#libri da vedere
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marcogiovenale · 2 years ago
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a roma, oggi, 29 marzo, al palazzo delle esposizioni: presentazione della collana 'lunga conservazione', delle edizioni cambiaunavirgola
https://www.palazzoesposizioni.it/evento/presentazione-della-collana-lunga-conservazione cliccare per ingrandire PRESENTAZIONE DELLA COLLANA “LUNGA CONSERVAZIONE” 29 marzo 2023, h. 18:30 Libreria del Palazzo delle Esposizioni: Via Milano 15/17 Con gli autori Silvia Bordini, Giuseppe Garrera, Igor Patruno, Sebastiano Triulzi Introducono Marco Giovenale e Fabrizio M. Rossi Sono ribelli,…
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whenmydevilrises · 11 months ago
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Sono sempre alla ricerca di nuove letture, musica da ascoltare e film da vedere.
Se vuoi compiere una buona azione e salvarmi dall’overthinking, consigliami pure qualcosa.
Thnx ;)
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deathshallbenomore · 1 year ago
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il senso di immotivato ma strisciante e inesorabile astio verso coloro che si occupano di gender studies
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pier-carlo-universe · 5 days ago
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In The Clearing - Recensione della serie thriller su Disney+
In The Clearing è un thriller psicologico che segue la storia di Freya, una donna con un passato traumatico, costretta a rivivere i suoi incubi d’infanzia quando una ragazza scompare misteriosamente. Il rapimento risveglia i suoi ricordi sepolti legati a un sinistro culto che le ha segnato la vita.
Titolo: In The ClearingAnno di uscita: 2023Stagioni: 1Genere: Drammatico, ThrillerPiattaforma: Disney+ (Star Original)Classificazione: 16+Durata episodi: circa 50 minAdattamento da: In The Clearing (romanzo di J.P. Pomare) Trama: In The Clearing è un thriller psicologico che segue la storia di Freya, una donna con un passato traumatico, costretta a rivivere i suoi incubi d’infanzia quando una…
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marinagalatioto · 2 years ago
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Wonder il Film: un bambino contro il bullismo
Hai visto il film? O hai letto il libro? Se non l’hai ancora fatto ecco perché leggerlo o vederlo, o tutti e due. Continue reading Untitled
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colonna-durruti · 4 months ago
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"La gente di solito va nei musei e guarda quattrocento quadri in un’ora e mezza. Torna con dei piedi gonfi così e va alla ricerca di una Coca-Cola tiepida per dimenticare l’esperimento.
I luoghi dove stanno i quadri si chiamano pinacoteche, come esistono i luoghi dove stanno i libri che si chiamano biblioteche. Nessuno va in biblioteca e legge tutti i libri.
Uno che va in una pinacoteca, in un museo, dovrebbe andare a vedere due quadri. All’inizio, a mio parere, addirittura uno solo.
Quello che l’ha fatto il quadro spesso ci ha messo due anni a farlo. O anche due mesi a farlo… Cosa mi dà il diritto a me di guardarlo in venticinque secondi?
Quando erano in Chiesa, la gente li vedeva da quando nasceva a quando moriva: tutta la vita. E adesso deve vederlo in un minuto mentre stai correndo al quadro prossimo?"
[Philippe Daverio]
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falcemartello · 6 months ago
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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raccontidialiantis · 4 months ago
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Ah… ora ci divertiamo!
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Il giovedì alle sette e mezzo, dopo una bella cenetta rapida, non esiste nulla di meglio che sentire la chiave che ti ho dato infilarsi nella toppa della porta del mio monolocale di divorziato e vedere te, bella come un’attrice, che vieni a farmi passare un'ora o due con la mia micia preferita.
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Vieni qui: ora datti da fare come sai che mi piace e divertiti anche tu. Sei una donna molto raffinata nei gusti. So che adori vestirti di tutto punto, adornarti, profumarti ed essere ammirata, corteggiata. E succede puntualmente: al lavoro quando vai in un ufficio, a far la spesa o passeggiando con un'amica per fare compere.
