#inchinarsi
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Non c'è per l'uomo rimasto libero più assidua e più tormentosa cura di quella di cercare un essere dinanzi a cui inchinarsi Dostoevskij
#cit#citazione#citazioni tumblr#frasi#frasi tumblr#fëdor dostoevskij#uomo#libero#assiduo#tormento#cura#cercare#inchinarsi
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(Foto: newhector)
Sei bellissima. Tra tutte, ho scelto te. La tua fierezza di amazzone coraggiosa però adesso deve inchinarsi davanti al mio volere: indossa per me le catene della totale sottomissione. E preparati ad accogliere il tuo Padrone, mia schiava.
Aliantis
(Foto: newhector)
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Spesso ci vuole tempo per capire le cose... Tanto tempo... E sono sempre i piccoli dettagli che te le svelano... Se dopo tanto tempo ancora ricordi ogni piccola espressione di una persona... Ricordi il compleanno... Ci pensi ancora, anche se la ignori più forte che puoi... La hai nel cuore... A differenza mia... Purtroppo tu fai orbiting... Cuori sparsi qua e là... Qualche spudorato messaggio... Ma un auguri, buon compleanno non lo sai scrivere... Non ricordi niente di me... Non ricordi i miei baci... Non ricordi il mio sguardo innamorato... Ricordi solo la parte che faceva comodo a te... Sono piccoli dettagli molto pesanti... Ecco perché io ti ignoro... Perché ti ho adorato tanto... Ho pregato davanti al mio dio... Davanti al tuo totem mi sono inchinata più di una volta... Ho svilito me stessa... Ma il vento è cambiato... Adesso il mio amore sono io... E chi mi vuole dovrà inchinarsi... Perché il mio dio adesso sono io... E sto troppo in alto per te...
~ Virginia ~
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Credo che l' unico scopo principale di ogni essere umano sia dare alla luce se stesso, e togliere le condizioni che ci tengono chiusi dentro un sepolcro.
Credo che alla fine di questo viaggio che chiamiamo vita, non ci sarà chiesto quanti soldi abbiamo guadagnato, quante case abbiamo comprato, che posizione sociale abbiamo raggiunto;
ma quanto Amore,
quanta bellezza c'è in più dopo il tuo passaggio sopra questa terra.
E credo non ci sia peggior peccato che non stupirsi più di niente, e che tutta la scienza, la cultura e
l' intelligenza del mondo non basti, e che ogni tanto bisognerebbe inchinarsi davanti a questo grande mistero in cui tutti siamo immersi.
-Simone Cristicchi
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Le femminazi oggi tra l' esaltazione dell' islam e l' assalto alla sede in difesa della famiglia ''pro vita" hanno dimostrato che delle donne non gli importa nulla: che se a essere stuprate sono ebree e cristiane è politicamente corretto, che infibulazioni veli e nazismo islamico sono rispetto e amore verso la donna verso cui bisogna inchinarsi. Avevano solo bisogno del cadavere di una povera ragazza per monetizzare e riversare tutto il proprio odio.. mi dissocio e mi vergogno di queste bestie che di femminile non hanno nulla né tantomeno di umano.
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Poesia di https://www.tumblr.com/s-a-f-e-w-o-r-d--2
Spesso ci vuole tempo per capire le cose... Tanto tempo... E sono sempre i piccoli dettagli che te le svelano... Se dopo tanto tempo ancora ricordi ogni piccola espressione di una persona... Ricordi il compleanno... Ci pensi ancora, anche se la ignori più forte che puoi... La hai nel cuore... A differenza mia... Purtroppo tu fai orbiting... Cuori sparsi qua e là... Qualche spudorato messaggio... Ma un auguri, buon compleanno non lo sai scrivere... Non ricordi niente di me... Non ricordi i miei baci... Non ricordi il mio sguardo innamorato... Ricordi solo la parte che faceva comodo a te... Sono piccoli dettagli molto pesanti... Ecco perché io ti ignoro... Perché ti ho adorato tanto... Ho pregato davanti al mio dio... Davanti al tuo totem mi sono inchinata più di una volta... Ho svilito me stessa... Ma il vento è cambiato... Adesso il mio amore sono io... E chi mi vuole dovrà inchinarsi... Perché il mio dio adesso sono io... E sto troppo in alto per te...
