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PRIMA PAGINA Il T di Oggi giovedì, 19 settembre 2024
#PrimaPagina#ilt quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi mille#nero#capuano#sers#caso#caos#peril#solo#trento#opera#comune#tunnel#interrato#martino#circoscrizione#propaganda#castel#procura#ford#focus#hybrid
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Prima sono andata a casa di mia madre per prendere in prestito un trapano visto che il mio è in negozio (nb. Scopro che mia madre non ha più il trapano perché ho anche il suo in negozio. Perché? Che cazzo ne so).
Sono scesa al piano interrato e ho cominciato a cercare, cerca di qua, cerca di là, mi sono imbattuta nella scatola con i miei progetti dell'Università, la riapro sempre quando la vedo, sfoglio le prime cose, guardo i vari pezzi di poliplat, ma non arrivo mai al fondo, non voglio rovinarmi la sorpresa perché so che un giorno arriverò al fondo della scatola e penserò "seee vabbè e questo chi se lo ricorda?" oppure "ma quando mai ho fatto sta cosa" o probabilmente "che cacata" ma anche "geniale, che talento sprecato". Poi ho intravisto su un mobile una scatola con scritto "Camera vecchia C'houncazzodicasino". L'ho aperta e ho adorato tutto. I pochi cd originali che avevo, insieme alle varie compilation, la macchinetta portatile con cui facevo le foto in ogni momento ai miei amici, sempre, sempre, ad ogni occasione avevo quella macchinetta in borsa, un soprammobile in resina che raffigura un fungo del mondo degli gnomi con occhi e naso, un vecchio pass per maison et object, i quadernini e le moleskine dove prendevo appunti all'università di storia dell'Architettura (conservati gelosamente), il vecchio lettore mp3 e una scatolina con alcuni ricordi del nonno. Anche qui non sono arrivata al fondo della scatola. Volontariamente.
Quanto mi piacciono quelle cinque sei scatole piene di ricordi e cose che ho sparse per casa mia e casa di mia madre. Mi passano di mente o forse ci penso ogni giorno. Mi passano di mente e ci penso ogni giorno.
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Pier Luigi Nervi, serbatoio interrato di combustibile, Palermo, ca. 1947 (G.E. Kidder Smith, L’Italia costruisce,1955).
Le Corbusier, Forum of the Assembly, Chandigarh, 1955-1961 (Achitectural Review, June 1964, p. 409).
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Ribattezzato dai corrispondenti di guerra il 'Leone dell'Altipiano', fu costruito tra il 1911 ed il 1914 ed è costituito da un grande edificio (63 m di lunghezza per 15,5 m di larghezza, alto quasi 10 m, anche se gran parte interrato) a due piani, con un batteria di 4 cannoni da 149 mm. Faceva parte delle Fortezze Brenta – Cismon, con Forte Cima Lan e Forte Cima Campo, con lo scopo di controllare la Valsugana, tuttavia Forte Lisser, data la sua posizione, poteva intervenire anche sulla zona delle Melette e sulla Piana di Marcesina.
Era un piccolo paese autonomo, al suo interno infatti, si trovavano: cucina, magazzino viveri, latrine, polveriera, generatore di corrente, impianto di ventilazione, riscaldamento ad aria calda, grandi vasche per raccogliere l’acqua, camerate per la truppa e gli ufficiali, circa un centinaio di persone che costituivano il nucleo di pronto impiego.
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Sono secoli e millenni che è stato già detto e ridetto che tutto è stato già detto e tutto già scritto, ogni sequenza di note suonata e ogni dipinto dipinto. Di tanto in tanto qualcuno parla pure di morte del romanzo, di fine del teatro e funerali del cinema (così giovane, e già interrato!). E v’è chi va cianciando perfino di fine della storia ed estinzione dell’uomo, della terra e di tutte le cose. Visibili e invisibili.
Ma, in fondo, pure questo era già stato detto e scritto.
“Nihil sub sole novum” (Ecclesiaste, 1, 10).
“Video killed the Radio Star” (Bruce Woolley e The Buggles, 1979)
Tratto da
La morte presunta dell'espressività umana e l'eterna ricerca di senso in un mondo che cambia a ritmo crescente
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Mi è nato un altro germoglio di nasturzio 😭 (non l'ho mai concimato e tra un po' è più alto di me wtf)
Però amo ci tieni proprio a farmi preoccupà. Quando ti ho interrato non ti ho messo sul bordo del vasetto ma IN MEZZO, perché sei lì allora? Mhh?? Spiegamelo.
