#Il Veliero del Labirinto
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multiverseofseries · 7 months ago
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Maze Runner su Netflix: 5 curiosità che forse non sapevate sulla trilogia di Wes Ball
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Maze Runner - Il labirinto, Maze Runner: La fuga e Maze Runner - La rivelazione sono tutti e tre disponibili su Netflix e hanno scalato velocemente la Top 10. Siamo andati a scovare qualche aneddoto sui film diretti da Wes Ball.
Stiamo diventando davvero vecchi? Sono passati 10 anni da Maze Runner - Il labirinto, primo film della fortunata trilogia cinematografica tratta dall'omonima saga di romanzi sci-fi per ragazzi di James Dashner, seguito da Maze Runner: La fuga e Maze Runner - La rivelazione. Ora che tutte e tre le pellicole sono disponibili sul servizio streaming per antonomasia, ci sembra l'occasione perfetta per fare un recap sul dietro le quinte della realizzazione dei film.
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Maze Runner - Il labirinto: una scena corale del film
Ma di cosa parla Maze Runner? Narrata in ordine non cronologico, la trama della trilogia racconta come la Terra sia stata devastata da una serie di Eruzioni Solari che hanno portato con loro l''epidemia di una grave malattia contagiosa, chiamata l'Eruzione, che porta alla totale follia e morte di chi viene infettato. All'inizio della storia facciamo la conoscenza del protagonista Thomas, imprigionato nella Radura, da cui dovrà cercare di uscire.
1. Punto di partenza… e di arrivo
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Maze Runner - Il labirinto: Dylan O'Brien in una scena del film
La saga letteraria di Maze Runner sembra non avere fine oltre ad essere il punto di partenza dei film di Wes Ball. James Dashner infatti oltre alla trilogia principale composta dai romanzi omonimi, Il labirinto (2009), La fuga (2010) e La rivelazione (2011), ha scritto due prequel, La mutazione (2012) e Il codice (2016). Ci sono anche un libro complementare, The Maze Runner Files (2013), e uno spin-off, The Crack Palace, ambientato durante gli eventi del terzo libro ed incentrato sulle vicissitudini di Newt in seguito alla separazione dai compagni. Esiste anche un sequel, Il veliero del labirinto (2021), che dovrebbe formare il primo capitolo di una nuova trilogia sequel, ambientata 73 anni dopo La rivelazione.
2. Promising Young Cast
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Maze Runner - Il labirinto: una scena tratta dal film fantascientifico
La trilogia cinematografica di Maze Runner ha avuto davvero parecchio successo rispetto ad altre storie ambientate in un futuro distopico sul grande schermo degli anni 2000. I numeri al botteghino mondiale infatti parlano di 348 milioni di dollari per il primo film, 312 milioni per il secondo e 288 milioni per il terzo. Grazie al successo, i suoi giovani e promettenti interpreti sono stati lanciati insieme alle proprie carriere: il poker protagonista, composto da Dylan O'Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster e Will Poulter, fu trionfatore all'epoca ai Teen Choice e agli MTV Movie Awards, i premi più vicini alle produzioni audiovisive per target giovane. Eppure proprio Dylan O'Brien inizialmente venne scartato dal regista Wes Ball poiché la sua folta chioma gli ricordava troppo lo stile di Teen Wolf, la serie di cui era co-protagonista in quegli anni. Una foto del ragazzo coi capelli corti fu galeotta quando finì per caso nelle mani del cineasta, che tornò sui propri passi a patto che il giovane attore leggesse in solamente quattro giorni il primo romanzo per prepararsi al ruolo. Oggi possiamo vedere l'interprete in Love and Monsters su Netflix ma non nel film sequel di Teen Wolf, al quale non ha preso parte.
