#lusso e intrighi
Explore tagged Tumblr posts
Text
Prime Video. Blink Twice - L'isola dei segreti e delle illusioni
Un thriller psicologico tra lusso, inganni e pericoli nascosti
Un thriller psicologico tra lusso, inganni e pericoli nascosti “Blink Twice” è un thriller psicologico avvincente che trascina lo spettatore in un vortice di lusso, seduzione e pericoli inaspettati. La storia ruota attorno a Slater King, un magnate della tecnologia dal carisma magnetico, che invita la cameriera Frida in vacanza su un’esclusiva isola tropicale insieme a un gruppo di amici potenti…
#Alessandria today#atmosfere oscure#Blink Twice#Channing Tatum#cinema 2024#Cinema Moderno#Colpi di scena#film 2024#film ad alta tensione#film ambientati su isole#film con trame avvincenti#film consigliati#film da non perdere#film da vedere#film d’azione#film drammatici#film inquietanti#film intriganti#film streaming#film su isole tropicali#film su Prime Video#giochi di potere#giochi mentali#Google News#isola deserta thriller#italianewsmedia.com#lusso e intrighi#lusso e pericolo#manipolazione e potere#Pier Carlo Lava
0 notes
Text

L'Orient Express fu inventato da Georges Nagelmackers, imprenditore figlio di una ricca famiglia di banchieri belgi. Nagelmackers venne ispirato dai famosi treni di lusso di George Mortimer Pullman, già attivi durante gli anni Sessanta e che il belga vide durante un viaggio negli Stati Uniti.
Era il 4 ottobre 1883 quando l'Orient Express iniziò il suo primo viaggio, inaugurando la tratta Parigi-Istanbul sul treno più lussuoso mai costruito. Nel tempo sono cambiate le tratte e le città toccate e il servizio originale della "Compagnie Internationale des Wagons-Lits" non esiste più: ormai ci sono compagnie private che offrono viaggi di lusso su lunghe tratte internazionali e treni chiamati ancora Orient Express. Un nome che ha fatto sognare generazioni di viaggiatori e stuzzicato la fantasia di romanzieri, da Agatha Christie con Assassinio sull'Orient Express a Ian Fleming con 007, dalla Russia con amore. Ma è anche un nome che evoca storie di vere spie, intrighi e mistero.
DA PARIGI A INSTANBUL. La grande avventura iniziò nel 1883, quando, tra nuvole di vapore e fischio del via libera, il treno lasciò solennemente la Gare de l'Est di Parigi diretto a Istanbul (all'epoca Costantinopoli). Nella folla elegante che assisteva alla partenza non mancavano gli scettici, convinti che "andare da Parigi a Costantinopoli fosse insensato come pensare di andare sulla Luna"
scrisse nel suo articolo sul Figaro il giornalista Edmond About. Insieme ad altri scrittori e personalità, faceva parte dei 40 invitati saliti a bordo per il viaggio inaugurale. Tutti erano elettrizzati per questa nuova esperienza e la raccomandazione di portare con sé un revolver non faceva che aggiungere suspense.
2 notes
·
View notes
Text
[Il crimine del buon nazista][Samir Machado de Machado]
Un thriller mozzafiato ambientato su un dirigibile di lusso nel 1933, dove un nazista, un inglese e una baronessa nascondono segreti inconfessabili. Scopri la verità tra intrighi politici, passioni proibite e l'ombra del nazismo.
Omicidio sul dirigibile: nazisti, omosessuali e misteri nell’aria! Titolo: Il crimine del buon nazistaScritto da: Samir Machado de MachadoTitolo originale: O crime do bom nazistaTradotto da: Vincenzo BarcaEdito da: Sellerio Editore PalermoAnno: 2024Pagine: 196ISBN: 9788838946837 La trama di Il crimine del buon nazista di Samir Machado de Machado Ottobre 1933. L’LZ 127 Graf Zeppelin proveniente…
#2024#Brasile#fiction#gay#Il crimine del buon nazista#LGBT#LGBTQ#libri gay#Magnus Hirschfeld#Narrativa#O crime do bom nazista#Samir Machado de Machado#Sellerio#Sellerio Editore Palermo#Vincenzo Barca
0 notes
Text
Luca Viozzi - Il nuovo romanzo “Delitto sotto le torri 2 - Il terzo segreto”
Il commissario Salviati questa volta è alle prese con un caso intricatissimo e viene aiutato nelle indagini dalla giornalista Sonia Neri

“Delitto sotto le torri2 - Il terzo segreto” è il nuovo romanzo dello scrittore e professore Luca Viozzi, un giallo tutto italiano che ha come sfondo il lungomare di San Benedetto del Tronto, edito dalla Giaconi Editore e acquistabile sui principali stores digitali. Il libro è il secondo capitolo delle avventure del commissario Filippo Salviati, diventando un punto fermo per gli amanti del genere giallo. Un avvincente racconto colmo di colpi di scena, intrighi, enigmi, scritto con estrema cura e ricco di dettagli che accompagneranno il lettore in un’immediata immersione emotiva e sensoriale sin dalle prime pagine. Un giallo d’altri tempi, ma con una caricata letteraria contemporanea che crea un mix di tensione e colpi di scena degni dei grandi classici della letteratura italiana e internazionale.
Il commissario si dedica alla ricerca della verità sull'omicidio di un noto personaggio del luogo. La narrazione procede attraverso capitoli brevi e incisivi, in cui si alternano momenti di tensione ad altri di riflessione, senza mai perdere di vista il filo conduttore dell'indagine.
“Il terzo segreto” è un romanzo che in verità va oltre la semplice etichetta di giallo, toccando temi come il potere, il denaro e la morte, ma anche l'arte, la religione e le tradizioni locali. Attraverso questi elementi, Luca Viozzi offre una riflessione sul bene e sul male, sul sacro e sul profano, creando un'opera che è al tempo stesso un intrigante giallo e un profondo esame della natura umana.
Scopriamo di più
Un noto direttore di banca viene trovato morto sotto un ponte vicino alla torre Gualtieri a San Benedetto del Tronto. Molti i misteri che avvolgono la vicenda legati a un passato che nessuno conosce. L’autore orchestra mistero e intrigo in un romanzo che lascia il fiato sospeso. Non è un caso semplice, tanti gli indizi e i rimandi storici legati al territorio. Curiosità e aneddoti che arricchiscono il racconto. La straordinaria capacità di Luca Viozzi di dosare colpi di scena, lusso e giochi di potere, appassiona il lettore fino all’ultima pagina. Il finale è sorprendente.
Acquista il libro
Facebook: www.facebook.com/lviozzi
Instagram: https://www.instagram.com/luca.viozzi_scrittore/
0 notes
Text


Tra champagne e caviale, niente era lasciato al caso a bordo dell’Orient Express, la linea ferroviaria di lusso diventata sinonimo di glamour e intrighi raccontati anche nei film.
Il 4 ottobre 1883 nella Gare de l’Est, famosa stazione ferroviaria di Parigi, si respirava un’aria carica di aspettative.
Poco più di una ventina di intrepidi passeggeri si stavano preparando per salire a bordo di un lussuoso treno che avrebbe allargato gli orizzonti dei viaggi. La destinazione del treno era Costantinopoli (oggi Istanbul) e il nome del treno era Orient Express, un servizio ferroviario intercontinentale che presto sarebbe diventato una leggenda in tutto il mondo grazie anche alle numerose rivisitazioni cinematografiche. L’idea di una ferrovia per collegare l’Europa da est a ovest era nata da un progetto guidato dall’ingegnere belga Georges Nagelmackers, e presto diventò il simbolo della belle époque, un’età d’oro per l’Europa che va dalla fine della guerra franco-prussiana nel 1871 fino alla Prima guerra mondiale nel 1914. In questo periodo la cultura artistica fiorì, si sviluppò il “turismo giramondo” e i ceti medi e alti approfittarono di una rinnovata prosperità e di uno spirito cosmopolita.
Alla fine del XIX secolo, la maggior parte dei Paesi europei era collegato tramite le ferrovie, eppure viaggiare in treno era ancora un’esperienza piuttosto spiacevole: i convogli erano scomodi e sporchi, inaffidabili e talvolta pericolosi, attraversare le frontiere era lungo e complicato. Sfortunatamente, non c’erano molti incentivi a migliorare la situazione: gli affari andavano a gonfie vele e i proprietari delle linee ferroviarie guardavano con sospetto alle innovazioni.
Tuttavia, nel decennio del 1860, mentre le linee ferroviarie si facevano largo nel continente, lungo le tratte cominciarono a fare la loro comparsa gli hotel di lusso. Ed è proprio lì che entrò in gioco Nagelmackers, rampollo di una nota famiglia di banchieri belgi. Durante una lunga vacanza negli Stati Uniti, Nagelmackers si lasciò rapire dal fascino delle famose carrozze letti Pullman (dette anche wagon-lit): carrozze passeggeri pulite, confortevoli, pensate per i lunghi viaggi.
Il primo viaggio ufficiale dell’Orient Express, nome che gli fu attribuito dalla stampa (nonostante il fatto che Costantinopoli, una città in equilibrio fra due continenti e diverse culture, non facesse davvero parte del cosiddetto “Oriente”) e in seguito accettato da Nagelmackers — fu un’esperienza straordinaria, a cui presero parte molti degli esponenti più influenti degli ambienti diplomatici, finanziari e dei circoli giornalistici di Parigi. Il treno era formato da tre carrozze, due vagoni letto, una carrozza ristorante e due vagoni per i bagagli. Ogni vagone, realizzato in legno di tek, riscaldato a vapore, illuminato da lampade a gas, era lungo circa 17 metri.