~ Virginia ~
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Inochi no tabekata (Come mangiare una vita)
Volume 2
Capitolo #0/ La soluzione alla perdita e all’accumulo è sconosciuta
not a piece of cake
Non riesco a pensare alla tristezza di non poter provare compassione
Il percorso che sto seguendo, però, non sta andando liscio
Dopotutto, è solo una strada senza sentiero, giusto?
—‘Lavoro #1’ S
Cap. Precedente: Volume 1, Cap. 3-5
#0-1_otogiri_tobi/ non so chi tu sia
Come al solito, l’insegnante con gli occhiali dalla montatura nera richiamava gli studenti davanti al cancello della scuola. Gli abiti che indossava l’insegnante erano sempre abiti estremamente attillati.
“Asamiyaaa”
Questa mattina è stato rimproverato un compagno di classe di Otogiri Tobi.
“La tua frangia è troppo lunga. Tagliala. Non fa bene ai tuoi occhi. È per questo che anche la mia vista, quella di un insegnante, è peggiorata”
“Quindi anche lei, professor Yagi, aveva la frangia lunga in passato?”
“Chi sarebbe questo Yagi? Vabbè. L’ho tenuta lunga. Non ho sempre tenuto questa acconciatura. Però è ovvio”
“Professor Yagi, sta dicendo che ha infranto le regole della scuola?”
“Intanto non chiamarmi Yagi, ma Yagarashima! E poi la scuola che frequentava il tuo insegnante si trovava in una zona rurale con circa una trentina di studenti e non c’erano regole scolastiche……”
“La prossima volta la taglierooò”
“Tagliatela assolutamente, Asamiya! Soprattutto perché ti peggiora la vista!”
Mentre Asamiya passava oltre, il professor Yagarashima, che indossava occhiali dalla montatura nera, notò immediatamente un altro studente.
“Oi, Takagiii. Sembri pallido, stai bene?”
“Ho la pressurizzazione bassa”
“Cos’è la pressurizzazione bassa? Volevi dire che hai la pressione bassa”
“Professor Yagi, ‘giornooo”
Quando un’altra studentessa passò e lo salutò, il professor Yagarashima saltò con tale forza che i suoi occhiali scivolarono via.
“Senti, Miyoshiii! Non si dice ‘giorno, ma buongiorno!”
Tobi non se n’era mai accorto fino a ora, ma sembrava che il professor Yagarashima fosse piuttosto apprezzato dagli studenti. Per dirla con parole buone, era molto amato.
“Buongiorno a lei”
Quando Tobi passò e lo salutò, il professor Yagarashima disse “Oh” e sorrise.
“Buongiorno, Otogiri!”
Sembrava estremamente felice, o meglio, sembrava che stesse sorridendo sinceramente. Colto di sorpresa, Tobi non poté fare a meno di inchinarsi.
Lo zaino che Tobi portava con sé fece, heh, e rise.
“Immagino non sia un tipo cattivo”
“……Non pensavo mica fosse una cattiva persona, lo sai, vero?”
Tobi rispose sussurrando, e Baku rispose “Ah, è così?” sembrando non gradirlo.
“Aaah, perooò—”
Era arrogante. Anche se era uno zaino.
“Non avere fame, dannazione”
“Non l’hai già detta molte volte stamattina, sta roba?”
Tobi doveva tenere la voce bassa in modo che gli altri studenti, diretti all’edificio scolastico, non lo sentissero.
“Lo dirò ancora e ancora!”
A Baku non importava. Solo Tobi poteva sentire la voce dello zaino.
O almeno così pensava. La realtà era diversa.
Però, per la maggior parte delle persone, Baku non parlava né si muoveva da solo. Era solo uno zaino.
“Tobi, tu ogni giorno fai colazione, pranzo e cena. Se non mangio qualcosa, anche a me viene fame. Me ne sono finalmente reso conto di recente”
“Avrei voluto non lo avessimo mai notato……”
Tobi sospirò e si strofinò la pancia. Aveva fatto una colazione adeguata presso la struttura. Oggi aveva preso anche una seconda porzione di riso bianco, era raro per lui. Tuttavia, non si sentiva ancora sazio.
