#iconica a suo modo
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la maglia della dea con la scritta LETE gigante rossa :')
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ishipmutualrespect · 1 month ago
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Ciao! Ho visto questo video https //x com/28marsrry/status/1875004006592020634?s=46 e volevo chiederti se i due momenti fossero effettivamente collegati. Ricordo di una foto di Louis in Cile (😭😭😭), ma non so nulla di questo altro video. Potresti aggiornarmi? ed è successo effettivamente all’ultimo tour di Harry o qualcuno ha combinato i due video? Grazie 😅
Ciao anon,
mi ricordo di quella sera e i 2 momenti sono delle stessa sera però non mi ricordo si essere mai stata convinta che Louis fosse li.
La sera era quella del 22 agosto 2022 dove poi Harry ha postato questa foto
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Il suo outfit era quello e mi ricordo di gente che diceva che Louis era li però onestamente da quel video tutto mosso non si può capire se era lui. Nel video la zona indicata ha molta luce e non credo che lui si sarebbe fatto vedere in quel modo. Non so, non sono mai stata convintissima: qualche giorno prima era nato Lucky e Louis era a Londra o comunque in Inghilterra e c’erano anche foto sue con la famiglia (vero che diciamo sempre che le foto possono essere scattate prima e postate poi però non sono convinta).
Le altre 2 volte in cui invece si pensa che siano stati ai rispettivi concerti sono molto più convincenti:
25 maggio 2018 in Cile
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Con questa iconica foto (in ombra come si vede) e in seguito è stato poi scoperto anche tutto questo.
Questo è il video in cui si vede l’ingresso in hotel.
3 febbraio 2022 a Houston
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In questo video si vede il momento in cui tutti si dirigono verso il tour bus e poi Louis va a salutare i fans
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multiverseofseries · 5 months ago
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Beetlejuice Beetlejuice: il ritorno del cult di Tim Burton è un sentito omaggio
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Il classico di Tim Burton degli anni '80 torna con parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, oltre alla new entry Jenna Ortega. Presentato al Festival di Venezia 2024.
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La musica incalzante di Danny Elfman, la camera che scivola sulla cittadina di Winter River. È con un brivido che si accoglie l'apertura di Beetlejuice Beetlejuice, da fan di vecchia data del cult di Tim Burton e da amanti della filmografia del regista. Perché si capisce subito che è proprio ai fan di vecchia data che parlerà in prima battuta il film, questo ritorno che si affida a buona parte del cast originale, da Michael Keaton a Winona Ryder, con delle new entry d'eccezione come Willem Dafoe, Jenna Ortega e, ovviamente, Monica Bellucci.
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Winona Ryder torna nel sequel
Una trama (troppo?) elaborata per Beetlejuice Beetlejuice
Partiamo dallo spunto e l'intreccio, che ci hanno lasciato sensazioni contrastanti: ci è piaciuto lo spunto iniziale di tornare ai personaggi iconici di Beetlejuice a distanza di tanti anni, per ritrovare i Deetz e vedere come sono diventate le loro vite, dalla madre Delia che ancora insegue le sue pulsioni artistiche alla figlia Lydia la cui esistenza è ancora avvolta in quell'alone oscuro che avevamo amato negli anni '80, convogliato nella sua attività professionale. A loro si aggiunge una terza generazione di Deetz, rappresentata dalla figlia di Lydia, Astrid, tutte raccolta nuovamente a Winter River.
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Una sequenza di Beetlejuice Beetleuice
Lì la ragazza scopre il plastico dei Maitland ed entra in contatto con il mondo del soprannaturale in modi inaspettati, aprendo le porte al ritorno di Beetlejuice che è intanto alle prese con l'unico essere che riesce a spaventarlo: la sua ex moglie Delores. Più linee narrative che a tratti non trovano lo spazio e l'equilibrio necessario, come se la voglia di aggiungere idee e spunti avesse preso il sopravvento sulla compattezza narrativa. Un difetto che emerge soprattutto nel secondo atto, per poi sfociare con energia in un gran finale che rende giustizia alla potenza iconica dell'originale.
Un sequel tra evoluzione e omaggio
Abbiamo subito accennato a quello che ci è sembrato l'unico difetto di un film che nel complesso funziona: lo fa in quanto commedia macabra, con il gusto dark di Tim Burton che riemerge come in passato; lo fa in quanto omaggio in grado di parlare ai fan dell'originale, con richiami continui e sensati che i conoscitori sapranno identificare e amare; lo fa, ancora, come evoluzione di quei personaggi a cui ci sentiamo legati e che ritroviamo con emozione. In Beetlejuice Beetlejuice si nota, più che in altre produzioni recenti del regista, la voglia di costruire sequenze di grande impatto e nel divertimento che proviamo scorgiamo quello dello stesso Burton.
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Jenna Ortega è una delle new entry del film di Tim Burton
Parallelamente și percepisce la riflessione di un autore più maturo alle prese con personaggi che hanno abituato il suo passato e che esplora con curiosità a distanza di anni. Una riflessione che riguarda loro, ma in parallelo anche se stesso, un modo per ripensare alla sua vita e la sua carriera dal punto di vista privilegiato dell'autore più maturo.
La forza iconografica di Beetlejuice
È indubbio che il primo film abbia una forza iconografica incredibile, che abbia proposto al pubblico una sequenza da storia del cinema (la celebre, impagabile, cena/ballo) e il timore era che il sequel di Beetlejuice non riuscisse a rivaleggiare col suo predecessore su questo fronte. Seppur ovvio che qualcosa di quella potenza sia inarrivabile, non mancano i grandi momenti in questo nuovo film: una sequenza vede protagonista Monica Bellucci, un regalo di Burton all'attuale compagna, un altro è il gran finale, una cerimonia a ritmo di musica.
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Beetlejuice Beetlejuice: un'apparizione di Danny DeVito
Insomma un'operazione riuscita, un film compiuto al di là di qualche problema di gestione delle diverse linee narrative, ma soprattutto un film che i fan di Tim Burton e del primo Beetlejuice - Spiritello porcello apprezzeranno. Da estimatori non possiamo che esserne felici!
Conclusioni
In conclusione Beetlejuice Beetlejuice è un sentito omaggio di Tim Burton al suo film degli anni ’80 e a quel pubblico che l’ha seguito sin dagli esordi. Il cast originale conferma il lavoro fatto sui personaggi e ne evolve la portata, le new entry completano il quadro in termini di evoluzione della storia. Qualche incertezza di scrittura, soprattutto nella parte centrale della storia, non rovina un film che diverte ed evoca quelle sensazioni che dal sequel di Beetlejuice ci saremmo aspettati.
👍🏻
L’estetica di Tim Burton, che ritroviamo con piacere.
Quel gusto per la commedia dark, tipica dell’autore.
Michael Keaton, Winona Ryder e il cast originale.
Un paio di sequenze potenzialmente cult.
👎🏻
Alcune storyline meno sfruttate.
Qualche problema di equilibrio tra vecchi e nuovi personaggi.
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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Un padre, finita la festa di laurea della propria figlia, le disse:
“Ti sei laureata con il massimo dei voti!
Ecco il tuo regalo.
Un’auto che ho acquistato molti anni fa!
Ha diversi anni, ma prima che te la dia, portala nel parcheggio delle auto usate in centro e dì loro che voglio venderla, poi fammi sapere quanto ti offrono.”
La figlia andò al parcheggio delle auto usate, tornò da suo padre e disse:
“Mi hanno offerto mille euro (1.000,00 €) perché sembra molto logora!”
Il padre, prontamente, le disse:
“Portala al banco dei pegni.”
La figlia andò al banco dei pegni, tornò da suo padre e gli disse:
“Il banco dei pegni mi ha offerto cento euro (100,00 €), dato che è una macchina molto vecchia!”