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Tutti gli uomini che incroci ti osservano e ti desiderano. Non potrebbero fare altrimenti. Non passi inosservata e se indossi una gonna corta, le tue gambe fanno quasi venire un infarto a chi non è preparato a tale visione. Non parliamo poi di quando ti gira e indossi un paio di leggins leggerissimi, semi-trasparenti con perizoma: il tuo culo diventa un’arma letale.
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E so anche che ti piace iniziare a flirtare a tua volta: il pensiero che un uomo si ecciti pensando a te ti fa impazzire di piacere. Sei crudele. Ma generosa: regali un sorriso e dieci secondi di pura gioia. Ma quello che piace a me invece è sapere che mentre gli altri apprezzano la donna gentile, bella, educata, colta e discreta che sai essere, tu riservi al mio corpo la tua parte più porca, oscena, assolutamente disdicevole e lasciva.
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Con me sei una persona assolutamente immorale! E ti adoro per questo. Arrivi qui. Togli il soprabito e mi guardi come se fossi venuta per divorarmi, sei una tigre dopo una settimana di astinenza dal cibo. Ti piace spogliarmi lentamente, vedere che mi eccito sempre più mentre lo fai, capire che il tuo profumo fa effetto sulla mia libidine e quindi ti metti a giocare con il mio uccello.
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Ci passi i migliori minuti della nostra unione segreta. Adori mettertelo pian piano tutto in bocca e giocarci con la lingua, inumidirlo ben bene. Per poi stantuffare lungo l'asta con le labbra, accarezzarmi i coglioni e alte cose meravigliose. Concentratissima, inizi a succhiarmelo per darmi piacere e poi al momento giusto decidi e ti ci infili sopra.
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Di culo o di fica, per me è uguale. Adoro sentirti godere, essere felice mentre scopi e amo chiamarti troia, puttana o succhiacazzi, mentre ti do sonore pacche sul culo. Perché la tua parte migliore non è il tuo quoziente intellettivo, il tuo impiego come dirigente o la tua grande cultura umanistica: il top della tua persona è il tuo sodo, tondo, stupendo culo da zoccola, tesoro che curi andando quattro volte a settimana in palestra.
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Che poi in effetti sono tre, perché il giovedì ti serve solo da copertura per venire a fartelo infilare e prendere a sberle qui da me. Ti piace, lo so. Ami sentirti posseduta, presa con rudezza e maltrattata. Vuoi l'uomo forte, quello che ti usa e ti mette al tuo posto. Pretendi dalla vita il maschio che t'ha negato, facendoti sposare per convenienza di famiglia un “bravo ragazzo.”
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Così ti sei trovata tuo malgrado legata a lui. A quel marito che hai scoperto essere progressivamente sempre più disinteressato al sesso e alle tue esigenze di femmina, al tuo bisogno di essere adorata ma anche domata, cavalcata, soddisfatta. Alla tua sana voglia di cazzo, legittima, abbastanza normale ed evidente in un matrimonio. Idiota e villano. Per fortuna che hai incontrato me.
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Gli hai dato dei figli, poi tuttora lo curi, servi e coccoli a puntino. A letto te lo sbaciucchi cercando di eccitarlo, però anche per tenertelo tranquillo e non farlo sospettare. Magari gli fai fare una sveltina rapida. Lui s’accontenta. Purtroppo per lui, nulla lo risveglia dal suo torpore, dal suo mondo fatto di libri, articoli, studio e convegni. Non ti porta mai al cinema o a cena fuori.
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Non ti gratifica mai con un complimento, non ti dice mai che sei bella, che lo fai arrapare. In compenso, ti lascia tutta la libertà di questo mondo. Non ti chiede mai dove sei stata o come spendi i soldi. Non fa caso a quando rientri tutta scomposta e ancora accaldata dopo essere stata riempita a dovere, usata e abusata dal sottoscritto. Il tuo culo rosso e rovente non lo incuriosisce né lo eccita.
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Stupido: non ha idea di che perfetta macchina del piacere tu sia né di quanti orgasmi mi fai fare dentro di te. Non sa che hai bisogno di scopare regolarmente, che vai farcita a dovere di seme e soddisfatta almeno ogni settimana, che sei esigente e vuoi tanto cazzo, dentro di te. E non immagina che la frase che ti fa venire all'istante è: “pensa a cosa starà facendo ora quel gran cornuto di tuo marito adesso!”
