#galleria nazionale d’arte moderna
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il fondo carla lonzi, i link per la consultazione, e l'importanza della disponibilità pubblica dei materiali d'archivio
Due articoli descrivono la situazione del Fondo Carla Lonzi, che rischia di non essere più presente presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna: Alessandra Pigliaru sul “manifesto” (30 mag 2024) https://ilmanifesto.it/carla-lonzi-e-leredita-di-un-archivio-privato Giulia Giaume su Artribune (30 mag…
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Antonio Canova, "Ercole e Lica"
(1795-1815), gruppo scultoreo in marmo bianco (altezza 335 cm.), Galleria nazionale d'arte moderna, Roma.
IL MITO DI LICA
Lica, giovane araldo di Ercole, fu incaricato dall'eroe di recarsi dalla moglie Deianira per recuperare la sua tunica. Quest'ultima, gelosa del marito che in quel momento era innamorato di Iole, per riconquistarlo intrise la veste col sangue del centauro Nesso, ucciso in precedenza da Ercole, pensando che fosse un filtro d'amore, ignorando che in realtà era un potente veleno col quale il centauro voleva vendicarsi per la sua uccisione.
Indossata la tunica e impazzito per il dolore, Ercole pensò che ad avvelenarlo fosse stato l'ignaro Lica, che gliel'aveva consegnata, e lo scagliò nel mare d'Eubea dove venne tramutato in uno scoglio che prese il suo nome.
"Ed ecco che scorge Lica nascondersi sconvolto nell'anfratto
d'una rupe; con tutta la collera accumulata dal dolore:
"Lica," gli grida, "a te dunque devo questo dono mortale?
A te dovrò imputare la mia morte?". Quello, pallido, atterrito,
trema, balbettando attenuanti in sua difesa.
Mentre balbetta e cerca di abbracciargli le ginocchia,
Ercole l'afferra, lo fa roteare tre, quattro volte
e, con più violenza di una fionda, lo scaglia nel mare d'Eubea."
[Publio Ovidio Nasone, "Le metamorfosi", libro IX, versi 211 -218 ]
Il gruppo scultoreo ritrae l'episodio narrato nel libro IX delle Metamorfosi di Ovidio e precisamente il momento in cui Ercole sta per scagliare il povero Lica in mare.
" L'eroe appare in un momento di massima tensione muscolare, colto nell'atto di sollevare un piede dello sfortunato ragazzo, il quale invano oppone resistenza, aggrappandosi all'altare alle spalle dell'eroe e alla pelle di leone, abbandonata ai suoi piedi. Lica appare sollevato con forza da terra e sospeso in aria un attimo prima di essere scagliato nei flutti del mare.
Il gruppo, con la torsione ad arco dei due corpi nudi, sprigiona una grande intensità energica, che ha il suo apice nell'urlo disperato del fanciullo e nei tratti adirati di Ercole, incorniciato in una folta barba di ricci; l'eroe appare completamente nudo, se non per il sottilissimo velo che Canova utilizzò per ricoprire la massa dei muscoli." [Tratto dalla seguente fonte web:
it_wikipedia_org-wiki.Ercole_e_Lica] — presso Galleria nazionale d'arte moderna di Roma.
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Paesaggio con ombre: un giallo romano che incanta. Recensione di Alessandria today
Nora Venturini ci riporta a Roma con una nuova avventura della sua indimenticabile tassista investigatrice, Debora Camilli.