Il padre chiese a sua figlia di andare in un club automobilistico e mostrare loro l’auto.
La figlia portò la macchina al club, tornò da suo padre e gli disse:
“Alcune persone nel club hanno offerto centomila euro (100.000,00 €) per questa auto, dato che è una Lamborghini, un’auto iconica e ricercata da molti!”
Il padre, allora, disse alla figlia:
“Volevo che tu sapessi che il posto giusto ti valorizza nel modo giusto.
Se non sei valutata, non essere arrabbiata, significa che sei nel posto sbagliato.
Chi conosce il tuo valore ti apprezza.
Non stare mai in un posto dove nessuno vede il tuo valore!”
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fashionbooksmilano · 1 year ago
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Models Matter
Christopher Niquet
Prefazione di Steven Meisel
Damiani, Bologna 2016, 124 pagine, 70 illustrazioni, 24,3x30cm, Brossura, Inglese, ISBN 9788862085199
euro 35,00
email if you want to buy : [email protected]
Il progetto 'Models Matter' nasce in modo fortuito nel 2008 quando lo stilista francese Christopher Niquet chiese il suo primo autografo alla modella Peggy Moffit a Beverly Hills. Niquet non era mai stato un cacciatore di autografi, ma da quel momento si lancia in una ricerca metodica e su scala mondiale delle più importanti icone delle passerelle internazionali per ottenerne gli autografi. Nel volume ogni autografo è presentato incorniciato e accompagnato da un'immagine iconica della modella. Tra le protagoniste di 'Models Matter': Jerry Hall, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Jean Shrimpton, Anita Pallenberg, Isabella Rossellini, Claudia Schiffer, Twiggy, Veruschka, Pat Cleveland ...
In 2008, Christopher Niquet, a well-known French stylist, spotted the 1960s supermodel Peggy Moffitt in a Beverly Hills restaurant. Never an autograph chaser, he nonetheless felt compelled to ask for hers. This candid moment ignited an obsessive, ongoing quest. Niquet began to reach out to the models he considered quintessential figures in his industry, for their epic beauty and remote auras. Deploying a sleuth's methods to locate these models around the globe, he collected 100 signatures, most of which are framed along with an iconic portrait.
06/09/23
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Era il 19 marzo 1971 e niente fu come prima: i Jethro Tull pubblicano Aqualung è la copertina icona dei Jethro Tull. Fondati dall’istrionico Ian Anderson, i Jethro Tull hanno segnato un’epoca e hanno impresso il loro graffiante stile nella musica toccando tantissimi generi, dal jazz, al blues, al rock, al folk, fino all’elettronica. Il flauto, suonato dallo stesso Ian in modo cosi personale, è diventato un vero marchio di fabbrica. Iniziamo questo racconto sulla copertina più iconica del gruppo con una curiosità: il brano Aqualung, la title track, che eseguono dal vivo praticamente in tutte le loro performance, è uno dei pochi pezzi, che nella sua registrazione originale non ha il flauto! Il riff di Aqualung con quelle micidiali sei note eseguite da Martin Barre fu composto sulla chitarra acustica da Ian Anderson che a tal proposito racconta: “Suppongo che sia stato un po’ ispirato dalle note drammatiche di apertura di Beethoven della Quinta Sinfonia. Suoni alcune note e ti viene in mente un motivo, che è potente e stabilisce l’intera natura della canzone. È una grande cosa quando puoi farlo. I Deep Purple lo hanno fatto con Smoke on the Water. I Cream lo hanno fatto con Sunshine of Your Love. Quando crei uno di quei riff semplici e magnifici, è una cosa fantastica. È un bel gioiello nel firmamento musicale”. LA COPERTINA Ma veniamo alla copertina che in origine era textured, cioè telata. È un album “gatefold” ossia apribile che consentiva agli artisti di inserire più informazioni ed indizi sull’opera che presentavano. La cover è un dipinto di Burton Silverman raffigurante un uomo barbuto dai capelli lunghi in abiti trasandati. L’ispirazione scaturì da una fotografia di un senzatetto, scattata dalla moglie di Anderson a Thames Embankment, lungo gli argini del Tamigi. Una figura ai margini della società che osserva tutto. Perfetta per il contenuto lirico del disco ricco di riferimenti sociologici, religiosi e di vita comune. Da notare il netto contrasto tra il barbone e il manifesto alle sue spalle che pubblicizza eleganti e dispendiose vacanze natalizie in una località sciistica delle Highlands scozzesi meridionali. L’illustrazione materializza quasi il suo “rantolo” affannoso e minaccioso che è il vero senso del disco, che in origine doveva chiamarsi My God. Come lo stesso Ian Anderson ci svela, il titolo deriva dal rumore di un respiratore subacqueo. L’Aqua-lung è infatti il nome originale della prima attrezzatura subacquea sviluppata da Jacques Cousteau e Emile Gagnan nel 1943. L’interno della copertina, mostra un altro dipinto con i componenti del gruppo in abiti stravaganti all’interno di una cattedrale: Ian Anderson a bocca aperta che canta e tiene un incensiere; Jeffrey Hammond, il bassista, che beve da una tazza e ha in testa un casco da aviatore; Clive Bunker, il batterista, che è accovacciato sullo sfondo con una croce in mano; Martin Barre, il chitarrista storico della band, che è in abiti seicenteschi mentre John Evan suona il piano
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jazzluca · 10 months ago
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OPTIMUS PRIME ( Voyager ) LEGACY UNITED *Animated*
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A cementare la presenza degli Animated nei Legacy arriva il loro OPTIMUS PRIME, ed abbiamo anche qui un interessante ibrido fra il classico stile Generations e quello stilizzato della serie animata del 2008, forse maggiormente in risalto in questo Voyager.
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Anche se devo dire che di primo acchito, dalle iniziali immagini promozionali, non è che il ROBOT mi ispirasse tantissimo, ma dal vivo esprime al meglio le sue peculiarità, dato che è bello grosso e massiccio, ma forse è l'effetto della plastica blu di braccia e gambe che un po' mi da la sensazione di leggerezza e / o di pochezza: plastica con un blu spento che è fedele a quello dei cartoni, rispetto a quello scuro o più acceso dei Prime di altre serie, ma che appunto sminuisce l'estetica del robot, cui vanno aggiunte pure le ruote ai lati delle caviglie senza i cerchioni argentati, o anche altre piccole cose come i dettagli neri attorno ai piedi o quelli gialli sul collo dei piedi e sul dorso delle mani.
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Ma per fortuna non è tutto un macello, dato che torso e viso sono ricchi di dettagli e ottimamente dipinti, con una testa che è una bella sintesi fra un Commander classico e quella dell'originale Animated, ed il rosso di torso e spalle e un po' scuro e bilancia il succitato blu spento.
Carini pure i dettagli su avambracci e gambe, che sono quelli del classico Op G1, laddove sennò quelle parti, a guardare l'Animated, sarebbe dovute rimanere lisce e glabre.
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Da buon Generations post WfC il nostro ha i classici fori sparsi nei soliti posti standard, con in più quelli delle ruote all'altezza delle caviglie, mentre sugli avambracci appaiono subito prima dei pugni, una posizione non casuale forse, dato che nei cartoni Optimus sparava rampini ed altri gadget dai polsi, ma neanche in questo modello Prime esibisce questa particolarità, quindi si spera in eventuali accessori successivi o in versioni repaint con questa gimmick.
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Infatti gli accessori di questo Voyager sono il pannellino coi lampeggianti da piazzare sulla schiena ( che copre 3 fori ma ne ha poi uno di suo ) e l'ascia iconica del personaggio, una signora asciona fedele con la lama in plastica trasparente blu e con il manico un po' troppo grosso, sì, ma questo perchè poi può allungarsi, sempre come visto nei cartoni!
