#i dannati
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Giuseppe D'Angelico Daeni (1939-2010) - I dannati
original cover art for 'Terror' #29, 1972
#giuseppe d'angelico daeni#pino daeni#pino d'angelico#i dannati#terror#ediperiodici#cover art#horror art#pulp art#fumetti#art#painting
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By the way... this thing exists
Everyday I wake up in the same timeline in which this hideous thing exists.
#i hate him so much it's visceral#give me ONE good reason to like him#I NEED ONE#I CAN'T FIND ONE#steel rambles#transformers#maccadam#maccadams#shitpost#transformers bayverse#que#QUE CAZZO È QUE#PERCHÉ ESISTI#ORRIPILANTE MADONNA MIA NON SI PUÒ GUARDARE QUESTA COSA RAPPRESENTA TUTTO CIÒ CHE C'È DI SBAGLIATO IN QUEI DANNATI FILM LO ODIO
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Estratto di “Les Armes miraculeuses” di Aimé Césaire nel libro “I dannati della terra” di Frantz Fanon
#Aimé Césaire#Les Armes miraculeuses#i dannati della terra#frantz fanon#libro#frasi#pensieri#colonialism#anti colonialism
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RECENSIONE: Tradimenti di K.V. Rose
Cari Sognatori, Marisabel ha letto il 5° volume della Serie I Dannati scritta da K.V. Rose e pubblicata dalla Virgin Books !! SERIE: I Dannati vol 5 GENERE: Dark romance DATA PUBBLICAZIONE: 25 ottobre 2023 Ebook / Cartaceo TRAMA “C’è una persona che non avete ancora conosciuto…” Ci voltiamo all’unisono uno verso l’altro. Ci rendiamo conto che non si è mai trattato dei Sei. Si è sempre trattato…
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You and Copia snuggling in his bed and having a little spicy making out session and things start to escalate… only to have his rats interrupt and cock block him lmao
I like the way you think, naughty ghoul~ I very much enjoyed fulfilling this request of yours. Please enjoy!
Them Rats (Copia x GN!Reader)
Warning(s): NSFW (18+ MDNI)
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It was late into the evening by the time you and Copia were settling into bed. Copia had just gotten out of the shower and smelled strongly of rich mahogany and a hint of lavender. The soap he used always stirred your senses; you wasted no time stuffing your face into his chest the second he crawled into the bed beside you.
Copia chuckled when you hummed in delight and breathed in his scent. A warm hand slid from your shoulder to the small of your back as he shifted his weight to get more comfortable beside you. It started with an innocent kiss on your forehead. However, Copia is a man with not so innocent desires, and when you look at him with those pleading eyes he simply cannot help himself.
Next thing you know he is on top of you. His hand lingers on your hip as he crashes his lips against yours. You comb your fingers through his hair as his tongue begs for admission to taste you. As he deepens the kiss you feel him teasingly roll his hips into you. The growing bulge in his pants brushes lightly against your own arousal and elicits a quiet moan from your throat. He groans against your lips in reply, and repeats the gesture again. This time his movements are deliberate as he rolls his hips into you with the intention of pleasing both himself and you.
The sensation of your clothed sexes grinding together fogs your senses as you both fall further into a cloud of ecstasy.
His lips move to your neck and your body shudders in pleasure. You feel your heart racing and your breathing gets deeper as you feel his hand slide up your back. There is a faint sound in the background. At first it is not noticeable enough to pull either of you from your fit of passion.
Then it happens again, and you pull away from Copia, "What is that...?" you ask while gasping for air.
"That is how much I want you, amore~" Copia replies seductively and presses his hips against you with a devilish smirk on his face.
You frown and turn your head away when he leans down to kiss you again. "No- Shut up." you tell him and press your finger to his lips. He makes a noise to express his disappointment but you cut him off with a harsh "SHH!"
Copia's eyes narrow in confusion as silence falls between you. He opens his mouth to speak but he is interrupted by a jarring racket that takes you both by surprise. Your heads simultaneously turn to the large rat cage that sits in the corner of the room. One of the rats seemed to think it was a great time to run on the noisy exercise wheel in their enclosure. The entire cage rattled as it spun around, and it also made a horrendous whirring sound as the plastic scraped against itself.
