#guerra e calcio
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"L'incredibile, prima di colazione": Le Storie Assurde e Affascinanti di Carlo Lucarelli. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra vite straordinarie, personaggi eccentrici e vicende al limite tra realtà e leggenda
Un viaggio tra vite straordinarie, personaggi eccentrici e vicende al limite tra realtà e leggenda. Recensione: Con “L’incredibile, prima di colazione”, pubblicato il 18 giugno 2020, Carlo Lucarelli raccoglie una serie di storie insolite e straordinarie, personaggi che spaziano dal romantico matematico al diabolico psicologo, passando per il ciclista che ambiva alla maglia nera. Ogni racconto si…
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LE FOIBE E PERTINI
Pertini e' ritenuto da molti, troppi, il miglior presidente d'Italia e sapete perche'? Perche' ai mondiali di calcio del 1982 alzo' la coppa vinta dall'Italia in quell'occasione!!!
Nella realta' questo essere non si e' mai ritenuto italiano e per l'Italia non fece mai nulla. Au contraire! Fece un discorso il 31 dicembre alla nazione con un bambino arabo di Gaza....tanto per abituarci alla futura invasione progettata dai comunisti come lui...
Ma raccontare gli orrori di Pertini -come raccomandare lo stupro delle italiane durante la seconda guerra mondiale e stupratore lui stesso...e' davvero lungo...qui ve lo voglio raccontare in relazione alla tragedia delle Foibe e di Porzûs che agli inizi degli anni '80 erano solo appena sussurrate negli ambienti della destra extraparlamentare e completamente ignorate dalla storiografia ufficiale, comunista-partigiana. Parlare di queste tragedie che imbrattavano l'ideologia della Resistenza si rischiava di essere bollati fascisti e revisionisti. Esattamente come oggi.
Ebbene, Tito, il dittatore jugoslavo comunista, morì nel 1980. L'allora presidente Sandro Pertini — il presidente più amato dagli italiani... e credo dagli ex jugoslavi — anziché restarsene al Quirinale, andò a rendergli omaggio, ignorando (si fa per dire) del tutto quel che accadde nell'Istria tra il '43 e il '45. Ignorando la tragedia delle Foibe e quanto i comunisti, sotto gli ordini diretti di Tito, combinarono a danno degli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Nessun capo di Stato che avesse avuto un minimo di senso nazionale avrebbe mai reso omaggio al macellaio del suo popolo. Ma Sandro Pertini lo fece. E non si limitò a rendergli omaggio con la sua presenza, ma baciò persino il suo feretro e la bandiera nel quale era avvolto.
Questo fece Sandro Pertini, nonostante le urla di sangue e dolore degli infoibati e degli esuli che fuggirono dall'Istria e Dalmazia. E questo fu solo un episodio (forse il più eclatante). Da bravo socialista partigiano, appartenente alla vecchia scuola (quella di Nenni e Matteotti), Pertini concesse persino la Grazia a Mario Toffanin, altrimenti noto come il 'Giacca'. Un partigiano che durante la guerra aveva compiuto (con la complicità di altri partigiani comunisti) la strage di Porzûs per la quale, nel 1954, la Corte d'Assise di Lucca lo aveva condannato all'ergastolo. Pena a cui erano stati sommati altri trent'anni di reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in omicidio aggravato e continuato. Mario Toffanin, tuttavia, non sconterà mai queste pene, perché riuscirà a riparare in Jugoslavia, godendo persino della pensione italiana che la Grazia di Pertini gli aveva permesso di percepire dall'estero (l'ex partigiano infatti non rientrerà mai più in Italia).
Che differenza c'e' tra lui e Napolitano? Tra lui e i nazisti?
Che vergogna la memoria corta degli italiani...
Che questa giornata della memoria possa re-insegnare la storia agli italiani, e mettere finalmente Pertini la' dove merita, nell'elenco dei criminali!
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"Lei vuole che vinca l'Ucraina?"
Durante il dibattito Trump-Harris, un giornalista ha posto al Tycoon questa domanda. Come se si stesse parlando di una partita di calcio, come se fosse una semplice questione di tifo. In effetti è così che molti mentecatti occidentali considerano la guerra in Ucraina: come una sfida tra buoni e cattivi, in cui bisogna tifare per i propri colori. E poco importa che di mezzo vi siano centinaia di migliaia di vite umane, stroncate da una guerra che, se vi fosse la volontà e il pragmatismo scevro da ideologie, potrebbe finire domani.
Certo, Kiev ha la possibilità di riequilibrare uno scontro già perso: tirare dentro il tritacarne direttamente la NATO. Ma questo, lo capisce anche un bambino (dunque non un europeista, sia chiaro), equivarrebbe alla terza guerra mondiale. Ovvero a una pioggia di missili nucleari in primis sul Vecchio Continente, che chiuderebbe in bellezza il processo di rincoglionimento, ormai ben avviato.
Ditelo ai generali da divano.
Matteo Brandi
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Andrea Masala
Il Qatar ospita la più grande base militare americana in tutto il medioriente, ma è anche il paese che più finanzia hamas. Ospita Al Jazeera e i mondiali di calcio.
Israele ha ora un ministro che si professa “fascista omofobo” e un primo ministro, Netanyahu, che dice che Hitler non voleva far del male agli ebrei, ma poi fu convinto da un palestinese a farlo. Non ha messo neanche mezza sanzione alla Russia (con la quale concorda bombardamenti su Siria e Libano) ma viene appoggiata da tutta la coalizione antirussa internazionale.
La Turchia fa parte della Nato ma non ha messo mezza sanzione alla Russia (anzi triangola per fargliele aggirare), fa parte della Nato ma dice che i miliziani di Hamas non sono terroristi ma patrioti, mentre tutti i suoi partner atlantici dicono che sono come Isis. Mentre dice che Hamas è un movimento di liberazione nazionale e non terrorista, condanna come terrorista ogni movimento kurdo in Turchia e nei paesi limitrofi.