L'ascia, infine, ha due spine ai lati del manico largo ed un'altra in cima al supporto della lama, così come dietro di questo c'è un foro per metterci l'effetto di esplosione in plastica trasparente, seeeeeeempre per ricreare quanto si vede in tv. ^^
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La posabilità è nella norma, ma sorprendono i polsi che ruotano, più che altro perchè nella TRASFORMAZIONE rientrano nei pannelli restando sulla loro base di balljoint, un metodo questo che dovrebbe essere lo standard per tutti i Generations dai Voyager in su, minimo! Il busto si converte nella cabina del camion alla maniera del Deluxe Cybertroniano e quello Battle Damage, con il pannello del petto che si solleva a coprire la testa, idem quello della testa e ai lati le braccia ripiegate. Le gambe invece hanno una trasformazione davvero interessante ripresa da Siege Hound, srotolandosi lateralmente in modo che le ruote che erano sulle caviglie siano ora allineate.
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Peccato solo per i piedi in vista sopra la parte posteriore della MOTRICE DI UN CAMION DEI POMPIERI, dato che a parte questo difetto estetico ( perdonabile vista la trasformazione, però ), il veicolo è davvero somigliante a quello visto in tv, sopratutto per via delle succitate ruote vicine e alla presunta assenza di quelle anteriori, nascote nel modulo grigio inferiore.
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L'ascia così grossa non si può nascondere neanche vagamente come nel succitato Deluxe originale e quindi semplicemente si appoggia sul retro del veicolo, o ai lati dello stesso tramite i numero fori.
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Se i vari Optimus Generations avevano Matrici scolpite all'interno del torso e robe così, il nostro Animated qui ha invece un altro tipo di finezza, ovvero i dettagli della cabina scolpiti all'interno, con i sedili sul retro delle spalle e nel pannello frontale il volante da una parte e lo stereo dall'altra!!
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Ancora, davvero un peccato per le ruote senza i cerchioni argentati, che sminuiscono parecchio un veicolo altrimenti davvero indovinato, pannelli dei piedi a parte, così come il succitato il blu spento non aiuta l'estetica del robot, ma per il resto è davvero una buona versione Generations dello storico Animated, anche se magari ci sono indizi di un'eventuale versione magari Leader con altri accessori, quindi al limite aspettiamo di vedere cosa e se sforneranno in futuro per questo personaggio.
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jamessixx · 1 year ago
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Toxicity cover di una canzone dei System of a Down. Esplora il mio approfondito articolo sulla "Toxicity", dove gettiamo luce sui diversi aspetti di questo tema rilevante. Dai consigli pratici per gestire la tossicità nelle relazioni personali alle strategie per affrontare l'ambiente tossico online, il nostro contenuto offre un'analisi approfondita. Scopri come riconoscere segnali di tossicità e apprendi metodi efficaci per preservare il benessere emotivo. Affronta la "Toxicity" con saggezza, navigando attraverso il nostro articolo informativo e ricevendo strumenti utili per coltivare relazioni sane e uno stile di vita equilibrato.
Quindi, conosci l'incisivo e potente mondo musicale dei System of a Down con la nostra analisi approfondita della canzone "Toxicity". Scopri le sfumature testuali e musicali che rendono questo brano un'icona del genere metal. Approfondiamo il significato delle parole, la struttura sonora e l'impatto che "Toxicity" ha avuto sulla scena musicale. Immergiti nell'analisi dettagliata di questa traccia epica, un viaggio sonoro che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica. Esploriamo insieme la "Toxicity" dei System of a Down e scopriamo cosa la rende una pietra miliare nel panorama musicale moderno.
Poiché, esso è un universo sonoro unico dei System of a Down con la loro intensa canzone "Toxicity". Immergiti in un viaggio musicale che cattura l'essenza della complessità emotiva, con riff potenti e testi incisivi. La "Toxicity" dei System of a Down è un'esperienza sonora avvincente che sfida i confini musicali e offre un'immersione profonda nell'energia cruda e nella creatività della band. Scopri di più su questa traccia iconica e lasciati trasportare dall'intensità delle emozioni evocate dalla "Toxicity" dei System of a Down. Entra nel mondo avvincente della musica che ha reso questa band una delle più riconosciute nel panorama rock alternativo.
Inoltre, scopri il significato profondo di "Toxicity" dei System of a Down con la nostra esclusiva analisi. Immersi nella potenza espressiva delle parole e delle note, esploriamo il contesto dietro questo brano iconico. Approfondisci il messaggio di protesta e riflessione sociale, mentre sveliamo strati nascosti di significato. Attraverso il nostro articolo informativo, sarai guidato nel comprendere la "Toxicity" dei System of a Down in modo completo e coinvolgente. Entra nel cuore di questa potente composizione e scopri il suo impatto duraturo sulla cultura musicale.
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raikkonenvettels · 1 year ago
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Anon del papiello: un appunto su Charles. Sicuramente, se tutta questa faccenda è come diciamo noi, per me lui ha provato a non cedere a Carlos per vari motivi. Innanzitutto la scoperta di una bisessualità dopo i venti anni non è una cosa facile da capire, digerire e assimilare - la tua identità deve riadattarsi a un nuovo lato di te, un'attrazione per una persona tra l'altro pericolosa a più livelli (perché è il tuo compagno di squadra e l'ultima volta con Nico e Lewis abbiamo assistito tutti a uno sfacelo totale). Poi perché Charles ha una storia personale molto dolorosa e costellata di lutti - e questo inficia la tua capacità di lasciarti andare nei rapporti umani (non a caso lui molla e si mette costantemente con ragazze identiche perché non sa minimamente stare solo, non penso che questo sia prova di grande amore verso di loro, pfff). Ha un grande vuoto dentro (che secondo me veramente poche persone gli colmano, fra cui Carlos), una sindrome dell'abbandono spiccata (che gestisce malissimo, vedi il codazzo di gente sempre appresso) e non ha una rete di supporto attorno come Carlos (e si nota nelle crisi a livello di forza mentale che ha avuto anche quest'anno, ha tanto bisogno di un mental coach per me). Tutto questo per dire che è un ragazzo molto sensibile, più fragile di quello che si pensa, e il fatto che si fidi di Carlos così tanto (in pista e fuori) è dovuto chiaramente al loro rapporto speciale. Un rapporto che è ANORMALE per gli standard della F1, pieno di gente disposta a passarti sopra per una posizione in gara o a fregarsene del tuo benessere (cosa che Carlos abbiamo visto più volte porre al di sopra di tutto, vedi Monza 2022, con lui che va nel parc ferme da Charles fregandosene di tutto). Per Charles deve essere stata tostissima lasciarsi andare, ma la sua felicità con Carlos di fianco credo che sia la sola cosa giusta da notare... Perché Carlos lo fa ridere come nessuno al mondo. Ciao!
ancora una volta la tua eloquenza è superior e iconica e vorrei averla anche io perché davvero wow
assolutamente sì, queste sono tutte cose che penso anche io!!!
la cosa dello scoprire la propria bisessualità dopo anni e anni deve essere stata sicuramente un duro colpo, soprattutto come abbiamo detto prima per il tipo di ambiente in cui si è ritrovato a scoprire questi sentimenti, e poi diciamo che gli esempi di “amore tra compagni di squadra” non è dei migliori��………….. (vedi nico e lewis, ma secondo me è per quello che si è “attaccato” tanto a seb, perché lui può davvero capire la sua situazione più di chiunque altro, essendoci passato anche lui)
so che molti strumentalizzano diciamo i lutti che charles ha avuto, ma qui davvero sono una chiave per leggere la situazione: ovviamente lui ha paura di perdere persone a lui care (carlos) perché in passato ne ha perse a sua volta. quindi sicuramente questo influisce sul suo attaccarsi alle persona (all’inizio era riluttante ad attaccarsi troppo a carlos, ora non vuole più lasciarlo)
lui è davvero molto molto sensibile, più di quanto molte persone pensino probabilmente, e davvero vederlo così comfortable con carlos come compagno e amico e anche altro è davvero bellissimo per me da vedere e sono estremamente contenta che loro due si siano trovati in un modo genuino in uno sport che, come detto da te, è brutale se non si è preparati e forti mentalmente :)
comunque la frase finale riassume perfettamente la loro dinamica e wow, davvero, complimenti per l’esposizione perché sei davvero bravx!!!