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Maze Runner - Il labirinto: Kaya Scodelario in una scena nei panni di Teresa
Sempre sulla piattaforma, Kaya Scodelario (Teresa) è invece divenuta co-protagonista accanto a Theo James di The Gentlemen, la serie di Guy Ritchie tratta dal suo omonimo film dl 2019 - oltre che nel quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi - mentre all'epoca venne presa grazie alla propria interpretazione in Skins. Thomas Brodie-Sangster, visibile su Netflix anche ne La regina degli scacchi accanto ad Anya Taylor-Joy, è anche nel cast della miniserie Pistol nei panni dell'anarchico agente della band e protagonista del serial The Artful Dodger nel ruolo del personaggio titolare, il Jack Dawkins di Oliver Twist di cui è sequel e spin-off: lui si propose sia per il ruolo di Gally che per quello di Newt, ma ottenne alla fine quest'ultimo e, a differenza del co-star, non ha mai letto i libri originari.
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Will Poulter in Maze Runner - Il labirinto
Il ruolo di Gally andò invece a Will Poulter, protagonista di un'altra saga fantasy per ragazzi, Le cronache di Narnia, molto più sfortunata al cinema e che potrebbe avere una seconda vita in streaming proprio su Netflix nei prossimi anni. Oltre che come protagonista dell'esperimento interattivo di Black Mirror sulla piattaforma, Bandersnatch, Poulter è in Midsommar, è diventato Adam Warlock nel Marvel Cinematic Universe e figura nel cast di Dopesick e come special guest star della seconda stagione di The Bear. C'è infine chi è arrivato al limite dello stalking: Blake Cooper riempì di messaggi il profilo Twitter di Wes Ball per convincerlo a dargli il ruolo di Chuck, e alla fine lo ottenne.
3. Special Training… o forse no
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Maze Runner: La fuga, una scena d'azione tratta dal film
Il giovane cast venne scelto senza accertarsi delle loro capacità fisiche da parte della produzione. Vennero quindi mandati in una vera e propria sfida di sopravvivenza in mezzo alla natura: costruirsi strumenti utili a cavarsela e per ripararsi dalla pioggia, insomma entrare in un vero e proprio survival mood, anche se supervisionati. Tra i potenziali pericoli, ben 25 specie di serpenti velenosi e addirittura letali. I produttori scoprirono così che gli interpreti non necessitavano di ulteriore training fisico per iniziare le riprese. Nonostante questo, Kaya Scodelario che voleva immergersi completamente nel ruolo di Teresa, prese lezioni per conto proprio, senza voler utilizzare controfigure nelle pellicole. A Thomas Brodie-Sangster invece serviva l'abilità di zoppicare con naturalezza per Newt e gli venne un'idea geniale, degna dello scienziato che ha ispirato il nome del suo personaggio: mettersi dei sassolini nella scarpa.
4. In Nomen Omen
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Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien, Thomas Brodie-Sangster e Ki Hong Lee in una scena del film
A proposito di ispirazioni, In Nomen Omen dice il detto, ed effettivamente i nomi dei protagonisti della saga letteraria (e quindi del franchise cinematografico) non sono stati scelti a caso ma intendono omaggiare personaggi storici realmente esistiti e divenuti celebri per aver portato delle importanti innovazioni e scoperte all'interno del proprio campo, come la scienza, la matematica, la fisica e la filosofia. Tra questi citiamo: l'inventore Thomas Edison per il protagonista maschile, Madre Teresa per la protagonista femminile, Isaac Newton per Newt, il nostro Galileo per Gally, l'evoluzionista Charles Darwin per Chuck, Albert Einstein per Alby, il Primo Ministro inglese Winston Churchill per Winston e il Padre Fondatore Benjamin Franklin per Ben.
5. Ispirazione cinematografica
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Dylan O'Brien con il regista Wes Ball sul set di Maze Runner - Il labirinto
Quali film hanno ispirato Wes Ball tanto per il primo capitolo quanto per i suoi sequel Maze Runner: La Fuga e Maze Runner - La rivelazione? Due sono le ispirazioni cinematografiche solo apparentemente antitetiche, ma forse complementari. Da un lato Steven Spielberg che ha cresciuto molti di noi con i suoi film di formazione e d'avventura, principalmente col suo cult Jurassic Park, che ha avuto sequel e spin-off a sua volta. Dall'altro Terrence Malick, legato nella sua filmografia alla natura e una visione di cinema tra il naturalistico e l'ancestrale e forse proprio per questo legato alle tematiche di Maze Runner. Ball dichiarò che si fece una maratona di tutte le pellicole di Malick prima di iniziare a girare.
