#intrigo e segreti
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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"Vacanze Spezzate per Wolfgang Gross di Ilaria de Franceschi": Un Viaggio tra Intrigo e Fascino Storico. recensione di Alessandria today
Ilaria de Franceschi ci guida in un viaggio appassionante tra Trieste e Vienna, con un thriller che combina tensione, mistero e profondi legami storici.
Ilaria de Franceschi ci guida in un viaggio appassionante tra Trieste e Vienna, con un thriller che combina tensione, mistero e profondi legami storici. Il romanzo “Vacanze Spezzate per Wolfgang Gross” di Ilaria de Franceschi è un thriller avvincente che si snoda tra i suggestivi scenari di Trieste e Vienna, coinvolgendo il lettore in un intreccio di misteri, segreti e avvenimenti storici. Il…
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sistemabibliotecariomilano · 10 months ago
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Primavera di libri
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Torniamo a suggerirvi nuove letture e film “raccomandati” dai vostri bibliotecari di fiducia.
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Un autentico caso letterario l’inedito di Gabriel García Márquez Ci vediamo in agosto, che, come narra la leggenda a proposito dell’Eneide di Virgilio, l’autore avrebbe voluto distruggere: “un omaggio alla femminilità, una storia di libertà e di desiderio che non si sopisce con l’età e nemmeno con l’amore coniugale”. I figli hanno consentito la pubblicazione di questo breve romanzo, che esce in contemporanea in tutti i paesi e ci delizia come una sorpresa inaspettata, nonostante la volontà del suo artefice, forse troppo esigente con sé stesso.
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Tutt’altro che deprimente, Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna è ormai diventato un classico. Scritto con stile quasi cronachistico, la sua apparente freddezza (che peraltro ben si addice alle gelide lande della Finlandia da cui provengono i personaggi del libro) non fa che accrescere l’ironia, magari un po’ macabra, di cui è pervaso. “… ogni giorno è per ciascuno sempre il primo della vita che gli resta da vivere, anche se siamo troppo occupati per rendercene conto” è la sintesi filosofica di un romanzo divertente, originale, che si risolve in un inno non banale alla vita, alla solidarietà, all’amicizia. Un vero toccasana “per tempi agitati”, citando Mauro Bonazzi, come sono quelli in cui ci troviamo a vivere. Dalla postfazione di Diego Marani: “Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si risolve delicatamente, come una risata di cui resta solo il gioioso ricordo, nell’acqua increspata d’un lago, nel vento della sera, nell’odore di foraggio appena tagliato. … In questo libro la grande beffata è la morte”.
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Ambientato a Bologna durante le festività natalizie tra la fine del 1953 e l’inizio del ’54, Intrigo italiano di Carlo Lucarelli ci ripropone la compagnia del commissario De Luca, sempre ombroso, inappetente e drogato di caffeina. Lo accompagna un giovane poliziotto che lo introduce negli ambienti musicali degli amanti del jazz, di cui era appassionato un noto professore morto in circostanze non chiare. Ma il mistero si infittisce quando anche la vedova viene trovata uccisa e De Luca stesso è controllato dai Servizi Segreti. Non siamo più in tempo di guerra mondiale, ma di guerra fredda e anche i migliori si devono aggiornare. Un giallo di classe, con una ricostruzione storica sempre molto accurata. È del 2022 il ritorno del commissario Marino, segretamente ma attivamente antifascista, in Bell’abissina, dopo l’esordio del 1993 con Indagine non autorizzata, quando era ancora soltanto ispettore. Si tratta di un cold case soltanto apparente, perché la serie di delitti, legati da somiglianze via via sempre più chiare, si protrae dal passato al presente pericolosamente minacciato dall’imminente scontro bellico. Marino ha un temperamento diverso da quello di De Luca e si getta anima e corpo in questa indagine che coinvolge corrotti fiancheggiatori del regime. Un incontro, come dice l’autore stesso nei Ringraziamenti, tra la storia, con la s minuscola, frutto di fantasia, e la Storia, quella del secondo conflitto mondiale che Lucarelli conosce molto bene e che ha trattato anche in diverse trasmissioni televisive.
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Irresistibile la doppietta di Simenon che vi proponiamo. Gli altri, inedito in Italia fino alla pubblicazione di Adelphi del 2023, è scritto in forma di diario-confessione e ci guida con il suo ritmo irresistibile tra i meandri di un suggestivo castello francese, che racchiude, ça va sans dire, una morte misteriosa, una giovane e affascinante castellana, nonché un burbero e attempato maggiordomo, sospettosamente depositario di ogni segreto… Come sempre, con pochi abili tratti l’autore descrive una serie di personaggi che non potrebbero essere fra loro più diversi, anche se appartenenti alla stessa famiglia: la sua penna riesce a far sembrare del tutto naturali e accettabili legami apparentemente inconciliabili e al limite della moralità. Il finale è riservato all’apertura del testamento: a chi andrà la cospicua eredità del vecchio Antoine Huet? Ma soprattutto: in che modo la ricchezza influirà sulla vita e le abitudini dei protagonisti? A voi il piacere di scoprirlo. Il romanzo La prigione inizia ex abrupto con un misterioso omicidio, su cui la polizia indaga. Ma duplice è la ricerca intrapresa dall’autore: da una parte il movente del delitto, dall’altra la psicologia del protagonista, costretto a scavare nella sua vita per scoprire su sé stesso e sulle persone che gli erano più intimamente vicine segreti che ignorava o che, più probabilmente, cercava di rimuovere per superficialità, paura o inadeguatezza. Così la prigione diventa una metafora per descrivere una vita fasulla che implode in un solo istante di un giorno d’autunno. Al di là del caso limite rappresentato dal fatto di sangue e delle inevitabili differenze di carattere, è talmente accurata l’analisi psicologica che ogni lettore potrebbe ritrovare qualcosa di sé nell’indole del protagonista e comprendere i suoi atti apparentemente privi di logica. Simenon, come sempre, con ritmo inesorabile e accanito vaglio introspettivo ci conduce all’unica soluzione possibile.
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Furio Scarpelli e Agenore Incrocci hanno firmato, sotto la nota sigla di Age&Scarpelli, “le più memorabili sceneggiature dell’epoca d’oro del cinema italiano”, da Totò le Mokò di Bragaglia, a La banda degli onesti di Mastrocinque, C��eravamo tanto amati di Scola, I soliti ignoti, L’armata Brancaleone e La Grande guerra di Monicelli, per citarne solo una minima parte. Tra gli inediti di Scarpelli che Sellerio sta ripubblicando (è del 2019 Amori nel fragore della metropoli) vi consigliamo Si ricorda di me, signor tenente?, romanzo che introduce i protagonisti alternando, con la tecnica del flash back, la narrazione contemporanea al memoriale di guerra. Lo scavo nel complesso passato del personaggio principale porterà alla luce gravi traumi, profondi e rimossi sensi di colpa. Ma chi è lo sgangherato seccatore che apostrofa con la domanda del titolo il vecchio Giulio, tranquillo pensionato che passeggia per le vie della Milano del 1999? Un truffatore, un commilitone o un rigurgito della sua coscienza addormentata? Si legge piacevolmente tutto d’un fiato.
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Per una lettura diversa dal solito vi proponiamo Nightmare Alley, La fiera delle illusioni di William Lindsay Gresham, “una tipica storia noir”, da cui sono stati tratti ben due film: un classico con il fascinoso Tyrone Power in una veste per lui inedita e il recentissimo remake di Guillermo Del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Willem Dafoe. Diviso in due parti (con un finale ad anello): da un lato il fantastico, bizzarro, grottesco mondo del circo, con i suoi misteri e le sue crudeltà; dall’altra quello dell’alta borghesia, non meno pericoloso. In sintesi, il libro e i due film sono “Tre facce della stessa storia che presentano tutte letture degne di essere lette e viste per una storia che potrebbe benissimo svolgersi anche al giorno d’oggi. I prestigiatori, che siano o meno appassionati di mentalismo/spiritismo, vi troveranno molti spunti interessanti.”
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Un prezioso suggerimento dal passato: se vi fosse sfuggito, potete rimediare cogliendo dai nostri scaffali Il peso falso di Joseph Roth. Un autentico gioiello che mischia allo stile formulare dei poemi omerici, un’autentica passione d’amore e una finissima riflessione sull’essere umano, dominato dai suoi difetti, quasi deterministicamente volto verso il male, incapace di sfuggire alla tentazione del peccato, anche quando è mosso dalle migliori intenzioni. I temi sono quelli consueti della poetica di Roth, e spesso tornano anche gli stessi personaggi, che inevitabilmente cadono nella colpa: il tutto senza pessimismo né amarezza, anzi forse con una leggera sfumatura di fatalistica ironia.
