#garante della privacy
Explore tagged Tumblr posts
noneun · 2 years ago
Text
No alla carne "sintetica"
Tumblr media
poi no a ChatGPT, no al blocco delle auto a motore termico, no agli accordi musicali su Meta.
Indipendentemente da questioni di merito, in poche settimane in Italia sembra si stia facendo di tutto per farla rimanere indietro.
Mi piacerebbe sapere quante di queste cose rimarranno bloccate, quante verranno ripristinate facendo finta di nulla, e anche i veri motivi che si scopriranno dietro certe decisioni.
Un po' come gli OGM, di cui vietiamo la coltivazione da più di vent'anni ma che usiamo in quantità enormi come mangime per gli animali per uso alimentare. Perché, chiaramente, la preoccupazione non era affatto la salubrità del cibo.
17 notes · View notes
felicetommasino · 2 years ago
Text
Perché ChatGPT è bloccata in Italia: le motivazioni
Da qualche ora, ChatGPT è bloccata in Italia. Scopriamo le motivazioni della decisione da parte del Garante della Privacy.
Da qualche ora, ChatGPT è bloccata in Italia. Scopriamo le motivazioni della decisione da parte del Garante della Privacy. Indice In questo articolo sul perché ChatGPT è bloccata vedremo: Cos’è ChatGPT Chi l’ha sviluppato Come funziona Un esempio di utilizzo di ChatGPT Come fidanzarsi su ChatGPT Quali pericoli nasconde ChaTGPT Come utilizzare ChatGPT per creare contenuti Come…
Tumblr media
View On WordPress
5 notes · View notes
sunshades · 1 year ago
Text
il garante della privacy is a beautiful name for a baby girl
3 notes · View notes
mediaresenzaconfini · 1 year ago
Text
Pareri sul d.m. in materia di giustizia riparativa
Giustizia riparativa – Centri per la giustizia riparativa – Consiglio di Stato – Sezione Consultiva per gli Atti Normativi – Adunanza del 20 giugno 2023 Parere n. 974/2023 – data 28/06/2023 – Ministero della giustizia. parere-del-cds-sul-d.-m-.-in-materia-di-giustizia-riparativaDownload Parere del Garante per la protezione dei dati personali su di uno schema di decreto, avente natura…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
falcemartello · 2 months ago
Text
Tumblr media
(Via: https://myjetpack.tumblr.com)
-----
L'arresto del CEO di Telegram, e la natura delle accuse, ci inducono a ritenere che le altre piattaforme (Whatsapp, Facebook, IG e X, p.e.) collaborino attivamente fornendo alle autorità giudiziarie tutte le informazioni relative ai contenuti dei messaggi privati scambiati dagli utenti.
Sarebbe utile sapere sotto quale forma questa collaborazione avviene, se cioè, in Italia, nel rispetto della normativa sulla segretezza della corrispondenza e di quella sulle intercettazioni telefoniche e informatiche.
Il Garante Privacy chiarisca, e anche Elon Musk.
Per esempio, non è che i governi possono venire in possesso, attraverso questa "collaborazione", di dati attinenti la vita privata, le opinioni politiche, gli orientamenti sessuali, gli affari leciti privati, le opzioni di consumo, etc. trasmessi in forma privata?
Libero Petrucci
84 notes · View notes
arcobalengo · 9 months ago
Text
Tumblr media
"Con un provvedimento notificato il 20 gennaio 2024, il Garante per la protezione dei dati personali ha multato il comune di Trento per la violazione della riservatezza personale dei cittadini nell’ambito della sperimentazione dei progetti ”Marvel” e “Protector”, sanzione che dovrà essere pagata entro il termine di 30 giorni, cancellando i dati trattati in violazione di legge. "
Unisciti al mio canale Telegram
@monicaelis
https://www.federprivacy.org/informazione/flash-news/telecamere-con-microfono-incorporato-nei-luoghi-pubblici-sanzionato-il-comune-di-trento-per-violazione-della-privacy-dei-cittadini#:~:text=Con%20un%20provvedimento%20notificato%20il,dovr%C3%A0%20essere%20pagata%20entro%20il
E che adesso la corte dei conti faccia pagare la sanzione ai burocrati responsabili!