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Al solo sentirla, ti inarchi, ti allarghi perché ne vuoi di più e me lo dici. Subito inizi a godere come una troia gemendo. Poi ti muovi a ritmo più forte, pretendendo sempre più cazzo dentro di te. Al culmine urli forte e infine vieni, allagandomi il ventre con un temporale di tuo nettare. Quanto ti adoro, mia stupenda femmina. Quanto godo nello sborrare restandoti dentro a lungo.
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"ok: è arrivato il momento che… basta così! Fatti una doccia, rivestiti e vattene, puttana. A giovedì prossimo. Puntuale, mi raccomando…"
"ti amo stronzo, lo sai? Dimmi che mi ami anche tu…" "si, si: ti amo anch'io. Però adesso vai fuori dalle palle e… ma che cazzo fai? Suuu… dai, ora smetti di succhiarmelo…  oooooh…  be’, magari un'ultimo scarico nella tua gola te lo sei comunque meritato… aaaah, adoro la tua lingua, maledetta puttana… siiii!"
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RDA
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angelap3 · 4 months ago
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"La gente di solito va nei musei e guarda quattrocento quadri in un’ora e mezza. Torna con dei piedi gonfi così e va alla ricerca di una Coca-Cola tiepida per dimenticare l’esperimento.
I luoghi dove stanno i quadri si chiamano pinacoteche, come esistono i luoghi dove stanno i libri che si chiamano biblioteche. Nessuno va in biblioteca e legge tutti i libri.
Uno che va in una pinacoteca, in un museo, dovrebbe andare a vedere due quadri. All’inizio, a mio parere, addirittura uno solo.
Quello che l’ha fatto il quadro spesso ci ha messo due anni a farlo. O anche due mesi a farlo… Cosa mi dà il diritto a me di guardarlo in venticinque secondi?
Quando erano in Chiesa, la gente li vedeva da quando nasceva a quando moriva: tutta la vita. E adesso deve vederlo in un minuto mentre stai correndo al quadro prossimo?"
[Philippe Daverio]
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susieporta · 1 year ago
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«La gente di solito va nei musei e guarda quattrocento quadri in un’ora e mezza.
Torna con dei piedi gonfi così e va alla ricerca di una Coca-Cola tiepida per dimenticare l’esperimento.
I luoghi dove stanno i quadri si chiamano pinacoteche, come esistono i luoghi dove stanno i libri che si chiamano biblioteche. Nessuno va in biblioteca e legge tutti i libri.
Uno che va in una pinacoteca, in un museo, dovrebbe andare a vedere due quadri. All’inizio, a mio parere, addirittura uno solo.
Quello che l’ha fatto il quadro spesso ci ha messo due anni a farlo. O anche due mesi a farlo… Cosa mi dà il diritto a me di guardarlo in venticinque secondi?
Quando erano in Chiesa, la gente li vedeva da quando nasceva a quando moriva: tutta la vita. E adesso deve vederlo in un minuto mentre sta correndo al quadro prossimo?»
Philippe Daverio (1949-2020)
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t-annhauser · 4 months ago
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le basi certissime dell'amore
Dice che l'Europa non fa più figli e andando avanti così verrà sostituita etnicamente, ma fare figli principalmente per evitare la sostituzione etnica dell'Europa è una ben misera motivazione per metter al mondo cristiani, tanto vale mettere al mondo birilli, come quelli che hanno uno scaffale da riempire e ordinano un paio di metri di libri belli da vedere, con le fotografie: facciamo tanti figli per riempire l'Europa, sennò arriveno gli arabi, li saraceni. "Papà, perché tu e mamma mi avete voluto?" "Per mantenere l'etnocentrismo occidentale, figliolo, sennò diventiamo tutti arabi." La base certissima dell'amore.
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lamargi · 4 months ago
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Porto sempre la merenda ai ragazzi mentre studiano, al pomeriggio. È ormai un rito: a una certa ora busso alla porta della camera di mio figlio e porto a lui e ad Antonio, il suo compagno di banco fin dalle elementari, il vassoio, con il tè, i biscotti, le merendine. Sono una brava mamma, giusto?
