#guerra e umanità
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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25 Aprile: il racconto di Carla Vogogna, una giovane sposa in tempo di guerra. La storia di coraggio e sacrificio di una donna che ha vissuto l’incubo della guerra e la gioia della liberazione
Correva l’anno 1943, e l’Italia si trovava nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Carla, un’alessandrina di appena 18 anni, si ritrovava in Toscana, nel piccolo borgo di Pari in provincia di Grosseto, perché il marito, arruolato nell’Armata dei Carabini
Correva l’anno 1943, e l’Italia si trovava nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Carla, un’alessandrina di appena 18 anni, si ritrovava in Toscana, nel piccolo borgo di Pari in provincia di Grosseto, perché il marito, arruolato nell’Armata dei Carabinieri, era partito per la Francia. Rimasta sola con il suocero e il cognato, Carla si trovò ad affrontare momenti di estrema difficoltà e…
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falcemartello · 6 months ago
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Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
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clarissasworld · 1 month ago
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L’unica immagine che ha rispecchiato il mio sentire
è il nero,
il buio di questo inutile dolore.
La guerra ci colpisce come uno schiaffo per la vicinanza fisica, per la contiguità.
Per questo il primo pensiero, urgente e doloroso, va alle Donne .
Tante donne, che ci raggiungono per il loro dolore, per la loro forza, in fuga, resistenti, combattenti che siano.
Le donne a cui si affida la fuga per a cura dei piccoli, figli loro o altrui, degli anziani, della sopravvivenza.
Le donne che vogliono resistere, fare la differenza, anche se questo significa abbracciare un mitra, tirare una molotov, arruolarsi.
Le donne che nascono, come la piccola Mia, partorita nel tunnel della metropolitana, diventato bunker.
Le donne, ragazze, bimbe che muoiono.
Le donne che brillano per la loro assenza ai tavoli dove si negozia, dove si decide.
Non ci sono donne laddove si decide di guerra, di bombardamenti, di confini, di misure d’emergenza, ma che sono sempre presenti dove la guerra si subisce.
Le donne che prendono posizione, netta definitiva, anche rinunciando ad un pezzo della loro storia.
Mi attraversano le parole che cercano di descrivere, di fermare in un’unica forma ciò che vedo, che leggo, che sento. Che tengo, trattengo dentro di me, perché niente di questa immane, dolorosa forza vada perso: le lacrime, la forza, il dolore, il sorriso, lo sgomento, la determinazione, la paura, l’amore, la salvezza, la sconfitta, il sovvertimento di ogni sicurezza, l’annientamento, la perdita di futuro, la fame, a sete, la lotta, la resistenza.
Lo stupro.
Lo stupro, ancora e ancora. Non è in questa guerra. E’ la guerra per le donne. Sempre.
Ancora oggi, nelle guerre (si perché “conflitti”- “operazioni speciali” sono termini troppo edulcoranti, che lasciamo agli infingardi) ci sono uomini che vedono nel corpo delle donne un terreno di conquista, sul quale sfogare la radice della violenza e del modo di essere e sentirsi uomo.
Ed è tremendamente amaro il constatare che il corpo delle donne, di tutte le donne, è ancora considerato semplicemente una cosa di cui appropriarsi.
Non ha a che fare con la fame di energia, i territori da conquistare, i confini da ridisegnare: sono i confini della donna ad essere violati
E lo stupro di guerra ne è la forma più schifosa, come se nello stupro ci fosse una rivincita bestiale, un trofeo, una testa mozzata da appendere alla lancia.
Lo stupro e tutte le forme di violenza sessuale vengono usati come armi di guerra per sopraffare, annientare fisicamente e psicologicamente le donne e le ragazze. Sempre. Centinaia di loro , di NOI, sono sottoposte a trattamenti brutali allo scopo di degradarle e privarle della loro umanità. La gravità e la dimensione di questi reati sessuali sono spaventose, al punto da costituire crimini di guerra.