"Ehi! Dannati roditori!" Copia waves his fist at the rat's cage, "Ah, piccoli bastardi." he grumbles and pulls himself off you and approaches the enclosure. You watch as he opens the door to the cage and picks up the little nuisance with the utmost care and tenderness he can muster. He holds the rat in his palm and lifts it up to his face, "Tuo papà è occupato, I will give this back later, okay?" he tells the rat as he takes the wheel out of the enclosure before setting it down on the floor.
"Aaww..." he coos at the rat as it wiggles its whiskers at him. Copia then gives the rodent a gentle pet before placing it back in the cage. He turns back to you and raises his arms, "Now! Where were we, amore?" he asks and crawls back into the bed with you.
You giggle softly at him as he hovers over your body, "I was about to take my clothes off." you explain.
Copia smirks at you, "Ohoho? Is that so? Well... Let us pick up where we left off then, hm?"
#copia x reader#ghost band#ghost fandom#ghost band x reader#smut#drabble#papa emeritus iv#papa copia
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Discorso tenuto da Daniele Leppe davanti al papa nella Basilica San Giovanni in Laterano, in data 25 ottobre 2024.
Ringrazio Sua Santità e ringrazio il Vicariato di Roma per questa opportunità unica. Nel ringraziarLa Le rappresento una realtà invisibile, quella di una trincea dove anche Dio ha abbandonato tutti.
Credo di essere la persona meno adatta a raccontare il disagio che vivono le nostre periferie.
Nella vita di tutti i giorni faccio l’avvocato. Sono nato in un quartiere popolare di Roma, figlio di un impiegato e di una casalinga, una famiglia semplice che mi ha dato la possibilità, con molto sacrificio, di studiare. Per questo ho deciso di restituire ai quartieri dove sono nato e cresciuto un po’ della fortuna che ho avuto. Ho messo a disposizione la mia professionalità per aiutare le persone più semplici, gli ultimi quei dannati che non sanno di esserlo, gli abitanti dei quartieri popolari di questa città, troppo spesso dimenticati, che troppo spesso tornano ad essere cittadini come gli altri solo in occasione delle campagne elettorali.
Al di fuori della mia attività lavorativa, esercito il mio volontariato professionale in due quartieri difficili di Roma: Tor bella monaca e il Quarticciolo.
Il primo, nato nei primi anni ‘80, rappresenta l’ultimo intervento di edilizia pubblica fatto nella capitale, che doveva essere un quartiere modello e che, invece, è diventato il terzo carcere a cielo aperto della capitale: ci vivono ben 800 persone agli arresti domiciliari.
Il secondo, il Quarticciolo, anch’esso ultimo quartiere popolare edificato, ma questa volta durante il fascismo, negli anni 40, che è rimasto tale e quale a 80 anni fa.
A Tor bella monaca collaboro con l’associazione Tor Più Bella di Tiziana Ronzio; una donna che da sola combatte una lotta senza sconti, e per questo paga lo scotto dell’isolamento umano, contro gli spacciatori, che dispensano la vita e la morte in quel quartiere. Tiziana è riuscita, da sola, a liberare dal controllo della criminalità organizzata il suo palazzo, in via santa Rita da Cascia, con un effetto domino su tutto il comprensorio di case che costeggiano la via.
Ha lottato per i suoi figli e per le persone che vivono nel suo palazzo, e per questo paga un prezzo altissimo.
Vive sotto scorta ogni ora della sua giornata perché la sua vita è in pericolo. Non può uscire da sola nel quartiere. Riceve continue minacce da parte della criminalità organizzata mentre le Istituzioni non riescono ad andare al di là di una solidarietà formale.
Non sappiamo nemmeno quante persone abitino in quel quartiere.
Le statistiche parlano di 28000 persone, ma poiché molti degli immobili pubblici sono occupati, i dati non corrispondono alla situazione reale. Nel quartiere ci sono 14 piazze di spaccio. Gli spacciatori, il primo datore di lavoro del quartiere, pagano le vedette, i pusher; le famiglie che nascondono la droga nel proprio appartamento, corrompono l’anima dei giovani e privano le persone di un futuro dignitoso.
C’è una presenza altissima di ragazze madri con figli nati da relazioni diverse, con mariti ristretti in carcere. Di anziani disabili. Di povertà, educativa e alimentare. Accanto a un tessuto sociale straordinario colpisce, nell’anno giubilare, l’assenza delle Istituzioni, che intervengono nel quartiere solo come forza repressiva e per questo sono viste come nemiche, incapaci di comprendere il disagio e le difficoltà di chi vive nella povertà.
