#guantiera
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scogito · 4 months ago
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Hai mai festeggiato un fallimento?
Sei mai andato da tuo figlio con una guantiera di dolci dopo che non ha passato un esame?
Ti sei regalato il tuo profumo più caro dopo che hai ricevuto un due di picche al lavoro?
Hai prenotato al ristorante preferito dopo aver fatto una gaffe che nemmeno una cancellazione di memoria toglie via le emozioni scritte sulla pelle?
Non penso. Penso che il ragionamento a cui ti ha portato questa società è che i premi vanno ai vincitori e ai perdenti vanno due calci in culo.
Peccato che i vincitori sono quelli che si rialzano e trovano rimedi, soluzioni, alternative e ricominciano.
Peccato che il fallimento, come scrisse qualcuno, non è una strada... è l'unica strada!
Quindi la prossima volta che ti va male qualcosa pensa a premiarti per il modo in cui ti rimetti in piedi e per il fatto che non dubiterai di farlo, perché il resto conta un cazzo e di certo non te lo porti nella tomba.
L'esperienza invece, quello che determina le tue azioni, si inscrive nel DNA del tuo Essere.
E ti segue in coda ai tuoi talenti.
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animapunkocchidipeterpan · 7 months ago
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Ghali a Napoli
spero che anche Rich sia con lui, perché Napoli è la città del loro primo incontro e perché Rich non ha mai visto questa città in estate. 🩵 se c'è anche lui, spero che Ghali possa ritagliarsi del tempo per stare un po' insieme, passeggiare per il centro, lungo il golfo e sentire l'odore del mare. e se Rich dovesse avere caldo e sentirsi affaticato, Ghali potrebbe comprargli una granita alle mandorle o al gusto che più gli piace, e potrebbero sedersi e berla insieme 🩵
se invece non è venuto, spero che gli porti una guantiera di paste da mangiare assieme quando torna 🩵 e ovviamente dei fiori! 💐
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blogitalianissimo · 8 months ago
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Non so se sia un termine usato fuori dalla Campania tbh, perciò con i non campani dico teglia/vassoio, a casa invece guantiera
Mangiatrice di paste presente. Mi era venuto un dubbio e ho chiesto delucidazioni a mia madre. Per alcuni effettivamente è vero, pasta equivale a cornetto, ma per altri è una sorta di termine ombrello che comprende bomboloni, brioche e tutto il resto, dolce o salato che sia. Ammetto di non averci mai fatto caso. Ora servirebbe un poll anche su questo però, non lasciateci soffrire da soli su 😂
Anyway ne approfitto per farti tanti complimenti per il blog, lo seguo sempre con piacere. Grazie per essere un piccolo faro di buonsenso in un mare di schifo.
Come termine ombrello lo uso spesso anche io, cioè quando prendi sai, le teglie con vari dolcetti da pasticceria tipo choux, babà, sfogliate ecc, per far prima dici "ho preso le paste", anche se in teoria il termine dovrebbe indicare nello specifico i "pasticcini"
Domani faccio la pull sui cornetti, promesso ✌️
Ma grazie per i complimenti, troppo gentile 💙
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ilcartaginese · 6 years ago
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Ecco il primo vero episodio di Guantiera Talk! Una vera valorizzazione del territorio non può che partire dalla sua radice, la TERRA. In questo episodio, il dott. Giuseppe Alabiso, geologo, ci aiuta ad analizzare alcune ricchezze del nostro territorio che purtroppo in pochi conoscono e che sono collegate al nostro sottosuolo. Scopriamo insieme cosa sono i GSSP, le loro potenzialità turistiche ma anche l'importanza del suolo in uno dei settori più attivi nella nostra area, quello vitivinicolo. 
In studio:  Giuseppe Alabiso - https://www.geocad.it - instagram: @giu_ala87 Calogero Rotolo Salvatore Rotolo 
Musica: "Summer has gone" di Gabriel Guarneri Il podcast audio è disponibile su Spreaker, Apple Podcast, Spotify e Google Podcast. 