“Hmmm……”
Baku gemette e si rigirò. Si chiese se le persone intorno a lui fossero preoccupate. Per Tobi era lo stesso.
C’era qualcosa di piatto e simile a un geco attaccato alla spalla di uno studente che camminava un po’ davanti a lui. Una studentessa più avanti aveva qualcosa di simile a un bonzo peloso che le pendeva dai capelli, girando su se stesso.
“Heeey, Tobi—”
“No”
Tobi disse a Baku in un tono piatto prima che potesse finire la frase.
“Andiamo. Non ho ancora detto nulla”
Baku sembrava insoddisfatto, ma era un no. Era sicuro di non volerlo fare.
Tobi poteva prevedere cosa stava pensando Baku. Posso mangiare quel geco troppo piatto e quel bonzo roteante? Questo era ciò che Baku stava per chiedere a Tobi.
Glielo avrebbe concesso* se quelli fossero stati animaletti misteriosi che somigliavano a un geco e a un bonzo, e se Baku avesse insistito, non lo avrebbe fermato. Tuttavia, no. Quelle robe strane non erano rettili o tipi rasati.
*Espresso con un modo di dire che può essere tradotto letteralmente come "Fare cento passi"
Zingai.
Era così che venivano chiamati.
Tobi sospirò di nuovo e abbassò lo sguardo, cercando di tenere gli Zingai fuori dal suo campo visivo. Cosa succede se si mangia uno Zingai? Non conosci Baku? Non è possibile che tu non lo conosca. Dovresti saperlo.
Perché Baku li aveva mangiati.
In realtà, aveva mangiato gli Zingai di dei suoi compagni di classe.
Kon Chiami. E Masaki Shuuji, detto Masamune. Baku aveva mangiato gli Zingai di due persone. Cosa era successo di conseguenza?
“Anche per me eh. Nemmeno io credo che prenderei qualcosa e la mangerei indiscriminatamente……”
Baku borbottò giustificandosi.
“Però, sai……non ce ne sono un po’ tanti? Hm? È colpa della mia immaginazioneee?”
Tobi lo ignorò. Però, la pensava allo stesso modo. Erano certamente tanti.
C’erano parecchie persone che avevano uno Zingai con sé già prima. Anche se non li aveva mai contati con precisione, se c’erano cento studenti delle scuole elementari o medie, alcuni di loro sarebbero stati accompagnati da uno Zingai. Quelle poche persone non sembravano essere consapevoli dei propri Zingai, ma probabilmente rappresentavano comunque circa il due o tre percento. Se era così, andava bene avere uno, due o anche più persone del genere in classe.
Per Tobi vedere gli Zingai era normale. Quindi non si sarebbe sorpreso se ci fossero stati alcuni Zingai in classe.
Anche dopo essere entrato alle scuole medie, non lo ha mai trovato particolarmente strano. Probabilmente esisteva questo livello di Zingai. Sembrava fosse naturale.
Sembrava ce ne fossero molti.
Non l'aveva mai pensata in questo modo.
Tobi si fermò poco poco prima di varcare la porta d'ingresso. Uno Zingai piatto, simile a un geco, era aggrappato alla schiena di una studentessa che si stava cambiando le scarpe nell'armadietto delle scarpe davanti a lei sulla sinistra. Tobi riprese subito a camminare.
“Che succede?”
Chiese Baku. Tobi finse di essere calmo senza rispondere. Interiormente, era un po’ sconvolto. Voleva controllare lo Zingai che aveva appena visto. Però, era andato troppo avanti. Non riusciva a vederlo da lì.
Era un sottile Zingai simile a un geco. Pensava fosse grande circa cinque centimetri ed era biancastro. Forse, era di un giallastro color bianco latte.
Quello Zingai era attaccato alla schiena di una studentessa. Quello era l'armadietto delle scarpe degli studenti del terzo anno. Era una studentessa del terzo anno.
Tobi non aveva già visto uno Zingai che somigliava a quel geco piatto?
Il colore e la forma sarebbero potuti essere più o meno diversi. Non ricordava bene, ma c'era uno Zingai simile a un geco troppo piatto aggrappato alla spalla di uno studente.