L’estate e l’autunno del 1883 furono un periodo politicamente irrequieto nei Balcani, che il treno doveva attraversare, così alcuni viaggiatori portarono a bordo delle pistole per autodifesa. Tra loro c’erano due personaggi le cui testimonianze furono fonti inestimabili per cogliere l’atmosfera che si respirava a bordo del treno: Edmond About, romanziere e corrispondente del quotidiano francese Le Figaro, e Henri Opper de Blowitz, corrispondente del Times of London.
Entrambi produssero ricche e dettagliate cronache che catturarono la magnificenza del treno. Blowitz si divertì a descrivere la carrozza ristorante con “le tovaglie e i tovaglioli di un bianco abbagliante, piegati in modo artistico ed elegante dai sommelier, i bicchieri scintillanti, i vini rosso rubino e bianco topazio, i decanter di cristallo per l’acqua e le capsule argentate delle bottiglie di champagne, che scintillano agli occhi del pubblico, all’interno così come all’esterno”. About invece rimase estasiato nello scoprire che “le lenzuola vengono cambiate ogni giorno, una sofisticatezza sconosciuta persino nelle dimore più eleganti”. Ogni scomparto, naturalmente, era dotato delle comodità più moderne dell’epoca: riscaldamento centralizzato, acqua calda e bagni privati.
L’arredamento dell’Orient Express era, senza dubbio, lussuoso e di classe. Ispirate ai migliori hotel del mondo, le carrozze sfoggiavano soffitti in pelle goffrata, tende in velluto, lenzuola di seta, mobili in mogano, posate in argento, bicchieri di cristallo, rifiniture in marmo e rubinetti in bronzo. Il treno era illuminato con lampade realizzate nella fabbrica del rinomato artista vetraio art nouveau Émile Gallé e le pareti erano decorate con arazzi della manifattura dei Gobelin, uno storico laboratorio di tessitura parigino, fornitore delle corti francesi fin dai tempi di re Luigi XIV.
Anche cenare sull’Orient Express era una grande attrazione. Sul costoso ed eccellente menu del primo viaggio ufficiale, la cena costava sei franchi, il pranzo quattro franchi e mezza bottiglia di champagne Moët & Chandon, sette franchi (il solo champagne costava all’incirca il corrispettivo di due giorni di paga di un minatore francese dell’epoca). Il menu, in francese e tedesco, era ricco di specialità: i migliori formaggi francesi, foie gras, roast beef, caviale e soufflé.
Inizialmente, il treno partiva due volte a settimana dalla Gare de l’Est di Parigi, attraversando Strasburgo, Monaco, Vienna, Budapest e Bucarest sulla strada per la città rumena di Giurgiu. A Giurgiu i passeggeri dovevano attraversare il fiume Danubio in traghetto fino alla vicina Ruse in Bulgaria e da lì un altro treno li avrebbe portati fino al porto bulgaro di Varna sul Mar Nero da dove, con un battello a vapore, avrebbero raggiunto Costantinopoli. I passeggeri del primo Orient Express impiegarono in totale 81,5 ore per attraversare l’Europa. Il primo viaggio si concluse con un sontuoso ricevimento al Palazzo di Topkapi, organizzato dal sultano ottomano Abdülhamid II. Il giorno successivo i viaggiatori ripartirono alla volta di Parigi, dove giunsero il 16 ottobre. About scrisse nel suo diario: “Fino a oggi, quando avevi qualche giorno libero e volevi viaggiare, andavi a Fontainebleau oppure ai porti sulla Manica. Oggi puoi raggiungere Costantinopoli”. E aveva ragione.
0 notes
Text
Tenebre e ghiaccio
Oggi voglio parlarvi di una trilogia fantasy la Shadow and bone di Leigh Bardugo. Sì proprio lei, l'autrice il cui libro Ninth house è stato il mio preferito di tutto il 2019.
Ninth house fa parte di una serie diversa e nuova appena iniziata e di genere urban fantasy, Shadow and bones invece è la prima trilogia scritta dalla Bardugo, nel lontano 2012, puramente fantasy e ambientata in un mondo che chiameremo Grishaverse, dove esistono delle persone dotate di magia chiamate appunto Grisha (non molto ben viste dai privi di magiato), un mondo dove la Bardugo ha ambientato ben tre serie! di cui la prima Shadow and bone è forse la più famosa e acclamata all'estero.
La trilogia è formata da tre libri:
1. Shadow and bone
2. Siege and storm
3. Ruin and rising
Che come dicevamo risalgono al 2012, e nel 2013 il primo libro è stato pubblicato anche in Italia col titolo Tenebre e ghiaccio.

Trama: Circondata da nemici, quella che un tempo era la potente nazione di Ravka è ora un regno diviso dai conflitti e letteralmente tagliato in due dalla Distesa, un deserto di impenetrabile oscurità, brulicante di mostri feroci e affamati. Alina Starkov è sempre stata una buona a nulla, un'orfana il cui unico conforto è l'amicizia dell'amico Malyen, detto Mal. Eppure, quando il loro reggimento viene attaccato dai mostri e lui resta ferito, in Alina si risveglia un potere enorme, l'unico in grado di sconfiggere il grande buio e riportare al paese pace e prosperità. Immediatamente viene arruolata dai Grisha, l'élite di maghi che, di fatto, manovra l'intera corte, capeggiata dall'affascinante mago Oscuro. Ma al sontuoso palazzo, dove gli intrighi e il lusso dei balli è tale da stordire e confondere, niente è ciò che sembra, e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le tenebre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.
I due seguiti purtroppo non sono mai stati pubblicati in Italia, ma tutto questo potrebbe cambiare perchè Netflix sta preparando una serie tv tratta da questa trilogia e da una sua duologia spin off, e io prevedo che presto potrebbe venire ripubblicata.
Ma arriviamo al punto e cioè alla mia recensione. Io ho scoperto questa trilogia solo quest’anno grazie al libro Ninth house che mi ha fatto conoscere la sua autrice e ho potuto leggerla integralmente (tutti e tre i libri) in inglese.
La mia opinione: Ho adorato Ninth house della stessa autrice e mi ha colpito il fatto che invece io non abbia amato questa che per molti è la sua opera forse migliore...perciò ho cercato di capire esattamente il perchè io non l'abbia apprezzata fino in fondo. In primis credo che sia dovuto al fatto che in alcuni punti mi ha ricordato la trama di altre serie fantasy che ho letto in passato: protagonista giovane che non sa di avere dei poteri o li nasconde, viene scoperta, deve imparare ad usarli, altri cercano di usare lei per i suoi poteri, lei impara ad usarli e salva il mondo e magari nel frattempo vive un triangolo amoroso, o viene tradita o altro.... Non dico che questa serie abbia una trama banale, tutt'altro, il mondo in cui è ambientata è molto fantasioso per alcuni aspetti e mi è piaciuto che il tipo di magia presente in quel luogo venga spiegato molto bene e sia stato studiato nei minimi dettagli, ma quel senso di già visto...è rimasto con me per tutta la lettura e mi ha fatto ricordare serie a mio avviso più belle Secondo, non ho empatizzato per niente con la protagonista. Capita. Questione di pelle, proprio non capivo la sua logica molte volte. Terzo e credo che sia il motivo principale, tifavo per il cattivo del libro. Non voglio fare spoiler a riguardo, ma in parte capivo di più le sue ragioni che non quelle della protagonista. Alla fine della trilogia l'autrice gli fa fare cose talmente imperdonabili che diventa impossibile scusarlo, è vero , ma...continuavo a capirlo. E secondo me il suo punto di vista specie all'inizio pur con tutti i difetti che aveva era non dico valido ma...logico per lui e mi sono ritrovata a pensare: se solo la protagonista avesse agito in modo diverso con lui fin dall'inizio...se si fosse fidata di più da subito forse avrebbe potuto influenzarlo forse avrebbe potuto mitigarlo... se non avesse amato un altro forse...tanti forse, tanti se. Fatto sta che io empatizzavo più con lui che con lei, specie nel primo libro. E quindi per questi tre motivi più altri minori non ho adorato questa trilogia, anzi arrivata al terzo libro ho faticato a finirla.Ma ciò non mi ha frenato da leggere la dulogia spin off di questa. Di cui vi parlerò in un prossimo post.
