#QUE CAZZO È QUE
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By the way... this thing exists
Everyday I wake up in the same timeline in which this hideous thing exists.
#i hate him so much it's visceral#give me ONE good reason to like him#I NEED ONE#I CAN'T FIND ONE#steel rambles#transformers#maccadam#maccadams#shitpost#transformers bayverse#que#QUE CAZZO È QUE#PERCHÉ ESISTI#ORRIPILANTE MADONNA MIA NON SI PUÒ GUARDARE QUESTA COSA RAPPRESENTA TUTTO CIÒ CHE C'È DI SBAGLIATO IN QUEI DANNATI FILM LO ODIO
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Da non credere cosa può capitare a voler essere gentile con i vicini di casa.
Si erano trasferiti nel condominio da qualche settimana. Padre, madre e un ragazzo adolescente. Non si erano presentati e così mi è sembrato un gesto di buon vicinato andare a bussare io alla porta, e portare un dolce di benvenuto, fatto con le mie mani.
Quando ho suonato il campanello nessuno ha risposto e avevo già girato le spalle per tornarmene nel mio appartamento.
Quando si apre la porta. È il figlio.
“Ciao, gli dico, sono la signora Margherita, quella del piano di sopra. Volevo presentarmi a tuo padre e tua madre e ho portato una piccola torta che ho preparato per darvi il benvenuto….”
Il ragazzo è stranamente tutto rosso in volto. È in tuta e con tutte e due le mani tira verso il basso il bordo della felpa, come se dovesse nascondere qualcosa.
Sono abbastanza vecchia, ed esperta di ragazzi: ho capito subito che, complice il fatto che la casa fosse vuota, stava facendo qualcosa …che avevo interrotto…..
“Mamma e papà non ci sono….” Infatti dice, con un filo di voce. Non un buongiorno, non un grazie, chiaramente imbarazzato. Tanto imbarazzato, e tanto occupato a tirare giù la felpa con le due mani, che non fa nemmeno il gesto di prendermi la torta dalle mani. Sono io che devo chiedergli:
“La torta, posso lasciarla almeno, o devo riportarmela via?” Sorridendo.
A quel punto capisce di esser stato maleducato…”Ah si, prego, scusi” farfuglia. Si scosta dalla soglia, mi fa entrare, ma di prendere questa dannata torta non se ne parla. È evidente che il ragazzino si stava masturbando in beata solitudine e che io lo ho interrotto…..e che il cosino ancora non ne vuol sapere di abbassarsi…
“La poggio in cucina?” chiedo e lui non risponde ma fa cenno di sì con il capo.
Potrei andare via, a questo punto, ma sono molto divertita dalla situazione….e anche un po’ intrigata dall’ immaginare che quella felpa cerca di nascondere un bel pene duro….
Così, senza nemmeno chiederglielo, mi vado a sedere sul divano. Gli sorrido. Mi metto comoda e accavallo le gambe. Faccio cenno con la mano di sedersi vicino a me. “Come ti chiami?”
“Antonio…” risponde a bassa voce. Si vede che soffre per l’imbarazzo, ma non riesce a dire di no alla richiesta di una adulta, e così si viene a sedere vicino a me.
Eh si, l’erezione si vede tutta. Si stava masturbando, chiaramente, tesoro, e forse la mia gonna corta, le calze, quei bottoni della camicetta che con nonchalance ho sbottonato, non aiutano il suo pisellone a ritrovare la quiete.
Lo guardo bene. È carino. Un bocconcino. Mi avvicino a lui. Metto la mia mano sulla sua, per essere pronta a trattenerlo se, impaurito, tentasse di scappar via. I suoi occhi vanno dalle mie cosce al seno. Il pomo d’Adamo nel collo fa su e giù.
“Che hai da guardare, tesoro?” Guido la sua mano sulla mia gamba. Non oppone resistenza, bene. “Forse ti piaccio?”
Resta con la bocca aperta, ma non risponde. Mi chino su di lui, con l’altra mano gli prendo il mento fra le dita, guido la sua bocca verso la mia e lo bacio sulle labbra, facendogliele aprire finché la mia lingua non scivola dentro la sua bocca.
La mia mano lascia la sua che mi sfiora le gambe e va a controllare quanto sia duro sotto la tuta. Con piacere sento non solo che lo è, e tanto, ma anche che sotto la tuta non ha nulla: deve essersi rivestito davvero di fretta quando ho bussato.
Gli abbasso la tuta, continuando a tenergli la lingua in bocca, glielo scopro e lo accarezzo. Lo sento gemere, ma non lo faccio venire, non lì in salone.
“Vieni, mostrami dove è la tua stanza ….” Gli dico prendendolo per mano.
In camera sua lo spingo sul letto, gli ho tolto la felpa, i pantaloni della tuta abbassati sotto le ginocchia. In piedi davanti a lui mi tolgo le mutandine.
“Quando tornano i tuoi?” “Alle 6”, balbetta. “Ottimo” e gli sono di sopra, liberando i seni e dandoglieli da succhiare mentre mi impossesso del suo cazzo per scoparmelo come si deve.
“Da oggi ti aspetto a casa mia ogni giorno a quest’ora, intesi?”, mentre comincia a gemere sotto di me, “e basta seghe!”
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Leggimi alla fine.
Un angolo di luce buia.
26/11/21
Se sei appena arrivato su questo blog, leggi questo post per ultimo, dopo aver letto almeno uno dei precedenti (preferibilmente più di uno)
Ho spolverato questa pagina dimenticata da dio dopo anni pubblicando due post rimasti nelle bozze a nascondersi e pubblicando questo qui adesso.
E ho capito perché l'ho abbandonata.
Ebbi l'idea di creare questo blog dopo aver scritto il primo post di questa pagina nel lontano 2014, in un periodo non particolarmente felice della mia vita, con l'intento di scrivere un post per ogni "situazione orribile" da me provata. Accomunavo i tratti comuni di tutte le volte in cui mi ero sentito parecchio giù di morale per isolare ed esorcizzare lo stato d'animo stesso.
Avevo creato un format. Un misto tra un programma televisivo e un appuntamento dallo psicologo. Avanti un'altro (problema)
Con il tempo, però, mi accorgevo di non riuscire a scriverci.
Sebbene il primo post l'avessi scritto tutto di getto in pochissimo tempo, per scrivere gli altri impiegavo di più, molto di più, sempre più tempo.
Immagina un foglio bianco. Io disegno un punto e ti dico di tracciare una linea retta o curva che lo intersechi. Hai infinite soluzioni.
Poi però ne disegno due di punti e ti chiedo di unirli allo stesso modo, con una linea qualsiasi. Le soluzioni possibili iniziano a diminuire.
Poi ne disegno 3 e ti chiedo lo stesso. Poi 10. Poi 350. Poi 42 milioni.
I punti sono le situazioni che mi sono accadute, mentre le linee i miei racconti.
È logico quindi che con meno situazioni tracciare coerentemente i contorni dell'emozione è esponenzialmente e drasticamente più semplice. Più aumentavano le situazioni che vivevo, più era difficile farle combaciare con il format che avevo creato all'inizio.
Quindi mi sono reso conto e sono giunto alla conclusione di non aver nulla da dire, o forse di non riuscire a dirlo perché non avevo mai provato veramente sensazioni orribili.
O almeno era così, fino ad un giorno.
Un giorno qualunque scopro che mia madre ha una malattia terminale. Ho 27 anni quando mi succede, lei 51. E questa è veramente una sensazione orribile che ho provato, e più che orribile direi disgustosa e vomitevole sopra ogni limite, perché da quando lo scopri devi vivere con la consapevolezza di un dolore che proverai e nei confronti del quale sei totalmente inerme. Vorresti fare tanto, tutto, ma non puoi fare un cazzo, niente. A volte parliamo delle situazioni spiacevoli definendole "una merda". Questa non è una merda perché la merda a qualcosa serve. Osservare impotenti una persona che soffre e si spegne lentamente di fronte ai tuoi occhi, dimmi, a cosa serve veramente? È come essere legati ad un palo ed assistere ad una persona che sta per venire trafitta da una lama. Ma chi infliggerà il colpo mortale si muove molto lentamente, al punto che non riesci bene a distinguere il fatto che si stia muovendo davvero, guardandolo tutti i giorni. E tu sei lì, ma è come se non ci fossi veramente perché non puoi fare nulla, se non stare a guardare, immobile, impotente, inerme.