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Come una diabolica matrioska le vicende biografiche dell’autore, Herbert Clyde Lewis, giornalista e scrittore americano, nato a New York da ebrei russi emigrati, si ripercuotono sul protagonista del romanzo per poi accanirsi inspiegabilmente sulle vicissitudini editoriali dell’opera che vi vogliamo consigliare, Gentiluomo in mare. Sì, perché come l’autore ebbe una vita difficile, nonostante gli incessanti sforzi profusi per affermarsi e l’indubbio talento, così il protagonista di questo delizioso romanzo breve è vittima di “una sorte bizzarra e cattiva”, per citare la splendida canzone di Lauzi-Conte, e infine la novella fu ingiustamente ignorata alla sua prima pubblicazione nel 1937 per essere poi “ripescata” (è proprio il caso di dirlo) dall’abisso dei libri dimenticati per la prima volta in Argentina nel 2010: da quel momento il successo, più che meritato anche se postumo, divenne planetario. Davvero “una perlita”, come fu definito nella recensione argentina.
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alicephoenix · 3 months ago
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⚙️🌿 "Arya echi di guerra" 🌿⚙️
Un mondo diviso. Due specie in guerra. Un destino sospeso tra pace e tradimento.
🌍 L'ambientazione: In un continente spezzato dalla guerra, dove il progresso umano a vapore fagocita terre antiche e misteriose, si contrappongono due mondi:
A Sud, gli insediamenti umani dominati dalla borghesia, dalla monarchia costituzionale e dal fervore industriale. Dirigibili solcano i cieli, le macchine a vapore spingono il progresso, e i Sehva – antichi uomini-uccello – vengono ridotti a schiavi, privati delle loro ali, trattati come oggetti e forza lavoro.
A Nord, le foreste senza tempo dei Sehva, dominate da matriarche e da un equilibrio naturale infranto. Qui vivono tribù pacifiche, legate alla terra e agli Antichi, creature primordiali dalle origini dimenticate.
🕰️ La trama: Dopo dieci anni di guerra, la pace è fragile come le ali spezzate dei Sehva. Quando Makena, una sehva in fuga dagli insediamenti umani, si ritrova nel cuore delle foreste settentrionali, viene trascinata in un intrigo senza precedenti. La Regina dei Sehva, ancora prigioniera di rancore e sospetti, la costringerà a fare da informatrice: esplorare i segreti del mondo umano e rivelarne le debolezze.
Nel frattempo, Colombo, il ragazzo che accompagna Makena, dipende completamente da lei per sopravvivere nel regno dei Sehva. Ma i due dovranno affrontare nemici invisibili, tradimenti e dilemmi morali che metteranno a rischio non solo la loro vita, ma la fragile alleanza tra le specie.
E mentre un principe umano tenta di avviare trattative di pace, un’imboscata rovina tutto: chi può davvero fidarsi di chi, quando il passato è fatto di sangue e inganno?
⚔️ Temi e atmosfere:
Steampunk Vittoriano: macchine a vapore, dirigibili maestosi e vestiti raffinati.
Fantasy oscuro: una foresta misteriosa abitata da creature antiche, tribù legate alla natura e antiche tradizioni.
Conflitto e divisione: il razzismo contro i Sehva e l’avidità umana.
Intrighi e viaggi: una storia di fuga, sopravvivenza e alleanze difficili.
🎯 Per chi ama:
Romanzi con atmosfere alla "Londra Vittoriana"
Mondi fantasy dettagliati e culture in conflitto
Storie epiche di pace e guerra con personaggi sfaccettati
�� "in Arya echi di guerra, la vera battaglia non è solo tra due specie, ma contro ciò che siamo diventati."
🔖 #SteampunkFantasy #AliSpezzate #GuerreDimenticate #NuovoFantasyEpico
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antro-dei-fumetti · 2 months ago
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Viaggi, sogni e segreti
Scenari da sogno e situazioni da incubo, uomini e donne tanto affascinanti quanto inaffidabili, giochi di seduzione e sottili macchinazioni. Che ci si trovi a bordo di un panfilo nel Mediterraneo, nel bel mezzo di un safari in Africa o in quadro del Rinascimento, l’inconfondibile segno di Vittorio Giardino sa sempre creare atmosfere sospese nel tempo e pervase da una sottile inquietudine. E questo libro, che raccoglie le storie apparse in Vacanze fatali e Viaggi inquieti, pili altri racconti mai raccolti in volume e una nutrita sezione di illustrazioni, è quasi un compendio della sua opera: una partitura nella quale si susseguono momenti di giocoso relax e lampi di divorante tensione. Non lasciatevi ingannare dalla morbidezza dei colori e dalla magnetica sensualità dei protagonisti di queste pagine: dietro il velo dei rosa tenui e degli azzurri avvolgenti, il mondo di Giardino si tinge di noir, intrigo, surrealismo e passioni sfrenate.
Scenari da sogno e situazioni da incubo, uomini e donne tanto affascinanti quanto inaffidabili, giochi di seduzione e sottili macchinazioni. Che ci si trovi a bordo di un panfilo nel Mediterraneo, nel bel mezzo di un safari in Africa o in quadro del Rinascimento, l’inconfondibile segno di Vittorio Giardino sa sempre creare atmosfere sospese nel tempo e pervase da una sottile inquietudine. E…
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rfgtimes · 4 years ago
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LINK, UNIVERSITA’ DI ROMA PER “007”: Usata da CIA e Di Maio, fondata dall’ex Ministro dei fondi neri SISDE. Sotto inchiesta per lauree facili ai poliziotti e affari loschi
Alti ufficiali dell’esercito, funzionari di intelligence nazionale, analisti CIA e persino Cyber esperti israeliani. Sono questi i docenti che formano gli studenti nella Link Campus University di Roma. Soprattutto nell’esclusivo Master in Intelligence and Security destinato sulla carta a futuri manager di authorities e agenzie nazionali, addetti all’industria degli armamenti, studiosi di geopolitica e affari strategici ma nei fatti una vera fucina di 007 pronti ad essere reclutati dai servizi segreti italiani, da quelli militari della Nato o dal controspionaggio americano Central Intelligence Agency per un inserimento nel suo famigerato National Clandestine Service, l’autorità di coordinamento dell’HUMINT (human intelligence).
Chi ha sentito parlare del libro “Spy Schools: How the CIA, FBI and Foreign Intelligence Secretly Exploit America’s Universities (Henry Holt and Company)” del giornalista investigativo Daniel Golden su come CIA & co. sfruttano gli atenei USA in particolare nella Kennedy School della prestigiosa Harward University non si meraviglierà di sapere che anche in Italia è nato un centro di formazione per spie sotto il paravento di un ateneo.
Peccato che la Link Campus University, con la sede principale romana in via del Casale di San Pio V e circa 1800 studenti iscritti (dato 2017), frequentata pure dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle (link a fondo pagina), negli ultimi mesi è finita sotto inchiesta per molteplici presunti malaffari che confermano il vecchio adagio per cui il lupo perde il pelo ma non il vizio e vanno ben oltre la nota vicenda del professore maltese Joseph Mifsud.
Questo docente della Link è svanito nel nulla dopo essere stato indicato come una pedina del RussiaGate contro il presidente americano Donald Trump (il cui comitato fu sospettato di legami col Cremlino nella diffusione delle email compromettenti contro la rivale Hillary Clinton) ed essere finito al centro della successiva contro-inchiesta condotta dal procuratore generale William Barr e del magistrato incaricato John Durham, venuti anche in Italia per fare chiarezza sullo SpyGate (maggiori dettagli nel finale dell’articolo).
Negli ultimi mesi è stato ribattezzato ObamaGate per la presunta cospirazione ordita dai Democratici americani all’origine degli scandali grazie a informatori CIA, come nel caso dell’UkraineGate per il quale un ex direttore dell’intelligence ha pubblicamente lodato l’azione occulta del “Deep State” contro l’inquilino Repubblicano della Casa Bianca.
Questo reportage, però, vuole scavare più a fondo. E’ il preambolo di un intrigo internazionale che si aggroviglia intorno ai recente scandali nella magistratura italiana culminati col PalamaraGate e al ruolo della nostra penisola mediterranea nell’ambito della lobby delle armi Italo-Britannica, legata a doppio filo coi Fratelli Musulmani di Qatar e Turchia come già evidenziato in un precedente reportage, ma anche ai servizi segreti e alla massoneria come vedremo prossimamente (se non ci faranno sparire prima…).
Questioni che implicano anche le operazioni militari imbarazzanti come quella che ha visto la NATO legittimare implicitamente e occultamente l’invio di jihadisti tagliagole ISIS in Libia quali mercenari della Turchia a sostegno del Governo di Accordo Nazionale di Tripoli del presidente Fayez Al-Serraj (supportato diplomaticamente anche dalla società americana di lobbying Mercury) nella guerra civile contro l’Esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar, ora sospesa in una fragile tregua.
In virtù della beata impunità garantita ai potenti del Deep International State – l’apparato finanziario, massonico, militare e spionistico che controlla o influenza politici e governi in quasi tutti i paesi occidentali – un ex ministro graziato dalla prescrizione per lo scandalo dei fondi neri SISDE (i servizi segreti interni oggi divenuti AISI) può vantarsi in pubbliche interviste del fatto che la «Link è stata la prima università ad includere nei suoi programmi graduate e post graduate gli studi di intelligence e sicurezza destinati anche agli appartenenti all’esercito, alle forze dell’ordine». Infatti lì ha insegnato pure l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, voluto dal M5S nel primo governo Conte (2018-2019).