2 notes
·
View notes
Photo

---QUESTO PICCOLO GRANDE MONDO IPOCRITA--- BOY ERASED (vite cancellate) SODOMA (Un'inchiesta capace di riscrivere la storia della Chiesa) Due titoli che racchiudono una verità allucinante che ancora non vogliamo vedere. In queste due settimane di ferie mi ero ripromesso di fare due cose; leggere il libro di Frédéric Martel SODOMA, e vedere il film su una storia vera BOY ERASED (vite cancellate) del regista Joel Edgerton. Parto da quest'ultimo; questo film che tratta una storia vera, ha il grande pregio e merito di svelare e farci entrare in un mondo fatto di ipocrisia e pregiudizio dove si pensa che un "essere umano" possa essere “modificato”, partendo dal presupposto che il suo “essere” sia derivato da un modo, un atteggiamento, oppure una scelta. Benvenuti nel mondo delle terapie di “conversione”o “riparative”; centri tutt'ora operativi, in numerose località statunitensi (ben 700.000 persone sono state coinvolte in queste aberranti pratiche, che niente hanno di scientifico, ma rette solo da un falso retaggio religioso). Jared è un diciottenne, figlio di un pastore battista (Russell Crowe) e di una madre devota (Nicole Kidman) , perfettamente integrato in un tessuto rispettoso di sani ed integerrimi valori americani. Basta poco però, per rischiare di venire emarginato da tutto questo, in primis dalla famiglia, poi dalla comunità, infine dalla chiesa stessa. Basta rivelare di sentirsi attratto dagli uomini. Ma Jared non ha nulla da temere, sta a lui scegliere se davvero vuole “cambiare” e continuare ad essere amato e rispettato; per questo le porte del centro “Love in Action”, programma “Rifugio” sono aperte.(naturalmente pagando somme ingenti.) Ecco Boy Erased, il film manifesto di un percorso doloroso, inumano, traumatico, che molte volte ha causato suicidi, e che al tempo stesso è stato capace di portare alla consapevolezza e alla propria autodeterminazione. Ed è un percorso che il film interpretando questa storia vera, sottolinea in maniera perfetta, oserei dire consolatoria, con tanto di “poster” finale a suggellarne il buon esito. Jared abbandonerà questo “covo di matti”, andrà a vivere a New York con il suo compagno e vivrà in modo sereno la sua “vera vita” con successo. “Il pregiudizio, sia che tu lo eserciti o che ne sia vittima, danneggia sempre tutti” E veniamo a Sodoma, il libro inchiesta, del famoso scrittore e giornalista sociologo, Frédéric Martel, uscito da poco in contemporanea e tradotto in otto lingue, in una ventina di Stati, oltre all' Italia e Francia, dal Regno Unito agli Stati Uniti, dall'Australia al sud America, dalla Polonia alla Spagna ai Paesi bassi e altri ancora. Una indagine capillare svolta con novizia di particolari e fatti, tutti raccontati dai diretti interessati e che getta su questa istituzione ombre, misfatti e peccati mortali. Se da un lato la chiesa vorrebbe “curare” gli omosessuali, dall'altro scopriamo con questa inchiesta, se ancora ce ne fosse bisogno, una cruda ma reale verità. La chiesa con i suoi rappresentanti, preti, arcipreti, vescovi, arcivescovi, cardinali e papi; è l'essere fondamento, l'essenza, la natura, la realtà, la sostanza più vera dell'omosessualità. Ricordate quando si parlava di lobby gay all'interno del Vaticano? E le preoccupazioni del Papa? Ebbene non esiste solo una lobby gay in vaticano, ma esiste una quasi totalità di comunità di chiesa gay. Impedire l'ingresso ai seminari alle persone gay, non significa solo diminuire i casi di vocazione sacerdotale, ma svuotare e chiudere completamente le chiese. Cinquecento55 pagine che si basano su un gran numero di fonti reali. Durante gli oltre quattro anni di inchieste sul campo, sono state intervistate quasi 1500 persone in Vaticano e in trenta paesi diversi, tra questi figurano 41 cardinali, 52 vescovi e monsignori, 45 nunzi apostolici e ambasciatori stranieri e oltre 200 sacerdoti e seminaristi, tutti contrassegnati con nome e cognome. Tutte queste interviste, sono state realizzate sul campo di persona e registrate con l'aiuto di 80 “researchers”, corrispondenti, consulenti, mediatori e traduttori impegnati per svolgere al meglio le ricerche necessarie per il libro, Tutto questo per dire che niente è inventato o creato ad arte per screditare la chiesa. La chiesa si è screditata da sola. Perché coloro che tacevano ora hanno accettato di parlare. C'è un segreto in Vaticano che non può più essere ignorato. Dall'uscita di questo libro, stranamente, ma anche molto sospetto, la stampa e le televisioni non ne parlano; perché farlo significherebbe far crollare quella diga di falsità e ipocrisia che ancora con fatica continua a reggere. Francesco anche con il suo Motu Proprio, la sua ultima legge n. 297, non intende più chiudere gli occhi; troppi sono i casi di abusi sessuali che si contano ormai a migliaia, anzi a decine di migliaia, in tutto il mondo e sono un vero e proprio morbo per la chiesa cattolica. Ogni settimana vengono presentate nuove denunce, vengono accusati o incolpati vescovi, ci sono sacerdoti condannati e si susseguono gli scandali. In oltre l'80% dei casi si tratta di abusi omosessuali. Non è più possibile per Francesco, mettere la testa sotto la sabbia e tenere la linea di Giovanni Paolo II e dei suoi bracci destri, Angelo Sodano e Stanislaw Dziwisz ; ne mostrare indulgenza come faceva Benedetto XVI e dal cardinale Tarcisio Bertone. E' ormai assodato che le dimissioni di Benedetto non sono certo causate da motivi di salute, ma ben più vicine a problemi derivanti dall'omosessualità. Mi ricorda molto le sue scarpette rosse. Nessuno è innocente, tutti sono colpevoli. La causa profonda degli abusi sessuali sta nella rigidità di facciata che nasconde una doppia vita, (celebrare messa al mattino e cercare qualche escort in piazza dei cinquecento a Roma o nel resto dei “batuage” del mondo la sera) , e anche nel celibato dei sacerdoti. Dietro la maggior parte dei casi di abuso sessuale, ci sono sacerdoti o vescovi che hanno protetto gli aggressori a causa della propria omosessualità e per timore che questa possa essere rivelata in caso di scandalo o processo. La cultura del segreto (fai ma non dire nulla) era necessaria per mantenere il silenzio sulla forte presenza di omosessualità nella chiesa e ha permesso di nascondere gli abusi sessuali e ai carnefici di agire. Il Papa è convinto che la vicenda sia solo all'inizio, la chiesa è una torre di Pisa che minaccia di crollare o come il Titanic che affonda mentre l'orchestra continua a suonare. E' necessario cambiare tutto, se non si vuole rischiare di voler far scomparire una religione. All'interno del Vaticano esiste una macchina da guerra contro l'omosessualità, chiamata “La congregazione della fede”, a lungo chiamato “ Sant' Uffizio” incaricato della tristemente celebre “Inquisizione” e del suo famoso “Indice” (l'elenco di tutti i libri censurati e proibiti). Questo ministero del Vaticano continua ancora oggi a fissare la dottrina e definire il bene e il male. Tra i venti cardinali che attualmente figurano nell'organigramma della congregazione della dottrina della fede, una dozzina sono omosessuali “praticanti”, almeno cinque vivono con un ragazzo, tre fanno regolarmente ricorso a prostituzione di sesso maschile. Quindi, la congregazione è un caso clinico interessante, ed è il cuore dell'ipocrisia vaticana; essendo in gran parte omosessuale, questo clero impone l'odio verso gli omosessuali, ovvero l'odio di se stessi, con un atto di disperato masochismo. Questo interessante, anche se molto impegnativo libro, l'ho letto con grande passione, molta curiosità, ma altrettanta sofferenza; e alla fine ne devo dedurre che tutto quello che ho appreso, dalle confessioni di verità, alle dichiarazioni, misfatti, crimini e omissioni, mi hanno colpito molto, e in molti casi fatto provare un senso di schifo, di indignazione, di pena. Da omosessuale, il loro comportamento mi ferisce, perché dipingono l'omosessualità come il peccato, la volgarità, l'essere contro natura; moralmente disonesto. Come quel mantra che predicavano al congresso della famiglia di Verona “figli di Satana.” Loro sono tutto fuorché “moralmente onesti”; se volevano essere liberi di vivere la propria omosessualità con onestà e coerenza dovevano cercarsi un' altro lavoro e vivere con naturalezza per se stessi e nei confronti degli altri. La loro azione di mistificazione, inganno, montatura, truffa, ha causato e causa tutt'ora sofferenza e morte in tanti paesi del mondo dove per causa del fanatismo religioso le persone vengono discriminate e anche uccise. La superbia, la supponenza, di tanti cardinali e vescovi, è sconcertante. La loro vita da nababbi pieni di ricchezza in appartamenti di 900 metri quadrati e macchine di lusso, meriterebbe i strali di un Dio che loro vorrebbero misericordioso e buono, ma che a loro dovrebbe riservare le pene più infime dell'inferno. Il potere economico, all'interno della chiesa è più feroce e crudele del più malvagio degli assassini. E qui come non potrei infilarci il nome dell'arcivescovo americano Marcinkus, omosessuale attestato con un debole per le guardie svizzere e poi con una relazione con un sacerdote svizzero, ma questo sarebbe per questo prete il peccato minore; Famoso per essere il favorito di Giovanni Paolo II , nominato capo dello IOR, la famosa banca Vaticana che con lui ha conosciuto innumerevoli intrighi finanziari e spettacolari scandali. Accusato e incriminato di corruzione, e sospettato di aver fomentato assassinii compreso quello di Papa Giovanni Paolo I. Come ancora irrisolti appaiono, lasciando molte ombre e vergogne; l'omicidio della guardia svizzera Cédric Tornay del