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Margarita & Behemoth - art by Aleks Shcherbakov
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I never really give a damn about other's opinions printed onto the back of a book but I actually loved the one on my German copy of The Master and Margarita that goes: "This book is like a powerful rush that never lets you go. The images and thoughts chase you like a flickering kaleidoscope and condense into a masterful overview of sublime beauty."
I love the kaleidoscope comparison and I love this book man
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“ È bene ricordare che i vecchi politici italiani avevano un certo senso dell'umorismo. L’aveva Giulio Andreotti, capace, lui sì, di sottile ironia. E per venire a una figura più recente, penso a Marco (Giacinto) Pannella, che sapeva, tra l’altro, usare bene il linguaggio per prospettare soluzioni nuove e inaspettate. La sua era un’ironia d’assalto, senza dubbio, ma assai stimolante. E fra i leader politici non italiani penso a Gerry Adams. Quando l’ho incontrato alcune volte nei pub di Belfast si dimostrava una persona piacevolissima che faceva ridere con le sue battute quelli con cui chiacchierava con grande socievolezza. L’ironia, qualche volta almeno, ha bisogno di questa amabilità. I politici italiani oggi più noti non ne sembrano provvisti. Il problema è che non sono ironici, e non sono nemmeno divertenti. Ma ce n’erano di divertenti? Forse sì. Gramsci? Secondo me, era uno che aveva un notevole senso dell'ironia. E se Gramsci non l’aveva, ce l’aveva Gobetti. E Lenin era un tipo ironico? Penso di sì. Era capace di un’ironia impregnata di sarcasmo, e quindi era una forma di ironia violenta e aggressiva; però, Lenin l’aveva. Stalin direi meno. Malgrado la battuta che fece all'autore de Il maestro e Margherita, Michail A. Bulgakov: «Ma avvocato, com’è che Lei non mi telefona mai?». Dunque, persino Stalin qualche battuta ironica la faceva… Io credo che un analogo atteggiamento si ritrovi anche in vari altri dirigenti dei paesi detti «a socialismo reale». Curioso modo di esprimersi, peraltro. Gli altri paesi socialisti, o meglio socialdemocratici, sono invece a socialismo irreale? Gli unici che forse posso pensare che fossero ironici in modo sofisticato sono alcuni politici della Cina popolare. Per esempio, Zhou Enlai, quando gli chiesero un parere sulla rivoluzione culturale promossa dall'amato presidente Mao Zedong, dichiarò: «Siete troppo frettolosi. Volete un giudizio su qualcosa che sta accadendo adesso? Be’, con molta fatica stiamo capendo ora quello che è successo durante la Rivoluzione francese». Una battuta di notevole classe. “
Giulio Giorello, La danza della parola. L'ironia come arma civile, Mondadori (collana Orizzonti), 2019¹. [Libro elettronico]
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Ma lo sguardo no, quello non si può confondere, né da vicino né da lontano! Oh, lo sguardo, sì che è significativo! Come il barometro. S’indovina tutto: chi ha un gran deserto nell’anima, chi senza una ragione è capace di ficcarti uno stivale fra le costole e chi invece ha paura di tutto.
Michail Bulgakov - Cuore di cane
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I don't understand how can people sell their souls to the Devil? Like how can you expect something good to happen? It's a literal devil-
Anyway...
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L'amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpì subito entrambi. Così colpisce il fulmine, così colpisce un coltello a serramanico.
#il maestro e margherita#Il Maestro e Margherita#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#Michail Afanas'evič Bulgakov#michail bulgakov#amore#libri#letteratura#letteratura russa
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«Che cosa sarebbe il tuo bene se non ci fosse il male, e come apparirebbe la terra se non ci fossero le ombre? Le ombre nascono dagli oggetti e dalle persone. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Non vorrai per caso sbucciare tutto il globo terrestre buttando via tutti gli alberi e tutto ciò che è vivo per godere nella tua fantasia della nuda luce?»
Il Maestro e Margherita, Michail Bulgakov
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Ma perché allora non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? Perché? Tutto passa. Passano le sofferenze e i dolori, passano il sangue, la fame, la pestilenza. La spada sparirà, le stelle invece resteranno, e ci saranno, le stelle, anche quando dalla terra saranno scomparse le ombre persino dei nostri corpi e delle nostre opere. Non c’è uomo che non lo sappia. Ma perché allora non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? Perché?
Michail Bulgakov, da La guardia bianca
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Behemoth - art by Maxim Kozlov
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Mi ha preso la tristezza al pensiero del lungo cammino. Non è vero che questo è del tutto naturale anche quando si sa che alla fine di quel cammino c'è la felicità?