Il Master di intelligence & Security, fiore all’occhiello dell’ateneo, è riservato ad un élite altamente selezionata o a figli di nababbi visto che nell’anno accademico 2019-2020 la retta ammontava a 10mila euro, scontata al 50 % per gli operatori del Comparto Difesa e Sicurezza ma gratis per 18 fortunati vincitori di borse di studio, di cui 8 riservate a personale civile e militare impegnato in missioni internazionali.
Ciò basterebbe già a farci sussultare avendo scoperto, come spiegheremo, che l’università è divenuta famosa proprio grazie ad una conferenza organizzata dalla CIA: perché significa che questi funzionari di missioni estere potrebbero essere selezionati durante le lezioni e “reclutati” dalla più potente intelligence del mondo all’insaputa di coloro per cui stanno operando in contesti magari assai delicati, come quello libico o siriano dove i jihadisti hanno ricevuto i potenti missili anticarro TOW proprio da Langley, quartier generale del controspionaggio USA'
Ma è il profilo giudiziario del fondatore e presidente della Link Campus University di Roma ad accentuare i sospetti che i presunti loschi affari scoperti dalla magistratura siano soltanto la punta dell’iceberg di un’attività intelligence spregiudicata e senza regole perché inserita in un piano strategico e funzionale a quei servizi segreti che la fanno quasi sempre franca anche dopo scellerate azioni criminali.
Rachel Orner
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pleaseanotherbook · 2 months ago
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BABEL di R.F. KUANG
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'It's so odd,' Robin said. Back then they already passed the point of honesty; they spoke to one another unfiltered, unafraid of the consequences. 'It's like I've know you forever.' 'I think,' said Ramy, 'it's because when I speak, you listen.' 'Because you're fascinating.' 'Because you're a good translator.' Ramy leaned back on his elbows. 'That's just what translation is, I think. That's all speaking is. Listening to the other and trying to see past your own biases to glimpse what they're trying to say. Showing yourself to the world, and hoping someone else understands.'
"Babel. Or the Necessity of violence: an arcane History of the Oxford Translators' Revolution" di R.F. Kuang è uno di quei libri che è entrato nella mia lista di cose da leggere perché temi di traduzione, lingua e storia mi affascinano incredibilmente. E non potevo certo lasciarmelo scappare. Uscito nella traduzione italiana per Mondadori, è un romanzo in cui linguistica e interpretazione e magia si avvicendano alla storia personale del protagonista in un racconto corale che sfugge alle regole e reinterpreta di fatto la storia della torre di Babele. Affascinante come non mai, per certi aspetti, estremamente inconclusivo per altri.
Oxford, 1836. La città delle guglie sognanti. Il centro di tutta la conoscenza e l'innovazione del mondo. Al suo cuore c'è Babel, il prestigioso Royal Institute of Translation dell'Università di Oxford. La torre da cui sgorga tutto il potere dell'impero. Rimasto orfano a Canton e portato in Inghilterra da un misterioso tutore, Robin Swift credeva che Babel fosse un paradiso. Fino a che non è diventata una prigione… Può uno studente lottare contro un impero?
Per chiunque abbia mai avuto un minimo di interesse per una lingua diversa dalla propria, l'idea di essere capaci di capirla e interpretarla e farla propria ha sempre avuto un ruolo molto importante. Tutta la narrazione parte dal presupposto che la lingua sia un qualcosa da mantenere sempre vivo per poterne sfruttare tutto il potere intrinseco. Non basta sapersi esprimere in una lingua di cui non si è madrelingua, bisogna esserne così assorbiti da essere capaci di riprodurne ogni sfumatura, di risalirne l'etimologia, definire i confini di parole non più in uso ma che restano permeate nelle consuetudini attuali. Babel è sì una torre, ma è un luogo magico, un custode, un'entità che si muove da sola animata dai suoi studenti e dai suoi professori. Il racconto della Kuang si articola quindi non solo intorno ai suoi protagonisti che si muovono nei meandri di un luogo che ha mille tentacoli persi nel mondo, ma anche e soprattutto intorno alla babele di lingue, studi, regole e tradizioni che si tramandano nell'università di Oxford. Mentre alcuni dettagli emergono direttamente dalla realtà storica, altri sono completamente inventati e funzionali al racconto, costruendo un intrigo di fatti da cui è difficile identificare il vero dall'inventato.
Il lettore viene a scoprire la vita accademica direttamente dall'esperienza del protagonista Robin Swift che si immerge nello studio con un entusiasmo vivido insieme ai suoi compagni di corso. Robin in fondo è lì grazie al suo passato e alla sua lingua. Rimasto aggrappato alla corda che gli ha lanciato il Professor Lovell che da Canton lo porta in Inghilterra per istruirlo per i suoi scopi, Robin si adegua alle sue regole e alle sue aspettative perché sente di non avere altra strada. Ma d'altronde quando arriva a Babel sente che tutti i suoi sacrifici hanno avuto uno scopo. L'atmosfera lì è magica e senza tempo, ha la dolcezza delle prime scoperte dell'adolescenza e il profumo del potere che è quasi alchemico. Tutto il mondo accademico è una lenta scoperta, un accumularsi di strumenti che rendono gli accademici quasi delle divinità, i segreti che si nascondono nella torre rendono non solo Oxford, ma tutta l'Inghilterra estremamente potente, e con una leva in più rispetto alle altre potenze mondiali. Robin non è solo, sempre emarginato per il suo essere straniero e diverso, un cinese in mezzo a un mare di bianchi, si allea con i suoi compagni di corso, altri emarginati come lui, che nelle mura dello spazio della traduzione, sono tutto fuorché degli esclusi. Ma quando Robin si rende conto che questo non basta, che la pace per se stesso non significa la pace per tutti, che la sicurezza che arriva dalla Torre si ferma nei suoi confini, inizia a chiedersi se sia giusto che le cose restino così, se sia giusto che le sue conoscenze restino confinate in un punto solo del mondo, quando potrebbero salvare centinaia, migliaia di vite umane. Mentre la sua storia si intreccia con la politica e gli inizi della guerra dell'Oppio, quando Robin torna in Cina e si rende conto di cosa sta succedendo non può continuare a restare fermo, deve agire, le azioni che fanno da spartiacque alla storia diventano il motore che cambiano tutti gli equilibri, e nella seconda parte il ruolo del traduttore come traditore, perché l'atto del tradurre è sempre un atto di tradimento, assume un significato ancora più chiaro. Robin non è un personaggio semplice da leggere, ha mille contraddizioni dettate dalla voglia di fare la cosa giusta e dalle paure che gli scoppiano nel cuore ogni volta che un pericolo si approccia. Ma impara presto che ogni scelta comporta una conseguenza per sè e gli altri e che quando ci si immerge nella vita vera, la patina di romanzata magia che ci immaginiamo viene stracciata dalle contingenze della quotidianità. La conoscenza è un potere molto forte e messo nelle mani sbagliate può essere molto pericoloso. Dilaniato tra il tradimento verso le sue origini e la sua madrepatria e il tradimento di tutto quello che ha studiato per tutta la vita, Robin è lì che si macera e compie scelte a volte incomprensibili dettate dalla disperazione che lo portano inevitabilmente verso il solo scontro possibile.
Il particolare da non dimenticare? Una barra d'argento...
Una storia incentrata sulle parole, sull'amore per la lingua, sullo studio e il sacrificio, che si intreccia con le ambizioni di una società che vuole essere la prima potenza del mondo, tradurre non è solo diffondere le conoscenze e integrazione di culture diverse, è un compromesso tra le parole, la ricerca di una comunicazione efficace che unisce e divide, in una lotta continua che non lascia scampo.
Buona lettura guys!