suo comandante e la moglie; anche in questo caso entra in gioco l'omosessualità. Altro mistero scandaloso, che meriterebbe finalmente la verità, il rapimento di Emanuela Orlandi. Il vaticano in quanto a segreti di stato, non è secondo a nessuno. Vorrei definire la chiesa non con parole mie, ma con quelle di un gesuita, padre Federico Lombardo, portavoce di due papi e cacciato dal gesuita Francesco: “l'obbedienza al papa è un valore assoluto, un valore che supera di gran lunga la verità. Quello che io vedo bianco, creda che sia nero se la chiesa gerarchica così stabilisce. La chiesa cattolica è certamente l'organizzazione che parla di più di verità, ha sempre questa parola in bocca. Brandisce costantemente la verità. Nel contempo è l'organizzazione che mente di più al mondo. Il “soldato” Lombardi è stato spesso costretto andare al fronte , incaricato di smentire e di difendere l'indifendibile ; un susseguirsi quasi ininterrotto di fallimenti, errori, scandali, affari e controversie. A differenza di altri però, lui è andato in pensione con grande umiltà e vive in una stanza spartana. A questo punto mi piacerebbe farvi una lunga lista di nomi di cardinali, vescovi e monsignori gay, dimenticavo papi; ma sarebbe interminabile e lunga da leggere; allora vi allego qualche dichiarazione simpatica, come quella di un arcivescovo gay della curia romana soprannominato “ La Paìva”che dice: “Lei sapeva che il papa è circondato da omosessuali?” Pensate quanto erano bellicosi in Vaticano; ai tempi del World Gay Pride tenutosi a Roma l'8 luglio 2000, i cardinali erano furiosi contro la sfilata gay, perché era stato loro rifiutato di parteciparvi con un carro. Simpatico poi quel cardinale polacco che chiamano “la vedova” da quando è morto papa Giovanni Paolo II, era il suo fedele e affidabile servitore. Un' altro simpatico cardinale in Vaticano viene chiamato Platinette, proprio come quella drag Italiana, e insieme ad un altro cardinale chiamato “la mongolfiera” per la sua arroganza e vanità, facevano parte di quella che potrebbe essere chiamata la prima “cerchia di lussuria” intorno a papa Giovanni Paolo II. Esistevano poi altre cerchie lussuriose che riunivano gli omosessuali “praticanti” a livelli gerarchici inferiori. I prelati eterosessuali erano e sono rari così come la castità era ancora più rara. Ecco una “perla” del cardinale Angelo Sodano, che dopo aver sempre difeso per principio i sacerdoti sospettati di abusi sessuali, dice “Dei non hominum est episcopos iudicare” (spetta a Dio, non agli uomini, giudicare i vescovi) Naturalmente sono solo pochi spunti, il libro ne racconta a migliaia; e per riassumere l'intera inchiesta posso dire: la misoginia del clero( atteggiamento di avversione e di repulsione da parte dell'uomo verso i rapporti sessuali con donne), la fine delle vocazioni sacerdotali, la cultura del silenzio in caso di abuso sessuale, le dimissioni di papa Benedetto, la guerra contro Francesco. Una rete smisurata di relazioni creatasi attorno alla vita intima dei sacerdoti, capace di sfruttarne le fragilità più profonde e di influenzare l'esercizio del potere della chiesa. Il volto nascosto della chiesa: un sistema costruito, dai seminari più piccoli alla curia romana, sulla doppia vita omosessuale e sull'omofobia più radicale. Più un prelato si mostra omofobo in pubblico, più è probabile che sia omosessuale in privato. La questione gay, naturalmente non spiega tutto, ma è una chiave decisiva per comprendere il vaticano e la sua posizione nella nostra società. Se si ignora questa dimensione relativa all'omosessualità, ci si priva di un elemento essenziale per decifrare gran parte dei fatti che hanno segnato la storia e la politica degli ultimi decenni. Dietro la rigidità c'è sempre qualcosa di nascosto, in tanti casi una doppia vita. Benvenuti in vaticano, una delle più grandi comunità omosessuali del mondo. “La Chiesa ha ammesso di aver commesso molti errori, solo che non vuole ammettere che sta continuando a farne.” Giovanni Corbanese
1 note
·
View note
Photo

Da Mesterchef a Masterkiller è un attimo... oppure no? 👨🍳🔪 #HannaLindberg torna in libreria dal 31 gennaio con Il gusto di uccidere, il nuovo #romanzo con protagonista la spregiudicata giornalista d’inchiesta Solveig Berg. Dopo Stockholm Confidential, dove raccontava il mondo patinato delle riviste di moda, in questo romanzo Hanna Lindberg realizza un ritratto senza scrupoli del mondo degli chef stellati, dove la disperata ricerca del successo giustifica gesti impensabili, dando vita a un thriller frenetico e fitto di intrighi. #TRAMA Il Cuoco d’Oro: l’evento al quale chiunque abbia, o aspiri ad avere, un ruolo nel prestigioso mondo della gastronomia svedese non può non partecipare, una serata che riserva sempre grandi sorprese. Solveig Berg, la più spregiudicata giornalista d’inchiesta di Stoccolma, sempre alla ricerca dello scoop, si è assicurata l’ingresso allo Stockholm Grotesque, il noto ristorante che ospita il premio. Tutti sembrano puntare su Florian Leblanc o su Jon Ragnarsson – due chef stellati un tempo soci, ora rivali. Ma proprio al momento dell’annuncio del vincitore le luci si spengono improvvisamente e un colpo di pistola sovrasta il brusio della sala, uccidendo Vanja Stridh, il capo di Solveig. Le indagini sull’accaduto iniziano rapidamente, ma Solveig capisce subito che la polizia sta imboccando una pista sbagliata, soprattutto a causa di quello che Vanja le ha bisbigliato prima di morire. Tra le sale e le cucine dei ristoranti di lusso della città, la giornalista si troverà così ad affrontare nuovi intrighi, una mente criminale imprevedibile. 💻 Trama completa sul blog, link in bio. —— Ebook 9,99€ Cartaceo 20€ Pag. 416 —— #libri #pubblicazioni #ebook #leggerefabene #leggeremania #booklovers #leggere #letture #booknow #booklover #leggerechepassione #leggeresempre #bookaddicted #bookaddict #bookish #bookaholic #booknerd #bookworm #bookstagram #igreaders #bookaddiction #bookblogger #booklove #peccatidipenna #longanesi #thriller https://www.instagram.com/p/BtN2FzMH9lU/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1yvfj6oboltk
#hannalindberg#romanzo#trama#libri#pubblicazioni#ebook#leggerefabene#leggeremania#booklovers#leggere#letture#booknow#booklover#leggerechepassione#leggeresempre#bookaddicted#bookaddict#bookish#bookaholic#booknerd#bookworm#bookstagram#igreaders#bookaddiction#bookblogger#booklove#peccatidipenna#longanesi#thriller
0 notes
Text
“Non mi pare che sia un apostolo dei buoni sentimenti”. Traffico di organi in una Catania truce e bellissima: un caso per Natale Banco, giornalista detective per senso civico. Dialogo con Gianni Bonina
Natale Banco, giornalista con la passione dell’indagine, vedovo, in conflitto generazionale con il proprio figlio ventenne, è il protagonista della trilogia che Gianni Bonina, giornalista e scrittore catanese, dedica al giallo siciliano. A Cronaca di Catania (Mursia e Mesogea, sull’intolleranza razziale) e a Morte a debito (Mesogea, sulla mafia dell’industria lattiero-casearia) si è aggiunto adesso il terzo episodio incentrato sul traffico di organi umani, Un cuore per la signora Chimento (Marlin, 2020). Dunque, un giornalismo d’inchiesta ambientato a Catania (dove lo stesso Banco vive, anche se in Morte a debito figurava pure Partinico e in futuro nulla esclude che Banco si ritrovi in trasferta), che tracima in giallo sociale nel quale Banco, benché disilluso e piuttosto appartato, si trova ad agire contro “l’immobilismo e la staticità delle cose sinonimo di angustia”. E così, combattendo con i suoi mezzi l’‘ottimismo’ della peggiore specie, quello che nasce dall’assenza di informazione, conduce battaglie civili, scoprendo squallidi patti, denunciando mistificazione, mentalità mafiosa, degrado sociale, ma anche esaltando le bellezze paesaggistiche e architettoniche dei luoghi.
In Un cuore per la signora Chimento, titolo “romantico” per una vicenda oscura e velenosa, Banco s’inoltra nel girone infernale del traffico di organi umani in una trama inattesa e inquietante di inganni e di “patti” indicibili che è lì, sotto i suoi occhi, nella sua bella città, indolente e maligna, dove il malaffare, tra le statiche quinte di piazze e conventi, di vie storiche e palazzi, sembra un destino. L’aspetto tremendo della vicenda non è soltanto il fatto che avvengano le cose, ma che avvengono davanti a noi e non le vediamo. E invece Banco, attento indagatore delle pieghe e delle ombre del reale, tiene gli occhi bene aperti sul mondo circostante, ne coglie umori e voci, cerca indizi, guarda il dettaglio, ascolta attentamente. Anche a costo di sperimentare la solitudine o di condurre battaglie disperanti per la ricerca della verità. È vero che ci sono i dubbi, l’orgoglio, il timore per le persone che gli sono care (tra gli altri, il figlio Marco e l’“angelo custode” Rosa, l’ex insegnante divenuta barbona che lui ha salvato dalla strada), e i fantasmi con cui fa i conti ogni giorno, ma è proprio dell’io morale di Banco mostrarsi insofferente di fronte alla menzogna, soprattutto quando è spacciata per buon giornalismo. Non aspetta chiuso nella fortezza Bastiani, non si accontenta delle verità già pronte, preferisce affrontare l’insensatezza del male, e quando s’immalinconisce, come in questo caso, di fronte alle tristissime storie di un malinteso senso dell’amore, si concede un piccolo lusso. Apre la finestra della sua casa e dà un’occhiata all’infinito: da una parte il mare dalla bellezza assoluta, dall’altra l’Etna, sacro e potente, che egli ama fotografare ogni giorno.
Un giornalista, Natale Banco, con la passione dell’indagine, invece che un commissario o un ispettore.