Impossibile, pensò.
Era solo un caso.
Per una coincidenza, gli Zingai di quei due erano simili. Era sicuro fosse tutto qui.
Asamiya finì di mettersi le scarpe da interno e stava per lasciare l'armadietto delle scarpe.
“Buongiorno”
Quando Tobi lo chiamò, Asamiya fece “Eh” e per un momento rimase confuso. Poi si voltò con grande forza e si sistemò la sua lunga frangia.
“……Buongiorno, Otogiri”
Gli occhi di Asamiya si spalancarono. Sembrava si fosse sorpreso.
“Prima—”
Tobi tirò fuori le scarpe da interno dall’armadietto delle scarpe.
“Asamiya, sei stato fermato. Dal Professor Yagarashima intendo”
“Aah……Beh. Sì. Come al solito”
“Ti si peggiorerà la vista?”
“Questa cosa. Ogni volta, lo dice”
“Capisco”
Tobi si mise le scarpe da interno e mise le scarpe da esterno nell’armadietto delle scarpe. Quando se ne andò dall’armadietto delle scarpe nell’atrio, si sentì un po’ instabile.
“Dov’è, quella tipa, Oryuu?”
Baku disse tranquillamente. Per lui aveva senso.
Ryuuko sarebbe dovuta essere lì. Così pensava Tobi. Ovviamente, non se lo aspettava. Riguardo quella Ryuuko. C’era la possibilità che si stesse nascondendo dietro uno degli armadietti delle scarpe e che saltasse fuori all’improvviso, quindi se non era preparato, sarebbe stato nei guai. Sarebbe potuto rimanere sorpreso come Asamiya prima.
Ora che ci pensava, come mai Asamiya era così sorpreso?
Asamiya era accanto a Tobi, in un qualche modo camminavano spalla a spalla.
Quando Tobi provò a chiamare Asamiya, Asamiya iniziò a dire “Tu, Otogiri” e le loro voci si sovrapposero leggermente.
“Ah……ehm, non importa, Otogiri. Parla prima tu”
“No”
Tobi scosse la testa. Non era comunque un grosso problema.
“Quindi, io cosa?”
“……Sì. Tu, Otogiri, come posso dirlo……Sei questo tipo di personaggio? Non so come dirlo. Tipo friendly?”
“Friendly?”
Tobi aggrottò le sopracciglia. Aveva capito cosa voleva dire. Però, non era una parola che si usava spesso.
“Te lo avevano mai detto?”
“Credo di no”
Asamiya ridacchiò. Non era che si arrabbiò perché lo stavano deridendo. Tuttavia, non si sentì molto bene. L’umore di Tobi sembrava trasparire molto dal suo volto, Asamiya fece “Sono stato cattivo” e si scusò. Anche se mentre lo diceva, continuò un po’ a sorridere.
“Va bene, però……”
Tobi era stranamente scontroso a suo malgrado. Eppure, non credeva di essere arrabbiato. Anche se non era arrabbiato, si sentiva scontroso. Era una strana situazione. Era incoerente.
Era davvero strano.
Tobi si guardò alle sue spalle. Alla fine di quel corridoio c’era un’infermeria. Come mai Tobi si era voltato? In quel momento non lo sapeva nemmeno lui. Però, qualcosa ancora lo preoccupava. Mentre camminava, si guardò di nuovo alle spalle. Le sue gambe si fermarono.
Qualcuno stava guardando Tobi.
Non indossava l’uniforme. A giudicare dai vestiti, non era uno studente.
Era un insegnante? Non credeva.
Nel corridoio che portava all’infermeria c’era un uomo, da solo.
Quel fisico doveva essere maschile. Era piuttosto grande. Indossava un cappello senza tesa e una maschera. Era una maschera bizzarra. Aveva un disegno che rimembrava una bocca coi denti scoperti. Anche gli occhi erano peculiari. Gli occhi di quell’uomo stavano chiaramente guardando Tobi. Eppure, era come se non vedesse nulla. Era lì, ma era anche da nessuna parte. Anche se erano veri, i suoi occhi sembravano finti.
“Otogiri?”