Per altre informazioni su di noi visita il sito https://crianza.it
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spettriedemoni · 4 years ago
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Fiadoni
Ieri la Mia Regina mi ha chiesto di comprare i fiadoni visto che sarei andato a prendere il pane. Una volta lì ho visto i muffin al cioccolato e che non li prendi tre muffin al cioccolato dopo dieci fiadoni?
Ora, i fiadoni erano caldi caldi perché li avevano appena sfornati e neppure avevano fatto in tempo a metterli nelle vetrinetta del bancone che sono arrivato io con la mia richiesta di fiadoni per la Gentile Signora Mia che a me manco piacciono i fiadoni. Adesso però ho l'ufficio impregnato di odore di fiadoni alla ricotta.
Da stamattina alle 9 già 3 persone sono entrate da me e mi hanno chiesto di assaggiarli ma ho fatto un po' come mia nonna che diceva: ��Nzi tocc picché li ting d'argalà» (Non si toccano perché li devo regalare). Bello vedere come certe tradizioni si tramandino di generazione in generazione anche se io prendevo pure lo schiaffo sulla mano appena la allungavo verso la guantiera di cartone.
Ah io però non ho resistito e due me li sono mangiati.
A mia moglie dirò che ne ho presi 8 perché quelli ho trovato invece di 10.
Sono una brutta persona e anche un po' genio del male.
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fraselfie · 7 years ago
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... siete stati tantissimi a farmi gli auguri per il mio giorno #onomastico… Perdonatemi se non riesco a rispondere singolarmente uno ad uno!!! Sono riconoscente al Signore per questo vostro #affetto nei miei riguardi. Vi auguro ogni bene nel #signore Gesù ...per intercessione di San Francesco d'Assisi... Grazie grazie #grazie #Pax #buonomastico #sanfrancesco #fraselfie #riconoscenza #ringraziamenti #sietemeravigliosi #vilovvo #tantiauguri #dolcipertutti #sorriso #vassoiodidolci #guantieradidolci #guantiera #onomastico #onomasticomio #troppobuoni #instaauguri #graziechiara @fusco_chiara17
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vaniddruzza · 5 years ago
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Antiche tradizioni campobellesi “Ciciri e zarchi” (ceci e coste) Nelle giornate d’inverno più fredde e piovose le nostre nonne cucinavano i legumi. Con un po’ di nostalgia e un po’ di premeditazione mi sono messa all’opera. Oggi cucinare è stato un po’ tornare indietro e ricordare. Ingredienti: 500 grammi di ceci secchi 3 mazzetti di coste 3 cucchiai di salsa di pomodoro 1 foglia di alloro 1 spicchio d’aglio Olio extravergine di oliva Peperoncino a piacere. Metti a bagno i ceci la sera prima in una pentola con acqua abbondante. Devono stare in acqua 12 ore circa. Scola, metti nella pentola a pressione con acqua, una foglia di alloro e senza sale. Per la quantità di acqua e i tempi di cottura segui le istruzioni della tua pentola. A fine cottura togli l’alloro e metti il sale. Pulisci le coste e cuoci in acqua salata. Sgocciola e tieni da parte. In un tegame metti un filo d’olio evo, uno spicchio d’aglio tritato, fai rosolare e aggiungi la salsa di pomodoro. Aggiusta di sale e un po’ di peperoncino. Dai una tagliata alle coste e mettile ad insaporire nel tegame con la salsa, se serve allunga con qualche cucchiaio d’acqua. Adesso é arrivato il momemto di aggiungere i ceci, non tutti. Inizia mettendo qualche mestolo, e man mano decidi secondo i tuoi gusti coste e ceci in uguale misura oppure…. Gira e fai insaporire qualche minuto. Puoi accompagnare questo piatto con crostoni di pane casereccio tostato. Buon appetito!!! #ricetta #vegan #tradizioni #Sicilia #Campobello_di_Licata #ceci #coste #ciciri #zarchi #olio_evo #veg #vegetarian @campobellezza @guantiera
https://www.instagram.com/p/B5YH8-vo-dQ/?igshid=1xgp66bswp26e
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wa-sabi · 7 years ago
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Ho bisogno di questa borsetta/guantiera di dolci nella mia vita.  Le mini cassatine... I cannoli.... Che arte.
