#lupi famelici
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newsintheshell · 7 months ago
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📢 GAROUDEN: LA SERIE ANIMATA SBARCHERÀ SU NETFLIX IL 23 MAGGIO!
Dopo Onmyoji, sta per approdare in streaming l'adattamento di un altro ciclo di romanzi firmato Baku Yumemakura (La vetta degli dei, Chimera), che ha ispirato anche un manga portato qua in Italia da Panini Comics.
La serie diretta da Atsushi Ikariya (Sabikui Bisco, Special Kid Factory), presso lo studio NAZ (Good Night World, Thermae Romae Novae), ci porterà con all'interno del pericoloso mondo dei combattimenti clandestini e seguirà Juzo Fujimaki, un rivale dell'originale protagonista Bunshichi Tanba.
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ilpianistasultetto · 2 months ago
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GIORGIA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
C'era una volta una regina cattiva che non voleva nel suo paese nemmeno mezzo straniero. Il suo ciambellano era ancora piu' cattivo, per lui potevano affondare tutti in mare che non avrebbe mosso un dito per salvarli. I sudditi erano contenti di tutto quel pugno di ferro ma nel reame c'erano anche i lupi famelici che cercavano pecore nere, quelle che, lavorando, li arricchivano di piu'. La regina non sapeva come accontentare quei lupi dopo aver detto per anni che avrebbe rincorso gli stranieri per tutto il globo terracqueo. Provo' a chiedere aiuto al Bianconiglio ma la soluzione la tiro' fuori dal suo cilindro il Cappellaio Matto: "Inventiamo le quote legali per chi viene per lavorare. Tu, regina, farai finta che nel reame non ci sono stranieri e i lupi faranno finta di richiedere gli stranieri nei loro paesi d' origine". Poggiato sul trono reale, il MarsiLollo se la rideva sotto i baffi, anche se aveva capito niente del sotterfugio inventato: "Ma come si fa..come si fa..Ma i lupi come le richiedono le pecore nere? Non si conoscono e non si sono mai parlati in vita loro, anche perche' le pecore nere non conoscono la lingua dei lupi famelici." Lepre Piantedosi, che conosceva bene le paranoie della popolazione, disse di essere preoccupato che si potesse scoprire l'inganno. "E se qualcuno chiede di controllare il visto d'ingresso nel reame sul passaporto o la data sul biglietto d'aereo o nave? La falsa tartaruga, una che sapeva il fatto suo, propose di allertare giornali e media amici finche' non facessero troppe domande, anzi, dovevano impegnarsi a convincere tutti gli abitanti del reame che era tutto vero, come avevano fatto ai tempi della nipote di Mubarak. Il piano era pronto. L'ingresso nel reame di 500mila stranieri richiesti dai lupi famelici poteva diventare legge. E vissero tutti felici e contenti.. @ilpianistasultetto
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alemicheli76 · 7 months ago
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Il blog consiglia "La tormenta" di Luigi Carrozzo, Dark Zone. Da non perdere!
La tormenta – Quarta di copertina Una bufera del genere non si era mai vista; in poche ore, sulla sola Milano, quasi un metro di neve. È la notte del 13 gennaio e chi esce di casa a sfidare il maltempo non fa più ritorno. La mattina seguente è anche peggio: sotto l’incessante tormenta esplode la furia delle Bestie. Sono animali da incubo, simili a lupi famelici e inarrestabili. Sbranano chiunque…
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sennarkaru · 1 year ago
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Sintonizzarsi con la vibrazione sacra
Bisogna continuare e continuare costantemente a cercare di divenire canali sempre più perfetti della bontà e della verità nel mondo. Gli esseri umani sono costantemente influenzati da due forze nella creazione, forze coscienti e intelligenti che operano sia all'interno che all'esterno. La sacra vibrazione di AUM com spirito santo, e la vibrazione illusoria di AUM com Maya o Satana. Entrambe queste forze coscienti possono essere invitate nella nostra coscienza e ci sintonizziamo con esse attraverso le nostre azioni ed i nostri atteggiamenti. Più ci sintonizziamo con una di esse più diveniamo saturi della sua forza. Ecco perché è fondamentale sintonizzarsi con AUM come spirito santo, pieno di buone qualità divine. La realtà del bene e del male in questo universo duale è innegabile. Nessuno può sfuggire alla scelta e alla battaglia della vita, per quanto cerchi di convincersi che tutto è un concetto mentale. Tanto il bene quanto il male hanno una loro forza magnetica. Ma solo chi si immerge profondamente nel bene può alla fine emergere vittorioso da questo sogno cosmico e riconquistare la propria libertà. Il bene assoluto è conoscere la nostra vera natura di anime libere in Dio. Molti si chiederanno perché in questo mondo sembra prevalere il male. La risposta è che quando la condotta dell'uomo, le sue scelte e atteggiamenti, lo pongono in sintonia con Satana o Maya, la parte della vibrazione cosmica che spinge gli esseri verso l'ignoranza, i demoni accorrono come lupi famelici, perché le forze del male sono desiderose di possedere gli esseri umani. Invece le forze del bene vanno invitate e vogliono essere certe della purezza dei nostri intenti prima di intervenire. Perciò siate puri come colombe ma scaltri come serpenti. Non attraete mai nella vostra coscienza il male attraverso azioni sbagliate. Attraete il bene, compiendo il bene.
