#non lavorano mai??????
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deathshallbenomore · 1 year ago
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il senso di immotivato ma strisciante e inesorabile astio verso coloro che si occupano di gender studies
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falcemartello · 5 days ago
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La storia del razzismo non sta più in piedi... non è una questione di colore della pelle ma di cultura, di condotta.
In Italia ci sono centinaia di persone di colore che lavorano onestamente, rispettano e sono rispettati dalla comunità in cui vivono. Nessuno si sognerebbe mai di dirgli che se ne devono andare. Guardiamo in faccia la realtà se vogliamo continuare a vivere invece di sopravvivere!
(https://x.com/ImmaS66162/status/1875597872097587556?t=Aq1Hyuk3NJZnJI8osM7Ejg&s=19)
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jazzluca · 1 month ago
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MEGATRON ( Deluxe ) Movie Studio Series 114 *TRANSFORMERS ONE*
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Seguendo a ruota il suo amico / rivale Optimus, ecco pure MEGATRON "One" esordire come Studio Series e nella nuova sotto scala Deluxe in cui hanno relegato i personaggi dell'ultimo film ( d'animazione ) dei Transformers.
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Perlomeno i nostri due leader sono Deluxe alti, ma Megatron qui mi aveva tratto in inganno dalle foto promozionali, dato che il ROBOT pareva fosse di poco più alto di Prime, e invece è solo una mera illusione, per via della struttura longilinea del corpo, che si traduce in gambe un pelo più lunghe sulle anche e un petto più stretto che, di rimbalzo, in un confronto ravvicinato con Optimus, seppur alti uguali, lo fa sembrare quasi più piccolo!! ^^''
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Fortunatamente il nostro novello comandante Decepticon recupera a livello estetico, in quanto fedelissimo alla sua versione potenziata e definitiva con il T-Cog di Megatronus, a livello di articolazioni con la posabilit�� standard cui va sottolineata la rotazione dei pugni e il poter piegare completamente i gomiti, ed a livello di accessori, con la torretta argentata sulla schiena, due laser gemelli ed un cannone corto a cui si aggiunge l'iconicissimo CANNONE A FUSIONE.
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Questo però lascia un po' interdetti, invece, dato che sì, ha le fattezze della storica arma del G1, MA nel film lo si vede solo nella prima versione trasformabile di D-16, non in quella finale e potenziata dove si potenzia pure l'arma, con una forma diversa e la canna a 3 punte.
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Come mai quindi questo cambiamento? Forse hanno aggiunto il potenziamento del cannone nel film in un secondo momento, quando il modellino ormai era in produzione? Forse hanno pensato che fosse più iconico questo cannone, per il giocattolo? Forse gli Hasbri hanno parenti che lavorano nelle ditte di add-on 3p e così fanno un favore a loro? ^^'
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Non lo so! Ma è anche vero che nel film quel cannone viene distrutto dall'ascia di Optimus e quindi forse poi Megatron torna alla sua versione precedente, chissà. O sarebbe interessante se lo aggiungessero in seguito come accessorio ad una futura uscita SS di One: stavo pensando ad eventuale MEGATRONUS PRIME ma a guardare i concept non ha quel cannone come arma ( ed avrebbe avuto senso invece la somiglianza, vabbè ).
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Il cannone a fusione, comunque, si può attaccare su entrambe le braccia a piacere, e viceversa i due laser gemelli, che di solito stanno appesi sul non ingombrante zaino / torretta: all'interno di questa può nascondersi parzialmente l'altro cannoncino, dato che si può ruotare la torretta sopra la testa mimando una scena del combattimento finale del film.
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Sempre come nel film, il cannoncino può anch'esso sistemarsi, tramite un'apposito aggancio rettangolare, su entrambi gli avambraccia a piacere ( anche se a guardar bene il design, pare più uno dei due laser gemelli, vabbè ), oppure lo si sistema rovescio sulla canna del cannone a fusione, cercando di imitare così alla buona il cannone evoluto di più sopra. A sto punto, peccato che gli altri due laser gemelli non possano pure loro agganciarsi al cannone a fusione, ma in compenso possono sistemarsi negli appositi fori nella parte interna delle gambe, così come poi troveranno posto nel mezzo trasformato.