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countrymadefoods · 6 years ago
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A Big Fat (Southern) Italian Wedding
“Your wedding day is for sure one of the most important days of a person's entire life. And getting married in Italy, be it in a fairytale hamlet up on the hills or on a stunning beach, is just the cherry on the cake. Yet, nothing can compare to how big, long (and usually expensive) the experience is of getting married in Southern Italy, as long as one sticks to local traditions. 
Be it related to a deeper religious faith and sense of community, and of course historical cultural reasons (also involving a certain need for ostentation in order to demonstrate the family’s wealth or (and) to a boundless wish of celebrating and sharing joy and food) weddings in the southern regions of the country often express a uniquely bountiful nature.”
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”So, what makes a Southern wedding so special even for average people? Many things, we’d say.
First of all, the boundaries in time tend to be elongated. Celebrations often start several months before the wedding, when the couple exchanges the “marriage promise” (promessa). Basically a mandatory bureaucratic procedure where they officially express to a local authority their will to get married within 6 months, this first step in building a family is usually marked by an intimate family celebration, with a festive toast.
Yet, in Southern Italy this day often becomes an anticipation of the actual wedding, involving a huge number of guests, presents and a proper feast. Once the big day gets closer, celebrations can take place in different places, times and settings. Especially in these days, when bride and groom often moved to another city (or even country)...it can all start with an informal dinner or a proper party open to friends and family on the day before, and eventually go on even on the day after the wedding with a further occasion to share food and wine.”
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“Usually, guests arrive to the reception – be it a private house, an elegant restaurant or a beautiful masseria, a farm turned into a refined location...to wait for the newlywed couple to get back from the official photoshoot, by then a rich buffet is served...After this savoury food frenzie, the proper meal is only about to start with the average courses served at the table.
Cutting the cake doesn’t necessarily marks the end of eating: an abundance of fresh fruit, chocolate, other sweets or ice cream can match the official cake, probably introducing the after party with music, dancing and more drinks. And the traditional confetti (almonds or other nuts covered with a snow white sugar icing) wrapped up in a voile sachet and offered as a souvenir and goodwill sign, are often replaced by the confettata, one or several trays with different kinds of confetti to be eaten at the moment or taken home. Moreover, in Sicily the local tradition also demands the guantiera, an additional tray full of delicious marzipan cakes.”
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“The groom’s mother has the task and privilege to officially consign the bouquet to the future daughter-in-law, and she usually gives her a jewel belonging to her or to the family as a sign of acceptance. She also enters the church – or hall – with her son, while the bride is taken to the altar by her father, of course. Another role unique to Southern (religious) weddings is the “compare d’anello” (godfather's): a man, usually a wise or influential one, who after the exchange of the wedding bands, gives the bride another ring which is also blessed by the priest to seal his protection role over the couple.Also, while the bride tosses the bouquet and sometimes the garter, to be caught by the unmarried girls attending the wedding, in some Southern regions the groom has to undertake another ritual: the cutting of the tie.”
 (via A Big Fat (Southern) Italian Wedding | ITALY Magazine)
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Italian Wedding Traditions, Yesterday and Today
“Italians love their traditions and a wedding is one event in which Italian customs are still very much alive. Although these traditions differ from one region to another, many couples follow these today, both in Italy and in the US.
In Sicily, there were two ceremonies, a civil followed by a religious, and the religious was considered to be the more significant. In fact, the groom would not consider himself to be married until after the religious ceremony and the date of that ceremony was considered to be the wedding date. Many times the bride would arrive at the church on horseback, with the ceremony frequently occurring at night, and the way being lit with torches.”