Paesaggio con ombre: un giallo romano che incanta. Nora Venturini ci regala una nuova avvincente indagine con la tassista più ribelle di Roma Nora Venturini, autrice italiana con una laurea in Lettere e un passato nel mondo del teatro e della sceneggiatura, ci regala un nuovo capitolo della saga di Debora Camilli con “Paesaggio con ombre”. La sua profonda conoscenza della natura umana e la sua…
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La reideologizzazione radiofonica della nuova destra
Oggi ho ascoltato una conversazione trasmessa da Radiotre pittore piacentino Osvaldo Barbieri. Con lo pseudonimo Bot, aderì al Futurismo ed ebbe la benedizione di Filippo Tommaso Marinetti; amico di Italo Balbo, Barbieri fu attivo particolarmente durante il ventennio fascista aderendo ad esso ideologicamente e producendo opere organiche al Regime. Mentre ascoltavo la trasmissione mi è venuto in…
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#Alessandro Pavolini#Benito Mussolini#Filippo Tommaso Marinetti#Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma#Giorgia Meloni#GNAM#John Ronald Reuel Tolkien#Marcel Proust#Minculpop#Osvaldo Barbieri#Palma Bucarelli#Radiotre#Roma
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Man Ray, Vénus, 1937
(Image credit: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Rome © Man Ray 2015 Trust/ Artists Rights Society (ARS), NY/ADAGP, Paris 2023)
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L'Umanità contro il Male / dettaglio
Gaetano Cellini - 1908, GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna,
ROMA
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
L'IDEA IMPRECISA
La suggestione dell'idea come espressione della razionalità, come codice che fornisce identità comune alla comunità degli esseri umani, è molto antica. Il pensiero occidentale è debitore a Platone il quale seppe cogliere nel concetto di "anima" l'incontrovertibile della verità che viene in luce, in opposizione alla doxa delle sensazioni e delle espressioni soggettive: nell'anima, entità invisibile ma generatrice del pensiero, l'idea è "ἀ��ήθεια", svelamento, uscita dall'oblio, chiarezza, evidenza. Si comprende quale valore abbia la relazione tra luce e tenebre, non solo come metafora dell'incessante ricerca del significato: è la luce la condizione della "forma", del fenomeno, dell'apparire, del reale. "Ιδέαι" sono dunque le entità eterne costitutive della realtà, ne rappresentano l'essenza. Eppure, fuori dalle espressioni matematiche, dei numeri e delle forme geometriche, le idee circolano se fanno storia: si affermano qualora divengano una narrazione condivisa. Se con sant'Agostino l'anima platonica entra a pieno titolo nella dimensione teologica di una religione dei "corpi" - senza il concetto di corpo è impossibile capire il cristianesimo - il riflesso dell'idealismo primigenio che si porta dietro, induce a ritenere la razionalità delle idee il marchio della loro autenticità, del loro ancoraggio saldo alla verità. Così, il pensiero occidentale, da Platone in avanti, ha proseguito nel solco dell'idea come atto generativo, della creazione che ha un'origine rispetto al nulla. Il buio è il nulla. La luce è il primo atto. «In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.» - Genesi, capitolo primo - Dunque, l'occidente crede nell'essere e nel nulla, nella creazione e nel significato. Ma l'occidente cristiano. Non quello greco. Che non a caso, dimenticando la lezione di Parmenide, ha espresso, magistralmente, l'inquietudine di trovarsi di fronte al baratro del "nulla" nella tragedia. Ecco perché noi siamo cristiani e non più greci: abbiamo risolto la terribile percezione di un'assenza del significato, nella fede in un atto di creazione che ogni essente ha tratto dalle tenebre. Non importa che quest'idea sia imprecisa, non trovi fondamento in un'evidenza: l'idea stessa del rimedio alla morte nel nulla, per quanto inesplicabile, indefinibile, inconsistente sul piano materiale, ha conquistato il mondo e costituito la sua direzione storica. Ecco perché Nietzsche definì questa concezione il "colpo di genio del cristianesimo". Idea imprecisa quanto contraddittoria: Dio non è luce, ma è ciò che non può essere mai svelato. Altrimenti, Dio diverrebbe un concetto, una "cosa" come le altre cose del mondo. Per questa ragione, l'occidente designa il malefico con il termine "Lucifero", colui che porta la luce, colui che vuole svelare, colui che vuole "reificare" il Dio creatore. Idea imprecisa, dunque. Perché la perfezione dell'idea possiede qualcosa di luciferino, in sé. Mentre il dubbio e la ricerca, contengono una tensione vitale che spesso si dimentica o volutamente si tralascia. L'esperienza del viaggio ha più valore della meta. Presunta. Forse inutile.
- Gaetano Previati (1852-1920): "La creazione della luce" - 1913 circa, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma - In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto" 1975, collezione privata
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Photography of the Day - Details #3
Details, again. This time coming from the Galleria Nazionale d’Arte Moderna (National Gallery of Modern and Contemporary Art) in Rome, at Golden Hour. Details at Golden Hour – Photo by Raffaello Palandri
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Catwoman:The Series
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This is a concept for a live-action limited Catwoman Tv Series that could be adapted on something like HBO MAX or a another network or streaming.
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Synopsis:Selina Kyle has never been defined by the things she does. Catwoman is in over her head while in investigating her heritage and as to rely on her own skills to get out of this situation.