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Storia Di Musica #252 - Bob Dylan, John Wesley Harding, 1967
Un’altra caratteristica che inconsciamente hanno le Storie di Musica è che ogni anno da quando è cominciata c’è un disco di Bob Dylan. Siccome nel 2022 Dylan festeggia molti traguardi (80 anni, 60 anni dalle prime registrazioni e altri), ho deciso di dedicare il mese di Dicembre a Storie dylaniane. Cercherò di essere originale, grazie anche alla mole immensa di materiale che sia Dylan sia i suoi ammiratori, una schiera gigantesca, gli ha tributato fino ad oggi. Ho deciso di iniziare da uno dei suoi dischi più misteriosi e affascinanti, che arriva dopo un periodo di riabilitazioni su cui sono nate le più strambe vicende. Tutto inizia nel 1966, quando dopo l’uscita di quel capolavoro infinito di Blonde On Blonde, ha un incidente motociclistico. Nessuno ha mai avuto una descrizione precisa di ciò che accadde, nè una foto, nè altre notizie, tanto è che su questo incidente si rincorrono le storie più interessanti (ed è curioso che una storia simile accadde per il presunto incidente stradale di Paul McCartney, con conseguente morte e sostituzione con un sosia). Anche per Dylan si parlò di gravissime ferite, e qualcuno disse che fosse morto. Altri addirittura che fosse morto e risorto. La cosa sicura è che si ritira in una villa a West Saugerties, vicino New York, a pochi km dal luogo dove qualche anno più tardi si terrà la tre giorni di Woodstock: lì allestisce un rudimentale studio di registrazione nel piano interrato. Lo raggiunge il gruppo canadese che lo aveva accompagnato nei tour precedente, che ha cambiato il nome in The Band, e inizia a scrivere e registrare una quantità enorme di materiale musicale. Quel materiale sarà una miniera d’oro per decine di artisti a cui Dylan regalerà brani, diventerà in parte il primo bootleg della storia, dal titolo immaginifico di The Great White Wonder e una parte verrà pubblicata ufficialmente nel 1975 come The Basement Tapes; solo nel 2014 per la storica collana de The Bootleg Series, verranno pubblicate tutte le registrazioni rintracciabili di quelle sessioni (il Volume 11, un box set di 6 cd da 6 ore e mezza di musica). Quello che salta evidente all’ascolto di quei brani è la svolta, l’ennesima, che Dylan fa alla sua musica: dopo aver elettrificato il folk e cambiato il rock con la somma triade di Bringin’ It All Back Home, Highway 61 Revisited e Blonde On Blonde (nel biennio magico 1965-1966), torna ad una musica per lo più acustica, caratterizzata da canzoni scarne e dirette, dove lavora molto sui testi. Infatti tra chi lo andò a trovare durante il riposo post incidente, ci fu Allen Ginsberg, il grande poeta della Beat Generation: fu con Ginsberg che Dylan discusse su come essere più diretto, più scarno, abbandonando per un periodo le torrenziali descrizioni dei suoi testi. Il disco che segna il suo ritorno è come un risveglio cauto dopo un dolore, un momento in cui Dylan cerca la ripresa: un disco che ha un fascino malinconico e umano altissimo, che svela un Dylan diverso e quasi più intimo. John Wesley Harding esce il 27 Dicembre del 1967: in verità doveva uscire il 17, ma non si sa come mai la distribuzione fu difficoltosa nelle prime due settimane, tanto è che le moderne versioni Cd del disco portano la data originale di rilascio alle stampe nel 1968; la Columbia tentò una qualche promozione, ma Dylan impedì alcun lancio pubblicitario e in pratica non pubblicò nemmeno un singolo per anticipare il disco. Si arrivò ad un compromesso, con Dylan che impose la copertina: una foto in bianco e nero con lui insieme ai fratelli Luxman e a Purna Das, musicista indiano che fu portato ad incontrare Dylan dal suo manager, Albert Grossman. Sulla copertina c’è una strana leggenda: nel tronco alle spalle dei 4 si potrebbero vedere i volti dei quattro Beatles, e secondo molto altri anche il segno di una mano su un altro albero, la mano di Gesù secondo questi osservatori, e sulla copertina c’è una storia scritta da Dylan su tre Re, che aggiunge particolari ai brani del disco. Nonostante tutto questo, il disco arriva al numero 2 negli Stati Uniti e al Numero i in Gran Bretagna, disco d’oro dopo poche settimane, e da allora ha una seguito di affetto da pubblico e critica notevolissimo. Dylan dedica il disco a John Wesley Hardin, famoso fuorilegge dell’800, con un brano