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“In America today, many Italian-Americans like to incorporate some of their ancestors' traditions into their own wedding reception, and several of these are very popular. It is usually the duty of the best man to toast the newly married couple with a glass of wine.
Almost all Italian-American newlyweds today celebrate the custom of giving their guests a small gift known as a confetti bomboniera. This tradition dates back to oman times, and the bomboniera consists of five or seven (always an odd number for luck) sugar-coated almonds wrapped in tulle or netting with ribbons. This symbolizes family life, as well as health, happiness, prosperity, fertility, and a long life together.”
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”Of course food is of utmost importance, and the dessert table is very common today ,originating from the "Venetian hour," which is actually a Sicilian tradition of having an array of pastries, fruits, cakes in great quantities.”
(via Italian Wedding Traditions, Yesterday and Today | La Gazzetta Italiana)
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4 REASONS WHY ABRUZZO IS A REGION TO LOVE
“In 2018, Montepulciano d’Abruzzo celebrated half a century of DOC recognition. The beloved style of red from the center of Italy has long solidified its status as one of the country’s enduring viticultural touchstones. For good reason: Winemaking here traces its roots back to ancient times — a local tradition dating back to the Roman Empire.”
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“I love that Abruzzo is an underdog,” says Joe Campanale, winemaker, sommelier, and owner of Fausto, a celebrated Italian restaurant in Brooklyn. “When you try one of the wines … you easily realize that it’s possible to create distinctive and terroir-driven wines here.”
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“I’m mostly looking at a flavor profile of dark red fruits, black pepper, and a bit of earthiness,” observes Catherine Morel, lead sommelier at 71Above in Los Angeles. “They pair well with pasta and red sauce — spaghetti alla chitarra is a regional dish — lamb, and pizza. So what’s not to love about that!?” She’s equally as enthusiastic pairing Trebbiano d’Abruzzo with simple pasta dishes — gnocchi with a light cheese.”
(via 4 REASONS WHY ABRUZZO IS A REGION TO LOVE | Vinepair)
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ITALIAN WEDDING SOUP
“This soup combining tiny meatballs, and greens in a flavorful broth is apparently very popular at Italian weddings in the United States, although I had never heard of it all the years I had lived in Italy. In Canada at Italian weddings, a light soup of broth with tiny pasta, or Pastina in Brodo is served as a first course before the pasta and meat courses...While researching its origins, and to find out exactly why it is called “wedding” soup, I found that actually the soup was given this name because it was felt that the meat and greens which are main ingredients, go well together (marry well), or in Italian si sposono bene.”
(via ITALIAN WEDDING SOUP | Italian Food Forever blog)
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Minestra Maritata - Wedding Soup
“While wedding soup is known to Italian-Americans, it might not have the connotation they think it has. Contrary to popular thought, it's not served at weddings. Rather, it's called "maritata" - married, because the ingredients "marry" well together to create a harmonious dish! It's a Neapolitan tradition, and an old one, at that. It dates back a few centuries, to one-pot meals that were filling and the only meal of the day for most households. It combines broth with a type of meat (most commonly sausage pieces or tiny meatballs) and greens, thus making it a hearty and nutritious soup.”
(via Minestra Maritata - Wedding Soup | Summer In Italy blog)
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Spaghetti Alla Chitarra
“This pasta is made with a chitarra ("guitar"), and until recently, it was difficult to find the special pasta-cutting tool outside the region of Abruzzo, Italy. The design is simple: a rectangular wooden frame strung with metal wires that cut sheets of pasta into strands. The resulting shape of these noodles -- square, rather than round -- gives them textural appeal and makes them an ideal pasta partner for a hearty meat sauce...Chitarra typically is served with an Abruzzese-style ragu: a sauce flavored with pieces of meat that are used as flavoring, then removed (as opposed to a ground meat sauce).”