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josephmfish · 4 months ago
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Endless Love Anticipazioni: La verità può essere un peso insostenibile
https://ift.tt/wk5TG93 https://www.youtube.com/watch?v=MeDz9mrJFpc Il dramma di Endless Love si infittisce in un episodio ricco di colpi di scena dove il confine tra giustizia e disperazione si fa sempre più sottile. Cos’è realmente accaduto ad Ozan? E se non fosse stato Tariq a inscenare il suo suicidio? In un mondo intriso di segreti e sacrifici, questa storia affascinante costringe a riflettere sulle scelte migliori e sulle conseguenze delle azioni. Scopri il destino dei personaggi e lasciati travolgere da una trama che unisce suspense, intrigo e una ricerca appassionata della verità! #shorts #shortsvideo #shortsfeed from Tv Trend Italia https://www.youtube.com/channel/UCHqQYJ9rtTKFYW8IYlgCqWQ via Formula 1 Live https://ift.tt/3Om7CSB November 13, 2024 at 11:20PM
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giancarlonicoli · 6 months ago
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28 ago 2024 19:52
"EMANUELA VENNE UCCISA SUBITO" - ILARIO MARTELLA, MAGISTRATO CHE SI OCCUPÒ DELL'ATTENTATO A WOJTYLA E PER PRIMO INDAGÒ SULLA SCOMPARSA DELLA ORLANDI, TIRA IN BALLO LA PISTA DELLA DDR: "IL RAPIMENTO FU UN'OPERAZIONE DI DEPISTAGGIO DELLA STASI" - PER MARTELLA FU UN'ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA: "UNA RAFFINATA OPERAZIONE PER NASCONDERE LE RESPONSABILITÀ SOVIETICHE E BULGARE NEL TENTATIVO DI UCCIDERE IL PONTEFICE..." -
Estratto dell’articolo di Ferruccio Pinotti per www.corriere.it
Esce venerdì il libro del magistrato Ilario Martella Emanuela Orlandi, un intrigo internazionale. La verità che nessuno ha ancora raccontato sul mistero più oscuro della storia italiana, edito da Ponte alle Grazie. Ilario Martella, incaricato all’epoca di indagare sull’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981 e, in prima battuta, sulle sparizioni di Emanuela e Mirella Gregori del 1983, a suo dire inequivocabilmente legate ai fatti di piazza San Pietro, si propone oggi di ripercorrere la vicenda dal principio. 
Martella decostruisce e critica tutte le false piste spuntate in epoche più recenti, giungendo all’unica soluzione per lui possibile: i due casi fanno parte di un unico disegno criminale, di una gigantesca e articolata operazione di depistaggio e di «distrazione di massa» compiuta da uno dei servizi segreti più efficienti e famigerati della Guerra fredda: la Stasi tedesca.
Armato di una ricca documentazione, divenuta lentamente accessibile solo dopo la caduta della cortina di ferro, l'ex magistrato, classe '34, ricostruisce i dettagli di un’operazione spionistica di alto livello, nata per sviare l’attenzione pubblica dalle indagini che, partendo dall’attentato al papa, avevano aperto la celebre «pista bulgara». 
Lo stesso Giovanni Paolo II, in visita alla famiglia Orlandi, definì il rapimento di Emanuela «un intrigo internazionale»: dopo quarant’anni, questo libro finalmente ricostruisce il perché di quella frase. […]
Giudice Martella, l'analisi delle carte giudiziarie e dei documenti segreti della Stasi l'ha convinta del collegamento tra i rapimenti Gregori e Orlandi e l'attentato al Papa, configurando un'azione della Stasi stessa per venire incontro alla preoccupazione dei bulgari e dei sovietici che si scoprisse il loro desiderio di abbattere il Papa che stava distruggendo il comunismo e che avrebbe abbattuto il Muro di Berlino?
«Esiste un'assoluta interdipendenza tra l'attentato del maggio 1981 a Giovanni Paolo II e il rapimento delle due ragazze. Entrambi vengono posti in essere tra il maggio il giugno 1983, ovvero nel momento in cui io come giudice istruttore stavo cercando di portare alla condanna non del solo Alì Agca, il turco dei Lupi Grigi, ma anche i suoi complici bulgari, esponendo le gravi responsabilità dei bulgari Sergej Antonov - formalmente rappresentante della Balkan Air a Roma, in realtà alto ufficiale dei Servizi bulgari - di Bekir Celenk, Todor Ajvazov e altri.
Il 28 novembre 1982 l'arresto di Antonov provoca una reazione importante nei Servizi bulgari. Ne nasce un "accordo" ultra segreto, che ricostruisco nel mio libro sulla base di documenti, tra il capo dei Servizi Bulgari nonché ministro dell’Interno Dimitar Stojanov e il capo della stasi Erich Mielke, a sua volta referente della famosa superspia e agente "doppio" Markus Wolf (creatore dell'Hauptverwaltung Aufklärung o HVA, per le attività di spionaggio e di intelligence al di fuori del Paese, ndr), per creare un'operazione di depistaggio e di "distrazione di massa tramite" il doppio rapimento Gregori-Orlandi.
C'era il terrore nei bulgari e nei sovietici che il "generale Antonov" potesse essere condannato e che Bulgaria e Urss fossero formalmente incolpate dell'attentato al Papa, creando una crisi internazionale».
Infatti lei il 30 ottobre 1984 rinviò a giudizio i bulgari Sergej Antonov, Zeljo Vasilev e Todor Ajvazov e i turchi Musa Serdar Celebi (accusato da Agca di essere uno dei mandanti), Omar Bagci (che nascose la pistola utilizzata nell'attentato) e Oral Celik (capo dei Lupi grigi indicato come secondo esecutore): resta convinto di quello schema?
«Sì, anche se poi il solo Agca è stato condannato e gli altri assolti con la vecchia formula dell'insufficienza di prove. Bisogna considerare l'enorme potenza della Stasi in quegli anni, con figure come Markus Wolf di cui per tanti anni non si è nemmeno conosciuto il volto.
La Stasi era l’organizzazione più adatta a gestire l’operazione Gregori-Orlandi, che come disse Wojtyla alla famiglia nel Natale ‘83 era un "intrigo internazionale". Per la Stasi e i Servizi bulgari l'importante era che le responsabilità andassero ai soli Lupi Grigi e indurre poi Agca a ritrattare ciò che rivelò quando collaborò con me, individuando i veri mandanti».
Agca  infatti a un certo punto innesta la retromarcia e afferma di essere un cane sciolto, fingendosi un squilibrato mosso da motivazioni religiose: perché?
«Agca era stato convinto a terminare la sua utile collaborazione con me, per essere liberato in cambio del suo silenzio. Così pian piano inizia a delegittimare se stesso e la mia inchiesta e a presentarsi come uno psicopatico isolato. Con questo cambio di linea, ottiene che il generale Antonov venga assolto, lui resta in carcere fino alla grazia mentre i bulgari e la Stasi ottengono che sia assolto il regista dell'operazione, il generale dei servizi sotto copertura Antonov, come pure gli altri complici dell'attentato. Una condanna di Antonov e dei vari complici bulgari e turchi avrebbe portato guai seri all’intero blocco sovietico. Tanto che io e la mia famiglia fummo minacciati di morte più volte».
[...] Mirella ed Emanuela rientrano in questo complesso quadro?
«Sì, già nel febbraio '83 ci fu la decisione di effettuare un’operazione di distrazione di massa, rapendo le due ragazze al fine di usarle come arma di ricatto per far liberare Agca. Il Papa nel Natale '83 disse infatti agli Orlandi che si trattava di un intrigo internazionale. Oggi il Papa Bergoglio può e deve dire la sua, se condivide la valutazione del suo predecessore o meno».
[...] Che fine hanno fatto Mirella ed Emanuela?
«Mi spiace molto dirlo, ma Orlandi e Gregori sono state uccise, non è mai stata prodotta una prova certa che siano rimaste in vita. Per l'operazione Orlandi poteva essere scelta un’altra ragazza, infatti fu seguita anche Raffaella Gugel, figlia di Angelo, assistente personale di tre Papi»
Attentato e rapimento delle ragazze sono quindi collegati?
«Sì, sono espressione di una grande strategia criminale. Il Papa era centrale nella guerra fredda. Wojtyla fu determinante nell’abbattimento dell’Urss e del Muro di Berlino; così come nella scomparsa della Stasi». [...]
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weirdesplinder · 7 months ago
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VI SEGNALO ALCUNI DEGLI AUTORI PRESENTI AL FESTIVALETTERATURA DI MANTOVA 2024
Vi propongo una piccola lista degli autori secondo me più interessanti che saranno presenti questo settembre a Mantova in occasione del Festivaletteratura.
Importante per gli incontri con biglietto acquistare con un certo anticipo i biglietti sul sito del Festival, poichè si esauriscono molto in fretta, ecco il link al sito: https://www.festivaletteratura.it/it/biglietti
E ora ecco gli autori che personalmente ritengo più interessanti fra tutti quelli presenti quest'anno:
-Joël Dicker sarà presente giovedì 5 settembre alle 21:30 in Piazza Castello, costo biglietto 7,50€, per presentare il suo ultimo romanzo:
UN ANIMALE SELVAGGIO
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Trama: 2 luglio 2022, due ladri stanno per rapinare una importante gioielleria di Ginevra. Ma questo non sarà un colpo come tutti gli altri. Venti giorni prima, in un elegante sobborgo sulle rive del lago, Sophie Braun sta per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. La vita le sorride, abita con il marito Arpad e i due figli in una magnifica villa al limitare del bosco. Sono entrambi ricchi, belli, felici. Ma il loro mondo idilliaco all’improvviso s’incrina. I segreti che Arpad custodisce cominciano a essere troppi perché possano restare nascosti per sempre. Il loro vicino, un poliziotto sposato dalla reputazione impeccabile, è ossessionato da quella coppia perfetta e da quella donna conturbante. La osserva, la ammira, la spia in ogni momento dell’intimità. Nel giorno del compleanno di Sophie, un uomo misterioso si presenta con un regalo che sconvolgerà la sua vita dorata. I fili che intrappolano queste vite portano lontano nel tempo, lontano da Ginevra e dalla villa elegante dei Braun, in un passato che insegue il presente e che Sophie e Arpad dovranno affrontare per risolvere un intrigo diabolico, dal quale nessuno uscirà indenne.