Ascolta la quiete, - diceva Margherita al Maestro, e la sabbia frusciava sotto i suoi piedi nudi, - ascolta e godi ciò che non ti hanno mai concesso in vita: il silenzio. Guarda, ecco là davanti la tua casa eterna, che ti è stata data per ricompensa. Già vedo la trifora e la vite che s'attorce e s'alza fino al tetto. Ecco la tua casa, la tua casa eterna. So che alla sera ti verranno a trovare coloro che tu ami, che ti interessano e che non ti inquieteranno. Suoneranno per te, canteranno per te, vedrai che luce ci sarà nella camera quando saranno accese le candele. Ti addormenterai, col tuo berretto consunto ed eterno, ti addormenterai col sorriso sulle labbra. Il sonno ti rinforzerà e saggi saranno i tuoi pensieri. E mandarmi via ormai non potrai. Il tuo sonno lo proteggerò io.
Michail Bulgakov, da Il maestro e Margherita - a cura di Margherita Crepax
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Il Maestro e Margherita - Differenze tra alcune traduzioni
Ho letto Il Maestro e Margherita nella prima delle edizioni qui sotto elencate. Essendo un grande classico è stato tradotto innumerevoli volte, ma è da tanto che desidero fare una piccola analisi sulle traduzioni, perché, mi sembra, cambia molto il senso del romanzo.
Non solo non sono un traduttore ma non so nulla di russo, quindi la mia analisi è pura opinione. Opinione, però, fatta da un’amante e da uno studioso del libro; vedremo, infatti, ad esempio, che in una traduzione c’è un vero e proprio errore logico.
Insomma, preferisco la prima edizione per le scelte fatte e per il ritmo che dà al romanzo. Le altre non sono orribili, ovviamente, e conviene sempre leggere Il Maestro e Margherita.
Ho scelto di confrontare le traduzioni con le uniche edizioni in mio possesso, che sono le seguenti:
1 Feltrinelli
Prima edizione nell’Universale Economica” - I CLASSICI gennaio 2011
Traduzione di Margherita Crepax
2 Mondadori
Prima edizione Oscar classici moderni marzo 1991
Traduzione Maria Serena Prina
3 Bur
Prima edizione Classici BUR deluxe 2018
Traduzione Milly de Monticelli
Quest’ultima versione ha deciso, inspiegabilmente, di chiamare Behemot Ippopotamo. Tecnicamente è la traduzione corretta ma non ha senso tradurre i nomi propri.
Iniziamo.
Di seguito alcuni pezzi significativi e il commento alle tre traduzioni.
Primo pezzo
1 Feltrinelli
Prima edizione nell’Universale Economica” - I CLASSICI gennaio 2011
Traduzione di Margherita Crepax
“Ricordo distintamente com’è risuonata la sua voce, bassa ma con dei picchi, e anche se può sembrare da stupidi, mi è parso che la voce rimbalzasse sul muro giallo e sporco e riecheggiasse nel vicolo. Sono passato in fretta dalla sua parte e nel raggiungerla le ho risposto:
“No”
Mi ha guardato meravigliata e io, all’improvviso e in modo del tutto inatteso, ho capito che per tutta la vita avevo amato proprio quella donna!
2 Mondadori
Prima edizione Oscar classici moderni marzo 1991
Traduzione Maria Serena Prina
“Ricordo distintamente come risuonò la sua voce, piuttosto bassa, ma con brusche variazioni, e per quanto possa sembrare stupido, ebbi l’impressione che nel vicolo si fosse creata un’eco, e che la voce rimbalzasse contro la parete gialla e sporca. Passai rapidamente dalla sua parte e, avvicinandola, risposi:
‘No’
Mi guardò sorpresa, e io all’improvviso e del tutto inaspettatamente compresi che per tutta la vita avevo amato proprio questa donna!
Analisi:
“ebbi l’impressione che nel vicolo si fosse creata un’eco” periodo inutilmente lungo che rallenta il ritmo.
“e del tutto inaspettatamente compresi “ un altro problema. Del tutto inaspettatamente non si può sentire. Mi viene da dire anche che l’amore non si “comprende”. Avviene.
“Questa”. Quella, non questa.
