare in quanto l’accusa poteva essere stata fatta per gelosia, non poteva assolutamente sorvolare sul fatto che in convento si venerasse una donna e che Maria Luisa si autoproclamasse una santa. Per questo iniziò un processo. Dopo due anni di processo, Maria Luisa ammette di avere abusato sessualmente di altre suore, dicendo che l’atto sessuale fosse un rituale per purificare gli organi genitali. La suora aveva avuto rapporti sessuali anche con il suo padre confessore, Giuseppe Peters (chiamato Joseph Kleutgen), succube del carisma della donna. Secondo lui, l’atto sessuale era un servizio spirituale. Maria Luisa venne condannata a 20 anni, poi ridotti a 18. Il convento venne chiuso e il padre confessore condannato a due anni di reclusione in una casa gesuitica. Nonostante la pena per l’avvelenamento ai tempi fosse la fucilazione, la Chiesa non voleva fare troppa pubblicità a ciò che succedeva nei conventi. Per questo Maria Luisa venne spedita in una casa di penitenza. Otto anni dopo venne mandata in un manicomio e da lì rispedita a casa. Nemmeno la sua famiglia, però, la voleva. Ad oggi non sappiamo dove e quando sia morta. Oscuri segreti, torbidi affari, false santità e rituali sessuali. Solo per un fortuito caso oggi sappiamo la storia di questa suora assassina. Quante altre storie simili sono state insabbiate dalla Chiesa? Da Lilith (emadion.it)
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dilebe06 · 4 years ago
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Watashitachi Wa Douka Shiteiru
C’è qualcosa di sbagliato in me
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Drama giapponese da 8 puntate - reperibile sul forum delle Sakura Koen - ho trovato questa serie una piccola perla.
Lontano dai soliti dramma adolescenziali tipici dei drama giapponesi, quelli con relazioni tra adulti che paiono due sedicenni alla prima cotta o scene tamarre sparate ovunque o ancora quella recitazione troppo teatrale... Watashitachi è una serie “seria”: relazioni, conflitti, personaggi, eventi.
Partendo già dalla trama:
Nao ha 5 anni e insieme a sua madre vive nel Kogetsuan, una pasticceria tradizionale di dolci giapponesi poichè sua madre lavora lì come artigiana di dolci. La bambina è dolce, malaticcia e riservata e solo l’amore della madre e l’amicizia con Tsubaki, figlio del Maestro Pasticciere e boss di tutta la baracca, da alla bambina gioie e felicità. Tsubaki e Nao passano le ore a creare dolci insieme e instaurano presto un ottimo rapporto di amicizia. Rapporto che si rompe quando il padre di Tsubaki viene trovato morto ed il bambino sentito come testimone dalla polizia, indica la madre di Nao come l’assassino di suo padre.
La madre viene arrestata e Nao sbattuta fuori dalla casa. ‘sta bambina ha 5 anni e nessun parente in vita
Passano 15 anni e Nao adesso adulta continua a fare dolci come le ha insegnato suo madre, ma non riesce a dimenticare ciò che è accaduto anni prima: lei è sicurissima che sua madre è innocente. Nemmeno il mondo intorno a lei le fa dimenticare questo dolore poichè viene continuamente licenziata quando ai suoi capi giungono e-mail anonime che rivelano che Nao è la figlia di un assassina.
Disperata e colma di odio verso Tsubaki e il Kogetsuan, accetta di partecipare ad una competizione di dolci contro il ragazzo rivedendolo finalmente dopo 15 anni. Lei lo riconosce subito...lui no. e te pareva
La sfida viene vinta da Tsubaki che, senza averle mai rivolto mezza parola durante tutto il giorno, la ferma in giardino una volta finita la gara, e le chiede di sposarlo. E Nao accetta. alzo le mani
[Pensiero profondo della giornata: ma perchè in questi drama la gente chiede ad altra gente di sposarla random?! Perchè a me non succede mai?]
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Il piano di Nao è così formato: sposerà Tsubaki cosi entrerà al Kogetsuan e potrà indagare sulla morte del Maestro 15 anni prima e scagionare sua madre dall’accusa. 
Ovviamente leggendo la trama si annusa profumo di dramma a livelli atomici: tra bugie, segreti, omicidi, indagini, Watashitachi mette in piedi una storia coinvolgente piena di colpi di scena che non annoia mai. In 8 episodi riesce a concentrare una marea di cose, portando lo spettatore a rimanere incollato allo schermo per sapere come andrà la vicenda: Tsubaki scoprirà che Nao è la bambina di 15 anni prima? chi manda le email ai capi di Nao? chi ha ucciso il Maestro? e perchè?
Altra cosa: l’ambientazione e oggetti di scena. Watashitachi si basa sulla tradizione. C’è così tanta tradizione che i protagonisti girano in kimono e per tutta la serie ho avuto l’impressione di star vedendo un drama ambientato secoli prima. E devo dire che mi è piaciuta come scelta: così facendo la storia assume una connotazione quasi poetica. Il  Kogetsuan e la casa padronale sono ambienti tipici giapponesi e questa “antichità” si riflette anche nei comportamenti e credenze dei suoi abitanti. 