L’altro giorno la porta non era ben chiusa e quindi….perchè bussare? È stato così che ho sentito chiaramente quelle parole “…..quel gran pezzo di gnocca di tua mamma…”
A dirle Antonio. La voce era bassa, i due stavano confabulando a bassissima voce, i libri aperti, ma, evidentemente, non era sulla lezione che era concentrata la loro attenzione. Ho fatto assolutamente finta di nulla. E loro avranno pensato che non avessi potuto sentire dalla soglia della porta.
Invece….
Ma guarda il ragazzino, ho pensato nei giorni successivi. Eppure senza che provassi indignazione per quella frase così sfacciata. Anzi….e dire che lo conosco da piccolo, chissà da quanto ha sviluppato questa “cotta” per me…..
Comunque sentirmi definire “gnocca”non mi disturba affatto, anzi mi lusinga e mi stuzzica. Antonio è poi un ragazzo adorabile, carino ed educatissimo, niente affatto sfacciato, anzi piuttosto timido e taciturno di solito…..avesse solo qualche anno di più, il fatto che pensi a me come “un gran pezzo di gnocca” più che soltanto lusingare, bè mi farebbe eccitare….
Doveva accadere, ed è accaduto. Antonio che viene a casa, non trova mio figlio, noi due che restiamo soli…..
Lo faccio sedere, anche se solo non è un buon motivo per non preparargli anche oggi il tè con i biscottini. Servirglielo non nella stanza di mio figlio, ma qui in salone. Farlo accomodare sul divano. Sedermi davanti a lui, sul puff….
Che dirgli? Canzonarlo rivelandogli che l’ho sentito definirmi “gnocca”? No, poverino, morirebbe di vergogna. E comunque mi ci sento gnocca, oggi. E da come mi guarda, lo pensa proprio.
È da gnocca questa gonna corta? Si, è vero, mi sono cambiata quando l’ho sentito al citofono, ma lo avrei fatto comunque, non certo per…..fargli vedere le gambe…
Anche i collant ….direi che sono da gnocca….ma porto sempre le calze velate, anche in casa…e a ben pensarci quante volte mi era sembrato che Antonio mi guardasse le gambe mentre stavo in camera loro e attendevo che sorseggiassero il tè …..esattamente come mi guarda le cosce adesso….
Certo, avrei potuto evitare di non mettere il reggiseno. Con il reggiseno, le punte dei capezzoli che si sono induriti sarebbero meno visibili sotto la camicetta. E questi seni gonfi non tenderebbero la camicetta in questo modo, e i capezzoli duri che si vedono non calamiterebbero lo sguardo di questo ragazzo…..
Mi alzo per prendergli la tazza di tè dalle mani. Noto che gli tremano. Mi seggo stavolta accanto a lui. Molto vicina. Non fiata. Spingo il mio corpo a contatto con il suo. Si sposta un po’ ma il divano è finito…..Lo guardo e poggio la mia mano sulla sua. “ Forse disturbo, vado via?” Non rispondo, gli sorrido e porto la sua mano sul mio seno. Spalanca gli occhi. Spalanca la bocca. Mi faccio toccare il capezzolo attraverso la stoffa leggera della camicetta, poi guido la sua mano sulla mia coscia. Mi protendo e gli sfioro le labbra con le mie. Sono morbide, dolci. Gliele lecco con la punta della lingua.
Poi la lingua la spingo tra le sue labbra, gliele faccio aprire, la infilo dentro la sua bocca per il primo vero bacio con una donna della sua vita.
Sento la sua mano contrarsi sulla mia coscia. Anche io gli stringo la patta con la mia. Duro come il ferro. Proprio come lo volevo.
“E così sono un gran pezzo di gnocca, vero?” I miei gesti e l rivelazione che so cosa pensa lo mettono nella confusione totale. Come un bambolotto si lascia guidare in camera da letto, mentre canzonandolo gli dico che merita una punizione…
Mentre lo spoglio nudo, guardo di sfuggita l’orologio per capire quanto tempo ho a disposizione per farmelo. Tre ore almeno, abbastanza per castigare come previsto di fare questo ragazzino insolente.