3 Bur
Prima edizione Classici BUR deluxe 2018
Traduzione Milly de Monticelli
Ricordo chiaramente il tono della sua voce, abbastanza profonda ma a scatti, e per quanto sia stupido, mi sembrava che l’eco urtasse nella viuzza e riecheggiasse dalla sporca parete ingiallita. Passai rapidamente dalla sua parte e avvicinandomi a lei risposi:
‘No’
Mi guardò stupita, e d’un tratto compresi - e fu una cosa del tutto inaspettata - che per tutta la vita avevo amato proprio lei.
Analisi:
“ma a scatti” Cosa vuol dire? In che senso? Come parla Margherita?
“per quanto sia stupido” variante che funziona.
“l’eco urtasse nella viuzza e riecheggiasse dalla sporca parete ingiallita.” Dove urta l’eco nella viuzza? La frase non ha senso. Rieccheggiasse “Dalla”? Non funziona.
“Mi guardò stupita, e d’un tratto compresi” Suona meglio.
“ - e fu una cosa del tutto inaspettata -” questo inciso però spezza il flusso della frase del tutto.
Secondo pezzo
1 Feltrinelli
Prima edizione nell’Universale Economica” - I CLASSICI gennaio 2011
Traduzione di Margherita Crepax
“E poi?” domandò a sua volta l’ospite “Quello che è successo dovrebbe indovinarlo da solo,” si asciugò una lacrima improvvisa con la manica del braccio destro e proseguì: “L’amore è balzato davanti a noi dal nulla, come un assassino in un vicolo, e ci ha colpiti entrambi, nello stesso istante. Così colpisce la saetta, così colpisce il coltello a serramanico. Ma lei, in seguito, sosteneva che non era successo così, e che noi ci amavamo già da tanto, tanto tempo prima, senza conoscerci, senza esserci mai visti; e che lei viveva con un altro uomo… E anchio là, con quella, come si chiamava…"
2 Mondadori
Prima edizione Oscar classici moderni marzo 1991
Traduzione Maria Serena Prina
“Vado avanti?” chiese di rimando l’ospite. “Ma quel che accadde in seguito se lo può immaginare da solo.” All’improvviso s’asciugò una lacrima inattesa con la manica destra, e continuò: “L’amore balzò dinanzi a noi come da sotto terra un assassino balza in un vicolo, e ci lasciò entrambi esterrefatti. Come lascia esterrefatti un fulmine, come lascia esterrefatti un coltello a serramanico! Lei d’altronde in seguito affermava che non era stato così, che noi naturalmente ci amavamo da tempo, senza conoscerci, senza esserci mai visti, e che lei aveva vissuto con un altro uomo… e io laggiù, allora… con quella, come si…
Analisi:
““Vado avanti?” chiese di rimando l’ospite. “Ma quel che accadde in seguito se lo può immaginare da solo.” All’improvviso s’asciugò una lacrima inattesa con la manica destra, e continuò” Questa parte iniziale tutto sommato funziona.
“L’amore balzò dinanzi a noi come da sotto terra un assassino balza in un vicolo” Il verbo “balzare” è debole, molle, per di più viene ripetuto due volte.
“ ci lasciò entrambi esterrefatti.” Esterrefatti non rende affatto l’idea di subitaneità e di violenza di quel colpo di fulmine.
“Come lascia esterrefatti un fulmine, come lascia esterrefatti un coltello a serramanico!” Buon dio, in che modo un coltello a serramanico lascia esterrefatti? Nella versione che piace a me c’era il verbo “colpire” che ha senso sia riguardo il fulmine/saetta sia per un coltello a serramanico. “Esterrefatti” è proprio una scelta sbagliata.
“che noi naturalmente ci amavamo da tempo” Naturalmente stona tantissimo. Non c’era niente di naturale, soprattutto se inteso anche come “normale”.
“e che lei aveva vissuto con un altro uomo” gravissimo errore. Margherita viveva con quell’uomo al momento dell’incontro ma anche, e qui sta la gravità inaudita, anche dopo; tanto che il momento della separazione avviene proprio a causa della convivenza di quell’uomo. Come può un traduttore ignorare questo passaggio?
3 Bur
Prima edizione Classici BUR deluxe 2018
Traduzione Milly de Monticelli
“Avanti?” domandò l’ospite “quello che avvenne poi potrebbe indovinarlo da solo.” D’un tratto si asciugò inaspettatamente una lacrima con la manica e proseguì: “l’amore ci aveva sorpreso inatteso e violento come un assassino che sbuchi fuori d’improvviso, e ci aveva pugnalato entrambi. Così colpisce il fulmine, così colpisce la lama finnica. Del resto, lei sosteneva in seguito che non avvenne così, che noi ci amavamo sicuramente da sempre, senza saperlo, senza esserci mai visti; lei viveva con un altro uomo… E io, allora… con quella, come si chiama…"
Analisi:
“D’un tratto si asciugò inaspettatamente una lacrima con la manica e proseguì” D’un tratto sta già inaspettatamente. I momenti sono diversi: il Maestro che all’improvviso si asciuga una lacrima e la lacrima che improvvisamente sgorga. Qua, invece, si è aggettivato lo stesso pezzo della frase, scelta incomprensibile.