Ho ancora negli occhi il viso di una giovane che ho incontrato in un campo profughi durante la guerra. Non si può mettere su un foglio tutto l’ orrore che stava dietro quello sguardo pulito, profondamente disfatto e senza lacrime. 
Ma nessuna di noi che l’ha incontrata ha il diritto di accantonarlo in un angolo buio dei ricordi difficili.
Il suo pianto silenzioso deve fare rumore attraverso di noi.
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-Anna Maria Romano
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ilpianistasultetto · 11 months ago
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All'europarlamento, anche il PD vota per mandare armi all'Ucraina e per riconquistare anche la Crimea: “All’Ucraina missili a lungo raggio e caccia, fino alla vittoria”.
Bisognerebbe ricordare, a questi signori arrapati di guerra che, nel 1962, John Kennedy (dopo il fallimento di ribaltare il governo Castro a Cuba da parte degli americani), sotto minaccia di Krusciov di lanciare missili nucleari, decise di addivenire a miti consigli, smantellando alcuni missili installati in Turchia e in Italia. In cambio, i sovietici smantellavano i loro missili da Cuba.
C'è sempre un margine di trattativa quando si parla di armi nucleari, ci deve essere per forza, non esiste nessuna "vittoria finale", ma solo una sconfitta per l'intera umanità. Continuare a parlare di armare l'Ucraina, anche con missili di lungo raggio, significa non aver capito una mazza dalla Storia del novecento. @ilpianistasultetto
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gregor-samsung · 3 months ago
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[Oriana Fallaci] Abu Ammar, mi par d’aver letto che gli israeliani la rispettino più di quanto lei li rispetti. Domanda: è capace di rispettare i suoi nemici? [Yasser Arafat] Come combattenti, anzi come strateghi… qualche volta sì. Bisogna ammettere che alcune delle loro tattiche di guerra sono rispettabili, intelligenti. Ma come persone, no: perché si comportano sempre da barbari, in essi non c’è mai un goccio di umanità. Si parla spesso delle loro vittorie, io ho le mie idee sulla loro vittoria del 1967 e su quella del 1956. Quella del 1956 non dovrebbe neanche esser chiamata vittoria, quell’anno essi fecero solo da coda agli aggressori francesi e inglesi. E vinsero con l’aiuto degli americani. Quanto alla vittoria del 1967, essa si deve all’aiuto degli americani. Il denaro viene elargito senza controllo dagli americani a Israele. E oltre al denaro vengono loro elargite le armi più potenti, la tecnologia più avanzata. Il meglio che gli israeliani posseggono viene da fuori: questa storia delle meraviglie che essi avrebbero compiuto nel nostro paese va ridimensionata con più senso della realtà. Noi conosciamo bene quale sia e quale non sia la ricchezza della Palestina: più di tanto non si ricava dalla nostra terra, dal deserto non si fanno i giardini. Quindi la maggior parte di ciò che posseggono viene da fuori. E dalla tecnologia che viene loro fornita dagli imperialisti. [O.F.] Siamo onesti, Abu Ammar: della tecnologia essi hanno fatto e fanno buon uso. E, come militari, se la cavano bene. [Y.A.] Non hanno mai vinto pei loro lati positivi, hanno sempre vinto pei lati negativi degli arabi.
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Oriana Fallaci, Intervista con la Storia - Nuova edizione ampliata e riveduta, B.U.R. / Rizzoli, 1981⁵, pp. 155-156.
NOTA: L'intervista a Yasser Arafat si svolse ad Amman nel marzo del 1972; la prima edizione del libro, una raccolta di interviste pubblicate sul settimanale “L’Europeo”, risale al marzo del 1974.
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fridagentileschi · 4 months ago
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Con Israele dovrebbe esserci tutto l' occidente. Invece sono con l' islam: con lo stupro e la guerra ..la fine dell' umanità..