(via Spaghetti Alla Chitarra | The Washington Post)
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Pizza Dolce, The Most Delicious and Moist Layered Sponge Cake Ever
“Layered sponge cake recipe known as Pizza Dolce from the region of Abruzzo. Originating back to 1923, this layered sponge cake has evolved over time to become one of the most sought after organic sponge cake desserts in Italy. This layered sponge cake is a sweet mix of sponge layered with almonds, vanilla and chocolate custard topped with coffee icing and super moist thanks to the mix of liquors on every layer...”
(via Pizza Dolce, The Most Delicious and Moist Layered Sponge Cake Ever | Huffpost)
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Pizzelle: The Best Italian Wedding Cookies
“In the southern region of Abruzzo it is traditional to make pizzelle for weddings. There are actually many different names for this thin waffle cookie cooked in a hot iron press: ferratelle, cancelle, nuvole, nevole, neole. Whatever the name, they are generally flavored with lemon zest or sometimes anice. According to tradition when making these cookies with the iron press over an open flame, the chef recited the “Our Father” as one side of the cookie was heated. Then the press would be flipped and he or she would recite the “Hail Mary” in order to finish the process.”
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“The exact origins of this cookie are unknown, however pizzelle began being made in the 18th century. At the time, the iron used to cook them was embossed with the family coat of arms or the bride and groom’s initials...For a more modern interpretation of this Abruzzese tradition, pizzelle can be served at a wedding shower or any other pre-wedding occasion or at the dessert buffet. In fact, today in Abruzzo these cookies are made for all types of occasions and holidays.”
(via Pizzelle: The Best Italian Wedding Cookies | Made In Italy blog)
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Italian Wedding Cookies Recipe
“Easy and quick, this is the best Italian wedding cookies recipe ever. Loaded with walnuts and hazelnuts and coated in fluffy powder sugar like a snowball, these Italian cookies are sure to steal everybody’s heart!”
(via Italian Wedding Cookies Recipe | Ciao Florentina blog)
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Engagement Ring Cookies Are an Instagram Food Trend We Can Really Get Behind
“If you didn't get an engagement ring cookie, are you even really engaged?“
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“Instagram-driven trends to inspire this year’s brides- and grooms-to-be come with the territory, of course. Step aside, doughnut walls and naked cakes. Blinged-out cookies decorated to look like ring-sporting hands are in.”
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“And not all hand cookies need to be about getting married, either.”
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“Making quite the show of hands, they're a delightful way to celebrate really any occasion.”
(via Engagement Ring Cookies Are an Instagram Food Trend We Can Really Get Behind | Food & Wine)
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dindonduke · 6 years ago
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sciatu · 8 years ago
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Quei giorni di festa, con la gente appena uscita dalla messa di mezzogiorno e si affollava in pasticceria,per prendere qualche dolce. “Venti paste miste”, “dodici cannoli” “una cassata” tutti li stretti a guardare i commessi andare avanti e indietro, avvolgere quelle guantiere enormi, quelle torte seducenti, quei cannoli brillanti di zucchero al velo, e poi con abilità legardi con il filo giallo, fare un ficco, un ricciolo con le forbici e poi passarlo al cliente mentre gli altri si incominciavano a prenotare “C’è lui” , “C’è lei” “sono qui da mezzora...” e tu fuggivi con la pesante guantiera che emanava un profumo sottile di vaniglia, di cioccolato, di rhum e gia pregustavi la fine del pranzo quella crema, quella ricotta, quel babà e poi un pò di Vermouth, di limoncello, di spumante.....
Those days of celebration, with people just out of the midday Mass and crowded in pastry, to take some sweet. "Twenty mixed paste", "twelve cannoli", "a big cassata" close all of them to look salesmen go back and forth, wrap those huge trays, those enticing cakes, those brilliant cannoli with icing sugar, and thentied it with yellow wire, making a shove, a curl with scissors and then pass it to the customer while the others were beginning to book "There's him", "There she" "been here for half an hour ..." and you fled with the heavy glovebox that gave off a subtle scent of vanilla, chocolate, rum and you already feel the end of the meal with that tastes creamy, the sweet ricotta , the baba and then a bit of Vermouth, limoncello, a glass of sweet wine .....