Quando Asamiya lo chiamò, Tobi fece, Aah, e diede una risposta vaga. Guardò Asamiya e distolse lo sguardo dall’uomo per circa un secondo.
Quando si guardò indietro, era già sparito.
“Tobi……”
Baku si agitò nella sua forma da zaino. Voleva dire una cosa. Però, non poteva parlare con Baku qui. Asamiya era con lui.
Tobi ricominciò a camminare e Asamiya lo inseguì. Sembrava sospettoso, ma non chiese nulla. Tobi ne era grato. Non sarebbe stato in grado di rispondere se gli avesse chiesto qualcosa.
Chi era quell’uomo? Non era un bambino. Era un adulto. Era affiliato alla scuola? Per questo era strano. Se un gigante del genere si fosse aggirato per la scuola, la gente si sarebbe sicuramente insospettita. Perché non c’era scalpore? Era come se nessuno l'avesse notato. Tobi era l’unico a vedere quell’uomo? Era possibile?
Non era un’illusione ottica. Tobi aveva sicuramente visto quell’uomo. Lo ricordava vividamente. Anche se lo aveva visto solo una volta, lo ricordava dettagliatamente.
Quell’uomo indossava un giubbotto di colore di colore scuro che sembrava una giacca da aviatore. Le sue mani erano spropositatamente grandi. Indossava degli stivali.
Però, Tobi le aveva viste le grandi mani di quell’uomo? Indossava davvero degli stivali anche se era all’interno dell’edificio scolastico?
Tuttavia, lo ricordava.
Forse, non era la prima volta.
Forse, lo aveva già visto, un giorno, da qualche parte.
Forse Tobi conosceva quell’uomo.
Cap. Successivo: Cap. 0-2
#inochi no tabekata#light novel#manga#anime and manga#anime#tobi otogiri#e ve utaite#e ve#italiano#traduzione italiana
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"Basta vedere il sussiego sprezzante, o la rabbia scomposta, con cui gli italiani iperscolarizzati di oggi accolgono un dubbio, una critica o anche solo una battuta sui loro idoli culturali, per capire che il nostro clerico-fascismo è endemico. I nostri intellettuali riescono a trasformare qualunque figura, perfino la più ironica o kantiana o disperata, in un’arma di terrorismo inquisitoriale e in un dittatore a cui inchinarsi. Filtrato da loro, Calvino è Mussolini. Gadda è Mussolini. Primo Levi è Mussolini. Foucault è Mussolini. Said è Mussolini. Joyce è Mussolini. Beckett è Mussolini. Rodari è Mussolini. Bourdieu è Mussolini. Agamben è Mussolini. Francesco Orlando è Mussolini. Montale è Mussolini. Lacan è Mussolini. Barthes è Mussolini. Manganelli è Mussolini. Kafka è Mussolini. Derrida è Mussolini. Magrelli è Mussolini. Frasca è Mussolini. Murgia è Mussolini. Simone de Beauvoir è Mussolini. Michele Mari è Mussolini. Borges è Mussolini. Gramsci è Mussolini. Fortini è Mussolini. Gianni Celati è Mussolini. Furio Jesi è Mussolini. Tutti “hanno sempre ragione”, naturalmente, finché non cambiano i paradigmi egemoni: allora, all’improvviso, gli stessi intellettuali scappano vilmente a Brindisi."
Matteo Marchesini
(Per me si tratta sempre della pigrizia intellettuale di fronte alla fede: quella di chi crede che esista solo quella religiosa, di chi pensa che superarla sia non credere più al peccato originale o alla resurrezione. Se quella tesi non è un' ipotesi da verificare, perché in realtà è il tuo cuore e la tua famiglia, è ovvio che hai sempre in mano la pistola. Se vuoi credere va bene tutto, gli illuministi francesi, i Primo Levi, le squadre di calcio, i divi televisivi o digitali o dell' industria culturale. Allora, se proprio, era meglio Gesù.)
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Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano. Sai cosa detesto? La vigliaccheria del popolo.