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raffaeleitlodeo · 6 months ago
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Ieri a S.Anna di Stazzema molte parole, già sentite mille volte, dai rappresentanti delle istituzioni sul palco. Difficile per loro rinunciare all'occasione di sottolineare l'assenza di un rappresentante del governo. Difficile per noi trovare quale differenza abbia determinato questa assenza nel nulla politico dei discorsi.
Se fosse stato installato un filtro antiretorica al microfono, che avesse cancellato le frasi fatte e i buoni propositi da copertina mai diventati azione politica, il silenzio avrebbe accompagnato la manifestazione. Se avessimo potuto non vedere le persone in divisa e con le armi sul piazzale, lo avremmo svuotato della metà. Una manifestazione militare a commemorare centinaia di vittime di militari.
Avremmo sentito solo marce di guerra accompagnare l'ingresso di gonfaloni. Avremmo sentito una serie di ordini di attenti e riposo, Avremmo sentito ripetere decine di volte la parola onore, un balletto di movimenti agli ordini di una voce stentorea per rendere omaggio a donne, uomini e bambini trucidatə. Alla medaglia d'oro al valor - indovinate - militare (!) conferita al comune di Stazzema si rende onore con un minuto di silenzio. Ma prima avremmo sentito echeggiare la marcetta della Leggenda del Piave. Quella del 24 maggio, quella che "non passa lo straniero", ma nessuno sembra trovare fuori luogo la celebrazione guerriera di una vittoria davanti all'ossario delle vittime di S.Anna. Non eroici fanti, se mai ne sono esistiti: solo donne uomini bambine e bambini. Avremmo sentito un coro di voci bianche, bambinə dai 6 ai 12 anni, cantare l'inno nazionale, bambinə che cantano "siam pronti alla morte" davanti alle ossa delle decine di bambini e bambine uccise dai nazisti. Anna Pardini, la più piccola, nata da venti giorni. Avremmo sentito due volte, rabbrividendo, orrore inedito alla commemorazione, il sorvolo di due jet militari, coordinato da un gruppo radio appositamente preparato all'ingresso del piazzale.
Non siamo stati in silenzio. Abbiamo cantato "Bella ciao" come contrappunto alla Canzone del Piave. Abbiamo ricordato con slogan che la Costituzione ripudia la guerra. Abbiamo gridato forte "Vergogna!" dopo il passaggio dei jet militari. E chi ci era amico ed era sul palco ci ha sentito, forte e chiaro. Ci ha ringraziato. E i suoi ringraziamenti, l'aver cercato di dare una dimensione di umanità a questa orribile esaltazione della guerra sotto mentite spoglie, ci ripagano delle critiche ricevute.
Non siamo noi a mancare di rispetto alla memoria.
Marco Frigerio, Facebook
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curiositasmundi · 4 months ago
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Elena Basile
Vorrei che i cantori della propaganda occidentale, coloro che affermano che “la guerra in Ucraina l’ha creata Putin”, che inneggiano all’Occidente perché da sempre in grado di “aiutare i Paesi a combattere per la libertà”, che recitano il catechismo neoliberale senza mostrare alcun ripensamento: tutti questi vorrei fossero deportati a Gaza o in Cisgiordania o in Ucraina a combattere al fronte e rimanessero lì inermi ad osservare la realtà del massacro, vorrei che vedessero i corpi dilaniati o bruciati dei bimbi palestinesi, che assaporassero la verità alla quale sono tanto indifferenti. Ho un‘impronta cristiana e come ho imparato sui libri di Dostoevskij, c’è una umanità che ci accomuna, una pietas che trionfa. I Giuda odierni, dinnanzi all’orrore della guerra, cadrebbero in ginocchio e finalmente smetterebbero di fare sviolinature all’Occidente bellicista: una macchina mostruosa di abusi e di crimini impuniti. Ascolterebbero l’urlo delle vittime e cadrebbero in ginocchio di fronte ai bambini palestinesi, iracheni, afghani, libici, libanesi, di fronte alle vittime dei bombardamenti di Belgrado, di fronte ai diciottenni ucraini sterminati o mutilati.