Biden raccomanda a Israele di non eccedere nella rabbia (mentre siamo già al quadruplo dei morti palestinesi) per non fare gli errori fatti dagli USA in Iraq e intanto manda le due principali portaerei in funzione anti Iran.
I paesi arabi circostanti oscillano tra la distruzione dello stato di Israele e gli accordi di Abramo, mentre intanto aderiscono ai Brics.
L’Occidente usa il diritto internazionale a giorni alterni, per alcuni vale e per altri no, certi crimini di guerra sono degni di incriminazione al Tribunale dell’Aia, altri no.
Per Putin occupare la Palestina è un reato, occupare l’Ucraina un destino. Per chi lo accusa “c’è un occupante e un occupato” vale solo a seconda delle alleanze.
Il mondo è così: disordinato, incoerente, casuale, conflittuale senza ratio. Ad ordinarlo è la nostra facoltà di analisi e razionalizzazione. Che non possono essere oggettive ma solo situate: bisogna scegliere un punto di vista. A raccontarci il mondo di oggi ci sono solo i punti di vista delle grandi potenze globali e di quelle medie regionali. Ognuno ce lo racconta partendo dalle sue convenienze.
Noi possiamo solo provare a metterci dal punto di vista dei popoli e della pace. Oppure aderire a una delle potenze, grandi o medie, secondo nostra convenienza o ideologia (o religione). Il punto di vista dei popoli e della pace è il più difficile, il più negato da tutti, ma è l’unico possibile per la convivenza e la cooperazione. Non so se sia un bene o un male, ma l’unica prospettiva che un poco si avvicina a questo è oggi incarnata dalla chiesa cattolica e dai movimenti di diverse società civili (anche in Israele, anche in Usa, anche in Palestina).
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Come sorgessero dal nulla, su quelle barche in balia delle onde, migranti, spesso li crediamo soli al mondo. Queste entità senza volti, senza nomi, senza parenti, come mai nati, bambini, donne, uomini, magari siamo convinti che nessuno li piangerà, nessuno li cercherà, come li chiama quello che fa il ministro: "carico residuale".
Poi vedi gente piangere, un fratello, un nonno, una sorella, un cugino, una madre; li chiamano con i loro nomi, li fanno vivi: "lo stavo aspettando..." - "sperava in una vita migliore in Europa..." - "ci siamo sentiti ieri..." - "amava il calcio..." - "Aveva solo sei mesi...".
Mostrano foto, raccontano momenti, parlano di guerra, di torture, piangono sulle bare, quelle marroni e quelle bianche. Esseri umani, nient'altro che esseri umani, proprio uguali a tutti gli altri esseri umani, con le loro storie, il loro passato, le loro lacrime, un nome e un cognome, e poi la disperazione, proprio come gli altri esseri umani quando sono disperati e cercano una mano tesa. Una mano che non hanno trovato, perché qualcuno si crede più essere umano di altri.
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Tutti in ginocchio
Anche nelle reti televisive non appartenenti a lui, il santino è pronto. Il Monumento, anche per le doti personali, per la simpatia (la politica è intrattenimento), anche per il lato umano (ci aspettiamo che i politici siano diavoli bavosi), è pronto a superare la grandezza del Duomo di Milano. Imminenti i paragoni con Aldo Moro e De Gasperi. Tutti in ginocchio in una messa cantata per dimenticare la storia. Una corsa ad esprimere cordoglio per un uomo che ha conquistato la televisione per poter conquistare le coscienze ed il senso della realtà. Mussolini si rese conto che avrebbe dovuto fare il Concordato con la Chiesa cattolica per consolidare il suo consenso; oggi, per lo stesso scopo, bisogna acquistare una società di calcio, spendere tantissimo e farla vincere. Se trionfi nel campo della vera religione di massa, il calcio, in politica tutto è in discesa. In un mondo semplificato dalla logica sportiva dei meritevoli e degli sfigati, dei vincenti e dei servi, non c’è piacere migliore del baciare i piedi di chi ha denaro, potere e forza mediatica. Il Padrone potrà anche aver dato un contributo decisivo alla crisi profondissima sul piano economico (esplosione del debito pubblico, crescita zero, natalità zero, aumento dell’emigrazione, salari più bassi d’Europa), sul piano culturale (falsificazione del liberalismo, volgarizzazione della televisione, pornografizzazione delle donne, delegittimazione della scuola e della cultura), sul piano morale (evasione fiscale, prostituzione a livello pubblico, corruzione, rapporti opachi con la mafia), sul piano della legalità (condanna definitiva per frode fiscale e cacciata dal Senato nel 2013, decenni passati a parlare dei suoi processi, risolti con fughe, leggi ad personam ed insulti ai magistrati, definiti “malati mentali), politico (attacco a tutti i poteri terzi in pieno malinteso della democrazia, l’amicizia con i dittatori, l’avallo della guerra in Iraq e della repressione di Genova 2001, alleanze con fascisti e razzisti) potrà aver fatto tutto questo, ma innanzitutto dobbiamo nascondere il servilismo e l’assenza di libertà critica dietro l’ovvia piet�� per un anziano che muore. Anche questa indulgenza è il tripudio del berlusconismo, una sintesi di perdonismo immorale, plutocrazia anticristiana, cortigianeria e fascino per il potere, sempre lo stesso della tradizione della penisola, atavico, popolare, sempre concesso dal basso della plebe verso l’alto di vescovi e re, papi e sovrani, mafiosi e piazzisti mediatici.