Il popolo! Il buon popolo che non ha mai colpa in quanto è povero ignorante innocente! Il buon popolo che va sempre assolto perché è sfruttato manipolato oppresso! Come se gli eserciti fossero composti solo da generali e da colonnelli! Come se a fare la guerra e a sparare sugli inermi e a distruggere le città fossero i capi di Stato Maggiore e basta! Come se ad accettare i re sul trono non fosse il popolo, come se a inchinarsi ai tiranni non fosse il popolo, come se ad eleggere i tiranni non fosse il popolo, come se a votare pei padroni non fosse il popolo! Come se la libertà si potesse assassinare senza il consenso del popolo, senza la vigliaccheria del popolo, senza il silenzio del popolo! Cosa vuol dire popolo? Chi è il popolo? Sono io il popolo! Sono i pochi che lottano e disubbidiscono, il popolo! Loro non sono popolo! Sono gregge, gregge, gregge!
Oriana Fallaci, «Un uomo»
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TRAME SULL'ITALIA: NON BASTA INCHINARSI - 1 Minute News
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Chi non si rende conto che dentro di sé queste verità la sapeva già prima che ne parlassero sappia che gli conviene stare tranquillo tranquillo con il suo gregge nel recinto assegnato e sarà felice ...
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Re di Coppe.
"Il Viaggio dell'Eroe".
Siamo incarnati in un Corpo.
Molti non accettano questo "Stato dell'Essere". Si adoperano per anni e anni, ricercando il modo di "ritornare all'Origine", di neutralizzare i limiti della Materia e riconnettersi al Tutto, di ricongiungersi nuovamente con la sensazione di "pura fusione" che dona l'esperienza dell'Unità Divina.
Nella spasmodica ricerca di snaturare e squalificare la propria esperienza terrena, si dimenticano di loro stessi. Si aggrappano a qualsiasi strumento di dissociazione dalla propria condizione emozionale ed emotiva. Abusano del loro Corpo. E lo strumentalizzano. Come fosse un fantoccio.
E nell'impossibilità di Amare il proprio involucro incarnazionale, nascondono il loro profondo Dolore di non essere stati amati, in un continuo atto di negazione e di impossibilità di ammettere l'evidenza.
Il Cuore lo sa. La Mente non lo accetta.
Lo stato più sacro di "Fusione con il Tutto" è il Ventre Materno.
Nell'esperienza della Simbiosi Materna, avviene il Miracolo dell'Amore. Quello Umano. Ma anche quello dell'Anima che incontra l'Incarnazione. Per la prima volta o per l'ennesima.
E se l'Anima non viene accolta con favore o sincera amorevolezza dal Sentito Materno, l'ingresso nella Percettività Terrestre si rende fin da subito un lungo e penoso calvario.
Se la Madre abbandona la sua funzione affettiva e nutritiva, non necessariamente con Volontà o Intenzione, "i frutti dell'Albero non matureranno mai".
Avranno bisogno di un lungo ricovero, di maggior Luce, di una intensiva cura d'Acqua e di Fertilizzante una volta approdati nel Mondo.
Ma nel Tempo, con Cura e Passione, essi ritorneranno forti e rigogliosi, avranno innestato nel terreno radici forti e resistenti.
Potranno tornare al Padre solo dopo un potente percorso di risanamento interiore e inchinarsi di fronte a lui.
Poiché solo alla risoluzione del "conflitto materno", il figlio del Padre sarà pronto a portare nel Mondo la sua Forza, il suo Coraggio, la sua Indipendenza, l'Amore per se stesso e per le Creature di questo Pianeta.
Il Padre allora potrà benedire la Spada e insignirla di onorificenze.
E' un percorso lungo, accidentato e coraggioso.
E' il viaggio dell'Eroe.
Rinascere si può.
Spezzare le catene del Disamore e risorgere dalle Ceneri delle Ferite Originali, è in nostro potere.
Ma si parte dall'Umano.
Sempre.
Si parte da ciò che neghiamo, da ciò che continuiamo a evitare, da ciò che ci rende vulnerabili e fragili. Da ciò che vediamo come un limite, anziché come la nostra Risorsa più immensa: la Sensibilità.
Se Sento posso trasformare il mio Mondo. Posso espandere la Conoscenza, la Visione, la Connessione, l'Amore.
Se chiudo il Cuore ai Sentimenti e alle Emozioni, se non radico il mio Corpo alla Terra, se "non mi accorgo", se vago per il Mondo come un burattino appeso al filo dell'Assenza e della Negazione, sarò condannato a cercare in maniera spasmodica, per tutta la Vita, ciò che è "già qui" e non si è mai spostato.