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poesiablog60 · 9 months ago
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"Anche quando sei sola devi prenderti cura di te stessa.
Quando mangi da sola, metti una bella tovaglia, piatti e posate, prepara un buon pasto, versati un bicchiere di vino.
Non accendere la radio, ascolta piuttosto un po' di musica. Vestiti sempre elegante, profumati, truccati ma non troppo.
Quando esci metti dei gioielli, togli sempre una spilla, un anello, un braccialetto.
Meno è meglio di troppo. Bisogna sempre avere fiori in casa.
Non sentirti in imbarazzo a bere qualcosa da sola in un bar, andare al ristorante, al cinema, a teatro. Non lamentarti perché sei sola, goditi il caffè bollente, l’umorismo del film che stai per vedere, e se ci riesci scrivi, scrivi lettere, scrivi poesie, libri, se puoi, non pensare a ciò che non hai avuto. "
C. Schneck
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sciatu · 23 days ago
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FALSOMAGRO E BRACIOLINE
La Nonna: u viziu chi nun è castigatu, dura pi sempri!
Nonna - Pronto oh prontu
Catina - Si pronto chi parla
Nonna - Anciulina jo sugnu, nun mi canusci? L’ hai dumatu l’apparecchio pi sentiri?
Catina -Signora non sono mia zia Angela sono Catena, sua nipote
Nonna - Oh gioooia, non ti avia riconosciutu. Cercavo a tua zia perché ho fatto il falsomagro e le braciole al sugo, ma mio nipote non è venuto e mi sono rimasti. Volevo dargliene un po'…. Ma chi fici, forse ho sbagliato numero?
Catina – No signora, il numero è giusto, solo che ho io il cellulare della zia perché siamo al pronto soccorso e lei è ricoverata
Nonna - Oh Prontu Soccorsu..? o Santilibbiranti è chi ci succidiu?
Catina – Niente, non si preoccupi. Zia Angela aveva detto allo zio di pitturare il bagno …
Nonna - U sapia, u sapia chi a cuppa era di du disgraziatu!!! E chi ci fici ci miscoi perché al solito non voleva fare niente?
Catina -No signora, non l’ha picchiata. Lo zio ha incominciato a pitturare il bagnetto solo che doveva pitturare il soffitto e allora ha preso una sedia
Nonna – La Sedia? Ha bisogno di un ascensore: ma se lui è alto come una suola delle scarpe, come faceva ad arrivare al soffitto con la sedia?
Catina -Infatti ha preso una sedia e c’è salito sopra, ma non ci arrivava lo stesso e allora ha messo sotto i piedi della sedia quello che ha trovato, una pila alta così di libri e riviste. Poi c’è salito sopra e si è fatto aiutare dalla zia a prendere la latta di pittura da 50 litri che era pesantissima. Siccome era enorme, per tenerla, l’aveva appoggiata sulle ante di vetro della doccia.
Nonna - Ma chi è cretino? E se si rompevano
Catina - Infatti signora, la latta era tanto pesante che le ante si sono staccate dal muro andando in mille pezzi, Lo zio ha cercato di prendere la latta ma la sedia su quella pila di giornali è scivolata giù e non le dico il casino che è venuto fuori … tutto il bagnetto, le pareti e il corridoio pieni di pittura, lo zio nel cadere ha rotto la lampadina perché si è cercato di aggrappare a qualcosa, ha cercato anche di aggrapparsi al  mobile dove tengono le tovaglie ma questo è caduto giù spaccando il bidè … lui , non è riuscito a brancicarsi da qualche parta ed è caduto con la testa nel water ed ha dato un colpo tanto forte che è svenuto. La zia  è stata travolta dal bidone di pittura, è caduta all’indietro, ha battuto la testa ed è svenuta anche lei. Non le dico il macello. La signora Romano che sta nell’appartamento sotto al loro, ha sentito il botto e ha mandato il figlio a vedere cosa era successo. U carusu è salito, ha aperto la porta è ha visto la zia stesa per terra, tutta bianca e con le braccia aperte che quasi non respirava … si è spaventato ed è corso dalla mamma dicendo che la signora Anciula era morta. La signora Romano ha incominciato a urlare a chiamare i pompieri, la Croce Rossa, i Carabinieri e ha chiamato anche me.