-Christelle Dabos, sarà al Festival sabato 7 settembre alle 11:00 al Museo Diocesano, biglietto 7,50€, e dopo essere balzata in cima alle classifiche con la sua serie fantasy L'Attraversaspecchi, già conclusa, presenterà il suo nuovo libro:
QUI SOLO QUI
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Trama: È il primo giorno di scuola, il primo di un nuovo inizio. Iris si guarda attorno, orfana della sorella più grande che adesso la ignora e non la vuole più tenere per mano. Osserva e vede le minacce nascoste dentro le mura dell’edificio scolastico, le vere regole che reggono il “gioco” dentro l’istituzione, tra i ragazzi. E decide che terrà duro qualsiasi cosa accada. Ma cosa avviene in realtà dentro la scuola? Impronte di scarpe sui soffitti come se qualcuno camminasse a testa in giù, banchi che si spostano da soli, il Club Ultrasegreto che raccoglie alcuni allievi alla ricerca di una sostanza misteriosa che provoca le stranezze della scuola e poi...
-A Daphne du Maurier, una delle autrici più amate di sempre (1907-1989) sarà dedicato un incontro presieduto da Luca Scarlini, venerdì 6 settembre alle 21:15 nell'Aula magna del seminario Vescovile, biglietto 7,50€, dove parlerà delle sue opere più famose, tra cui alcune che vantano celebri adattamenti cinematografici come Rebecca la prima moglie, Gli uccelli, Mia cugina Rachele...
LA BAIA DEL FRANCESE
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Trama: Nell’Inghilterra del XVII secolo Lady Dona St. Columb è una giovane e irrequieta donna che cova dentro di sé il desiderio di ribellarsi all’alta società a cui appartiene, al marito che non la comprende e a un ruolo, quello di moglie e madre, che sente inadeguato. Assecondando il proprio desiderio di fuga, Dona si lascia alle spalle agi e lussi per rifugiarsi con i figli in Cornovaglia, nel maniero di Navron, vicino ad Helford, fra boschi solitari e baie segrete. Qui un giorno si imbatte nel "Francese”, uno strano pirata bretone con il quale è subito evidente, oltre a una reciproca attrazione, un comune e più profondo sentire nei riguardi della vita e delle cose del mondo. Dona si imbarca sul veliero del Francese e insieme solcano i mari in cerca di avventura e gloria. Il pericolo non li spaventa, il rischio diventa il loro mestiere, fino a quando il destino chiede il conto ponendo Dona dinnanzi alla più difficile delle scelte: sacrificare il suo amore, abbandonandolo a morte certa, o rischiare la propria vita per salvarlo.
-Mona Awad sarà invece domenica 8 settembre alle 18:00 al Museo Diocesano, biglietto 7,50€, per presentare il suo ultimo surreale romanzo :
ROUGE
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Trama: Da che ricordi, Belle – giovane commessa in un negozio di abbigliamento – è sempre stata ossessionata dalla sua pelle e dai video sulla skincare, guardarli è sempre stato il suo passatempo. Quando però sua madre Noelle, una bizzarra donna canadese trapiantata in California che non vede da tempo, muore misteriosamente, Belle parte dalle nevi di Montréal diretta nel sud degli Stati Uniti, ad affrontare la difficile eredità che la madre le ha lasciato e a cercare una risposta per la strana dinamica della sua morte. La posta in gioco aumenta quando una misteriosa presenza appare durante la veglia funebre (“il party”), facendo intendere a Belle di saperne più di lei sull’incidente di Noelle. Con l’aiuto di un paio di scarpe rosse, Belle verrà attirata nell’abbraccio pungente di quella che a prima vista sembra una lussuosa ed elitarissima spa a cui sua madre era affiliata. Rouge è Biancaneve che incontra Eyes Wide Shut, una surreale discesa nel lato oscuro della bellezza, nell’invidia, nel dolore e nel complicato amore tra madri e figlie. Una suggestiva favola gotica dove nulla, ma proprio nulla è come sembra.
-Francesco Pala, Ade Zeno e Luca Scarlini giovedì 5 settembre alle 14:45 nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria, biglietto 7,50€, ci parleranno dei Freak protagonisti dei loro romanzi:
L'ULTIMO VIAGGIO DI LENIN, Francesco Pala
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Trama: Autunno 1942, Siberia. Il sergente Dorotov ha pianificato il viaggio in ogni dettaglio. L’automezzo, un camion di fabbricazione sovietica ZIS-6, abbandonato dall’Armata Rossa per una falla nel radiatore, partirà da Tjumen’ e attraverserà una serie di centri urbani per sottrarsi alle insidie delle campagne che potrebbero celare agenti della controrivoluzione. In ogni città dovrebbe esserci un manipolo di uomini scelti, pronto a contenere i rischi. L’uso della violenza non è stato escluso a priori. Lo scopo, uno solo: sottrarre al controllo delle autorità sovietiche il corpo imbalsamato di Vladimir Il’ič Ul’janov, anche noto come Lenin, che è stato spostato in fretta e furia dalla capitale minacciata dall’invasione nazista. Insieme al sergente Dorotov ci sono il soldato semplice Antonov, reduce da una lobotomia per aver notato una certa mobilità nel venerabile cadavere, e Olga, una donna dagli occhi verdi e ostinati che sembrano suggerire a chi le sta intorno l’urgenza di un matrimonio per spegnere quell’impudenza nel suo sguardo. Dietro di loro, l’impetuosa avanzata della 4 a armata corazzata tedesca del generale Hoth. Alla fine del percorso, sulla mappa, una sola scritta: Itinerarium mentis in Lenin. È così che l’ascetica determinazione del sergente Dorotov conduce i suoi compagni in un pellegrinaggio fisico e mentale attraverso la Grande Russia, un’avventura del pensiero alla ricerca della moralità incorrotta, della totale integrità ideologica, dell’assenza dei guasti che hanno rovinato il socialismo. In altre parole, di un mondo utopico e perfetto. Uno in cui nemmeno la morte esista più. La Repubblica popolare di Leninesia.
I SANTI MOSTRI, Ade Zeno
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Trama: Tutto ha inizio in una sera estiva del 1924, quando lo scimmiesco Jörg Brandt esce di casa senza dire niente a nessuno portando con sé due grosse valigie e un cuore pieno di formiche rosse. Al suo fianco Gebke Bauer, il «ragazzo dalle dodici dita», fraterno complice nella formidabile impresa dei Santi Mostri, una compagnia di artisti deformi destinata, nel ventennio successivo, a incantare i palcoscenici dell'intera Germania. L'uomo piovra, la donna dal doppio sorriso, l'acromegalico gigante Nikolaus, il giovane Polifemo, sono solo alcuni dei protagonisti che seguiranno Jörg e Gebke in un lungo viaggio fatto di trionfi, cadute, e incontri straordinari. Dai primi spettacoli sotto il fatiscente tendone del Circo Vogt, ai vagabondaggi a bordo di un buffo veicolo chiamato Geraldine, sfileranno insieme, con infantile allegria, ai margini di eventi molto più grandi e spaventosi di loro: l'ascesa al potere di Hitler, le leggi razziali, lo scoppio della Seconda guerra mondiale, ma soprattutto il programma Aktion T4, criminoso piano nazista finalizzato allo sterminio delle «vite indegne di essere vissute». In un mondo sprofondato nelle tenebre e sempre più incapace di riconoscere la bellezza nella diversità, armati della sola arte i Santi Mostri si troveranno così a condividere il tragico destino dei reietti in fuga.
LE STREGHE NON ESISTONO, Luca Scarlini
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Trama: La Casa del Popolo, le festa de l’Unità, i comizi, il Vietnam, gli Inti Illimani, i corsi di russo: è l’universo del Retore, ex partigiano, comunista stentoreo e smanioso. Ma il Retore ha anche un bambino, Luca, che nel 1975 ha nove anni ed è affascinato da tutto ciò che sta dall’altra parte del cielo rispetto all’eroico furore paterno e ne riceve in cambio punizioni e sganassoni. Tra padre e figlio si erge la mamma, che – poiché partecipare a comizi e feste dell’Unità non frutta uno stipendio – lavora per pagare l’affitto e non appena il Retore chiude un occhio introduce il piccolo Luca al suo mondo di amiche femministe, gay e drag queen cultrici della “pericolosa” cultura angloamericana. La ribellione del protagonista alla prepotenza ideologica ed esistenziale paterna è tanto coraggiosa quanto vana: sono tempi in cui i padri hanno sempre l’ultima parola. Ma al termine di un anno cruciale, vissuto tra Sesto Fiorentino, il drammatico ricovero in un ospedale svizzero e la prospettiva di un viaggio di partito in Crimea, sarà la rovente campagna senese a offrire al figlio la chiave per sovvertire il claustrofobico sistema del Retore: qui Luca viene iniziato alla magia, misteriosa espressione della dionisiaca presenza femminile nell’universo. “Avrai accesso a una sapienza che è negata ai maschi... La foresta è femmina e rimane il luogo dello spavento” gli dice Graziosa, che forse è una eccentrica vecchina o forse una strega. E per lui diventa chiaro che “Bosco una volta, bosco per sempre: quella era la mia sola casa”. Ambientato in una Toscana dove gli antenati etruschi e i culti isiaci hanno lasciato tracce profonde che giungono fino alla fata dai capelli turchini e alle bellissime adepte di Graziosa.