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La TRASFORMAZIONE è interessante ed appagante, con le gambe che si allargano piegandosi internamente a metà cosce, ruotando ciascuna di 180° ed aprendosi per permettere ad i piedi di ruotare all'interno venendo sostituiti dai cingoli. Il pannello del torso slitta verso il basso, in modo da potervi ribaltare nel vuoto creatisi la testa, che si porta dietro il pannello che la sostiene insieme alle braccia ed alla torretta che ruota di 180°. Gli arti superiori ruotano e si piegano diventando i cingoli posteriori, mentre i pannelli delle gambe slittano fino a chiudersi e bloccarsi sul torso e le braccia, ed infine si agganciano il cannone e il cannoncino uniti alla torretta.
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Il CARRARMATO CYBERTRONIANO risultante, ad essere pedanti, sebbene ne catturi l'essenza non è così fedele a quello del film, dato che i moduli cingolati anteriori un po' troppo lunghi, mentre la torretta è corta rispetto alla canna e sopratutto non al centro del veicolo ma in coda.
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… Però forse è meglio così, mi azzardo a dire, dato che sennò era praticamente uguale a tutti i cavolo di tank cybertroniani con moduli laterali cingolati più grandi della parte centrale visti da TANKORR Beast Machines o Megatron Armada in poi, mentre ora sembra davvero più mortaio mobile, ed, ironicamente, qui si nota meno che le parti anteriori cingolate sono palesemente le gambe del robot!
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Magari la torretta, quella sì, era interessante che si potesse allungare o che, ma non si sono sprecati manco a mettere le rotelline sotto i cingoli, così come la parte anteriore centrale di quello che era il torso è bella vuota sotto, e idem quando si solleva la torretta, che si vede la facciona di Megatron, ma, ehi!, almeno la torretta si solleva pure! ^^
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Infine, ricordiamoci dei laser gemelli che a scelta stanno o sui fianchi del veicolo o direttamente ai lati della torretta, anche nella prima maniera sono una citazione al carrarmato di D-16 col T-Cog, e non alla summenzionata versione potenziata….
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Quindi, fondamentalmente un bel modellino in tutte le sue modalità, ma stranamente non somigliante al 100% a come appare nel film ( PER ESSERE UNO STUDIO SERIES, sottolineamo ), essendo ibridato negli accessori con la sua versione intermedia: a sto punto tanto valeva fare davvero direttamente D-16 e quindi poi fare un Megatron definito e magari pure Voyager, a meno che sti furboni non vogliano far uscire davvero in seguito il DEFINITIVO Megatron di One dopo questa versione forse affrettata. Che dire se non un bel "Chi vivrà, vedrà", allora! ^^'
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-Videorecensione
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occhietti · 3 months ago
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"… E venne il giorno in cui il rischio
di rimanere chiuso in un bocciolo
divenne più doloroso del rischio di sbocciare."
Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro, o fa un viaggio… e scopre che non sta vivendo, che è ibernato.
I sintomi dell’ibernazione sono facili da individuare: primo, inquietudine, secondo (quando l’ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte): assenza di piacere. Questo è tutto. Sembra una malattia innocua. Monotonia, noia, morte.
Milioni di uomini vivono in questo modo (o muoiono in questo modo), senza saperlo. Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini. Poi interviene una cura "urto", una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvaguardandoli dalla morte. Alcuni non si svegliano mai.
-  Anaïs Nin, Diario Vol. 1: 1931-1934.