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oramicurcu · 8 years ago
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Altro punto a sfavore della domenica: la guantiera di pasticcini.
Li ho portati a tavola, scartati, guardati uno ad uno, sentito distintamente l'odore di ognuno… La crema pasticcera, quella al cioccolato, quella al limone, quella alla nocciola, il liquore dei babà.
E non ne ho preso nemmeno uno. Dai che a ‘sto giro li perdo 'sti chiletti.
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bluestransfer · 4 years ago
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E dopo averne gustato uno con un ottimo Caffè Griko bisogna portarsene una guantiera a casa
#caffeficile #pasticciotto #bluestransfer #bluestransfertour
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ilcartaginese · 6 years ago
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Siamo estremamente emozionati! Oggi diamo ufficialmente il via ad un progetto che ci gira in testa da un po’ di tempo e che finalmente troviamo il modo (e il coraggio) di presentarvi. 
“Guantiera Talk” è un podcast che si occuperà, in maniera molto informale, di valorizzazione del territorio, business, comunicazione e molto altro. Tutto ciò davanti ad una bella “guantiera” di dolci siciliani. Quale modo migliore per affrontare certi argomenti? 
Resta con noi nei prossimi episodi per ascoltare tanti professionisti, imprenditori ed esperti parlare (mangiando) del loro speciale punto di vista sul territorio (siciliano e non solo) e di come una buona comunicazione può influenzare la vita anche di piccole comunità come tutti i paesini che compongono la maggioranza del territorio nazionale. 
 In studio: Calogero Rotolo e Salvatore Rotolo 
 Musica: "Summer has gone" di Gabriel Guarneri 
 Il podcast audio è già disponibile su Spreaker: https://www.spreaker.com/show/guantie... 
 Per altre informazioni su di noi visita il sito https://crianza.it
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pangeanews · 5 years ago
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“Mentre tutto cade”. Andrea Caterini e Andrea Di Consoli raccontano una poesia italiana contemporanea. Mario Benedetti, o del governo sapiente del fuoco
È stato un grande sogno vivere e vero sempre, doloroso e di gioia. Sono venuti per il nostro riso, per il pianto contro il tavolo e contro il lavoro nel campo. Sono venuti per guardarci, ecco la meraviglia: quello è un uomo, quelli sono tutti degli uomini.
Era l’ago per le sporte di paglia l’occhio limpido, il ginocchio che premeva sull’erba nella stampa con il bambino disegnato chiaro in un bel giorno, il babbo morto, liscio e chiaro come una piastrella pulita, come la mela nella guantiera.
Era arrivato un povero dalle sponde dei boschi e dietro del cielo con le storie dei poveri che venivano sulle panche, e io lo guardavo come potrebbero essere questi palazzi con addosso i muri strappati delle case che non ci sono.