grazie per avere blessato la mia giornata, nulla di quello che mi hai scritto lascerà mai la mia testa perché è troppo bello 🥰 love u <3333
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djs-party-edm-italia · 9 days ago
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 15/02 Musica & Magia HOLOGRAM al Bolgia - Bergamo, Il Giullare Live set nel nome di Franchino
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Sabato 15 febbraio 2025 al Bolgia di Bergamo, al culmine di una lunga stagione di elettronica internazionale, prende vita un evento unico. E' il primo appuntamento di Musica & Magia HOLOGRAM, la nuova versione di un progetto nato anni fa da un'idea di Franchino, purtroppo recentemente scomparso, e 00Zicky. 
E' un evento unico nel suo genere, un Tribute Live Show chericorda Franchino nel suo giorno migliore. Chi parteciperà potrà ballare ancora una volta con Franchino, chein versione HOLOGRAM interagirà con Il Giullare, personaggio rivisitato anni addietro dagli stessi Franchino e 00Zicky. Sarà una performance Live di dj set, campionatori e microfono, un momento molto scenico e di impatto, durante il quale verrano proposte le HIT che hanno caratterizzato la carriera di Francesco Principato, in arte Franchino…
Musica & Magia HOLOGRAM è stato rielaborato quest'anno, con il desiderio di portare avanti la passione di Franchino, per consacrarlo tra i protagonisti più amati del mondo della notte. Il progetto prende vita non per caso al Bolgia di Bergamo, un club ad alto impatto tecnologico, in cui un immenso schermo video amplifica le emozioni create dalla musica. Anche la data, il 15 febbraio non è casuale: è il compleanno di Franchino, un evento che infinite volte l'artista ha festeggiato con i suoi fan proprio al Bolgia.
Musica & Magia HOLOGRAM si annuncia come un tour memorabile, che resterà sempre nei ricordi di chi lo ha vissuto. A questo progetto, insieme a 00Zicky parteciperanno infatti coloro che da sempre hanno lavorato con Franchino, ovvero Jo Gala, Joy Kitikonti in versione Enki, Sandro Pintori, Manuel Ribeca e Mat.Theo. La parte video sarà curata da Flash, video artist di fama internazionale.
Sarà una serata di musica, visual, performance, ricordi, emozioni. "Oggi purtroppo Franchino non c'è più", racconta  00Zicky. "La promessa che ho fatto a lui è che questo show possa andare avanti a lungo, per consacrare all'immortalità un fratello di mille avventure ed idolo indiscusso delle notti elettroniche. Questo format doveva garantire a Franco una sua pensione, e nel caso più spiacevole, garantire alle figlie un introito se lui non ci fosse stato più. Un ringraziamento particolare va a Valerino Gronchi LEG ed alla famiglia Bolgia, Giordano, Tonino e Tato per il grande supporto e la grande disponibilità data. La parte di produzione sarà curata dalla rinomata società di eventi LEG. E ora, che lo SHOW ABBIA INIZIO!".
15/02 Musica & Magia HOLOGRAM @ Bolgia - Bergamo 
Bolgia - Bergamo
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
Info & prenotazioni 340 4624519
Franchino, la biografia
All'anagrafe, Francesco Principato; ma per tutti i suoi amici e i suoi fan, semplicemente, Franchino. Pochi personaggi hanno lasciato una traccia così profonda ed iconica nel mondo della notte italiano: la sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso 19 maggio 2024, ha colpito una quantità incredibile di persone, di tutte le età. Che si fosse accaniti frequentatori dei dancefloor o solo ballerini sporadici ed occasionali, che si fosse cinquantenni e sessantenni che hanno vissuto in prima persona quell'autentico fenomeno sociale (e culturale) che sono state le discoteche italiane tra la fine degli anni '80 e per tutti gli anni '90 o al contrario che si sia oggi ventenni che di certe cose hanno solo sentito parlare per racconti di padri, zii e fratelli maggiori, nulla cambia. Nulla. La figura di Franchino è stata talmente unica, particolare, viva, iconica ed immaginifica da aver travalicato confini, steccati, abitudini, gusti e generazioni in un modo veramente sorprendente. E fortissimo.
Questo è successo perché lui ha sempre mantenuto una purezza ed una passione più uniche che rare. Grazie alle scorribande in solitaria o con gli amici di sempre e soci del gruppo Metempsicosi, grazie al suo stile semplicemente unico, bizzarro ed inconfondibile, grazie infine alla sua leggerezza quasi fanciullesca che nascondeva invece una grande voglia di intensità e di fame di vita, fino all'ultimo Franchino ha continuato a stregare migliaia e migliaia di persone ad ogni sua apparizione, diventando decisamente un culto assoluto – senza però mai volersi mettere su un piedistallo. Per molti, è stata la sua presenza e il suo particolarissimo modo di interpretare la figura del vocalist – trasformandolo in "cantastorie lisergico" – ad essere il mezzo perfetto per decifrare i non così banali segreti del mondo della dance, della musica house, delle sognanti declinazioni trance-melodiche, della capacità della cassa dritta in quattro quarti di essere (anche) un modo per sognare e non solo uno sfogo meramente fisico e "vuoto" sulla pista da ballo. La scomparsa di Franchino lascia un grande vuoto. In primis nelle persone che gli sono state amiche e che hanno condiviso con lui mille avventure professionali ed umane.
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sounds-right · 9 days ago
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 15/02 Musica & Magia HOLOGRAM al Bolgia - Bergamo, Il Giullare Live set nel nome di Franchino
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Sabato 15 febbraio 2025 al Bolgia di Bergamo, al culmine di una lunga stagione di elettronica internazionale, prende vita un evento unico. E' il primo appuntamento di Musica & Magia HOLOGRAM, la nuova versione di un progetto nato anni fa da un'idea di Franchino, purtroppo recentemente scomparso, e 00Zicky. 
E' un evento unico nel suo genere, un Tribute Live Show chericorda Franchino nel suo giorno migliore. Chi parteciperà potrà ballare ancora una volta con Franchino, chein versione HOLOGRAM interagirà con Il Giullare, personaggio rivisitato anni addietro dagli stessi Franchino e 00Zicky. Sarà una performance Live di dj set, campionatori e microfono, un momento molto scenico e di impatto, durante il quale verrano proposte le HIT che hanno caratterizzato la carriera di Francesco Principato, in arte Franchino…
Musica & Magia HOLOGRAM è stato rielaborato quest'anno, con il desiderio di portare avanti la passione di Franchino, per consacrarlo tra i protagonisti più amati del mondo della notte. Il progetto prende vita non per caso al Bolgia di Bergamo, un club ad alto impatto tecnologico, in cui un immenso schermo video amplifica le emozioni create dalla musica. Anche la data, il 15 febbraio non è casuale: è il compleanno di Franchino, un evento che infinite volte l'artista ha festeggiato con i suoi fan proprio al Bolgia.
Musica & Magia HOLOGRAM si annuncia come un tour memorabile, che resterà sempre nei ricordi di chi lo ha vissuto. A questo progetto, insieme a 00Zicky parteciperanno infatti coloro che da sempre hanno lavorato con Franchino, ovvero Jo Gala, Joy Kitikonti in versione Enki, Sandro Pintori, Manuel Ribeca e Mat.Theo. La parte video sarà curata da Flash, video artist di fama internazionale.