“l’amore ci aveva sorpreso inatteso” sorpreso forse è sbagliato, visto che nella frase fa riferimento a loro. L’amore ci aveva sorpresi inatteso.
“inatteso e violento” almeno c’è la violenza, bene.
“come un assassino che sbuchi fuori d’improvviso, e ci aveva pugnalato entrambi.” anche qui, il senso della frase è molto buono, direi.
“Così colpisce il fulmine, così colpisce la lama finnica.” Fulmine o saetta va bene allo stesso modo. LAMA FINNICA no: è un orribile protagonismo del traduttore, tanto da distrarti nella lettura.
“che noi ci amavamo sicuramente da sempre” Sicuramente no, non c’è nulla di assodato e certo in quell’amore.
“senza saperlo, “ potrebbe starci però stona. Non si erano mai visti, è normale non sapere. Non è lì il punto: il punto è che non si conoscevano e che non si erano mai visti.
Terzo pezzo
1 Feltrinelli Prima edizione nell’Universale Economica” - I CLASSICI gennaio 2011 Traduzione di Margherita Crepax
E così lei diceva che quel giorno era uscita con i fiori gialli tra le braccia perché io finalmente la trovassi e che, se non fosse accaduto, si sarebbe avvelenata, perché la sua vita era vuota.
2 Mondadori Prima edizione Oscar classici moderni marzo 1991 Traduzione Maria Serena Prina
Così lei aveva raccontato che quel giorno era uscita con in mano i fiori gialli perché io finalmente la trovassi, e che se la cosa non fosse avvenuta, lei sarebbe avvelenata, perché la sua vita era vuota.
“e che se la cosa non fosse avvenuta,” inutile appesantimento della frase. Veramente senza senso l’uso della parola “cosa”.
3 Bur Prima edizione Classici BUR deluxe 2018 Traduzione Milly de Monticelli
Così mi disse che quel giorno era uscita con i fiori gialli perché finalmente la trovassi e che se non fosse successo si sarebbe avvelenata perché la sua vita era vuota.
Frase quasi perfetta, se non fosse per due dettagli: i fiori gialli che dovrebbero essere tra le braccia (ma questa è una mia preferenza personale) e l’assenza totale di virgole.
Quarto pezzo
1 Feltrinelli Prima edizione nell’Universale Economica” - I CLASSICI gennaio 2011 Traduzione di Margherita Crepax
“Su che cosa, su che cosa? Su chi? Disse Woland e smise di ridere. “Adesso? È sbalorditivo! E non poteva trovare un altro tema? Me lo dia da vedere.” Woland tese la mano con il palmo rivolto verso l’alto. “Purtroppo non posso," rispose il Maestro, “perché l’ho bruciato nella stufa.” “Mi scusi, ma non le credo,” rispose Woland, “non può essere, i manoscritti non bruciano”.
2 Mondadori Prima edizione Oscar classici moderni marzo 1991 Traduzione Maria Serena Prina
“Su cosa, su cosa? Su chi?” disse Woland smettendo di ridere. “E questo adesso? È una cosa sorprendente! <Non avrebbe potuto trovare un altro tema?> Mi faccia dare un’occhiata.” Woland tese il braccio con il palmo rivolto verso l’altro. “Purtroppo non posso farlo,” rispose il Maestro “perché l’ho bruciato nella stufa.” “Scusi, ma non le credo,” rispose Woland “non è una cosa possibile, i manoscritti non si bruciano.”
Non capisco davvero l’uso delle parentesi angolari. ““i manoscritti non si bruciano.”” Orribile trasposizione. Non “si” usano nel senso che non è uso farlo, non si fa per buon senso? È una forma molto debole rispetto all’alternativa.
3 Bur Prima edizione Classici BUR deluxe 2018 Traduzione Milly de Monticelli
“Su che cosa, su che cosa? Su chi?” chiese di nuovo Woland, quando ebbe finito di ridere. “Di questi tempi? È strabiliante! Non avrebbe potuto trovare un altro argomento? Me lo faccia vedere” disse, tendendo la mano con la palma all’insù. “Purtroppo non posso” rispose il Maestro “perché l’ho bruciato nella stufa.” “Scusi, non ci credo” replicò Woland. “Non è possibile: i manoscritti non bruciano”.