Mario Benedetti
da Umana gloria, Mondadori, 2004
*
Difficile immaginare una poesia così coincidente con la propria vita come quella di Mario Benedetti. Bisognerebbe andare ai russi, a Osip Mandel’štam, all’Achmatova, ma senza immaginarli dentro la corrente dell’acmeismo a cui appartenevano. Poesie che erano nude vite, per quanto di spirituale possa contenere ogni vita; per quanto si possa accettare di trasformare il dolore che abbiamo attraversato in nuova vita. Quella di Benedetti era però una poesia senza posa, disarmata e disarmante (ma non per questo ingenua, anzi, assolutamente consapevole dei propri mezzi espressivi). In lui una lingua parlata – con quelle eccedenze quasi oltre metrica – poteva diventare un verso musicalmente perfetto, tanto esatta era la scansione ritmica di una riga. Ma non si trattava della traduzione di un racconto orale, ma piuttosto di una vita che si narra senza mai afferrarla davvero fino in fondo; che la si dice per conoscerla. E voglio fermarmi su questa parola: “dire”. Avrei potuto usare “esprimere”, ma per Benedetti molto spesso ciò che vedeva si risolveva in un dettato che si direbbe didascalico. Quella pronuncia (i continui verbi all’infinito, come azioni che si sono compiute ma che non smettono di interrogarci, quasi si ripetessero nella lingua, nel ricordo) era il segno di una riconosciuta incolmabilità conoscitiva, in cui la vita davvero non si compie, come irrisolta per natura più che per errore. «È stato un grande sogno vivere». Quanti poeti oggi saprebbero usare una proposizione come questa – tra l’altro, un endecasillabo perfetto – senza provarne imbarazzo? Benedetti non prova vergogna perché non ha un briciolo di malizia. Ha troppo sofferto e troppo gioito per sprecare la vita nella melma dell’ipocrisia. Ma la sincerità non è il suo reale valore; ma qualcosa di più profondo, ancora, viene da dire, di più nudo della nostra stessa nudità. Ma cosa c’è di più nudo della nostra nudità se non la nudità altrui, quella in cui è possibile riconoscere se stessi nell’altro, se stessi nella differenza dell’altro, l’altro nella differenza? «Quello è un uomo»; e ancora un rafforzativo: «quelli sono tutti degli uomini». Per quale ragione nominarli se non perché li si sta riconoscendo ora per la prima volta? È stato un grande sogno vivere. Sì, quella vita che si è vissuto fino in fondo ha fatto a Benedetti un dono. Non il dono di conoscerla ma di capire che quel sogno era reale, era vero. L’infanzia in Friuli, il padre scomparso troppo presto («il babbo morto, liscio e chiaro/ come una piastrella pulita»), la povertà («le storie dei poveri che venivano sulle panche»), il terremoto del 1976 che ha distrutto case e comunità («i muri strappati delle case che non ci sono»). No, non è la vita che ci mette alla prova, ma cosa, di questa vita anche crudele, di questa vita che pesa e che segna e che ferisce e che sanguina, sappiamo fare. Il sogno è il contrario di ogni illusione. Il sogno è quello spazio in cui si può essere nudi davanti ad altri esseri umani nudi come noi – e non provare vergogna alcuna. Una cosa che ho imparato quando facevo il pugile è che nessuno ci conosce meglio come il nostro nemico, perché nessuno ci osserva con tanta attenzione e dedizione come fa lui, che cerca il nostro punto debole. Eppure, una volta riconosciuta la fragilità, quel corpo nudo che ci resta difronte disarmato diventa nostro fratello. «Quello è un uomo». Per questo non c’è niente di più vero di quel sogno, di quel grande sogno che è vivere.
Andrea Caterini
*
Non mi soffermerò a lungo sul punto di vista sul mondo di Mario Benedetti, evidentemente fraterno, umile, commosso, “etico”. E non lo farò perché sarebbe un modo per trascurare l’aspetto più importante, secondo il mio modesto parere, della sua poesia. Che non è il calore dello sguardo, quel posarsi fraterno dello sguardo sul dolore, sullo smarrimento, sulle memorie, e che ha reso la sua poesia tra le più amate degli ultimi anni. La poesia di Benedetti emerge anzitutto, a mio avviso, per un eccesso di controllo sui versi e sui sentimenti. La grande poesia è sempre controllo dell’impeto, governo sapiente del fuoco; ma si tratta, alla fine, di trovare l’equilibrio – l’equilibrio, insomma, tra forma e sentimento. In Benedetti il sentimento è evidentemente forte, ma