Sarà una serata di musica, visual, performance, ricordi, emozioni. "Oggi purtroppo Franchino non c'è più", racconta  00Zicky. "La promessa che ho fatto a lui è che questo show possa andare avanti a lungo, per consacrare all'immortalità un fratello di mille avventure ed idolo indiscusso delle notti elettroniche. Questo format doveva garantire a Franco una sua pensione, e nel caso più spiacevole, garantire alle figlie un introito se lui non ci fosse stato più. Un ringraziamento particolare va a Valerino Gronchi LEG ed alla famiglia Bolgia, Giordano, Tonino e Tato per il grande supporto e la grande disponibilità data. La parte di produzione sarà curata dalla rinomata società di eventi LEG. E ora, che lo SHOW ABBIA INIZIO!".
15/02 Musica & Magia HOLOGRAM @ Bolgia - Bergamo 
Bolgia - Bergamo
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
Info & prenotazioni 340 4624519
Franchino, la biografia
All'anagrafe, Francesco Principato; ma per tutti i suoi amici e i suoi fan, semplicemente, Franchino. Pochi personaggi hanno lasciato una traccia così profonda ed iconica nel mondo della notte italiano: la sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso 19 maggio 2024, ha colpito una quantità incredibile di persone, di tutte le età. Che si fosse accaniti frequentatori dei dancefloor o solo ballerini sporadici ed occasionali, che si fosse cinquantenni e sessantenni che hanno vissuto in prima persona quell'autentico fenomeno sociale (e culturale) che sono state le discoteche italiane tra la fine degli anni '80 e per tutti gli anni '90 o al contrario che si sia oggi ventenni che di certe cose hanno solo sentito parlare per racconti di padri, zii e fratelli maggiori, nulla cambia. Nulla. La figura di Franchino è stata talmente unica, particolare, viva, iconica ed immaginifica da aver travalicato confini, steccati, abitudini, gusti e generazioni in un modo veramente sorprendente. E fortissimo.
Questo è successo perché lui ha sempre mantenuto una purezza ed una passione più uniche che rare. Grazie alle scorribande in solitaria o con gli amici di sempre e soci del gruppo Metempsicosi, grazie al suo stile semplicemente unico, bizzarro ed inconfondibile, grazie infine alla sua leggerezza quasi fanciullesca che nascondeva invece una grande voglia di intensità e di fame di vita, fino all'ultimo Franchino ha continuato a stregare migliaia e migliaia di persone ad ogni sua apparizione, diventando decisamente un culto assoluto – senza però mai volersi mettere su un piedistallo. Per molti, è stata la sua presenza e il suo particolarissimo modo di interpretare la figura del vocalist – trasformandolo in "cantastorie lisergico" – ad essere il mezzo perfetto per decifrare i non così banali segreti del mondo della dance, della musica house, delle sognanti declinazioni trance-melodiche, della capacità della cassa dritta in quattro quarti di essere (anche) un modo per sognare e non solo uno sfogo meramente fisico e "vuoto" sulla pista da ballo. La scomparsa di Franchino lascia un grande vuoto. In primis nelle persone che gli sono state amiche e che hanno condiviso con lui mille avventure professionali ed umane.
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fiat500nelmondo · 1 month ago
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Cosa vi piace fare con la vostra Fiat 500 d'epoca?
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La Fiat 500 d'epoca rappresenta un'icona senza tempo, un simbolo di stile e semplicità che continua a conquistare appassionati di ogni generazione. Guidare una Cinquecento d'epoca è molto più di un semplice spostamento: è un'esperienza che unisce il piacere della guida retrò al fascino di un design intramontabile. Che si tratti di partecipare a raduni di auto storiche, esplorare strade panoramiche, personalizzarla con dettagli unici o semplicemente godersi il suono del suo motore inconfondibile, la Fiat 500 d'epoca offre infinite possibilità per vivere momenti speciali e creare ricordi indimenticabili.
  Esplorare Strade Panoramiche e Borghi Storici
C’è qualcosa di magico nel mettersi al volante di una Fiat 500 d’epoca, un’auto che non è solo un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio scrigno di emozioni. Ogni curva del suo design, ogni ruggito del motore, ogni dettaglio del suo interno racconta una storia, una storia che si intreccia con la nostra voglia di esplorare, di scoprire, di vivere. E quale modo migliore per celebrare questa piccola meraviglia su quattro ruote se non percorrendo strade panoramiche e visitando borghi storici, dove il tempo sembra essersi fermato?
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  Immaginate una mattina d’estate, il sole che accarezza dolcemente la carrozzeria lucida della vostra Cinquecento. Salite a bordo, aprite i finestrini e lasciate che l’aria fresca vi avvolga. Il motore si accende con quel suono inconfondibile, un mix di nostalgia e promessa di avventura. La strada davanti a voi si snoda tra colline verdi, campi di grano dorato e vigneti che si estendono a perdita d’occhio. Ogni chilometro percorso sembra un invito a rallentare, a godersi il viaggio, a lasciarsi incantare dalla bellezza che vi circonda.
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Mentre guidate, la Cinquecento diventa una compagna di viaggio, quasi un’estensione del vostro spirito. La sua semplicità vi riporta a un’epoca in cui la vita era meno frenetica, in cui ogni momento aveva un sapore più intenso. E così, seguendo il ritmo del motore, vi ritrovate a scoprire strade secondarie, quelle che spesso sfuggono agli itinerari turistici. Sono strade che si arrampicano su colline, attraversano boschi ombrosi e si aprono improvvisamente su panorami mozzafiato. Ogni curva è una sorpresa, ogni rettilineo un invito a sognare.
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Immagini fornite da GetYourGuide - E poi ci sono i borghi. Piccoli gioielli incastonati nel cuore dell’Italia, dove le pietre delle case raccontano storie di secoli passati. Arrivare in un borgo storico con la vostra Fiat 500 d'epoca è come fare un salto indietro nel tempo. Le stradine strette, le piazze accoglienti, le botteghe artigiane sembrano fatte apposta per accogliere un’auto così iconica. Parcheggiate in un angolo tranquillo e lasciate che il vostro cinquino diventi parte del paesaggio, quasi fosse sempre appartenuta a quel luogo.
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Immagine da We Like Tuscany ( link su immagine) Passeggiare per le vie di un borgo, magari con il profumo del pane appena sfornato che si mescola all’aria, è un’esperienza che tocca il cuore. Ogni dettaglio, ogni scorcio, ogni sorriso degli abitanti sembra amplificato dalla consapevolezza di essere arrivati lì con un’auto che è simbolo di autenticità e passione. E quando è il momento di ripartire, la vostra Cinquecento vi aspetta, pronta a condurvi verso nuove scoperte.
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Immagine da We Like Tuscany ( link su immagine) Il viaggio continua, e con esso cresce l’amore per questa piccola grande auto. Ogni strada percorsa, ogni borgo visitato diventa un ricordo prezioso, un tassello di un mosaico fatto di emozioni e bellezza. E così, mentre il sole tramonta e il cielo si tinge di colori caldi, vi rendete conto che non è solo la destinazione a contare, ma il viaggio stesso. Un viaggio che, a bordo della vostra Fiat 500 d’epoca, diventa poesia in movimento.
Partecipare a Raduni e Eventi di Auto d'Epoca
C’è qualcosa di magico nel mettersi al volante di una Fiat 500 d’epoca. Ogni curva, ogni chilometro percorso sembra raccontare una storia, un frammento di un passato che non smette mai di affascinare. Per molti appassionati, possedere una 500 non è solo una questione di motori o di design, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, un legame emotivo con un’epoca in cui la semplicità e la bellezza andavano di pari passo. E quale modo migliore per celebrare questa connessione se non partecipando a raduni e eventi dedicati alle auto d’epoca? È qui che la passione si trasforma in condivisione, dove ogni dettaglio della propria vettura diventa un motivo di orgoglio e ogni incontro un’occasione per creare ricordi indimenticabili.