Perché non un giornalista, se abbiamo filosofi detective come l’Aristotele di Margaret Doody, vecchietti investigatori come quelli di Malvaldi e insegnanti come Laurana di Sciascia oppure la Miss Marple di Agata Christie o ancora padre Brown di Chesterton? Penso che tenere legato il poliziesco al cliché del commissario sia uno stereotipo scaduto. Ma è pure vero che Banco è giornalista perché lo sono io, nella fondata supposizione che non c’è autore che non parli di quanto conosce meglio, specie se si tratta di gialli. E del resto, le inchieste del mio protagonista indagano non tanto chi è stato a compiere un delitto o un misfatto ma il perché e il come è avvenuto.
Chi è il giornalista Natale Banco e da cosa nasce la sua voglia d’indagare?
Potrei dire c’est moi, come ogni autore direbbe del suo personaggio. Ma siamo molto diversi. Non ho il suo coraggio, il suo rigore morale, le angosce che lo tormentano e le fobie che gli guastano la vita. Dividiamo forse lo stesso modo di vedere il mestiere di giornalista che non può aprirsi a concessioni di compromesso o di convenienza e dev’essere inteso al pari di un sacerdozio che non si divide tra una vita privata e un’attività pubblica. Banco potrebbe girarsi dall’altra parte, un po’ come tutti. Dopotutto non è un giornalista d’inchiesta, non opera in una redazione di cronaca perché cura una pagina di rubriche. Ma lo stesso motivo che lo spinge a gettarsi tra le fiamme per salvare un bambino straniero lo induce ogni volta a occuparsi di casi giudiziari, ma non solo. Chiamiamolo senso civico, ma credo che sia un modo di interpretare il giornalismo nel suo spirito più autentico: tant’è che per l’Adnkronos di cui è corrispondente, Banco non si limita a scrivere articoli frutto di informazioni ufficiali ma indaga egli stesso: anche perché perlopiù si ritrova coinvolto personalmente e deve cercare la verità per il suo bene.
Ma Banco fa anche esperienza di valori umani nei quali continuare a credere.
Non mi pare che sia un apostolo dei buoni sentimenti né voglia dare esempi di condotta o insegnare a credere in qualcosa. Banco sperimenta i “valori umani” non meno di quanto saggi i disvalori. Capita soprattutto alle persone sensibili, non superficiali, attente non tanto al prossimo in una chiave fideistica quanto alla loro circostanza entro una prospettiva laicamente umanitaria, di vedere nel mondo una sintesi tra bene e male. Banco è probabilmente uno di questi spiriti sospesi e sostanzialmente irrisolti, ma certamente propenso a coltivare un idealismo che gli offre il lato migliore della vita.
C’è infatti un personaggio importante in tutti e tre i romanzi, la signora Rosa. Qual è la sua funzione nella narrazione?
Quella dell’angelo custode, del nume tutelare, della coscienza pura. Rosa cade nella vita di Banco nel momento in cui, dopo la morte della moglie e la rottura col figlio, ha più bisogno di aiuto e di ritrovare equilibrio e serenità. Lui le dà del lei ed è corrisposto col tu, segno di una superiorità che egli stesso riconosce, perché Rosa è l’essere che ciascuno si augurerebbe: la maga che ricompone l’ordine del mondo circostante, semplicemente con la sua carica di umanità.
“Un cuore per la signora Chimento” di quali malaffari si occupa? Traffico di organi e basta?
Traffico di organi umani, stent scaduti e corruttela nella malasanità nella quale sono invischiati anche i poteri forti, compresi quelli politici, imprenditoriali e mafiosi. C’è anche un omicidio che sembra annunciato e che agisce come chiave per schiudere un mondo fatto di connivenze, collusioni, intrighi e spregiudicatezza. E c’è una femme fatale che si rivelerà la vera vittima del giro di complicità e congiura che stritola sia le persone che la città.
C’è un piano narrativo seriale che supera la trilogia?
Il progetto è stato pensato per durare e diventare appunto una serie. La struttura è verticale: ogni episodio è concluso quanto alla trama, ma personaggi e fatti si rimandano in successione. E altri se ne aggiungeranno a partire dal quarto volume, dove il tema centrale sarà l’urbanistica tra piani regolatori e lottizzazioni private. Posso anticipare che anche la vita privata di Banco subirà una svolta e chi leggerà Un cuore per la signora Chimento probabilmente immaginerà che tipo di svolta. Ma resterà ancora Catania il teatro di scena sul quale sarà rappresentata una certa città tralignata e bellissima, con splendide figure umane e altre turpi e marce. In realtà non tento di fare che un lungo discorso non solo su Catania ma sulla Sicilia di oggi.
Patrizia Danzè
L'articolo “Non mi pare che sia un apostolo dei buoni sentimenti”. Traffico di organi in una Catania truce e bellissima: un caso per Natale Banco, giornalista detective per senso civico. Dialogo con Gianni Bonina proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/38lcdbi
0 notes
Text
Cosa lega un romanzo famoso, un film di culto e il profumo di un brand cool come By Kilian? Un nome decisamente evocativo, Liaisons Dangereuses, ma molto altro ancora….
E’ sicuramente il più affascinante tra i creatori di brand di profumi: giovane, carismatico, cosmopolita e rampollo di una delle famiglie più influenti di Francia. Ai profumi è arrivato per caso, complice la tesi di laurea sulla semantica degli odori. Perchè Kilian Hennesy, nipote del co-fondatore del colosso del lusso LVMH, è cresciuto nelle cantine delle distillerie di famiglia, quelle del cognac Hennessy. Dopo un decennio trascorso nelle più importanti maison del settore, e appreso tecniche e segreti dai migliori nasi, ha lanciato la sua linea di fragranze di nicchia “By Kilian”. Materie prime di alta qualità, packaging super sofisticato e anima green, tra refill e custodie che si trasformano in clutch da sera. Finanche una particolare attenzione ai nomi delle sue creazioni, diverse delle quali si chiamano come un famoso brano musicale o un film, vedi Liaisons Dangereuses. Una pellicola cult degli anni ’90 (in italiano Le Relazioni Pericolose, e in inglese Dangerous Liasons) adattamento cinematografico dell’altrettanto famoso romanzo epistolare di Pierre-Ambroise-François Choderlos del 1782: Les Liaisons Dangereuses. Il libro, considerato un capolavoro della letteratura francese ha ispirato diversi registi, primo tra tutti Roger Vadim a cui si deve la prima trasposizione cinematografica nel 1959, nel 1988 tocca a Stephen Frears, a cui segue nel 1989 Milos Forman, con Valmont, mentre nel 1999 Roger Kumble ne ha dato un’interpretazione contemporanea con Cruel Intentions.
La versione più celebre però rimane quella diretta nel 1988 da Stephen Frears, con un cast stellare: Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman, e Keanu Reeves. Il film ci presenta due irresistibili canaglie: la Marchesa de Merteuil (Glenn Close) e il suo partner in crime ed ex amante, il visconte di Valmont ( John Malkovich). Per Valmont e la Marchesa, la vittoria è il massimo piacere: l’unico piacere, che si combatte a suon di intrighi, usando la seduzione come arma. La Marchesa soffre per essere nata donna in una società dove gli uomini hanno il potere, e la sua rabbia é il motore che la spinge. “Ho sempre saputo di essere nata per dominare il tuo sesso e vendicare il mio”, dice Glenn Close, ovvero La Marchesa de Merteuil, al visconte Valmont, e non c’è mai motivo di dubitare della sua affermazione per tutta la durata del film. Gelosia, invidia, vendetta sono i sentimenti che la dominano e il suo impulso è quello di esercitare la sua influenza nel mondo, grazie al suo indiscutibile carisma e la sua abilità nell’intrigo con cui manipola la vita altrui, insieme al suo complice. Sperando di vendicarsi di un ex amante, la Marchesa sfida Valmont a sedurre Cecile de Volanges (Uma Thurman), una vergine che andrà in sposa al suo nemico e che è stata scelta espressamente per la sua purezza. Anche se la ragazza è molto bella Valmont ritiene il compito un insulto. È troppo facile. Ha un picco più alto da scalare, una donna virtuosa e fedele, Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer) e scommette con la Marchesa che riuscirà nella sua impresa. Il regista ci mostra la complessità delle strategie usate dai complici e rivali che operano per la distruzione della purezza e dell’innocenza, così come la cinica ricerca del piacere a scapito del dolore degli altri. E così quella che nasce come una sfida e un divertimento si trasforma in un dramma. Un film assolutamente da vedere per la storia, tutt’ora moderna, i costumi meravigliosi, l’interpretazione magistrale dei suoi attori e il finale a sorpresa…..
Ma qual’è il fil rouge che lega la famosa pellicola, libro e profumo a parte il nome? Diversi i punti in comune senza dubbio. Il profumo ben rappresenta le personalità delle tre protagoniste grazie alla rosa, cuore e nota olfattiva sui cui é costruita la fragranza. La rosa è l’unico fiore infatti a vantare significati e simbologie diverse, in base all’epoca, luogo di riferimento, e al colore. Rosa che rappresenta l’amore passionale ma nello stesso tempo la purezza, così come un segreto (vedi l’espressione sub rosa), sensualità, vanità, bellezza e decadenza. Ed ecco la virginale Madam de Tourvel, la carnale Cecile e la vanitosa e altera Marchesa. Altra cosa che lega il profumo al film, e al libro, é l’interpretazione di questa rosa data dal profumiere, Calice Becker. Non si tratta di una rosa carnale, narcotica e decadente ma di una rosa succosa e vivace, una rosa tentatrice, che seduce e crea addiction, grazie alle note di ribes, pesca e prugna. Una rosa che dopo averti attirato non ti lascia più andare e ti avvolge con le sue note sensuali di muschio, sandalo, vaniglia, vetiver e note boisé. Proprio come una seduttrice o quelle relazioni che sembrano nascere per gioco e in cui ci si accorge che é troppo tardi per fuggire.