26 notes · View notes
anchesetuttinoino · 3 months ago
Text
Nonostante l’impugnazione da parte del Governo e la bocciatura del Garante della Privacy, la Regione Puglia mira ad applicare la legge sull’obbligo di certificazione vaccino hpv. In queste ore, è al lavoro per emanare probabilmente dei regolamenti attuativi per renderla, a loro dire, in linea con i rilievi del Garante
3 notes · View notes
noteimmagini · 1 year ago
Text
Cimitero dei feti: multa per Roma Capitale e Ama
Buona lettura
6 notes · View notes
ilblogdellestorie · 2 years ago
Text
Tumblr media
"ChatGpt è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia. Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy.Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante": lo spiega un portavoce dell'azienda in una comunicazione ufficiale a pochi giorni dal termine ultimo, del 30 aprile, fissato dal Garante della Privacy italiano. Accedendo alla pagina del servizio gli utenti italiani vengono accolti da un Welcome back.
"OpenAI ha fatto pervenire una nota nella quale illustra le misure introdotte in ottemperanza alle richieste dell'Autorità contenute nel provvedimento dello scorso 11 aprile, spiegando di aver messo a disposizione degli utenti e non utenti europei e, in alcuni casi, anche extra-europei, una serie di informazioni aggiuntive, di aver modificato e chiarito alcuni punti e riconosciuto a utenti e non utenti soluzioni accessibili per l'esercizio dei loro diritti". Lo rende noto il Garante della Privacy.
Inoltre, ChatGpt ha inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, devono dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori. Nella maschera di registrazione al servizio, infine, è stata inserita la richiesta della data di nascita "prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell'ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all'uso del servizio"
5 notes · View notes
infobae-news · 4 years ago
Text
AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY
AFFARI & SEGRETI ACCADEMICI / CEPU COMPRA LINK UNIVERSITY Colpo grosso nel mondo universitario privato.
Uno dei magnate del settore, Francesco Polidori, al timone di colossi come CEPU e E-Campus, fa un sol boccone della Link University fondata dall’ex pluriministro Dc Enzo Scotti.
Sotto i riflettori da alcuni anni, Link, prima per le vicende legate ai ministri e consulenti sfornati pro 5 Stelle, come l’ex titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Poi per le sempre più frequenti voci di legami con ambienti dei servizi segreti, culminate con la “Mifsud story”; ed infine con due grosse inchieste condotte dalle procure di Firenze e di Roma per alcuni “pasticciacci brutti” combinati dall’ateneo scottiano.
Non proprio immacolata neanche la storia di CEPU, costellata di fallimenti e improvvise rinascite, fino al “botto” con E-Campus ed un testimonial del tutto eccezionale, la star juventina Cristiano Ronaldo.
Ma procediamo con ordine e partiamo dalle news.
UN’OPERAZIONE CHE VIENE DA LONTANO
L’operazione di acquisto non è stata ancora ufficializzata, ma fonti bene informate parlano di intesa siglata a fine luglio. I dettagli sono ancora top secret, come del resto è fisiologico per un ateneo che ha fatto della “segretezza” la sua arma principale, sotto l’attenta regia dell’ex ministro (tra l’altro) degli Interni Scotti, disarcionato dalla sua poltrona appena dopo l’attentato di Capaci in cui persero la vita Giovani Falcone e la sua scorta.
Il feeling tra le due università, comunque, era già sbocciato una quindicina fa. Nel 2004, infatti, Cepu aveva acquistato il 51 per cento delle azioni griffate Link. Prima di allora il capitale era intestato a due finanziarie estere: Malta University Share e Hatchmount limited. Risalendo nel tempo, poi, ci si imbatte in una cordata di imprenditori italiani, capitanati da Luciano Consoli, editore di riferimento dell’allora Pci e in ottimi rapporti con lo stesso Scotti, soprattutto per l’affare del bingo nazionale, quando venne messa in campo una sigla che si era tuffata in un terreno del tutto nuovo, con il varo di Formula Bingo.
Tumblr media
Nel 2007 la Link è stata autorizzata al rilascio di titoli ammessi al riconoscimento. Mentre quattro anni dopo, nel 2011, con la benedizione del ministro berlusconiano della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, diventa università non statale legalmente riconosciuta nell’ordinamento universitario italiano.
Un itinerario, quello successivo, tutto in ascesa, con la presenza – nel corpo docente – di pezzi da novanta del panorama politico italiano, come Massimo D’Alema e Giulio Tremonti.
Ma anche di papaveri provenienti da altri atenei del Paese. Qual è, ad esempio, Pasquale Stanzione, fresco eletto alla presidenza dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Dopo aver insegnato per anni Diritto Privato all’Università di Salerno, Stanzione ha lavorato anche alla Link.