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    Partecipare a un raduno con la propria Fiat 500 è un’esperienza che va oltre il semplice esibire un’auto. È un momento di incontro tra persone che condividono lo stesso amore per il passato, per la meccanica e per il design senza tempo. Arrivare al punto di ritrovo, magari dopo aver percorso strade panoramiche che sembrano fatte apposta per le Fiat 500 d'epoca, è già di per sé un’emozione. Si scende dall’auto, si osservano le altre vetture, ognuna con la sua personalità, i suoi colori, i suoi dettagli unici. E poi ci sono le storie: quelle raccontate dai proprietari, che parlano di restauri pazienti, di viaggi indimenticabili, di ricordi di famiglia legati a quel piccolo gioiello su quattro ruote.
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    Ma i raduni non sono solo un’occasione per ammirare le auto. Sono anche un momento di festa, di celebrazione. Spesso, questi eventi sono accompagnati da sfilate, concorsi di eleganza e persino piccole gare amichevoli. È impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera gioiosa che si respira, dal suono dei motori che si accendono all’unisono, dal profumo di benzina che si mescola con quello dell’aria fresca. Ogni dettaglio contribuisce a creare un’esperienza che rimane impressa nella memoria, un ricordo che si aggiunge alla lunga lista di momenti speciali vissuti con la propria 500.
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E poi c’è il piacere di scoprire nuovi luoghi. Molti raduni si svolgono in località pittoresche, borghi antichi o lungo strade panoramiche che sembrano fatte apposta per essere percorse a bordo di una Fiat 500. È come se il paesaggio stesso si adattasse alla vettura, creando un’armonia perfetta tra passato e presente. Ogni curva, ogni sosta diventa un’occasione per scattare una foto, per fermarsi a contemplare la bellezza del momento. E quando si è in compagnia di altri appassionati, tutto diventa ancora più speciale. Si ride, si scherza, si condividono consigli e aneddoti, creando legami che spesso durano ben oltre la durata dell’evento.   Alla fine della giornata, quando si torna a casa con il cuore pieno di emozioni e la mente colma di ricordi, si capisce che partecipare a un raduno non è solo un passatempo, ma una celebrazione della vita stessa. È un modo per onorare il passato, per vivere il presente e per sognare il futuro. E tutto questo grazie a una piccola, grande auto che continua a far innamorare generazioni di appassionati.
Personalizzare e Restaurare la Fiat 500 per Renderla Unica
Possedere una fiat 500 d'epoca è come custodire un piccolo pezzo di storia, un gioiello che racconta di un’Italia che sognava, che si reinventava, che trovava la bellezza nelle cose semplici. Ma ciò che rende davvero speciale questa piccola icona non è solo il suo design senza tempo o il suo motore che ronza come un’ape laboriosa; è il legame personale che si crea con essa, un legame che si rafforza ogni volta che decidiamo di personalizzarla o restaurarla per renderla unica, proprio come noi.
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Restaurare una vecchia Cinquecento è un viaggio nel passato, un atto d’amore che richiede pazienza, dedizione e un pizzico di creatività. Ogni graffio sulla carrozzeria, ogni vite arrugginita, ogni dettaglio consumato dal tempo racconta una storia, e il nostro compito è quello di onorarla, riportandola alla sua antica gloria. Ma non si tratta solo di riparare ciò che è rotto; è un’opportunità per aggiungere un tocco personale, per trasformare questa piccola auto in un’estensione della nostra personalità. Alcuni scelgono di mantenere la sua autenticità, cercando pezzi originali con la stessa cura con cui si cerca un tesoro nascosto. Altri, invece, osano di più, aggiungendo dettagli moderni o colori audaci che la rendono unica nel suo genere.
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La scelta del colore, ad esempio, è uno dei momenti più emozionanti. C’è chi opta per il classico bianco o azzurro pastello, tonalità che evocano la dolcezza degli anni ’60, e chi invece si lascia ispirare da tinte più vivaci, come il rosso fuoco o il giallo sole, per far risaltare la personalità frizzante della propria 500. Ogni pennellata di vernice è come un battito del cuore, un segno tangibile del nostro amore per questa piccola meraviglia su quattro ruote.
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Ma non è solo l’esterno a meritare attenzione. L’interno della Fiat 500 è un mondo a sé, un luogo dove i ricordi prendono forma. Restaurare i sedili, scegliere i tessuti, aggiungere dettagli come un volante in bachelite o una radio vintage, è come arredare una piccola casa su ruote. Ogni scelta riflette il nostro stile, il nostro modo di vedere il mondo. E poi c’è il motore, il cuore pulsante della nostra 500. Sentirlo ruggire di nuovo dopo mesi di lavoro è una sensazione indescrivibile, un momento che ci ricorda perché abbiamo intrapreso questo viaggio. In fondo, ciò che rende speciale una Fiat 500 d’epoca non è solo la sua bellezza o la sua storia, ma il fatto che ci permette di esprimere chi siamo, di trasformare un’auto in un’opera d’arte, in un simbolo del nostro amore per le cose belle della vita. E ogni volta che la guardiamo, ogni volta che la guidiamo, ci ricorda che, a volte, le cose più piccole sono quelle che ci regalano le emozioni più grandi.
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opulenzacinematografica · 2 months ago
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Una marea di film...e se ne salvano pochi! Part.1
Nonostante lo scorso anno ci sia stato lo sciopero degli sceneggiatori che ha bloccato molte produzioni, i film usciti in questo 2024 sono parecchi, negli ultimi mesi soprattutto  al cinema abbiamo potuto trovare pellicole di ogni genere alcune memorabili altre...no. Ho avuto modo di vederne alcuni molto belli e altri invece che mi hanno lasciato perplessa, vediamoli insieme.
Chi non muore si rivede!
O qualcosa del genere...
Tra i mille impegni che mi hanno riempito questi ultimi mesi, uno solo è stato l'appuntamento fisso per me: andare al cinema. Che io sia una sostenitrice del cinema in solitaria oramai è una cosa risaputa e, come sempre vi invito a provare questa esperienza. Lasciatevi avvolgere dall’oscurità della sala e permettete alla vostra mente di entrare in contatto con la storia che deciderete di vedere.
Godimento assicurato. Più o meno.
Ma quindi cosa ho visto negli ultimi mesi?
Maxxxine
Se amate l'horror e i thriller un po’ splatter, Maxxxine è sicuramente un titolo da non perdere. Il film prosegue la storia della protagonista Maxine (già vista in X) e ci porta in un viaggio inquietante tra fama e follia. Oltre ad essere un omaggio alla Hollywood del passato, impossibile non notare come il vero protagonista sia proprio il sogno di sopravvivere nel mondo dello showbusiness che inghiotte chiunque provi ad avvicinarcisi, spesso poi finendo con il ridurre a pezzi chi non è abbastanza forte o disposto a mettere in gioco ogni cosa per non affondare.
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La regia di Ti West si riconosce, omaggia gli horror del passato e le dive del genere. È una messa in scena quasi grottesca a volte che segue la corsa verso la fama di Maxine che diventa una final girl iconica  e ironica che vuole combattere per realizzare i suoi sogni, decisamente un’avvicinamento alla visione femminista di un horror.
Impossibile non notare l’omaggio/riferimento a Hardcore di Paul Schrader con uno scambio di visuale, infatti il punto di vista della storia è femminile ma entrambi i film narrano di una Hollywood ingorda e oscura.