omonimo che apre il disco: tuttavia c’è da dire, e non si sa il perchè, Dylan scrive male il nome dell’eroe popolare, Harding quando è Hardin, e questo errore rimane un ulteriore mistero su questo lavoro. Dylan canta, suona chitarra acustica, armonica e piano, ed ha i suoi fidati musicisti sessionisti accanto, Kenneth A. Buttrey alla batteria, Pete Drake seconda chitarra, anche pedal steel in alcuni brani e Charlie McCoy al basso. Le canzoni sono elegie profonde sulla confessione della colpa, come la storica I Dreamed I Saw St.Augustine, oppure sono esplorazioni poetiche sul concetto di grazia, come la meravigliosa As I Went Out One Morning, dal significato profondissimo e che è ispirata ad un lavoro di Auden, As I Walked Out One Evening. Dylan scrive di reietti, I Pity The Poor Immigrant (con echi di certi passaggi del Levitico), ne ha con Grossman, il suo manager, in Dear Landlord, si traveste da vagabondo in I Am A Lonesome Hobo, anche qui con echi biblici, dal libro del Genesi e di Caino e Abele; molti vedranno in tutti questi rimandi la partenza di quel percorso di conversione religiosa che diventerà maturo a metà anni ‘70, anche se è un po’ riduttivo secondo me, dato che anche nei primi lavori i miti biclici sono un punto centrale dei lavori di Dylan. Ammetto che qui abbondano, anche in The Wicked Messenger e in una intervista di quegli anni la mamma di Dylan, Betty, disse: nella sua casa di Woodstock, piena di zeppa, una gigantesca copia della Bibbia era sempre aperta nel suo studio, era il libro a cui dava maggiore attenzione. Una gemma poetica del disco è The Ballad Of Frankie Lee And Judas Priest: Lee chiede a Priest dei soldi, Priest accetta senza condizioni, Lee spende tutti i soldi in un bordello, e dopo 16 giorni muore di sete. Invito a leggere il testo, ricchissimo di significati e rimandi, che finisce così: Bè la morale di questa storia\la morale di questa canzone\è semplicemente che uno non dovrebbe mai stare\dove non si sente a casa\Perciò quando vedi il tuo vicino caricare qualcosa\aiutalo a portare il suo fardello\e non confondere più il Paradiso\con quella casa aldilà della strada. La band heavy metal inglese Judas Priest prenderà nome dal protagonista di questa ballad, Ma se c’è un brano che esprime al meglio l’idea di questo disco, è una canzone di poco più di 2 minuti, che parla di un giullare e di un ladro, che discutono su una strategia per uscire da una situazione spinosa. Il ladro, in uno dei passaggi più suggestivi della poetica dylaniana, dice: non c'è ragione di preoccuparsi (...) che ci sono molti tra di noi\che hanno la sensazione che la vita sia solo una burla\ma tu ed io l'abbiamo sperimentato\e non è questo il nostro destino\quindi adesso non diciamo fandonie\l'ora si sta facendo tarda. La canzone si chiude con la figura di due cavalieri che si avvicinano lungo i muri di guardia, preludio a chissà che cosa: All Along The Watchtower verrà notata da Jimi Hendrix, che qualche settimana più tardi dalla sua uscite ne farà una cover incendiaria e leggendaria, che verrà ritenuta superiore persino dallo stesso Dylan, probabilmente la cover più bella di tutta la storia del rock. E partendo da questo continueremo a raccontare della grande musica di Dylan, da chi l’ha reinterpretata.
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Napoli: ripartono le polemiche sulla realizzazione del parcheggio privato interrato in piazza degli Artisti, di recente prdonalizzata
Chiesta l’apertura di un’indagine della Procura napoletana Piazza degli Artisti di recente pedonalizzata Si rinfocolano in questi giorni le perplessità e le polemiche, in atto da tempo al Vomero, sulla realizzazione di nuovi parcheggi interrati privati. A scendere in campo, ancora una volta, è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già numero uno…
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TENUTA CON VILLA E CASALI,
10,5 HA DI TERRENO, VIGNETO, OLIVETO
3.950.000 Euro
Non lontano da Siena e dalle Crete Senesi, tenuta con prestigiosa villa padronale in vendita. Il borgo risalente XVII secolo si compone di vari edifici abitativi adibiti ad agriturismo (20 camere per totali 46 posti letto) e dispone di una cantina di vinificazione moderna. I terreni dell'azienda (10,5 ha) ospitano un vigneto (3,5 ha) e un oliveto (5,0 ha) che producono rispettivamente 26.000 bottiglie di vino e 2.500 kg di olio l'anno.
