#italia meridionale
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" Tutti erano indifferenti, qui, quelli che desideravano salvarsi. Commuoversi, era come addormentarsi sulla neve. Avvertita dal suo istinto più sottile, la borghesia non smetteva di sorridere, e urtata continuamente dalla plebe, dai suoi dolori sanguinosi, dalla sua follìa, resisteva pazientemente, come un muro leccato dal mare. Non si poteva prevedere quanto questa resistenza sarebbe durata. Infine, anche la borghesia aveva dei pesi, ed erano l'impossibilità di credere che l'uomo fosse altra cosa dalla natura, e dovesse accettare la natura in tutta la sua estensione: erano l'antica abitudine di rispettare gli ordinamenti della natura, accettare da essa le illuminazioni come l'orrore. Dove nel popolo scoppiava di tanto in tanto la rivolta, e dalle alte mura della prigione uscivano bestemmie e rumore di pianti, qui la ragione taceva in un silenzio assoluto, temendo di rompere con una benché minima osservazione l'equilibrio in cui ancora la borghesia si reggeva, e vedere i suoi giorni sciogliersi al sole, come mai stati. La paura, una paura più forte di qualsiasi sentimento, legava tutti, e impediva di proclamare alcune verità semplici, alcuni diritti dell'uomo e, anzi, di pronunciare nel suo vero significato la parola uomo. Tollerato era l'uomo, in questi paesi, dall'invadente natura, e salvo solo a patto di riconoscersi, come la lava, le onde, parte di essa. "
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Brano tratto da Il silenzio della ragione, dalla raccolta di racconti:
Anna Maria Ortese, Il mare non bagna Napoli, Adelphi (collana Gli Adelphi n. 329), 2024¹⁷; p. 156.
[Prima edizione: Einaudi (collana I gettoni n. 18), 1953]
#Anna Maria Ortese#Il mare non bagna Napoli#letture#libri#letteratura italiana del XX secolo#citazioni letterarie#leggere#scrittrici italiane del '900#Napoli#Campania#narrativa italiana#neorealismo letterario#raccolte di racconti#sottosviluppo#Italia meridionale#Mezzogiorno#secondo dopoguerra#meridionalismo#Luigi Compagnone#Domenico Rea#Pasquale Prunas#Raffaele La Capria#Luigi Incoronato#Vasco Pratolini#povertà#miseria#Il silenzio della ragione#bambini#infanzia#plebe
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Hi everyone!
My friend and I are opening up an LGBTQIA+ friendly association with which to organize small gatherings like bookclubs, watchparties, DnD parties (or other any tabletop, board or card game), Drag Race simulator and whatever gay and trans buffoonery we think of next.
Unfortunately there's a severe lack of LGBTQIA+ visibility in Southern Italy and this part of the country tends to be more economically disadvantaged, especially when it comes to public funding.
So alongside our local activities that I've mentioned before, we're also thinking of organizing lotteries every season to help us out a bit.
These are our prizes, all Am*zon giftcards!
1st place - 100 bucks
2nd place - 50 bucks
3rd place - 25 bucks
4th place - 10 bucks
5th place - 10 bucks
6th place - 10 bucks
7th place - 10 bucks
Here's how it works
Through DMs, you order your ticket from this list numbered 1-500. That's right, each ticket has a quote from an artist's song on it! You can choose any artist you want.
You pay for your ticket on my PayPal which unfortunately has my deadname now because of PayPal's policies but it's me.
After payment, I'll send you the PDF file containing your ticket through whichever way is most comfortable - Tumblr DMs, email, etc.
BONUS! You also get a QR code with the full Spotify playlist with all of the 500 songs in the lottery!
Be quick though because there's a lot of popular and cool artists that people already have their eagle eyes on 👁️👁️.
Thank you for reading everyone 💜.
While you're at it, could you please consider giving our Instagram and Facebook pages a follow and giving our posts likes?
It would mean the world to us, thank you ☺️.
#lgbtqia+#lgbtqia+ association#la coven#associazione lgbtqia+#italia#associazione italiana#associazione#association#sud italia#italia meridionale#southern italy#book club#watch party#club del libro#dnd#tabletop games#giochi da tavolo#cineforum#giochi di carte#card games#giochi di ruolo#roleplaying games#lottery#spotify#music#cw deadname#lotteria#facebook#instagram
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Mentre la Meloni si compiace sul social, citando assurdi sondaggi di "Libero" (il solo nome del giornale fa ridere, lettori 5, la Meloni, la sorella, il cognato, Salvini e lo stesso direttore), sta passando quasi sotto silenzio un fatto di una gravità inaudita accaduto a Crotone, dove un vice ispettore fuori servizio, è stato costretto prima a sparare (e uccidere) per auto-difesa, per poi essere linciato in strada dagli altri suoi aggressori e persino dai parenti del morto, scesi in piazza all'istante, manco fossero stati Zulu in agguato, nascosti dietro l'erba alta sulle colline sudafricane contro l'Esercito di Sua Maestà La Regina.
La Calabria va MILITARIZZATA.
Così come larghe parti della Sicilia , Napoli e la sua provincia e altre zone del sud, specificamente delle province di Bari e Foggia.
Non c'è altra soluzione e non è mai esistita altra soluzione se non la militarizzazione, i blindati per le strade, i fucili d'assalto spianati, le calibro cinquanta pronte all'uso, sui mezzi.
Queste larghissime sacche di popolazione delinquenziale ed animalesca , che popolano il nostro meridione, e IO SONO UN MERIDIONALE, vanno ESTIRPATE come la gramigna.
Una volta e per sempre.