Privacy, security e tutto quanto ruota interno al variegato mondo dei servizi segreti sono sempre state le materie base che hanno rappresentato l’humus ideale per i felici destini del Campus maltese.
Proprio fino all’“incidente” del docente maltese, Joseph Mifsud, di cui ha parlato mesi fa mezzo mondo, per le implicazioni internazionali del caso. Russi, americani o chi altro erano i burattinai? Tantissime le voci, fino ad oggi poche certezze: comunque un ginepraio sul quale – prima o poi – verrà fatta luce.
UN’INCHIESTA TIRA L’ALTRA
Ma la bufera era solo all’inizio. Perché nel giro di pochi mesi di sono scatenate due inchieste, una legata all’altra. Prima a scendere in campo la procura fiorentina, che a maggio 2020 ha chiuso il suo fascicolo d’indagini sugli “esami facili”, con 71 indagati per associazione a delinquere e falso: tra essi addirittura il padre-padrone Scotti, il direttore generale Pasquale Russo, il rettore Claudio Roveda, altri vertici amministrativi, docenti universitari, ricercatori, studenti, poliziotti e anche il segretario nazionale del Siulp (il sindacato di polizia) Felice Romano.
Due mesi dopo, metà luglio, scatta il blitz del nucleo di polizia economico-finanziaria che sequestra una montagna di carte, agende, conti & rendiconti bollenti: tutto ruota intorno ad una fitta rete di consulenze taroccate e indebiti compensi. Una truffa, secondo le ipotesi accusatorie, da non meno di 15 milioni di euro, sottratti al fisco. 14 stavolta gli indagati: il presidente della società di gestione GEM Vanna Fadini, il membro del cda e presidente della scuola d’ateneo per le attività Graduate e Undergraduate Carlo Maria Medaglia, oltre agli stessi Roveda e Russo.
Tumblr media
Tutto ciò ha di certo impresso una accelerazione alla trattativa e consentito all’ex papavero della Dc Scotti di evitare i riflettori, ritirandosi – per ora – in buon ordine: anche se dovrà rispondere dei capi d’accusa dei quali è imputato.
Per sapere di più su vita & story di chi sta facendo un sol boccone di Link, Francesco Polidori, e delle sue creature più care, il famoso Cepu che fondò con l’allora amico Antonio Di Pietro, e il più fresco E-Campus, vi invitiamo a leggere tre illuminanti inchieste scritte dalla Voce nel 2015, nel 2016 e nel 2019.
NEWS DA UNINT
P.S. Sempre a proposito di università private, torniamo al “caso UNINT”, l’Università Internazionale che ha sede a Roma.
Ne avevamo scritto in un’inchiesta del 15 luglio, in cui dettagliavamo proprio le “ultime” sulla Link e altre vicende giudiziarie che coinvolgevano UNINT.
Ci è appena arrivata una “Richiesta di avvio della procedura di mediazione in materia civile e commerciale obbligatoria”, l’attuale prassi giuridica “privatistica” che è di solito l’anticamera della querela penale o della citazione civile. Un modo come un altro per esercitare una pressione chiaramente intimidatoria.
La partecipazione, trattandosi di sede privata, è chiaramente a pagamento; la “riunione” è fissata a Roma, presso l’Organismo di Mediazione, per il 26 agosto.
Non abbiamo mai preso parte a “incontri” del genere; ritenendo che la giustizia si amministri in sedi istituzionali, pubbliche e non certo per vie privati e in sedi private.
A maggior ragione questa volta, dove le “ragioni” accampate dai legali di UNINT sono davvero ridicole.
Qual è la lamentela? “La controversia ha come oggetto la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale subito in conseguenza dell’articolo diffamatorio intitolato ‘Università private & affari / Dalla Link alla Unint è raffica di inchieste’. Le ragioni della pretesa sono le seguenti. In data 15 luglio 2020, sul periodico online ‘La Voce delle Voci’ è stato pubblicato un articolo avente ad oggetto i fatti per i quali è pendente procedimento penale per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Trattasi di scritto fortemente lesivo dell’onore e della reputazione dell’UNINT perché vengono riportati fatti non del tutto veritieri e comunque imprecisi, con l’utilizzo di toni allusivi, aspri e totalmente privi di moderazione, esorbitanti rispetto allo scopo informativo”.
E quali “eclatanti” documenti allegano, i legali, alla loro richiesta? L’articolo in questione, lo statuto di Unint, e l’elenco delle cariche amministrative della stessa Unint.