Release:October 2,2026
Rating: TV-MA
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Cast:
Selina Kyle/Catwoman…….Shay Mitchell
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Alberto Falcone………….Justin Baldoni
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Sofia Falcone……….Alexandra Daddario
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Mavin “Holly” Robinson…….Lachlan Watson
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Guest Appearances:
Batman/Bruce Wayne……Ryan Guzman
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Concept Art:
Catwoman Suit:
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Motorcycle:
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Seeing if this was on streaming TV series the episode count would be anywhere from 6-13. For the series however will go with 5. Each episode is about 42 - 59 minutes, and all give a little summary for each episode.
Episodes:
1. Fem Fatal:
- Selina has struggled with the fact she never confronted her father and how she never knew him. Selina visits Carmine crypt and sees a mysterious woman leave flowers. She watches her left before taking off herself.
- Selina’s has a kid in her building who gets information for her Catwoman activities. Holly tells Selina that the woman she saw was a member of Carmine’s family. His daughter. Sofia.
2. Cold Tracks
- Holly has kept tabs on Sofia while she visits Gotham and finds out that she’s leaving to visit her brother in Rome.
- Selina leaves Gotham City and arrive in Rome. Catwoman begins to tail one Sofia’s henchmen to a local dive bar. Catwoman is caught in the middle of a drug smuggling ring and has to get out of the crosshairs.
- Holly tells Selina that she tapped into Sofia’s phone and tells her that she knew Selina was tailing her back in Gotham. Holly informs Catwoman where she might find Sofia, she’s attending a private ball at the Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Selina Kyle makes her grand entrance and captures the attention of the heir to the Falcone clan. Alberto.
3. Like Mother, Like Daughter:
- Selina has Alberto fascinated by her and she evades her throughout the evening while gathering intel on why the remaining Falcone’s are in fact planning. She over hears part Sofia’s plan to overthrow her brother and take her rightful place as the leader of the Falcone family. Alberto surprise Selina and she quickly understands how his sister can overthrow the aloof bachelor.
- Selina slips away and runs into Sofia. The two have a cold chat and Selina indirectly learns that her mother was killed by Falcone. Sofia tells her this is warning her to stay out of her way.
- Catwoman breaks into Alberto’s penthouse and retrieves files from his laptop. She hides as he enters. He tells her to show herself. He tries to shoot her but misses. She uses her whip and disarms him. The two have a brief hand to hand fight where Catwoman ties him to his office chair.
-She gets him to talk but she later realizes that Alberto was forced into being the leader by his father and never wanted this. Just as that happens multiple shoots full the room and Catwoman and Alberto take cover. When the gunfire stops a fire spreads and Catwoman gets Alberto out and onto a rooftop nearby.
-She looks down and sees Sofia leave a white rose at the ground and leaves with her men. Selina turns to the unconscious man and wonders how she got evolved in a family civil war.
4. Bye Blood:
- Holly and Selina get Alberto to Selina’s hotel and wait for him to wake up. He does the next day and Selina begins to question him. Selina reveals that Falcone was in fact her father and killed her mother to cover it up so the illegitimate child wouldn’t ruin his seat on the Falcone throne.
- Alberto and Selina realize their upbringings weren’t that different. He agrees to help her stop Sofia from causing a all out war.
- Holly informs that after she claimed Alberto died last night she’s the new queenpin and she’s returning to Gotham to take back what Falcone fought so hard to build. The three return to Gotham to stop Sofia once and for all.
5. Here Kitty, Kitty:
- Selina, Holly, and Alberto return to Gotham City. Alberto tells them he has to inform the family about what Sofia has done,but Selina warns him that they were in on it. The two form a plan.
- Sofia returns to his father’s penthouse as the self-claimed queenpin. Her rule is short lived as Alberto and Catwoman burst through the front to door and work their way up to the top level.
- Sofia mocks her brother for his foolish and arrogant ways before firing three times into his chest. She then turns and shoots Selina in the leg. Sofia taunts Catwoman and tells her it was all in vain. Catwoman scratches her face and she stumbles towards the window.
- Alberto rises from the ground and grabs her gun. He reveals he’s wearing a bulletproof vest and tells her to say hi to father for him. He shoots her at point blank range and she crashes through the window down forty stories. Selina asks what if she shot him in the head and he tells her he’s lucky her sim as always been off.
- Alberto parts from his sister and tells her she’ll see him again. Selina watches from across the rooftop as police and swat enter the penthouse. A shadow appears behind her and she tells him your late. Batman asks where has she been and she tells him she been to Rome and back. And she leaves the rooftop with Batman watching her leap and whip rooftop to rooftop.