Esse non rappresentano sparute minoranze, ma veri e propri ESERCITI DI CRIMINALI E BESTIE FEROCI in percentuale più che significativa, rispetto alla popolazione totale.
Interi quartieri, alle volte interi paesi, vivono al di fuori della legalità, completamente al di fuori, costituendo zone franche criminali.
E gli eserciti si combattono attraverso altri eserciti, meglio armati ed equipaggiati.
Casa per casa.
Casa per casa, strada per strada, vicolo per vicolo, con tanto di COPRIFUOCO e legge MARZIALE.
Solo così, questa piaga potrà essere debellata dal nostro meridione d'Italia, solo così potrà esserci il nostro riscatto, il nostro ingresso nella PIENA CIVILTA' , che ci viene negata dai tempi del brigantaggio ottocentesco.
Invece di postare CAZZATE, la Meloni ci facesse sapere, stesso mezzo, come intende risolvere questa questione, sulla quale non si è nemmeno espressa, idem con patate Piantedosi.
O pensiamo solo all'Ucraina e al Medio Oriente, invece che a far pulizia in casa nostra ?
Giuseppe Sabatino.
#mafia#camorra#'ndrangheta#sacra corona unita#Sud Italia perduto#questione meridionale#mezzogiorno d'Italia
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PRIMA PAGINA Il Mattino di Oggi mercoledì, 11 dicembre 2024
#PrimaPagina#ilmattino quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi dicembre#pino#napoli#lotte#europa#italia#visione#serve#laboratorio#futuro#costruire#roberto#napoletano#vitalita#meridionale#hanno#scelto#scommettere#loro#fatto#credito
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L'Europa meridionale brucia: gli incendi devastano Sud Italia, Portogallo, Spagna, Grecia e Croazia
Ancora tre le isole greche che combattono con le fiamme. La situazione è critica in Sicilia, a Palermo, mentre la terra brucia anche in Sardegna e Calabria. Le fiamme minacciano il Parco naturale di Sintra-Cascais e la cittadina croata di Dubrovnik. Decine le vittime e migliaia gli sfollati
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primis quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Nessuna nazione intervenne, nonostante le Cancellerie ne fossero informate, questo fa capire che vi fossero accordi e una rete di relazioni segrete. L’unificazione italiana fu la distruzione voluta,
programmata e sistematica, che ridusse il più florido Stato della penisola nella miseria e nel degrado. Le fabbriche furono chiuse, in alcuni casi distrutte, i giovani coscritti o deportati, furono inviati i soldati piemontesi a reprimere il dissenso e compiute stragi indescrivibili. È ora di smontare il “falso storico” che ha generato il luogo comune più deleterio che il Paese abbia conosciuto: il Nord industriale ed evoluto, il Sud agricolo e arretrato. In realtà questo è stato l’obiettivo di casa Savoia e del suo padrone Cavour.
Scorrettamente chiamata dalla storiografia “questione meridionale”, essa emerse dopo l’unità, non prima. Quando l’opera di distruzione del tessuto sociale e produttivo del Sud, diede i suoi amarissimi frutti. Il Regno delle Due Sicilie era lo Stato più industrializzato d'Italia e il terzo in Europa, dopo Inghilterra e Francia, così risultò dalla Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. I settori principali erano: cantieristica navale, industria siderurgica, tessile, cartiera, estrattiva e chimica, conciaria, del corallo, vetraria, alimentare.
Nel periodo borbonico (1734-1860) la popolazione si era triplicata, determinando lo Stato preunitario più esteso e popolato. Per la sua politica di sviluppo Ferdinando II formò grandi aziende statali, e incentivò anche il sorgere di aziende con capitale suddiviso in azioni di piccolo taglio, per attrarre nella proprietà anche i ceti medi. Nel 1851 fu istituita la "Commissione di Statistica generale pe' reali domini continentali" con lo scopo di guidare la politica economica del Paese, cui si affiancavano le Giunte Statistiche costituite in ogni provincia e circondario. Molti imprenditori nazionali ed esteri accorsero nel Regno. L’economia ferdinandea privilegiava lo sviluppo occupazionale senza spostare masse dai luoghi di origine. Fu uno sviluppo guidato dallo Stato. La propaganda liberale si scagliò con tutte le sue forze contro tale modello e mise in moto una macchina da guerra che distrusse tutte le industrie del Sud e rubò tutto persino i beni personali dei Borbone: con un decreto del 23 ottobre vennero confiscati alla Casa reale 6 milioni di ducati, anche i depositi che Francesco II
aveva lasciato a Napoli, dopo averli ripresi dal Banco d’Inghilterra, a dimostrazione di quanto fosse legato al suo popolo, lui che napoletano lo era per davvero. Cominciò così, dopo il saccheggio del 31 maggio 1860 del Banco di Sicilia da parte di Garibaldi (80 milioni di euro, 150 miliardi di vecchie lire, quasi la metà delle spese per la guerra franco-piemontese contro l’Austria dell’anno precedente), la corsa alla spogliazione e all’arricchimento. Il Regno delle Due Sicilie, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ovvero l’85% delle riserve auree di tutte le province. Oltre 80 milioni furono prelevati, in una anno, da Torino dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie. Pochissimi investimenti al Sud ma tante ruberie. La boria e lo sprezzo verso le città del Sud, caratterizzava chiunque arrivasse da Torino. Il luogotenente Farini (in seguito Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia tra il 1862 e il 1863), il dittatore che entrò a Modena il 19 giugno come vincitore di un guerra che non aveva combattuto (gli Estensi fuggirono prima dell’arrivo delle truppe francesi e piemontesi), così si espresse riferendosi a Napoli: “Altro che Italia! Questa è Africa, i beduini a riscontro di questi caffoni, son fior di virtù civile”. Va da sé che il controllo delle ex Due Sicilie fu difficile, regnò la precarietà e l’insicurezza, così cominciò l’atroce guerra civile del brigantaggio. Uno Stato così imposto non poté che generare solo ingiustizie e latrocini. Fu messo in opera un preciso disegno della politica vessatoria di Torino: il Nord
si sviluppò ai danni del Sud. Il primo doveva avere il monopolio dell’industria italiana, al secondo invece fu destinato un ruolo agricolo e di fornitore di mano d’opera per l’industria del Settentrione. “Il dissidio tra la Lombardia e molta altra parte d’Italia ha origini in una serie di fatti: soprattutto il sacrificio continuo che si è fatto degli interessi meridionali”(dalla lettera di Nitti del 5 luglio 1898 a Giuseppe Colombo, direttore del Politecnico di Milano). Carlo Bombrini (banchiere, imprenditore, fondatore della banca di Genova) uomo di fiducia di Cavour e redattore del piano di “riequilibrio” economico post-Unità, disse: “Il Sud Italia non dovrà essere più in grado di intraprendere”. A questo punto riporto uno dei casi più eclatanti di distruzione industriale: l’Officina di Pietrarsa. A Pietrarsa, località posta nella zona orientale della città di Napoli, era attiva la più grande industria metalmeccanica d'Italia, estesa su una superficie di oltre tre ettari. Era l'unica fabbrica italiana in grado di costruire motrici a vapore per uso navale. A Pietrarsa fu istituita anche la
[continua su X]
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Lo ricordiamo a tutti, in modo che tutti possano di nuovo far finta di dimenticarselo.