A questo punto quindi, penso che dovrei aver tanto da scrivere, di cui parlare. Questa situazione così spiacevole dovrebbe essere combustibile altamente infiammabile per il fuoco dei miei pensieri. Eppure mi sento in un paradosso, come se avessi oltrepassato l'asintoto verticale della funzione dell'intensità dei miei stati d'animo e mi trovassi dall'altra parte dell'infinito, quindi con segno opposto; come se quel combustibile così tanto infiammabile lo fosse sì infinitamente, ma ad un punto tale di esserlo "troppo" non essendo quindi più in grado di prendere fuoco.
E mi ritrovo a vedere il riflesso delle mie volontà nascoste nei comportamenti quotidiani: vorrei che niente finisca davvero, così come questo post che sto scrivendo, al quale non riesco a dare una degna conclusione, la stessa conclusione che manca e che non riesco a vedere nella vita di mia madre che si sta lentamente spegnendo davanti ai miei occhi.
E questa è in assoluto la peggiore sensazione orribile che io abbia mai provato.
#pensieri#frasi#riflessioni#sfogo#tristezza#dolore#sofferenza#sensazioni#orribili#frasi profonde#diario
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Comunque era da un po’ che non mi ritrovavo incapace di analizzare e razionalizzare una determinata emozione ma sono un paio di settimane che sento mia madre parlare al telefono con i miei familiari in Ecuador di come mio nonno stia ormai vivendo quelli che si possono definire i suoi ultimi momenti di vita. È iniziato con i deliri del passato che veniva a vendicarsi per i suoi errori di gioventù e ieri lo hanno ricoverato all’ospedale completamente disidratato … mia madre piange e dice a mia nonna di non portare rancore a papà Rodolfo che tanto adesso…
Tanto adesso, ormai, però se, comunque fatemi sapere
Solo lei e mia zia si trovano oltre oceano, gli altri figli sono tutti lì vicino e capisco la frustrazione, il dolore. Capisco? Mia zia andrà il prossimo mese. Mia madre piange e ha gli incubi di notte. La sorella minore se ne sbatte il cazzo e tratta tutti di merda, neanche saluta e vive in casa con loro: mia madre piange dalla rabbia.
Quando andavo a trovare i nonni mi prendeva il braccio, stringeva fortissimo, poi diceva: tu sei la figlia della petty! Ti riconosco, oh, mia figlia! Lei era bella, intelligente, sai che le cantavo questa canzone? E cantava e io perdevo il pullman perché non mi lasciava andare. Prima di tornare qui l’ho svegliato per salutarlo e per un bel po’ mi ha guardata senza capire chi fossi, poi ha detto torni in italia? Torni dalla petty? Allora sei Mabelle! E mi ha stretto così forte che mi ha lasciato un dolore al braccio per 3 giorni. Penso sarà questo l’ultimo ricordo che mi rimarrà di mio nonno.
La morte è una conseguenza della vita; Pasquale va in farmacia tutti i giorni a controllare il cuore e la pressione, mia madre piange per suo padre dopo aver preso le sue medicine tutte le sere, 95anni? O forse sono 98? Sono triste? Una mia vicina di casa è morta nel suo letto l’altro giorno a 86anni. Il fratello del mio vicino invece si è impiccato il mese scorso, poco dopo la morte della madre. Pato ha perso il padre un anno fa. Sono 6 anni che Lorenzo è morto di overdose. La morte è sempre con noi ma io ancora non so come reagire quando
Forse sto aspettando que la huesuda se lleve a mi viejito para volver a rezarle… o debería hacerlo antes que lo abrace? pedirle que se lo lleve sin hacerlo sufrir mucho; no le tengas rencor mi santa muerte, ya para que, a estas alturas
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Lo so che sarebbe un ask, ma io lo faccio lo stesso così
1:What got you into Hetalia? UN EDIT SU INSTAGRAM DI @INNOCENTEDITS E PRIMA ANCORA UN MEP CON SOME NIGHTS
2: What month and year did you first start watching it? LUGLIO 2017
3: Who is your favourite character currently? FRANCIA
4: If you could have one ship become canon, what pairing would it be? FRUK
5: Do you like Hetalia yaoi? BOH RAGA SE GUARDI HETALIA NON PUOI NON SHIPPARE I PERSONAGGI MASCHILI TRA DI LORO
6: How has Hetalia affected history for you? CAPISCO DI ESSERE PERMANENTEMENTE DANNEGGIATA QUANDO LEGGO SUI LIBRI DI STORIA "I TEDESCHI PENETRARONO IN ITALIA" E PENSO A TUTT'ALTRO
7: What do you prefer and why: Axis or Allies? IL TRIO È ICONICO, MA FORSE PREFERISCO GLI ALLIES
8: Hetalia OTP? FRUK E SPAMANO
9: Do any of your friends like Hetalia? YEPPP
10: Are you caught up with all of the episodes? LO AMMETTO: NON HO GUARDATO TUTTA L'ULTIMA STAGIONE USCITA- MI SONO DIMENTICATA
11: Which Hetalia-related merchandise (official and unofficial) do you own? DELLE MINI ACTION FIGURE DI FRANCIA E INGHILTERRA, DELLE STATUETTE IN ACRILICO, DELLE SPILLE, DELLE CARTE E DEI PORTACHIAVI
12: Do you read any fanfics and if so, what's your favourite one? NE HO LETTE TROPPE, FAV IN ASSOLUTO IL MIELE SUL BICCHIERE
13: How have you contributed to the fandom? FACEVO EDIT, SCRIVO FANFICTION E DIFFONDO IL VERBO OVUNQUE
14: What popular ship do you not like? NESSUNA, SONO UNA MULTISHIPPER ED È DIFFICILE TROVARE UNA SHIP CHE NON MI PIACCIA
15: What unpopular ship do you like? FORSE UNGHERIA X CZECH
16: Who was the first character you instantly fell in love with? CREDO FOSSE SEMPRE FRANCIA PERCHÈ AVEVO VISTO UN EDIT TRISTE SU DI LUI LOL
17: What episode gave you the most feels? QUELLO DEL SOLDATO FRANCESE
18: What episode gave you the most laughs? FORSE QUELLO DI SAN VALENTINO
19: What is your favourite episode in general? IDK DOVREI RIGUARDARE LA SERIE LMAO
20: Do you have any crossover ships with any Hetalia characters? NO
21: What is your favourite Hetaloid song? MAI SENTITE
22: Thoughts on HetaOni? Have you played it? SAREBBE STATO FIGO FARCI UNO SPIN-OFF ANIMATO
23: Is Germany the Holy Roman Empire? SECONDO ME SI' IN UN CERTO SENSO
24: Any character you don't like in particular? FORSE ESTONIA, LETTONIA E UCRAINA
25: Do you roleplay any characters on Tumblr, Facebook, Twitter, Omegle, etc? NO
26: Who would be the one character you would love to meet? FRANCIA OBV E FORSE ROMANO GIUSTO PER FARMI DARE UNA SVEGLIATA LMAOOO
27: Do you recognize Sealand as a country? LMAO... NO
28: If you could ask Himaruya one question only, what would it be? DATO CHE LI DISEGNI SEMPRE CON QUESTA TENSIONE SESSUALE EVIDENTE, PUOI DISEGNARE FRANCIA E INGHILTERRA CHE FANNO FICHI FICHI? GRAZIE
29: Do you cosplay any of the characters from Hetalia? VOLEVO FARE NYO FRANCIA
30: If you had the ability to change your height, shape, voice, clothing, and even gender, who would be your dream Hetalia cosplay? IDK FORSE INGHILTERRA CON L'OUTFIT ROSSO
31: Look at the country you are currently living in. If they are an official Hetalia character, how do you feel about that character, as well as the country itself? NORD E SUD ITALIA SONO PERFETTI
32: What are some Hetalia OC's (Original Characters) you have made up? CENTRO ITALIA
33: What are some of your biggest headcanons? QUELLO DI FRANCIA-MIMO E INGHILTERRA-GUARDIA NELL'ALDILA', HOGWARTS AU, MUTANT AU