La proprietà si trova a circa 5' da un paese con tutti i servizi e a circa 11 km da Asciano in Val d'Orcia. La posizione vicina allo svincolo della superstrada permette anche di raggiungere facilmente tutte le città d'arte della Toscana (Siena, Firenze, Montalcino, Arezzo, Cortona, Pienza...).
La villa padronale (1.365 mq, 9 camere e 10 bagni), risalente al XVII secolo, è accessibile tramite un lungo viale alberato e presenta un importante ingresso monumentale. L’edificio è organizzato su quattro piani:
- Piano interrato: cantine storiche per l'invecchiamento (155 mq, collegate tramite un tunnel seminterrato alla nuova cantina di vinificazione.
- Piano terra: loggiato, grande sala ristorante con cucina professionale, reception con punto vendita, orciaia per la conservazione dell’olio, cappella privata e appartamento indipendente (soggiorno con cucina e tre camere con bagno en-suite);
- Piano primo: loggiato, salone centrale con angolo colazioni, cucina dedicata e sei camere con bagno en suite;
- Piano secondo: ampie soffitte abitabili (da ristrutturare).
Accanto alla casa si trovano poi la nuova cantina (210 mq, costruita sotto all'agriturismo menzionato sotto) con locali di vinificazione e magazzino per lo stoccaggio e una rimessa (165 mq) per i mezzi agricoli e le attrezzature usate nella coltivazione.
Dietro alla villa, una colonica ristrutturata (230 mq, 4 camere e 5 bagni) è strutturata su due piani ed è in buone condizioni ma ulteriormente migliorabile con alcuni interventi di ammodernamento. Al piano terra si trovano, oltre ad alcuni locali tecnici, l'ingresso, uno spazioso soggiorno, la cucina, una camera e due bagni di servizio. Salendo al primo piano si arriva a un disimpegno che conduce poi a un salotto e a tre camere con bagno en-suite.
Accanto alla villa si trova invece l'agriturismo (350 mq, 7 camere e 5 bagni) diviso attualmente in quattro accoglienti appartamenti per gli ospiti, tutti con accesso indipendente:
- App. A (95 mq): soggiorno con cucina, due camere, bagno e soppalco;
- App. B (85 mq): soggiorno con cucina, due camere e bagno;
- App. C (40 mq): soggiorno con cucina, camera e bagno;
- App. D (130 mq): soggiorno con cucina, due camere, due bagni e cabina armadio.
La vecchia limonaia (45 mq) è stata interamente ristrutturata e riconvertita in una graziosa dependance composta di zona giorno con cucina, camera e bagno.
Completano la proprietà un magazzino (30 mq).
In posizione riservata ma facilmente accessibile, si trovano due piscine con solarium (11 × 5 m e 14 × 7 m), ideali per trovare ristoro nelle calde giornate estive.
La proprietà è circondata da 10,5 ha di terreno in totale. Una piccola porzione di bosco (0,6 ha) è corredata da seminativi (1,5 ha) che potrebbero essere usati per impiantare nuovi vigneti o altre colture. L'azienda è condotta con metodo biologico.
L'oliveto (5,0 ha), con piante di varietà tipicamente toscane e locali, produce circa 2.500 kg di olio all'anno che vengono poi stoccati nell'orciaia della villa.
Il vigneto (3,4 ha) è composto di varietà Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Sangiovese. Attualmente l'azienda non produce vino in proprio ma vende l'uva (coltivata con metodo biologico) a un produttore locale che si occupa della lavorazione e della vinificazione.
Quando era in attività l'azienda produceva circa 195 hl di vino l'anno, imbottigliandone una parte e vendendo il resto come sfuso. La produzione si concentrava su quattro vini in purezza (con un potenziale per circa 26.000 bottiglie/anno):
- Toscana Rosso IGT: Sangiovese 100%
- Toscana Rosso IGT: Cabernet Sauvignon 100%
- Toscana Rosso IGT: Merlot 100%
- Toscana Rosso IGT: Syrah 100%
Esiste la possibilità di comprare ulteriore terreno (bosco, seminativo e vigneto) e un casolare da ristrutturare (621 mq) che potrebbe essere usato per espandere ulteriormente l'attività ricettiva.