-Castrese
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I miei genitori hanno lasciato tutto per andare al nord e avere una vita migliore. Io sono nat* più al nord del nord italia, perché loro volevano che io vivessi meglio di come avevano vissuto loro. E ho avuto una vita e opportunità migliori delle loro. I miei genitori hanno represso il loro accento per tutta la mia vita perché non volevano che io lo assimilassi nemmeno per sbaglio. Perché Dio perdoni se un’accento del sud si fosse sentito in giro. Ad una cena recentemente qualcuno ha detto a mio padre che non era più della sua regione, perché aveva lasciato tutto per una vita migliore, perché l’aveva fatto per me. Quindi oggi, per colpa di uno stato che non avrebbe mai potuto concedergli la vita che abbiamo oggi, noi non siamo più nulla. Pure io, se posso concedermelo, non so che sono. Perché non sarò mai abbastanza per le persone qua, ma nemmeno abbastanza per i miei parenti giù. Perché volere una vita migliore in italia spesso può significare lasciare tutto, girare le spalle alla terra che ami, perché i miei genitori amano la loro regione (guai a chi prova ad insinuare altro), vivere con appunto questo rimorso, questa costante mezza soddisfazione. Perché hai guadagnato, ma hai anche perso. E niente non so dove questo discorso voleva andare a parare, ho perso il filo. Però volevo solo scrivere qualcosa a proposito del fatto di dover lasciare tutto e andare al nord per avere un lavoro decente (e successivamente essere dipinto pure come ingrato se ti lamenti). Non so, questo fatto mi rende triste, volevo dirlo a qualcuno. Buona serata xx
Anon dico "ti capisco" perché l'infanzia l'ho passata in nord italia e l'adolescenza al centro, so bene di cosa stai parlando, solo in età adulta sono tornata a casa. Ringrazio comunque che i miei non siano stati così "rigidi", cioè ovviamente volevano parlassi italiano, ma non hanno mai represso il loro accento o dialetto, e infatti il mio accento è sempre stato percepito come meridionale, in qualunque regione andassi (tranne quella da cui provengo, per loro un periodo ero diventata milanese, un altro romana). Ovvio, mi sono beccata tutte le conseguenze che dici, prese in giro e compagnia, quindi comprendo perché i tuoi l'abbiano fatto, anche se mi mette una tristezza addosso allucinante.
Per la questione "non vengo accettat- manco dagli altri meridionali" comprendo uguale, o meglio, comprendevo. Mi ci è voluto un po' per riadattarmi, ma ti assicuro che non mi rompono più le scatole per questa cosa, anche perché tbh di gente che si trasferisce per necessità al nord ne è pieno, ed è abbastanza ipocrita prendersela con chi se ne va, quando purtroppo è una cosa che facciamo in molti.
I miei 2 cent sulla questione, giusto per concludere:
Quasi tutti quelli che si trasferiscono, che si tratti di migrazione interna o addirittura IMMIGRAZIONE, lo fanno perché obbligati. Non tutti ovvio, ma se a tutti fossero date le stesse possibilità, sarebbero pochi gli spostamenti, punto. Non è manco una questione "lu sudde è più bello, lu sole, lu mare, lu core, voi c'avete solo la nebbia", nono, è semplicemente APPARTENENZA. Forse un giorno, quando il nord s'impoverirà, e i settentrionali capiranno cosa cazzo vuol dire abbandonare la propria casa per spostarsi altrove (addirittura spostarti in un posto dove TI ODIANO), il dolore che si prova nel farlo, magari quel giorno ci daranno tregua. E pensa, noi ci sentiamo così e non proviamo nemmeno 1/3 del dolore di chi viene da altre nazioni o continenti.
Ai meridionali che invece se la prendono con altri meridionali perché se ne sono andati dico: smettetela. Prendetevela piuttosto con un paese che ci obbliga ad abbandonare le nostre case e radici perché fa comodo un sud impoverito e il nord pieno della forza lavoro meridionale.