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safetyandpromo · 10 months ago
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Esplorando gli enigmatici "Spazi Confinati" di Verona: svelando le gemme nascoste della città
Immerso tra le antiche strade di Verona, in Italia, si trovano spazi enigmatici che evocano un senso di mistero e intrigo. Sono gli "Spazi Confinati", termine sussurrato tra gente del posto e viaggiatori curiosi. Cosa sono questi spazi confinati e quali segreti racchiudono? Unisciti a noi mentre intraprendiamo un viaggio per svelare i misteri delle gemme nascoste di Verona.
L'enigma degli spazi confinati
Verona, rinomata per il suo fascino romantico e la sua ricca storia, è una città ricca di storie che aspettano di essere scoperte. Oltre ai suoi monumenti iconici come l'Arena di Verona e la Casa di Giulietta, si trovano angoli e fessure meno conosciuti che ospitano storie di epoche passate.
Il termine "Spazi Confinati" si riferisce a questi spazi ristretti, nascosti dalla folla frenetica e spesso nascosti in bella vista. Potrebbero essere vicoli stretti, cortili appartati o anche passaggi sotterranei, ognuno con la sua storia e il suo fascino unici.
Scoprire i segreti
Esplorare gli spazi ristretti di Verona è come intraprendere una caccia al tesoro nel tempo. Uno di questi gioielli nascosti è la Scala della Ragione, una stretta scalinata nascosta tra gli edifici del centro storico. Salendo i suoi gradini logori, i visitatori vengono trasportati in un'epoca passata, dove aleggiano nell'aria i sussurri della Verona medievale.
Avventurandosi più a fondo nelle strade labirintiche, ci si potrebbe imbattere nel Cortile della Pigna, un'oasi tranquilla lontana dal caos e dalla frenesia della città. Qui, il tempo sembra essersi fermato tra l'architettura antica e la vegetazione rigogliosa, offrendo uno sguardo sulla serena bellezza del passato di Verona.
Il fascino del mistero
Ciò che rende gli spazi ristretti di Verona così affascinanti è il senso di mistero che li avvolge. Ogni vicolo o cortile nascosto racconta una storia, le sue mura risuonano di sussurri del passato. Alcuni ipotizzano che questi spazi un tempo fossero utilizzati da società clandestine o servissero come luoghi di incontro clandestini per gli innamorati che cercavano rifugio da occhi indiscreti.
Altri credono che sotto le strade di ciottoli si trovino tunnel segreti e catacombe, resti di un mondo sotterraneo dimenticato che un tempo prosperava sotto la superficie. Che si tratti di realtà o finzione, il fascino di questi misteri non fa che aumentare la mistica della città.
Preservare i tesori nascosti di Verona
Mentre Verona continua ad evolversi, preservare i suoi spazi confinati diventa fondamentale per salvaguardare il patrimonio culturale della città. Organizzazioni come la Verona Heritage Foundation lavorano instancabilmente per proteggere e promuovere queste gemme nascoste, garantendo che le generazioni future possano sperimentare la magia del passato di Verona.
Attraverso visite guidate e iniziative culturali, i visitatori potranno approfondire i segreti degli Spazi Confinati, svelando i misteri dei secoli passati. Dalle antiche mura di Castelvecchio alle cappelle nascoste di San Zeno, ogni spazio ristretto offre uno sguardo al ricco arazzo della storia di Verona.
Conclusione
Nel cuore di Verona, tra strade tortuose e palazzi secolari, si nascondono tesori nascosti che aspettano di essere scoperti. Gli Spazi Confinati invitano coloro che osano esplorare, offrendo uno sguardo al passato storico e al fascino enigmatico della città.
Mentre vaghiamo attraverso questi spazi ristretti, ci viene ricordato che sotto la superficie di Verona si trova un mondo di mistero e intrighi, in attesa di essere scoperto. Quindi, la prossima volta che ti ritrovi a passeggiare per le strade di questa città senza tempo, tieni gli occhi aperti per vicoli nascosti e cortili segreti: non sai mai quali meraviglie potresti trovare.
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pier-carlo-universe · 6 hours ago
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Un appuntamento imperdibile per gli amanti della letteratura e dell'avventura: sabato 8 marzo 2025, alle ore 17:00, il celebre scrittore Marco Buticchi sarà ospite presso il Caffè degli Artisti in Via Vochieri 7, Alessandria, per presentare il suo ultimo romanzo, "Il figlio della tempesta" (Longanesi).
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Avrei voluto guardare un film di Rohmer ma non ho trovato una versione con sottotitoli
La ragione per cui penso di non essere riuscito a sistemarmi con un film questa sera è che le energie superiori che mi guidano nella vita hanno soffiato sul filo che guida la piano sequenza delle mie azioni perché io finissi a liberarmi delle idee che mi affollano la testa. È una sensazione lievemente euforizzante. Nonostante il sonno poggi il culo, ancora con clemenza, sulle mie palpebre, il passo lento e sicuro con cui sento il discorso uscirmi dal cuore mi promette di farmi sentire meglio. È la prima volta effettivamente, se ci ragiono, che riesco a metter mano su un foglio bianco. È la prima volta che vengo colto da un’onda di pensieri che sento di voler mettere per iscritto. È la prima volta da quando mi sono lasciato con A****a e da quando ho messo da parte L***s e qualsiasi altro omiciattolo che riesco a mettere mano sulle curve tonde ed abbondanti del mio intelletto.
Ciò che mi porta qui questa sera — è ancora sera, sono le 22:06 — è un pensiero che ho appena ricordato essere quello scatenante: il terrore, silenzioso, di appassire. Pensandoci bene è un pensiero che ultimamente mi ha baciato le tempie con particolare costanza. L’idea che a ventitré anni rimanga poco tempo prima di prendere la forma più bella che il mio corpo vedrà mai. E con questo pensiero si accavallano numerose, incresciose, domande. Al momento della mia massima bellezza cosa dovrei fare? Come posso essere sicuro di vivere quelle tre settimane della mia bellezza massima con la consapevolezza di averne tratto quanto più possibile? Come si agisce per trarre il massimo beneficio dal proprio momento di massimo splendore? È un pensiero che in un modo o nell’altro mi fa spesso visita, quando guardo Gena Rowlands, facendo avanti e indietro nella sua filmografia, diventare più bella o più vecchia — mai più brutta.  È un pensiero che mi viene in mente quando penso che non mi sto dando in pasto alle mani degli amanti più belli, che non sto consumando la loro carne fresca. Penso di avere una fascinazione particolare già all’età di ventitré anni per gli adolescenti. Alla stregua della pedofilia, poiché tale suppongo verrebbe definito giuridicamente il mio intrigo per qualcuno di più giovane di me. Degli adolescenti ammiro la carne, la freschezza, l’intrepida voglia di fottere, lo scalpitio dei miei stessi piedi su una bicicletta persa nelle colline di Cassino alla ricerca di P***o per scoparlo in un capannone nel bosco. Sono nostalgico dei miei diciassette anni già a ventitré. Come se fossi cresciuto a dismisura. Ma non si tratta di essere cresciuto prematuramente. Si tratta di aver buttato al cesso per due volte dei periodi lunghi anni per via delle palle che non ho avuto. Se penso alle mie relazioni compulsive vedo di fronte gli occhi immagini di carne bruciata, escoriata, nera, solidificata in croste. Avrò tempo per eliminare ciò che non è necessario ai fini narrativi una volta battuto l’ultimo punto. Adesso dovrei soltanto scrivere per il gusto di scrivere, senza perdermi nei manierismi nei confronti di qualcuno che non esiste e che può comunque essere accontentato in un secondo momento grazie alla revisione dei conti. Spostare, abbellire, rimodellare. È quello che manca alla mia pazienza d’autore. La forza nelle vene dei miei polsi, quelle che portano segue nelle mani e nelle dita. Quelle che permettono di fare tutti i movimenti atti a scrivere. In quelle scorre la codardia. Il blocco lungo quindici minuti causato da una parola che non corrisponde precisamente all’immaginario semantico che avevo in mente e quindi va trattenuta e ragionata piuttosto che essere scritta di getto. In virtù della stessa vecchiaia prematura che non ho acquisito ma che sento comunque di possedere dentro di me, posso dichiarare di aver compreso a pieno l’inutilità delle mie pignolerie. Posso, a quest’età, essere artefice di un cambiamento di cui nessuno avrà mai notizia: mi farò redattore, editore, revisore dei miei stessi ragionamenti nonché unica testimonianza della possibilità della mia mediocrità. È questa la paura più grande. La mediocrità. In effetti ora che ci penso è proprio la paura della mediocrità che mi si siede affianco e mi bacia le tempie mentre guardo un documentario sull’assassinio di Sharon Tate e mi rendo conto di quanto fosse nel pieno della sua bellezza al momento della sua morte. È la paura della mediocrità che mi fa notare come fosse bello Roman Polanski sulle copertine dei tabloid mentre calpestava i marciapiedi della Londra glam degli anni sessanta. Non capisco perché questa paura si accanisca così appassionatamente sull’eventualità del diventare brutto. Avevo scritto iper-glam ma mi rendo conto di come alleggerire renda più piacevole la lettura.