La mia review: Appena ho spruzzato Liaisons Dangereuses sulla mia pelle ho sentito subito la rosa, una rosa fresca, con delle sfumature verdi, per intenderci come il profumo in un roseto la mattina presto, quando il sole è basso all’orizzonte. Dopo cinque minuti, sparita la componente verde, e subentrata una parte più fiorita, fresca, non narcotica, la sensazione é quella di camminare in un prato fiorito in primavera mentre soffia una leggera brezza. Dopo dieci minuti ho iniziato ad avvertire qualcosa di succoso e dolce, ma non stucchevole, qualcosa che vien voglia di mordere. Dopo un ora sulla pelle ho un mix molto sensuale e femminile che profuma di rosa di frutti ma dalle sfumature legnose. Mi da una sensazione di morbidezza di calore, ma inteso come qualcosa di solare. Liaisons Dangereuses é un profumo che consiglio a chi ama le fragranze alla rosa, ma anche le fragranze femminili complesse, di grande personalità. Il sillage poi è notevole. Liaisons Dangereuses é perfetto per il giorno ma soprattutto la sera, con un abito castigato davanti ma con un scollo vertiginoso schiena e stilletto d’ordinanza, perché questo non è il classico profumo da seduttrice stereotipata ma di una donna che ama sedurre non solo con il corpo ma soprattutto con la testa.
Cosa lega un romanzo famoso, un film di culto e il profumo di un brand cool come By Kilian? Un nome decisamente evocativo, Liaisons Dangereuses, ma molto altro ancora.... Cosa lega un romanzo famoso, un film di culto e il profumo di un brand cool come By Kilian?
#Liaisons Dangereuses By Kilian#muschio#pesca#Profumi e film#profumi femminili#prugna#ribes nero#rosa#vaniglia#Vetiver
0 notes
Text
Recensione “ Rapita “
Ma Buongiorno/Buon pomeriggio o Buona sera a tutti.
Non mi faccio sentire da qualche giorno, lo so.. ero impegnata a leggere questo libro che come dice il titolo mi ha “rapita”.
Che cosa dire di questo libro?
Parto con il dire che questa è la prima volta che mi viene spedito un libro da un autore e sono super emozionata!
Ok…adesso mi calmo e comincio questa recensione.
Let’s Go!
Questo libro è davvero sconvolgente /in modo davvero positivo/. Personalmente, mi ha trasportata in un vortice di emozioni
E’ un libro inizialmente angosciante, descritto in una maniera empatica e che sembra trasportarti all'interno di esso, facendoti provare le stesse emozioni della protagonista.

Titolo originale: Rapita
di Raffaella Spano Listino: 11.50 Copertina: Flessibile Editore: Independently published Pagine: 362 Lingua: Italiano EAN: 978-1521023044 Data di uscita: 6/07/2017
TRAMA
Eleanor è una ragazza per bene e sofisticata, figlia di Leonard Kennedy, magnate del petrolio, e di Cindy Moore, famosa procuratrice statunitense. Cresciuta nei vizi e negli agi, Eleanor, vive in un mondo spensierato e disincantato. Tra negozi, ville, yacht e feste che annegano nel lusso, la giovane ragazza non conosce per niente la vita reale che si svolge tra le strade della sua città. Non conosce i pericoli, non conosce la paura e non sa nemmeno che esistono persone davvero crudeli e spregevoli che stanno architettando già da un po' il suo rapimento. Eleanor si ritrova catapultata in un mondo non suo. Rinchiusa e legata in una squallida stanza buia, fredda e puzzolente, circondata e sorvegliata da uomini mascherati e spietati che seguono solamente gli ordini di Mr J, il suo spregiudicato e misterioso rapitore. Un uomo dalla voce suadente quanto intimidatoria, bello e dannato, folle e diabolico.
Ma parliamo dei nostri due protagonisti:
Eleanor : Una parola che potrebbe descriverla inizialmente? Sfigata.
In una notte le sono successe fin troppe cose sbagliate, poverina.
Eleanor è fantasiosa, vuole una vita diversa dalle agiatezze e dal lusso in cui si ritrova, è una ragazza che osserva le piccole cose e ha un buon gusto in fatto di libri ma non molto in fatto di uomini/ beh.. tranne per J/.
Andando avanti con la storia, troviamo una Eleanor che combatte per i suoi diritti, che cede alle parole e al fascino del suo carceriere, facendo notare un chiaro segno di Sindrome di Stoccolma che poi si evolverà in amore e forse in una dipendenza dal suo J che con il tempo la fa diventare molto più forte e molto più intraprendente, regalandoci una ragazza diversa che sa ciò che vuole e che sa come prenderselo o tenerselo.
J: No, non voglio dirvi il suo nome o vi rovinerei la sorpresa.(?)
Abbiamo anche il suo punto di vista nel libro e devo essere sincera, ho amato molte sue riflessioni, tanto che alcune le ho condivise sulla mia instagram stories.
Vi riporto qui qualcosa: “ E ancora ricordo i suoi occhi chiari sempre vivaci e splendenti, diventati vuoti e spenti. Strappati alla vita in un modo precoce e violento, perdendo ogni probabilità di realizzare quei sogni fin troppo grandi per una come lei. E a nulla serve aggrapparsi alla fede, pregare e chiedere un perdono che mai arriverà. Si viene strappati dal mondo con crudeltà, senza preavviso, lasciandoci bloccati nel limbo delle cose non vissute.”
Il personaggio di J è forse quello che mi è piaciuto di più. Certo, ha dei difetti ma chi non ne ha?
Ha avuto una vita piena di ostacoli fin da bambino e ha fatto molte scelte sbagliate a seguito di due incidenti nella sua infanzia. Psicologicamente parlando / e no, non sono una psicologa ma mi piace esplorare la “testa” dei personaggi/, trovo davvero affascinante J sotto tutti i punti di vista. Lo vediamo in ogni sfumatura possibile e notiamo un notevole “cambiamento” nella storia che fa molto riflettere sia lui che noi. Volevo spendere due parole per Maddy: Questo lo possiamo definire o meglio..io l’ho percepito come un “fantasma” nella vita di J. Lei era l’opposto di Eleanor, lei voleva il lusso e odiava il suo “mondo” e ricorre spesso il suo nome tra i pensieri dell’uomo. Non so..penso che dia al personaggio qualcosa in più e che te lo fa amare con meno pregiudizi...a differenza dei “collaboratori” di J che beh.. non ho sopportato. / Ma sono di parte, scusate.. ahaha./
Certo.. io non so se avrei avuto il suo coraggio e la sua sfrontatezza in una situazione del genere, probabilmente la paura mi avrebbe controllata completamente ma l’autrice in questo libro, ti fa capire che c’è sempre una via d’uscita e beh sì, che l’amore è la forza più grande che possa esserci.
Troverete intrighi, rivelazioni scottanti e probabilmente sconvolgenti, amore, azione, battibecchi.. rimarrete a bocca aperta e probabilmente senza fiato.
Siamo giunti alla fine di questa recensione.<3
Ringrazio ancora Raffaella Spano per avermi dato modo di recensire il suo libro e spero di poter leggere presto il secondo, dato che sono già in astinenza ahahaha.
P.s: Se volete che recensisca qualche libro/saga/o altro, commentate e fatemi sapere.
Un bacio.
0 notes
Photo
«È possibile cambiare un destino, che pare inciso nella pietra?» questa è la domanda su cui l'intera vita di Livia, passata alla Storia come la Dama dei Sogni, è incentrata. Nata nell'eterno fuoco dell'Inferno, col nome di Axa avrebbe dovuto governare gli incubi degli Uomini, insieme al fratello, Ixo, eppure non fu mai in grado di farlo. Non fu per mancanza di potere, giacché i due gemelli avevano pari capacità, ma per l'orrore provato dall'inesperta Axa, nell'insinuarsi dentro gli incubi di un bambino. Il dolore provato innanzi a quelle lacrime innocenti fu tale da portarla a rigettare la sua stessa natura, ovvero di Demone dell'Incubo e di scappare dalla casa paterna. Scacciata dall'Inferno, mal vista in un mondo ancora giovane, dove una donna aveva il dovere di essere sottomessa agli uomini, ed eseguire i loro ordini, Axa trovò un nome Umano, Livia e concentrò i suoi poteri per creare una dimensione diversa, dove potesse sentirsi libera, nei panni che aveva scelto di indossare. Nacque così Erellont, il Regno dei Sogno, in cui Livia raccolse i sogni che si rifiutavano di morire alle prime luci del giorno, scintille di creatività e di vita.
I primi insediamenti nel Regno furono le città di Roel e di Ennas, semplici borghi di contadini, che nel corso del tempo, ebbero modo di sviluppare sia i centri abitativi, sia le loro abilità: i primi, i Roelliani, si concentrarono sulla sicurezza di Erellont, i secondi, gli Ennessiani, si dedicarono alla protezione della Dama, perché Livia era ormai potente, conosciuta, quindi costantemente in pericolo. I primi attacchi contro la Dama dei Sogni, furono sventati da Re Ennas, l'Indomito, colui che pose la prima pietra per la costruzione dell'omonima cittadina. Lo stesso San Michele sceso ad Erellont, preoccupato dalla grandezza del Demone dell'Incubo, era pronto a sfidarla ma conosciuta Livia, ne perorò la causa, attestandone l'avvenuta redenzione. Il fatto ebbe una profonda risonanza tra le Schiere Celesti, perché Axa era il primo ed unico Demone resosi puro agli occhi dell'Eterno; fu così che Erellont trovò la protezione degli Angeli, che divenne un luogo di pace, in cui le anime dei Giusti attendevano l'ingresso in Paradiso. Venne edificata Adler, una città costiera, patria degli artisti e sorse dal mare, la Cattedrale degli Abissi, il più grande museo di Erellont e tutto pareva andare serenamente nel verso giusto.