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b1e2t3t4a1 · 2 years ago
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BENEDETTO XVI, PAPA DEL TERZO SEGRETO, E I LUPI FAMELICI
ISCRIVIAMOCI AL CANALE E METTIAMO👍 Sorgente: BENEDETTO XVI, PAPA DEL TERZO SEGRETO, E I LUPI FAMELICI
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aaronjdoe · 2 years ago
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No star sky - Cielo senza stelle
We covered the stars. If I sit on my terrace and look up at the sky, a black dome greets me, from which no more than one or two lights I glimpse, excluding planes. And why? Because we are afraid of the sky. When a man sits wit no distractions and focuses on the universe, on the vision of the galaxy and the cosmos, he suddenly remembers his own position. Suddenly he finds himself drowning in his own irrelevance.
We are too small to matter anything in the greatness of the universe, but too big to bask in the blissful unawareness of small things. And we find ourselves in a limbo that harrows and mangles us, a pack of ravenous wolves attacking us from within. We ourselves are those wolves.
And so we cover the stars, and we go clubbing, and we eat and drink and fuck, because to stop means to remember our paucity. And we are no longer used to this kind of pain. The pain of the soul, euphoric and crushed at the same time by the weight of the stars above us and the earth under our feet.
We covered the stars, and we cut the bridge with our soul.
Abbiamo coperto le stelle. Se mi siedo in terrazza e alzo lo sguardo al cielo, una cappa nera mi saluta, dalla quale una o due luci al massimo intravedo, esclusi gli aerei. E perché? Perché abbiamo paura del cielo. Quando un uomo si siede senza distrazioni e si concentra sull’universo, sulla visione della galassia e del cosmo, all’improvviso rammenta la propria posizione. All’improvviso si ritrova ad annegare nella propria irrilevanza.
Siamo troppo piccoli per importare qualcosa nella grandezza dell’universo, ma troppo grandi per bagnarci della beata inconsapevolezza delle piccole cose. E Ci troviamo in un limbo che ci strazia e dilania, un branco di lupi famelici che ci attacca dall’interno. Siamo noi stessi quei lupi.
E allora copriamo le stelle, e usciamo a ballare, e mangiamo e beviamo e scopiamo, perché fermarci significa ricordare la nostra paucità. E non siamo più abituati a questo tipo di dolore. Il dolore dell’anima, euforica e frantumata insieme dal peso delle stelle sopra di noi e della terra sotto i nostri piedi.
Abbiamo coperto le stelle, e abbiamo tagliato il ponte con la nostra anima.