Nonna - Mahhh … chi disastru, speru sulu chi to ziu questa volta battiu nto sonnu (nelle tempie) e ci ristoi.
Catina - Ma no signora, l’ambulanza è arrivata ha visto mia zia stesa nel corridoio tutta bianca, l’hanno presa e portata subito giù in ambulanza. Le hanno fatto sentire i sali e lei si è ripresa è ha chiesto di mio zio, ma gli infermieri non l’avevano visto. Sono tornati e guardando nel disastro del bagnetto con la torcia hanno trovato lo zio tutto coperto di pittura con la testa incastrata nel water…
Nonna – è quello è il posto giusto per lui: u cessu!! Ma hanno tirato l’acqua facendolo finire in mezzo a quelli come lui?
Catina - … era tutto raggomitolato e con la pittura non si distingueva dal water e non si staccava perché la pittura s’era tutta seccata e lo aveva incollato li dentro. Così l’hanno portato in ospedale sempre con la testa nel water perché avevano paura che se lo toglievano gli usciva il cervello
Nonna - Non c’era questo pericolo perché lui è cerebrovacanti: a testa gli serve solo per portare le corna che ha!?
Catina - No ora sta bene. Ha un bernoccolo di dietro ma sta bene, anzi da come stà gridando contro lo zio di la in infermeria, si è ripresa di sicuro.
Nonna - Ragiuni avi, du disgraziatu, du ruvinafamigghia chi ��. Ma come si fa che una ni fa e milli disgrazie ni cummina, chi poi ci va sempre nto menzu da Santa fimmina di Anciulina. Ma per una volta che ne è successa una bona di disgrazia, ma perché non finiva bene e la faceva diventare vedova che ci voleva: hai fatto trenta e fai trentunu binidittu Diu!. Oh signuruzzu mei, “u viziu chi nun è castigatu dura pi sempri”, picciò, fanni sta grazzia: pigghittillu, pottitillu in paradisu e fallu puru beato, santu, chiddu chi boi e tenittillu accanto a tia: libberani i sta disgrazia infinita.
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artide · 11 days ago
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Oggi ho presentato alla classe prima i margini della foglia: liscio, lobato e seghettato. Ho utilizzato foglie vere per far sentire a ciascuno i margini, abbiamo discusso e ripassato le parti che già conoscevano. Hanno poi ritagliato da un cartoncino le tre foglie, ognuno col suo set di forbici, incollato nel foglio e scritto accanto a ciascuna il tipo di margine in corsivo. Hanno bucato il foglio con la bucatrice, inserito nel quaderno ad anelli. Tempo impiegato circa un’ora. Qualcuno doveva ancora finire.
Immagino questa attività in una scuola pubblica, forse impossibile. Perché io avevo sei bambini, e non trenta, e ho seguito nei limiti e nel rispetto della loro autonomia, ciascuno singolarmente.
Autonomia, esperienza, contenuti sono equilibri che maggiore è il numero di chi compone una classe maggiore è la scelta che si deve fare in una o altra direzione e di solito è a scapito dell’autonomia, perché il solo bucare il foglio autonomamente implica tempo ed attenzione, o dell’esperienza che spesso è ridotta.
Questo è anche da spiegare alle famiglie che spesso comparano quaderni e libri e lavoretti di famiglie che vengono da una scuola tradizionale. La scuola dell’autonomia la si vede sulla lunga distanza, è una scuola più lenta, con intervalli e ritmi diversi. Chi ha la pazienza di vedere un fiore nascere dal seme?