Sembra di assistere ad una sorta di tacito patto sociale in questa città.
Nei quartieri poveri della capitale viene lasciata vita facile alla criminalità organizzata più invadente, per consentire agli abitanti della Roma bene di vivere in tranquillità.
La mia attività, in realtà, non è tanto giuridica: il più delle volte mi occupo di collegare i fili immaginari fra i poveri diseredati e le Istituzioni, per risolvere problemi che altrove sarebbero semplici, ma che in condizioni di povertà diventano insormontabili.
Le condizioni di degrado umano, abiezione, povertà, sono indicibili.
Donne che vendono il proprio corpo per comprare la droga, genitori in mano ad usurai per pagare i debiti contratti dai figli, bambini che crescono con i nonni, famiglie distrutte dalla droga e dalla povertà.
Quattro mesi fa ho partecipato ad una messa tenutasi in ricordo di un bimbo morto nel quartiere a causa dei ritardi nei soccorsi provocati dalla rottura di un ascensore e di una ragazza morta investita lungo via di Torbellamonaca.
La messa si teneva di domenica mattina, dietro la famigerata R5, un complesso popolare situato in via dell’Archeologia attualmente in ristrutturazione. Per entrare nel complesso ho contato 4 ingressi. Ognuno di questi ingressi era presidiato da spacciatori che, come in una sorta di confine immaginario, segnano l’ingresso fra il dentro e il fuori. Questo accadeva in pieno giorno, senza alcun imbarazzo, a pochi chilometri da qui.
Quando iniziai a lavorare nel quartiere ho conosciuto una donna che viveva prigioniera degli spacciatori. Il figlio aveva contratto un debito con uno di essi. Non riuscendo a pagarlo, è fuggito. Alla madre hanno bruciato l’attività imprenditoriale per vendetta. Non sa dove è andato a vivere il figlio e non vuole saperlo. Lo fa per proteggerlo. Lo sente solo con telefoni usa e getta. Lei continua a vivere nello stesso quartiere dove è cresciuto il figlio e dove riceve le minacce dei criminali per il debito contratto del figlio. Sembra un altro mondo. Siamo a 10 km da San Giovanni. Non sembra di essere in un paese ricco, in una democrazia liberale.
Il Quarticciolo, invece, è l’esempio dell’abbandono pubblico - né più né meno come Tor bella monaca - e della capacità delle persone di reagire, costruendo una speranza concreta per i più poveri.
Li collaboro con un’associazione; Quarticciolo ribelle, composta da ragazzi e ragazze che, finita l’università, hanno deciso di andare a vivere in quel quartiere, cui si dedicano giorno e notte.
Anche il Quarticciolo è una nota piazza di spaccio di Roma.
Come tutti i quartieri di edilizia popolare, la povertà economica e sociale e l’abbandono del patrimonio pubblico da parte delle Istituzioni costituiscono l’humus ideale per la proliferazione della criminalità.
In quel quartiere gli spacciatori smerciano la loro roba seduti su comode sedie agli angoli delle strade, in particolare vendono crack, che trasforma i ragazzi che ne fanno uso, in zombie che girano come morti per il quartiere. È un quartiere dove la polizia di Roma capitale ha paura ad entrare e ha bisogno di un parcheggio privato per i propri poliziotti per evitare che le macchine siano vandalizzate, dove gli spacciatori minacciano gli operai delle ditte dell’Ater in occasione dei interventi per la manutenzione degli stabili, e tanto altro ancora.
I ragazzi di Quarticciolo Ribelle costruiscono, invece, giorno per giorno, un’alternativa possibile, con il loro esempio e con le loro attività.
Nel quartiere hanno realizzato una palestra popolare dove i bambini e le bambine sono seguiti, direi accuditi, e tenuti fuori da ambienti malsani.
I familiari i che non possono permetterselo, non pagano rette. Questi ragazzi, che come detto si sono soprannominati Quarticciolo Ribelle, hanno organizzato il doposcuola per i bambini.
Hanno creato, nel deserto, un ambulatorio sociale che interviene laddove lo Stato arretra.
Cercano di creare lavori, fornendo un’alternativa concreta, con un birrificio, una stamperia.