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gregor-samsung · 4 months ago
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LA NOSTRA SCUOLA
La nostra scuola è privata. È in due stanze della canonica più due che ci servono da officina. D’inverno ci stiamo un po’ stretti. Ma da aprile a ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto non ci manca! Ora siamo 29. Tre bambine e 26 ragazzi. Soltanto nove hanno la famiglia nella parrocchia di Barbiana. Altri cinque vivono ospiti di famiglie di qui perché le loro case sono troppo lontane. Gli altri quindici sono di altre parrocchie e tornano a casa ogni giorno: chi a piedi, chi in bicicletta, chi in motorino. Qualcuno viene molto da lontano, per es. Luciano cammina nel bosco quasi due ore per venire e altrettanto per tornare. Il più piccolo di noi ha 11 anni, il più grande 18. I più piccoli fanno la prima media. Poi c’è una seconda e una terza industriali. Quelli che hanno finito le industriali studiano altre lingue straniere e disegno meccanico. Le lingue sono: il francese, l’inglese, lo spagnolo e il tedesco. Francuccio che vuol fare il missionario comincia ora anche l’arabo. L’orario è dalle otto di mattina alle sette e mezzo di sera. C’è solo una breve interruzione per mangiare. La mattina prima delle otto quelli più vicini in genere lavorano in casa loro nella stalla o a spezzare legna. Non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco. Quando c’è la neve sciamo un’ora dopo mangiato e d’estate nuotiamo un’ora in una piccola piscina che abbiamo costruito noi. Queste non le chiamiamo ricreazioni ma materie scolastiche particolarmente appassionanti! Il priore ce le fa imparare solo perché potranno esserci utili nella vita. I giorni di scuola sono 365 l’anno. 366 negli anni bisestili. La domenica si distingue dagli altri giorni solo perché prendiamo la messa. Abbiamo due stanze che chiamiamo officina. Lì impariamo a lavorare il legno e il ferro e costruiamo tutti gli oggetti che servono per la scuola. Abbiamo 23 maestri! Perché, esclusi i sette più piccoli, tutti gli altri insegnano a quelli che sono minori di loro. Il priore insegna solo ai più grandi. Per prendere i diplomi andiamo a fare gli esami come privatisti nelle scuole di stato.
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Brano tratto dalla lettera dei ragazzi di Barbiana ai ragazzi di Piadena dell’1 novembre 1963 raccolta in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 167-168.
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smokingago · 5 months ago
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I fantasmi inconsci dell’infanzia lavorano nel presente determinando una serie di atteggiamenti disfunzionali.
La ferita generata durante l’infanzia (che lavora a livello inconscio in età adulta) riguarda soprattutto un mancato riconoscimento da parte della figura di riferimento. Un mancato riconoscimento ai suoi bisogni, alla sua affettività, alle sue conquiste o generalmente al suo “esserci” come persona.
Questo mancato riconoscimento innesca uno stato di rabbia che lavora perennemente in background; in altre parole, la rabbia è sempre presente anche se può essere più o meno esplicitata.
non riuscirà mai a vivere all’altezza delle sue aspettative perché in qualche modo si sabota. Il suo autosabotaggio emotivo la rende schiava di un desiderio inespresso e mai appagato:
La conseguenza si traduce come incessante e famelica ricerca di diffuse conferme. Ciò non solo porta ad un perpetuo malessere interno (senso di vuoto) ma al contempo genera conseguenze significative in diverse sfere della vita,
tra cui l'incapacità di amare veramente e di saper discernere i sani sentimenti da quelli tossici.
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gai0la · 5 months ago
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hanno aperto la fermata della metro sotto casa mia.
c’hanno messo più o meno 20 anni, ero alle medie quando hanno iniziato i lavori e mi ricordo che pensavo “quando finiranno potrò andare a scuola con la metro”. si fra, come no.
ah, e dalle 3pm chiude, non sia mai lavorano troppo.
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ilcaoselastelladanzante · 7 months ago
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Indignatevi per i vivi.
Trent’anni senza vederli
di Fabrizio Tesseri
Facile indignarsi per i morti. Al massimo dura fino al funerale, poi tutto come prima.
Bisognerebbe indignarsi per i vivi.
Ma noi non li vediamo, i vivi. Letteralmente.
A volte non li vediamo al punto da travolgerli di notte sulle strade di campagna, scaraventandoli nelle scoline con le loro biciclette, quando va bene. Quando li vediamo è perché indossano quei gilet catarifrangenti che noi abbiamo in macchina in caso di incidente. Quando li vediamo è, appunto, un caso, un incidente.
Però non è che li abbiamo rimossi, propio non li abbiamo mai considerati.
Eppure sono decenni che sono qui, almeno tre decenni. Trent'anni fa, per esempio, alcuni singalesi e indiani, molto giovani, erano ospitati in un piccolo hotel fuori mano, trasformato da allora in una sorta di residenza per stranieri. È in campagna, ma era appiccicato ad un paio di grandi industrie, allora.
Da anni, al posto della più grande, la Goodyear, è rimasto un rudere e, con ogni probabilità, amianto e altri rifiuti sepolti sotto terra e sotto una memoria labile che ha cancellato i morti e i disoccupati.
È rimasta la fabbrica di alluminio, la sola piscina da 25 metri sul territorio e quel vecchio hotel malandato.