“Di questi tempi? È strabiliante” ottima trasposizione. “Di questi tempi” è migliore dell’ “adesso” della prima traduzione. “ tendendo la mano con la palma all’insù.” Qua il traduttore torna a urlare. Palma e non palmo, perché? ““Non è possibile: i manoscritti non bruciano”.” I due punti non sempre mi convincono in situazioni simili ma ammetto che ha senso, funzionano.
*il post verrà sicuramente aggiornato in futuro.
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" Un giorno - era di maggio - che la Città [Kiev] si svegliò risplendente come una perla nel turchese, e il sole rotolò fuori per illuminare il regno dell'etmano, e i cittadini erano già in moto, come le formiche, per i loro affarucci, e gli assonnati commessi dei negozi cominciavano ad alzare fragorosamente le saracinesche, un rombo terribile e sinistro attraversò la Città. Era di timbro inaudito - né di cannone né di tuono, ma così forte, che parecchie finestre si aprirono da sé e tutti i vetri tremarono. Il rombo si ripete, attraversò di nuovo tutta la Città alta, si riversò a ondate nella Città bassa, a Podol, e, attraverso l'azzurro e magnifico Dnepr, si perde nei lontani spazi moscoviti. I cittadini si svegliarono e nelle strade cominciò lo scompiglio. Dilagò in un istante, perché dalla Città alta, Pečersk, arrivò di corsa, urlando e ululando, della gente insanguinata e dilaniata. E il rombo si ripeté una terza volta e così forte che nelle case di Pečersk cominciarono a cadere fragorosamente i vetri e il terreno tremò sotto i piedi. Molti videro allora delle donne correre con la sola camicia indosso, gridando con voci terribili. Ben presto si seppe da dove era venuto quel rombo. Era venuto da Lysaja Gora, fuori della Città, sul Dnepr, dove si trovavano depositi colossali di munizioni e di polvere. A Lysaja Gora era avvenuta un'esplosione. Per cinque giorni la Città visse aspettando terrorizzata da Lysaja Gora l'ondata dei gas asfissianti. Ma le esplosioni cessarono, i gas non si sparsero, la gente insanguinata scomparve, e la Città riacquistò il suo aspetto pacifico in ogni sua parte, ad eccezione del piccolo angolo di Pečersk dove erano crollate alcune case. Inutile dire che il comando tedesco ordinò una severa inchiesta, e inutile dire che la Città non seppe nulla sulle cause dell'esplosione. Correvano voci diverse. - L'esplosione è stata provocata dalle spie francesi. - No, è stata provocata dalle spie bolsceviche. Si finì col dimenticare l'esplosione. "
Michail Bulgakov, La guardia bianca, traduzione di Ettore Lo Gatto, Einaudi, 1967; pp. 59-60.
Nota: la prima pubblicazione incompleta di Belaja gvardija [Белая гвардия] avvenne a puntate sulla rivista letteraria sovietica Rossija nel 1925 e l'opera teatrale ricavata dall'autore sulla base delle prime due parti riscosse subito un enorme successo (si dice che lo stesso Stalin vi assistette almeno una ventina di volte). Nel 1927 l'opera completa fu stampata a Parigi mentre una edizione censurata venne diffusa in Urss solo 1966. Come molte opere sgradite al regime La guardia bianca fu conosciuta nella sua interezza dai cittadini sovietici solo nel 1989.
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Quante volte ve l’ho detto: il vostro errore fondamentale sta nel sottovalutare l’importanza degli occhi umani. Capite, la lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai! Vi rivolgono una domanda inaspettata, voi, senza battere ciglio, in un secondo, vi padroneggiate e sapete che cosa bisogna dire per nascondere la verità, e lo dite nel modo più convincente, non un muscolo del vostro volto si muove, ma, ahimè, la verità smossa dalla domanda balza per un istante dal fondo dell’anima negli occhi, e tutto è finito!
Michail Bulgakov - Il maestro e Margherita
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Passavano migliaia di persone, ma io le assicuro che lei ha visto solo me, e mi guardava: non ansiosa, ma addirittura sofferente. E più della sua bellezza mi ha colpito la straordinaria solitudine nei suoi occhi, una solitudine mai vista da nessuno prima.
-Il maestro e Margherita, Michail Bulgakov
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