Come dicono loro, dove tutto chiude, noi apriamo.
Supportano le famiglie nei colloqui con i servizi sociali e nei colloqui scolastici.
Collaborano con l’università nell’immaginare un possibile alternativa.
Coprono buchi.
Danno ovviamente fastidio. Innanzitutto alla criminalità, che prospera laddove è maggiore il bisogno. Ma anche alle Istituzioni. Sono sentinelle attive che denunciano, senza sconti, le loro mancanze, le loro lacune.
Raccontano di come i prezzi delle case, sempre più insostenibili, allontano i poveri dalla loro città, trasformata in una Disneyland per ricchi e turisti.
Collaboro con associazioni scomode con problematiche insostenibili.
Perché la povertà e l’abbandono sono scomode.
È più facile costruire una cancellata, un recinto, un ghetto, per occultare la realtà che dare risposte concrete ai bisogni dei poveri.
Con tristezza infinita sono costretto a constatare che gran parte degli interventi pubblici delle Istituzioni per onorare il giubileo, nato anche per la promozione della dignità di ogni persona e per il rispetto del creato, non siano stati investiti e utilizzati per dare dignità agli abitanti più sfortunati della nostra città ma per rendere più comodi, belli e sicuri i quartieri bene della Città Santa che santa non può essere se non apre gli occhi sulle povertà diffuse che la popolano.
#roma
#giubileo
#periferie
#realtà_vs_belleparole
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“Dimmi come mi vuoi:”
Ti voglio puttana…
ti voglio indecente
nuda nel corpo e poi nella mente……
Voglio che le tue mani…
non abbian pudori…
Voglio che la tua lingua…
mi percorra muscoli e pelle…
e che diventi divino strumento…
di tutti i piaceri a cui stiamo pensando…
Ti voglio curiosa e lussuriosa…
quando ti entro duro nel ventre…
per torturarti mentre stai per godere…
Ti voglio avvinghiata ingolosita
e ingorda di giochi infiniti
e orgasmi proibiti…
Voglio che tu non abbia paura della mia prepotenza…
Ti voglio urlante di tutte le voglie
quelle più pazze e sconvolgenti…
Voglio esplorarti nella tempesta dei sensi
e stremarti in amplessi grondanti…
Ti voglio perversa
nei bramosi gemiti del vecchio carnale culto
che stiam celebrando…
Io e te dissolti e completi…
astratti e dannati.
@diversa-mente mio ❤️
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GLI IGNAVI
Dante li ha posti nell'antinfeno, nemmeno degni di stare all' inferno stesso.
I celeberrimi versi " Non ragioniam di lor, ma guarda e passa" si riconducono al Poeta Virgilio, che si rivolge al collega Dante, suggerendo lui, di non dare alcun riguardo a questa categoria di dannati, i quali non sono meritevoli di considerazione alcuna.
Da parte di nessuno.
Sono le persone molli, inutili a sè stesse e agli altri, quelle che per paura del giudizio non prendono mai posizione.
Il Sommo Poeta, ci indica che questa immondizia di esseri, rappresentato il punto più basso del genere umano.
Ha per loro profondissimo disprezzo.
Perfino Lucifero, che troveremo nel 34esimo canto, l'ultimo de l'inferno, ha più dignità di costoro.
Perché egli, angelo più bello del Paradiso, disobbedendo a Dio, ha comunque preso parte.
Non aver paura di schierarti.
Mai.
La vita è una costante presa di posizione...
di Vincent Giocoliere
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I dannati della terra da una parte, i borghesi dall'altra, hanno, fondamentalmente, una sola idea, diventare ricchi e rimanere ricchi, è tutto uguale, il rovescio è lo stesso, la stessa moneta, nei cuori nessuna differenza.
Louis-Ferdinand Céline
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Studio Rosi - Jacula ~ I quattro dannati
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Adorabile strega,
ami tu i dannati?