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muatyland · 3 years ago
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Maze runner. Il veliero del labirinto: Vol. 1 | James Dashner
Maze runner. Il veliero del labirinto: Vol. 1 | James Dashner
Settantatré anni dopo gli eventi di La rivelazione, quando Thomas e altri immuni furono mandati su un’isola per sopravvivere all’apocalisse innescata dall’Eruzione, i loro discendenti hanno trovato un equilibrio per andare avanti. Ma nel momento in cui, in un giorno qualunque, appare una donna su una vecchia nave arrugginita portando notizie nefaste dalla terraferma, si sentono di nuovo smarriti.…
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downtobaker · 3 years ago
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Maze Runner: il veliero del labirinto, in anteprima mondiale per Fanucci
Maze Runner: il veliero del labirinto, in anteprima mondiale per Fanucci
da redazione Settantatré anni dopo gli eventi di La rivelazione, quando Thomas e altri immuni furono mandati su un’isola per sopravvivere all’apocalisse innescata dall’Eruzione, i loro discendenti hanno trovato un equilibrio per andare avanti. Ma nel momento in cui, in un giorno qualunque, appare una donna su una vecchia nave arrugginita portando notizie nefaste dalla terraferma, si sentono di…
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pangeanews · 5 years ago
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“Rivoluzionari contro noi stessi”: l’epopea di Guido Keller, il Kurtz di Fiume, l’eroe situazionista che gettò un pitale sopra Montecitorio
Il tramonto ha un fascino meridiano, immediato. Fiume è finita, l’esplosivo estetico, l’epicentro rivoluzionario, la supernova politica, ormai è cenere, ornamento letterario, liberazione abortita. Gabriele d’Annunzio, sopraffatto dalla fine, austero alla dissipazione, scrive a Guido Keller, è il 12 settembre 1921, la lettera è vertiginosa. “Sono tanto scontroso che stasera non mi piace di stare nemmeno con un compagno notturno come te. Non so se tu sia il Guido Keller di quella notte. Tutti cambiano intorno a me. E io sono stanco di fare da pietra di paragone. (…) Voglio andare a trovare nuovi compagni nel deserto: compagni trasparenti, con una testa di cristallo di rocca, come quei busti medicei di pietre dure. (…) La mia febbre di Ronchi mi torna con immenso brivido lirico. Te lo comunico a distanza. Una bella donna mi disse una sera: ‘Se volete essere più vicino a me, andatevene’. E vorrei stasera per unico nutrimento quel grappolo d’uva che in quella casupola di Ronchi fu messo accanto alla mia branda bruciante. Te ne ricordi? Non ne mangiai neppure un acino. Tu che sei mago, va, ritrovalo e portamelo. Il tuo Gabriele d’Annunzio”. Andarsene, per rendere tutto indimenticabile. Assegnare alle ceneri nitore di marmo.
*
Milanese, Acquario (nasce il 6 febbraio 1892), Guido Keller von Kellerer è barone, figlio di industriali della seta, scapigliato, direbbe l’allegro cinico – e geniale – conte Alberto Carlo Felice Pisani Dossi, con una maniaca passione per il volo. Icaro che s’inarca sul labirinto bellico, Keller è eroico durante la Prima guerra, il Lancillotto di Baracca – di cui reggerà la salma – “tre medaglie d’argento, 116 voli di scorta e caccia, 137 voli di crociera, 40 battaglie ingaggiate, 7 avversari abbattuti, infinite missioni per colpire o fotografare le trincee della prima linea nemica”. In volo, si dice, nei momenti di quiete, preferendo le nuvole all’uomo, cinto d’azzurro, legge L’Orlando furioso e la Vita del Cellini. Trae ispirazione dalla cavalleria magica, dall’ardore dell’arte. Lo chiamano l’Asso di Cuori. Sarà il solo a dare del tu al Comandante, a D’Annunzio, lì, nel fulgore di Fiume.