E proprio il desiderio della fama in tutte le sue sfumature il vero protagonista della trilogia di Ti West, che attraverso X, Pearl e poi Maxxxine porta sullo schermo una critica sociale che non lascia scampo.
It Ends with Us
Uno dei film più chiacchierati dell’anno è sicuramente It Ends With Us, divenuto il film di cui parlavano tutti non di certo per la storia o per il messaggio (come si sperava avrebbe fatto) ma per tutto il drama legato alla sua promozione.
Ci sarebbe un’interessante critica sociale su come è stato gestito tutto, su come l’internet si sia spaccato in due ma non è questo decisamente il luogo in cui parlarne, non tanto perché io non ne abbia voglia ma perché si sono sviluppate talmente tante dinamiche che sono svanite successivamente che ha portato il film al suo scopo di promozione: tutti ne dovevano parlare.
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It Ends With Us è un film tratto dal famoso romanzo di Coleen Hoover, famoso per chi legge romanzi del genere perché io, onestamente, non ne avevamo mai davvero sentito parlare. I temi trattati sono profondi: relazioni abusive, violenza domestica e resilienza, peccato però che la messa in scena non arrivi diretta allo spettatore e che il film abbia moltissime pecche (così come il libro dopotutto).
Di certo non verrà ricordato se non per gli amanti dell’autrice e non ha avuto decisamente un grandissimo impatto sul pubblico.
Dicono che siano aumentate le chiamate ai numeri dei centri antiviolenza ma è un dato che potrebbe determinare da molte cose.
La storyline si sviluppa velocemente, forse anche troppo, tanto da non permettere a chi lo vede di entrare in empatia con la protagonista. Non mi sento di bocciarlo ma ci sono film decisamente più belli da vedere sul tema.
Altri film che ho visto?:
Supersonic, Trap, Campo di Battaglia, Vermiglio, We Live in Time, Il tempo che ci vuole, Small Things like These e Anora. Se ne aggiungeranno altri sicuramente e io riprenderò a parlarne un po’ alla volta. Questo spazio esiste per me e per parlare di qualcosa che mi piace e a cui ho dedicato la vita. Vi lascio ricordandovi che andare al cinema da soli è uno dei gesti d’amore più grandi che possiate avere per voi stessi quando il mondo reale è troppo.
A presto,
Isabella R.
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audreysdancing · 2 months ago
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Pearl (2022)
Diretto da Ti West, scritto da West e Mia Goth
È una strana storia d'amore quella di Maxine e Pearl. In X (2022) abbiamo visto l'anziana Pearl (Mia Goth) innamorarsi di Maxine (sempre Mia Goth), che a detta sua è identica a lei quand'era giovane. In questo prequel vediamo quanto effettivamente Pearl sia un'altra Maxine (anche se sarebbe più giusto dire che Maxine è un'altra Pearl). L'orrore è riconoscere che quell'anziana maniaca sessuale serial killer che ha terrorizzato la troupe in X, è tremendamente relatable. She's just like me! Pearl è una giovane donna con il sogno di realizzarsi ed emanciparsi, ma è costretta in una realtà claustrofobica e soffocante. Con una madre che la odia, un padre disabile e un marito partito per il fronte, la sua vita è una prigione. La via d'uscita è il cinema. Pearl sogna una carriera come ballerina per poter scappare da quella fattoria sperduta ed essere riconosciuta per ciò che davvero è: una stella. Iconica la scena del provino: Please, I'm a star! Pearl odia la sua vita, si sente bloccata, ma sa di essere speciale e desidera di più. Crede di essere destinata a qualcosa di grande e anche noi che la guardiamo non possiamo che finire col crederci a nostra volta (pur sapendo benissimo come finirà la sua vita). È terribilmente penoso vederla fallire, ancora di più riconoscere quanto tutto ciò che desiderasse profondamente, in realtà, erano l'amore e l'approvazione di sua madre. Non c'è nulla di più devastante di vedere una figlia distruggersi per l'amore di sua madre, in questo caso una donna gelida e austera, che impedisce a Pearl qualsiasi tipo di gioia. Quello che mi devasta di più è il pensiero che Pearl sia diventata quel che vediamo in X per colpa di sua madre. Non voglio dire che fosse nel suo DNA perché non voglio credere in nessun tipo di destino biologico, ma sicuramente è un male che si passa da genitore a figlio attraverso un ciclo di odio e di violenza. Se avessi vissuto quel che ha vissuto lei, sarei tanto diversa? È una domanda che mi pongo. Sicuramente empatizzo tanto con il suo personaggio: il bisogno di essere amata, la vita interiore turbolenta opposta a una vita quotidiana monotona e solitaria, l'amore per l'arte, la mira costante alla perfezione, la necessità di trovare una valvola di sfogo... Pearl è una stella tragica. È impossibile staccare gli occhi dallo schermo mentre ride, piange, urla, si scopa uno spaventapasseri o commette l'ennesimo omicidio. Ciò che la rende così accattivante è la sua purezza e ingenuità un po' infantile. Vuole solo essere amata e accettata per come è, fatica a comprendere la propria interiorità turbolenta ed è in costante lotta con se stessa. Cosa c'è di più relatable? Sa di essere diversa e sa di dover nascondere il suo vero io per essere accettata, ma non riesce. Dopo un crescente senso di oppressione che cresce minuto dopo minuto, l'omicidio arriva come una sorta di liberazione. Non possiamo nemmeno incolpare troppo Pearl perché è sua madre ad aver dato inizio allo scontro, tirandole un ceffone dopo averle detto delle cose orribili (ho quasi pianto). È quasi un incidente, questo primo assassinio, ma da il via a un rovinoso spargimento di sangue che non avrà più fine. Il rapporto tra Pearl e sua madre è decisamente l'aspetto che più mi affascina e mi terrorizza di questo film: sono due persone profondamente infelici che si amano, ma non sono in grado di dimostrarlo in modo sano. Non ne sono capaci anche se magari vorrebbero. La madre di Pearl aveva paura di sua figlia, lo dice esplicitamente. Aveva visto le cose brutte che Pearl aveva fatto in privato (nel monologo finale Pearl rivela di aver provato gusto nell'uccidere degli animali) e pensava che tenerla nella fattoria, lontana dalle altre persone, fosse la cosa migliore per sua figlia. La sua filosofia del "trarre il meglio da ciò che ha" diventa il motto tragico che Pearl si porterà dietro fino alla fine della sua vita. It's just sad to realize that she did end up like her mother. Forse il vero orrore sta in questo, in una madre e una figlia che non riescono ad amarsi, pur specchiandosi tragicamente l'una nell'altra.
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darktimemachinechaos · 2 months ago
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Monografia: 𝐇𝐞𝐥𝐥𝐫𝐚𝐢𝐬𝐞𝐫 🎞️
𝐇𝐞𝐥𝐥𝐫𝐚𝐢𝐬𝐞𝐫 è un film horror del 1987 diretto da Clive Barker, basato sul suo romanzo 𝑇ℎ𝑒 𝐻𝑒𝑙𝑙𝑏𝑜𝑢𝑛𝑑 𝐻𝑒𝑎𝑟𝑡 e primo capitolo d'una saga che comprende dieci sequel e un remake; ha ricevuto diverse nomination a premi, tra cui il Saturn Award per il miglior film horror e per la miglior colonna sonora composta da Christopher Young (include 14 tracce, per una durata totale di 42:40 minuti); è stato anche candidato al Critic's Award al Festival internazionale del cinema di Porto.
Il film ha lasciato un segno duraturo nel genere horror, influenzando numerosi lavori successivi e contribuendo a definire l'estetica del body horror (alcuni personaggi di film horror moderni fanno riferimento ai Cenobiti come archetipi di mostri); la figura iconica di Pinhead (Doug Bradley), è simbolo della saga, nonché della cultura pop. Gran parte delle riprese sono state effettuate in una casa reale con solo una stanza ricostruita per le scene con effetti speciali, approccio che ha portato a inquadrature limitate spesso da una sola angolazione.