sono convinto che tra il sentimento primigenio e l’esito finale di una sua poesia intercorra sempre uno “spazio” che è estremamente complesso e laborioso, e che io immagino largo, e che non può essere ridotto alla prova della variantistica. Lo dico un po’ brutalmente: questo spazio “artigianale” è di estrema importanza, per il critico meno ingenuo. Il controllo che Benedetti esercita sulla poesia è molto forte: non fino al punto di soffocare il sentimento, ma sufficientemente forte da togliere spontaneità ai suoi versi, che pure mantengono sempre, provo a dirla così, l’eco della spontaneità, un riflesso vermiglio del fuoco. Questa è una virtù, indubbiamente. Ma si badi alla musica segreta delle sue poesie che, ad ascoltarla bene, manifesta sempre una evidente dissonanza. E questo, per me, è un “nodo” da sciogliere. Provo a raccontarla così, questa dissonanza: nelle sue poesie sopravvive sempre l’eco di un canto caldo, l’orma o il calco di un impeto sentimentale, di una commozione profonda – ma sopravvive, appunto, come eco; perché la musica definitiva delle sue poesie è invece atonale, “prudente”, raffreddata da un controllo – assai sapiente – sulle immagini, sugli accostamenti lessicali, sugli esiti ritmici. Cosa avviene nella poesia di Benedetti dal momento dell’intuizione lirica al momento in cui la poesia viene licenziata? Quello che avviene in quello “spazio” è l’aspetto più interessante della sua poesia. Una poesia molto lavorata, limata, costruita per sottrazione emotiva e patetica, e che, per rigore, ha pochi eguali nel panorama poetico italiano. Tuttavia rimane come la sensazione di una poesia “castrata” da un eccesso di perfezionismo – un perfezionismo non esibizionistico o spavaldo ma, al contrario, umile, serio, di chi è consapevole dei rischi retorici della poesia. Credo che l’antiretorica sia un vero e proprio cardine, nella poesia di Benedetti. Ma ho anche il sospetto che versi ben torniti come “Sono venuti per guardarci, ecco la meraviglia: / quello è un uomo, quelli sono tutti degli uomini” siano il risultato di un continuo piegare il calore verso una temperatura ambientale media, che a volte dà la sensazione che gli strumenti critici, ampiamenti posseduti, prevalgano sui sentimenti. Bendetti è disposto a sacrificare la potenza dei sentimenti in nome di una sobrietà stilistica che però, a volte, rischia di essere atonale per dovere antiretorico, per attitudine al controllo e per eccesso di consapevolezza critica. Una poesia, quella di Benedetti, profondamente fraterna, ma per niente ingenua. Una poesia lavorata incessantemente, fino al punto di far intravedere questo lavoro, anche quando sembra ben nascosto agli occhi del lettore.
Andrea Di Consoli
*In copertina: Mario Benedetti (1955-2020) in un ritratto fotografico di Dino Ignani
L'articolo “Mentre tutto cade”. Andrea Caterini e Andrea Di Consoli raccontano una poesia italiana contemporanea. Mario Benedetti, o del governo sapiente del fuoco proviene da Pangea.
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chiara-t · 6 years ago
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Avevo deciso insieme a S di seguire un corso a crediti liberi in cui eri tu a insegnare a una classe. Arriviamo in aula e io mi siedo alla cattedra, ma le persone parlano tra di loro e mi ignorano completamente. Allora scappo fuori e il corridoio è quello del liceo, pieno di genitori come fosse stato un incontro scuola-famiglia. Scendo le scale e mi trovo in strada ma ad un tratto mi ricordo che in quella stessa aula era stata invitata un'attrice famosa e sentendomi in colpa per aver lasciato S da sola ritorno dentro. Apro la porta dell'aula e c'è il salone di casa mia. Sul tavolo del soggiorno c'è una guantiera enorme di dolci e S mi dice di prendere quello che voglio. Scelgo tipo un brownie con la glassa al cioccolato e gli oreo, e vedo di fronte a me dall'altra parte del tavolo un pasticciere famoso. A un certo punto mi lasciano da sola, allora ne approfitto per mangiarne un altro. Li finisco tutti ma appena mi giro la guantiera si riempie di altri dolci ancora più buoni. S ritorna nella stanza, mi dice tutta emozionata che l'attrice è arrivata e scappa via ma io rimango al tavolo a mangiare una cheesecake ai frutti di bosco.
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