Usciamo dal moralismo e dai commoventi miti cristiani. Torniamo alla politica internazionale. Le Nazioni Unite sono state distrutte dall’Occidente. Le risoluzioni relative ai soprusi israeliani avrebbero potuto essere imposte da una mediazione tra i membri del Consiglio di Sicurezza se gli Stati Uniti non avessero voluto assicurare l’impunità a Israele. Oggi il Segretario di Stato Blinken ha la faccia tosta di affermare in pubblico che le alture del Golan (terre considerate occupate dall’ONU) possono essere utilizzate per la difesa di Israele. Il Governo criminale di Netanyahu spinge per un conflitto allargato contro Libano e Iran, e con l’esplosione di “cerca persone” semina morte tra civili e non solo tra miliziani. Il conflitto non è ancora scoppiato in virtù della saggezza diplomatica iraniana, ma i titoli dei giornali più letti si limitano a descrivere l’escalation tra Hezbollah e Israele come se fosse un evento voluto dalla provvidenza e non determinato dai comportamenti concreti di uno Stato terrorista.
I Dem Usa non hanno  voglia di farsi trascinare nel conflitto a due mesi dalle elezioni. Sono impotenti di fronte alla lobby di Israele che decide di fatto la politica statunitense, molte volte contro gli interessi americani e del popolo di Israele.
In Ucraina la superiorità russa sul campo militare è un fatto che non sarà sovvertito dall’utilizzo degli Storm Shadow. Zelenski, l’ex comico assassino del suo popolo e distruttore del suo Paese, chiamato dai giornali mainstream, eroico, intrepido e via dicendo, tenta di portare la NATO in guerra. Con un gioco delle parti e una divisione dei compiti il Parlamento europeo, guidato da donne senza cultura e senza memoria del dolore, dichiara nei fatti guerra alla Russia autorizzando l’uso di armi letali, manovrabili soltanto da militari NATO, per un attacco in profondità nel territorio russo. Washington rimane dietro le quinte e prepara la destabilizzazione nel Pacifico. BlackRock e gli altri fondi speculativi che detengono l’80% della ricchezza mondiale attendono le nuove avventure, in vista di ingenti profitti futuri.
La guerra in Ucraina non è iniziata con l’attacco russo del 2022. I signori dei maggiori giornali oscurano le voci del dissenso e strombazzano slogan senza fondamento. Signor Ezio Mauro, possibile che non conosca la Storia, che voglia distruggere i libri e la cultura? Perché non racconta ai suoi elettori della dicotomia OSCE NATO? Della strategia USA iniziata nel lontano 1997 che provocò le accorate parole di G. Kennan? Perché non racconta della guerra civile in Ucraina e della mancata applicazione degli accordi di Minsk? Perché non afferma che il principio caro all’OSCE e all’ONU di “non ingerenza negli affari interni di un altro Paese” è stato violato infinite volte da Washington e dagli Stati colonialisti europei? Possibile che sia così strabico da vedere solo l’aggressione russa, pure da considerare secondo diversi studiosi alla stregua, quella sì, di guerra preventiva (“preemptive”), per impedire l’ennesima spedizione punitiva contro le popolazioni russofone e l’assalto al Donbass da parte di un esercito che aveva incluso tra le sue fila il famigerato battaglione neonazista AZOV? Come mai a suo avviso sui giornali di maggiore impatto non vi sono voci radicali di dissenso che possano informare i lettori su una narrativa alternativa basata sui fatti documentati e non su slogan ideologici? Condivide anche lei il trionfalismo col quale Molinari ha celebrato l’assassinio di civili libanesi grazie all’esplosione dei “cerca persona”, un atto terroristico considerato dal giornalista un avanzamento tecnologico in grado di rafforzare Tel Aviv?