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Nella doccia e nella tempesta
Questi primi giorni di giugno mi sono scivolati addosso all'improvviso, mentre l'acqua tiepida della doccia avvolgeva le mie membra stanche, confondendosi con la pioggia scrosciante e i tuoni fragorosi che da qualche ora avevano preso in ostaggio la casa.
Ho pensato all'altra sera, in cui mi ero sentita leggera e spensierata, come se fossi stata la protagonista di una commedia americana ambientata in qualche paesino sperduto di campagna. C'era, infatti, la festa dell'oratorio, e mi ero unita al gruppetto solito di amici per assistere al torneo di calcio saponato, e fare il tifo sugli spalti di legno ammassati tra la gente, mentre le risate e le chiacchiere si disperdevano nella brezza leggera odorosa di fritto, fumo e cola. Non avevo mai visto una competizione sportiva di quel genere, perciò mi ero divertita, come accade ogni volta che imparo qualcosa di nuovo.
Mi sono poi tornati in mente i dieci euro che avevo trovato casualmente sotto ad un tavolo, e la gioia che avevo provato nel regalarli spontaneamente ad un'amica che era stata nell'area bimbi tutta la sera come membro dello staff di volontari.
Ho apprezzato, infine, la serenità con cui ho accettato dentro di me l'amara sorte di chi si innamora dell'impossibile e accoglie ciò che arriva, poiché soffocare le emozioni è la vera sofferenza, mentre lasciarle fluire nel proprio cuore permette di dar loro il giusto peso, liberarsi da deleterie fantasie, amare in modo puro e non precludersi nuove conoscenze.
Quanto era bello l'altra sera, l'impostore della mia quiete. Ogni volta che le nostre anime si toccano, mi sembra di vivere quella famosa descrizione di Tolstoj in "Guerra e Pace", che tanto piace alle pagine social di letteratura:
"Per alcuni istanti si guardarono negli occhi in silenzio, e ciò che era lontano, impossibile, a un tratto diventò vicino, possibile, inevitabile."
Nessun uomo, prima di lui, mi aveva mai guardato in un modo così stratificato: alla base c'è sempre la gioia, l'incanto e la paura di chi ha incontrato la donna della sua vita, ma poiché non la può avere al suo fianco come compagna, in privato si aggiungono una velata tristezza e una serena consapevolezza di poterci comunque essere per lei, mentre in pubblico prevalgono teneri sorrisi, guizzi dispettosi e occhiate fugaci, per poi concedersi di nascosto una dolcezza, un'ammirazione e un'intensità indescrivibili.
A volte vorrei mi stringesse a sé in un profondo abbraccio, nella doccia e nella tempesta. Tuttavia, non è questo il suo ruolo e la felicità di averlo tra i punti di riferimento del mio cammino di vita presente supera ogni ostacolo di natura umana.
Questi primi giorni di giugno mi sono corsi incontro pieni di gioia, come il nuovo cane della vicina, che mi aspetta ogni volta che esco dall'auto per riempirmi di coccole, ricordandomi che l'amore incondizionato è l'unica ragione per cui vale la pena vivere.
#ci tengo a precisare che la doccia è durata poco perché odio gli sprechi e l'acqua è preziosa#pensieri#amori impossibili#gioia di vivere#amore incondizionato#nella doccia e nella tempesta
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Film italiani in uscita a novembre
La guerra del Tiburtino III (Luna Gualano) 02/11
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere.
À la recherche (Giulio Base) 02/11
Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70.
Il meglio di te (Fabrizio Maria Cortese) 09/11
Antonio è un uomo di successo, Nicole è una donna brillante. I due si sono amati intensamente e sono stati gli interpreti perfetti di una favola. Tuttavia, prima di arrivare al "vissero per sempre felici e contenti", il loro mondo è esploso e i due si sono trovati lontani, dispersi, pieni di rabbia, di colpa e di delusione. L'inevitabile separazione dura qualche anno e traccia un confine molto netto tra le loro vite. Ma il destino ha spesso una trama nascosta da tirare fuori al momento più opportuno.
Soldato Peter (Gianfilippo Pedote, Giuliano Carli) 09/11
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ancora volano le farfalle (Joseph Nenci) 09/11
La storia raccontata nel film prende ispirazione dalla vera vita di Giorgia Righi, una giovane ragazza pesarese affetta da una rara malattia ereditaria: l'Atassia di Friedreich. Il film, sebbene racconti un dramma, è in realtà una storia di rivincita e riscatto sulla vita stessa.
Lubo (Giorgio Diritti) 09/11
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Non tutto è perduto (Francesco Bellomo) 09/11
Francesco è una ex promessa del calcio, con un passato nelle giovanili di una squadra di Serie A. Dopo vari insuccessi scolastici, suo padre lo ha costretto ad abbandonare il suo sogno. Nonostante tutto, lui non ha mai smesso di giocare a calcio, anche se solo per diletto, con gli amici. Il suo percorso s'incrocia con quello di Bala, il responsabile di un campetto di calcio a cinque: costui, impressionato dalle sue doti, contatta un procuratore sportivo e riesce ad organizzare un provino per Francesco. Bala organizza così una partita con i vecchi amici del ragazzo, per impressionare il procuratore, al fine di offrire a Francesco la seconda possibilità che la vita, spesso, in modo fortuito, riserva.
Codice Carla (Daniele Luchetti) 13/11
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
La festa del ritorno (Lorenzo Adorino) 13/11
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino.
Mimì - il principe delle tenebre (Brando De Sica) 16/11
Mimi` e` un adolescente orfano nato con i piedi deformi che lavora in una pizzeria a Napoli. Un brutto giorno incontra Carmilla, una giovane ragazza convinta di essere una discendente del conte Dracula. Insieme decidono di fuggire un mondo cinico e violento.