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MARIO SCHIFANO: IL NUOVO IMMAGINARIO. 1960 – 1990 Gallerie d’Italia – Napoli, museo di Intesa Sanpaolo Dal 2 giugno al 29 ottobre 2023 A cura di Luca Massimo Barbero Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 2 giugno al 29 ottobre 2023 alle Gallerie d’Italia a Napoli, la mostra Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960-1990, dedicata a uno dei più importanti artisti italiani della scena nazionale e internazionale del XX Secolo. L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, presenta oltre 50 lavori della produzione dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Novanta, provenienti dalla Collezione di Intesa Sanpaolo, da importanti istituzioni culturali come il Museo del Novecento di Milano e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna Cà Pesaro di Venezia https://www.fashionluxury.info/it/
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Everyday Poetry - "Contemporary art challenges us.. it broadens our horizons. It asks us to think beyond the limits of conventional wisdom.")
Eli Broad
[La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma - December'22]
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Giacomo Manzù, Il crocifi sso e il generale, 1942, bronzo, 72 × 51 cm, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma.
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MAMbo: una sessantina di opere tra quelle proposte o approvate da Francesco Arcangeli
Nel cinquantenario della morte di Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 – ivi, 1974), il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la mostra Tramando. Le acquisizioni di Francesco Arcangeli per la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, ultima iniziativa di un vasto progetto con cui la Pinacoteca nazionale di Bologna, il MAMbo e il Museo Morandi hanno omaggiato lo…
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Torino: Mostra "1950-1970 La grande arte italiana." con Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Torino: Mostra "1950-1970 La grande arte italiana." con Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Dal 19 ottobre apre a Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, una grande e inedita mostra dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra. L’ingente numero di opere, per un totale di 79, proviene dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ed è riunito insieme per la prima volta fuori dal museo di appartenenza.... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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L’arte militante di Carla Accardi
L’arte è sempre stata il reame dell’uomo. Noi, nello stesso momento in cui entriamo in questo campo così maschile della creatività, abbiamo il bisogno di sfatare tutto il prestigio che lo circonda e che lo ha reso inaccessibile.
Carla Accardi, pioniera dell’arte contemporanea, dal dopoguerra, è riuscita a emergere in un contesto fortemente maschile e per prima ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali.
Figura cardine della cultura visiva contemporanea, è stata la prima donna a dedicarsi all’astrattismo, nel 1947, e prima a dare alla sua arte una connotazione politica.
Lavorando su forme indecifrabili in cui protagonista è stato soprattutto il colore, ha abbattuto i pregiudizi che vedevano le opere delle donne intrise di delicatezza e realismo.
La sua pittura costellata di confronti linguistici e sperimentazione, è riuscita a raggiungere vette altissime.
Si è espressa attraverso il segno, reinventandolo o reinterpretandolo per collaudare nuove convivenze e nuovi rapporti con lo spazio e la superficie.
Ha più volte partecipato alla Biennale di Venezia e nel 1997 è entrata a far parte della Commissione.
Ha esposto in personali e collettive in tutto il pianeta.
Le sue opere hanno fatto parte di importanti rassegne internazionali alla Royal Academy di Londra, al Guggenheim Museum di New York, al MOCA di Los Angeles, al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza e fanno parte delle collezioni di istituzioni come la Tate di Londra, il MoMa di New York, il Centro Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Palazzo Reale di Milano e il Museo Civico di Torino, sono per citarne qualcuna.
Nata a Trapani, il 9 ottobre 1924 aveva studiato Belle Arti a Palermo e Firenze prima di stabilirsi a Roma, subito dopo la guerra.
Nel 1947 è stata l’unica donna del gruppo che ha fondato Forma 1 collettivo artistico di ispirazione formalista e marxista e prima a basare la sua ricerca sull’astrazione mirata a un rinnovamento della cultura visiva italiana.
Del 1950 è la sua prima personale alla libreria L’Age d’Or di Roma, in cui sviluppava il suo originale linguaggio incentrato su segni bianchi e neri.
Successivamente, a Milano, tramite la Libreria Salto, ha iniziato a collaborare con il MAC – Movimento Arte Concreta, gruppo artistico di cui ricordiamo Bruno Munari.