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Ghali questa volta ha sbagliato a dire "stop al genocidio" durante il festival di Sanremo. La musica, la notorietà, non sono fatte per quello. E' molto più interessante il litigio nella casa del Grande Fratello. Anche Dargen D'Amico ha sbagliato ha dire che il nostro silenzio è "corresponsabilità" è molto più importante la storia del ballo del Qua Qua. Perchè un'artista dovrebbe parlare di botti che tutte le notti lasciano soli orsacchiotti? Perchè di un babbo che corre con un bimbo freddo in braccio, tenendolo avvolto in uno straccio, ne parlano gli artisti? Lasciamolo fare ai giornalisti, gli stessi che quando intervistano un giovane musicista, in un modo brutale, ci tengono a ricordare che è meridionale. Gli artisti hanno sbagliato ad utilizzare un palco così importante per parlare di quello che accade in Medio Oriente, è molto più facile leggere a Domenica In il comunicato di un'amministratore delegato che cita la strage di Hamas ed i lutti e si scusa con "parole che condividiamo tutti". Non a nome mio. Sentiamo in continuazione discorsi che parlano di Dio, ma in questi discorsi sento solo io, io e mio. E non basterà un po' di censura in televisione, per zittire le urla di mamme che si gettano nelle fiamme per cercare un bimbo che piange e che brucia, guardando in faccia un sogno che si infrange. In fondo, laggiù non ci sono futuri medici e artisti o avvocati, ci sono solo futuri rovinati. GHALI HA SBAGLIATO, PERCHE' HA FATTO LA COSA GIUSTA. Ma nella stessa Italia mafiosa che nasconde la testa dentro una busta, perché se non vedo te, tu non vedi me, se non guardo la guerra, la guerra non c'è. E se lo dici ad alta voce all'Ariston, dai fastidio e nessuno vuole sapere che al di là del mare è in atto un genicidio. Stronzi.
Pietro Morello
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“ Glielo vorrei dire, ma non saprei proprio come fare: non gli ho mai detto nulla. Le uniche parole che ci scambiamo da anni, sono queste: «Giovanni»; «Domenico». Giovanni è il mio nome, Domenico è il suo. Ogni mattina, quando esco, richiudo piano la porta e scendo le scale: lui è lì, a lavare le scale o l’ingresso dello stabile. Comincia dall’ultimo piano e arriva fino al piano terra, tutti i giorni. Quando mi vede, alza appena il capo e dice: «Giovanni». Che vuol dire: «Buongiorno Giovanni». E forse pure: «Come va?». E io rispondo: «Domenico». Che vuol dire: «Buongiorno anche a lei, Domenico. Spero che non sarà una giornata faticosa» o roba del genere. Ma non riusciamo a dire altro che i nostri nomi: «Giovanni»; «Domenico». Ogni mattina quando esco, e ogni volta quando torno all’ora del pranzo - il pomeriggio lui va via. Così, da anni. In qualsiasi circostanza; in qualsiasi stagione. «Giovanni»; «Domenico». Una volta, una vigilia di Natale di qualche anno fa, disse - lo ricordo così bene: «Giovanni, è Natale». Restai stupito, e per qualche attimo cercai di capire cosa volesse dire. Poi risposi: «Sì, Domenico, è Natale» e quel giorno pensai che finalmente i nostri rapporti sarebbero cambiati.
Ma poi il giorno dopo lui era in ferie e nei giorni seguenti non fu più Natale, e così per tutti i mesi successivi, quando ormai un anno intero di «Giovanni» e «Domenico» avevano allontanato la confidenza di quel giorno. E alla vigilia di Natale dell’anno seguente, scendendo le scale con una speranza remota ma viva, gli andai incontro deciso. Lui alzò per un attimo la schiena dalla scopa e disse senza indecisione: «Giovanni». Non potei fare altro che rispondere: «Domenico». Da quel giorno mancarono aggiunte al nostro saluto. Anche alla vigilia di Natale o in altre festività. “
Francesco Piccolo, Storie di primogeniti e figli unici, Feltrinelli (collana Universale Economica n° 1483), 1998; pp. 15-16.