La Sedia (Gianluca Vassallo) 16/11
Pietro torna in Sardegna in seguito alla morte del padre. Il suo obiettivo è incontrare il fratello Andrea, che non vede da molto tempo, per decidere a chi spettano i due oggetti che il genitore ha lasciato loro: una pistola e una sedia. Nel suo peregrinare in una Sardegna assolata ha modo di fare diversi incontri. In un film realizzato in assoluta indipendenza Vassallo porta sullo schermo la tensione esistenziale di un uomo che si confronta con il suo passato.
L'altra via (Saverio Cappiello) 16/11
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà. Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
Misericordia (Emma Dante) 16/11
Da qualche parte in Sicilia, in un borgo marinaro e fatiscente, le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte. A governarle tutte è un miserabile guercio, che ha ucciso a botte la madre di suo figlio, Arturo, anima semplice e altrove, cresciuto a giri di maglia e di amore da Betta e Nuccia. Tra miseria e mare un giorno arriva Anna, giovane prostituta a cui piace soltanto la cioccolata. Naïf e bellissima, fa corpo con Betta e Nuccia contro il predatore che chiede la pelle di Arturo. Ma a quel ragazzo antico, dervisci che gira sulla spina dorsale del (loro) mondo, le mamme putative hanno apparecchiato un futuro migliore.
Una preghiera per Giuda (Massimo Paolucci) 23/11
Cosa si è disposti a fare per proteggere il proprio onore? Quando diventa troppo tardi per essere artefici del proprio destino? Questi e altri interrogativi animano le vicende del film, la storia di due boss rivali che, a seguito della strategica scarcerazione di uno dei due, scateneranno un turbine di eventi, travolgendo, inevitabilmente, i membri delle proprie famiglie. Una lotta per l'onore e la vendetta che sarà prepotentemente ostacolata da un Colonnello dei Carabinieri testardo e ligio al dovere, che cercherà eroicamente la giustizia in un'originale - e a tratti divertente - alleanza con una ambiziosa agente della CIA in incognito.
L'odore della notte (Claudio Caligari) 20/11
Roma, tra novembre 1979 e febbraio 1983. Remo Guerra, un ragazzo di borgata, è un poliziotto che di notte aggredisce per strada persone benestanti derubandoli. Con lui ci sono Maurizio, amante della vita lussuosa e delle belle donne, e Roberto che Remo aiuterà a comprarsi un bar. I suoi complici sono inaffidabili. Così Remo deve far entrare nella sua banda Marco Lorusso, detto "il Rozzo", di cui però non condivide i metodi violenti. Remo è sempre più tormentato e desidera una vita normale accanto a una donna a cui però non può rivelare la sua identità. In più, capisce che la fine è vicina e non può sottrarsi al suo destino.
La Chimera (Alba Rohrwacher) 23/11
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Cento domeniche (Antonio Albanese) 23/11
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”.
Il paese dei jeans in agosto (Simona Bosco Ruggieri) 23/11
Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente di reality, ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l'uno capiterà all'altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto.
In fila per due (Bruno De Paola) 23/11
In un piccolo paese alle falde del Vesuvio, Germano (Andrea Di Maria), trentacinquenne pigro dal futuro lavorativo incerto, vive una tormentatissima storia d'amore con Sonia, sua coetanea tanto bella quanto gelosa e possessiva. Una scossa di terremoto di origine vulcanica, fa scattare il piano di evacuazione che prevede il trasferimento degli abitanti del paese verso un altro Comune gemellato. Abitando Sonia (Francesca Chillemi) in un comune diverso da quello di Germano, il giovane vede l'evacuazione come un'ottima opportunità per allontanarsi dalla gelosissima fidanzata che lo perseguita. La follia di Sonia, la noncuranza degli abitanti verso le regole di evacuazione, rendono il viaggio di Germano una vera odissea ricca di paradossali ed esilaranti situazioni, mete inaspettate ed incontri sorprendenti.
Mary e lo spirito di mezzanotte (Enzo D'Aló) 23/11
Mary è una bambina di undici anni appassionata alla cucina. La nonna la sostiene sempre, anche quando esaminatori saccenti non apprezzano i suoi piatti. Ma la nonna è anziana e subisce un ricovero in ospedale. Mary ne è addolorata ed aumenta nei suoi confronti le attenzioni da nipote affezionata, sostenuta in questo da una misteriosa giovane donna che è comparsa all’improvviso sul suo cammino.
Casanova opera pop - il film (Red Canzian) 27/11
Lo spettacolo di teatro musicale ideato, composto e prodotto da Red Canzian.
I limoni d'inverno (Caterina Carone) 30/11
Pietro Lorenzi è un professore di lettere in pensione e dopo il divorzio dalla moglie vive da solo in un bell’appartamento romano con un terrazzo che accudisce con cura, dedicandosi alle sue piante. Nell’appartamento di fronte a quello di Pietro si trasferisce una coppia più giovane: Luca, fotografo d’arte contemporanea, ed Eleonora, che ha studiato pittura e disegno all’Accademia ma ad un certo punto ha smesso di creare, “perché non era abbastanza brava”. Luca ed Eleonora custodiscono un dolore segreto e non riescono a parlarsi più: lei pensa che lui la dia per scontata, lui la vede sempre “incazzata col mondo”. Quando Luca parte per preparare una personale a New York, Eleonora e Pietro cominciano a frequentarsi, fra terrazzi e orti botanici, il bar sotto casa e un ristorante d’atmosfera
Palazzina Laf (Michele Riondino) 30/11
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.
Diabolik - chi sei? (Marco Manetti, Antonio Manetti) 30/11
Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
La Guerra dei Nonni (Gianluca Ansanelli) 30/11
Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all'estero torna in Italia per trascorrere un po' di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall'incontro tra Gerri e Tom nascerà un'accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi... e colpi di scena.