Mentre poniamo queste domande, i cantori dell’Occidente alla Mauro, alla Mieli, e persino alla Quirico, tanto per indicare i nomi più autorevoli, restano silenti. Alimentando nel cittadino più consapevole la percezione che esista un “quarto potere” sempre più separato, complice e autoreferenziale.
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luposolitario00 · 4 months ago
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Ultimamente noto che, a causa della propaganda mediatica e delle persone radicali, l'odio verso diverse categorie sta crescendo. Questo mi porta a riflettere sulla natura umana, che ancora una volta dimostra come l'odio faccia parte intrinsecamente della condizione umana e non possa essere mai completamente estirpato. È come se ci dovesse sempre essere un nemico. L'essere umano non odia solo a causa di brutte esperienze personali, ma spesso a causa di esperienze simili vissute da altri, che vede amplificate attraverso i media. La televisione, il primo mezzo di comunicazione di massa, gioca un ruolo cruciale nel fomentare l'odio tra le persone. Pensateci un momento: come è stato possibile che durante la Seconda Guerra Mondiale l'intera umanità si sia scagliata con tanta crudeltà contro gli ebrei? Pensate forse che Hitler fosse un mago, capace di effettuare un lavaggio del cervello tramite formule magiche? No, semplicemente l'essere umano ha dentro di sé una predisposizione all'odio che, se stimolata e amplificata dalla propaganda, può trasformarsi in qualcosa di terribilmente pericoloso. L'odio uccide, mentre l'amore non ha questa capacità distruttiva. Questo fenomeno secondo me riguarda solo chi odia gli stranieri, le persone omosessuali, le donne o anche gli uomini. Anche se tali persone non hanno commesso atti di violenza, la loro predisposizione all'odio li rende comunque pericolosi. Non tutti provano veramente questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. La predisposizione all'odio, anche se non si traduce in atti di violenza immediati, rende comunque tali persone pericolose. Non tutti provano questo sentimento, ma chi lo fa è già potenzialmente pericoloso, anche se non ne è ancora consapevole. Non scambiate l’ antipatia con l’odio perché quest’ultimo è qualcosa di molto più profondo e incurabile. Intatti, anche chi odia tutti gli uomini o donne potrebbe essere capace di gravi atti di violenza, sebbene non lo facciano per la consapevolezza che tali azioni porterebbero alla distruzione della stessa umanità. Hitler ha quasi sterminato tutti gli ebrei, e ci sarebbe riuscito se qualcuno non lo avesse fermato. Grazie all’armata rossa e all’America se oggi fortunatamente esistono ancora.
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Luposolitario00🐺
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elperegrinodedios · 1 year ago
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Far versare lacrime ad una donna e al suo bambino a causa della guerra è un vero abominio contro l'intera umanità.
lan ✍️
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gcorvetti · 1 year ago
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Cyber attacco?
Un mio contatto condivide un video di Omega click che parla di un cyber attacco a livello mondiale, vi lascio il video in fondo anche perché non mi va di riprenderlo e dirvi di cosa parla nel dettaglio ma faccio una riflessione personale, se vi va guardatelo.