34: What is the one thing about the fandom that irks you the most? GLI ANTIS DELLE SHIP, AVETE ROTTO IL CAZZO
35: Your favourite seiyuu/voice actor in the Sub or the Dub? IL DOPPIATORE DI INGHILTERRA IN GIAPPONESE E ANCHE QUELLA DI CZECH
36: Are you a HetaStuck? Thoughts on it? MA CHE È
37: Is Hetalia the biggest fandom you are in? If not, what is? SONO IN TANTISSIMI FANDOM MA SICURAMENTE HETALIA È UNO DEI PIÙ RILEVANTI INSIEME A PANDORA HEARTS
38: How much has Hetalia taken over your life? TROPPO
39: What is your favourite fan-made video or tribute you've ever seen? QUELLO CON SOME NIGHTS DEI FAN, STAMPATO NEL MIO CERVELLO
40: Do you think Prussia is awesome? OVVIO, MA È ANCHE UN FALLITO AHAHAHAH
41: Personality-wise, which character are you like the most? UN MIX TRA ITALIA, CINA E GIAPPONE
42: How do you feel about the Nordics? AMORINI
43: How do you feel about the "cult" around Germany? DOITSUISM
44: Any crack pairings? LA GERFRA È MOLTO CAOTICA
45: Will you ever leave the Hetalia fandom? NO
46: Are you glad that you started watching Hetalia? SEMPRE
47: What did you do before starting to watch Hetalia? GUARDAVO ALTRI ANIME COME FACCIO ANCHE ADESSO LOL
48: Have you read the Web Comic, watched the Anime, both, or neither? LETTO E GUARDATO
49: What is the thing in general that you absolutely love about Hetalia? LA COMICITA' E IL FATTO CHE SIA MOLTO VERSATILE (SOPRATTUTTO PER FANFICTION, FANART, AU, HEADCANONS)
50: If you could have one wish granted that was Hetalia-related, what would it be? FRUK E SPAMANO CANON PER FAVORE
Interactive Weekend! 50 Random Hetalia Asks!!!
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La frustrazione mi porta a questo. No, non sono soddisfatta della mia vita Non sono tranquilla. Mi manca l'amore? Mi manca l'autostima? Mi manca la disciplina? Mi manca l'autocontrollo? Mi manca la determinazione? Ogni tanto si. Vorrei riuscire a fare in modo che certe cose non si prendano il controllo, vorrei riuscire a farmi scivolare l'egoismo e la cattiveria dell'essere umano No,non mi entusiasma nessuno, non sento quell'energia, quella voglia di condividere, vivere, essere. Mi sto isolando, penso solo al mio, però pensando e senza agire mi riporto dal passato pensieri che mi dilaniano, mi uccidono Voglio riuscire a non farmi pesare tutto questo. Vorrei riuscire a trovare soluzioni a questi problemi Quanto pesa non avere avuto una figura maschile che avesse stima di me Quanto pesa una figura maschile che ti odia, ti minaccia, che è indifferente verso i tuoi traguardi, del tuo benessere, del tuo amore, della tua speranza, del tuo amore. C ha sputato sopra dall'inizio, ha dato per scontato, ha sporcato, ha schiacciato, indebolito e soppratutto svuotato manipolando tutti quanti. Non riesco a perdonarlo, forse se fosse così starei meglio, ma non riesco a comprenderlo, posso immaginarmi scuse come l'ignoranza, la follia umana ma non riesco a non pensare che tutto questo sia ricaduto su di me Forse mi ha fatto diventare la donna forte che sono ma è così difficile esserlo quando mi trasformo in persona fragile appena mi viene toccato il mio orgoglio, quanto mi viene tolto quell'amore che dovrebbe essere naturalmente dato. Sempre a criticare la vita, sempre a lamentarsi, sempre a sminuire gli altri, sempre a non fare introspezione, niente empatia Mi viene la nausea, l'ansia, il dolore, il cuore spezzato. So che tutto questo serve, aiuta, sviluppa, fa accrescere. Ma basta Ho il cazzo di tempo che mi corre dietro, il tempo che invecchia, il tempo che manda avanti la vita, gli anni, il tempo cazzo il fottuto tempo mi fa impazzire, l averlo perso, il non poterlo recuperare Tutta sta cattiveria dal mondo perchè me la sono meritata? Perchè non ho compreso l amore quando l ho ricevuto? Perchè non ho portato rispetto alle parole e alle persone? Perchè non ho avuto sicurezza in me stessa? Perchè mi sono fatta sottomettere, sminuire dagli altri? Perchè sono stata così stupida a dare il controllo agli altri al posto di controllare me stessa? Perchè non vivo sta cazzo di vita piuttosto che stare li a non fidarmi di nessuno, a diffidare, a criticare. Sono stanca di questa grotta di giudizi che mi sono creata, sono stanca di non farmi scivolare addosso la vita e vivermela. Ma ho l'ansia di quel tempo che passa e l energia manca. Trovo scuse, è più facile raccontarsela che fare davvero qualcosa per cambiare la propria esistenza Voglio cambiare davvero, voglio essere davvero amica di me stessa amica degli altri, voglio sorridere, voglio rispettare voglio poter aiutare il mondo. Non voglio diventare come i miei aguzzini, non voglio la strada facile, non voglio sentirmi più sola finchè ho me stessa con me Devo follemente amarmi, così tanto da credere davvero di essermi innamorata. Quanto sacrificio ci vuole, quanto coraggio, quanta determinazione, quanto devo voler mirare e raggiungere quell obbiettivo. Sono così dura con me stessa, così cattiva, incoerente, ipocrita
perchè devo soffrire giorno dopo giorno, perchè devo nasconderlo..perchè non mi arriva un miracolo a salvarmi da me stessa? Questa rabbia che sale, devo seguire il mio cammino e non sconcentrarmi. Devo saper perdonare, il rancoroso non si evolve, devo migliorare, non sono perfetta ma devo darmi valore. Vorrei solo volare, vorrei solo che mi perdonassero per il male che ho fatto a loro, i problemi che ho loro causato, ho il senso di colpa che mi uccide Il mio sentirmi sempre una bambina, come se mi fossi bloccata e non avessi capito che il tempo è passato e non saremo mai più MAI PIù insieme tutti quanti felici, soddisfatti, appagati. Invece no, rimarrà questa indifferenza, rimarrà questo odio, questo rancore, questo giudizio negativo tra di noi, questa malattia mentale, questa disperazione, questa straziante storia senza pace. Voglio solo migliorare e capire che la vita va avanti e non è come noi vorremmo, è vita non si sa niente, è un incognita imprecisa, non si sa la sua vera natura, scopo e conseguenza..04.10.2024
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Sul palco di "Tu Sì Que Vales" appare il terrapiattista che manda in tilt la giuria (...) ma non convince (la Ferilli) che per tutto il tempo della performance lo critica tra le risate del pubblico: “Qui ormai la gente se alza la mattina e dice la sua, senza manco vergognarsi. Tu sei ingrippato su sta roba, mica hai studiato altrimenti non diresti 'ste cose”. Lo promuove solo Teo Mammucari: “A me la tua follia piace, se uno crede in una cosa la deve divulgare. Per me vale”, dice il comico ma poco dopo arriva il no della De Filippi contraria alla divulgazione selvaggia. La conduttrice stronca il concorrente: "Devono essere divulgate le cose giuste e vere". Poi si alza e torna al suo posto di giudice che aveva temporaneamente abbandonato per sedersi vicina all'amica Ferilli.
da IlTempo, via https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/ferillissima-ldquo-qui-ormai-gente-se-alza-mattina-dice-288807.htm
Il terrapiattista contrariamente alla Raggi non ha convinto la Ferilli, esticazzi!