Beh, trent'anni fa, un misto di delinquenti e fascistelli (si lo so, è ridondante, sono sinonimi) andarono a picchiare i rifugiati in quel vecchio alberghetto. Per la verità, le presero per bene.
Ci fu tensione, venne organizzata una manifestazione di solidarietà, la polizia schierata in forze manco fosse un derby di quella che era la serie D del tempo, riuscì a picchiare chi manifestava solidarietà e il risultato fu che tutti ci distraemmo. Quasi tutti.
Alcuni da anni seguono e denunciano le condizioni dei migranti nella Pianura Pontina, su tutti Marco Omizzolo.
La maggior parte di noi però, semplicemente, non li ha mai visti.
Eppure sono tanti, lavorano nelle serre, nelle campagne, quasi tutti maschi, dormono in vecchie case o stalle, quando va bene. A decine, tutti insieme.
Qualcuno però ha fatto il salto sociale e ha aperto un negozietto oppure è stato fortunato e non solo è sopravvissuto, ma ha trovato anche un buon datore di lavoro, non un padrone, e ha messo su famiglia.
E allora vivono per lo più nei centri più o meno storici e ci sono i ragazzi nelle nostre scuole e per la quasi totalità dei nostri figli sono loro compagni, senza aggettivi o caratterizzazioni. Loro li vedono.
Noi queste famiglie, non gli altri, le vediamo solo perché vivono accanto a noi. Più colorati nei vestiti, odori diversi, magari più confusione, e in alcuni quartieri quelle donne e quegli uomini arrivati da lontano sono i soli a parlare con i "nostri" vecchi, soli dietro le persiane accostate al sole. Sono gli unici che si affacciano a vedere come mai la signora oggi non si è vista e magari sta male e ha bisogno.
Però, gli altri non li vediamo.
Ma vediamo il prodotto della loro esistenza.
Vediamo i prezzi della frutta e verdura in offerta sui banchi dei supermercati. Compriamo contenti il Sottocosto. Ammiriamo la villa e la fuoriserie dei loro Padroni.
Questi, spesso ma non sempre, hanno cognomi tronchi, che finiscono per enne, si tratta di famiglie che hanno avuto la terra nel ventennio, pezzi di famiglie del nord smembrate e portate a colonizzare la terra redenta. Coloni. Ma di cosa? Qui ci vivevano i Volsci, forse anche avanguardie di Etruschi e i Romani, di sicuro, che hanno lasciato il loro segno e la Regina Viarum. Coloni di cosa, dunque?
Gente che ha conosciuto la povertà, la fame, la guerra, la malaria, i lutti, la fatica indicibile.
Uno si aspetterebbe che se uno ha vissuto questo, mai farebbe vivere lo stesso o di peggio ad altri esseri umani e invece...ma allora, come è possibile? Perché?
Forse perché abbiamo dimenticato. Forse perché negli ultimi trent'anni abbiamo buttato nell'indifferenziato il concetto di comunità.
Abbiamo smesso di vedere l'altro ma solo quello che l'altro ha. E abbiamo voluto arricchirci o almeno illuderci di farlo. Abbiamo smesso di dare valore e iniziato a dare un prezzo, a tutto.
E quando dai un prezzo a qualsiasi cosa vuol dire che sei in competizione e la competizione porta a voler prevalere e finisce che bari pure con te stesso quando fai i solitari.
E tutti siamo contenti di comprare le zucchine a 0,99 euro al chilo e il Padrone compra un altro ettaro e abbassa la paga da 4,50 euro l'ora a 4 euro, preserva il margine di profitto, la grande distribuzione apre nuovi scintillanti ipermercati, noi oltre le zucchine compriamo i pomodori maturi, si fa per dire, a marzo.
È una magia!
Qualcosa di inspiegabile. Qualcosa di invisibile.
Tranne che ogni tanto.
Quando sotto una macchina non finisce una volpe ma un ventenne troppo stanco da scordare il gilet catarifrangente.
Tranne che ogni tanto, per un incidente sul lavoro o una rissa tra disperati.
Ma dura poco, meno della pubblicità tra il TG e i Talk Show della sera.
C'è il volantino delle offerte nella cassetta postale, sabato si fa spesa.
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aculofan · 8 months ago
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Oggi.
Giornata internazionale degli infermieri.
Siamo stati osannati come angeli, quando c'era da parare il qulo a tutti, ci sono state fatte promesse mai mantenute, i trascorsi 4 anni hanno accelerato/accentuato il disamore verso questa Arte.