-A. J. Doe
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corallorosso · 4 years ago
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Una persona perbene In una giungla di intrighi, tradimenti, urla, pagliacci, felpe, prosciutti, volgarità e bassezze Giuseppe Conte è sempre rimasto quello che è stato. Una galantuomo. Una persona semplicemente perbene, chiamata a tenere le redini di un Paese disastrato, nel momento più disastroso. Lo hanno tradito, pugnalato, infangato, insultato. Lo hanno accusato di tutto e il giorno dopo del contrario. Ma non si è mai lasciato trascinare. Gli hanno consegnato una 500 scassata appesantita da colossali debiti e ingolfata da corruzione, inefficienza, burocrazia, lacci e ruberie, e gli hanno rimproverato di non farla correre come una Ferrari. Se chiudeva gli dicevano di aprire, se apriva gli dicevano di chiudere; se decideva lo accusavano di essere un dittatore, se delegava lo accusavano di scaricare responsabilità. Ha tirato fuori l’Italia dalla prima ondata con decisioni che pochi altri avrebbero saputo prendere in Occidente. E in Europa ha ottenuto più di chiunque altro. Come nessun altro. Oggi tutti parlano di Recovery Fund, di occasione storica, di soldi mai visti prima, dimenticando che è stato lui a ottenere tutto questo. Lui ha portato quei soldi e ora gli altri si avventano famelici per averli. Ha commesso errori e ne ha commessi tanti. Come sono stati commessi in ogni nazione alle prese con una crisi mai vista. Ma nessuno ha mai tirato fuori la formula magica per tenere in vita contemporaneamente economia ed esseri umani in un paese in cui non ha mai funzionato un cazzo. Però tutti a dare lezioni. Ma due errori imperdonabili Giuseppe Conte ha commesso su tutti. Essere troppo popolare. Ed essere stato una persona perbene. Di essere stato ingenuo. Di essersi fidato. Ha commesso l’errore di non essere un cinico figlio di puttana della politica. Uno di quelli che tradiscono, accoltellano per poi essere acclamati col titolo di “abile politico”. Ha commesso l'errore di non essere stato lupo tra i lupi. Ma almeno lui la mattina potrà alzarsi e guardarsi allo specchio. E sentire la leggerezza di una coscienza pulita, di chi ha fatto in buona fede tutto ciò che poteva, col poco che aveva. E questa sensazione, rara in politica, non la donerà mai nessuna poltrona. Conquistata col tradimento, il sotterfugio e l’inganno. Per questo grazie di tutto, presidente. Emilio Mola
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ma-come-mai · 3 years ago
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BREVE STORIA DI UN MULO CHE CREDETTE ALL' UOMO
Un giorno, un mulo se ne stava felice e solitario a brucare erba su un pianoro.
Arrivò un uomo e gli parlò: "Mulo, ma cosa fai qui, tutto solo, non sai che hanno avvistato branchi di lupi famelici a nord?"
"Sto mangiando. Non so nulla di questa storia" rispose il mulo.
"È tutto vero! Sei in pericolo. Perché non vieni con me, ho una casa grande, e fuori ci sono dei recinti di legno che possono bloccare qualsiasi lupo. D'inverno ho anche casette calde, piene di paglia. Ci sono altri muli come te. E poi, perché dovresti limitarti a stare a testa china a mordere questa erbetta? Sempre lì, a casa mia, dove ci sono i recinti, ho mangiatoie piene dove non dovresti neppure chinarti di pochi centimetri, perché sono all'altezza della tua bocca. Lo faccio per il tuo bene". Il mulo si lasciò convincere e seguì l'uomo.
Una volta arrivati in quella terra promessa, che altro non era che una fattoria, l'animale venne fatto entrare in uno stazzo. Era tutto vero, nessun lupo poteva entrare, le mangiatoie erano piene e c'erano altri simili a lui.
Il mulo iniziò a guardarsi intorno e vide che gli altri muli avevano degli strani pezzi di ferro sotto gli zoccoli.
"Servono per non farti scivolare e per proteggere gli zoccoli" disse un mulo, vedendolo incuriosito.
"Interessante, quell'uomo è proprio buono. Cosa sono quegli strani oggetti riposti dietro le staccionate?"
"Servono per farci stare meglio mentre facciamo esercizio fisico che ci mantiene in salute".
"Ah, quell'uomo deve essere proprio buono davvero, allora!" mentre così diceva, un altro mulo, molto anziano, coperto di fango, lo chiamò: "Giovane, vieni qui, devo parlarti! ".
"Cosa c'è, vecchio mulo?"
"Non dargli ascolto, loro non vedono più la realtà. Sono convinti che tutto serva per proteggerli e farli stare bene".
"E non è così?"
"No! Eravamo tutti liberi, un tempo. Quell'uomo ci convinse che c'era una minaccia, ci propose una soluzione e a noi parve cosa buona e giusta".
"Ma lo steccato ci protegge davvero dai lupi!"
"Lo steccato serve a non farti uscire. Sei prigioniero!"
"Ma c'è cibo in quantità, quell'uomo ce lo dà senza nulla chiedere!"