Esibire la donna barbuta o l’uomo elefante è un classico, così il popolazzo si sente sano e fortunato per come sta. La più bifolca è la maitresse del bordello Amici, che tutta seria (!) stronca l’incauto nel merito proprio: “devono essere divulgate (solo) le cose giuste e vere”, ma chi cazzo sei, Torquemada il Grande inquisitore?
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Giorno 6
Il fatto che io abbia paura, sia preoccupata, o non lo sia, non cambia la situazione.
La scelta sta quindi nel decidere come affrontare la situazione, se lasciare andare e accettare l’incognito oppure preoccuparmi per ogni cosa che vivrò.
Va bene avere paura, è normale avere paura. Ognuno ha le sue paure, io devo accettare le mie.
Voglio però ricordarmi questo, che se guardo indietro a tutte le mie preoccupazioni passar, diciamo nelle ultime due settimane, mi rendo conto che la mia preoccupazione è stata superflua, in tutti i casi. TUTTI.
Oggi è il giorno 6 di isolamento in camera, probabilmente giorno 9 dalla comparsa de raffreddore. Chiamiamolo così. Mi è pure arrivato il ciclo questa mattina. Ogni tanto mi sento irritata e tossisco, ma non mi sento ammalata. Sto bene. Ho voglia di uscire. Voglio abbracciare peter. Voglio farmi il tampone e voglio vederci scritto Negativo su que cazzo di esito.
É una pandemia. Pandemia vuol dire che in tutto il mondo ci sono persone che sono nella mia situazione. Dappertutto. In tutto il globo. C’è sicuramente molta più gente che se la sta passando peggio di me, e il mio pensiero oggi va alle persone sole, a quelle che stanno combattendo, a quelle che hanno paura, a quelle che sentono di non avere più speranza. Voglio mandarmi un po’ della mia energia. Nel mio piccolo, e per quando ingiustificata possa essere la mia situazione, conosce la vostra preoccupazione, la vostra paura.
Io spero di essere arrivata quasi alla fine della mia battaglia, e spero davvero che sarà la prima e ultima volta che mi capiti di dover passare una prova del genere. Mi sento un po’ più speranzosa negli ultimi giorni, un po’ più incline all’accettazione perché so che manca meno, manca poco.
Oggi ho anche ricominciato a lavorare. Almeno mi tengo impegnata per tutto il giorno, mi fa bene. Mi manca peter. Mi manca affondare la faccia in un suo abbraccio, respirare il suo profumo. Ascoltare il suo respiro.
Forza giulia, manca solo qualche altro giorno e poi ci siamo! ♥️
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DIFFERENZA TRA 'STI CAZZI E 'STO CAZZO
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'STI CAZZI
È scientificamente provato (lo sanno tutti, ci sono le prove) che il 90% dei non romani usano 'sticazzi in modo sbagliato. E allora chiariamo subito che a Roma 'sticazzi non è sinonimo di "wow!" come molti erroneamente credono. Ha il significato esattamente contrario: significa "non me ne importa niente".
Esempio corretto:
collega: Sai che mi hanno nominato Direttore Generale?
risposta: E 'sticazzi (varianti: e 'stigrancazzi! oppure: e 'sticazzi nun ce lo metti?)
traduzione: il fatto che ti abbiano promosso non suscita in me alcun interesse né la benché minima ammirazione.
Esempio sbagliato:
domanda: Devi alzarti presto per andare a lavoro?
amico: No, sono il Direttore Generale e faccio come mi pare.
risposta: 'sticazzi! Ti ammiro davvero!
Questo secondo dialogo è esemplificativo dell'uso sbagliato dello 'sticazzi. Un romano, infatti, sceglierebbe piuttosto tra due espressioni, la prima per una persona antipatica la seconda per un amico:
me cojoni! = riconosco il tuo risultato, ma intendo sminuirlo e sottolineare la tua boria;
mortacci! = sono sinceramente ammirato e felice per te.
'STO CAZZO
Per i NON romani (que)sto càzzo è semplicemente il singolare di 'sticazzi. E invece manco pe' gnente! (=le cose non stanno assolutamente in questo modo). Dato che lo considerano il singolare di 'sticazzi, lo usano nello stesso modo sbagliato pensando che sia un'esclamazione di ammirazione.
Il romano quando utilizza l'espressione 'sto càzzo la accompagna con il tipico gesto delle mani che tracciano nell'aria il perimetro di un triangolo la cui base inizia all'altezza del viso e il cui vertice poggia inequivocabilmente sull'inguine. 'Sto càzzo è frequentemente utilizzata come risposta in svariate circostanze, ad esempio:
D: Che si mangia stasera? R: 'Sto càzzo.
D: (al citofono) Chi è? R: 'Sto càzzo.
Questo secondo esempio richiama un'altra locuzione romana: "Fra' Càzzo da Velletri". Velletri è una cittadina dei Castelli Romani piuttosto famosa per aver dato i natali a questo tanto citato quanto ignoto frate Càzzo. Un nome piuttosto impegnativo, che ha meritato al religioso una gloria imperitura. I romani usano Fra' Càzzo da Velletri come risposta quando ritengono sciocca la domanda dell'interlocutore. Esempio:
D: E poi chi ha cambiato la ruota della macchina? R: Fra' Càzzo da Velletri (=chi altri vuoi che abbia cambiato la ruota della macchina? Io, naturalmente).
D: (al citofono) Chi è? R: Fra' Càzzo da Velletri (=perché mi porgi questa domanda quando la risposta è palesemente scontata?).
Uno degli usi più comuni di 'sto càzzo è quello di utilizzarlo come aggettivo dimostrativo con l'aggiunta di "de", ad esempio: 'sto cazzo de semaforo è sempre rosso, 'sti cazzo de auti nun passano mai (a Roma "auti" è il plurale di auto = autobus).
Altro ed ultimo significato di 'STO CAZZO:
Viene utilizzato spesso anche come esclamazione di stupore e al tempo stesso di ammirazione.
Esempio:
A: Ieri alla fine ho concluso questo percorso universitario..mi sono laureato!
B: Con quanto??
A: 110 e lode.
B: 'STO CAZZO!!!
Spero di essere stato chiaro...se non fosse così...'STI CAZZI!
Cris
Roma Nun Fa' La Stupida Stasera
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Least favourite transformer🫵
I don't know I always find a reason to dislike even the worst assholes in this franchise
Idk like it's easy to dunk on him but wheelie? Like idk he appears rarely and when he appear he's kind of an ass.
No
Wait
I forgot my nemesis
My most hated being in the existence
Fucking Que. Holy shit I forgot I lived in a world where that abomination exists. That's not Wheeljack That's a sleep paralysis. Fycking Que. Que... Que... Que cazzo è quel coso?????
Well yeah okay fuck you Que. I will hate you till the day I die. Keep that thing away from me I'm telling you.