Ciò che è dentro, è la Chiave.
Ciò che sentiamo nel profondo, è la Soluzione.
La Fiducia è la Mano Invisibile che muove l'apertura del Cuore alla piena e radicata Connessione con noi stessi.
Non ci sono trucchi, né inganni. Non c'è "illusione" nella Verità di chi siamo veramente. C'è Bellezza, Sapienza e Pura Conoscenza.
Non continuiamo a cercare "fuori" ciò che è già "dentro".
Va solo ripulito e purificato dagli schemi del Passato.
Radicarsi alla Presenza e all'Accettazione dell'Incarnazione è il Dono più amorevole che potete concedere a voi stessi.
E allora tutto improvvisamente cambierà. E fiorirà di nuova Vita.
Mirtilla Esmeralda
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Anche l'amicizia ha i suoi comandamenti. Innanzitutto il rispetto, per i segreti avuti in dono e per quelle lacrime che ha la fortuna di asciugare. Perché le lacrime sono racconti ed i racconti di un amico sono piccole perle da conservare nello scrigno del cuore. Vanno sempre custoditi, prima, durante e dopo il loro vissuto. L'amicizia non rinfaccia, non ricatta, non chiede e non si aspetta l'esclusività. Non vuole palcoscenici per i suoi abbracci, né spettatori indiscreti. Non dice mai ti ho fatto, ti ho difeso, ti ho aiutato. L'amicizia aiuta, ascolta, difende, abbraccia, sorride e piange le tue stesse lacrime mentre ti stringe a sé. Lo fa in silenzio, senza gesti eclatanti, non attende applausi e sa inchinarsi alle proprie mancanze e torti. Quando se ne va, lo fa in punta di piedi, senza sbattere le porte, raccoglie i ricordi, senza presentare conti e senza la pretesa di incassare, non cerca nelle sue ragioni il modo ferire, ma con le lacrime agli occhi se ne va sorridendo perché ha amato.
Silvana Stremiz
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Dovremmo sempre tener presenti le vicende umane. Mi hanno emozionato moltissimo i figli. Quei figli che commossi, si fermano davanti ad una folla gremita e urlante, al termine delle esequie, sotto un sole cocente e che sembrano voler congelare quel momento per non staccarsi ulteriormente dal loro papà. Quei figli che sembrano farsi forza in quell’unione, che unendo le mani, stringendosi tra loro, sussurrano alla folla in lontananza:”grazie”. Ringraziano in continuazione tutti e cinque, quasi a voler affidare quel grazie al vento, perché venga recapitato ad ognuno dei presenti, vicini o lontani. I figli che sembrano inchinarsi, grati, silenziosi, provati, forse perché di fronte a tante polemiche, oltre l’imprenditore, il comunicatore, il politico, il visionario, il rivale, loro sono lì , insieme a chi li sostiene, per accompagnare nel suo ultimo viaggio terreno in questa vita, l’uomo, il padre.
tizianacerra.com
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tutti a inchinarsi alla madre di Ghali 🙇♀️🙇♀️🙇♀️
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DONARUMA
grazie a tua conoscenza Di fare il nobile Valoroso nei portici Di PSG..
Cène ha ricevuto i dollar rhumi ... L'habbiamo pagato per inchinarsi due volte ... Ben benissimo canino whaf whaf
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L'erba ha così poche occupazioni - un mondo di semplice verde con solo farfalle su cui meditare e api da ospitare - non ha da fare altro che cullarsi tutto il giorno ai suoni melodiosi che le brezze portano leggere - e accogliere in grembo la luce - e inchinarsi ad ogni cosa - e infilare le gocce di rugiada come perle, per tutta la notte - e diventare così raffinata che una duchessa invano attenderebbe da lei un invito, un saluto, un'attenzione. E quando muore non fa che trapassare in odori divini - come umili spezie addormentate o nardi che si spengono - per poi finire in supremi fienili e sognare tutti i giorni. L'erba ha così poche occupazioni - mi piacerebbe tanto essere fieno.
Emily Dickinson
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