Con la grazia di un dio (Alessandro Roja) 30/11
Tornato a Genova dopo venticinque anni per partecipare ai funerali del migliore amico della sua giovinezza, Luca ritrova i vecchi compagni di un tempo. Tutti sembrano convinti che quella morte sia l'esito scontato di una vita di eccessi; tutti tranne Luca, che vuole vederci chiaro, indagare, capire. Scavando nella memoria, e in una città cambiata almeno quanto lui, lascerà riaffiorare fantasmi e verità che sembravano sepolte, insieme alla propria vera natura, che pensava di aver domato per sempre.
Doppia Coppia (Igor Biddau) 30/11
Il film parla di come sia difficile per due coppie di amici, amanti del trekking, avventurarsi sui ripidi sentieri dell'amore senza perdere per sempre l'amicizia. Così come, nel tentativo di conoscere meglio l'altro finiamo per conoscere meglio noi stessi, i quattro personaggi scopriranno quanto siano forti i legami che li uniscono solo quando questi sentimenti verranno messi alla prova.
Il paese del melodramma (Francesco Barilli) 30/11
Carlo Gandolfi (Luca Magri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell'alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il "Macbeth" di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Documentari
X Sempre Assenti (Francesco Fei) 03/11
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Roma, santa e dannata (Roberto D'Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì)
Un viaggio tra le notti romane in una città pazza e in continuo cambiamento.
Negramaro back home - ora so restare (Giorgio Testi) 06/11
Dopo 20 anni di successi, i Negramaro tornano a casa, a Galatina, in Salento, dove tutto è cominciato.
Giotto e il sogno del Rinascimento (Francesco Invernizzi) 06/11
L'arte visionaria di Giotto, il pittore che rivoluzionò la pittura a fresco con la propria narrazione figurativa a dir poco mozzafiato
Enigma Rol (Selma Dell'Olio) 06/11
Gustavo Rol chi è, soprattutto, cosa era costui? Il documentario si propone di ricostruire, attraverso molteplici testimonianze e ricostruzioni, sia di fiction che di animazione, la vita e l'attività di un uomo che per molti (e anche illustri) amici e frequentatori è stato dotato di capacità paranormali e per altri è stato soltanto un abile illusionista. Anselma Dell'Olio affronta un personaggio che, in qualche misura, ha riassunto in sé pregi e difetti di quelli che erano al centro dei suoi documentari precedenti. La regista lascia spazio sia a chi ne descrive le sorprendenti doti (utilizzate anche per proteggere la popolazione di San Secondo di Pinerolo dalle azioni dei tedeschi occupanti) sia a chi sta più dalla parte di Piero Angela che lo definì "un mediocre illusionista".
Io, noi e Gaber (Riccardo Milani) 06/11
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione.
Il popolo delle donne - il film (Yuri Ancarani) 13/11
Un monologo in cui Marina Valcarenghi, giornalista e attivista, ripercorre le sue esperienze in fatto di disparità di genere.
Il guerriero mi pare strano (Alessio Consorte) 15/11
Il film è incentrato sull'autenticità della statua del Guerriero di Capestrano, simbolo della Regione Abruzzo, rinvenuta a Capestrano nel 1934 e datata dagli archeologi VI secolo A.C.
La città delle sirene (Giovanni Pellegrini) 16/11
La notte del 12 novembre 2019 Venezia è stata colpita da una serie di inondazioni che hanno sommerso la città per una settimana. Partendo dalle immagini della sua casa e del suo studio allagati il regista racconta in prima persona cosa vuol dire convivere con l'acqua alta e come la sua città affronta la catastrofe. Ne scaturisce una riflessione sul vivere nella prima linea del cambiamento climatico che minaccia di far scomparire il nostro mondo.
DALLAMERICACARUSO - Il concerto perduto (Walter Veltroni) 20/11
Il 23 marzo 1986 Lucio Dalla teneva al Village Gate di New York un concerto di cui si pensava si fossero perse le riprese che ora vengono invece proposte in un'edizione restaurata e rimasterizzata. Ad esse si aggiunge in apertura la ricostruzione della creazione di "Caruso" avvenuta pochi mesi dopo a Sorrento. Un ritrovamento prezioso che, unendosi alla rievocazione di come è nato un classico della canzone, ci ricorda la grandezza di Lucio Dalla.
Kissing Gorbaciov (Andrea Paco Mariani, Luigi D'Alife) 24/11
Andata e ritorno dal 1988, quando da Melpignano partì il tour che squarciò la cortina di ferro tra Occidente e Urss, a suon di rock e punk.
Picasso - Un ribelle a Parigi - Storia di una vita e un museo (Simona Risi) 27/11
Scopo del film è mettere al centro del racconto proprio la grande magia dell'arte e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi.