#steel answers#thanks for the ask#for a moment i forgot about my worst nightmare#literally the coping mechanism for that tjing was forgetting about it#everything is wrong with him#hate him lol i can bylly him for hours
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Francesco Gabbani - Einstein (lyrics translation)
Francesco’s new album is out! I bought it two days ago! I’m gonna see him tomorrow evening for the meet&greet! Have a translation to celebrate :D
youtube
Einstein
E’ tutta una questione di pazienza trovare tutto subito o fare senza ma guarda che non è una dipendenza mi capita ogni tanto ti penso mentre canto
It’s all a matter of patience to find everything immediately or to go without but look, it’s not an addiction it happens to me sometimes I think of you when I’m singing
Ascolto le canzoni del momento l’originalità del sogno di un talento tipo: “Questa mattina mi sono svegliato strafatto cosa ci fai nel mio letto questa mattina... bella signorina?” E mi riguardo ‘Basta che funzioni’ da prigioniero mi dirigo verso il letto sovrappensiero come Marco Castoldi sostiene di andare ad ogni funerale e dormo poco, dormo male (e domani sembra ieri) tra i pensieri un naufragare (sarai sempre quel che eri) Apro gli occhi e guardo il muro cimitero di zanzare, allucinazioni e poi compare, e poi compare... (chi è che compare?)
I listen to the latest hit songs the originality of a dream of talent, like: “This morning I woke up completely stoned what are you doing in my bed this morning... beautiful lady?” And I rewatch ‘Wathever works’ as a prisoner I head toward my bed while spacing out like Marco Castoldi claims to go at every funeral and I don’t sleep much, I sleep badly (and tomorrow looks like yesterday) floundering through thoughts (you will always be what you were) I open my eyes and look at the mosquito cemetery wall, allucinations and then appears, and then appears... (who appears?)
Einstein che mi dice “Tutto è relativo il tuo punto fermo non ha alcun motivo” Einstein che mi dice “Cazzo fai, Francesco?!” provo, provo, provo e prima o poi ci riesco, ci riesco “è tutto relativo” ma ci sei o ci fai? “è relativo, baby” tutto è relativo
Einstein who tells me “All is relative your fixed point has no reason” Einstein who tells me “The fuck you’re doing, Francesco?!” I try, try, try and sooner or later I succeed, I succeed “it’s all relative” are you stupid or what? “it’s relative, baby” all is relative
Devoti al santuario dell’apparenza leccare il culo al Re o fare resistenza se guardi nello specchio vedi quel che vuoi indiani e cowboy sì, ma dei paesi tuoi La luce che ci illumina la festa arriva da una stella di sinistra o destra? Nel mezzo del cammin che si è oscurato mi sono innamorato, mi sento illuminato
Worshippers at the appearance’s sanctuary to lick the King’s ass or to resist if you look inside the mirror you see what you want indians and cowboys yes, but of your own land The light which illuminates our party comes from a left or right star? In the middle of a path which went dark I fell in love, I feel illuminated
E mi riguardo volentieri ‘Django’, suona il postino vado verso il mare, ma sono un alpino che vuol solo scalare la cordigliera delle Ande per dimenticare com’è profondo questo mare (ti conviene respirare) e andare a caso senza rotta (stai attento non si tocca) sarà meglio continuare a testa bassa ad annuire o con l’anima sognare? Tu si que vales!
And I gladly rewatch ‘Django’, the postman rings I go toward the sea, but I’m an Alpino who only wants to climb the Andes cordillera to forget how deep is this sea (you better breathe) and go at random without a rout (be careful, you can’t touch the bottom) would it be better to keep on with our heads down or to dream with our souls? Tu si que vales!
(Chorus)
Il mondo è appeso al cielo e grava la gravità cadendo mi sollevo, tutto è relativo il mondo è appeso al cielo e grava la gravità cadendo mi sollevo
The world is hanging from the sky and burdens on gravity falling I myself lift up, all is relative the world is hanging from the sky and burdens on gravity falling I myself lift up
Notes:
There are clear references to the works of poets and writers (Leopardi and Dante, above all), to movies and famous people (Einstein and Marco Castoldi, which is the real name of Italian singer ‘Morgan’). There are, as usual, Italian ways of saying which I tried to translate as best as I could and also words that can’t be translated like ‘Alpino’ (which is a specifically Italian Military Corp of mountain soldiers).
Hope you like this song as much as I do! :)
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03.02.2020
Il problema è che quando hai troppa poca autostima, non è semplicemente colpa delle tue paranoie, ma degli altri, principalmente. Perché quelle paranoie non si insinuano nella tua testa da un giorno all'altro. È qualcuno che le ha fatte nascere, e poi le ha alimentate. Da bambini non si pensa all'aspetto fisico, al carattere di una persona, ai suoi sentimenti. Non si percepisce minimamente l'esistenza di queste cose. Vedi le persone per come sono, e non ti senti in diritto di giudicare negativamente nessuno. Poi si arriva a un certo punto, verso i 9/10 anni, quando ci si avvia verso l'adolescenza, durante la quale improvvisamente si aprono gli occhi, e si cominciano a vedere gli altri con occhi diversi, con occhio critico. Poi, da persona a persona, ovviamente c'è chi continua la sua vita come ha sempre fatto, senza dar fastidio a nessuno. E c'è che invece deve per forza commentare, esagerando forse anche di proposito. Ed è allora che un giorno, le tue amichette ti guardano, e per la prima volta dopo anni di conoscenza, dalla nascita quasi, una di loro ti fa: 《Ma sei anoressica?》.
Tu rimani a guardarla, senza capire. Non sai nemmeno tu che significa, ma già percepisci che si tratta di qualcosa di negativo, e anche accusatorio. 《No.》 rispondi automaticamente, ma non sei sicura nemmeno tu di ciò che stai dicendo, perché potresti anche essere anoressica, ma non sai cosa voglia dire, e anche se fosse, perché dirlo ora?
A quella bambina si aggiungono altre due, che continuano 《Si, è vero! Sei anoressica!》. E così parte un simpatico coro di "sei anoressica! sei anoressica!" Mentre tu cerchi di ricacciare indietro queste accuse che non comprendi, ma senza riuscirci, e vieni sommersa.
Passano gli anni, e passa anche il ricordo di quell'episodio. Come se non fosse nulla di importante. E forse davvero non lo era.
Arrivi alle medie, conosci nuova gente, ti innamori la prima volta. Tutto scorre normalmente. Quando un giorno, una tua amica viene a dirti che una tua compagna di classe, che sinceramente non ti stava nemmeno tanto simpatica, ma con la quale cercavi comunque di andare daccordo senza litigare, ti parla dietro le spalle dicendo che sei "un'handicappata". Tu ci ridi pure su, e pensi "ma sta stronza!", tanto, non è nulla di significativo, un altro episodio isolato.
Poi durante le ore di educazione fisica c'è sempre quel ragazzetto che ti prendeva di mira anche alle elementari per ogni sbaglio che facevi. Quando non prendevi la palla, vai con le urla e gli insulti. Quando capivi male le regole di un gioco (negata per lo sport dalla nascita), vai di insulti di nuovo.
E allora comincia a nascere dentro di te una vocetta stupida, che però non puoi spegnere, che ti dice ogni volta "ecco, ora se non prendi la palla, quello ricomincia a gridarti addosso" "ecco, adesso ci stai mettendo troppo tempo ad andare a riprendere la palla, ti stanno guardando tutti, adesso qualcuno si lamenta" "ecco, lei è così brava a giocare, perché io sono così rincoglionita?" "ecco, adesso ti viene da piangere, stai già piangendo, lo stanno vedendo tutti, adesso penseranno che sei stupida".
Un giorno, state giocando al gioco della bottiglia durante un'ora di supplenza, tocca ad un ragazzo. Obbligo o verità? Verità. Chi è più bella, Silvia o *tizia*? *tizia*. E tu stai li con un sorriso imbarazzato, non sai se prenderla a ridere o no. "Dovresti prenderla a ridere, cioè, è quasi tuo cugino questo qua, che ti importa che pensa sia più bella un'altra ragazza e non tu? Ma non lo penserà solo lui, lo pensano tutti che sei brutta. Lo pensa anche lui, quel ragazzino del quale sei innamorata, anche lui sta ridendo con gli altri, pensa che sei brutta. Fai schifo, non piaci a nessuno. Nessuno si è sentito di smentire, quindi sei brutta davvero". Tu stai li con un mezzo sorriso, rossa, guardi in basso, e vorresti sprofondare dalla vergogna e dall'imbarazzo. Vorresti essere da un'altra parte.