Nel 1955 nella sua personale alla Galleria San Marco di Roma ha presentato una ricerca dedicata alla riduzione cromatica e segnica e partecipato alla collettiva Individualità d’oggi invitata dal critico d’arte francese Michel Tapié che ne ha consolidato la fama di prima pittrice astrattista conosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Nei primi anni Sessanta è tornata a utilizzare il colore e a metà del decennio ha sperimentato nuovi supporti e pigmenti, utilizzando vernici colorate e fluorescenti applicate su supporti plastici trasparenti arrotolati o assemblati.
Negli ambienti e le tende – Tenda, 1965-66, Ambiente arancio, 1966-68, Triplice tenda, 1969-71 –, ha dialogato con le esperienze più radicali e innovative del design e dell’architettura italiani, costruendo spazi nomadi e anti-istituzionali, delle «stanze tutte per sé» che riecheggiano la necessità di creare uno spazio separato, precondizione alla pratica femminista dell’autocoscienza. Forme ibride in cui si intrecciano pittura, scultura e architettura, presupponendo la partecipazione attiva di chi guarda.
Nel 1969 è stata l’unica donna protagonista di Autoritratto, libro di conversazioni con artisti dell’allora critica d’arte Carla Lonzi, poi diventata la più importante teorica del femminismo della seconda ondata. I suoi interventi nel volume ruotano spesso attorno ai temi dei rapporti uomo-donna, alla condizione femminile e alle diverse forme di oppressione, con un interesse particolare per le lotte per i diritti civili delle persone afro-americane.
Nel 1970, insieme ad altre donne, Accardi e Lonzi, hanno dato vita a Rivolta femminile, uno dei primi gruppi femministi in Italia, fondato sul separatismo e sulla pratica dell’autocoscienza. Le due sono state legate da uno straordinario sodalizio durato circa un decennio che si è spezzato in seguito a una serie di conflitti e incomprensioni che ruotavano attorno alla difficile convivenza dell’arte con il femminismo.
Carla Lonzi non riusciva a pensare la creatività femminile al di fuori del coinvolgimento con l’ordine patriarcale, mentre Carla Accardi rivendicava un’identificazione come artista all’interno di una pratica femminista.
Fuoriuscita dal collettivo, insieme a Suzanne Santoro e Anna Maria Colucci, ha dato vita alla Cooperativa di via del Beato Angelico, una delle più significative esperienze artistiche femministe in Italia.
Nel maggio del 1976, la mostra Origine, rappresenta una sorta di risposta e di elaborazione dei temi discussi all’interno del gruppo. Ruota attorno ai temi della memoria personale e delle geneaologie femminili. Attraverso l’installazione di una tenda trasparente che serve da supporto a una serie di fotografie, ha costruito una narrazione non-lineare delle relazioni femminili all’interno della sua storia familiare. Ha utilizzato tecniche innovative per dialogare coi temi affrontati negli anni Sessanta, quando era alla ricerca di modalità che le consentissero di pensarsi come artista all’interno di un contesto che la escludeva a priori.
Negli anni Ottanta è ritornata all’uso della tela mentre il suo linguaggio si evolveva ulteriormente verso segni e giustapposizioni cromatiche inediti.
Nominata a far parte dell’Accademia di Brera nel 1996, l’anno dopo è diventata consigliera della Commissione per la Biennale di Venezia.
Si è spenta il 23 febbraio 2014, all’età di novanta anni. I suoi funerali si sono svolti nella sala del Carroccio in Campidoglio.
Per commemorare il centenario dalla nascita, da marzo a giugno 2024, il Palazzo delle Esposizioni di Roma le ha dedicato una ampia retrospettiva.
Carla Accardi è stata la prima artista femminista italiana. Il suo lavoro, stato determinante per la nascita e lo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, ha lasciato un segno indelebile.
Ha vissuto la sua militanza artistica in autonomia, approfondendo i temi dell’identità, della differenza e della creatività femminile.
Attraverso la creazione di un nuovo segno, ha inventato un linguaggio indecifrabile, testimonianza diretta della sua alterità nei confronti di un mondo occidentale di appannaggio maschile.
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Le Tre età di Klimt a Perugia
Avete tempo fino al 15 settembre per ammirare Le Tre Età di Klimt alla Galleria Nazionale dell’Umbria. La celeberrima opera dipinta a olio su tela da Gustav Klimt nel 1905, è frutto della maturità dell’artista. Abitualmente è custodita presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ma al momento è esposta a Perugia. L’opera è stata affiancata da una selezione di dipinti di…
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