Accipicchia!
Di tutta evidenza, i legali di UNINT ammettono – e non potrebbero fare altrimenti – di essere coinvolti in un’inchiesta da novanta, “per truffa aggravata” e utilizzo di “fondi pubblici”. Sostengono che la Voce abbia scritto di fatti “non del tutto veritieri”. E accusano il “tono”, forse non da maggiordomi di turno.
Una palese ammissione di tutto quanto scritto dalla Voce rispettando i semplici criteri di “interesse pubblico”, “attualità del fatto”, e anche “continenza”, non ravvisandosi nell’articolo contumelie di sorta.
Avrebbero fatto molto meglio, legali e titolari di UNINT, a inviare una lettera con una richiesta di “rettifica”, come del resto ha fatto Marco Bisogni, una lettera che abbiamo pubblicato integralmente, nonostante la lunghezza.
Ma evidentemente i signori di UNINT, nel merito, non avevano e non hanno nulla di cui chiedere la benchè minima rettifica.
0 notes
gdsradio7 · 22 days ago
Text
IMMIGRAZIONE, KELANY (FDI): TUTELA PRIVACY NON PREVALENTE QUANDO SI TRATTA DELLA SICUREZZA NAZIONALE
“Oggi abbiamo audito in prima Commissione il direttore esecutivo di Europol, per chiedere lumi sull’incredibile posizione del garante europeo dei dati personali, che per lungo tempo ha impedito alle due agenzie Europol e Frontex di procedere allo scambio dei dati personali di soggetti sospettati di crimini transfrontalieri. Ho chiesto alla direttrice De Bolle quanto è importante la condivisione…
0 notes
falcemartello · 6 months ago
Text
Tumblr media
-----
Interessante il passaggio sul “creare i quadri giuridici” … se ne deduce che lo fanno forzando il quadro in essere.
Un po’ corn è stato con il lasciapassare quando dicevano che dovevano “superare” le leggi sulla privacy…
E questo sarebbe il garante della Costituzione?
59 notes · View notes
arcobalengo · 8 months ago
Text
Microfoni e telecamere, dopo la stangata del Garante della privacy parla Fbk: «Era solo una ricerca» - Trento | l'Adige.it
Vi stavamo schedando, ma era solo una ricerca...
13 notes · View notes
stranotizie · 2 months ago
Link
Il Garante della Privacy si è espresso riguardo alla questione dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano, sottolineando l'importanza per i media e i siti web di rispettare rigorosamente la normativa sulla protezione dei dati personali. In particolare, il Garante ha evidenziato il principio di "essenzialità dell’informazione", che implica che solo le informazioni veramente necessarie e pertinenti dovrebbero essere condivise pubblicamente. Il Garante ha enfatizzato la necessità di tutelare la dignità delle persone coinvolte in situazioni delicate, esortando i media a compiere una valutazione accurata sull'oggettiva importanza di dettagli e informazioni, specialmente quando si tratta di aspetti intimi della vita privata. Questo porta a una riflessione critica sull'obbligo professionale di informare il pubblico, che non deve però sacrificare la privacy degli individui. In sostanza, il Garante invita a un equilibrio tra il diritto all'informazione e il rispetto della dignità delle persone, suggerendo che le notizie diffuse dovrebbero rispondere a un reale interesse pubblico e non essere meri dettagli intrusivi. La richiesta è chiara: si tratta di un appello agli organi di informazione affinché valutino con attenzione ciò che viene pubblicato, tutelando così i diritti e la riservatezza delle persone coinvolte. Questa posizione viene in un momento di crescente attenzione pubblica sulla privacy e sulla protezione dei dati, segnando un passo importante nella direzione di una maggiore responsabilità privata e pubblica nel trattamento di dati sensibili. Il Garante ribadisce che la dignità delle persone deve sempre prevalere rispetto al sensazionalismo e all'istinto di divulgare notizie che possono risultare intrusivi e inutili. In conclusione, il messaggio principale è che è essenziale, per i media e i siti web, attenersi scrupolosamente alle normative sulla protezione dei dati, garantendo un'informazione rispettosa e consapevole, soprattutto di fronte a vicende che coinvolgono la vita personale degli individui.