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Da Andrea Brandi: "Molti hanno scoperto l'esistenza di Geolier con Sanremo. Io, purtroppo, lo conosco da prima. Da un po' di tempo, tutto ciò che tocca Geolier si trasforma in platino. Il suo primo grande successo è stato "P' Secondigliano", un vergognoso pezzo del 2018 totalmente privo di significato: un debosciato fiero che la sua inutile esistenza sia girare per Secondigliano, evidenziando la sua superiorità data dal fatto che indossa roba di marca: Balenciaga, Louis Vuitton, Ferragamo. Nei primi 20 secondi del video, mette subito in chiaro il suo pubblico di riferimento facendo un'impennata col motorino senza indossare il casco. Normalmente avrei ignorato una tale feccia, ma come potevo ignorare (oggi decine di) milioni di visualizzazioni? Commentai su YouTube qualcosa tipo: «Sei il cesso di Napoli», opinione che non venne particolarmente apprezzata dai suoi fan, tanto da costringermi a cancellare il commento per non essere infastidito. In un altro suo grande successo, "Narcos", afferma letteralmente: «Nel cassetto ho una pistola Glock pronta da usare mentre "trappo" come Genny di Gomorra mentre uccide un cristiano, infatti ogni mio pezzo è una Hit da Napoli a Milano». Poi continua: «Mi scopo le femmine "degli altri" di cui neanche conosco il nome, perché ho un "fratello" criminale e un altro figlio di un boss della camorra: io sono intoccabile a Secondigliano come Narcos. Non ho mai visto i cartoni animati, solo Lucky Luciano», ovviamente, nel video della canzone imbraccia un fucile mitragliatore placcato d'oro su un SUV carico di altre armi e lanciarazzi. Non conosco tutte le canzoni di questo energumeno: ascoltare questa merda m'innesca i conati di vomito. Ogni volta, per riprendermi, devo metter su qualche vecchio disco di Pino Daniele per ricordare che Napoli non è solo sta roba qua. Geolier è un pagliaccio, un cattivo esempio da cui stare alla larga. Rappresenta tutto il peggio di Napoli, infatti per raccattare voti a Sanremo punta sul ridicolo "fanatismo" tribale partenopeo. Per cui tutto ciò che proviene da Napoli è il meglio del meglio e non teme confronti: pure la merda è deliziosa e profumata. Chiunque osa contrapporsi a questa narrazione è un razzista e anti-meridionale. Allora, da napoletano voglio dirlo chiaramente: se schierarsi contro questa merda fumante vuol dire essere razzista, sono razzista. Ma, a differenza di ciò che altri veri razzisti dicono, la logica indica che il successo di Geolier non può essere frutto del solo "voto partenopeo" inviato in massa col reddito di cittadinanza. E nemmeno dalla regione, visto che c'è rivalità tra città confinanti (Salerno e Napoli sono tipo Livorno e Pisa, almeno calcisticamente). No, l'apprezzamento proviene da tutta Italia; e non è iniziato con Sanremo ma svariati anni prima. Come ciò sia stato possibile, se dipenda dal fatto che canta "trap", il genere del momento con tante collaborazioni importanti; oppure nessuno capisce un cazzo di quello che dice; oppure, peggio ancora: capiscono cosa dice e lo venerano per questo, la risposta la lascio a voi."
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🇺🇦🇵🇱 S'INTRAVEDE UN CURIOSO MOTIVO DIETRO L'INIZIATIVA POLACCA SUL GRANO
Il presidente Andrzej Duda ha annunciato la disponibilità della Polonia a garantire il transito del grano ucraino per la successiva spedizione verso i paesi più poveri dell'Africa e dell'Asia.
E se a prima vista la dichiarazione sembra una presa in giro, guardando da vicino, si può notare un curioso motivo per l'iniziativa polacca.
▪️Per inviare grano nei paesi africani, sono necessari ascensori molto grandi e allo stesso tempo gratuiti in Spagna, Italia e sulla costa meridionale della Francia. Non esistono perché questo percorso logistico non è mai stato elaborato. Tutti gli ascensori esistenti sono completamente caricati per il mercato interno, così è stato per diversi decenni.
▪️Prima di caricare una nave con il grano, si dovrà prima inviare 10-20 treni, trasferire il grano in un ascensore in un porto, come Malaga, e inviarlo da lì in Africa. Ma ancora una volta, non esiste un'infrastruttura gratuita per tali operazioni.
🔻Quindi si scopre che, a giudicare dalla proposta di Duda, lo schema sarà simile a questo: il "grano" in una quantità non specificata viene trasportato su rotaia verso i porti del sud dell'UE, dove semplicemente non ci sono infrastrutture per ricevere grano in tali volumi.
Successivamente, questo grano deve essere caricato sulle navi, assicurato, inviato in Africa e scaricato. Chi pagherà i costi associati non è noto.
DOV'È LA LOGICA IN QUESTO PIANO?
Lo schema proposto da Duda, ma chiaramente inventato da qualcuno più in alto, può funzionare e realizzare un profitto solo in un caso: se, con il pretesto del transito del grano, tutto ciò che è prezioso viene esportato dall'Ucraina.
In questo caso, il mittente del "grano" ucraino saranno società ucraine sconosciute e i destinatari saranno le stesse persone giuridiche sconosciute o, eventualmente, anche organizzazioni governative. Ma poiché il "grano" non andrà sotto il contratto, ma come consegna gratuita, allora i volumi finali delle merci saranno sconosciuti.
🔻 E insieme al grano, tonnellate di contrabbando, armi, schiavi, organi, oggetti religiosi e culturali andranno in Europa.
Naturalmente, tale logistica può funzionare in entrambe le direzioni, ad esempio, nell'interesse della fornitura di armi per le Forze armate dell'Ucraina.
Lungo la strada, il grano effettivamente esportato (dopo tutto, è necessario mascherare carichi più redditizi con qualcosa) sarà dissolto nel mercato dell'UE.