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“ Sono favorevole alla passione calcistica come sono favorevole alle carriere, alle competizioni su motociclette sull'orlo di abissi, al paracadutismo forsennato, all'alpinismo mistico, alla traversata degli oceani su canotti di gomma, alla roulette russa e all'uso della droga. Le corse migliorano le razze, e tutti questi giochi portano fortunatamente alla morte dei migliori, consentendo all'umanità di continuare tranquillamente la sua vicenda con protagonisti normali e mediamente sviluppati. In un certo senso sarei d'accordo coi futuristi che la guerra è la sola igiene del mondo, salvo una piccola correzione: lo sarebbe se fosse consentito di farla solo ai volontari. Sfortunatamente essa coinvolge anche i renitenti e perciò è moralmente inferiore agli spettacoli sportivi. Sia chiaro che parlo di spettacoli sportivi, e non di sport. Lo sport, inteso come occasione in cui una persona, senza fini di lucro, e impegnando direttamente il proprio corpo, compie esercizi fisici in cui fa lavorare i muscoli, circolare il sangue e funzionare i polmoni a pieno regime, lo sport dicevo è una cosa bellissima, almeno quanto il sesso, la riflessione filosofica e il gioco d'azzardo con i fagioli come posta. Ma il gioco del calcio non ha nulla a che vedere con lo sport così inteso. Non per i giocatori, che sono professionisti sottoposti a tensioni non dissimili da quelle di un operaio alla catena di montaggio (tranne trascurabili differenze salariali), non per i guardanti - e cioè la maggioranza - che appunto si comportano come schiere di sessuomani che vadano regolarmente a vedere (non una volta nella vita ad Amsterdam, ma tutte le domeniche) coppie che fanno all'amore o che fan finta di farlo (o come i bambini poverissimi della mia infanzia, a cui si prometteva di portarli a vedere i ricchi che mangiano il gelato). “
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Brano tratto dall’articolo pubblicato su L'Espresso il 19 giugno 1978 col titolo Il Mundial e le sue pompe, raccolto in:
Umberto Eco, Sette anni di desiderio. Cronache 1977-1983, Bompiani, 1983. [Libro elettronico]
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Una delle cose più frustranti di studiare relazioni internazionali, ma scienze politiche in generale, è il totale qualunquismo che si legge non solo sui giornali e telegiornali ma anche sui social: non è mai possibile ridurre i fatti internazionali a meri scontri tra il bene assoluto e il male assoluto. Questa costantemente semplificazione binaria è figlia a mio parere sia di una totale e cieca ignoranza della storia sia di una incapacità di cogliere la complessità della realtà ovvero di uscire dalla propria cultura e rendersi conto che noi non siamo il centro del mondo, che esistono altri modi di vedere e leggere la realtà e che per quanto diversi dai nostri questi modi meritano la stessa dignità che noi attribuiamo al nostro metodo.
Questo si vede nei commenti della guerra a Gaza: commenti che sembrano usciti da partite di calcio, commenti che ignorano più di 70 anni di storia, commenti che insultano e basta. Non si tratta più di capire cosa stia succedendo (perché Israele si comporta così? Perché Hamas si comporta così? Perché Iran e USA si comportano così? La risposta è che ognuno si comporta così per il proprio portato culturale e identitario), ma dai commenti che ci sono in giro si tratta semplicemente di prendere una posizione di fare vedere quanto si è (poco) preparati e quanto si urla forte. Si cerca costantemente di imporre la propria visione del mondo, si cerca costantemente e con arroganza intellettuale di assumere che la propria verità sia quella di tutti, che noi siamo sempre e costantemente nella ragione; quando lo stesso concetto di ragione e di razionalità sono tutti relativi alle culture, e quindi non universali (l'unica cosa universale è l'ignoranza).
Quando e se mai ci si renderà conto che al mondo non esiste una verità ma esistono molte verità tutte altrettanto valide (riprendendo le riflessioni di Panikkar) si spera non sia troppo tardi. Il mondo non è bianco/nero e sicuramente non è buono/cattivo. Il mondo è quello che è: inconoscibile e complesso in cui la nostra verità viene costantemente messa in discussione da altre verità, in cui la nostra morale non sempre è nel giusto e mai è universale.
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Sento in tutti i tg che i governi in guerra e non, chiedono un cessate il fuoco per salvare i civili .......
GIUSTO !
se volete combattere ritrovatevi solo voi governi con i vostri militari in una zona neutra e, massacratevi cosi, non romperete piu i coglioni ai CIVILI !
P.s. questo vale anche per i "tifosi " dello sport ( sopratutto il calcio )
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Il miglior titolo è de EL PAIS.
Ha rivoluzionato i costumi con le Tv private e la pubblicità (chi le incolpi della volgarizzazione, è uno che non vede le proprie corna); ha rivoluzionato il calcio col Milan; ha rivoluzionato la politica. O con lui o contro, cmq. l'agenda era sua fino al decennio scorso.
Un leader che alla fine dello scorso millennio, per salvare positivamente quel che aveva costruito e la sua famigghia (la missione PRIMA di ogni essere vivente da Agnelli in giù, anche di chi non lo ammette), come titola El Pais davvero definì l'Italia come è.
Tutto il resto fu (ed è per i nostalgici social sinistri e centristi, anche in FI) sonnolenta provincia non conservatrice, arretrata e retriva proprio: notabilato fintamente compassionato, trincerato nei terrazzi dei propri privilegi, e affluent.
Certo, ebbe anche palesi difetti: tra i quali non certo essere un chiavatore, anzi va ringraziato per le ricadute d'immagine invero esagerate (chi con l'estero ci bazzica davvero, non villaggi turistici o Erasmus, sa: era malcelata invidia e simpatia bipartizan, uomini e donne, per l'arci-italiano solare attivo e vincente, non più solo cinici perdenti alla Sordi, sensibili e intelligenti ma segaioli).
Piuttosto, il suo vero difetto era delegare ai e alle leccalecca. Probabilmente lo facevan sentire potente, come Caligola che mette il suo cavallo tra i senatori: i sedicenti senatori capivano il messaggio implicito - siete tutti bestie da sella in stalla - e s'incazzavano lividi.
RIP, grazie di tutto, in primis d'aver mandato a casa quelli che guidavano la Arna detta Gloriosa Macchina da Guerra; haters gonna hate, let them rosikate.
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TU CABELLO NO ES CASUALIDAD...
Nuestro cabello es la extensión física de nuestros pensamientos, nos brinda la dirección a lo largo de nuestra vida; cada uno de nuestros cabellos nos representa a nosotros mismos, son puntos de conexión fuertes tanto de nuestro cuerpo como de nuestro espíritu según los pueblos indígenas.
Los hombres y mujeres de sabiduría han llevado el cabello largo; en cambio en los lugares donde se ha presentado la tiranía en cualquiera de sus formas, el cabello corto ha sido obligatorio y éste, junto a otros factores ha culminado con la derrota espiritual y física de los pueblos.