0 notes
adicunazionale · 2 months ago
Text
Dal Garante Privacy sanzione di 5mln di euro a Hera Comm S.p.A., fornitore di luce e gas
Agenti porta a porta attivavano contratti non richiesti a clienti ignari Il Garante Privacy ha ordinato a Hera Comm S.p.A. il pagamento di una sanzione di 5milioni di euro per gravi violazioni riscontrate nel trattamento dei dati personali di oltre 2.300 clienti nell’ambito della fornitura di energia elettrica e gas. L’Autorità è intervenuta a seguito di numerose segnalazioni e reclami…
0 notes
m2024a · 2 months ago
Video
Cosa succede se Boccia pubblica le chat private con il ministro Sangiuliano: i rischi legali “Perché ho registrato tutto da un certo punto in poi? Perché il ministro mi ha detto una frase che mi ha colpito molto: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai'”. Maria Rosaria Boccia spiega a Federico Monga, giornalista de La Stampa, come è nata la sua collezione di prove sul suo rapporto con il ministro Gennaro Sangiuliano. Ha già pubblicato mail, audio, documenti e riprese delle stanze di Montecitorio fatte con occhiali-camera, nel suo dossier potrebbero esserci anche le chat private con Sangiuliano. E infatti, quando è stato chiesto al ministro durante l’intervista al TG1 se temesse la pubblicazione di nuovi documenti, ha risposto: “Sicuramente possono uscire le chat, anche se questo sarebbe un reato“. Quelli che Boccia ha definito “documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta“, se pubblicati, potrebbero diventare un problema non solo dal punto di vista politico ma anche legale. Cosa sono le chat private “Nel gergo informatico una chat privata è una conversazione effettuata con misure di sicurezza che garantiscono ai partecipanti coinvolti di mantenere le loro conversazioni al sicuro in modo che non siano tecnicamente accessibili da terzi, come avviene nei casi in cui una piattaforma utilizza la crittografia end-to-end (E2E). Ma nel gergo comune, per chat private si intendono quelle conversazioni in cui uno o più dei partecipanti coinvolti manifestano la loro volontà che ciò che viene detto debba rimanere riservato e confidenziale senza essere divulgato ad altre persone”, ha spiegato Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy. Se chi ha partecipato a una chat ha espresso la volontà che rimanga privata, chi la pubblica divulgandola a terzi agisce senza il consenso del diretto interessato. “Tuttavia, dipende molto dal contenuto delle chat. Infatti, se la conversazione ha carattere personale e contiene informazioni generiche che non ledono la privacy della persona, non si configura alcuna violazione della normativa, e neppure si applica il GDPR“, spiega Bernardi. Se però, i messaggi pubblicati contenessero dati sensibili, per esempio informazioni sulla sfera sessuale lo stato di salute, chi le pubblica violerebbe l’articolo 617 septies del Codice Penale. Per la legge viene punita con la reclusione fino a quattro anni qualsiasi persona che, “al fine di recare danno all’altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte in sua presenza o con la sua partecipazione”. Non solo, “se si compie una simile azione con l’intento di danneggiare l’altra persona attraverso la stampa o attraverso i social, allora si aggiungerebbe anche l’aggravante prevista dal reato di diffamazione, che in questi casi prevede una pena che va da sei mesi a tre anni di reclusione“, sottolinea Bernardi. Quali sono le eccezioni per la pubblicazione di chat private La corrispondenza è considerata inviolabile, e pertanto deve rimanere segreta. Ci sono però delle eccezioni. Se per esempio c’è un interesse pubblico i giornalisti possono pubblicare le chat anche se sono private, rispettando però i limiti del diritto di cronaca, “in caso di violazione di tali obblighi, il Garante della Privacy può intervenire e disporre il blocco del trattamento dei dati pubblicati, vietando alle testate di diffonderli ulteriormente“. È difficile prevedere quali potrebbero essere le conseguenze per Boccia nel caso pubblicasse le chat private con Sangiuliano. Come spiega Bernardi non conosciamo il contenuto, i temi, documenti, immagini e video scambiati durante le conversazioni, “quindi l’evoluzione della vicenda è imprevedibile, perché noi non abbiamo a disposizione i dettagli”. Rimangono quindi aperte più opzioni. “A seconda dei contenuti, si potrebbero infatti configurare dei reati più o meno pesanti, oppure potrebbe intervenire il Garante della Privacy. Non solo, i contendenti potrebbero proseguire il loro scontro nelle aule dei tribunali per portare avanti cause risarcitorie, ma se i contenuti pubblicati fossero davvero “scottanti” come viene detto, alla fine dei conti le conseguenze maggiori sarebbero sicuramente sul piano politico “.
0 notes