Poi un giorno litighi con la tua migliore amica. Partono insulti da entrambe le parti, si, anche dalla tua parte, perché ti sei rotta di subire sempre, e per una volta vuoi cacciare tutte le cose tenute dentro per troppo tempo. Ma a un certo punto ti viene detto 《Col carattere di merda che hai ti ritroverai senza amici》. Pensi che sia una grande cazzata, ma non ne sei così sicura.
Arrivi alle superiori, e pare tutto nella norma anche qui. Ci sono alcune ragazze che non ti sono simpatiche, ma tu fai finta di niente. Anzi, no. Perché devo stare sempre zitta? Se non vogliono passarmi i compiti di matematica? A me servono, e ste stronze non vogliono darmeli. Allora iniziamo a litigare sulla chat del gruppo. Non so nemmeno come difendermi, contro 8 persone. 《Muori》 《Vaffanculo, Silvia, non rompere il cazzo》 《Eh, ma che è, non ti si può dire niente!》 《Non fare la vittima, dai su》.
Anche quando non litigate, provi a inserirti nel gruppo, fare amicizia, sembrare simpatica. Sembrare, perché magari non lo sei davvero. Forse sei veramente stupida. Ma nemmeno così funziona. 《Ma che cazzo vuoi?》 《Oh, ma sempre a rompe le palle stai?》.
Cambi scuola. La nuova classe sembra decisamente migliore. Tu sei decisa assolutamente a non commentare più nulla, a non arrabbiarti. Perché è sempre colpa tua se si litiga. E tutto fila liscio infatti.
Poi 2 anni dopo, un giorno, sei con le tue nuove amiche a chiacchierare, e si passa non si sa come a parlare di peso, di IMC, sovrappeso, sottopeso, eccetera. Fai il test con le altre ragazze, e esce che sei gravemente sottopeso. 《Eh, ma infatti sei anoressica》. Eccola. È tornata quella parola. Questa volta lo sai che significa, e non ti piace per niente. Perché, come quella volta di tanti anni prima, non è vero che lo sei. Ma continuano a dirtelo, perché? Solo perché sei un pò più magra delle altre. Solo perché non hai quasi per niente seno. Solo perché hai il sedere un pò schiacciato. Solo perchè hai le gambe un pò magre.
《Nooo, Silvia, sto vestito non ti sta bene secondo me》
《Ma mangi?》
E così via. Ricominciamo da capo.
Un giorno, le tue amiche tu fanno scoprire una nuova app, Twitter, e ti ci iscrivi. Ma per qualche motivo strano, loro non vogliono farti sapere quali sono i loro profili. "Ecco, lo vedi? Ti odiano anche loro. Forse ti parlano anche male alle tue spalle."
Un'altro giorno, sei costretta a portare lo zaino con le rotelle perché sulla schiena appena operata non puoi. E questo zaino sul marciapiede con le pietre fa tanto rumore. E tutti si girano a guardarti. Tutti ti guardano, qualcuna ride anche. Qualcuna lo chiama "il trolley". Anche le tue amiche ti dicono 《A Sì, certo che sto zaino fa casino》. Ma che, è colpa mia? "Sembri stupida, stupida e handicappata".
Tutti sembrano guardare te, e prenderti in giro, tutti ti giudicano senza che tu lo sappia. "Ecco, adesso entri in corriera per ultima, e rimani in piedi, tutti pensano che sei una sfigata, perché non sai nemmeno prenderti un posto. Ti guardano tutti e ti giudicano"
E stai lì, da sola in piedi come un palo, in corriera, e seduta lì di fianco c'è una ragazza, anche più piccola di te. La conosci appena di vista. Con la coda dell'occhio la vedi chattare con qualcuno su whatsapp. A un certo punto la vedi aprire la fotocamera interna, scattarti una foto di nascosto, e mandarla a qualcuno sulla chat. Non arrivi subito a capire cosa sia successo, ma quando te ne rendi conto non hai comunque la forza di dire niente. Forse hai visto male. No, hai visto benissimo, ma che puoi farci? Anche chi non ti conosce ti prende per il culo, è vero allora che tutti mi guardano e mi vedono stupida. E brutta, anche.
Inizia un giorno così, a salirti l'ansia. Un pò anche per la scuola, si, ma non solo. Non sai nemmeno tu per cosa sia. Ti senti inutile. Anche alcuni professori tu fanno sentire stupida e insignificante. Ti fanno sentire una nullità.
Finisce la scuola, finisce la maturità. Libertà. Adesso si che si vive. Posso anche uscire con le mie amiche e andarci a divertire. Peccato siano sparite tutte dopo gli esami. Non visualizzano i tuoi messaggi. Escono senza di te. Come se tu non esistessi. E piano piano inizi a sentirti sola, sempre più sola e fuori dal mondo. "Non hai amici, tutti ti odiano, aveva ragione *tizia* a dirti che hai un carattere di merda e ti ritroverai sola, e infatti è successo".
Un giorno, scopri che il ragazzo del quale sei innamorata fin dalle medie, non ti ricambia più. E ti senti stupida, e inutile, e brutta.
Un giorno, un ragazzo di nome Marco ti scrive, e per la prima volta non ti senti più brutta, stupida o inesistente. Ti senti apprezzata, desiderata, bella. Te lo dice anche lui 《per me sei bellissima》 e tu sei al settimo cielo.
Per una volta pensi anche tu che quella vocetta è stupida davvero, e decidi di non ascoltarla, di fidarti di qualcuno che sa usare bene le parole. Fin troppo bene.
《Sei troppo taciturna per me, Silvia, siamo troppo diversi》.
《Non mi sei mancata così tanto durante queste vacanze》
Eccola che torna.
"Sei brutta, non ti trova bella davvero. Gli fai schifo. Gli facevi schifo pure prima ma forse gli sembrava brutto dirtelo subito. Non piaci a nessuno, sei un cesso. Sei stupida e troppo silenziosa, sembri una mummia. Non parli mai, non sai mai che dire, sembri proprio scema. Non sai nemmeno tenerti un ragazzo, figurati, non gli sei mancata per niente, aveva di meglio da fare piuttosto che stare a pensare a te. Eccolo, si è già trovato un'altra ragazza. Sei anche facilmente rimpiazzabile. Sei convinta di essere diversa, e infatti lo sei,ma non per questo sei speciale. Non sei nessuno, ne per lui, ne per gli altri. Tutti si dimenticano della tua esistenza, non vali niente. Niente.
E così via. Sempre più forte. Fino a quando non ti ritrovi a piangere nella tua camera da sola, a 20 anni. Piangere silenziosamente, trattendendo i singhiozzi, ma non le lacrime, per non farti sentire.
E per quanto tu possa pensare che la bellezza non è tutto, che troverai altri amici, altri ragazzi, che devi amarti per quello che sei, non ci riesci. E torna sempre quella stupida vocetta malefica, che ti sbatte in faccia la realtà.
#autostima#senza autostima#no autostima#ragazzo#amici#amiche#solitudine#ansia#scuola#esperienza#piangere#pianto
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Quanto cazzo è bello il francese.
Comme l'impression de devoir te laisser vivre ta vie
Ce n'est pas que tu m'ennuies, mais je sais que je vais te détruire
La nuit est sage, fais de même
Tu me détestes, mais je t'aime
J'ferai tout pour toi mais c'est mort
J'te fais du mal, j'te fais du tort.