"Quell'uomo ce lo dà perché senza non ce la faremmo a lavorare per lui!"
"Lavorare?"
"Sì, proprio con quelle cose che ti sei messo a guardare!"
"Gli oggetti per l'allenamento?"
"Capestro, morso, briglie, groppiera, tirella pettorale... così le chiama l'uomo, e non sono per farci fare allenamento, ma per farci lavorare la terra e portare legna sulla groppa!"
"Mio Dio, ma questo è un inferno! Ma perché nessuno reagisce?"
"Perché ognuno di quei muli non ha creduto a quello che io ti ho detto, e non ci credetti neanche io quando una volpe me lo disse, anni fa. Non c'era nessun lupo, e quell'uomo voleva solo schiavizzarci. Ci abituò ad una fatica alla volta, ad un finimento alla volta, ad una privazione alla volta".
"Ma gli altri muli che non ti credono non vedono che hai ragione nei fatti? Non vedono che sono prigionieri e che fanno gli schiavi?"
"No, sono ancora convinti che ci siano i lupi, che gli steccati li proteggano, che il padrone sia un filantropo che gli dà da mangiare e li rende sani e forti con l'esercizio fisico".
"Ma come è possibile?"
"Si chiamano credenze, giovane mulo. Se credi fermamente in qualcosa che pian piano ti è stata fatta passare per verità, non cambierai idea in merito se la tua mente non fa uno sforzo e riconosce di aver sbagliato. La mente di quei muli deve essere coerente con ciò che ha ritenuto verità. Ammettere di aver sbagliato richiede umiltà e apertura, ma loro hanno una mente chiusa e superba, tante paure, soprattutto di vivere, e così restano felicemente schiavi, pensando che un giorno i lupi spariranno e loro saranno liberi di andar via e tornare qui a mangiare senza chinare il capo ed a fare esercizi per essere belli e forti".
"Li convincerò che non è così".
"E perderai tempo, oltre a prendere calci. Mina la sicurezza di una mente chiusa e l'unica cosa che otterrai sarà la sua condanna. Ti considererà pazzo, addirittura pericoloso. Preoccupati piuttosto di lasciare questo recinto, prima che le briglie ti segnino la bocca e i pesi ti pieghino la schiena. Quando lo farai porta anche me. Sono stanco di ricoprirmi di fango".
"Perché lo fai?"
"Vedi altri muli vecchi, qui? Quel 'filantropo' si libera di tutti i muli che non possono più servirlo. Dopo una vita di sacrifici, questa è la ricompensa". Dopo quelle parole, il mulo selvaggio iniziò a ragliare disperato.
"È inutile che ragli, per loro non puoi fare più niente; ciò che è utile è sottrarti in silenzio alla terrificante schiavitù mascherata che chiamano impunemente 'sicurezza' . E ricorda sempre, quando sarai libero, che le parole più pericolose per chi libero è nato sono: «Lo faccio per il tuo bene»".
(A. Frezza)
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sibilla27vane · 3 years ago
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"Che crepi il proprietario che possiede il posto dove distendo le mie membra e che mi vende l'aria che respiro!
Che crepi il padrone che, per lunghe ore, fa passare l'aratro delle sue esigenze sul campo del mio corpo!
Che crepino questi lupi famelici che riscuotono la decima sul mio sonno, sul mio riposo, sui miei bisogni, ingannando il mio spirito e avvelenando il mio corpo!
Che crepino i catalogati di tutti i sessi con i desideri umani che si soddisfano solo con promesse, fedeltà, denaro e insulsaggini!
Che crepi l'ufficiale che ordina l'assassinio e il soldato che gli ubbidisce; che crepino il deputato che fa la legge e l'elettore che fa il deputato!
Che crepi il ricco che si accaparra una così larga fetta del bottino sociale, ma crepi soprattutto l'imbecille che gli prepara il pastone.
Guardatevi dunque attorno. Sentite più viva che mai la menzogna sociale. Il più ingenuo di voi riconosce ovunque l'ipocrisia vischiosa dei rapporti sociali. La falsità appare ad ogni passo. Questo giorno, è la ripetizione di ogni altro giorno dell'anno. La vita odierna non è fatta che di menzogne e di artifici. I poveri ciondolano dal sorriso della custode al ghigno della bettola e i ricchi dall'ossequità del lacchè alle lusinghe della cortigiana. Facce glabre e maschere di gioia.