Nell'ombra, il Male aveva ripreso a tessere intrighi.
Il padre Axa e di Ixo, Caos, non fu affatto compiaciuto dell'opera della figlia, la sua furia divampò in un odio sconfinato per quella creatura, colmata di potere, che macchiava il suo sangue con gli Angeli, con gli spiriti dei Beati, perciò mandò a chiamare Ixo, divenuto il suo perfetto erede, perché feroce e malvagio quanto Caos. Costui gli ordinò di entrare in Erellont, uccidere colei che avevano chiamato 'figlia' e 'sorella', ormai irrimediabilmente perduta e di portare gli occhi della Demone, come pegni, poiché non ve ne esistevano di più belli in nessun mondo. «Tu sai, quanto siano meravigliosi gli occhi di Axa.» disse Caos: «Se credi di salvare quella scellerata, quindi, pensa bene a quel che farai, figlio.» lo congedò. Ixo non aveva alcuna intenzione di proteggere chi l'aveva tradito, chi aveva abbandonato la casa ed il dovere, perciò si mise subito all'opera per vendicarsi: il suo cuore nero, gli impediva l'accesso diretto a Erellont, ragion per cui Ixo decise di penetrare nei sogni di Finegar, eroe di Roel e gradualmente, ne avvelenò la mente con dubbi e pensieri malevoli: perché quel luogo, nato per raccogliere i sogni, era diventato il rifugio di qualsiasi creatura magica? Perché lui, Finegar, il più grande tra i guerrieri di Roel, era costretto a piegarsi ai voleri di una dannata femmina, per giunta nata Demone? Il primo a cadere a causa di Finegar fu Eri, il Giardiano delle Porte di Roel, fratello maggiore dello stesso guerriero. La storia di Eri fu triste, perché narra di un fiero combattente, mai vinto sul campo di battaglia, privato dell'onore di perire con la spada in pugno in duello. Racconta di come Eri fu vigliaccamente avvelenato dall'ultima persona che credeva potesse tradirlo e mentre soffocava nel suo vomito, dalla sua unica lacrima, nacque uno dei fiori più belli di Erellont, il Fiore del Sospiro. I Demoni, che entrarono nel Regno, si sparsero a macchia d'olio e nefandezze indescrivibili vennero compite, ma forse la più grande fu la distruzione del villaggio di Roel, per mano di colui che avrebbe dovuto difenderla, di colui che era acclamato quale eroe. Sobillato dagli incubi di Ixo, Finegar uccise anche la propria sposa ed il figlio che portava in grembo, partorito a causa delle ferite. Casa dopo casa, Finegar ormai folle, uccise le donne, i vecchi ed i bambini rimasti a Roel, per maggior sicurezza. Nello stesso momento, la sua guarnigione obbedendo agli ordini dell'eroe, finiva in una sanguinosa imboscata. Nel suo palazzo, Livia avvertì i colpi inferti, come fossero a lei diretti, mentre giaceva inerme per la distruzione del suo esercito, cercò di salvare i sudditi: riportò alla vita moltissimo Roelliani, quindi spalancò un portale verso il Mondo degli Uomini ed invitò i superstiti a fuggire; i Roelliani oltrepassarono la soglia, mentre gli Ennesiani rifiutarono, benché stremati dalla battaglia, le Guardie del Sole decisero di sacrificarsi per frenare l'avanzata ed a loro, si unirono anche le donne, i vecchi ed i bambini. Livia, straziata oltre ogni immaginazione, li sentì cadere uno dopo l'altro e non ebbe più lacrime da versare o urla da lanciare, poiché ogni ferita inferta era penetrata nel suo cuore gentile. Quando Ixo la trovò, Livia era morente, stremata dall'energia usata per riportare in vita i caduti e per aprire la Porta, devastata da quanta sofferenza si era propagata nel Regno. Lo scontro fu impari, Livia fu sconfitta. Ixo le conficcò nel petto la sua spada, rimase a fissarla esalare l'ultimo respiro, che ella emise con il sorriso sulle labbra. «Perché ridi, sorella?» domandò Ixo. «Perché tu morirai con me, fratello.» risposte la Dama dei Sogni: «E tutti loro saranno liberi.» Un Demone non è in grado di provare sentimenti, ma esiste un legame speciale tra i gemelli, anche se nati all'Inferno: Livia era appena morta, quando Ixo si rese conto di cosa aveva fatto. Lui aveva ucciso la sola creatura al mondo, che era degna del suo rispetto, del suo amore; colei con cui avrebbe dovuto governare un prospero mondo di incubi, colei che doveva essere al suo fianco. Il dolore vinse la sua ragione: avrebbe dovuto strappare gli occhi della sorella per darli al padre, un dono per l'onore ferito, ma Ixo rivolse le nude dita contro le proprie orbite, si mutilò senza un grido, li pose fra mani di Axa e cieco, abbandonò il Tempio del Sole.
Livia venne trovata con gli occhi del fratello tra le mani da Mous, all'epoca, Capo dei Cerusici. Lo Stregone confinato dal mondo per un'ingiusta maledizione del suo Clan, tentò di rianimarla ma non poter far nulla, se non incantare quel corpo, affinché rimanesse inalterato. Ixo, intanto, veniva ucciso dal suo stesso padre: Caos, sconvolto dalla mollezza mostrata dal figlio nei confronti della sorella, lo trafisse con medesima spada usata su Livia, disse ai presenti di mantenere il segreto su quanto accaduto. Le voci, comunque, non tardarono a moltiplicarsi, a sparpagliarsi in ogni dimensione ed erano incentrate su come i figli di Caos avessero pisciato il loro autorevole, intransigente padre. Questi, ormai svergognato, si ritirò negli Inferi, lasciando il corpo di Ixo nel Mausoleo del Re Cieco, ove è curato al pari delle spoglie Livia, affinché resti intatto.
Sono trascorsi ottantasei anni da quella che è stata chiamata la Guerra dei due Traditori, anche se Erellont è rimasta la patria dei Sogni, l'assenza di Livia è palpabile. Una blanda decadenza ha avvolto Adler, un tempo rocca del Sapere, ora città del lusso e del piacere, mentre gli scheletri di Roel e di Ennas, sono reliquie e moniti dia quanto accaduto. Caos è negli Inferi, amareggiato dal comportamento dei figli, dallo scherno delle sue Legioni, si è totalmente disinteressato di Biriam, la Città del Peccato e di quanto la circonda. I Cancelli di Caos sono una terra di nessuno, ove si vocifera sia in atto una mostruosa lotta per il potere. In Terra, nel frattempo, gli Ennesiani si stanno risvegliando; sacrificatesi con onore e giustizia, furono salvati dall'oblio dagli Angeli. Dio ordinò che le anime fossero condotte nei discendenti di coloro che, sognandoli, diedero loro la vita. Sono uomini e donne di età compresa fra i diciotto ed i quarantacinque anni, con una spiccata propensione per combattimento ed il dono della Mutazione, stanno raggiungendo Londra per entrare a Erellont, la loro patria. Non sono i soli ad aver preso questa decisione: i Roelliani si stanno riunendo per il medesimo scopo, si dice che il loro comandante, a lungo cercato, sia deciso a muovere un secondo assalto al Regno dei Sogni, e non si faranno certo trovare impreparati.
Erellont, il Regno dei Sogni, è stato teatro di un tremendo massacro. I suoi regnanti sono morti, le razze che ospita sono alla ricerca di un equilibrio, mentre, all'ombra del sole nero di Biriam, tremendi giochi di potere hanno inizio. Questa è Winter's Tale e ti stiamo aspettando per giocare assieme!
1 note
·
View note
Text
Parliamo di Leigh Bardugo e Shadow and Bone
Come sapete a breve uscirà su Netflix una nuova serie tv tratta dai libri di Leigh Bardugo, un’autrice di cui vi ho già parlato ampliamente su questo blog.
Dato il titolo della serie Netflix, Shadow and Bone, pensavo fosse tratta dalla trilogia fantasy omonima della scrittrice, e già ero preoccupata, perchè si tratta di fantasy di alto livello da un punto di vista di costruzione del mondo dove è ambientata la storia: si parla di grandi guerre, con grandi battaglie (anche navali), molti mostri e molta magia estremamente potente e quando dico potente intendo tipo bomba nucleare, molti personaggi, molte ambientazioni diverse....e mi chiedevo che budget avessero. Perchè qui per fare una serie decente e abbastanza fedele sarebbero serviti tanti soldi e tante puntate.
Poi ho scoperto che addirittura Netflix ha pensato bene di unire in una sola serie tv, due serie fantasy di Leigh Bardugo, Shadow and Bone e Sei di corvi. E lì sono quasi svenuta. Già Shadow and bone ea tanta roba e non credevo potessero renderle giustizia in più la mescolano con una serie che in teoria è ambientata anni dopo e con tutt’altri personaggi in tutt’altro luogo (seppur nello stesso universo) e una trama sì più limitata, ma comunque molto complicata e più corale. E mi sono detta, ma quelli di Netflix sono impazziti? La serie tv dovrà per forza modificare molto le due storie originali (che non si intersecano nella realtà dei libri) e semplificarle veramente molto per riuscire a creare qualcosa di capibile per la tv, rovinando probabilmente le trame originali. SIcuramente i persoanggi di Shadow and Bone prevarranno (come presenza nella serie tv) su quelli di Sei di Corvi perchè più importanti per il destino dell’universo ed è un peccato, perchè io ho preferito di gean lunga la serie di libri Sei di corvi a quella di Shadow and Bone.