La soluzione a questo male è attuata mediante il mio stesso scrivere questo pezzo questa notte. L’unica immagine di conforto che riesco a vedere nell’esistenza dello stesso Roman Polanski è che di lui non rimarrà tanto il piacere del ricordo del suo volto scapigliato nelle foto risalenti all’epoca della sua residenza allo Chateau Marmont. Di lui rimarrà piuttosto la sua filmografia. Rimarrà la mia gratitudine per aver scelto John Cassavetes come ruolo principale in Rosemary’s Baby così da dargli soldi abbastanza per produrre i suoi primi lavori e far poi eventualmente salire alla ribalta sua moglie, nonché una delle mie attrici preferite. Della stessa Gena non rimane che la testimonianza della sua eleganza e del suo portamento degli anni settanta. Della sua bellezza di quarant’anni fa non rimane che la prova che sia un tempo esistita. Ma del suo talento, della sua capacità di vivere quelle vite facendo credere a noi tutti che in realtà si trattasse della sua stessa esperienza di prima persona, non si è persa la traccia. È per questo che sono qui questa notte. Perché dentro di me so che l’unico modo in cui riesco ad immaginare di vivere questa vita è senza grandi smanie, senza grandissime richieste. Vi chiedo soltanto un certo agio, assolutamente non smisurato e non talmente abbondante da finire per farmi sentire un vecchio morto nella vacuità del proprio profumo. Voglio immaginarmi settantenne, ottantenne e portatore di storie. Solo nel mio appartamento voglio aver vissuto vite su vite, create e cucite da me. Non ho bisogno di nessun sogno di gloria. Non ho alcuna ambizione di fama. Voglio soltanto farlo in una maniera che mi dia soddisfazione quanto debba dare soddisfazione e malinconia alla Rowlands rivedersi interpretare la scena dell’ubriacatura in Opening Night. Vi giuro, lettori — che nel frattempo ho iniziato a contemplare — che a me basterebbe arrivare un giorno a sorridere di soddisfazione nell’appagamento della ricognizione del mio intelletto. Che mi si lasci a marcire in un appartamento che sia a New York come che a Roma — anche se a Roma non accetterò di abitare se non in Rione Monti o su una qualsiasi villa in Viale Regina Margherita o Viale Regina Elena — come che a Berlino, proprio dove sono adesso a scrivere questa pagina di diario. Un giorno voglio poter riguardare al mio momento di massimo splendore e ricordarmi di come le mie mani fossero già capaci della bellezza immortale dell’arte. La bellezza immortale della creazione di vite parallele in cui sia io che altre persone sapevo avremmo potuto nasconderci, rifugiarci, soggiornare, per mesi, inglobando dentro di noi personaggi che sono stati scritti nascondendoci dentro i segreti di terze persone, le elucubrazioni sulla società, i dettagli non sfuggiti ma che non aveva senso confidare a nessuno.  Morire col sorriso in faccia poiché in una sola vita sarò stato sì una sola voce narrante, ma Padre Eterno legiferante nell’ecosistema di mille storie diverse. Lo farò non per la fama, ma per mettere a tacere la mia paura di morire, consolandomi con la speranza di essere stato bravo.
Tutto questo per promettermi, non so quanto vanamente e sarà solo il tempo a dirmelo, di trascrivere ogni storia mi venga in mente di scrivere. Ultimamente ho pensato già alla storia di Gloria che riesce ad uccidere il presidente degli Stati Uniti d’America grazie al suo club del libro e grazie all’omicidio per somministrazione di polonio. Ho pensato alla storia delle Telma e Louise come omosessuali maschi che fanno soldi rispondendo positivamente a tutti i disperati di grindr che promettono di pagare anche solo perché gli si caghi nel bagno o gli si facciano leccare piedi. Ho pensato alla storia del salone di unghie di Osloer Straße e l’intrico di sguardi tra l’uomo che intravede sempre qualcosa in più al di là della vetrata e il ragazzino vietnamita che sta mettendo del gel a una smandrappona qualsiasi. Ho tanto a cuore la mia fantasia e voglio celebrare la liberazione dalla schiavitù dal romanticismo con il pieno dominio dei miei pensieri e con la stesura di romanzucci, storielle da niente, senza morale, scritte per il gusto di inventare la vita di terze persone e di sapere di riuscire a condurre gli eventi da un punto A ad un punto B. Senza pretese, col solo rischio di diventare un giorno bravo abbastanza da poter guardare indietro nostalgicamente solo alla mia faccia di merda. Voglio provare nostalgia solo di quella. E voglio sentire gratitudine nei confronti della stessa faccia di merda, per avermi spinto a coltivare quella che sospettavo essere una risorsa.
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alessandro54-plus · 2 years ago
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File nascosti, ricatti e servizi segreti: l’intrigo Al Khelaifi al PSG
File nascosti, ricatti e servizi segreti: l’intrigo Al Khelaifi al PSG
articolo di Luca Cosentini – 10 Novembre 2022: https://www.calcioefinanza.it/2022/11/10/file-nascosti-ricatti-e-servizi-segreti-lintrigo-al-khelaifi-al-psg/ Nasser Al Khelaifi ( president PSG ) – Photo Federico Pestellini/Panoramic/insidefoto ITALY ONLY Un intrigo fra file segreti, ricatti, video “rubati” e taccuini misteriosi con, al centro, il presidente del PSG e dell’ECA, Nasser Al…
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lizzieilibri · 3 years ago
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10-12-2021
Ciao a tutti Lizziers!
Eccoci arrivati al decimo giorno di questo calendario dell’avvento libroso, oggi parleremo di un libro che mi ha davvero conquistato.
A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre.
Le storie dei personaggi si intrecciano tra di loro creando un intrigo fantastico, il giallo si mischia alle meravigliose descrizioni del fatato paesaggio francese, che tanto ha ispirato a Monet, e tanti altri artisti.
Tre donne sono le protagoniste indiscusse del romanzo, Fanette la bambina di 11 anni sveglia e con un grande talento per la pittura, Stephanie la bellissima maestra del villaggio, con un marito iper geloso ma con amore sconfinato per i bambini e infine LA vecchia, di cui non sappiamo il nome ma che tutto Sa e tutto vede, ma nessuno sembra notarla.
Abbiamo anche dei personaggi secondari molto divertenti tra i quali l’ispettore Laurence Sérénac che non è originario di Giverny e a volta fatica ad ambientarsi.
Il colpo di scena finale è totalmente inaspettato vi lascerà totalmente spaesati e senza fiato.
“Guardi questo parco, ispettore, le rose, le serre, il laghetto. Le rivelerò un altro segreto: Giverny è una trappola! Certo, una scenografia meravigliosa. Chi si sognerebbe di andare a vivere altrove? Un paese così bello… ma le dico una cosa: è una scenografia cristallizzata, pietrificata. C’è il divieto di decorare qualsiasi casa in maniera diversa, di ridipingere un muro, di cogliere un fiore. Dieci leggi lo proibiscono. Qua viviamo in un quadro, siamo murati vivi!”
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Titolo: Ninfee Nere
Autore: Michel Bussi
Editore: E/O edizioni
Serie: auto conclusivo
Data uscita: 06-2016
Genere: Giallo
Pagine: 400
Formato: digitale (11,99) cartaceo (euro 16,00) audiolibro su @Storytel
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recensioniyoungadult · 5 years ago
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DAMMI TUTTO IL TUO AMORE - Alessia Iorio, RECENSIONE
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Titolo : DAMMI TUTTO IL TUO AMORE  Autore : Alessia Iorio Editore: More Stories   Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
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SCOPRILO ORA!!