Omega dice che sti qua del WEF (world economic forum) hanno prima fatto una simulazione su una pandemia globale e poi è scoppiato il covid, e che sono 6 anni che parlano di questo cyber attacco e secondo lui con molta probabilità ci sono dietro loro, in entrabi i casi. Direi che già questo basta, partendo dal fatto che la cosa è molto da complottari, anche se Omega c'ha sempre azzeccato anche se non al 100%, ma anche se fosse che un giorno apri il pc e ti si inchioda o stai spippolando il telefono e ti si chiude, che problema c'è? Certo nel video si parla di problemi legati al funzionamento di trasporti, ospedali e tutto quello che implica l'uso del pc o della rete, cioè tutto oramai, e dice che l'unica via per evitarlo sarebbe di scollegare tutti i device dalla rete. Ma facciamo un analisi veloce dall'inizio di internet ad oggi, col web 1.0 molti colossi hanno iniziato a guadagnare e molti di noi a scaricare di tutto di più, poi col web 2.0 è iniziata una nuova era dove non solo i colossi dell'economia hanno decuplicato, anche di più, i loro introiti ma anche persone con idee geniali e un minimo di competenza hanno fatto i soldini, vi devo fare degli esempi, non credo. E noi? Quelli che stiamo ai piani bassi? A noi è toccato il compito più aspro quello di stare a guardare e spendere i nostri soldi e il nostro tempo per farsì che questi tizi si arricchissero sempre più, ad oggi la stramaggiorparte delle persone che ha internet soffre di problemi psicologici, alimentari, di identità personale, di paranoia e tante cose belle che ci ha regalato la rete negli anni, soprattutto via social network. Allora questo attacco a chi andrà secondo voi? Ma naturalmente a noi, nonostante i soldi siano nelle banche che anche loro sono connesse o a chi ne ha così tanti che non gli basterebbero 20 vite per spenderli, ma le disgrazie sono sempre destinate a noi, per poi propinarci il solito pippone della sicurezza e farci pagare ancora e ancora.
Personalmente me ne frego, distruggeranno la rete per come la conosciamo adesso? Cazzi loro, se accadrà e sembra che ci siano buone possibilità, io me ne vado a zappare la terra, anzi spero proprio che accada così magari le cose tornano come negli anni precedenti dove se vuoi conoscere qualcuno sei obbligato ad uscire di casa e a socializzare fisicamente. Questo sempre se non scoppia una guerra nucleare prima e addio umanità.
A voi il video
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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"La ninna nanna della guerra" di Trilussa: Una satira amara sulla guerra e il potere. Recensione di Alessandria today
Una ninna nanna che smaschera l'ipocrisia del potere e la brutalità del conflitto, in uno dei componimenti più celebri del poeta romano Trilussa.
Una ninna nanna che smaschera l’ipocrisia del potere e la brutalità del conflitto, in uno dei componimenti più celebri del poeta romano Trilussa. “La ninna nanna della guerra” è una delle poesie più iconiche di Trilussa, pseudonimo di Carlo Alberto Salustri. Con il suo tipico stile ironico e tagliente, Trilussa denuncia la follia della guerra e l’ipocrisia del potere. Attraverso una forma…
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klimt7 · 10 months ago
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Dedicato a tutti i Michele Santoro di tutte le età e appartenenze politiche.
Dedicato a quei finti pacifisti con gli occhi bendati, che imperversano sulle televisioni e sui giornali italiani chiedendo, implorando assurdi negoziati. Negoziati per cosa?
Per darla vinta alla Russia??
Io non ci sto.
Io, in direzione ostinata e contraria, a questi intellettuali ipocriti e ideologizzati rispondo con una risata.
Io preferisco vedere i fatti concreti.
Io preferisco guardare cosa stanno facendo tutti i giorni i Russi in Ucraina .
STANNO ANNIENTANDO UNA CULTURA. UNA NAZIONE. UN POPOLO
Radendo al suolo intere città ucraine, fin dai primi giorni della guerra (era il febbraio 2022!), intendono cancellare dalla faccia della terra, un popolo.
Bombardano le chiese ortodosse le biblioteche e mostrano di non avere rispetto per niente e nessuno.
Dimostrano a noi Occidentali cosa accade quando il Nazismo putiniano opera senza freni.
Accadono stragi, torture inumane, crimini di guerra e crimini contro l''Umanità
E ALLORA COSA C'È DA TRATTARE CON QUESTI BARBARI???
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donaruz · 10 months ago
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MONOLOGO DELL' UOMO DI DOMANI
di EVGENJJ EVTUŠENGO
Non eran membri di partito nè Adamo nè Eva,
l' umanità tutta lo sapeva.
_Partitico Noè che l' arca creò,
_Partitico il Globo che il buio generò.