Charles Baudelaire
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I dannati della terra (Frantz Fanon)
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Ma sul serio, quale sadomasochistico desiderio ci spinge ancora a voler essere membri attivi di questa società? E con membri attivi intendo cazzi tesi che si agitano a voler essere per forza qualcosa, a far parte di qualcosa, a rientrare in una qualche categoria. Essere un membro della società è faticoso. Prima lo ammettiamo, prima ce ne rendiamo conto e prima ci liberiamo dalla necessità di dover essere un cazzo teso perché no, non siamo all'altezza: il cazzo non si tende manco per sbaglio. Abbiamo voglia poi di prendere antidepressivi e affidarci a psicoterapie a volte anche abbastanza dubbie. Non siamo all'altezza degli standard che ci siamo prefissati: siamo dei cazzetti mosci tristi e piagnucoloni. Basta, amen. Ma tornando alla fatica e soprattutto tornando alla società: francamente viene l'ansia solo a guardarla. Se sei una donna devi essere fragile ma con le palle, emancipata a forza che mi chiedo dove inizia l'emancipazione e finisce la sottomissione perché a me pare solo che cambia il padrone ma sempre a novanta stiamo messe; se sei un maschio devi essere maschio, femmina, etero, bi, con i muscoli ma che ti piacciono i gattini, spolverare e cucinare, però devi essere pure stronzo, uno stronzo dal cuore d'oro che ti fai curare perché io sono la tua crocerossina però ehi non ti ci abituare! Sbracciati e curami pure tu, diventa dottore. E in tutto questo non ho parlato delle dinamiche che si attivano nei social: fai delle foto e devi essere un content creator; pubblichi cibo e devi essere un food influencer; pubblichi foto di tette e devi farti onlyfans; ti trucchi e devi essere una di quelle che sponsorizza ecc ecc ecc. E questo solo nei rapporti tra comune gente mortale, tra cazzetti mosci insomma! Nel mondo del lavoro le cose forse vanno pure peggio: lauree, master, dottorati, attestati, diplomi di vario tipo alternando cucina, scrittura di codici, filosofia. Ok, il mondo è bello perché vario ma sembra solo un accumulo di escrementi cacati dal capitalismo il cui obiettivo è solo rendersi sempre più impossibile. Ma come tutti i belli e dannati, più è impossibile più ci piace perché ci piace soffrire, e poi ci lamentiamo perché siamo dei depressi malati ansia. Qual è la soluzione a tutto questo? E che ne so. Lascio ai filosofi contemporanei l'arduo compito di trovarci una via d'uscita. Per quel che mi riguarda ho le energie talmente contate che non ho voglia né tempo di entrare in questo circolo vizioso. Se l'uomo è stato pensato fino ad ora come un essere sociale, che ha bisogno della società bene, ha talmente esasperato questo bisogno che adesso la società è diventata solo un sinonimo di sofferenza.
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Io mi stavo facendo i dannati affari miei, poi tu hai forzato l'entrata, e alla fine mi sono trovata io la casa a pezzi
Quella casa che avevo ricostruito un mattone per volta, completamente sola. Te lo ricordi quando te l'ho raccontato? Quando ti ho raccontato di come mi fosse crollata tutta addosso una volta e di quanta fatica io abbia durato a togliermi le macerie di dosso e ricostruire tutto da capo?
E invece il rispetto del dolore altrui dove sta? L'intelligenza e il cuore di capire che, lì dove c'è già stato dolore, non bisogna metterci le mani se non è per accarezzare.
Non capirò mai come fanno le persone ad essere coscienti del dolore che procureranno ad un altro e decidere comunque di proseguire diritto
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Adorabile strega, ami tu i dannati?
Dimmi, conosci l’irremissibile?
Conosci il Rimorso dai dardi avvelenati
cui il nostro cuore serve da bersaglio?
Adorabile strega, ami tu i dannati?
(Charles Baudelaire)
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--- lancia una inquietante minaccia: "Se X non rispetta le regole UE può essere chiuso".
Gente che non rispetta le regole UE rilanciando palesi bufale fake tipo Cybertruck regalo di Musk a Kadyrov e non si rendono contro che proprio perché i primi a caderci son loro (medioman che desiderano tanto che ciò a cui credono sia vero), sarebbe meglio per loro andarci cauti.
La mia civiltà negli anni '70 e '80 SCELSE DELIBERATAMENTE la libertà di espressione rispetto a chi si sentiva minacciato dalla pornografia. Oggi abbiamo nuovamente tra le palle dei reprobi bacchettoni reazionari IGNORANTI.
Travestiti da progressisti verilibberali, in realtà costretti a camminare all'indietro dalla testa voltata di 180 gradi, come i dannati indovini e superstiziosi di Dante.
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