Recensione
DAMMI TUTTO IL TUO AMORE – Alessia Iorio Dammi tutto il tuo Amore racconta una storia originale e toccante. Un grande amore unisce Lucas e Megan già dalle prime righe del romanzo. I due infatti si sono allontanati da un anno, ma quello che provano non è cambiato.Dammi tutto il tuo Amore ci racconta di questo amore che si ritrova ma che viene ostacolato da una fitta di segreti, che il lettore pensa siano solo di Megan ma che, invece coinvolgono anche Lucas.“Non era amore quello, non lo era mai stato. Era molto di più.”Il passato dei due è molto ingombrante e anche nel presente devono attraversare un ostacolo molto importante ma che li unirà ancora più di prima. L' autrice riesce a inserire nel racconto amoroso vari temi importanti: la violenza domestica, la famiglia, i traumi infantili e anche la soggezione psicologica.“Quando l’auto di Megan ha lasciato quel dannato parcheggio: ho detto basta. Ho chiuso la porta del mio cuore e girato la chiave così tante volte che temo di aver superato il limite.”Inoltre Dammi tutto il tuo Amore, con il suo continuo svelarsi di segreti, tiene il lettore sempre pronto a girare una nuova pagine.“Non ho tempo per Lucas e le sue stronzate, sono piena di problemi. E in questo momento lo capisco. Io sono nata per non appartenere a nessuno, nemmeno a lui.”Quando tutto sembra più o meno chiaro un altro intrigo sconvolge la trama ed emoziona molto il lettore. Dammi tutto il tuo Amore è un romanzo che coinvolge con calma, il lettore deve avere la pazienza di aspettare che la trama lo colpisca. SCOPRI IL NOSTRO TEAM Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
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Trama
DAMMI TUTTO IL TUO AMORE – Alessia Iorio A Seattle tutti conoscono Lucas Donovan. Erede di una delle famiglie più influenti della città, ha dedicato tutto sé stesso alla medicina e alla sua famiglia. È riuscito ad ottenere tutto dalla vita, tutto tranne l’unica donna che abbia mai amato davvero. Megan è svanita nel nulla da mesi, gli ha detto addio e non si è più guardata indietro. Lucas ha provato ad andare avanti, concentrandosi sul lavoro e sulla sua relazione con un’altra donna, ma non riesce a smettere di pensare a lei. La cerca per settimane e proprio quando pensa di arrendersi, la trova. Vive ancora a Seattle, ma c’è qualcosa di strano in lei. Non è più la donna che ossessiona i suoi ricordi, non sorride più e non è felice di vederlo. Lucas sa che con lei deve insistere, sa che sono destinati a stare insieme, per questo non si arrende davanti a niente e fa di tutto per conquistarla. Ma Megan ha una sola regola: mentire, sempre. Nasconde una vita di segreti e bugie e sa che stare vicino a un Donovan è troppo pericoloso. Prova a stargli lontano, a proteggerlo, ma quando capisce che i sentimenti che prova per lui non si sono mai spenti, è già troppo tardi. Si sono spinti troppo oltre, Lucas la capisce più di chiunque altro e non ha paura di rischiare. Ma le bugie sono pericolose: costruiscono muri, allontanano le persone e quando vengono a galla, distruggono tutto. Una storia seminata di ostacoli, tra due anime affini e segnate nel profondo, destinate a stare insieme nonostante tutto e nonostante tutti. DAMMI TUTTO IL TUO AMORE – Alessia Iorio Buona lettura, GIUSY. Se ti è piaciuta questa recensione ti consiglio di acquistare questo libro direttamente su Amazon  Cliccando qui Ringraziamo di cuore a tutti quelli che continueranno a sostenerci seguendoci e per chi farà una piccola donazione! Grazie di cuore! SERVIZI ONLINE PER IL TUO LIBRO Vuoi ricevere in anteprima le nostre uscite ?
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giancarlonicoli · 8 months ago
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23 giu 2024 20:01
“MI DISSERO DI NON CONSEGNARE I TRACCIATI RADAR AGLI ITALIANI” – NEL 44ESIMO ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI USTICA SI AGGIUNGE UN TASSELLO. L'EX ADDETTO MILITARE DELL’AMBASCIATA DI FRANCIA A ROMA NEGLI ANNI OTTANTA, FA UNA RIVELAZIONE A MASSIMO GILETTI, IN UN COLLOQUIO PER LO SPECIALE “USTICA: UNA BRECCIA NEL MURO” (IN ONDA MARTEDI’ SU RAI3): “I SERVIZI SEGRETI ITALIANI MI CHIESERO IL RAPPORTO DELLA STAZIONE RADAR DI SOLENZARA DI QUELLA NOTTE. MA LO STATO MAGGIORE DELL’AERONAUTICA FRANCESE RISPOSE: ‘NON DIAMO NULLA’” – LA RIVELAZIONE ACCREDITA LA TESI DI GIULIANO AMATO: LA FRANCIA AVEVA INFORMAZIONI CHE NON HA DATO ALL’ITALIA – VIDEO
VIDEO: "USTICA: UNA BRECCIA NEL MURO" - MASSIMO GILETTI INTERVISTA L'EX ADDETTO MILITARE FRANCESE
1. ANNIVERSARIO USTICA, L'EX ADDETTO MILITARE FRANCESE ALLA RAI: "MI DISSERO DI NON CONSEGNARE I TRACCIATI RADAR DI SOLENZARA AGLI ITALIANI"
Estratto dell’articolo di Lirio Abbate per www.repubblica.it
L’ex addetto militare dell’ambasciata di Francia a Roma alla fine degli anni Ottanta, svela durante un dialogo registrato da Massimo Giletti per lo speciale “Ustica : una breccia nel muro” che andrà in onda su Rai Tre martedì 25 giugno alle ore 21.20, che furono i suoi superiori militari francesi a ordinargli di non dare alcun rapporto dei radar della base aerea di Solenzara in Corsica agli italiani, sostenendo che erano chiusi. [...] afferma adesso in questo video che si è trattata di una bugia.
[…] L’Addetto militare, [...] il 28 novembre dello stesso anno rispondeva che l’incidente era avvenuto fuori delle normali ore di lavoro dell’aerobase di Solenzara situata nella Corsica meridionale. I radar avevano interrotto la loro attività operativa e comunque la portata delle apparecchiature era limitata al litorale orientale della Corsica. Quindi nessun velivolo dell’Armée de l’Air era presente nella zona quando è avvenuto l’incidente.
Il generale dei carabinieri Nicolò Bozzo ha però sbugiardato i francesi, affermando, da testimone oculare, di aver visto la sera del 27 giugno a Solenzara decolli e atterraggi dei Mirage e di altri aerei che “non accennavano a interrompersi”. La base era dunque aperta e la bugia adesso è confermata anche dalle parole dell’ex colonnello [...].
«Ora le spiego come è successo: i servizi segreti italiani (lui dice “il secondo ufficio” espressione francese per designare i “servizi”) mi chiesero il rapporto della stazione radar di Solenzara di quella notte. Ho girato la richiesta allo stato maggiore dell’aeronautica francese, che però mi rispose: “non diamo nulla”».
2. USTICA, DOPO 44 ANNI RESTA IL MISTERO. NUOVE RIVELAZIONI ACCREDITANO LA TESI DI GIULIANO AMATO: LA FRANCIA AVEVA INFORMAZIONI CHE NON HA DATO ALL'ITALIA
Estratto dell’articolo di Lirio Abbate per www.repubblica.it
È un intrigo internazionale lungo 44 anni quello della strage di Ustica. Un eccidio con 81 vittime, fra cui 13 bambini, i cui familiari attendono giustizia.
[…] Questa strage è tuttora materia viva, non soltanto perché risulta un’indagine ancora in corso della procura di Roma che mantiene aperto dal 2008 un fascicolo i cui esiti non si conoscono. E non si conosce se negli ultimi anni ci sono stati ulteriori accertamenti, sviluppo di indagini, nuove rogatorie. Si sa soltanto che il procedimento è aperto e ogni tanto trapela la notizia che quel fascicolo va verso l’archiviazione. […]
Veniamo a conoscenza adesso che c’è l’ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma, alla fine degli anni Ottanta, che in un dialogo registrato da Massimo Giletti afferma di non aver fornito agli italiani i tracciati radar francesi della base aerea di Solenzara in Corsica perché all’epoca ha affermato che erano spenti, salvo adesso svelare che si trattava di una bugia inventata per cavarsela con il silenzio imposto dalla sua gerarchia.
Sappiamo dei depistaggi che hanno avvolto la strage in questi anni creando elementi che hanno rafforzato il muro di gomma che ancora oggi non viene sgretolato. […]
Ed è ancora ben visibile fra i reperti recuperati in fondo al mare “l’asse del water” della toilette dove i “teorici della bomba” dicono che è stato sistemato l’esplosivo, pur di escludere il missile che ha abbattuto l’aereo. Esplode la bomba nel water e l’asse rimane integro in fondo al mare? Siamo a quasi un anno dalle dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato fatte in una lunga intervista a Repubblica in cui ricostruisce che il Dc9 fu abbattuto da un missile francese e per questo chiedeva al presidente Macron di scusarsi con l’Italia.
«Un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti» ha detto Amato, aggiungendo che si trattava di: «Avvalorare una ricostruzione che è custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di giornalisti bravi come Andrea Purgatori, ma che si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse».
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