Momenti iconici di Hellraiser sono:
la scena in cui Frank Cotton apre la misteriosa scatola Lemarchand: segna l'inizio delle sue disavventure e l'arrivo dei Cenobiti, introducendo il tema del piacere e del dolore;
la prima apparizione dei Cenobiti, in particolare di Pinhead, di grande impatto visivo e narrativo
la scena in cui Frank Cotton, dopo essere stato resuscitato, appare come una figura sanguinolenta e mutilata: questo momento evidenzia gli effetti delle sue scelte e il prezzo da pagare per la sua ricerca di piacere estremo
la battaglia tra Kirsty e i Cenobiti: Kirsty riesce a ingannare i Cenobiti, portando a un climax avvincente che mette in evidenza la sua determinazione e intelligenza
la scena in cui Kirsty riesce a chiudere la scatola per fermare i Cenobiti come risoluzione simbolica: offre un senso di speranza e liberazione, nonostante le terribili esperienze vissute
Scene di Hellraiser Citate in Altri Film.
L'apertura della scatola Lemarchand ha ispirato numerosi film horror che utilizzano oggetti misteriosi come catalizzatori per eventi soprannaturali; la scatola stessa è diventata un simbolo, riapparendo in vari contesti, come in The Cabin in the Woods��(2011), dove si fa riferimento a meccanismi simili che evocano forze oscure
L'arrivo dei Cenobiti ha influenzato il design di antagonisti in film successivi, come The Collector (2009) e The Tortured (2010), dove i villain presentano tratti estetici e filosofie simili sul dolore e il piacere
La trasformazione di Frank ha lasciato il segno nel genere body horror, ispirando film come The Fly (1986) e Tetsuo: The Iron Man (1989), che esplorano la trasformazione fisica in modi disturbanti e visivamente impattanti
Il confronto finale tra Kirsty e i Cenobiti ha ispirato film come Final Destination (2000), dove i protagonisti affrontano forze inevitabili e cercano di ingannare il destino, riflettendo la tensione presente nel confronto finale del film.
Hellraiser ha inoltre influenzato Supernatural, dove l'idea di porte verso altre dimensioni e creature malvagie è tema ricorrente; le campagne pubblicitarie che giocano con il concetto di "dolore" e "piacere" potrebbero aver tratto ispirazione dalla filosofia dei Cenobiti, anche se non citano direttamente il film. L'influenza di Hellraiser sul panorama culturale è evidente nel modo in cui le sue immagini e tematiche continuano a essere rielaborate in vari contesti.
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oltrearcobaleno · 4 months ago
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Stephen Hawking: Un Genio della Scienza e Simbolo della Lotta Contro la Disabilità
Stephen William Hawking, uno dei più grandi scienziati del XX e XXI secolo, ha segnato in modo indelebile il mondo della fisica teorica e della cosmologia. Noto per i suoi studi sui buchi neri, l'origine dell'universo e la cosmologia quantistica, il suo impatto va ben oltre i confini della scienza. La sua figura è anche un simbolo della lotta contro la disabilità, dimostrando come l’ingegno umano possa superare le barriere fisiche più estreme. La sua vita rappresenta una fonte d'ispirazione per chiunque debba affrontare le sfide poste dalla disabilità.
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Nato a Oxford l’8 gennaio 1942, esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo Galilei, Hawking mostrò fin da giovane un acuto interesse per le scienze. Il suo percorso accademico lo portò dapprima a frequentare l’Università di Oxford, dove si laureò in fisica, per poi proseguire i suoi studi a Cambridge, dove ottenne il dottorato in cosmologia. Tuttavia, nonostante le sue brillanti capacità accademiche, fu proprio durante gli anni universitari che emerse una sfida personale destinata a cambiare la sua vita: la diagnosi di una malattia degenerativa dei motoneuroni, conosciuta come SLA o sclerosi laterale amiotrofica, che lo portò gradualmente alla paralisi.
La disabilità di Stephen Hawking non fermò la sua brillante carriera, ma anzi, rafforzò la sua determinazione nel continuare a esplorare le profondità dell’universo. Nel corso degli anni, nonostante fosse costretto a vivere in sedia a rotelle e a comunicare tramite un sintetizzatore vocale, Hawking continuò a insegnare, a fare ricerca e a scrivere libri che portarono la scienza al grande pubblico. Tra le sue opere più famose vi è Dal Big Bang ai Buchi Neri: Breve Storia del Tempo, che divenne un best seller globale e aprì le porte della fisica teorica a milioni di persone.
La sua malattia lo costrinse a convivere con una grave forma di disabilità, ma ciò non limitò mai la sua mente brillante. Infatti, continuò a elaborare teorie complesse e a collaborare con altri scienziati. Tra i suoi contributi più importanti si possono citare la radiazione di Hawking, una teoria che ipotizza che i buchi neri possano emettere radiazioni e, quindi, non siano completamente “neri” come si pensava in precedenza. Inoltre, elaborò la teoria cosmologica dello stato di Hartle-Hawking, che descrive un universo senza confini temporali.
La vita di Stephen Hawking è stata costantemente segnata dalla sfida della disabilità. Diagnosticato all’età di soli 21 anni, i medici gli avevano dato pochi anni di vita. Ma contro ogni previsione, visse fino all’età di 76 anni, continuando a lavorare e a contribuire al progresso scientifico. La sua straordinaria resistenza e il suo impegno intellettuale dimostrano che la disabilità fisica non deve mai essere vista come un ostacolo insormontabile per il successo personale e professionale.
Nonostante la sua crescente dipendenza dalla tecnologia per comunicare e per muoversi, Hawking rimase attivo nel campo della divulgazione scientifica. La sua voce robotica, generata da un sintetizzatore vocale, divenne iconica, tanto quanto i suoi studi. La sua immagine fu utilizzata anche per abbattere pregiudizi sulla disabilità, facendo capire al mondo che una mente brillante non è meno potente solo perché confinata in un corpo con limitate capacità motorie. La sua partecipazione a documentari, interviste e persino a serie televisive, come The Big Bang Theory, lo trasformò in un’icona della scienza moderna e un simbolo della forza della mente umana di fronte alla disabilità.
La disabilità di Hawking lo portò a essere un punto di riferimento anche per il movimento di difesa dei diritti delle persone con disabilità. La sua vita fu un esempio di come sia possibile raggiungere traguardi straordinari nonostante le avversità fisiche. In un’intervista, Hawking dichiarò: “Per quanto difficile possa sembrare la vita, c’è sempre qualcosa che si può fare e in cui si può avere successo”. Questa citazione riflette perfettamente il suo spirito combattivo e la sua incrollabile fede nelle capacità della mente umana.
Oltre ai suoi successi scientifici, Hawking ricevette numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla scienza e alla società. Tra questi, la Medaglia presidenziale della libertà, conferitagli dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2009. Inoltre, fu membro di prestigiose istituzioni scientifiche, come la Royal Society e la Pontificia Accademia delle Scienze.
Alla sua morte, avvenuta nel 2018, il mondo intero si fermò per rendere omaggio a questo gigante della scienza. Le sue ceneri furono deposte nell’Abbazia di Westminster, accanto a quelle di Isaac Newton e Charles Darwin, a testimonianza del suo immenso contributo alla comprensione dell’universo.
Stephen Hawking rimane una figura iconica non solo per il mondo della scienza, ma anche per quello della lotta contro la disabilità. Il suo esempio dimostra che, con determinazione e ingegno, si possono superare barriere apparentemente insormontabili. La sua eredità continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo, rendendo la sua vita un simbolo della capacità umana di eccellere, indipendentemente dalle sfide poste dalla disabilità.
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