Come tipici sono i dolci presentati e la loro preparazione. Ammetto che più di una volta ne avrei voluto assaggiare qualcuno perchè sembravano particolarmente buoni.. 😏 Inoltre ognuno di loro ha una sua spiegazione - molto poetica devo dire - ed un suo specifico significato.
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Ottima scelta anche il voler usare la fotografia per “dire” qualcosa: le inquadrature inquietanti, l’uso della luce, l’attenzione al dettaglio...mi ha ricordato il drama del Fratelli Karamazov. 
Infine due parole sui personaggi: ammetto che ho amato tantissimo Tsubaki ed ho empatizzato moltissimo per lui. Chiaramente il fatto di aver chiesto la mano di una tizia random per strada fa intendere subito che non abbia tutti i venerdì al posto giusto... 😐 ma io l’ho adorato anche per questo. Comunque sia i personaggi sono credibili così come le loro motivazioni e azioni. 
Mi è anche piaciuta un sacco la relazione tra Nao e Tsubaki: complessa, travagliata, credibile e vera. Li ho shippati un sacco lo ammetto. 😍
Le uniche tre pecche che mi sento di citare - diciamo così ma in realtà sono cose minori nella totalità della serie - sono:
- La recitazione della madre di Tsubaki brividi
- La risoluzione finale
- La gentilezza ed buon cuore della lead.
Ma nel complesso questo non ferma il fatto che questo drama sia sicuramente da vedere!
Voto: 8.3
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Parliamo della risoluzione di tutti i misteri: ad uccidere il padre di Tsubaki è stato nientepopòdimeno che il fratellastro del lead di questa storia, innamorato in passato della madre di Nao ma non abbastanza innamorato da non mandarla in carcere al posto suo e poi di Nao stessa. Che è anche sua cognata. 
Ora, io ero così presa dalla storia che in realtà se non ci avesse fatto riflettere @ili91-efp​ probabilmente non mi ci sarei soffermata neanche. Anche perchè la cosa che mi interessava veramente era il rapporto tra Nao e Tsubaki più che il mistero dell’omicidio. 
Ma @ili91-efp​ ha ragione: è decisamente troppo ed anche contorto. Se posso passare sopra alle varie relazioni amorose della madre di Tsubaki perchè la signora è un pò uno “spirito libero”......c’era bisogno di rendere il ragazzo innamorato di Nao? Pure lui? Oppure innamorato della madre di Nao? la storia avrebbe funzionato anche senza questa cotta, perchè il motivo della morte del padre di Tsubaki non è la gelosia per la relazione dell’uomo con la madre di Nao... Mah...per me qui hanno un pò esagerato.
Però devo ammettere che è stato abbastanza imprevedibile. Io ero convinta che ad ucciderlo fosse stata la madre di Tsubaki. 😂 
NOTE SPARSE:
- Ad una certa mi sono resa conto che in casa questi tizi giravano per le stanze con il lumicino. Il lumicino. La candela praticamente. 😂 Ok fa atmosfera e tutto quello che ti pare, ma...non ti stupire poi se prende fuoco la casa. 
- Ho pianto un sacco per la storyline del Nonno e di Tsubaki. Il vecchio che si rifiutava di mangiare i dolci del nipote perchè non era il suo vero nipote e...mi fermo che sennò piango di nuovo. 😥
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der-papero · 4 years ago
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... carramba, niente sorpresa...
https://nixcraft.tumblr.com/post/624494927327412224/it-in-2020
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Mi ricorda la mia mansarda. Uno stanzone pieno di PC, board, manuali di ogni tipo, avevo il WC e il letto, il saldatore, un sottotetto pieno di cavi, morsetti, plug e ogni tipo di quisquilia.
La mia rete era composta da 3 sistemi sempre attivi, ispirata a Daltanious:
1. Una macchina Celeron che girava Slackware, si chiamava Antares, che forniva tutto l’IT a mezza casa.
2. Il mio PC di lavoro/università, si chiamava Beralios, un AMD Thunderbird con Windows 2k.
3. Il PC dove scrivevo codice, Gumper, un P2 con su OpenBSD.
Poi avevo sempre qualche PC random in più che salvavo dalla morte, quando qualcuno si decideva a buttarlo io correvo a casa dell’incosciente che stava per compiere il folle gesto, salvavo dalla follia assassina Isacco, lo portavo a casa, se era ancora funzionante lo sistemavo e poi lo mettevo da parte, altrimenti recuperavo qualsiasi pezzo ancora buono e il resto veniva portato via con un funerale degno di tale nome.
I vantaggi di una gioventù senza amici :)
Quando mi trasferii a Milano, mia madre passò una ruspa salviniana e distrusse tutto (non lo fece senza la mia autorizzazione, io non sarei più tornato giù, non v’era altra scelta, provai a rimandare questo momento il più possibile, ma non avevo spazio fisico per poter portare tutto con me). Quello dei rifiuti ingombranti disse che non aveva mai visto un carico di elettronica tale. Uno dei giorni più brutti della mia vita.
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