*
Ripeto. Ardo del tramonto, preferisco la luce obliqua, il corrusco che corrode le medaglie. Dopo Fiume Guido Keller, Achille dadaista, cocainomane perso, svanisce tra imprese folli, al limite dell’onirico. Nel 1923 è a Bengasi. Chissà se ha letto Conrad, fatto è che si tramuta in una specie di Kurtz dei deserti. “Come casa, sceglie un veliero in disuso dove accoglie la aristocrazia coloniale ma anche quella locale. In Africa scopre il fascino degli indigeni e trascorre molto tempo con loro nel deserto, fino a destare scandalo. Negligente, refrattario alla disciplina, affascinato dall’individualismo dei popoli ‘primitivi’, vola di oasi in oasi”. Un aneddoto ne coglie l’indole alla sfida: Keller è in ricognizione punitiva contro i ribelli al governo coloniale italiano. Il suo velivolo declina, abbattuto. I nemici si avventano contro il mezzo. “I ribelli accorrono per fargli la festa ma restano perplessi quando dalla fusoliera esce un uomo barbuto dalla pelle scura, vestito alla maniera araba. Keller conquista il capo dei ribelli col quale riesce a intendersi grazie a un interprete occasionale. Quando ormai è creduto morto, l’aviatore torna alla base a cavallo di uno splendido sauro bianco, scortato dalla tribù nemica in armi. Si potrebbe credere a un’invenzione dei biografi modellata sulla vicenda analoga accaduta sul finire della Prima guerra mondiale. Ma nell’Archivio del Vittoriale è conservata una fotografia che ritrae Keller e i suoi singolari accompagnatori”. Così scrive Alessandro Gnocchi, in un libro straordinario, Guido Keller. Ala-Pensiero-Azione (Giubilei Regnani, 2019), costruito con materiali sconosciuti tratti da una lunga speleologia negli archivi del Vittoriale, che finalmente rende chiaro il ritratto di un uomo anomalo, certamente anormale, su cui dovrebbe avventarsi un romanziere.
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Il libro è tesoro per beati bibliomani, per altro: Gnocchi allinea alcuni testi di Keller pubblicati su La testa di ferro, testata fiumana diretta dal futurista Mario Carli e su Yoga, foglio ideato da Keller insieme a Giovanni Comisso, che dilaga l’impresa di Fiume come avventura dello spirito, d’allucinata consapevolezza (si dicono “Rivoluzionari non contro un partito o per un partito ma rivoluzionari contro quello che siamo. Rivoluzionari contro noi stessi onde si abbia a perdere le nostre false arroganze, le nostre vili menzogne le nostre tardive e appassite bellezze”).
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Fotografia autografa di Guido Keller inviata a Margherita Sarfatti
Torno al gorgo dei deliri, alla rassegnazione che sboccia in urlo, all’uomo impossibilitato alla vita perché immerso nella fatalità dell’eroico. Nel 1926 Keller è in Sudamerica. Cerca l’oro, ordisce rivolte, ambisce al grido. Kurtz si trasforma in Fitzcarraldo. “Perù e Cile sono le tappe più lunghe. Ma riesce a visitare il Brasile, il Venezuela e ad affacciarsi sul mare dei Caraibi. In Venezuela proverà a commerciare oro. La cosa non va in porto, anche se qualche piccola pepita gli rimane in tasca. A Lima è delegato al servizio dei fasci locali. Riprende a sniffare troppo… Keller sogna la fusione delle nazioni sudamericane in un unico blocco che in nome della latinità privilegi il commercio con l’Italia e si opponga al colonialismo economico degli Stati Uniti. Incontra politici, industriali, commercianti, aspiranti rivoluzionari. Non è solo il delirio di un cocainomane che a Lima prova tutte le qualità della magica polvere. L’ambasciata lo rimpatria per motivi poco chiari (sospetto traffico di oro, briciole racimolate lungo il corso del fiume Orinoco)”.