Ma tanti, tantissimi operatori sanitari, di qualunque categoria, lavorano con attenzione e competenza...solo che, come ho già scritto una volta, le persone belle esistono ma non fanno rumore.
Ciao.
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nineteeneighty4 · 1 month ago
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Indovinate chi si è fatta risentire dicendo che le altre ragazze studiano e lavorano e che soltanto io non sono in grado di fare entrambe le cose ???
Proprio lei : zia O , quella che non ha mai lavorato.
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francesca-70 · 8 months ago
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Lo sai Giulia cosa diranno adesso?
Che dovevi scappare, che dovevi lasciare un uomo del genere.
Dai primi dubbi, dal sentore di quella relazione con la collega, dai segnali che percepivi.
Perché voi donne in un modo o nell'altro, un po' di colpa ve la dovete tenere.
Perché in una società come la nostra, l'uomo ha sempre qualche attenuante.
Alla fine ve lo insegnano da piccole, che se Eva non avesse mangiato la mela, vivremmo ancora nell'Eden.
Che se le donne lavorano nascono meno figli
Che le donne troppo libere sono pericolose.
Che la minigonna dà segnali inconfutabili.
Che dire no non basta se metti troppo trucco
Che se i tuoi figli son maleducati è colpa tua.
Che se la casa è in disordine è colpa tua
Che se tuo marito ti tradisce è perché non te ne occupi abbastanza.
Che se il tuo compagno ti ammazza, un po' te la sei cercata
Vivete di sensi di colpa.
In ogni contesto
Perché prima gli uomini erano mariti e padroni.
Ora sono confusi, per la vostra indipendenza, per l'intrapredenza, per la sicurezza.
E vanno capiti...loro.
Già parlano di lui come di un bravo ragazzo, sempre col sorriso, nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
I più cattivi diranno che è un narcisista patologico, un anaffettivo, freddo, calcolatore.
E invece no, Giulia
Un assassino. E' semplicemente un assassino.
E tu non sei scappata
dalle responsabilità, dal chiarimento, dal faccia a faccia.
Perché voi donne i problemi li affrontate.
Dolorosi o meno, scomodi, difficili.
E non voglio immaginare quando hai capito che era troppo tardi, per salvarvi.
E fa troppo male Giulia, pensare al tuo futuro che resta racchiuso in una foto.
E fa troppo male pensare a quel pancione che non sarà mai vita.
Fa troppo male pensare che tante, troppe Giulie vivono in ricordi, fotografie per colpa di uomini piccoli e meschini. Violenti. Perché la violenza ha mille tentacoli e mille forme.
Peccato che quando la si denuncia, in pochi casi viene creduta, o capita.
E non lo so Giulia che sarà di voi, di una società in cui non si fa mai abbastanza, in cui si insegna alle donne a scappare e non agli uomini a rispettarvi
In cui i problemi si eliminano con una lama affilata.
In cui tutto questo cordoglio sembra solo una resa.
Un fallimento.
In cui avrete voce solo da morte.
Giuseppe Frascà
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AUGURI MAMMA GIULIA ❤️❤️
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ross-nekochan · 10 months ago
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Lo scorso weekend sono andata di nuovo a dormire dalla mia amica che abita vicino Tokyo.
Ogni volta mi porta la Domenica a pranzo dai suoi genitori, che ormai considero i miei nonni giapponesi, dato che mi fanno trovare la tavola imbandita così come farebbero i miei nonni, sebbene non ho alcun legame di sangue con loro.
La sera prima invece con la mia amica si fanno lunghi discorsi. A un certo punto ci siamo rese conto che erano passate 6h eppure erano volate.
Ad esempio, quando mi lamento che voglio fare altro, qualcosa che mi stimoli di più, lei dice che sono troppo seria e che pretendo troppo. Mi ha detto che sono la sua amica più piccola e altre sue amiche italiane a 40 anni o più, nemmeno sanno cosa fare e al momento lavorano ripiegando su altro. Quindi non mi devo preoccupare, va bene così, mi dice.