Rybar
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
L'IDENTITÀ È UN INCONTRO
Il variegato stile, le tecniche, l’iconografia, le evidenze culturali che s’incrociano sulla penisola italica non sono espressioni che solo gli esperti possano cogliere, almeno negli aspetti di visione comparata. No, si tratta di una evidente condizione che investe l’arte e si delinea sulla scia di vicende socio-politiche complesse, divisive, soggette ad influenze geografiche e rotte commerciali. Esistono molti modi di essere Italia e certamente uno è quello che guarda all’Oriente, a Bisanzio, al mediterraneo ed alla cultura araba. Si tratta di uno scenario profondamente diverso da quello austero, dai toni misurati, dall’essenzialità delle forme plastiche, dalla prevalenza del chiaroscuro che si attesta nel romanico nordico e padano (che tuttavia rimane a lungo debitore del linguaggio figurativo bizantino): è il contesto della Sicilia e delle regioni meridionali d’Italia, Calabria e Puglia, a lungo soggette alla dominazione bizantina alla quale, in Sicilia, subentra quella Araba nel IX e X secolo. Ed è un profluvio di colori quello che anima uno dei luoghi simbolo della Sicilia che si consolida nel regno normanno con l’incoronazione di Ruggero II nel 1130: la Cappella Palatina, la cappella che si trova all’interno dei Palazzo dei Normanni a Palermo, realizzata in soli due anni dall’incoronazione del nuovo sovrano di un nuovo regno e completata nei suoi cicli musivi nel 1143. Qualcuno l’ha definita un “dorato tappeto splendidamente fiorito di colori”: in effetti, le immagini suggeriscono questa visione, più ricca e piena al punto da apparire espressione di horror vacui, in linea con le tesi dei commentatori arabi di Aristotele i quali, convinti dell’impossibilità del vuoto, ne attestavano la veridicità in base ad una presunta e controversa legge di natura. Tant’è. Se ne viene soggiogati per la vividezza delle tonalità, chiare e sensuali, frammiste di blu e di rosso, tra sacro e profano. L’immagine in questa pagina ne è un esempio lampante, nel quale l’aspetto cromatico si somma alla nitidezza delle linee di contorno e di quelle interne descrittive dell’anatomia e delle vesti delle figure che manifestano il pittoricismo nitido, sapiente e consolidato delle maestranze bizantine chiamate ad eseguire i cicli. In questo caso si tratta del “ciclo delle Feste”, costituito da dodici scene realizzate sulla parete meridionale del transetto che raccoglie episodi della vita del Cristo, episodi che non si concludono con la Passione di Gesù ma che si arrestano proprio con la scena rappresentata in queste pagine, la scena dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, un ingresso trionfale, festoso ed a suo modo solenne nei gesti, nelle pose delle figure che si pongono al seguito del Cristo. Questi offre, in groppa ad un asino, l’umiltà e la mansuetudine poste a segno di una fede nobile, così come narrata dal Vangelo di Giovanni:
“Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d'asina.”
È una scena serena, che non ammonisce ma accoglie, che illumina lo spirito e lo rende anima conciliata con la materia laica, mondana, riconoscibile nella saldatura tra i principi di fede e la maestà dell’istituzione reale normanna chiamata ad essere solida istituzione della cristianità. Cristo è accolto dalla folla osannante al “redentore”, ma sconta la diffidenza dei Farisei: il significato della novella evangelica probabilmente allude, simbolicamente, alle vicende controverse della presa del potere degli Altavilla, la lotta che sostennero per il riconoscimento della loro potestà sulle terre meridionali già bizantine ed arabe. Una simbologia che corre sottile lungo tutte le scene del ciclo, a partire dalla Natività e Adorazione dei Magi, con un San Giuseppe pensoso e forse incredulo sul significato dell’evento. Lo stile musivo bizantino, peraltro, pur riconoscibile ed attestato, in questo ciclo si alimenta di suggestioni narrative complesse che superano la tradizionale iconicità espressa nella fissità frontale delle figure, per proiettarle in un mondo reale nel quale, tuttavia, si respira l’atmosfera di un ideale realizzato. Una cristianità che si compie in terra sotto il mantello protettivo di un regno nato per volontà del cielo, di un regno che può compiere il miracolo della pace e della concordia tra genti di culture e lingue diverse, quanto effettivamente fu, in parte, il regno normanno di Sicilia.
In copertina: Maria Casalanguida, “Bottiglie e cubetto”, 1975, collezione privata
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Salimbene da Parma, francescano del Duecento
Tante cose ancora, di Salimbene, andrebbero dette. Per esempio, che ogni tanto si lascia sfuggire giudizi ingenerosi: perché lui è un gran signore che non guarda in faccia a nessuno e dice le cose come stanno, se deve dir male di un papa ne dice male, se deve dir male di un popolo ne dice male. Nella nostra Italia di oggi così spaccata, così attraversata da tensioni anche regionali, magari non farà ridere, però lo diciamo egualmente: Salimbene a un certo punto se la prende con quelli dell'Italia meridionale. Lo fa quando racconta l'epoca in cui i Normanni conquistarono il Sud, e dice che ci sono riusciti facilmente perché quelli di laggiù non sanno combattere, non valgono niente quei pugliesi e siciliani. Lo diciamo nel latino di Salimbene, e i lettori scopriranno di sapere tutti il latino e di capirlo perfettamente: quelli, dice: "sunt homines cacarelli e merdazoli". Già allora gli italiani erano faziosi e amavano parlar male gli uni degli altri. Salimbene fa anche un'altra osservazione: quelli del Sud parlano in modo strano, parlano nella gola, quando vogliono dire "che vuoi"? dicono "Ke boli?". Salimbene è molto sensibile alla lingua, e ci sta attento; nella cronaca spesso cita delle frasi francesi che ha orecchiato, e poi fa delle considerazioni, per esempio sull'uso dei pronomi. Dice: l'uso del tu e del voi dovrebbe essere regolamentato, si deve dare del tu in certi casi e del voi in altri (il lei non esisteva ancora nell'italiano di allora). Ma Salimbene osserva che in realtà ogni zona d'Italia si comporta a modo suo: quelli del Sud e di Roma danno del tu a tutti, anche al papa; poi magari lo chiamano "messer", ma gli dicono "tu, messer papa". Viceversa i lombardi - e con i lombardi intende anche se stesso, perché Lombardia nell'italiano di allora designava tutta l'Italia del Nord - danno del voi a tutti, e diventano ridicoli: perché dare del voi a un bambino va ancora bene, ma i lombardi danno del voi anche a una gallina, a un gatto, darebbero del voi anche a un pezzo di legno.
-Alessandro Barbero -Donne, Madonne, Mercanti e Cavalieri
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A sto punto la secessione ha quasi più senso! Io magari ne so poco perché sono (maledetta) Toscana, ma dimmi che cazzo se ne fa il sud di uno stato che prende soldi e risorse senza restituire un cazzo in termini di servizi e infrastrutture.