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Nel 1929, in una specie di previsione della morte, che accade il 9 novembre, a 37 anni – incidente stradale, nei dintorni di Magliano Sabina, circonfuso dall’enigma – Keller scrive con ossessione a D’Annunzio. Il 10 agosto: “Pronti ad un tuo cenno con un gruppo d’arditi di confine piombiamo oltre Fiume nel sonno della mezza estate per annientare il trattato di Rapallo. Così sapremo dare una realtà virile a questa barocca coreografia burocratica Imperiale… Se non vuoi essere il Nostro Condottiero sii il Compagno che ci aiuta ad uscire da questa morta gora in cui le qualità individuali nulla valgono”. Ma D’Annunzio è altro, altrove, ora. Keller gli destina il tradimento. “Il tuo letargo metafisico non ha vita. Invano ti illudi artefice di sogni col cesello della parola. La passione è nel sangue che anima la lama mortale. L’Uccidere è l’Arte più perfetta di Vita ch’io conosco”, gli scrive.
*
Sembra aver vissuto la vita da romanzo funambolico che non sapremmo più neanche desiderare, Keller. Di un gesto almeno gli siamo grati. Il 14 novembre 1920 su un biplano Ansaldo SVA sorvola la Capitale. Scorge Montecitorio. Sul regno dei parlamentari scaglia un pitale pieno di rape e carote. Con dedica: “Guido Keller, Ala: azione nello splendore, dona al Parlamento e al Governo che si reggono da tempo con la menzogna e con la paura, la tangibilità allegorica del loro valore”.
***
La riforma scolastica secondo Guido Keller. Per gentile concessione si pubblica un documento di Keller tratto dal libro, curato da Alessandro Gnocchi, “Guido Keller. Ala-Pensiero-Azione” (Giubilei Regnani, 2019).
La nuova scuola
AMORE
A proposito di scuola, il nostro grande amico Keller, l’asso famoso e una delle menti più elette che siano oggi a Fiume, come ebbe a dire lo stesso Comandante, ci invia questo abbozzo di programma scolastico. Lo pubblichiamo con grande piacere, e lo facciamo nostro:
I.
La scuola classica (teorica) deve riuscire pratica.
La scuola tecnica (pratica) deve riuscire utile.
La differenza tra le due scuole deve essere abolita, inquantochè la Vita non tollera che l’una sia spirito senza corpo e l’altra corpo senza spirito.
Colui che ha intenzione di non costruire troverà nella costruzione la ragione d’una maggiore contemplazione e il capitano di lungo corso mirando le stelle scoprirà per esse la rotta e la eternità dell’anima.
II.
Ogni grado di cultura è riuscito sinora soltanto che simmetrico volume, da oggi nella scuola deve essere valutato come termine asimmetrico per una continua reazione generatrice di vita. Centro della reazione è l’AMORE. L’abbandono della coltura verso l’amore ci fu imposto colla guerra sul nostro terreno dai nostri nuovi amici: coloro che furono foggiati prima di noi da vergini elementi in un quotidiano lavoro.
III.
L’amore è tanto più bello quanto più s’avvicina all’istinto (base divina) e quanto più s’allontana dalla ragione (base di misura d’ambiente irreale).
IV.
La gioventù avanti d’entrare nella scuola si trova nello stato di grazia. La scuola dovrà essere la ripetizione delle forze e degli avvenimenti che generarono il nostro abbandono. Procurerà l’avvicinamento alla terra senza interposizioni di pressanti speculazioni umane, ma mediante la libera intuizione del divino che porta al convincimento danzante della superiorità ed eternità dello spirito e della inconsistenza della materia.
V.
Il popolo senza la scuola; ma l’argomento III ha ottenuto tale grado di sapere da sorpassare chi fuori del suo ambiente, educato alla vecchia scuola sta come albero a cui siano state tagliate le radici. Così sussiste lo stesso raffronto tra la nostra razza occidentale e tutte quelle poste ad oriente, sfoggiate dalla terra. La nostra superiorità su di loro non poggia che sulla forza, mentre da esse a noi non venne che luce.
VI.
L’allodola alta nella luce del cielo canta a chi passa di mattina presto pei campi ancora intatti di rugiada.
(“La testa di ferro”, 13 giugno 1920)
L'articolo “Rivoluzionari contro noi stessi”: l’epopea di Guido Keller, il Kurtz di Fiume, l’eroe situazionista che gettò un pitale sopra Montecitorio proviene da Pangea.
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