Io però boh. Forse sbaglio a non accontentarmi mai? In fondo lo fanno tutti. Il fatto è che non riesco a sopportare di non star imparando niente. Io vivo per sapere cose nuove, qualsiasi giuro, pure se fosse ingegneria mi andrebbe bene. Ma se non imparo e faccio sempre le solite cose mi sento spenta e arida dentro, mi scoccio. Sebbene le abbia detto: "almeno non sto rendendo la mia laurea inutile" (perché è vero, parlo giapponese e inglese tutti i giorni, quindi di che mi lamento?), in realtà è che non ho imparato nessuna skill nuova se non la solita "relazione con i clienti". I PC vanno solo aggiornati, resettati e cambiate qualche impostazione (cosa che saprebbe fare chiunque) quindi manco posso dire di star diventando un'esperta in questo campo.
I colloqui vanno male, quei pochi che me lo chiedono. Perché centinaia di altri mi rifiutano senza nemmeno chiedere il cv. Sto iniziando a pensare che sto sbagliando qualcosa. Forse è perché ancora non ho il JLPT? Forse è perché non ho esperienza se non in questo cazzo di IT? Forse è perché non scrivo cose accattivanti per il lettore? Per non parlare del fatto che propongono tutti stipendi più basso del mio attuale e a quello dovrei aggiungere la metà dell'affitto che ora mi paga la mia attuale azienda. Also, non c'è altro che servizio clienti - che sia hotel, aziende di videogiochi, aziende di viaggi ecc si tratta sempre e comunque di servizio clienti. Possibile che nessuno mi possa insegnare a fare qualcosa lavorando?
Mi sento sbagliata. Come sempre, d'altronde.
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canesenzafissadimora · 28 days ago
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(...)
C’è un’altra cosa che bisognerebbe copiare dagli stupidi: lasciar perdere le argomentazioni razionali. Basta. Quest’idea che per sconfiggere un’idea sbagliata serva la razionalità è un retaggio del liberalismo ottocentesco. La razionalità funziona solo con le persone razionali, non con gli stupidi. Se con gli stupidi cerchi di confutare una stupidaggine ottieni solo l’effetto di rafforzarla, perché più una stupidaggine viene ripetuta più circola, e più circola più si sedimenta. L’autorevolezza di una stupidaggine non sta nella sua fondatezza (non ha nessuna fondatezza), ma nel numero di volte che è stata ripetuta, per questo motivo quando una persona intelligente si trova di fronte a una stupidaggine, non deve confutarla, deve solo boicottarla, far finta che non esista. Qualche volta bisogna imparare a rinunciare alla propria libertà di parola.
Terza cosa fondamentale: sfruttare il punto debole degli stupidi, che, forse vale la pena ricordarlo, è la stupidità. Gli stupidi si interessano alle elezioni solo perché sentono parlare di questioni generiche in modo approssimativo: “la vostra crisi non la paghiamo”, “aiutiamoli a casa loro”, “così tenero che si taglia con un grissino” e così via, ma se tutte le persone intelligenti che lavorano nei media, che sono la maggior parte, parlassero solo di questioni precise in modo dettagliato, gli stupidi si annoierebbero. Nessuno stupido riuscirebbe mai ad appassionarsi alla relazione inversa fra tasso di inflazione e tasso di disoccupazione o alla differenza fra sunniti e sciiti, e il giorno delle elezioni se ne resterebbe a casa a giocare a tennis col gatto. La politica deve essere una cosa noiosa.
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Il mio cervello e il mio cuore hanno divorziato una decina d’anni fa su chi fosse da biasimare per il gran casino che sono diventato.
Alla fine non potevano più stare nella stessa stanza l’uno con l’altro.
Ora la mia testa e il mio cuore si dividono la custodia di me.
Durante la settimana sto con il mio cervello, mentre nei weekend sto con il mio cuore.
Non si parlano mai.
Invece, ogni settimana mi danno lo stesso biglietto da dare all’altro
e i biglietti che si mandano dicono sempre la stessa cosa:
“È tutta colpa tua”.
La domenica il mio cuore si lamenta di come la mia testa mi ha deluso in passato, e il mercoledì la mia testa elenca tutte le volte che il mio cuore mi ha rovinato il futuro.
Si danno la colpa a vicenda per come è diventata la mia vita.
Ci sono state un sacco di urla – e di pianti – ultimamente,
per questo sto trascorrendo molto tempo con la mia pancia
che mi fa da terapeuta non ufficiale.
La maggior parte delle notti, sgattaiolo fuori dalla finestra della mia cassa toracica, scivolo lungo la spina dorsale e mi accascio sulla poltrona di pelle della mia pancia che è sempre disponibile per me.