Perchè noi si possa un giorno cantare la vita in piena naturalezza, bisogna che crepi il vecchio mondo con la sua ipocrisia, la sua morale, i suoi pregiudizi che avvelenano l'aria e impediscono di respirare. Che si faccia un capodanno in cui non si faranno voti e auguri bugiardi, ma in cui, al contrario, si getterà il proprio pensiero in faccia a tutti.
La proprietà, la patria, gli dei, l'onore saranno scaraventati nella fogna assieme a coloro che vivono di questi fetori.
che crepi questo vecchio mondo!"
Albert Libertad
l'anarchie, n. 90, dicembre 1906
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solo-stef · 4 years ago
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Una persona perbene.
In una giungla di intrighi, tradimenti, urla, pagliacci, felpe, prosciutti, volgarità e bassezze Giuseppe Conte è sempre rimasto quello che è stato.
Un galantuomo.
Una persona semplicemente perbene, chiamata a tenere le redini di un Paese disastrato, nel momento più disastroso.
Lo hanno tradito, pugnalato, infangato, insultato.
Lo hanno accusato di tutto e il giorno dopo del contrario.
Ma non si è mai lasciato trascinare.
Gli hanno consegnato una 500 scassata appesantita da colossali debiti e ingolfata da corruzione, inefficienza, burocrazia, lacci e ruberie, e gli hanno rimproverato di non farla correre come una Ferrari.
Se chiudeva gli dicevano di aprire, se apriva gli dicevano di chiudere; se decideva lo accusavano di essere un dittatore, se delegava lo accusavano di scaricare responsabilità.
Ha tirato fuori l’Italia dalla prima ondata con decisioni che pochi altri avrebbero saputo prendere in Occidente.
E in Europa ha ottenuto più di chiunque altro. Come nessun altro.
Oggi tutti parlano di Recovery Fund, di occasione storica, di soldi mai visti prima, dimenticando che è stato lui a ottenere tutto questo. Lui ha portato quei soldi e ora gli altri si avventano famelici per averli.
Ha commesso errori e ne ha commessi tanti.
Come sono stati commessi in ogni nazione alle prese con una crisi mai vista.
Ma nessuno ha mai tirato fuori la formula magica per tenere in vita contemporaneamente economia ed esseri umani in un paese in cui non ha mai funzionato un cazzo. Però tutti a dare lezioni.
Ma due errori imperdonabili Giuseppe Conte ha commesso su tutti. Essere troppo popolare.
Ed essere stato una persona perbene.
Di essere stato ingenuo. Di essersi fidato.
Ha commesso l’errore di non essere un cinico figlio di puttana della politica. Uno di quelli che tradiscono, accoltellano per poi essere acclamati col titolo di “abile politico”.
Ha commesso l'errore di non essere stato lupo tra i lupi.
Ma almeno lui la mattina potrà alzarsi e guardarsi allo specchio. E sentire la leggerezza di una coscienza pulita, di chi ha fatto in buona fede tutto ciò che poteva, col poco che aveva.
E questa sensazione, rara in politica, non la donerà mai nessuna poltrona.
Conquistata col tradimento, il sotterfugio e l’inganno.
Per questo grazie di tutto, presidente.
Emilio Mola
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poetry-lair · 4 years ago
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Red Forest: Italian Version
La luce rossa
infiamma
la foresta
sotto i raggi
del sole calante.
Senza aspettare
la notte
gli spettri
vagano tra gli alberi,
e i lupi famelici
li seguono
lungo il cammino,
svuotati dalla vita
e con gli occhi
e la pelle fredda.
Poem (C): Me
“Three Women and Three Wolves" (1900) (C): Eugène Grasset
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tizianacerralovetrainer · 4 years ago
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Prima o poi, nel corso della tua vita, sarai posto di fronte a una scelta: o restare nell'ordinato giardino delle consuetudini che a poco a poco ti uccidono, o attraversare quel lugubre ponte che ti conduce verso un bosco ignoto... Molti tenteranno di trattenerti minacciando che quel bosco è pieno di lupi famelici.. Ma io ti dico che se avrai il coraggio di andare, in quel Bosco ignoto troverai la fonte della tua gioia più preziosa.