Non si può parlare di Italia se poi ognuno fa per sé e fanculo i poveri
La secessione non si fa perché con uno Stato a parte il meridionale non è detto che scelga di rovinarsi la vita in un appartamento di 50 mq a 800 euro al mese nel comune di Brembate di sopra, con uno stipendio che non copre manco i costi che dovrà affrontare per giunta, a questo punto estero per estero ci si sposta in Germania
E al nord, anche se vanno ruttando stronzate sul lavoro arrubbato, hanno un grosso bisogno della forza lavoro del Mezzogiorno, l'autonomia accelera semplicemente il processo di desertificazione del sud
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Cosa mangiano gli italiani sotto l’ombrellone?
LIVELLO B1
Si sa, gli italiani sono buongustai e anche in estate, sotto l’ombrellone, non perdono le buone abitudini. La pausa pranzo diventa un momento di socialità in cui gustare, secondo le proprie preferenze, piatti tipici della cucina mediterranea.
Partiamo da un grande classico dell’Italia meridionale: la Frittata di pasta. Una golosità della cucina napoletana, di solito preparata con avanzi: la pasta della sera prima, uova, un po' di formaggio, quello che si trova in frigorifero e un po’ di fantasia. Una ricetta facile e irresistibile.
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Tipici del Sud Italia, in particolare della Sicilia, sono anche gli Arancini chiamati anche Arancine. Gli Arancini sono palle di riso fritte nell’olio bollente con dentro ragù, carne trita al sugo, o mozzarella e prosciutto.
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La Parmigiana di melanzane è una celebre ricetta regionale italiana nota anche come Melanzane alla parmigiana. Questo piatto, anche se è molto calorico, è davvero squisito.
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Se invece vuoi stare più leggero, puoi scegliere un’insalata fredda di pasta o di riso. La ricetta è molto semplice, bisogna scegliere il tipo di pasta (farfalle, penne, fusilli, paccheri) o il tipo di riso e condirlo con i tuoi ingredienti preferiti. Solitamente gli italiani condiscono pasta o riso con tonno, pomodorini, olive, capperi, mozzarella. Insomma, a te la scelta!
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Se invece non hai voglia di cucinare, le panetterie italiane offrono sempre grandi gioie! Per esempio, focacce e panini. La focaccia è un pane schiacciato e molto morbido e unto. Può essere cotto al forno.
VOCABOLARIO
Buongustai: chi ha buon gusto in fatto di cibi o di bevande; amante della buona tavola. Irresistibile: cui non è possibile resistere. Carne trita: carne tagliata in piccoli pezzi. Celebre: molto famoso.
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Hypocrisy comes pre build inside all of Washington's puppets, and yet it appears the Italian ones are trying to show they are the best at it
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
⚠️ L'IPOCRISIA ITALIANA ANTI-CINESE È DISGUSTOSA, VELENOSA E CONTROPRODUCENTE ⚠️
🤔 Ogni tanto si legge il commento di qualche Italiano che afferma di non «fidarsi dei Cinesi», ma - esattamente - perché queste persone non riflettono su loro stesse, invece di costruire proiezioni per non guardare in faccia la realtà? Non si fidano della Cina, ma non è la Cina a violare i principi fondamentali dell'Italia, mentre è proprio l'Italia che - legandosi al regime-fantoccio di Taiwan - viola il Principio dell'Unica Cina. Anche qui, l'Italia è realmente sincera sul Principio dell'Unica Cina? 🤔
😡 Il separatismo pro-US del regime-fantoccio di Taiwan incontra l'avventurismo bellicista anti-Cinese del Governo Italiano 🤮
😡 Il Governo di Giorgia Meloni stringe un rapporto più stretto con il regime-fantoccio di Taiwan 🤮
❔ Non si fidano della Cina, ma non è la Cina a promuovere una propaganda accusatoria ogni giorno contro l'Italia, mentre essa si vede su qualsiasi testata Italiana in funzione anti-Cinese 🤮
❔ Tra Il Messaggero che rilancia le fake news dell'India anti-Cinese sul fasullo "aneurisma di Xi Jinping" (come per il Presidente Putin, d'altronde, a cui hanno diagnosticato ogni malattia possibile) al ridicolo articolo del Foglio sulla «Cina che non cresce più», salvo crescere - nel Q2 - del 6,3%, mentre l'Italia del «miracolo economico» va in declino (-0,3%), e le svariate lezioncine sulla "democrazia", condite con le più gigantesche menzogne anti-Cinesi, atta a mostrare la Cina come una dittatura distopica, è lecito chiedersi: perché dovrebbe la CINA fidarsi dell'Italia e degli Italiani? 🤔
😍 Si consiglia la visione di "SCOOPPONE: l'Italia è in piena recessione! (ma Ivan Grieco parla della crisi cinese)", di OttolinaTV, che potete sostenere e seguire su "GoFundMe": Youtube, Facebook, Instagram, Telegram, TikTok, Twitch 🍿
❔ Non si fidano della Cina, ma non ci sono navi da guerra dell'Esercito Popolare di Liberazione in direzione dei mari Italiani, mentre l'Italia ha inviato navi da guerra e invierà una Portaerei nell'Asia-Pacifico, in funzione anti-Cinese (che poi, in Cina questo è visto come uno scherzo, non intimidisce nessuno l'Italia, soprattutto con la Cavour) 🤧
❔ Non si fidano della Cina, ma non è la Cina a causare disastri diplomatici con l'Ambasciata Italiana nella Repubblica Popolare Cinese, bensì è un politico Italiano, Giorgia Meloni, a causare una piccola sciagura diplomatica con l'Ambasciata Cinese in Italia 😜