Il demonio dallo sguardo ripugnante
ci diede i partiti col suo sguardo rivoltante
dentro la mela deposero i politici
un verme ed un serpente - compagni malefici
che fino al nocciolo divorarono il frutto,
lasciando che il popolo marcisse tutto.
Dai politici la polizia fu creata
e dai discorsi sulla pace ogni pistola foderata
Un bastone in strada e la guerra di classe s' accese
mentre la gente stupidamente in partiti si divise.
Ma dove sono il partito del nostro dolore,
delle vedove la pena, dei bambini il timore?
Il partito degli occhi arrossati dov' è mai,
dopo le ceneri di Gulag, Auschwitz e My Lai?
Un giorno i nostri pronipoti vedranno
come Paesi senza confini e senza bastardi esisteranno
dove i partiti si saranno per sempre dileguati
e come l' Antica Babilonia frantumati,
dove tutti in un solo clan, in un solo partito saremo e col nome di UOMO lo chiameremo.
Ph. Alexey Bednij
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worldofdarkmoods · 1 month ago
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La Pace Che Cerchiamo
Ci sono momenti in cui non desideri altro che sparire. Non in modo drammatico o definitivo, ma in un modo silenzioso, invisibile, come un sasso che affonda in un lago senza fare rumore. Non cerchi la pace del mondo, quella è una battaglia troppo grande, troppo lontana. No, tutto ciò che vuoi è la tua pace, un angolo sicuro dove nasconderti dal rumore, dal peso, dalle aspettative che ogni giorno ti schiacciano un po’ di più.
Chiedi solo un letargo, un momento sospeso in cui il tempo non conta, in cui il cuore non deve combattere ogni istante per restare a galla. Un’anestesia per tutto ciò che ti fa male, per i ricordi che ti tormentano, per le domande che non trovano risposta. Non è vigliaccheria, è stanchezza. Stanchezza di sentirti in guerra con te stessa, con il mondo, con quel continuo dover dimostrare di essere all’altezza, di essere forte, di essere qualcosa di più.
Non chiedi molto, in fondo. Solo la certezza di essere ben nascosta, lontano dagli occhi di chi ti giudica, lontano dalle aspettative di chi non capisce. Un posto dove puoi smettere di fingere, smettere di sorridere quando dentro ti senti a pezzi. Un posto dove non c’è bisogno di spiegare il tuo silenzio, dove puoi semplicemente essere.
Eppure, il mondo sembra non concederti mai questa tregua. Ti spinge, ti tira, ti urla addosso che devi andare avanti, che devi correre, che non puoi fermarti. Ma chi ha deciso che dobbiamo sempre essere forti? Chi ha stabilito che non è concesso fermarsi, riposare, lasciarsi cullare dal nulla?
A volte ti sembra di essere l’unica a sentire questo peso. Guardi gli altri e sembrano così sicuri, così integri, così capaci di affrontare ogni cosa senza vacillare. Ma poi, se li osservi bene, ti accorgi che anche loro nascondono crepe, anche loro hanno le loro notti buie, i loro momenti di fuga. Solo che non lo dicono, non lo mostrano.
Allora ti chiedi se forse siamo tutti uguali, tutti in cerca di quella pace personale che sembra sempre sfuggirci, di quel letargo che ci permetta di riprendere fiato. Ma pochi lo ammettono, perché viviamo in un mondo che premia chi non si ferma, chi non crolla, chi sembra invincibile.
Eppure, non c’è nulla di più umano che desiderare la propria pace. Non quella che risolve ogni problema, non quella che sistema il mondo, ma quella che ti permette di respirare, di sentire che per un attimo sei al sicuro. Una pace che non dipende da niente e da nessuno, che non devi conquistare o guadagnare, ma che semplicemente ti viene concessa.
Forse è questa la vera sfida: smettere di lottare contro quel bisogno, accettare che non è un segno di debolezza ma di umanità. Permetterti di chiedere meno al mondo e più a te stessa, di cercare il tuo angolo nascosto, il tuo momento di tregua.