~ Manuele Dalcesti
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lamiaprigione · 5 years ago
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La casa lobo (2018)
di Cristóbal León e Joaquín Cociña è un lungometraggio d’animazione in continua mutazione, una pellicola sperimentale a passo uno, surreale, onirica, minuziosamente caotica. Un’immersione nella Storia cilena, tra gli orrori della dittatura, in quel terribile buco nero che è stato il Cile di Augusto Pinochet. Animazione volutamente imprecisa, sporca, in perenne movimento instabile e creativo.
La perfezione dell’imperfezione
Una gioiosa comunità di tedeschi, il sud del Cile. Filmati d’archivio e salubri montagne. Ma ci sono anche altre storie, meno solari, come quella di Maria, una ragazza della colonia, fuggita nella foresta per evitare una punizione. Con lei tre maialini e un grosso lupo cattivo. Maria entra nella casa che trova nel bosco, una casa senza pace, instabile. Presto anche lei e i maiali cominciano a perdere la loro forma stabile. Mentre la casa trema e trema intorno a lei, è come se stesse cercando di dirle qualcosa, un’altra storia forse o solo un avvertimento? C’era una volta…
Ci spiega molte cose l’incipit de La casa lobo. In primis, il finto found footage. Uno stratagemma necessario non solo per l’evidente contrasto interno/esterno, luce/oscurità e tutto quel che segue. La cornice narrativa prima cercata e poi immaginata da Cristóbal León e Joaquín Cociña deve per forza (ri)costruire una realtà altrimenti negata, tenuta ben nascosta. D’altronde, rivangare il passato è un’azione da sempre ostica. Come immergersi in una palude fangosa. Figurarsi poi se la Storia è quella cilena – già, proprio quella – con collegamenti diretti e assai significativi agli orrori del nazismo. Pinochet, Hitler e (tutti, tanti, troppi) i loro tirapiedi. Lupi famelici. Mostri alla luce del sole.
Per mettere insieme tutti i pezzi di questo metaforico puzzle servono anche i colori saturi degli anni Sessanta/Settanta, i prati verdeggianti à la Tutti insieme appassionatamente e lo sfavillio dei raggi solari dell’incipit, del found footage. Immagini ricoperte da più patine, non ultime la colpa e l’ipocrisia. Il sole propagandistico della dittatura; il marcio brulicare della dittatura.
Il luogo reale/immaginato/ricostruito è il villaggio Colonia Dignidad (oggi Villa Baviera), fondato nel 1961 da Paul Schäfer. Il lupo cattivo. Il mostro. Criminale, militare, medico. Condannato per abusi su minori, morto in carcere. Almeno lui. Colonia Dignidad ha ospitato per un periodo Josef Mengele. Colonia Dignidad ha spalancato le porte ai torturatori di Pinochet. Colonia Dignidad era un pozzo nero che ha inghiottito bambini e uomini. L’incubo a passo uno de La casa lobo ci racconta proprio questo: il pozzo nero. Un racconto metaforico ma chiarissimo, fatto di cartapesta, di pochi colori fagocitati dal nero e dal bianco. Più artisti che animatori, León e Cociña scelgono la vitalità delle imperfezioni e il brulicare delle trasformazioni per veicolare la Storia attraverso la storia di Maria: la casa è rifugio e prigione, è un (non)luogo che cela tra quattro mura un microcosmo mutante che divora se stesso, che si riproduce, che paradossalmente è claustrofobico ma senza limiti.
Il racconto e i suoi protagonisti cambiano forma secondo dopo secondo, inquadratura dopo inquadratura. Una scelta narrativa che tiene anche conto dei limiti tecnici e artistici, dei naturali limiti del budget. L’animazione a passo uno de La casa lobo scardina le regole della stop motion, cercando programmaticamente l’imperfezione, l’errore, le tracce del set, la presenza degli autori. È la logica dell’animazione limitata applicata al passo uno: la ricerca di scorciatoie espressive e narrative diventa un plus valore, una formula fertile che produce nuovi significati e nuova forme espressive. È inquieta l’animazione de La casa lobo, come è inquieto il cavalletto della macchina da presa. Il punto di vista (e di ripresa) cambia sempre, rovesciando la base di partenza della stop motion mainstream. Le pareti della casa si tingono di storie e personaggi che si rincorrono, sovrappongono, cancellano, come nei video di Blu. Gli oggetti si creano, si distruggono, si ricreano. Ritroviamo Švankmajer e i fratelli Quay.