🤔 Forse gli Italiani che «non si fidano dei Cinesi» l'hanno dimenticato, ma nel 2022, Giorgia Meloni - prima di insediarsi ufficialmente, nonostante la vittoria alle elezioni, affermò ad un'agenzia di stampa di Taiwan (❗️) che l'Italia, con il suo Governo, avrebbe abbandonato la Nuova Via della Seta e che con un Governo di centro-destra «la Questione di Taiwan diventerebbe una questione fondamentale per l'Italia» E perché mai? Cosa c'entra l'Italia con il rapporto tra Cinesi tra le due Sponde dello Stretto? Forse l'Italia si sopravvaluta troppo ❔
🤧 L'Italia non dovrebbe mai pensare di poter esercitare la coercizione sul Popolo Cinese per quanto riguarda la Questione di Taiwan. La sua risoluzione appartiene al Popolo Cinese e al Popolo Cinese soltanto, sulle due Sponde dello Stretto. L'Italia non c'entra niente nella Questione di Taiwan e inviare navi da guerra nel Mar Cinese Meridionale non porterà di certo alla cessazione delle tensioni 🤧
⭐️ Il fatto che una Guerra per la Riunificazione Cinese possa trasformarsi in una guerra mondiale non dipende dalla Cina, ma dagli USA, dai loro lacchè regionali (principalmente il Giappone) e da quelli della NATO
🤔 Perciò, invece di abbandonarvi ai pregiudizi anti-Cinesi, costruiti in anni di propaganda feroce, fatevi la domanda opposta: perché la Cina dovrebbe fidarsi dell'Italia? ❔
🔍 Approfondimenti:
😡 Avventurismo anti-Cinese dell'Italia, completamente subalterna agli USA 🇺🇸
😡 Giorgia Meloni incontra Kevin McCarthy, fondatore del "Comitato Ristretto" anti-Cinese 🇺🇸
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⚠️ ITALIAN ANTI-CHINESE HYPOCRISY IS DISGUSTING, POISONOUS AND COUNTERPRODUCTIVE ⚠️
🤔 Every now and then you read the comment of some Italians who say they don't "trust the Chinese", but - exactly - why don't these people reflect on themselves, instead of building projections so as not to face reality? They don't trust China, but it is not China that violates Italy's fundamental principles, while it is precisely Italy that - by binding itself to the puppet regime of Taiwan - violates the One China Principle. Here, too, is Italy really sincere about the One China Principle? 🤔
😡 Taiwan puppet regime's pro-US separatism meets the Italian government's anti-Chinese belligerent adventurism 🤮
😡 Giorgia Meloni's government forges a closer relationship with the Taiwan puppet regime 🤮
They don't trust China, but it's not China that promotes accusatory propaganda against Italy every day, while it can be seen on any Italian newspaper with an anti-Chinese function 🤮
Between Il Messaggero which relaunches India's anti-Chinese fake news on the bogus "Xi Jinping's aneurysm" (as for President Putin, after all, who has been diagnosed with every possible disease) to the ridiculous article in the newspaper "Foglio" on «China which is no longer growing», except for growing - in Q2 - by 6.3%, while the Italy of the «economic miracle» is declining (-0.3%), and the various little lessons on "democracy", seasoned with more gigantic anti-Chinese lies, designed to show China as a dystopian dictatorship, it is legitimate to ask: why should CHINA trust Italy and the Italians? 🤔
😍 We recommend watching "SCOOPPONE: Italy is in full recession! (but Ivan Grieco talks about the Chinese crisis)", by OttolinaTV, which you can support and follow on "GoFundMe": Youtube, Facebook, Instagram, Telegram, TikTok , Twitch 🍿
They don't trust China, but there are no warships of the People's Liberation Army in the direction of Italian seas, while Italy has sent warships and will send an aircraft carrier to the Asia-Pacific, in an anti-Chinese function (which then, in China this is seen as a joke, Italy doesn't intimidate anyone, especially with the Cavour) 🤧
They don't trust China, but it is not China that causes diplomatic disasters with the Italian Embassy in the People's Republic of China, but it is an Italian politician, Giorgia Meloni, who causes a small diplomatic disaster with the Chinese Embassy in Italy 😜
🤔 Perhaps the Italians who "don't trust the Chinese" have forgotten it, but in 2022, Giorgia Meloni - before officially taking office, despite her victory in the elections, told a Taiwan news agency (❗️) that the Italy, with its government, would have abandoned the New Silk Road and that with a centre-right government «the Taiwan issue would become a fundamental issue for Italy» And why on earth? What does Italy have to do with the relationship between Chinese between the two sides of the Strait? Maybe Italy overestimates itself too much
🤧 Italy should never think that it can exercise coercion on the Chinese people regarding the Taiwan issue. Its resolution belongs to the Chinese people and the Chinese people alone, on both sides of the Strait. Italy has nothing to do with the Taiwan issue, and sending warships to the South China Sea will certainly not lead to an end to tensions 🤧
⭐️ The fact that a War of Chinese Reunification can turn into a world war does not depend on China, but on the USA, its regional lackeys (mainly Japan) and those of NATO
🤔 Therefore, instead of abandoning yourself to anti-Chinese prejudices built over years of vicious propaganda, ask yourself the opposite question: why should China trust Italy? ❔
🔍 Insights:
😡 Anti-Chinese adventurism of Italy, completely subordinate to the USA 🇺🇸
😡 Giorgia Meloni meets Kevin McCarthy, founder of the anti-Chinese "Restricted Committee" 🇺🇸
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