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#SocietaPartecipatePA - Illuminazione, guasto in via Marchese di Villabianca e traverse: AMG Energia d¿intesa col Comune avvia intervento straordinario
Un intervento urgente di manutenzione straordinaria per ripristinare l’impianto di illuminazione di via Marchese di Villabianca e traverse. Lo ha avviato oggi AMG Energia d’intesa con l’Ufficio Pubblica Illuminazione del Comune di Palermo per sostituire circa 90 metri di cavo di media tensione interrato… Read More Un intervento urgente di manutenzione straordinaria per ripristinare l’impianto…
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Bologna: "siete bravissimi! Complimenti! bravi i nostri Carabinieri!", bambino soccorso dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile
Bologna: "siete bravissimi! Complimenti! bravi i nostri Carabinieri!", bambino soccorso dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna hanno soccorso un bambino di 19 mesi rimasto chiuso in auto al caldo torrido di questi giorni d'agosto. È successo nel parcheggio interrato di Piazza VIII Agosto quando i Carabinieri della Centrale Operativa di Bologna hanno ricevuto una richiesta di soccorso salvavita.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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Campi arati e una necropoli preromana lungo la Circumvesuviana: nuove scoperte dagli scavi di via Fucci a Pompei
ARCHEOLOGIA | Campi arati e una necropoli preromana lungo la Circumvesuviana: nuove scoperte dagli scavi di via Fucci a Pompei
Elena Percivaldi Importante scoperta a Pompei, stavolta non nel Parco Archeologico ma lungo la linea ferroviaria Circumvesuviana. Durante un intervento di ammodernamento dell’infrastruttura, che prevede fra le altre cose la costruzione di un parcheggio interrato in via Fucci dietro la stazione ferroviaria di Pompei Santuario, è riemersa una necropoli di epoca preromana caratterizzata da numerose…
#archeologia#Napoli#necropoli#necropoli preromana#notizie#pompei#SABAP Napoli#scavi#scavi archeologici#scoperte#Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli
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Boston rifiorita dopo aver interrato le strade a grande scorrimento
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Apre i battenti domani il nuovo punto vendita Esselunga di Ravenna
Domani verrà inaugurato il primo punto vendita Esselunga in Romagna. Il nuovo store darà lavoro a 129 addetti che sono stati inizialmente selezionati nel job day che si tenne nell’autunno scorso a Ravenna; le nuove assunzioni, per la gran parte di giovani, sono 87 e la gran parte provengono dal territorio della provincia di Ravenna. Il supermercato – aperto tutti i giorni dalle 7,30 alle 21, domenica dalle 8 alle 20 - avrà un parcheggio in superficie e interrato con circa 400 posti auto e sarà dotato anche di un locker in cui ritirare la spesa ordinata on line. E sarà possibile anche continuare a fare la spesa online con consegna a domicilio. La zona in cui sorgerà il nuovo supermarket Esselunga è quella di via Antica Milizia, in prossimità del parco della Cesarea, oltre 94mila metri quadrati, di questi 63mila destinati a prato, quasi 9mila dedicati al lago e oltre 20mila a rimboschimenti. Nella zona è in costruzione anche un comparto residenziale. Lo store di Ravenna sarà il primo in Romagna e affiancherà gli altri 13 già attivi in Emilia da Bologna a Piacenza. Intanto, Esselunga ha già a buon punto le operazioni per l’apertura di un nuovo punto vendita a Forlì - 1.500 metri quadrati di superficie di vendita a pochi metri dall’iper Puntadiferro - che saranno pronti per la vendita entro il primo trimestre del 2025. E dopo Forlì sarebbe in arrivo anche l’apertura a Rimini nell’area ex Questura ma dall’azienda non confermano né smentiscono questa ipotesi che secondo molti è decisamente più di un’ipotesi. Fondata nel 1957 con l’apertura a Milano del primo supermercato in Italia, Esselunga occupa circa 25.000 dipendenti e ha un fatturato di oltre 8,8 miliardi di euro. Con 5,5 milioni di clienti fidelizzati è da sempre un esempio di qualità e innovazione, con un impegno quotidiano per la sostenibilità. Read the full article
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Ceccano, pannelli solari per 7 ettari a Colle Ceci
Occuperanno circa 7 ettari di terreno, per sviluppare una potenza elettrica di quasi 10 MW, dieci milioni di watt: saranno installati sui campi, in contrada Colle Ceci, tra Casamarciano e le Farneta, a Ceccano da un’azienda, la N.V. Fotovoltaico, che ha chiesto al comune le necessarie autorizzazioni, sia per l’impianto che per il cavo interrato fino alla cabina elettrica. Per questo Palazzo…
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La leggenda del fornaretto di Venezia
Un racconto che arriva dal Rinascimento veneziano… Scendendo dai gradini del ponte dei Assassini, quando ancora c’era un rio, ora interrato e noto come il Rio Terà dei Assassini, il giovane fornaio Pietro Fasiol, all’alba di un giorno di marzo del 1507, trovò il fodero di un pugnale ricoperto da pietre preziose incastonate. Continue reading La leggenda del fornaretto di Venezia
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