La casa lobo cerca di scavare nel passato, trovando continue stratificazioni. Alla fine del viaggio/racconto di León e Cociña non troviamo una riposta ma solo altre domande, intricate suggestioni. Ci si interroga sui demoni del passato, sul loro ritorno, sulla circolarità della Storia – che si lega perfettamente alla voracità circolare della storia di Maria e del lupo. Ci si ferma a riflettere – già durante la visione – sul meccanismo creativo, sulle scelte linguistiche, sul senso delle imperfezioni. Sul valore delle imperfezioni. La stop motion de La casa lobo è volutamente il contraltare delle meraviglie della Laika: altri budget, altre storie, altri obiettivi. Opera e operazione di ammirevole consapevolezza.
https://quinlan.it/2018/03/07/la-casa-lobo/
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ihavelostmyselfsomewhere · 5 years ago
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Comunque non ho avuto nessun motivo di uscire ultimamente, considerando che l’unico posto dove dovrei andare è chiuso e tre settimane fa ho fatto tante piccole spesette nel giro di una settimana, così da evitare il momento della razzia di cibo nei supermercati e avere la mia dispensa con una autonomia di un mese e mezzo. Comunque sono 10 giorni che sto chiuso in casa, completamene chiuso in casa e considerando che non ho nemmeno coinquilini, non vedo e parlo direttamente con esseri umani da 10 giorni e devo dire che nonostante io non sia una persona che frequenta tanto la gente, mi sto sentendo un po strano.. che sia una balla o no, io sto stando davvero a casa privandomi delle mie passeggiate, i miei “safari” fotografici, il campetto dove da tre mesi vado a correre e un posto dove a volte vado a studiare, leggere o cazzeggiare al pc. Forse mi manca più questo di tutto il resto, quei posti dove sono solito andare quando le 4 mure sembrano troppo opprimenti per starci dentro, dove nonostante non interagisca vedo gente concentrata, distratta, che parla, che ride, che tranquillamente vaga o che corre nemmeno la stesse inseguendo un branco di lupi famelici. Mi chiedo se la mia rinuncia sia vana o se davvero stia contribuendo nel mio piccolo a far si che il sistema sanitario non collassi ulteriormente e mi chiedo se sono io lo stupido, bravo figlio, abituato ad un regime di ferree regole dettate dalla figura autoritaria di mia madre o se sono gli altri gli stupidi, che noncuranti continuano a fare la vita di sempre, come se nulla fosse, come se quella gente più soggetta alla mortalità non li riguardasse, ma che sono sempre pronti a sfoderare il loro nauseabondo buonismo intriso di ipocrisia quando sentono dell’amico dell’amico dello zio del cugino che è morto in un incidente stradale.
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Come al solito per me la notte non è fatta per dormire. Ma per pensare e ripensare, anche a cose successe anni fa. ma perché proprio di notte direte voi...eh perché di notte il silenzio rimbomba come un'eco nella testa e non smette finché non gli dai retta, perché tu cerchi di resistere, di non pensare ma niente, non funziona sarà sempre più forte lui. Di notte i pensieri più nascosti quelli che non vanno neanche pensati, quelli che non sa nessuno, quelli che nascondi anche a te stessa...escono fuori come lupi famelici e non ti lasciano dormire. Di notte puoi essere tutto quello che vuoi, non c'è paura, non c'è timore di pensare quella persona che ti manda in tilt il cervello. perché di notte la puoi pensare, la puoi avere, e li vicino a te. la puoi toccare, puoi sentire la sua voce, baciare le sue labbra, sentire il suo profumo. Di notte la mente ti porta dove vorresti essere, dove sei stata felice, e non ci possiamo fare niente. La notte sarà sempre fatta per pensare, perché è così che deve semplicemente essere. Io che sono qui nel buio di questa notte, e tu che nei miei pensieri ti fai spazio sempre di più.
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themaskandmirror · 5 years ago
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Esistono
...Esistono ancora i cacciatori di taglie o teste. Ne è nata una nuova specie o forse se n'è involuta una. Erranti come pochi, famelici come lupi ma stupidi come pochi. Non c'è fama, non c'è gloria. Perennemente a caccia, sgozzano la loro dignità.
Valentina Calà
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