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Ultimamente, aparecer frente às câmeras -- e mesmo ante o corpo deficiente¹ de Hyacinthum --- parecia difícil demais, mas tampouco podia ficar enclausurada no quarto: não seria justo com seus fãs. Tutti perguntavam como estava se sentindo em relação ao casamento e Nena não conseguia moldar uma reação diferente do sorriso convidativo, sentindo as entranhas se entortarem à medida que as raízes das árvores mais próximas pareciam tentar agarrá-la. Sempre acontecia quando Verena não estava bem, e a Brunelleschi definitivamente não estava nadinha bem. O plano não era esse, e pappa sabia muito bem disso... Não que falassem muito sobre o futuro romântico da principessa, apenas dos seus planos de casar toda a nobreza italiana --- Nena falava, pappa escutava com um menear de cabeça de vez em quando... Bene, quando não estava puxando sua orelha após mais uma reclamação de mamma. Cazzo! Respirou fundo, batendo os pompons (uma mistura de fitilhos cinza e vermelhos) com alguma agressividade ante a demonstração de poderes. B-E AGGRESSIVE, indeed.² Ah, ela não podia perder a Demonstração! Adorava tietar seus favoritos e, bene, sempre era um momento interessante de ver como os pombinhos reagiam a um possível ferimento --- sua cabecinha adorava pensar em situações onde estivessem sozinhos, e, de preferência, próximos a uma cama! Ao encontrá-lx sozinhx, entretanto, Nena se aproximou, a passos calmos, repousando ambas as mãos sobre a cintura, farfalhando os pompons inconscientemente. O que não fazia pelas pobres almas mal-amadas de Hyacinthum? Nena devia ser canonizada, è vero... “Se continua paradx aí com essa carinha, eu posso muito bem propositar³ uns pompons pra você... Juro que vai ajudar mais elx do que ficar aí. Guarda bene, pesquisas mostram que eles reagem bem melhor quando têm uma torcida organizada.” Assentiu, pendendo a cabeça para o lado ao se recostar no parapeito, apoiando os cotovelos nas bordas..
#discente¹#S-E-J-A AGRESSIVA²#providenciar³#stsanguinem#eu ia responder os starters antigos; mas achei melhor postar um no evento -q EU JURO Q MELHORO A PARTIR DE AGR!!!#só considerem as ultimas 7 linhas !! o resto é contexto
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Que? (Or "qu'est-ce que c'est?")
“Che cazzo è questo? Come ha potuto farmi questo ?! Cagna cazzo! Lo ucciderò.” Angel Dust non è contento dell'ultima mossa di Valentino. Neanche un po.
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Catfish
#𝐀𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐮𝐦𝐫𝐩𝐠; 𝐅𝐥𝐚𝐬𝐡𝐛𝐚𝐜𝐤 || 𝟐𝟓 𝐅𝐞𝐛𝐛𝐫𝐚𝐢𝐨 𝟏𝟗𝟕𝟕
Ambar Ambar dopo tutti gli imprevisti che ci furono con Remus e Genevieve, aveva poco tempo materiale per parlare con Sirius, quindi se voleva scoprire qualsiasi cosa doveva farlo in fretta e soprattutto, senza comportarsi troppo da sé stessa. Essere nei panni di Emmeline pensava fosse semplice, ma minuto dopo minuto, capì che mettersi nei panni (nel vero senso della parola) di qualcun altro, era più semplice a dirsi che a farsi. La dolcezza e la saggezza non facevano per lei, la camminata della Corvonero poi, era quasi impossibile da imitare. Cosa le aveva detto Genevieve? Che sembrava stesse camminando con un bastone in culo?
Il suo piede sbatteva a terra in modo nervoso mentre si stava morsicando il labbro inferiore fino a farlo arrossare. Il tempo scorreva e Sirius non si vedeva, l'espressione di Ambar faticava ad essere rilassata e se continuava a mostrare le sue emozioni da ragazza stressata, sicuramente Sirius avrebbe capito che c'era qualcosa di sbagliato in lei, in Emmeline..
Alzò lo sguardo nervosa prima di lasciarsi sostenere dalla parete. Chiuse gli occhi cercando di calmarsi. «Cazzo!» Lei era arrivata in ritardo all'appuntamento, ma lui era ancora più in ritardo di lei.
Sirius Sirius aveva capito chi vi fosse dietro i bigliettini anonimi già da prima che il professor Lumacorno organizzasse la sua cena. In quell'occasione infatti, tra le righe - poiché Sirius le questioni serie le affrontava solo così, con mezzi termini e frasi dai mille significati - l'aveva lasciato intendere alla ragazza; ad Ambar. Eppure, nei giorni a venire scoprì che questa non doveva aver colto. Non la biasimò, è chiaro. Perfino lui non era in grado di capirsi, delle volte. Per questo dunque, quando quella mattina un gufo gli consegnò una lettera da parte di Emmeline rimase molto stranito nel riconoscervi, al suo interno, la calligrafia della Travers. E rimase altrettanto confuso quando, giungendo sul luogo dell'incontro, in lontananza vide stagliarsi proprio la figura della Corvonero e non, come invece aveva pensato, quella di Ambar. « Emms? Che dovevi dirmi? » Dubbioso, scrutò la ragazza con attenzione. Gli ingranaggi della sua mente si muovevano freneticamente, mentre cercava di fare due più due.
Ambar «Bl...Sirius!» Ad Ambar stava per scappare il cognome del Grifondoro anziché il suo nome. Che poi, Emmeline lo chiamava per nome o per cognome? Non ci aveva mai fatto caso. «Sai, ti cercavo perché volevo farti alcune domande!» Si avvicinò di più a lui, cercando di imitare il più possibile la camminata della Corvonero. Il suo problema però era lo sguardo molto più intenso, ambizioso nell’avere una risposta alle domande che l’attanagliavano ogni giorno. Non era lo sguardo della dolce Emmeline però, perché dietro quello sguardo si nascondevano gli occhi determinati ed insolenti della Serpeverde. «Cosa c’è tra te e Marlene?» Iniziò la frase portando le braccia incrociate sotto al seno, come se fosse sulla difensiva; gesto che potrebbe ricordare Ambar. Finì la frase invece, con un’involontaria mossa delle sopracciglia; gesto che sicuramente gli avrebbe fatto ricordare Ambar. Soprattutto perché doveva ancora abbassare lo sguardo. «Vi siete baciati? Ti piace oppure è solo un passatempo?» Dritta al punto. Inclinò il viso senza distogliere lo sguardo, osservando attentamente i suoi lineamenti cercando di capire se dalla sua bocca usciva la verità o una bugia. Era un po’ in ansia, Ambar. Voleva scoprire di più sul loro conto ma al tempo stesso, non voleva sapere nulla. Era la gelosia che parlava per lei.
Sirius Per fortuna di Ambar, neppure Sirius aveva mai badato a come lo chiamasse Emmeline. Faceva caso a quei particolari solo quando si trattava di acerrimi nemici o di attrazioni fatali. A pensarci, era alquanto ironico che in entrambi i casi, si prediligesse utilizzare il cognome, piuttosto che il nome; sempre, tra le altre cose, con una punta di disprezzo o con finta noncuranza - la McKinnon ne sapeva qualcosa. Le domande, pensò, erano da Emmeline. Il modo di fare invece, decisamente non le apparteneva. Ci mancò poco che le scoppiasse a ridere in faccia. Quando chiese di Marlene poi, Ambar non avrebbe potuto essere più esplicita. Sorriso sghembo, maniche della camicia rigirate sulla braccia a lasciarle appena scoperte, Sirius la lasciò avvicinare. « Che significa cosa c’è? » A vedere la giovane, alzò anche lui le sopracciglia in un guizzo. « Emms… non dirmi che vuoi riprendere la storia con il sottoscritto? Credevo avessimo chiuso. Non stai insieme a Remus adesso? » Mentì, chiaramente. Tra lui e la Corvonero non vi era mai stato nulla, se non un continuo battibeccare. « Ci siamo baciati comunque, sì » mentì nuovamente, sorridendo. Evitando la seconda domanda.