Perchè Netflix, perchè????
Domanda che rimarrà senza risposta. Comunque per preparvi alla serie, vi ripropongo il post che dedicai a queste due serie di libri quando le lessi due anni.

Shadow and bone è la prima trilogia scritta dalla Bardugo, nel lontano 2012, puramente fantasy e ambientata in un mondo che chiameremo Grishaverse, dove esistono delle persone dotate di magia chiamate appunto Grisha (non molto ben viste dai privi di magiato), un mondo dove la Bardugo ha ambientato ben tre serie! di cui la prima Shadow and bone è forse la più famosa e acclamata all'estero.
La trilogia è formata da tre libri:
1. Shadow and bone (in italiano prima pubblicato col titolo Tenebre e Ghiaccio, e poi ripubblicato col titolo Tenebre e Ossa)
https://amzn.to/3e4H7cN
2. Siege and storm (in italiano pubblicato come Assedio e Tempesta)
https://amzn.to/3c1WUXv
3. Ruin and rising (ancora inedito, ma non per molto in italiano)
Che come dicevamo risalgono al 2012, e nel 2013.
Trama: Circondata da nemici, quella che un tempo era la potente nazione di Ravka è ora un regno diviso dai conflitti e letteralmente tagliato in due dalla Distesa, un deserto di impenetrabile oscurità, brulicante di mostri feroci e affamati. Alina Starkov è sempre stata una buona a nulla, un'orfana il cui unico conforto è l'amicizia dell'amico Malyen, detto Mal. Eppure, quando il loro reggimento viene attaccato dai mostri e lui resta ferito, in Alina si risveglia un potere enorme, l'unico in grado di sconfiggere il grande buio e riportare al paese pace e prosperità. Immediatamente viene arruolata dai Grisha, l'élite di maghi che, di fatto, manovra l'intera corte, capeggiata dall'affascinante mago Oscuro. Ma al sontuoso palazzo, dove gli intrighi e il lusso dei balli è tale da stordire e confondere, niente è ciò che sembra, e Alina si ritroverà presto ad affrontare sia le tenebre che minacciano il regno, sia quelle che insidiano il suo cuore.
La mia opinione: io non ho amato questa che per molti è l’opera forse migliore della Bardugo…perciò ho cercato di capire esattamente il perchè io non l'abbia apprezzata fino in fondo.
In primis credo che sia dovuto al fatto che in alcuni punti mi ha ricordato la trama di altre serie fantasy che ho letto in passato: protagonista giovane che non sa di avere dei poteri o li nasconde, viene scoperta, deve imparare ad usarli, altri cercano di usare lei per i suoi poteri, lei impara ad usarli e salva il mondo e magari nel frattempo vive un triangolo amoroso, o viene tradita o altro….
Non dico che questa serie abbia una trama banale, tutt'altro, il mondo in cui è ambientata è molto fantasioso per alcuni aspetti e mi è piaciuto che il tipo di magia presente in quel luogo venga spiegato molto bene e sia stato studiato nei minimi dettagli, ma quel senso di già visto…è rimasto con me per tutta la lettura e mi ha fatto ricordare serie a mio avviso più belle
Secondo, non ho empatizzato per niente con la protagonista. Capita. Questione di pelle, proprio non capivo la sua logica molte volte.
Terzo e credo che sia il motivo principale, tifavo per il cattivo del libro. Non voglio fare spoiler a riguardo, ma in parte capivo di più le sue ragioni che non quelle della protagonista. Alla fine della trilogia l'autrice gli fa fare cose talmente imperdonabili che diventa impossibile scusarlo, è vero , ma…continuavo a capirlo. E secondo me il suo punto di vista specie all'inizio pur con tutti i difetti che aveva era non dico valido ma…logico per lui e mi sono ritrovata a pensare: se solo la protagonista avesse agito in modo diverso con lui fin dall'inizio…se si fosse fidata di più da subito forse avrebbe potuto influenzarlo forse avrebbe potuto mitigarlo… se non avesse amato un altro forse…tanti forse, tanti se. Fatto sta che io empatizzavo più con lui che con lei, specie nel primo libro.
E quindi per questi tre motivi più altri minori non ho adorato questa trilogia, anzi arrivata al terzo libro ho faticato a finirla.Ma ciò non mi ha frenato da leggere la duologia spin off di questa.

Parliamo ora infatti della duologia Sei di corvi, che è ambientata nello stesso universo di Shadows and bone e che è formata da due libri pubblicati in Italia da Mondadori e disponibili in tutte le librerie:
1.Sei di corvi
https://amzn.to/38nPRHF
2. Il regno corrotto
https://amzn.to/3rhkZ2W
La mia opinione: Prima di tutto è importante dire che questi due libri sono young adult: a differenza degli altri libri della Bardugo che ho letto in precedenza qui i protagonisti non sono ventenni, ma solo diciassettenni, tranne due che sono di poco più grandi.
Seconda cosa da dire: I punti di vista attraverso cui è raccontata la storia sono molteplici, sei per l’esattezza, come i protagonisti che seguiguiamo personalmente nelle loro avventure.
Ora se seguite il mio blog sapete già che io non ho un grande amore nè per gli young adult, nè per i POV molteplici, di solito sopporto al massimo 2 punti di vista, ma incredibilmente questi due libri mi sono piaciuti più della trilogia Shadow and bone (e un po’ meno di Ninth house)
Probabilmente i POV non mi hanno disturbato perchè la narrazione è strutturata in modo molto semplice e consequenziale.
Inoltre leggere questo romanzo mi ha anche fatto capire meglio una cosa che non mi aveva conquistato della trilogia Shadow and bone, la sua grandezza. Mi spiego meglio. Shadow and bone e Six of crows (titolo originale di Sei di corvi) sono ambientati nello stesso universo, Six dopo 5 anni se non sbaglio dai fatti di Shadow, ma sono estremamenti diversi per ambientazione.
Shadow and bone è una trilogia di ampio respiro territorialmente parlando. Alina salva una nazione, agisce per una nazione e per intero popolo sparso in diverse nazioni e cambia l'intero modo, ok. Quindi i libri a lei dedicati guardano a grandi fatti, a grandi gesta e a come impattano migliaia di persone. Sì noi conosciamo anche la sua vita privata tante piccole cose, ma la storia del libro non riguarda solo Alina o i suoi amici è molto più grande di loro.
Invece Six of crows fa il contrario. E’ ambientato nel mondo praticamente creato da Alina (frutto delle sue gesta) ma non guarda ad esso o non se ne preoccupa, segue 6 ragazzi e i loro problemi che a confronto con quelli di Alina possono sembrare piccoli, ma non lo sono di certo. Anche loro per motivi personali faranno grandi gesta, ma non così enormi, i libri dedicati a loro si soffermano di più sulle persone e meno sui loro ruoli guardano il piccolo e non il grande e questo li rende più empatici per il lettore. Tipo come guardando o leggendo Il Signore degli anelli proviamo più simpatia spesso per Sam che non per Frodo. Frodo salva il mondo, ma Sam è quello che ci vive…Non se la metafora calza a pennello, ma più o meno credo di sì.
Six of crows ci fa vedere in particolare il mondo dopo Alina concentrandosi su una sola città, un solo quartiere malfamato e sei ragazzi. Ed è qui la sua forza. Nelle piccole cose. Che poi tanto piccole non sono, ma comunque rende il tutto più approcciabile.
La trama di Six of crows e del suo seguito è piuttosto semplice: 6 ragazzi di varie provenienze sotto la guida di uno di loro abile ladro e truffatore tenteranno un'impresa quasi impossibile far evadere in cambio di molto denaro un ostaggio da una prigione impenetrabile in un paese straniero e molto pericoloso.
Questa trama è estremamente riduttiva poichè è nel particolare che sta la sua grandezza e nel chi sono i 6 ragazzi: un ex cacciatore di streghe che si è innamorato di una di esse per poi essere tradito e salvato da lei, una ragazza dotata di poteri che si è innamorata di un uomo che le dava la caccia e che teme che questo la renda meno pronta a battersi per il suo paese e la sua gente, un orfano che crede di non avere più un cuore dalla mente machavellica e in grado di aprire ogni serratura, un ex schiava di una casa di piacere rubata alla sua famiglia di acrobati che per sdebitarsi con chi ha comprato la sua libeta è diventata un'abile spia, il figlio di un ricco mercante che è sempre stato mal visto dal padre come difttoso ma che in realtà è un genio incompreso, un ragazzo dotato di poteri che rifiuta di usare col vizio del gioco e assuefatto all'adrenalina. Una delle cose che mi ha fatto piacere Six of crows è poi il fatto che Nina e Matthias mi hanno ricordato un pochino Phaedre e Josceline del Dardo e La rosa…sono diversi, non voglio illudervi, ma in qualche piccolo tratto ho rivisto nella mente il viaggio di Phaedre e Josceline prigionieri delle tribù del nord…bei ricordi.
Ora basta o vi svelo troppo, mentre questo libro merita di essere letto.
Tirando le somme vi consiglio caldamente questa duologia visto che è disponibile in italiano, ma vi avverto, letto il primo libro dovrete per forza leggere il secondo poichè Sei di corvi non ha un finale, resta tutto in sospeso. E vi avverto anche che Il regno distrutto mi ha lsciato triste e con l’amaro in bocca, ma non voglio fare spoiler.
0 notes