El cabello tiene su propio lenguaje y carácter, y la forma en que sea peinado es sumamente importante para quien lo porte:
La raya en medio representa la alineación del pensamiento.
La trenza, la unidad del pensamiento con el corazón.
El cabello suelto significa seguridad.
El cabello recogido, convicción.
Actualmente las personas se peinan sin conocer el significado de sus acciones y el estilo en que se use, el cabello es importante pues haciendo a un lado la vanidad o practicidad, la forma en que uno lleve el cabello repercutirá directamente sobre nuestro estado de ánimo.
Adentrándonos al pensamiento de los pueblos indígenas encontraremos que la forma de llevar peinado el cabello era de suma importancia pues de esta manera se describía y anunciaba su participación en diversos eventos: matrimonio o guerra, alegría o duelo.
A través del cabello y los tocados que se llevaba sobre él se podía saber la madurez de las personas, su estatus en la sociedad o los tiempos de paz y guerra.
Los peinados eran como las estaciones; cambiaban en ocasiones públicas, privadas y ceremoniales. El cabello representaba los pensamientos y el estado espiritual del individuo; mostrando los vínculos y la unidad espiritual de su familia y definiendo la armonía cultural y el alineamiento espiritual de su comunidad.
El cabello representaba los estados de la naturaleza, fluían en línea recta como las cascadas o eran ondulados como el agua del río.
A los niños indígenas se les enseñaba a lavar y enjuagar el cabello.
En las enseñanzas de muchas tribus indígenas el cortar el cabello representaba un proceso de duelo o la proximidad con la muerte.
El cabello era un elemento místico en todas ellas.
No permitían que nadie tocara su cabello sin su permiso.
Sobre la importancia del cabello largo:
Desde hace mucho tiempo, pueblos de diferentes culturas, no cortan su cabello, porque es una parte de lo que son.
Cuando al cabello se le permite alcanzar su máxima longitud, entonces fósforo, calcio y vitamina D son producidos, y entran en el líquido linfático y finalmente al líquido cefalorraquídeo a través de dos conductos en la parte superior del cerebro.
Este cambio iónico hace a la memoria más eficiente y conduce a una mayor energía física, mayor resistencia y estoicismo.
Si decides cortar el pelo, no sólo se perderá esta energía extra y nutrientes, si no que tu cuerpo deberá proporcionar una gran cantidad de energía vital y nutrientes para que vuelva a crecer el cabello perdido.
Además, los cabellos son las antenas que recogen y canalizan la energía del sol o (prana) a los lóbulos frontales, la parte del cerebro que se utiliza para la meditación y la visualización.
Estas antenas actúan como conductos para lograr una mayor cantidad de energía sutil, energía cósmica. Se tarda aproximadamente tres años desde la última vez que se cortó el pelo para formar nuevas antenas en las puntas del cabello.
Cabello mojado:
Cuando te recoges el cabello húmedo, tenderá a disminuir y apretar un poco, e incluso romperse mientras se seca.
Una mejor idea es tomar de vez en cuando el tiempo para sentarse al sol y permitir que su cabello limpio y húmedo se seque de forma natural y absorba parte extra de vitamina D.
Los yoguis recomiendan lavar el cabello cada 72 horas (o más frecuentemente si el cuero cabelludo suda mucho). También puede ser beneficioso lavarse el pelo después de estar molesto o enojado, para ayudar a procesar las emociones.
Corte de Pelo:
A menudo, cuando las personas eran conquistadas o esclavizadas, les cortaban su cabello como un signo de esclavitud, impotencia y humillación.
Los huesos de la frente son porosos y su función es de transmitir la luz a la glándula pineal, que afecta la actividad cerebral, así como a la tiroides y a las hormonas sexuales.
Así como tribus y sociedades enteras fueron conquistadas, el corte de pelo se hizo tan frecuente que la importancia del cabello se perdió después de unas pocas generaciones, y los peinados y la moda llegaron a ser el foco.
Cerrando ciclos:
Nuestro cabello como cada célula de nuestro cuerpo tiene memoria, por ello es común que cuando cerramos un capítulo de nuestra vida, nuestro ser nos pida un corte de pelo, inconscientemente se debe a la necesidad de renovación como cuando los árboles sueltan su corteza, hasta que recupere su vitalidad.
Peine de madera
Los yoguis también recomiendan el uso de un peine de madera o un cepillo para peinarse el cabello, ya que ofrece una gran cantidad de circulación y la estimulación en el cuero cabelludo, y la madera no genera electricidad estática, lo que provoca una pérdida de energía del cabello hacia el cerebro.
Te darás cuenta de que, si te peinas desde la frente hacia atrás, de atrás hacia delante, y luego varias veces hacia la derecha y hacia la izquierda, te refrescará, no importa el largo de tu pelo. Todo el cansancio del día se habrá ido.
Para las mujeres, se dice que el uso de esta técnica para peinar el cabello dos veces al día puede ayudar a mantener la juventud, un ciclo menstrual saludable y buena vista.
Si tienes problemas de calvicie, la falta de energía del cabello puede ser contrarrestada con más meditación. Si estás encontrando algunas hebras de plata (canas) en el cabello, ten en cuenta que la plata o el color blanco aumentan el flujo de energía y vitaminas para compensar el envejecimiento.
Para la salud del cerebro, a medida que envejece, trata de mantener tu pelo lo más sano y natural posible.
Se dice que cuando permites que el pelo crezca en toda su longitud y lo enrollas en la corona de la cabeza, la energía del Sol, el prana, la energía vital, baja en la columna vertebral. Para contrarrestar esa tendencia a la baja, la energía vital Kundalini se eleva para crear equilibrio.
Tu cabello no está allí por error. Tiene un propósito.