Ambar «Che cosa?» Quella domanda le era uscita con un tono di voce stridulo e un’espressione scioccata in pieno viso. Ambar non ci poteva credere. Non riusciva a capacitarsi di cosa aveva appena sentito; Sirius Black ed Emmeline Vance avevano avuto una relazione? Non ci poteva proprio credere. Ancora con le bocca aperta per la notizia che l’aveva colpita come un pugno in pieno stomaco, stava cercando di ricordare quando quei due avessero avuto una storia, un comportamento intimo. Ambar non si spiegava perché non se n’era mai accorta. Cominciò a balbettare dunque, distogliendo lo sguardo per portarlo in basso e cercare di riprendere possesso del suo cervello e riprendersi dallo shock momentaneo. Cosa che non successe, anzi, il Grifondoro le aveva appena rivelato senza tanti giri di parole, che aveva baciato pure quella gallina insulsa della McKinnon. Se la notizia della sua vecchia relazione con la Corvonero l’aveva spiazzata, sapere che Black aveva posato le sue labbra - sperava non altro - su quelle di Marlene, era stato peggio di un pugno assestato sullo stomaco. Era una sensazione orribile che non aveva in realtà mai provato; le doleva il petto, le mancava il respiro, le mancava l’aria. La sua intenzione era quella di mandarlo a quel paese, scuoterlo magari e spingerlo sulle spalle. Tutti i suoi soliti gesti insomma. Ma non fece nulla di tutto ciò, almeno non i primi secondi. Inghiottì la saliva difficilmente e dopo essersi sentita completamente vuota e spaesata, lo guardò dritto negli occhi cercando di mantenere la calma, stringendo i pugni distesi lungo il corpo. Per la rabbia strinse pure i denti prima farsi scappare una frase nata dal profondo del suo cuore. « Cosa cazzo ci trovi in que... » Si fermò. Emmeline non avrebbe mai sbroccato così, non avrebbe detto una parolaccia e non avrebbe mai avuto i muscoli tesi e l’espressione furibonda. Oppure si? Dopotutto non si era mai accorta di una loro passata relazione. Aveva perso il controllo della situazione -L’aveva mai avuto in pugno?- e per evitare che tutto ciò che fece quel giorno fallisse, gli diede la schiena pronta ad andarsene, non rendendosi conto che i capelli cominciavano già a cambiare colore; Da color grano a color rosa shocking sulle punte.
Sirius Fossero avvenute realmente, le menzogne che le aveva rifilato, si sarebbe dispiaciuto per la compagna. Il loro, minimo, trascorso l’avevano avuto. Era comprensibile che fosse rimasta travolta dal fascino di Sirius Black - anche se comunque il Gifondoro non immaginava quanto profondamente Ambar si sentisse legata a lui. Ma il bacio con la McKinnon non c’era stato. Tantomeno la relazione con la Vance. Dunque, amabilmente, le scoppiò a ridere in faccia. Piegato in due, le mani sulle ginocchia, osservando il pallore del viso di Emmeline, riusciva a vedere Ambar e questa, diavolo, questa era roba da matti. Prima di esplodere, aveva resistito un po’. Al tendersi di lei come una corda di violino però, quei pugni tesi, l’esclamazione elegantissima arricchita dalla parolaccia… esilarante. Quando si voltò, un residuo di ilarità a colorare la sua voce, stette sul punto di richiamarla nuovamente con il nome di Emmeline. Continuando con la messa in scena. Dalla sua bocca difatti uscirono le iniziali del nome della Corvonero. Il braccio proteso, a rendere il tutto ancora più scenico. Solo che, non appena pronunciò quel nome, le punte dei capelli di Ambar assunsero il loro naturale colore e questo lo fece proprio scompisciare. Farneticò quel”Emms”, rivivendo la trasfigurazione dei capelli, una decina di volte prima di decidersi ad abbozzare una corsetta e raggiungerla - ormai si era allontanata. « Merlino Travers, ma che razza di troll ti ha concepita? » quello fu il suo modo di dirle che doveva essere veramente tonta per aver ideato un piano del genere. « Dai fermati un attimo, ti stavo prendendo in giro. »
Ambar Ambar ancora tesa, arrabbiata, delusa e amareggiata, non riusciva proprio a capire cos’aveva da ridere il Grifondoro. Gli angoli delle labbra disegnati verso il basso e le sopracciglia corrucciate e tremanti verso il basso facevano notare il suo stato d’animo molto negativo. Fortuna voleva che gli aveva già dato le spalle e che si fosse già allontanata. Voleva realmente chiedergli cosa ci trovava di divertente in quella situazione, ma aveva già ascoltato tanto e tutte quelle notizie erano troppo per lei. Le tremavano le mani strette a pugno. « Emms » Sentì nominare, e Ambar cercando di rimanere impassibile, calma, chiuse gli occhi continuando a camminare. Un gesto che fece per cercare di concentrarsi e non sclerare contro il ragazzo. Continuò a camminare, almeno finché Sirius non la nominò con il suo cognome; Travers. Si fermò di punto e in bianco sbarrando gli occhi fino a sentirli bruciare, con la coda dell’occhio riconobbe il suo “naturale” colore di capelli, significava solo una cosa; L’effetto della pozione era terminato. «CAZZO!» Imprecò maledicendosi mentre sentiva le guance arrossarsi per la vergogna del momento. Imbarazzante. Stava per fuggire, correre via senza voltarsi per non dargli la soddisfazione di vedere il disagio e l’imbarazzo nei suoi occhi azzurri, ma quando le disse la verità capì le risate che si era fatto fino a poco prima. « COSA? » Si girò con la bocca spalancata e un’espressione scioccata sul volto. « Ma vaffanculo! » Non ci poteva credere, l’aveva veramente presa in giro e c’era cascata come una sciocca. Era furiosa e felice allo stesso momento, e senza aver il coraggio di guardarlo negli occhi per la prima volta dopo anni, le uscì di bocca una risata molto nervosa.
Sirius Non credeva alle sue orecchie. Stava forse ridendo? L’aveva trovata carina quando si era voltata piena di stupore; con la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Per una volta un’espressione diversa da quel suo grugno rabbioso. La risata isterica di lei, per fortuna, era andata a ripristinare l’ordine delle cose. Da piccolo aveva sentito dire in modo figurato (probabilmente dalla madre delle sue cugine) che delle volte le persone perdevano la testa; o, come aveva detto lei: il loro calderone finiva per sciabordare fuori tutta la pozione. Vedere la Serpeverde in quello stato gli riportò alla mente quell’espressione. Fece per condividerla con lei ma ritenne non fosse il caso stuzzicare la pazza. Era risaputo tra i maghi come tra i babbani, che i matti dovessero essere solo assecondati. Si tenne su quella linea.
« Travers se non c’è altro e se sei ancora tra noi, io andrei. Sono pieno di impegni oggi » tirò su il capo, mandando indietro i capelli istintivamente. Fuori faceva fresco ma non tirava vento. Era la giornata perfetta per starsene in sala comune; specie perché per la prima volta dal 18 febbraio - ovvero, da quando avevano saputo dell’attacco al Ministero della Magia - non era troppo demoralizzato dallo stato della società magica. E c’entravano soprattutto le risate che si era fatto. Il piano non le era andato a buon segno, tuttavia ne aveva riconobbe l’inventiva sociopatica. Di mattina aveva risposto infastidito a un gufo di Jemma - la quale gli aveva chiesto cosa ne pensasse della situazione James/Peter - perché c’erano problemi più grandi di questioni sentimentali. Marlene ad esempio aveva perso il padre ed ancora non era tornata a scuola; Sirius ci pensava ogni giorno. Con Ambar invece non si trovò a disapprovare nulla. Non perché la preferisse; semplicemente perché era un caso a sé stante. Riprendiamo solo le persone da cui ci aspettiamo di meglio.
Riprese a camminare che Ambar ancora non gli aveva risposto. Doveva tornare dentro anche lui. Quando le passò di fiancò le gettò un’occhiata indagatrice, prima di proseguire oltre.
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