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caoticoflusso · 1 month ago
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prefazione autobiografica di una tipica giornata romana di una studentessa universitaria in sessione (non garantisco alcun accenno allo studio)
la sveglia alle nove e trenta è da considerarsi un evento simil nevicata a roma dato il mio status storico di insonne conclamata. — avevo deciso di andare al cinema da sola dopo aver constato ultimamente che la compagnia altrui è, paradossalmente, simbolo di irritabilità e tedio; l’idea era quella di rifugiarmi dentro una sala seduta in una di quelle poltroncine rosse dell’uci cinemas beandomi della visione di a complete unknown canticchiando cheta cheta girl from the north country di bob dylan ( avrei preferito che chalamet non fosse stato proprio preso per interpretare la parte di un tale individuo con spessore musicale simile ma, ahimè, chest’è.) evidentemente il fato ha deciso che non fosse ancora il caso di riprender contatto con la realtà, e dovessi quindi depersonalizzarmi ancora un po’ dato che l’unico orario disponibile fossero le 15;00.
visibilmente delusa dal mio centro commerciale di fiducia (ho preso in considerazione l’idea di trasferirmi altrove anche solo per questa cosa ma qui ci sarebbe da incolpare la persona terribilmente tragica che sono) ho deciso di fare colazione con uno yogurt greco e del cioccolato fondente. lo yogurt greco era scaduto e da una parte ho anche esultato, se non fosse che senza veder la scadenza l’ho aperto, e sono rimasta quasi due minuti con il vasetto in mano cercando di capire da cosa derivasse tale ritardo mentale (non sono giunta a conclusione, per vostra informazione, è un mio tratto caratteristico) — non sono fuori sede, ma c’è da dire che io con le scadenze non ho mai avuto un’ottimo rapporto.
lo yogurt greco fa schifo e non dovrebbe essere in vendita, dovrebbero eliminarne la produzione e l’acquisto disponibile nei supermercati, oltre ciò, il fondente è decisamente migliore di quello al latte.
stranamente l’atac non mi ha deluso ed è passato in tempo. ho anche pensato che roma non fosse poi così deludente come tanti romani suggeriscono ai turisti, riflessione che ho deliberatamente eliminato dopo aver incrociato qualche sguardo familiare di colleghi universitari in procinto di andare a studiare per la sessione (cosa che dovrei fare ma ora non mi sembra il caso di perdersi in dettagli..!). ammetto che dopo esser scesa ho empatizzato con il nostro caro luigi pirandello che scrisse di adriano meis.
bene, ho deciso di andare in libreria. e voi penserete: questa quanto cazzo spenne pe sti libri? e la risposta è: tutto quello che dovrei risparmiare per quelli universitari che rifiuto categoricamente. ho passato due ore contate a girovagar per la feltrinelli senza aver un titolo in mente, mi sarò fermata tre/quattro volte assuefatta dalla consapevolezza che attorno a me ci fossero solo libri ed ho pensato che sì, it’s exactly the right place where i finally feel complete. chi ci lavora avrà praticamente pensato che fossi una squilibrata che di lunedì mattina non ha un cazzo da fare che aprire, controllare il prezzo, leggere rapidamente e posare i romanzi che prendeva in mano. poi m’avranno perdonato, comunque, dato i soldi spesi per cose che già tengo in camera a prender polvere.
tappa successiva, panificio. io sono fottutamente innamorata di questo posto. penso sia nella mia top 5. è imparagonabile l’odore che ti giunge al naso appena entri di pane appena sfornato (cose che considero serotonina per la felicità, fra i miei momenti di trascurabile felicità.), non potevo non acquistar niente —mi rendo conto d’esser decisamente influenzabile e non ho controllo su ciò che spendo, ma comunque, dopo aver fatto compere intelligenti, e mi piace chiamarle così, sono giunta in cassa per pagare. ok e qui c’è da fare un appello ad un’altra cosa che è doverosa sapere.
quando esco d’improvviso la mia esistenza diventa un’insieme di eventi imbarazzanti, catastroficamente teatrali e sospetto che c’è qualche sorta di regista con una cinepresa a registrar ogni mia figuraccia per realizzare un cortometraggio sarcastico in stile tragicomico forse destinato a un pubblico di nicchia che apprezza il sottile sadismo del caso.
non per ultimo. il mio quotidiano giro al mercato dell’usato — e no, ovviamente non ho acquistato alcun vestito ma son stata tentata da ben altro!
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dicotomia fra immagini che vi offrono una completa visione percettiva della folle che sta scrivendo!
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