E quando lo trovi, anche solo per un istante, ti accorgi che non hai bisogno di molto altro. Perché la pace non è un traguardo lontano, è un respiro profondo, una pausa in mezzo alla tempesta, una carezza che ti ricorda che sei ancora qui. Viva, fragile, ma intera. E forse, in quell’istante, capisci che non stavi chiedendo troppo.
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susieporta · 3 months ago
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Re di Denari
"La condizione per osare"
C'è un Cuore che batte dentro al movimento di Novembre. C'è passione, c'è vitalità.
Nonostante l'immensa fatica delle "chiusure interiori", siamo portati ad entusiasmarci di nuovo per la maestosità dell'Esistenza.
Essa ci sta portando a compiere interiormente dei sofferti passaggi di riabilitazione e rilascio, di profonda lacerazione con il Passato, ma anche di entusiastico rinnovamento del piano Futuro.
La "reggenza" oggi è nostra.
Il Re e la Regina si sono accomodati sul loro trono e possono governare il Regno con Amore e Giustezza, con Visione e Umanità.
Non saremo più costretti ad elemosinare Affettività, Materia, Attenzioni, Riconoscimenti.
Siamo noi ad offrirceli in ogni istante, in ogni respiro, in ogni battito di Vita. Siamo noi a governare i nostri passi e a valorizzare e proteggere le nostre sacre Emozioni.
Questo viaggio sta giungendo alla sua massima espressione di Trasformazione. Stiamo camminando lungo le Fiamme dell'Inferno, scoprendo di essere ormai ignifughi, intoccabili, intangibili.
Il Fuoco degli Inferi non scotta più. Non brucia. Non ustiona la nostra delicata e sensibile pelle.
Il Calore dell'Amore ci accarezza, ci ravviva, ci forgia.
Ci sentiamo come una antichissima Spada, riportata al suo massimo splendore da un fabbro esperto, di Sacra caratura morale e umana.
E mentre ammiriamo le vestigia del nostro malconcio bastone da lotta, mentre ricordiamo quanto indifesi eravamo, quanto insicuri, quanto arrabbiati e delusi di noi stessi riuscivamo a sentirci, di sfuggita incrociamo il nostro sguardo allo specchio. Ed esso brilla di ardore, di orgoglio, di magia.
Novembre è il "senso" del viaggio. E' la Rivoluzione stessa.
E' l'epica vittoria della Vittima sul proprio Carnefice interiore.
E' la Fine. E l'Inizio.
E' la Guerra. E l'Armistizio.
Dopo questo Autunno così ardente e infuocato, la Direzione sarà chiara. Come non mai.
Ciascuno sarà accompagnato a seguire l'originale e autentico "passo evolutivo interiore", a percorrere con onore e fierezza una nuova "Direzione".
Una Direzione attiva, sentita, rinnovata di Vita e di Amore, cadenzata dal potente ritmo dei battiti del Cuore Cristallino.
Oggi non ci resta che consacrare il nostro ritrovato Trono interiore. Accomodarci con eleganza e regalità ai piedi del Regno ed osservare con orgoglio e commossa severità il nostro nuovo spazio di sovranità.
Ce lo siamo guadagnati. Con la Forza e la Perseveranza. Con la Fede e la Guerra. Con il Sudore della fronte e le Lacrime che hanno bagnato così spesso il nostro viso.
Sconfitta dopo sconfitta. Insegnamento dopo insegnamento.
Questa Luna Piena bellissima, in procinto di espandere la sua imperiosa potenza, ci regalerà "forza terrena", radicamento di energia maschile, spada interiore, autorevolezza e uno sguardo nuovo alla Materia e alle sue infinite possibilità di abbondanza.
Buon viaggio nella cassa di risonanza più espansa degli ultimi anni! Avanti con i tamburi! Si va!
Mirtilla Esmeralda
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