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Ieri l'Institute for the Study of War, nella sua analisi sulla controffensiva ucraina (sono passati, ricordo, quasi quattro mesi) ha prodotto un altro capolavoro linguistico. Non è che la controffensiva va male: è che, traduco, "Putin potrebbe avere ordinato al comando militare russo di tenere tutte le posizioni difensive iniziali russe per creare l'illusione che le controffensive ucraine non abbiano raggiunto alcun effetto tattico o operativo nonostante il sostanziale aiuto occidentale". Quindi non è che gli ucraini non sono avanzati, nonostante gli aiuti occidentali: sono i russi che, non essendosi ritirati, danno l'illusione (manco l'impressione: l'illusione) che gli ucraini non siano avanzati. È commovente. Mi immagino questo ragionamento applicato, che so, al calcio: "l'allenatore della squadra X ha detto ai suoi giocatori di non far segnare la squadra Y, in modo tale da dare l'illusione che non abbia segnato".
Altre news. L'ammiraglio Viktor Sokolov, comandante della Flotta russa del Mar Nero, che l'Ucraina (e quindi tutti i media) davano per morto nell'incursione missilistica del 22 settembre è ricomparso vivo e vegeto oggi, nella videoconferenza tra Shoigu e i vertici militari (vedi foto 2). Che Sokolov non fosse morto era ovvio, visto che il Quartier generale era vuoto, come tutti i quartier generali di questa guerra (incluso, ad esempio, il quartier generale dei servizi segreti ucraini a Kiev, che i russi avevano colpito qualche mese fa), e non è di certo l'unico alto ufficiale russo di cui gli ucraini annunciano la morte senza che sia vero (ovviamente lo stesso hanno fatto i russi per alcuni comandanti ucraini, tra cui lo stesso Zalužnyj). Però è un cambio di strategia interessante il fatto che stavolta, anche se indirettamente, la Russia abbia quasi subito smentito la notizia facendo circolare il filmato della riunione alla quale partecipava anche lui, ben sapendo che la notizia sarebbe stata immediatamente ripresa dai media e fatta circolare, come molto lentamente sta succedendo. I motivi di questo cambio di strategia vanno ricercati, presumibilmente, nelle difficoltà che l'Ucraina sta incontrando proprio sul fronte mediatico. Se prima infatti il meccanismo di propaganda occidentale era pressoché granitico e intervenire per i russi era molto difficile, ora le voci dissonanti si fanno sempre più insistenti è possibile e conveniente far sentire la propria voce.
Francesco Dall'Aglio.
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Pioggia di Bombe su Kyïv e Qatar-Ecuador
In Ucraina c'è una guerra potenzialmente mondiale ma domenica iniziano ugualmente i campionati del mondo in Qatar, è evidente che la situazione è grave ma non è così seria da richiedere una sospensione globale dell'attività agonistica, così presto potremo alternare i bollettini di guerra al commento tecnico-sportivo di Qatar-Ecuador, gara d'esordio del mondiale. Giusto per darvi un ragguaglio: il Qatar gioca con un prudente 5-3-2 ed è allenato da un prodotto della cantera barcellonese, Félix Sánchez Bas; l'Ecuador, allenato dall'esperto Gustavo Alfaro, gioca con un più aggressivo 4-3-3 (talvolta mimetizzato da 4-2-3-1) che non sembra comunque portare giovamento alla manovra d'attacco. Per il Qatar, che viene da una lunga tradizione calcistica, sarà vera festa di popolo, favorita da biglietti dai prezzi veramente popolari: prezzo medio 1.400 euro. La capacità di creare eventi dal nulla, completamente artefatti a regola d'arte, sembra essere la caratteristica principale del metaverso in cui siamo calati da mane a sera, mentre in Ucraina morti e missili sono veri, in Qatar di vero ci saranno solo palloni e giocatori, ma non si esclude che in futuro possano essere controllati da casa secondo una logica MMORPG. Dunque conflitto Russo-Ucraino e mondiali di calcio in Qatar, due spettacoli al prezzo di uno, e poi non dite che non vi si vuole bene (ok, non c'è l'Italia, però ci saranno Mappè, Peppè, Puppù, Fìfì, e quel che resta delle due cariatidi maggiori, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi).
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Ve lo ricordate Mario Draghi? L'emulo di Barabba con la sua frase storica:
- "Preferite la pace o l'aria condizionata?"
E' tornato senza dismettere quei vecchi panni e stavolta ha tentato di surclassare il Mussolini che voleva spezzare le reni alla Grecia, con una seconda frase storica: "l'Ucraina deve vincere!!" Una frase da campionato di calcio piu' che da politico lungimirante. Torna a parlare e parla di guerra, di vincere contro la Russia, e lo fa dal pulpito americano del MIT, dove lui si è formato, una scuola che insegna come fottere il prossimo con i soldi del prossimo! Dice che bisogna attrezzarsi, produrre armi, dice che America ed Europa devono essere pronti ad accogliere subito l'Ucraina nella NATO, che bisogna stare attenti alla Cina, mangiamo troppi involtini primavera e pochi hamburger e Coca Cola. insomma, questo moderno Nerone e quelli come lui, stanno provandole tutte per incendiare gli animi e portarci verso una guerra nucleare. Come altri guerrafondai non ha nominato ma la parola "pace" o dialogo, troppo scomode da dire in America, ma anche in Europa.
Non ci resta che aspettare la fine di questa controffensiva ucraina, per contare i morti, e poi restare in attesa della prossima controffensiva, e contare altri morti, in attesa della prossima controffensiva..., fino all'ultimo omino, o fino alla fine del mondo, una schifezza di fine per questa umanità fatta da troppi Draghi che sputano veleno e una NATO che abbaia ai confini della Russia, come cani con la rabbia!
@ilpianistasultetto
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