E siedo, siedo, siedo, siedo finché non sorge il sole.
Ieri sera, la mia pancia mi ha chiesto se non è difficile essere sempre preso in mezzo tra il mio cuore e la mia testa.
Ho annuito.
Ho detto che non so se riuscirei a vivere ancora con l’uno o con l’altra.
Le ho detto “il mio cuore è sempre triste per qualcosa che è successo ieri, mentre la mia testa è sempre preoccupata per qualcosa che potrebbe accadere domani”.
La mia pancia mi ha stretto la mano.
“Non riesco più a vivere con i miei errori del passato o con la mia ansia per il futuro”, ho sospirato.
La mia pancia mi ha sorriso e mi ha detto: “In questo caso, dovresti andare a stare con i tuoi polmoni per un po’”.
Ero confuso, e l’espressione del mio volto lo diceva chiaramente.
“Se l’ossessione del tuo cuore per il passato e della tua mente per il futuro ti ha sfinito, i polmoni sono il posto perfetto per te.
Nei tuoi polmoni non c’è ieri e non c’è nemmeno domani. C’è solo adesso.
C’è solo inspirazione. C’è solo espirazione. C’è solo questo momento. C’è solo il respiro, e in quel respiro puoi riposare mentre il cuore e la testa lavorano sulla loro relazione”.
Questa mattina, mentre la mia mente era impegnata a leggere le foglie di tè e il mio cuore fissava vecchie fotografie,
ho preparato una piccola borsa e mi sono avvicinato all’ingresso dei miei polmoni.
Prima ancora che potessi bussare, hanno aperto la porta con un sorriso e mentre un respiro mi abbracciava, mi hanno detto
“Perché ci hai messo tanto?”
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pettirosso1959 · 5 months ago
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La disputa Egonu - Vannacci è una tipica polarizzazione politica voluta dalla politica per portare gli elettori a tifare da una parte o dall'altra.
Da un lato fotte sega uno da dove viene. Nella mia amata Milano si diventa milanesi anche in un giorno se si è persone che lavorano seriamente. Conta un cazzo il colore della pelle, la lingua di provenienza e tutto il resto.
Dal lato opposto la sinistra strumentalizza gli immigrati che hanno un qualche successo per giustificare la scandalosa mangiatoia di miliardi e miliardi sui disperati.
La cosiddetta destra, se fosse intelligente, su questa mangiatoia, e solo su questa dovrebbe martellare.
E invece non lo fa. Accusare la sinistra del fatto che per loro gli immigrati sono solo una immensa e scandalosa mangiatoia, chiuderebbe ogni discussione.
E non lo fanno, non lo hanno mai fatto, non lo faranno mai.
L'importante è il teatrino, creare la tifoseria, da una parte e dall'altra.
I comunisti sono dei criminali, i fascisti sono dei... boh... decidete voi cosa sono... Da Francesco Tedeschi.
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unfilodaria · 9 months ago
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Non amo il mio posto di lavoro. Non credo di averlo mai amato. Eppure ci sono indissolubilmente legato. Ho 58 anni quasi 59, e frequento il mio ufficio da quanto ne avevo 3 di anni. Mio padre lavorava lì ed è morto lì. E per un macabro scherzo del destino vi ci sono stato catapultato dentro all’età di 19 anni, perché una legge regionale consentiva ad un figlio di subentrare al proprio genitore, dipendente morto sul luogo di lavoro. Ci lavoro ormai da 38 anni e a volte mi domando perché. Odio il luogo di lavoro, odio a volte anche le persone che ci lavorano. Rubano ed occupano le mie giornate, la mia vita. Eppure, da folle, gli dedico tutto il mio tempo nel nome del “senso del dovere”, un’altra macabra eredità da parte di mio padre, oltre al lavoro. Nessuno può capire quello che provo, a volte neanche io lo capisco. É come il senso di attaccamento alla maglia. Quelle quattro mura le sento mie più di qualunque altro. Ed odio chi ha reso quel luogo di lavoro, uno spazio chiuso e claustrofobico, peggio di un acquario. Odio e amo, ma più odio. Eppure difficilmente tradisco. E più passano gli anni e più l’attaccamento alla maglia ed il senso del dovere, mi attanagliano, mi soffocano. Odio e amo. E non vedo più speranza di salvarmi. Odio e amo.
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